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1 AIS – ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIERS Delegazione delle Valli di FIEMME e FASSA VENERDI’ 3 NOVEMBRE 2006 IL VINO DI OPORTO A A A S S S S S S O O O C C C I I I A A A Z Z Z I I I O O O N N N E E E I I I T T T A A A L L L I I I A A A N N N A A A S S S O O O M M M M M M E E E L L L I I I E E E R R R S S S S S S E E E Z Z Z I I I O O O N N N E E E T T T E E E R R R R R R I I I T T T O O O R R R I I I A A A L L L E E E D D D I I I T T T R R R E E E N N N T T T O O O D D D E E E L L L E E E G G G A A A Z Z Z I I I O O O N N N E E E V V V A A A L L L L L L I I I D D D I I I F F F I I I E E E M M M M M M E E E E E E F F F A A A S S S S S S A A A L L L E E E S S S E E E R R R A A A T T T E E E I I I N N N S S S E E E D D D E E E I I I L L L V V V I I I N N N O O O D D D I I I O O O P P P O O O R R R T T T O O O CAVALESE, 3 novembre 2006

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AIS – ASSOCIAZIONE ITALIANA SOMMELIERS

Delegazione delle Valli di

FIEMME e FASSA

VENERDI’ 3 NOVEMBRE 2006

IL VINO DI OPORTO

AAASSSSSSOOOCCCIIIAAAZZZIIIOOONNNEEE IIITTTAAALLLIIIAAANNNAAA SSSOOOMMMMMMEEELLLIIIEEERRRSSS

SSSEEEZZZIIIOOONNNEEE TTTEEERRRRRRIIITTTOOORRRIIIAAALLLEEE DDDIII TTTRRREEENNNTTTOOO

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CAVALESE, 3 novembre 2006

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INTRODUZIONE ALLA SERATA

La novità di una “serata in sede” (dove per sede si intende Trento, come scritto nella pagina di presentazione), fatta “fuori sede” ha evidentemente interessato molti soci, nonostante il disagio di doversi spostare di qualche decina di chilometri dalle proprie residenze.

Infatti, oggi venerdì 3 novembre 2006, qui a Cavalese, ospitati in una bella sala dell’Hotel Lagorai, ci siamo ritrovati in tanti per una serata dedicata al vino di Oporto: il PORTO. Sono, però, convinto che la grande affluenza di soci dell’Associazione Italiana Sommeliers sia dovuta all’interesse verso un vino molto famoso e celebrato, ma forse non completamente conosciuto nei suoi aspetti più

importanti e peculiari che lo hanno fatto diventare il vino liquoroso più noto al mondo. Sappiamo tutti che il Porto appartiene alla famiglia dei vini speciali ed in particolare ai vini liquorosi fortificati con alcol di cui fanno parte anche i Marsala, gli Sherry, i Madera. Spesso ci sarà anche capitato di berlo in qualche occasione conviviale o in qualche incontro fra amici, o, magari, in occasione di un viaggio in Portogallo, che è la sua zona di origine. Ma la serata che ci apprestiamo a vivere, ci farà conoscere il Porto in tutti i suoi aspetti storici, vitivinicoli, organolettici. Non è cosa da poco, perché conoscere un prodotto in tutte le sue sfumature, anche quelle poco note, permette a ciascuno di essere più consapevole e di apprezzare ancora di più quello che è il frutto di una esperienza centenaria e della passione e del lavoro di intere generazioni di uomini.

Ci guiderà in questo viaggio interno al vino Porto, il nostro Presidente MARIANO FRANCESCONI che tutti apprezziamo come ottimo e chiaro relatore di altre importanti serate. Tutti conosciamo la sua passione per la Francia ed i suoi vini ma egli ci ha tenuto a farci sapere, in tono scherzoso, che apprezza anche i vini di

altre parti del mondo, soprattutto quelli che hanno dietro di sé una storia che vale la pena di essere riferita e conosciuta. Io, che scrivo queste note a posteriori, posso dire che non mi ha deluso e, con questa mia affermazione, penso di interpretare anche il pensiero dei miei colleghi sommelier presenti. Non posso poi tralasciare di dire che l’ampia gamma dei vini proposti in assaggio hanno completato degnamente e “dolcemente” la serata. Ai soci assenti, che avranno la pazienza di leggere questa relazione, posso solo trasmettere un po’ di teoria perché purtroppo la descrizione di un vino non potrà mai essere all’altezza dell’assaggio vero e proprio.

Infine voglio ringraziare ROBERTO ANESI, nuovo responsabile della Delegazione delle Valli di Fiemme e Fassa, per aver organizzato questa importante serata augurandogli un proficuo e buon lavoro per il futuro.

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IL PORTO: VINO DI OPORTO

DEFINIZIONE

Il PORTO è un vino liquoroso a fermentazione incompleta perché essa viene bloccata, in tempi diversi a seconda del grado di dolcezza desiderato, con l’aggiunta di acquavite. È prodotto esclusivamente con uve provenienti dei vigneti della regione del Douro in Portogallo. È prodotto in vari stili che dipendono soprattutto dal tipo di invecchiamento.

Impariamo, allora a conoscerlo da vicino.

PARTE PRIMA

IL LUOGO.

Il Portogallo è lo stato più occidentale d'Europa. Il suo territorio, corrisponde all'antica provincia romana chiamata Lusitania. Conta 10,5 milioni di abitanti su una superficie di 92.391 km² e la sua capitale è Lisbona. Fa parte della Comunità Economica Europea dal 1986. Il Portogallo è suddiviso in territorio continentale (formato da 18 distretti) e in due regioni autonome insulari corrispondenti agli arcipelaghi delle Azzorre e di Madeira. 1. Lisbona (Lisboa in portoghese) 2. Leiria 3. Santarém 4. Setúbal 5. Beja 6. Faro 7. Évora 8. Portalegre 9. Castelo Branco 10. Guarda 11. Coimbra 12. Aveiro 13. Viseu 14. Bragança 15. Vila Real 16. Oporto (Porto in portoghese) 17. Braga 18. Viana do Castelo

Dal punto di vista viticolo il Portogallo è suddiviso in zone a denominazione di origine

VINHO VERDE

DOURO

DAO

BAIRRADA

MOSCATEL DE SETUBAL

ALENTEJO ALGARVE

MADEIRA

Vinho verde: zona delimitata nel 1908 a nord-est con terreni granitici e potassici. Produce i “vini verdi”, poco alcolici, frizzanti e molto aciduli. Douro: zona delimitata nel 1796 a nord del Portogallo lungo il fiume Douro. Terreno e clima particolarmente adatti per le uve con cui si produce il vino Porto. Dâo: regione del centro-nord del Portogallo. Si producono vini rossi corposi e bianchi leggeri e poco alcolici. Bairrada: regione delimitata nel 1908 situata a centro-nord con terreni poveri, sabbiosi e argillosi. Qui si producono i cosiddetti "vini tipici", sia bianchi che rossi. Alentejo: vasta regione delimitata a nord dal fiume Tejo e a sud confinante con l’Algarve. Produce vini bianchi e rossi. Moscatel do Setùbal: zona delimitata nel 1907 parte montuosa e parte

pianeggiante. Il vino più famoso è il Moscatel do Setùbal fortificato e adatto a lunghi invecchiamenti, anche fino a 25 anni.

Algarve: regione delimitata nel 1979 a sud del Portogallo con terreni umidi,

gessosi di origine alluvionale. I vini rossi devono essere affinati per almeno 6 mesi.

Madeira: isola atlantica famosa per la produzione del vino liquoroso chiamato Madera. La superficie vitata anche fino a 600 metri occupa un quarto dell’intera superficie su terrazze a pendio.

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LA VALLE DEL DOURO.

La produzione del vino di Oporto (in portoghese Porto), conosciuto universalmente con il nome PORT o PORTO è stata regolamentata, dopo l’ingresso del Portogallo nell’Unione Europea, dalle norme della Denominação de Origem Controlada (come le nostre D.O.C.) che prevedono che possa essere prodotto solo con le uve coltivate nella zona dell’Alto Douro.

La zona viticola dell’Alto Douro (Alto Douro Vinhateiro) il 14 dicembre 2001 è stata dichiarata dall’Unesco “Patrimonio dell’Umanità” nella categoria dei paesaggi culturali. È la quinta zona viticola entrata a far parte di questo Patrimonio dopo le regioni della Valle della Loira e di Saint Èmilion (Francia), Cinque Terre (Italia) e Wachau (Austria). È un omaggio al felice connubio uomo-natura dato che qui l’uomo ha operato nell’ambiente naturale con rispetto senza stravolgerlo ma piegandolo solo alle sue necessità di sopravvivenza creando un paesaggio di eccellenza da tutti ammirato. Un detto popolare che circola fra la gente del Douro dice: “Dio ha creato la Terra e l’uomo il Douro”. Niente di più vero! Le foto che qui sotto riporto sono solo una minima testimonianza visiva. (Le foto appartengono al sito Web http://www.espigueiro.pt/douro-vinhateiro/)

CIMA CORGO

BAIXO CORGO CIMA CORGO QUINTA DO NOVAL

VINHA AO ALTO MURI DI SUPPORTO PATAMARES

DOURO SUPERIOR VIGNETI ANTE E POST FILLOSSERA VIGNETI A TERRAZZE

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LA ZONA VITICOLA

La valle del Douro viticola occupa una superficie di 243.000 ettari, dei quali 33.000 sono dedicati alla viticoltura, ed è divisa in tre zone:

1. BAIXO CORGO. È la parta bassa del Rio Corgo un affluente del Douro. È una zona molto umida e piovosa ed i vini qui prodotti non sono di grande prestigio, proprio a causa del clima. Da qui proviene l’80% dei Porto base (Ruby e Tawny).

(Immagine da http://www.dionis-vins.fr/html/rouge/porto.htm)

2. CIMA CORGO. È la parte mediana della valle molto vocata per la viticoltura con le viti piantate su pendii molto inclinati e ben esposti. Qui ci sono le più prestigiose Quintas ed i migliori Porto provengono da questa zona.

3. DOURO SUPERIOR. È la zona più pianeggiante ed anticamente era molto difficoltoso raggiungerla. Il territorio viticolo rappresenta il 5% di tutta la superficie e le tenute sono molto più estese. Il clima è molto caldo ed arido e le uve fanno fatica ad arrivare ad una giusta maturazione, perché soffrono la siccità a causa delle estati torride e secche.

IL SISTEMA DI ALLEVAMENTO

Nella Valle del Douro ci sono tre sistemi di allevamento delle viti.

TRADIZIONALE A TERRAZZE

È paragonabile ai nostri terrazzamenti tipici delle zone di montagna dove, sui fianchi dei monti e delle colline, dovevano essere costruiti i muretti a secco per il sostegno della terra da coltivare (Valle d’Aosta, Valtellina, Cinque terre, Trentino)

MODERNO A PÀTAMARES.

Lungo i fianchi delle colline vengono costruite delle banchine di pietra scistosa (pàtamares) che hanno lo scopo di sostenere il terreno soprastante dove vengono piantati i filari di viti.

VINHA AO ALTO Sistema di allevamento a filari entrato in uso dopo il 1978 essenzialmente allo scopo di introdurre la meccanizzazione in un settore dove tutto veniva fatto a mano. Consente un notevole risparmio di mano d’opera. Un solo lavoratore riesce a fare in 10 ore ciò che prima veniva fatto da 15 uomini in 15 ore.

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LA CLASSIFICAZIONE DEI VIGNETI IL CADASTRO

Nella Valle del Douro i vigneti vengono classificati secondo un regolamento che fu introdotto dal Marchese di Pombal quando riordinò, alla fine del secolo XVIII° , la viticoltura portoghese. Il CADASTRO è un Ente governativo che fa parte del Departamento de Produção Vegetal (DPV) ed è suddiviso in due sezioni: Cadastro vitícola, che registra tutti i produttori di uva, con superficie di ciascun vitigno e dichiarazione di produzione annuale. Attualmente sono accatastate 13 mila proprietà. Cadastro vinícola che controlla tutta la produzione dell’industria vinicola e che permette di incrociare i dati del Cadastro viticolo. Attualmente sono accatastate 600 aziende vinicole.

Il Cadastro prevede la classificazione dei vigneti in 6 categorie dalla A alla F. L’inclusione in una

categoria o nell’altra dipendono da una dozzina di fattori, ognuno dei quali è quotato con un

punteggio numerico. I fattori principali sono:

• la pendenza e l’altitudine che incidono sul punteggio per il 21% del totale

• la produttività che incide per il 21%

• la natura del suolo che incide per il 14%

• la località dove è posto il vigneto che incide per il 13%

• il sistema di allevamento, il tipo di vitigno, l’età delle viti ecc. Il massimo punteggio che un vigneto può ottenere è 1.680 punti ma fino a 1.200 si rientra nella

categoria A. Con meno di 200 punti si rientra nella categoria più bassa che è la F.

La classificazione è determinante per stabilire il prezzo dell’uva e la quantità che si può produrre

in quel vigneto.

I VITIGNI DEL PORTO.

Dopo secoli di dominio sul mare con commerci in ogni parte del mondo, venne un lungo periodo di decadenza che costrinse il Portogallo a chiudersi in un altrettanto lungo isolamento. Questo fatto rappresentò un elemento negativo per l’economia del Paese e per il benessere dei suoi abitanti. Nel campo viticolo l’isolamento non consentì l’introduzione di vitigni di altre nazioni e i viticoltori continuarono a coltivare i numerosi vitigni locali ed a produrre vini bianchi e rossi secondo i loro metodi tradizionali.

I vitigni a bacca bianca più coltivati sono: Maria Gomez, Alvarinho, Bical, Moscato d’Alessandria, Rouperio, Encruzado, Azal e molti altri I vitigni a bacca rossa più coltivati sono: Rapisco, Periquita, Baga, Alicante Buoschet, Camarate, Aragonez, Syrah ecc.

Anche i vini di Porto hanno risentito di questa situazione ed anche oggi sono molti i vitigni che possono essere usati per il Porto. Generalmente i vitigni più usati non superano le 15 varietà, ma il disciplinare ne prevede molti di più I migliori vitigni per il Porto sono: Toauriga Nacional, Touriga Francesa, Tinta Barroca, Tinta Cão, Tinta Roriz (vitigni a bacca rossa) e Còdega, Gouveio, Malvasia Fina, Viosinho, Rabicato (vitigni a bacca bianca).

TOURIGA NACIONAL E FRANCESA TINTA CÂO CODEGA MALVASIA FINA RABICATO

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LA VENDEMMIA

La vendemmia nella zona del Douro viene fatta normalmente a partire dalla fine di settembre fino a metà ottobre. Ancora oggi è una vendemmia manuale, perché i terreni in forte pendenza e scoscesi rendono difficile meccanizzare l’operazione. Niente di nuovo per noi Trentini e per i vignaioli delle zone di montagna. La vendemmia è un evento e si trasforma in una festa popolare. Le colline si popolano di centinaia di persone che si arrampicano, che cantano, che portano nelle gerle l’uva vendemmiata. La pigiatura, che qui si chiama pisa, è quasi un rito d’altri tempi tramandato di generazione in generazione. Le uve vengono trasportate nella fattoria (quinta) versate in grandi vasche di cemento chiamate lagares, e pigiate con i piedi, per ore, da squadre di uomini e ragazzi quasi fosse una danza dionisiaca o un rito bacchico. La pigiatura con i piedi ha uno scopo ben preciso di cui parlerò più avanti. Qui siamo ancora nella tradizione e nella festa popolare.

SCENE DELLA VENDEMMIA NEL DOURO

PARTE SECONDA

IL SISTEMA DI VINIFICAZIONE

Ho già detto che tutto inizia dopo la vendemmia con la lunga pigiatura dei grappoli con i piedi nelle lagares. Questa operazione tradizionale era fondamentale perché consentiva l’estrazione dalle bucce di ingenti quantità di materia colorante, evitando la rottura dei vinaccioli. Inoltre la macerazione delle bucce con il succo estrae in modo soffice ed efficace anche le sostanze aromatiche. Ormai anche nel Douro è entrata la modernità e, quindi, le operazioni di pigiatura vengono effettuate con moderne pigiadiraspatrici, a cui seguono le tecniche di rimontaggio o di follatura che durano qualche ora, prima in modo più tumultuoso e poi, gradatamente, in modo meno intenso. Generalmente queste operazioni di macerazione durano all’incirca 24 ore. Poi inizia la fermentazione alcolica, previo allontanamento dei raspi dalla massa. È in questo momento che si vanno formando gli aromi più complessi e caratteristici del vino Porto favoriti anche dalle alte temperature che si raggiungono durante la fermentazione. Il liquido, che non ha ancora finita la fermentazione ed ha raggiunto il 6-7% di alcol etilico, si svina e si ferma la fermentazione aggiungendo il distillato di vino a 77° (qui viene chiamato Aguardiente), portando la gradazione alcolica a circa 20°. È un momento importante che è lasciato alla competenza del Maestro di cantina: infatti un’aggiunta anticipata dell’alcol produrrà un vino più dolce, mentre se l’operazione viene fatta verso la fine

della fermentazione il vino risulterà più secco. Il distillato di vino viene aggiunto in ragione di 110 litri per 440 litri di vino. Il Porto, travasato nelle caratteristiche botti allungate, dette pipas, vi riposa fino a primavera. Poi, se necessario si addiziona ancora di Aguardiente. Le fasi successive della maturazione, previste per ogni singolo stile, dipendono dal tipo di Porto che si vuole ottenere.

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Aguardiente, il brandy che viene aggiunto al vino Porto per fermare la fermentazione alcolica. è un generico termine in lingua spagnola usato per indicare i distillati a forte gradazione alcolica (oltre i 40 gradi alcol). Si capisce benissimo che il termine significa “acqua ardente”.

In alcuni paesi del Sud America con questo nome si intende esclusivamente la bevanda ricavata dal distillato del succo della canna da zucchero o della melassa.

L’INVECCHIAMENTO

Nel lontano anno 1756, per disposizione legislativa del Marchese di Pombal che aveva creato la Companhia General da Agricoltura das vinhas do Alto Douro, il Porto prodotto nella Valle del Douro contenuto nelle botti portoghesi (pipas) doveva essere tutto trasportato fino alla città di Vila Nova de Gaia dove, sotto controllo governativo il vino maturava beneficiando del clima oceanico.

Il trasporto avveniva per via d’acqua in barche larghe e basse chiamate barcos, lungo il fiume Douro. Questo tipo di trasporto romantico e tradizionale è stato, naturalmente, sostituito dal trasporto su gomma.

A partire dal 1986 è stato abrogato l’obbligo dell’invecchiamento a Vila Nova de Gaia. Le Quintas, da allora, fanno invecchiare i loro Porto nelle proprie cantine. È per questa ragione che, da quella data, sulle etichette compare il nome della Quinta dove è stato prodotto ed invecchiato il vino.

La denominazione “Porto” divenne una denominazione esclusiva del vino prodotto in Portogallo solo nel 1916. Ora è regolamentata dal Decreto Legge 26.06.1986 N.º 166 con successive modifiche con cui è stato anche nominato l’Ente certificatore che è l’Instituto dos Vinhos do Douro e do Porto.

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I TIPI DI PORTO. Il Porto è un vino particolare perché, oltre ad essere un vino fortificato e perciò appartenente alla categoria dei vini liquorosi, è anche prodotto in diverse versioni che si differenziano per:

� tipo di uva usata (a bacca bianca o rossa o mista di uva bianca e rossa); � provenienza da un’unica vendemmia o da una miscela di vini di varie vendemmie; � per l’invecchiamento in botte o misto botte-bottiglia e con invecchiamento dichiarato.

Proviamo allora a fare un poco di ordine. A. MISCELA DI VINI DI VARIE ANNATE.

1. PORT BRANCO. È prodotto esclusivamente con uve bianche ed invecchia in botti grandi di legno di rovere della capacità di hl 200 ed oltre, ma anche in contenitori di acciaio. È un vino giovane dai sapori fruttati fruttato ed è l'unico Porto che ha una classificazione per grado di dolcezza. Ci sono pertanto Porto bianchi dolci, semi-secchi, secchi (doce, meio-seco, seco).

2. PORT RUBY. È un vino rosso che risulta dalla miscela di vini giovani di varie annate con uve coltivate in zone di minor pregio. Invecchia in grandi botti di legno da uno a tre anni ed ha scarsa ossidazione. Conserva a lungo le caratteristiche iniziali. Il colore è rosso rubino intenso e al naso e in bocca è molto fruttato.

3. PORT TAWNY. È un Porto della stessa famiglia dei Ruby ma ha un invecchiamento di due o tre anni in botti grandi e poi viene trasferito nelle pipas. Qui il contatto con il legno è maggiore e, di conseguenza, l’ossidazione e l’invecchiamento sono più spinti e veloci. Il colore rosso rubino si trasforma in toni granato-ambrati, ma meno intensi che nel Porto Ruby a causa di un tempo minore di macerazione ma anche per l’aggiunta di Porto bianco. I sapori diventano terziari (tostato, frutta secca, miele, cioccolato). In questa tipologia rientrano anche i Port Tawny Invecchiati (Aged Tawny Port) che dichiarano in etichetta il periodo di invecchiamento (Aged 10 Years Tawny Port oppure Aged Tawny Port Year 30 Old). Sono vini molto importanti, di elevata qualità ed apprezzati dagli intenditori, frutto di miscelazione di vini di varie annate ed invecchiati per molti anni: 10, 20, 30 ed anche 40 anni. Essendo un “blend” di vari vini la cifra indicata in etichetta indica l’ invecchiamento medio di tutti i vini utilizzati.

B. VINI DI UNICA VENDEMMIA.

1. COLHEITA. Si tratta di un Porto Tawny Invecchiato prodotto con uve di un’unica vendemmia (colheita) Deve avere un minimo di sette anni di maturazione, ma generalmente viene messo in commercio con molti più anni d’invecchiamento, in alcuni casi anche oltre i cinquanta.

2. LATE BOTTLED VINTAGE (LBV). Questo Porto di unica annata matura in botti di legno per un

periodo da quattro a sei anni. Questa particolare tipologia viene prodotta ogni anno. Affina poi lungamente in bottiglia e difficilmente tende a formare sedimenti perché, prima dell’imbottigliamento, viene filtrato. Il termine vintage indica solitamente un vino prodotto con uve appartenenti alla stessa annata.

3. VINTAGE PORT. Si tratta di un Porto prodotto esclusivamente in annate eccezionali e in

quantità molto limitate. Le uve utilizzate per la vinificazione provengono dalle migliori zone del Douro. Il costo elevato è dovuto a tutti questi fattori. Viene maturato in botte per due anni e poi messo in bottiglia dove avviene la vera evoluzione. Vi rimane per una decina d’anni, ma spesso anche per periodi più lunghi. Invecchiano produce molti sedimenti per cui è consigliabile, prima del consumo, un’attenta decantazione..

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4. SINGLE QUINTA VINTAGE PORT. Appartiene alla categoria dei Vintage Port. Con il termine Quinta (podere, fattoria) si indica che le uve provengono esclusivamente da un solo vigneto o una sola tenuta di particolare pregio. Questo tipo di Porto è piuttosto raro e costoso per l’alta qualità e le limitate quantità messe in commercio.

NOTA. Gli stili di Porto sopra descritti sono quelli più noti ed in uso. Esistono altre tipologie che, sostanzialmente. sono piccole varianti delle sette principali denominazioni e che possono riportare in etichetta denominazioni particolari. Ricordo:

A. Il VINTAGE CHARACTER PORT è un vino che ricorda lo stile dei veri vintage. È prodotto con vini di buona qualità e di annate diverse maturati in botte da quattro a sei anni. Per aumentare la loro complessità, si possono aggiungere anche Porto di annate più vecchie.

B. I TRADITIONAL LATE BOTTLED VINTAGE PORT di qualità superiore prodotti con uve di una stessa annata dichiarata ufficialmente dal produttore come vintage. Maturano quattro anni in botte - due anni in più dei veri vintage e non sono filtrati. Il sedimento in bottiglia è sempre presente.

C. Meno noto è il CRUSTED PORT, dal termine Inglese crust che vuol dire sedimento. È un Porto che si ottiene miscelando vini di varie annate, maturati mediamente quattro anni e imbottigliati non filtrati. L'affinamento in bottiglia produce gli abbondanti sedimenti che sono ricordati nel nome.

D. Un altro stile di Porto di produzione ridotta è il GARRAFEIRA PORT (Garrafa in portoghese significa bottiglia). È un Porto prodotto unicamente con uve di una singola annata eccezionale, esattamente come i vintage. I Garrafeira sono fatti maturare in botte per un periodo breve, quindi sono versati in grandi contenitori di vetro, chiamati bonbonnes, dove rimangono a maturare per decine di anni, generalmente da venti a quaranta. Trascorso questo periodo, il vino è imbottigliato in bottiglie normali e quindi posto in commercio.

ALTRE NOTIZIE

A. LA DOLCEZZA. Per quanto riguarda la dolcezza (residuo zuccherino) il Porto può essere: muito doce, doce, meio-seco, seco, extra seco. La dolcezza del vino è una scelta esclusivamente aziendale e viene regolata dalla quantità e dal momento dell’aggiunta dell’alcol al vino durante la fermentazione. I valori del residuo zuccherino, espressi in grammi/litro sono i seguenti: Extra-seco <40 g/l Seco 40 – 65 g/l Meio-seco 65 - 90 g/l Doce 90 - 130 g/l Muito doce >130 g/l B. IL COLORE

Il colore del Porto può variare tra gli estremi giallo chiaro e mogano scuro e con tonalità intermedie (i termini portoghesi sono i seguenti: alourado claro, alourado, alourado tinto, tinto, retinto ) Il Porto Branco ha tonalità diverse (branco pálido, branco palha e branco dourado) che variano a seconda dalla tecnologia di produzione. Quando invecchiano per molti anni in botte i Porto bianchi acquistano per ossidazione una tonalità biondo scuro molto simile a quella dei Porto rossi invecchiati

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PARTE TERZA

UNA CONSIDERAZIONE PERSONALE.

Prima di passare ai vini degustati durante la serata, voglio esprimere una mia considerazione personale. Quando si scrive di vini e si vuole descrivere le sensazioni organolettiche è evidente che si usa un linguaggio più o meno conosciuto e codificato. Si riesce, però, solo a fare una sterile enunciazione descrittiva di colori, profumi e sapori che mai potranno sostituire il piacere di essere presenti, di guardare il vino, di odorarlo e di gustarlo, magari guidati dal relatore di turno e scambiando qualche parere coi propri vicini di tavolo. La descrizione di un vino può essere utile (forse) leggerla in una delle numerose “guide” che annualmente vengono pubblicate, perché può far conoscere le aziende presenti sul territorio ed i loro vini ed orientare, quindi, qualche scelta. Io non sto scrivendo una guida: faccio solo la cronaca dei nostri incontri, magari approfondendo qua e là qualche argomento che penso valga la pena che sia approfondito. Perciò, da questa relazione in avanti, mi limiterò a dare informazioni sulla azienda produttrice e, caso mai, sui vitigni e sulle tecniche di vinificazione. L’esame organolettico è già stato fatto da tutti i presenti ed è inutile che io lo riporti per coloro che non erano presenti. Come ho già detto, non serve il mio parere. È più utile che i miei colleghi sommelier e i soci dell’Associazione intervengano agli incontri programmati che sono sempre piacevoli momenti di aggregazione ed utili occasioni per migliorare le proprie conoscenze sui vini e sui territori, senza dimenticare la piacevolezza di degustare vini importanti, qualche volta rari, che forse è difficile riuscire a fare per conto proprio.

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LA DEGUSTAZIONE.

PORTO BRANCO MEIO-SECO 19,5% Alc/Vol – QUINTA DAS HEREDIAS

Porto Bianco prodotto con uve bianche tradizionali e Malvasia Fina. Fermentazione con macerazione sulle parti solide e aggiunta di acquavite in modo da ottenere una concentrazioni di zuccheri residui, pari a 77 g/l, inferiori agli altri vini Porto. L’affinamento viene fatto in botti di quercia e di castagno Gli imbottigliamenti sono fatti in funzione delle richieste del mercato Deve essere servito fresco a circa 12° come aperitivo, o accompagnandolo con foie gras o con torte di frutta, in particolare di albicocche.

La QUINTA DA HEREDIAS (27 ettari di vigneto) è situata nella Valle del Douro sulla colline che costeggiano il fiume Tàvora ad una altitudine media di 300 m/slm.. Appartengono all’azienda vinicola anche la Quinta do Convento (41 ha), la Quinta do Calcado (6 ha) e la Quinta do espino (12 ha). Le vigne sono antiche (qualcuna anche centenaria) e di moltissime varietà tutte raccomandate dall’Instituto do Vinho do Porto. Sono sistemate a pàlamares con i vecchi muri di sostegno in materiale scistoso e sono tutte lavorate a mano.

PORTO RUBY SPECIAL RESERVE 19,5% Alc/Vol – QUINTA DAS HEREDIAS Il Porto Ruby che abbiamo in degustazione è prodotto con uve provenienti da vigneti con varietà vecchie e tradizionali e da vigneti recenti. I grappoli vengono diraspati ed il mosto fermenta in tini con frequenti rimontaggi. L’aggiunta di acquavite si fa dopo 3 giorni. L’affinamento viene fatto nella cantina dell’Azienda parte in botti di quercia e castagno per far acquistare complessità e parte in tini di acciaio per preservare la freschezza ed il frutto. Il vino è una cuvée di vini cha hanno 4/5 anni

d’invecchiamento Il residuo zuccherino è pari a 93 g/l. Gli imbottigliamenti sono fatti in funzione delle richieste del mercato

PORTO LATE BOTTLED VINTAGE VENDEMMIA 1998 19,5% Alc/Vol – QUINTA DO NOVAL Il Porto in degustazione, della vendemmia 1998, è nello stile LBV e non è stato filtrato al momento dell’imbottigliamento avvenuto nel 2004. Proviene dai vigneti dall’Azienda QUINTA DO NOVAL situata a Pinhão nel cuore della regione Cima Corgo nella Valle del Douro. La proprietà si estende su 70 ettari vitati a terrazze in collina dai 100 ai 350 metri slm. Il nome Quinta do Noval compare la prima volta nel cadastro del 1715. Fu da sempre sede di feste e balli della nobiltà di allora. Sono rimaste nella storia le partecipazioni delle ballerine delle Folies Bergères. L’Azienda nel 1880 fu

devastata, come tutti i vigneti del Portogallo, dalla fillossera. Cambiò alcuni proprietari, le terrazze ed i vigneti furono rinnovati acquistando fama soprattutto in Inghilterra e negli Stati Uniti dove, con

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la vendemmia del 1931, il Porto della Quinta do Noval veniva considerato il più sensazionale ( ed anche il più caro) Porto sul mercato. L’Azienda introdusse anche il concetto dei Tawny vecchi con l’indicazione dell’età (10, 20, 30, 40 anni d’età) e nel 1958 fu la prima Casa a introdurre la denominazione LBV (Late Bottled Vintage).

Una curiosità poco piacevole. Nell’autunno del 1981 in incendio catastrofico distrusse, a Vila Nova de Gaia, il magazzino della Noval, tutte le attrezzature per l’imbottigliamento e gli uffici, un stock di 350.000 litri di Porto, 20.000 bottiglie del millesimo 1978, oltre a due secoli di documentazioni storiche d’archivio. Il proprietario di allora Luiz Vasconselos Porto abbandonò l’impresa lasciandola ai pronipoti Cristiano di 23 anni e Teresa Van Zeller di 22. Essi l’anno dopo dell’incendio rilanciarono l’azienda vinicola facendo ricostruire un nuovo magazzino, sempre a Vila Nova de Gaia.

Nel 1986 il governo portoghese abrogò la legge che obbligava i produttori a far maturare tutti i loro vini a Vila Nova sotto in controllo governativo. La Noval fu la prima Maison ad approfittare di questa nuova possibilità e nel 1989 trasferì tutto presso la sede storica nella Valle del Douro. Nel maggio del 1993 la famiglia Van Zeller vendette tutto (145 ettari, le giacenze e il metodo di produzione alla Società AXA, un gruppo assicurativo fra i più importanti del mondo.

Noval ora fa parte di AXA Millésimes un gruppo a cui appartengono anche molti Château nel bordolese francese e altre proprietà in Ungheria nella zona del Tokaj Oggi la Quinta do Noval è considerata una delle più importanti e rinomate aziende produttrici di vino Porto.

PORTO VINTAGE VENDEMMIA 1995 20,5% Alc/Vol – QUINTA DO NOVAL

Trattandosi un Porto Vintage significa che la vendemmia 1995 è stata molto positiva e la Quinta do Noval non ha mancato di imbottigliare ed invecchiare questo Porto, come previsto dalle regole. Esprimere apprezzamento ed ammirazione ad un vino così intenso di colore, di profumi e di sapori e quasi d’obbligo.

TAWNY PORT AGED 10 YEARS 20 % Alc/Vol – DOW’S

Il Porto in degustazione appartiene alla linea dei Tawny a invecchiamento dichiarato. In questo caso trattasi di un invecchiamento medio di 10 anni. Proviene da vigneti di pregio e da uve attentamente selezionate. Matura in vecchie botti di quercia della capacità di 534 litri. Lo stile di questo Porto deriva dall’attento dosaggio delle varie annate deciso dai maestri di cantina il cui intento è di ottenere un vino di importante struttura e longevo, ma nello stesso tempo ricco di profumi e di sapori fruttati.

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L’attuale Azienda DOW’S PORT della famiglia Symington con sede ad Oporto in Portogallo, fu fondata nell’anno 1798 da un commerciante portoghese di nome Bruno da Silva che trasportava e vendeva i vini del Douro da Oporto a Londra. Si associò con Fredrick William Cosens creando la società Silva and Coses. All’inizio del XVIII° secolo, durante la guerra fra L’Inghilterra, alleata del Portogallo, contro la Francia, il vino veniva trasportato con una nave armata di nove cannoni. Nel 1877 entrarono nella società George A.Warre e James Ramsey Dow e il nome DOW divenne il marchio di fabbrica. Warre e Dow ebbero un ruolo fondamentale nel reimpiantare i vigneti dopo la distruzione causata dalla fillossera.

I vigneti sono, naturalmente, tutti nella zona della Valle del Douro e fanno parte della Quinta do Bomfin, della Quinta da Senhora da Ribeira, della Quinta do Santino e della Quinta do Sol

QUINTA DO BOMFIN

QUINTA DA SENHORA DA RIBEIRA

A.J. Symington ("A.J.S"), uno scozzese arrivato in Portogallo nel 1882, subentrò nella proprietà nel 1912. Attualmente l’Azienda Dow’s appartiene al 100% a 7 membri della quinta generazione della famiglia Symington.

AGED TAWNY PORT AGED YEAR 30 OLD 20 % Alc/Vol – DOW’S

Prodotto esclusivamente con uve classificate “A” dei vigneti delle Quinta do Bomfim and Quinta da Senhora da Ribeira. Il vino ha maturato nelle pipas di rovere antico finchè ha raggiunto la sua maturità. Ne risulta un assemblaggio equilibrato fra la delicatezza, l’eleganza e la struttura.

COLHEITA 1986 TAWNY PORT 20,5 % Alc/Vol – QUINTA DO NOVAL

Terminiamo gli assaggi con un vino di eccellenza della Quinta do Noval. La vendemmia 1986, le uve particolarmente selezionate i lunghi anni di invecchiamento nelle botti di rovere, la sapienza dei maestri cantinieri hanno prodotto un Porto di grande densità e ricchezza gustativa. È un vino da gustare con calma, da soli o con amici, perché è un vino del quale si può parlare a lungo e che rimane nella memoria.

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PARTE QUARTA LA STORIA

Noi siamo sommelier ed è giusto che si parli del vino come bevanda, come amico di ore piacevoli, come indispensabile ingrediente della cucina e della tavola, come gratificazione in momenti piacevoli e spiacevoli della nostra vita. Ma il vino è anche cultura in quanto la coltivazione della vite e la produzione del vino ha attraversato la vita dell’uomo durante i secoli ed a tutte le latitudini. Mariano Francesconi, relatore di questa piacevole ed interessante serata, ne è convinto al punto tale che sempre, quando parla dei vini di qualche nazione vinicola, non manca mai di accennare agli avvenimenti storici che hanno interessato quel vino e quel territorio. Io sono completamente d’accordo con questa impostazione e, perciò, non posso terminare questo lavoro senza aver raccontato come la STORIA abbia influenzato la Valle del Douro, la città di Oporto ed il vino principe che vi si produce: il PORTO.

Il vino Porto ha reso celebre la zona dove si produce – la Valle del fiume Douro – e la città di Oporto da dove il vino partiva per raggiungere i consumatori in particolare quelli inglesi. La storia e la fortuna del Porto sono, infatti, legate ai mercanti inglesi. Ne è prova il fatto che ancora oggi molte celebri marche portano nomi inglesi. Nel 1678 l’Inghilterra, in guerra con la Francia, decise di porre l’embargo sui prodotti francesi, fra cui anche i vini, che diventarono così illegali e comunque molto cari. Gli Inglesi cercarono altrove: si rivolsero al Portogallo con il quale intrattenevano già rapporti commerciali per la pesca ed il vino. Conoscevano il il Vinho Verde che si produceva nella parte costiera e settentrionale del Portogallo. Ma non era un vino che potesse sostituire i prestigiosi vini francesi anche perché gli Inglesi amavano soprattutto i vini rossi e robusti. Si spinsero allora all’interno risalendo il fiume Douro e scoprendo i meravigliosi vigneti di quella zona. I vini che vi si producevano erano slegati, poco piacevoli e poco curati. I vini venivano trasportati in otri di pelle di capra, le vasche di pigiatura e le attrezzature di cantina erano sporche. I vini dei monasteri erano, al contrario un poco più curati ed accettabili sotto l’aspetto della pulizia e dell’igiene. A questo punto, più che la storia subentra la leggenda. Si racconta che due mercanti inglesi alla ricerca di vini da esportare nel loro paese, furono ospitati nel Monastero di una cittadina sul Duero chiamata Lamego. Qui fu loro offerto un vino rosso dolce, ricco e morbido che apprezzarono tantissimo. Dopo varie insistenze seppero che i monaci aggiungevano al mosto in fermentazione una percentuale di acquavite che fermava la fermentazione mantenendo nei vini la dolcezza naturale. Anche se non lo sapevano ancora, era quello l’embrione del vino Porto che tanto successo avrebbe riscontrato nei consumatori inglesi prima e in quelli di tutto il mondo poi. Si dice anche che furono i mercanti ad aggiungere l’alcol nelle botti per preservare il vino nuovo durante i lunghi tempi di trasporto dal Portogallo all’Inghilterra trasformandolo così in un vino dolce e liquoroso. Alcuni altri raccontano che nel 1820 ci fu una vendemmia eccezionale che dette un vino concentrato, dolce naturale, morbido che piacque tantissimo. L’anno dopo la vendemmia fu di molto inferiore per qualità: i mercanti, per non perdere il favore del mercato, decisero di far aggiungere l’acquavite al mosto allo scopo di fermare la fermentazione e mantenere nel vino una percentuale zuccherina ed ottenere così un vino morbido ed alcolico. L’espediente ebbe successo e da allora in poi la tecnica fu migliorata sempre più allargando la gamma dei vini di Oporto. Il Porto divenne uno dei vini sempre presenti sulla tavola dei Reali d’Inghilterra e per gli Inglesi divenne il vino nazionale. Ma torniamo alla storia. La Guerra di successione spagnola che coinvolse tutte le Case regnanti d’Europa dal 1700 al 1714 ebbe come effetto collaterale di interrompere del tutto i rapporti commerciali inglesi con la Francia favorendo in modo grandioso quelli con il Portogallo.

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Nel dicembre dell’anno 1703 l’Inghilterra firmò con il Portogallo il Trattato di Methwen (dal nome del diplomatico inglese che lo firmò: John Methwen) che stabiliva privilegi per l’esportazione dei vini portoghesi in Inghilterra. Per il vino portoghese, molto richiesto, fu una mezza catastrofe. Si sviluppò una produzione incontrollata dei vini: vini secchi venivano zuccherati, oppure addizionati con succhi di ribes e mirtillo, oppure prodotti in zone poco adatte. Fu uno scandalo che ebbe come conseguenza la caduta della richiesta e, quindi delle vendite.

Nel 1756 intervenne finalmente il ministro plenipotenziario di allora, il Marchese di Pombal, che emanò una legge di tutela delle zone e del vino del Duero. Sebastião José De Carvalho e Melo (Lisbona 1699-Pombal 1782) venne nominato dall’Imperatore Giuseppe I° del Portogallo ministro della Guerra e degli Esteri e poi, nel 1755 dopo il devastante terremoto che distrusse Lisbona, Primo Ministro con pieni poteri. La casa regnante era senza prestigio, la corruzione dilagava, la burocrazia inefficiente, la produzione agricola e

industriale quasi ferma. Egli riorganizzò lo Stato, ridusse i privilegi della nobiltà, rilanciò l’industria e l’agricoltura, espulse i Gesuiti dal regno, riformò la scuola. Il re lo nominò Marchese di Pombal a riconoscimento del suoi meriti di statista. Quando nel 1757 salì al trono Maria I del Portogallo, pressata dal clero e dai nobili, lo processò e lo fece confinare nella sua città.

Per quanto riguarda il Porto creò la Companhia General da Agricultura das Vinhas do Alto Douro che definì i confini entro cui le uve per il cosiddetto vino Porto potevano essere coltivate e codificò anche il disciplinare di produzione. I vigneti che non rientravano in quella zona furono estirpati per evitare frodi. La regione del Douro fu la prima regione delimitata e regolamentata del mondo.

Nel 1946 fu stilata la prima classificazione piramidale dei vini nazionali portoghesi. Nel 1986 il Portogallo entrato nella CEE introdusse le Denominaçao de Origem Controlada e le Indicaçao de Proveniencia Regulamentada.

Attualmente è attivo l’Instituto dos Vinhos do Douro e Porto con compiti di tutela e di controllo per le denominazione “Porto” e “Douro” istituito con Decreti 277/2003 e 278/2003. Su tutte le bottiglie di Porto viene applicata la fascetta di garanzia.

CONCLUSIONE.

La conclusione è solo un ringraziamento alla Delegazione delle Valli di Fiemme e Fassa nella Persona di Roberto Anesi, che ha organizzato l’interessante, gradevole ed istruttiva serata ed un plauso al relatore-Presidente Mariano Francesconi chiaro, esauriente ed esperto relatore.

RENATO FILIPPI SOMMELIER A.I.S. Rovereto, 20 novembre 2006 E-mail: [email protected]