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Nyelvészet 1. tétel Il verbo, sottocategorizzazione, valenza Suddivisione interna delle singole parti del discorso All’interno della categoria nome si devono distinguere varie specie di nomi, all’interno della categoria verbo varie specie di verbi, e operando un procedimento che viene definito sottocategorizzazione. Le varie sottocategorie di nomi: nomi propri (Gianni), nomi comuni (uomo), nomi concreti (libro), nomi astratti (veritá), nomi di massa (acqua, vino), nomi numerabili (libro, cane). queste due ultime sottocategorizzazioni si incrociano l’una con l’altra:possiamo avere nomi concreti e numerabili (libro), nomi astratti e numerabili (opinione), nomi concreti e di massa (acqua), nomi astratti e di massa (pazienza). una delle caratteristiche piú salienti della sottocategorizzazione delle parti del discorsi: i songoli nomi non appartengono ad una sola sottocategoria, ma a piú sottocategorie contemporaneamente. Tra i verbi possiamo distinguere gli stativi (sapere), dai non-stativi (guardare): i primi si differenziano dai secondi per il fatto di non ammettere la perifrasi con stare e il gerundio: *Giovanni sta sapendo la risposta Giovanni sta elaborando la risposta Le sottocategorizzazioni di verbi e di nomi sono compiute in base alle caratteristiche intrinseche dei vari nomi e dei vari verbi; le diversie parti del discorso possono essere sottocategorizzate secondo le varie classi o sottoclassi di parole con cui possono combinarsi. Questi tratti contestuali sono di 2 tipi: 1. specifica quali e quante sono le categorie che cooccorrono con determinati verbi, determinati nomi 2. specifica i tratti intrinseci di queste categorie Chiariamo con l’esempio di temere deve essere accompagnato da 2 nomi o da 2 gruppi nominali: Gianni teme la guerra / *Gianni teme Temere esemplifica il primo dei 2 tipi di tratti contestuali, quello definito valenza verbale; il ruolo del secondo tipo di tratti contestuali, definiti tratti di selezione: Gianni teme la guerra / La guerra teme Gianni seleziona un soggetto animato Il fenomeno della valenza e quello della selezione, pu essendo entrami relativi ai tratti contestuali di una determinata parola.

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Il verbo, sottocategorizzazione, valenza

Suddivisione interna delle singole parti del discorso

All’interno della categoria nome si devono distinguere varie specie di nomi, all’interno della

categoria verbo varie specie di verbi, e operando un procedimento che viene definito

sottocategorizzazione.

Le varie sottocategorie di nomi: nomi propri (Gianni), nomi comuni (uomo), nomi concreti

(libro), nomi astratti (veritá), nomi di massa (acqua, vino), nomi numerabili (libro, cane).

queste due ultime sottocategorizzazioni si incrociano l’una con l’altra:possiamo avere nomi

concreti e numerabili (libro), nomi astratti e numerabili (opinione), nomi concreti e di massa

(acqua), nomi astratti e di massa (pazienza). una delle caratteristiche piú salienti della

sottocategorizzazione delle parti del discorsi: i songoli nomi non appartengono ad una sola

sottocategoria, ma a piú sottocategorie contemporaneamente.

Tra i verbi possiamo distinguere gli stativi (sapere), dai non-stativi (guardare): i primi si

differenziano dai secondi per il fatto di non ammettere la perifrasi con stare e il gerundio:

*Giovanni sta sapendo la risposta

Giovanni sta elaborando la risposta

Le sottocategorizzazioni di verbi e di nomi sono compiute in base alle caratteristiche

intrinseche dei vari nomi e dei vari verbi; le diversie parti del discorso possono essere

sottocategorizzate secondo le varie classi o sottoclassi di parole con cui possono combinarsi.

Questi tratti contestuali sono di 2 tipi:

1. specifica quali e quante sono le categorie che cooccorrono con determinati verbi,

determinati nomi

2. specifica i tratti intrinseci di queste categorie

Chiariamo con l’esempio di temere deve essere accompagnato da 2 nomi o da 2 gruppi

nominali: Gianni teme la guerra / *Gianni teme

Temere esemplifica il primo dei 2 tipi di tratti contestuali, quello definito valenza verbale; il

ruolo del secondo tipo di tratti contestuali, definiti tratti di selezione: Gianni teme la guerra /

La guerra teme Gianni seleziona un soggetto animato

Il fenomeno della valenza e quello della selezione, pu essendo entrami relativi ai tratti

contestuali di una determinata parola.

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Le proprietá di selezione e quelli di valenza si collocano su 2 piani diversi: le prime

riguardano un livello intermedio tra la sintassi e la semantica, le seconde appaiono di tipo

sintattico.

Il concetto di valenza, argomenti e circostanziali

Per avere una frase ben formata, con un verbo come temere é necessario che esso sia

accompagnato da 2 gruppi nominali. Gli elementi ű, quelli che obbligatoriamente devono

ricorrere insieme ad esso, sono definiti attanti, nella frase possono apparire assieme al verbo

anche altri elementi, facoltativi, chiamati circostanti. Gli elementi attanti sono definiti in

diversi lavori, come elementi nucleari, o argomenti.

Gli argomenti sono le entitá che soddosfano la relazione a n posti espressa da un verbo; i

circostanziali specificano un aspetto di questa relazione:

Gianni ha incontrato Maria la settimana scorsa Gianni e Maria sono gli argomenti, la

settimana scorsa é il circostanziale.

La frase rimane perfettamente grammaticale anche omettendo le parole la settimana scorsa,

ma l’omissione di Maria genera agrammaticalitá:

Gianni ha incontrato Maria / * Gianni ha incontrato la settimana scorsa.

Gli argomenti sono obbligatori, a differenza dei circostanziali.

Questo criteri sembra contradetto dal fenomeni dei verbi transitivi che possono essere usati

intransitivamente:

Gianni beve un bicchiere di vino / Gianni beve

La frase é grammaticale, anche se bere non é seguito dal complemento oggetto. Questo tipo di

verbi ammette 2 costruzioni, l’una con 2 argomenti, e l’altra con 1 argomento solo.

Ma non tutti i verbi transitivi ammettono anche la costruzione senza oggetto. Verbi come

ammirare, arrestare sono transitivi. L’oggetto puó mancare solo ne casi in cui é recuperabile

in base al contesto. É grammaticale solo se enunciata dopo una frase come: Hai ammirato le

bellezze di Roma?, ma non lo é se enunciata in isolamento (*Sí, ho ammirato), e appare

preferibile in cui l’oggetto érealizzato tramite il pronome le: Sí, le ho ammirate.

Un altro criteri per la distinzione tra argomenti e circostanziali: co un determinato verbo gli

argomenti devono essere caratterizzati da determinati tratti di selezione ed appartenere a

determinare categorie, mentre la scelta degli elementi circostanziali é libera. I due verbi

interrogare e domandare condividino la restrizioni di selezione: Il giudice ha interrogati il

testimone / Il giudice ha domandato al testimone chi era entrato in casa

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Gli argomenti di interrogare e domandare sono diversi: interrogare richiede 2 gruppi

nominali, mentre domandare richiede un gruppo nominale un gruppo preposizionale e una

frase. La scelta degli elementi circostanziali non devono prossedere né determinanti tratti di

selezione né appartengono di necessitá a determinate categorie. Ieri sera/due mesi fai/la

setimana scorsa/fumando un sigaro, il giudice ha interrogati il testimone

Un ulteriore criterie per distinguere gli argomenti dai circostanziali: l’ordine delle parole.

L’inversione dell’ordine dei 2 argomenti inverte anche il significato: Il giudice ha interrogato

il testimone ieri sera

Il testimone ha interrogato il giudice ieri sera questa rimane pressoché invariato spostano

l’elemento circostanziale dalla posizione finale a quella iniziale: Ieri sera il giudice ha

interrogato il testimone

Classificazione dei verbi in base alle valenze; verbi transitivi e verbi intransitivi

In base alle loro differenti valenze, cioé al numero degli argomenti che li accompagnano,

possiamo distinguere 4 classi di verbi:

- gli avalenti / zerovalenti: non sono accompagnati da alcun argomento (piove, nevica)

- i monovalenti: sono accompagnati da un solo argomenti, che puó essere un nome o un

gruppo nominale (camminare: Gianni cammina, o morire: Gianno é morto), o una

frase (bisognare: bisogna che Gianni parta)

- i bivalenti: sono i verbi accompagnati da 2 argomenti, uno dei quali é sempre un nome

o un gruppo nominale (osservare: Gianni osserva l’alta marea) o un gruppo

preposizionale (Gianni disobbedisce ai suoi genitori), o una frase (Gianni crede che

Maria arriverá domani).

- i trivalenti: sono accompagnati da 3 argomenti: dire, dare: Gianni dice qualcosa a

Pietro, Gianni dá un libro a Pietro. Gli argomenti di questi verbi sono 2 gruppi

nominali ed un gruppo preposizionale; esistono verbi trivalenti accompagnati da

argomenti di altro tipo, come un gruppo nominale, un gruppo preposizionale e una

frase (Gianni ha detti a Mario di andarsene)

Le classi dei verbi avalenti, monovalenti e bivalenti sembrano corrispondere ai verbi che la

grammatica tradizionale definisce impersonale, intransitivi e transitiv; questa corrispondenza

é parziale.

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Impersonale Avalente: avalente si rifersce al fatto formale che i verbi in questione

appaiono senza argomenti, la denominazione tradizionale si rivela immediatamente

insoddisfacente, in quanto tali verbi non sono affatto impersonali, essendo costantemente

coniugati alla terza persona singolare. L’etichetta tradizionale si basa su una nozione di

persona che non é quella di persona grammaticale ma é piuttosto da identificare con quella di

agente: in un verbo come piovere tale agente manca, ma anche in una frase passiva manca

l’agente: Mario é stato picchiato.

Le 2 classi dei verbi monovalente e dei verbi bivalenti corrispondono soltanto in parte a quelle

dei tradizionali verbi intransitivi e transitivi.

I verbi transitivi esprimono un’azione, che passa dal soggetto al’oggetto, mentre l’azione

espressa dai verbi intransitivi rimane nel soggetto. L’espressione formale di tale ‘passaggio’

dell’azione dal soggetto all’oggetto viene vista nel fatto che quest’ultimo non é preceduto da

preposizione: quindi aiutare é transitivo (Gianni aiuta Paolo),ma nuocere é intransitivo

(Gianni nuoce a Maria.)

L’analisi in termini di valenze, considerando come criteri primario il numero delle categorie

che accompagnano obbligatorimante il verbo, classifica nuocre tra i verbi bivalente, cioé nella

stessa classe di aiutare.

Due tipi di verbi intransitivi

La categoria dei verbi intransitivi va suddivisa in 2 classi distinte, corrispondente agli

intransitivi italiani che hanni l’ausiliare essere e a quelli che hanno l’aulisilie avere.

Gli intransitivi ad ausiliare essere e anche avere possono essere sia preceduti che seguiti dal

loro soggetto, ma soltanto con i primi un elemento di tale soggetto posposto puó essere

rappresentato dal pronome clitici ne:

Sono arrivati molti ragazzi Ne sono arrivati molti

Hanno telefonato molti ragazzi * Ne hanno telefonato molti

Il participio passato negli intransitivi che prendono l’ausiliare essere, si accorda in genere e

numero con il soggetto, mentre non c’é accordo se l’ausiliare é avere.

Un’altra proprietá che distingue le 2 classi di verbi intransitivi é costituita dalla possibilitá di

usare il loro participio passato come modificatore di un nome (esempio A) o nelle cosidette

costruzioni assolute (esempio B). Entrambi tipi di costruzione sono possibili soltanto con gli

intransitivi ad ausiliare essere.

A, Uno studente partito poco fa / * Uno studente parlato poco fa

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B, Partito Gianni, ci siamo dati alla pazza gioia / *Parlato Gianni, ci siamo dati alla pazza

gioia

Solo gli intransitivi ad ausiliare avere permettono di formare dei nomi d’agente aggiungendo

al participio il suffisso –ore: *Gianni é un grande partitore / Gianni é un grande parlatore

Molti intransitivi ad ausiliare essere (aumentare, cambiare, migliorare, peggiorare) mostrano

anche un uso transitivo: I prezzi sono aumentati / I negozianti hanno aumentato i prezzi.

nel caso dei verbi come aumentare il soggetto coincide con l’oggetto dell’uso transitivo.

Questo fenomeno di ‘scambio’ tra oggetto dell’uso transitivo e soggetto di quello intransitivo

é stato chiamato ‘ergativitá’ verbi come aumentare sono stati definiti ergativi. si

coniugano con essere. Allora distingueremo verbi transitivi, intransitivi e ergativi.

Con entrambe queste classi di verbi

- ne puó rappresenta un elemento del gruppo nomiale postverbale: Ne sono partiti molti.

Gianni ne ha salvati molti.

- Part. Passato puó ricorrere nelle costruzioni assolute: Partito Gianni, ci siamo dati alla

pazza gioia. Salvato Gianni, ci siamo data alla pazza gioia.

- Part. Passato puó fungere da modificatore del nome: Un ragazzo partito poco fa. Un

ragazzo salvato poco fa.