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la newsletter del Club dei 15 il futuro ha posti liberi Arte e impresa alleati Anche dei sogni liberi ha posti Cosa c’entra il mondo dell’industria con l’arte? Il primo è l’ambito della produzione, spesso seriale, dove contano numeri, bilanci, programmazione, il secondo è il regno del sogno, dell’isnto, dell’immaginazione. Eppure, esiste un denominatore comune ad entrambi gli ambi. Si chiama CREATIVITÀ. Se siete ragazzi e ragazze con una spiccata vena creava e una buona manualità, non escludete la possibilità di un futuro nelle aziende. In questo numero riporamo esempi di imprese che danno spazio ai giovani il cui legame con il mondo arsco è parcolarmente forte. Ma anche nell’industria più tecnologica c’è bisogno di chi sappia disegnare cose belle. Nel mondo si compra italiano perché ogge di uso quodiano o gli stessi macchinari industriali sono tecnologicamente avanza, ma anche CURATI NEI DETTAGLI, BELLI DA VEDERE E FUNZIONALI, per questo il design industriale è così importante. Mondo dell’industria e dell’arte in ques anni si sono sempre più avvicina, si riconoscono un valore aggiunto perché l’arte può essere di smolo alle imprese e le imprese possono sostenere l’arte. Il CLUB DELLA QUALITÀ di Confindustria Ancona – solo per citare un esempio tra i tan – ha voluto l’installazione di una mostra d’arte proprio con lo scopo di smolare la creavità. ‘Segni Disegni Pastrocchi e Sogni’ – questo il tolo – ha proposto lo scorso anno una selezione di opere di Francesco Musante e Vincenzo Mollica dedicate ai meseri. “Il Club della qualità – ha spiegato il presidente Costanno Ricci – rappresenta il laboratorio di ricerca e sviluppo di Confindustria Ancona. USCIRE DAI CONFINI TRADIZIONALI è di smolo ad avità ed esperienze innovave che favoriscono la crescita, il cambiamento culturale e nuove idee”. Rompere gli schemi aiuta a disnguersi e a competere. E chi, meglio di chi immagina e crea, può contribuire allo scopo? Da ragazzi la forza delle proprie aspirazioni può essere enorme: si sogna di diventare grandi piori o scultori, ci si immagina a ballare su un palcoscenico, a scrivere best seller, a recitare in un teatro o con una carriera di musicista costellata di successi. Nessuno deve rinunciare al proprio sogno, ma di certo è chiamato negli anni a testarne la forza. Forza che si misura in base alla capacità di superare le inevitabili difficoltà e di rendersi autonomi nel lungo percorso che quel sogno impone. Per questo meere le proprie capacità a servizio del mondo del lavoro non significa rinunciare o svilire i propri obievi, semmai considerarli parte di un percorso di crescita e di smolo per sé e un VALORE AGGIUNTO PER IL MONDO DELL’IMPRESA che oggi, più che in passato, ne comprende e rispea la valenza. E se sono rose, i vostri talen fioriranno. L’ azienda che produce l’arte gigante FOCUS Arte applicata n.2 anno 2016 Chiocciole rosa gigan che invadono le spiagge di Miami, delfini che ‘nuotano’ davan al Duomo di Milano, enormi conigli arancioni che ‘brucano’ nei giardini di Parigi. È la cracking art, un movimento arsco nato a Biella nei primi anni 90, un’arte di roura il cui intento era di provocare, di modificare le regole dell’arte stessa, anche riguardo l’uso dei materiali - plasca riciclata in questo caso - esercitando un forte richiamo alla necessità di salvaguardare l’ambiente, la natura e le sue creature con animali che ci guardano dall’alto e ci interrogano. Tra i fondatori del cracking art group insieme a Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Kicco e William Sweetlove c’è un imprenditore, Carlo Rizze, amministratore delegato di Lap di Miagliano (Biella) una delle due aziende produrici di queste sculture. “Lap – ci spiega Rizze – ha sempre realizzato arcoli decoravi in plasca come frua, verdura e alimen fin ma con l’invasione della produzione cinese ci siamo sposta nel seore dei kit educavi. Soprauo, volevamo dare un valore aggiunto alla plasca e individuare una nuova missione aziendale, con la cracking art ci siamo riusci”. La cracking art ormai è conosciuta in tuo il mondo e le installazioni invaso la stazione di Napoli come Central Park a New York, le maggiori cià italiane e straniere da Sidney a Dubai, fino a Baku, Istanbul, Mosca. In azienda dunque arte e tecnica sono l’una al servizio dell’altra. “Per il momento – conclude Rizze – produciamo solo animali extralarge, in futuro chissà. La cracking art potrebbe trovare un altro filone anche su smolo di nuove generazioni di ars”.

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iArte e impresa alleati Anche dei sogni

liberiha posti

Cosa c’entra il mondo dell’industria con l’arte? Il primo è l’ambito della produzione, spesso seriale, dove contano numeri, bilanci, programmazione, il secondo è il regno del sogno, dell’istinto, dell’immaginazione. Eppure, esiste un denominatore comune ad entrambi gli ambiti. Si chiama CREATIVITÀ.Se siete ragazzi e ragazze con una spiccata vena creativa e una buona manualità, non escludete la possibilità di un futuro nelle aziende.In questo numero riportiamo esempi di imprese che danno spazio ai giovani il cui legame con il mondo artistico è particolarmente forte. Ma anche nell’industria più tecnologica c’è bisogno di chi sappia disegnare cose belle. Nel mondo si compra italiano perché oggetti di uso quotidiano o gli stessi macchinari industriali sono tecnologicamente avanzati, ma anche CURATI NEI DETTAGLI, BELLI DA VEDERE E FUNZIONALI, per questo il design industriale è così importante.Mondo dell’industria e dell’arte in questi anni si sono sempre più avvicinati, si riconoscono un valore aggiunto perché l’arte può essere di stimolo alle imprese e le imprese possono sostenere l’arte. Il CLUB DELLA QUALITÀ di Confindustria Ancona – solo per citare un esempio tra i tanti – ha voluto l’installazione di una mostra d’arte proprio con lo scopo di stimolare la creatività. ‘Segni Disegni Pastrocchi e Sogni’ – questo il titolo – ha proposto lo scorso anno una selezione di opere di Francesco Musante e Vincenzo Mollica dedicate ai mestieri. “Il Club della qualità – ha spiegato il presidente Costantino Ricci – rappresenta il laboratorio di ricerca e sviluppo di Confindustria Ancona. USCIRE DAI CONFINI TRADIZIONALI è di stimolo ad attività ed esperienze innovative che favoriscono la crescita, il cambiamento culturale e nuove idee”. Rompere gli schemi aiuta a distinguersi e a competere. E chi, meglio di chi immagina e crea, può contribuire allo scopo?Da ragazzi la forza delle proprie aspirazioni può essere enorme: si sogna di diventare grandi pittori o scultori, ci si immagina a ballare su un palcoscenico, a scrivere best seller, a recitare in un teatro o con una carriera di musicista costellata di successi. Nessuno deve rinunciare al proprio sogno, ma di certo è chiamato negli anni a testarne la forza. Forza che si misura in base alla capacità di superare le inevitabili difficoltà e di rendersi autonomi nel lungo percorso che quel sogno impone. Per questo mettere le proprie capacità a servizio del mondo del lavoro non significa rinunciare o svilire i propri obiettivi, semmai considerarli parte di un percorso di crescita e di stimolo per sé e un VALORE AGGIUNTO PER IL MONDO DELL’IMPRESA che oggi, più che in passato, ne comprende e rispetta la valenza. E se sono rose, i vostri talenti fioriranno.

L’ azienda che produce l’arte gigante

FOCUS

Arte applicata

n.2 anno 2016

Chiocciole rosa giganti che invadono le spiagge di Miami, delfini che ‘nuotano’ davanti al Duomo di Milano, enormi conigli arancioni che ‘brucano’ nei giardini di Parigi. È la cracking art, un movimento artistico nato a Biella nei primi anni 90, un’arte di rottura il cui intento era di provocare, di modificare le regole dell’arte stessa, anche riguardo l’uso dei materiali - plastica riciclata in questo caso - esercitando un forte richiamo alla necessità di salvaguardare l’ambiente, la natura e le sue creature con animali che ci guardano dall’alto e ci interrogano. Tra i fondatori del cracking art group insieme a Renzo Nucara, Marco Veronese, Alex Angi, Kicco e William Sweetlove c’è un imprenditore, Carlo Rizzetti, amministratore delegato di Lap di Miagliano (Biella) una delle due aziende produttrici di queste sculture. “Lap – ci spiega Rizzetti – ha sempre realizzato articoli decorativi in plastica come frutta, verdura e alimenti finti ma con l’invasione della produzione cinese ci siamo spostati nel settore dei kit educativi. Soprattutto, volevamo dare un valore aggiunto alla plastica e individuare una nuova missione aziendale, con la cracking art ci siamo riusciti”. La cracking art ormai è conosciuta in tutto il mondo e le installazioni invaso la stazione di Napoli come Central Park a New York, le maggiori città italiane e straniere da Sidney a Dubai, fino a Baku, Istanbul, Mosca. In azienda dunque arte e tecnica sono l’una al servizio dell’altra. “Per il momento – conclude Rizzetti – produciamo solo animali extralarge, in futuro chissà. La cracking art potrebbe trovare un altro filone anche su stimolo di nuove generazioni di artisti”.

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Il Club dei 15Nel 2003 le associazioni territoriali di Confindustria delle 15 province a più alto tasso di industrializzazione hanno ritenuto opportuno mettere in comune problemi ed esperienze che contraddistinguono le aree a forte vocazione manifatturiera. Nacque così il Club dei 15 a cui, negli anni, si sono aggiunti altri due componenti. Ne fanno parte le associazioni territo-riali di Confindustria delle provincie di: Ancona, Belluno, Bergamo, Biella, Brescia, Como, Lecco, Mantova, Modena, Monza e Brianza, Novara, Pordenone, Prato, Reggio Emilia, Treviso, Varese e Vicenza. All’interno del Club dei 15 è stato costituito un gruppo di lavoro focalizzato sui temi dell’Education e che è il promotore di questa pubblicazione.

Arte e tecnologia: il design industriale

L’arte e la storia: restauro e archivistical’egida della sovrin-tendenza; ma sta prendendo sempre più piede la parte archivistica: riordi-niamo, inventariamo e digitalizziamo ar-chivi di enti pubblici e di privati. Ma non si deve affatto pensare all’archivista come un topo di biblio-teca! Gli archivisti di oggi sono esperti informatici al servi-zio anche delle im-prese e in grado di integrare il materiale digitalizzato con i da-tabase aziendali”.

Il portale Edu2job (www.edu2job.it) è un aggregatore di contenuti progettato come una guida che nasce con lo scopo di fornire alle famiglie, ai docenti e agli studenti che si accingono a scegliere il pro-prio percorso formativo, ovvero che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, informazioni e dati utili a prendere una decisione più consapevole nel contesto di un percorso di orientamento che dovrà sempre valutare, in modo realistico ed equilibrato, le attitudini individuali e le concrete prospettive di lavoro.L’aspetto informativo diviene essenziale per verificare la praticabilità di un percorso che abbia come scopo l’acquisizione di saperi e compe-tenze strutturate e funzionali all’esercizio competente di un qualsiasi ruolo professionale.Nella diverse sezioni si possono trovare alcuni materiali utili a cono-scere l’offerta formativa, le opportunità occupazionali offerte dai vari percorsi di studio, le dinamiche e le tendenze del mondo del lavoro, gli strumenti per la ricerca attiva del lavoro, le opportunità offerte dai progetti di mobilità internazionale.Edu2job va dunque considerato come uno strumento di quel com-plesso sistema che è l’orientamento. Nell’attuale mercato del lavoro, globalizzato e competitivo, la strada del pieno utilizzo del percorso formativo rappresenta la reale possibilità di essere artefici della propria vita professionale: la formazione aumenta le possibilità di scelta degli sbocchi occupazionali e la consapevolezza nelle proprie possibilità.A voi ora spetta fare scelte importanti e le informazioni, per quanto imprecise, sono sempre una buona premessa per buone decisioni.

EDU2JOB.IT: UNA GUIDA A TUTTO CIÒ CHE È ORIENTAMENTO

“Il futuro ha posti liberi”, anno IV, n°15, aprile 2016. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Vicenza, n° 1281 del 14/03/2013. Edita da Confindustria Vicenza, Piazza Castello 3, 36100 Vicenza. Stampata da Tipografia UTVI Tipolito srl, via Zamenhof 687, 36100 Vicenza. Direttore responsabile: Cinzia Zuccon.

o si sono laureati in con-servazione e restauro dei beni culturali. Del resto, un bravo restauratore non deve solo avere una buona manualità e cono-scere la storia dell’arte e le tecniche di restauro ma deve anche avere no-zioni di chimica, fisica e biologia che concorrono ad un’analisi delle cause del degrado del manu-fatto e quindi alla scelta del migliore approccio nel recupero dell’opera”. “Il 70% del nostro lavoro – spiega – è dedicato al restauro di opere d’arte e edifici monumentali sotto

Per specializzarsi in un campo artistico o del design, dopo una buona base ottenuta alle scuole superiori serve un percorso spe-cifico. In Italia e all’estero ci sono numerose università ed enti che propongono corsi tra i più diversi. Il Laba, Libera Acca-demia di Belle Arti di Brescia, è uno di questi. Conta 850 studenti divisi in 9 trienni e 6 bienni spe-

Numerose quelle con le quali il Laba ha collaborazioni in corso, tra queste Fiat, Bialetti, Napkin, Flos, Seletti”. Art design, product design, sto-ria del design italiano, laboratori avanzati cad, di prototipazione rapida e design engineering sono tra le materie che si studiano al corso. Dando un’occhiata al sito laba.edu, si può scoprire l’uni-verso dei prodotti nati nell’am-bito della ricerca e del design industriale: dal green robot che innaffia le piante, alle poltrone a forma di farfalla, alla shape box (un gioco per imparare il braille) dagli orti verticali ai gioielli fun-zionali: utili oltre che belli.

cialistici. È un’accademia privata legalmente riconosciuta e i suoi diplomi hanno un valore equi-pollente alle lauree. “L’unico vincolo di entrata è il numero chiuso – ci spiega Alice Bassi che al Laba si occupa di orientamento - e il corso con più richieste in assoluto è il biennio specialistico in industrial e re-search design che permette di

ottenere un di-ploma accade-mico di secondo livello. È anche il corso con mag-giori offerte di lavoro da parte del le az iende.

Avete una vena artistica, ma vor-reste comunque frequentare un istituto tecnico o professionale per garantirvi maggiori sbocchi oc-cupazionali? Il restauro potrebbe fare al caso vostro. Iscrivervi ad un istituto professionale con indirizzo artistico o ad un CAT (l’ex istituto per geometri, oggi istituto tecnico delle Costruzioni, Ambiente e Ter-ritorio) può essere una buona base per una specializzazione. “Molti dei miei dipendenti – con-ferma Xavier Robusti, fondatore di Arcart, ditta vicentina che si occupa di restauro – hanno fre-quentato proprio questi istituti su-periori seguendo successivamente dei corsi post diploma presso l’En-gim, l’Accademia delle Belle Arti

Quando si pensa all ’ambito

creativo come percorso scolastico

superiore, il primo pensiero va

al liceo artistico, scuola che

sempre più si sta stratificando in

diverse discipline. Ad oggi infatti

si contano indirizzi specializzati

in “arti figurative”, “grafica”,

“scenografia”, “audiovisivo e

multimediale”, “architettura e

ambiente” e “design”, ambito,

ques’ultimo, che si concentra

sulle arti applicate e in particolare

sulla progettazione, modellazione,

prototipazione e funzionalità degli

oggetti. Si tratta di acquisire

competenze teoriche, tecniche e

tecnologiche strettamente legate

al mondo della manifattura, non

a caso, nell’ultimo trimestre,

si passano tra le 12 e le 14 ore

settimanali in laboratorio di

progettazione o nello studio di

discipline progettuali.

Nell’ambito degli istituti tecnici,

legati più al mondo dell’edilizia

e della tutela del territorio e

dell’ambiente (quindi anche a

quello del restauro), esiste il

percorso del settore tecnologico

d e n o m i n a t o “ C o s t r u z i o n i ,

Ambiente e Territorio” (CAT)

nel quale acquisire competenze

grafiche, progettuali e informatiche

nel campo edilizio ma anche

imparare a gestire materiali,

strumenti e dispositivi utilizzati

nelle industrie delle costruzioni.

Le professioni di riferimento sono

quindi quelle del progettista e

nell’ambito della conservazione e

trasformazione di opere civili.

Imparare l’arte