Vino Santo

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Trentino D.O.C. Vino Santo La magia dei vini del Trentino

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Trentino D.O.C. Vino Santo

La magia dei vini del Trentino

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Trentino D.O.C. Vino Santo Una storia nobile e antica quella del Trentino D.O.C. Vino Santo, da ascoltare attentamente se si vogliono cogliere le sensazioni e gli umori che essa ha da offrire. Nessun altro vino richiede così tanto lavoro e attenzione, e poi ancora pazienza e perseveranza nel domandare ad un semplice grappolo d’uva di generare un vero e proprio nettare degli Dei. Raccolta ad ottobre, torchiata durante la Settimana Santa dell’anno successivo, da cui il vino prende il nome. L’uva miracolosa di cui stiamo parlando è la Nosiola, un vitigno autoctono davvero unico, in grado di produrre due tipi di vini completamente differenti tra loro, il Trentino D.O.C. Nosiola, appunto, e l’incantevole Vino Santo.

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Zona di produzione Un vino raro e prezioso, “passito dei passiti”, il Vino Santo ha una localizzazione geografica precisa, che non ammette fraintendimenti. La Valle dei Laghi, lì dove l’Ora, il vento del Garda, soffia e accarezza i filari delle viti, omaggiandoli di benefici influssi. Dove le vigne si estendono accanto agli olivi e, come vecchi amici, si scambiano consigli e raccomandazioni.Ma la Valle dei Laghi è fatta pure di persone, un’intera comunità di vignaioli pazienti e laboriosi. Non c’è una casa qui in cui non sia possibile ascoltare una storia, un ricordo o un aneddoto legato all’antica tradizione del Vino Santo.

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STORIA E NATURASi possono fare diverse congetture sulle origini del Vino Santo, ma una cosa è certa. È la Valle dei Laghi intera, la sua gente, i contadini, sono loro i depositari di una tradizione che ha lasciato un segno nella memoria collettiva. Un vino tanto particolare come il Vino Santo non poteva che nascere in una Valle unica che offre un paesaggio davvero spettacolare e un clima mite, grazie alle acque del Garda.

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STORIA E NATURA

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“Vini confacevoli e salubri” La presenza di un vino dolce in Trentino è testimoniata fin da tempi molto antichi. Pare che perfino i primi colonizzatori della regione – Etru-schi e Celti – conoscessero e apprezzassero un vino molto dolce che usavano nelle cerimonie sacre. Ma fu Miche-langelo Mariani, il cronista dei vini del Concilio di Trento, a circoscrivere la zona di produzione, scrivendo di “vini confacevoli e salubri i bianchi di Calavino” e ancora “vini rari che hanno dell’aromatico quelli di Toblino”. Infine, pare che già nel 1822 i ricchi conti di Wolkenstein producessero Vino Santo nelle cantine di Castel Toblino.

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Il Vino Santo è di tutti Tuttavia la storia del Vino Santo non può essere assegnata a questo o a quell’altro produttore, accreditata ad una testimo-nianza piuttosto che ad un’altra. E il motivo è molto semplice. Nella Valle dei Laghi il Trentino D.O.C. Vino Santo è un vino di tutti, perché non c’è una sola famiglia che non abbia dato il proprio contributo. In ogni casa c’è un cimelio, un’antica bottiglia, una vecchia etichetta, un segno della memoria e della tradizione legata a questo vino così particolare.

Solo per ospiti di riguardo Un vino prezioso e raro. Soprattutto prezioso, se pensiamo che già all’inizio del Novecento una bottiglia di Vino Santo arrivava a co-stare sei-sette volte una bottiglia normale. È per questo che prima di ipotizzarne un commercio, con tutta probabilità, i conta-dini della Valle ne producevano piccolissi-me quantità solo per l’uso personale, per tenere in casa una bottiglia di vino specia-le da offrire ad un ospite di riguardo.

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Il merito è dell’Ora Si fa fatica a credere che la stessa piccola provincia annoveri nel proprio territorio i ghiacciai dell’Adamello e della Marmolada e una zona dal clima mite, tipicamente submediterraneo, come la Valle dei La-ghi. Il Trentino è uno scrigno che nasconde molti tesori, variegati e di diverso valore. Uno di questi è l’amena valle bagnata dal fiume Sarca dove nasce il Vino Santo. Il profu-mo che dolcemente si alza dai vigneti di Nosiola viene tra-sportato dall’Ora, la brezza proveniente dal Lago di Garda che costantemente rinfresca l’aria, la muove e la mantiene asciutta. È proprio quel leggero vento magico che permet-te di posticipare la raccolta dei grappoli composti da pic-coli acini bianchi, così che possano lentamente appassire attaccati dalla “muffa nobile”.

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Nove piccoli laghi Un vino tanto particolare come il Trentino D.O.C. Vino Santo non poteva che nascere in una Valle unica che offre un paesaggio dav-vero spettacolare. La Valle dei Laghi è così chiamata perché nello spazio di soli venti chilometri conta ben nove pic-coli specchi lacustri. Geologicamente, poi, è detta “Valle monumentale” per la presenza di diverse formazioni come le “Marmitte dei Giganti” o imponenti frane come le Maroche di Dro e Pie-tramurata. E poi boschi di pini, abeti, faggi e, magia delle magie, olivi. Oltre alle vigne, naturalmente.

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Vendemmia ad ottobre, torchiatura durante la Settimana Santa, poi ben altri tre anni in botti di rovere. La cura che richiede la produzione del Vino Santo non ha eguali nella vitivinicoltura trentina. Nessun altro vino al mondo rimane in appassimento naturale tanto a lungo. Dicono che il Vino Santo si chiami così per via del periodo di torchiatura. Oppure perché per produrlo occorre la “pazienza di un Santo”.

LAVORO E CANTINA

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LAVORO E CANTINA

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Delicatissima Nosiola I contadini della Valle dei Laghi sono gli ultimi a muoversi. Solo nelle prime settimane di ottobre possono procedere final-mente alla vendemmia. Ma devono muoversi con cautela, perché la scelta delle uve è meticolosa e attenta. Per ottenere il Trentino D.O.C. Vino Santo, infatti, è buona regola preferire solo quei grappoli con pochi acini, distanti tra loro. La delicatissima e matura Nosiola, altamente zuccherina, viene selezionata e controllata grappolo per grappolo dalle esperte mani del vi-gnaiolo che, con estrema cura, distende quanto raccolto nelle cassette di appassimento, facendo particolare attenzione che tutti gli acini siano inte-gri. Ciò detto, non è difficile afferrare le ragioni per cui questo vino sia tanto prezioso, delicato e raro.

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Con la “pazienza di un Santo” Straordinari grappoli di Nosiola, ap-pena vendemmiati, e ora adagiati pa-zientemente sulle arèle, i graticci di rete metallica, sui quali appassiranno ulteriormente e riposeranno fino alla torchiatura che per tradizione si fa coin-cidere con la Settimana Santa. È per questo che il Vino Santo si chiama così. Ma forse pure perché la sua produzione richiede la “pazienza di un Santo”, se consideriamo che una volta torchiato, il vino riposerà per altri tre anni in piccole botti di rovere. Solo successivamente sarà pronto per la bottiglia.

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La memoria di una civiltà Il segreto di una produzio-ne di qualità sta spesso nel coniugare nella giusta misura tradizione ed innovazione. Mettere a frutto nel presente, alla luce delle preziose scoperte della ricerca vitivinicola ed enologica, gli insegnamenti ed il carattere caparbio che sono stati tramandati per generazioni. Ma non si quantifi-ca solo in termini di economicità il lavoro di un contadino, perché prendendosi cura della propria vigna ecco che egli diventa simbolicamente anche tutore del territorio, della sua conservazione, della memoria di una civiltà.

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Le mani, l’unica macchina Amore per la propria terra e rispetto della tradizione: ecco quali sono gli elementi che sosten-gono il vignaiolo nell’arte del suo lavoro. Da sempre, in Trentino la vendemmia viene praticata a mano, con pazienza e spirito di sacrificio. Sarebbe impensabile infatti qualsiasi altro tipo di lavorazione in un territorio sovente impervio e colmo di asperità.

Cantine, volto di una storia In pochi altri luoghi come in Trentino visitare una cantina vuol dire compiere un viaggio culturale nel passato o compiere un’ardita spedizione nel nostro futuro prossimo. Castelli, antichi palazzi, preziosi masi ristrutturati accanto a strutture modernissime e all’avanguar-dia: si può dire che da queste parti la scelta dei luoghi da adibire a cantina non è casuale, ma ha una logica precisa. Quella di dare un volto alla Storia e alla tradizione di un popolo lì dove l’arte, quella vitivinicola, si esercita con lo stesso spirito di un secolo fa e, parallelamente, proiettare il tutto nel futuro.

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Passeggiare tra i masi e le cantine non è solamente il girovagare di un curioso, ma un’esperienza gratificante e colma di umanità, come solo un viaggio culturale può essere. Incontrare i cantinieri, gl’illuminati produttori, parlare del loro vino, degustarlo e scoprire così tutto un mondo nello spazio stretto di un bicchiere. E poi correre a far festa in piazza, per condividere con tutti il piacere di una tradizione che si rinnova.

CONVIVIOE CULTURA

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CONVIVIOE CULTURA

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Vino da tutelare Se non opportunamente tutelato e va-lorizzato, probabilmente la produzione di Trentino D.O.C. Vino Santo rischierebbe l’estinzione. Troppe le difficoltà, spesso eccessivi ed antieconomici i costi da sostenere, poche le bottiglie prodotte. Per questo nel 2002 i vignaioli della Valle dei Laghi hanno dato vita all’Associazione Vi-gnaioli del Vino Santo Trentino che ha messo un po’ i pa-letti agli schemi produttivi. Le uve devono essere Trentino D.O.C. Nosiola e devono provenire da terreni particolar-mente vocati, presso aziende associate all’interno dei co-muni di Vezzano, Padergnone, Calavino, Lasino, Cavedine nella Valle dei Laghi.Il Trentino D.O.C. Vino Santo è anche un Presidio dell’As-sociazione Slow Food, che intende valorizzare al contem-po la qualità, il rispetto dell’ambiente e il piacere del con-sumatore.

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Mostre e “cerimonie” A conferma del fatto che i riti della vendemmia e del vino sono sempre occasioni di incontro e di condivisione, il primo giorno della Settimana Santa in Valle dei Laghi si può assistere alla imper-dibile cerimonia della spremitura. Un evento solenne e festoso allo stesso tempo che celebra pubblicamente una delle fasi cruciali della produzione del Vino Santo. Due le mostre legate alla Nosiola e al Vino Santo: la prima si chiama “Dulcenda – Rassegna Internazionale del bere dolce”. La se-conda è la “Mostra della Nosiola e del Vino Santo”, ambedue si tengono nelle suggestive sale di Castel Toblino. Una citazione, infine, per “Stravino, Stravinario Trentino”, una vera e propria full immersion estiva nel mondo del vino trentino.

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Bere il territorio La straordinaria natura di questa terra si riflette nella quantità e, soprattutto, nella qualità dei suoi vini. Secchi, frizzanti, corposi, sanguigni, amabili: tutte caratteristiche che provengono dall’unicità di que-sta provincia, dalla sua molteplice conformazione fisica e climatica. Una calligrafia gustativa, un carattere impossibile da confondere quello di questi vini. Sin da quando i mosti si tuffano nei tini, si fanno nettare e, infine, si mostrano al mondo dietro a delicati vetri, pronti ad essere degustati. Sgor-gano, alfine, donando al bevitore una sarabanda di sensazioni, profumi, immagini che sono quelle della terra trentina.

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L’ospite è il benvenuto Madre Natura ha plasmato il Trentino assegnandogli una curiosa forma, come di farfalla o aquila che vanitosamente dispiega due ali divise dalla valle dell’Adige. Terra incontaminata, non toccata ancor dallo sfrenato e avvi-lente turismo di massa, tanto che ancora oggi chiama “ospiti” coloro che decido-no di visitarla. E qual è il gesto simbolico che meglio incarna l’ospitalità? Offrire un bicchiere di ottimo vino trentino, natural-mente.

La cultura è in tavola Una cultura, quella del bere sano, che è tutt’uno con la storia della terra trentina. Sono centinaia i riti, le consuetudini e le usanze popolari trentine che contemplano la presenza di un buon bicchiere di vino, segno che questo prodotto della terra è da sempre un tutt’uno con la tradizione del luogo che lo produce. Segni antichi avvolti in un alone di mistica semplicità che conservano ancora oggi immutato il loro fascino e che è possibile ritrovare a tavola.

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Trentino D.O.C. Vino SantoIstruzioni per l’uso

Nel bicchiere, il Vino Santo presenta riflessi seducenti in un colore ambrato o dorato, mostrandosi nella sua limitata fluidità come di sciroppo. Come descriverne le caratteristiche quando avviciniamo il naso al bicchie-re? Sensazioni diverse a seconda dell’annata e del produttore, certo, si può passare dal tiglio all’acacia, frutta esotica, pesche sciroppate, nocciole tostate.Al palato colpisce subito la straordinaria armonia e la sensazione di dolcez-za vellutata che si amplifica in quegli aromi fruttati già intuiti all’olfatto.

Se si dovesse dare un nome ad un bere raffinato dell’ospitalità e dell’ami-cizia, beh, non ci sarebbero dubbi: Vino Santo. Perché gli amici non hanno orari di visita e per la degustazione di questo vino ogni ora del giorno può essere quella buona.

Vino che per la sua struttura, sa accompagnare al meglio i particolarissimi formaggi erborinati; dal Gorgonzola al Roquefort, dal Blue Stilton al Cavras, tanto per citare i più famosi. Ma non solo formaggi, anche il foie gras risulta un interessante abbinamento per il nostro Trentino D.O.C. Vino Santo. Ma non dimentichiamoci del buon bicchiere da centellinare alla fine di un pasto, con un dolce tipico trentino, uno zelten o una torta di fregoloti. Op-pure semplicemente quando si è da soli, e i pensieri si fanno più vivi del solito. Non per niente il Vino Santo ha fama di essere il più grande vino da meditazione italiano.

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Cantina ToblinoVia Longa, 1 38070 SarcheTel 0461 564168 Fax 0461 [email protected]

Cavit SrlVia del Ponte, 31 38040 RavinaTel 0461 381711 Fax 0461 [email protected]

Pedrotti Gino Az. Agr.Fraz. Lago di Cavedine - Via Cavedine 38070 CavedineTel 0461 564123 Fax 0461 [email protected]

Pisoni Az. Agr.Fraz. Pergolese - Via San Siro, 7/B 38070 PergoleseTel 0461 563216 Fax 0461 [email protected]

Poli Francesco Az. Agr.Fraz. S. Massenza, 3 638070 S. MassenzaTel 0461 864102 Fax 0461 [email protected]

Poli Giovanni Az. Agr.Fraz. S. Massenza, 37 38070 S. MassenzaTel 0461 864119 Fax 0461 [email protected]

Pravis Az. Agr.Loc. Bioche di Castel Madruzzo 38076 LasinoTel 0461 564305 Fax 0461 [email protected]

PRODUTTORI

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Questa pubblicazione è stata edita da Trentino S.p.A. nel mese di marzo 2007Testi: Pino LoperfidoCoordinamento editoriale: Progetto Vino Trentino S.p.A.Foto: Fotoarchivio Trentino S.p.A., Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Trento, Getty Images, Carlo Baroni, Giovanni Cavulli, Giorgio Deflorian, Flavio Faganello, Romano Magrone, Patrizia Pizzini, Gianni ZottaGrafica: Designfabrik, RoveretoStampa: Nuove Arti Grafiche, Trento

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TRENTINO S.p.A. SOCIETà DI mARkETINg TERRITORIALE VIA ROmAgNOSI 11 38100 TRENTOINfO: TEL. 0461 219500 fAx 0461 219406www.TRENTINO.TO [email protected] [email protected]