Il Torneo Internazionale Città della Pace prende il via sul finire degli anni 80 grazie ad una serie di sfide amichevoli fra squadre di calcio olandesi, tedesche ed italiane, in ritiro in Trentino. Questi momenti di incontro e confronto permettono di celebrare, nel 1988, la prima edizione del Torneo. Negli anni l’evento ha coinvolto migliaia di giovani atleti provenienti da tutti i continenti: moltissime le squadre partecipanti venute da tutta Europa, dagli USA e dal Brasile, dall’Australia al Giappone. L’evento diventa uno dei tornei sportivi giovanili più importanti e partecipati d’Europa.

Oltre al momento agonistico, il Torneo della Pace è portatore di valori come la pace, il confronto, il rispetto reciproco ed il fair play. Da 32 edizioni, durante il weekend pasquale, Rovereto e la Vallagarina diventano luogo di incontro, di confronto e di scambio fra culture, usi, costumi e tradizioni diverse.

È con l’obiettivo di promuovere questi valori anche fra i partecipanti più giovani che nasce la storia illustrata “Insieme si vince sempre - La storia di TweeDP e della sua squadra”. La storia ha come protagonista il pulcino TweeDP, la mascotte del Torneo, e tratta temi quali la diversità, l’amicizia, la discriminazione e la sportività. Unendo parole e disegni, racconta dell’autenticità dei più giovani.

Si ringrazia il Comune di Rovereto - Politiche Giovaniliper il sostegno all’iniziativa

Si ringraziano inoltre per il sostegno

Insieme si vince sempre

La storia di TweeDPe della sua squadra!

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Il pulcino TweeDP nacque di pomeriggio, faceva molto caldo quel giorno e la mamma non vedeva l’o-ra di accogliere il suo piccolo tra le braccia. Papà cor-reva qua e là, l’attesa lo rendeva veramente nervoso. Alle ore 15.00 in punto il pulcino nascituro emise il suo primo cinguettio, uscì dall’uovo con aria entusia-sta. La famiglia era finalmente al completo!TweeDP cresceva a vista d’occhio, le sue piume di-ventavano ogni giorno più morbide e lucenti. Non sa-peva volare, ma utilizzava le sue ampie ali per avvol-gere i genitori in caldi abbracci. Di tutta la famiglia era di certo il membro più sorridente e gentile.

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Si divertiva saltellando da una parte all’altra della ca-sa ma, purtroppo, perdeva spesso l’equilibrio. Tonf, tonf, tonf. Quando cadeva faceva molto rumore, quelle zampe grandi e tozze erano difficili da gestire. Sfortunatamente era anche molto scoordinato. Diffi-cilmente riusciva a giocare a pallone con i compagni, si vergognava del suo aspetto e della sua goffaggine. Alcune volte veniva persino deriso e preso in giro a causa delle sue movenze un po’ buffe.Un giorno la sua mamma gli regalò un bellissimo pallone da calcio: era bianco, lucido, e sembrava

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abbastanza resistente. Al piccolo pulcino non sem-brava vero di avere finalmente qualcosa con cui pas-sare il tempo! Da quel momento TweeDP non abban-donò mai il suo nuovo gioco. Lo portava sempre in giro come un compagno di avventure, lo lanciava, lo riprendeva, lo calciava e lo rincorreva.La mamma aveva persino legato il pallone alla cavi-glia di suo figlio con una corda elastica. “So che hai paura di non riuscire a controllare la tua forza quan-do calci e a recuperare il pallone, ma grazie a questo laccio speciale non dovrai temere di smarrire questo gioco” gli spiegò.

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Una mattina TweeDP uscì con la sua palla in giardi-no. Era il Periodo dei Soli, quel momento dell’anno in cui le montagne della Città venivano illuminate dai caldi raggi solari.Il piccolo pulcino abitava in cima ad una collina, at-torno a lui c’erano grandi distese di prati in fiore. Corse sull’erba morbida e iniziò a calciare il suo pal-lone. A volte desiderava compagnia, qualcuno con cui giocare a calcio che non fossero mamma o papà. Aveva tanta voglia di trascorrere del tempo con gli altri bambini, allenarsi con loro ai rigori, e di strin-gere amicizie.Ma aveva anche tanta paura di inciampare su sé stes-so durante una partita. Con la sua goffaggine poi, sai che vergogna?Mentre dava l’ennesimo calcio scoordinato al suo fi-dato pallone bianco, TweeDP sentì delle grida: “Mar-co sei il solito! Dai lasciaci riprendere la partita!”. Si avvicinò al piccolo campo da calcio poco lontano da casa sua e osservò un gruppetto di bambini liti-gare. Sembravano arrabbiati con Marco, un tipetto biondo con l’aria da sbruffone che scrutava gli altri stringendo tra le braccia il pallone da calcio come fosse un tesoro da proteggere. Assisteva alla scena da bordocampo anche Gioia, sorella di Marco.

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La bambina se ne stava in disparte e pareva anche annoiata. Ci volle un po’ di tempo ma TweeDP deci-frò la situazione: Marco aveva perso la partita e per dispetto si era riappropriato della palla, quella che era solito portare al campetto così che tutti potesse-ro giocare. I compagni erano proprio furiosi con lui, Marco non aveva molto spirito di squadra.Fu a quel punto che il pulcino decise di mettersi in gioco. “Magari se dico loro che ho una pallone di-sponibile poi mi fanno giocare” pensò tra sé. Era così agitato che le piume si erano tutte irrigidite ma qualcosa dentro di lui gli diceva che quella era la sua occasione.“Ragazzi...potete usare il mio pallone”,gridò zampettando verso di loro.Fece di tutto per non inciampare, e in qualche modo ci riuscì. I bambini lo guardarono straniti. “Ehm...grazie TweeDP”, gli risposero in coro. “Buona idea, così evitiamo di rovinare il mio.Magari te lo riportiamo poi, ti diremmo di restare ma goffo come sei non ti divertiresti. Vero? Ci vediamo!” Gli disse Marco tirando il pallone del pulcino verso di sè e staccandolo dalla corda.

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TweeDP rimase fermo guardando il ragazzino al-lontanarsi e stringendo tra le zampe la corda elastica rotta. Sentì una sensazione di solitudine nel cuore. Quella sera fu la più malinconica di tutte.La passò vicino alla finestra nella speranza di veder spuntare Marco con il pallone, sfortunatamente però nessuno venne a restituirgli il suo gioco prezioso.

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La mattina seguente qualcuno suonò alla sua porta, TweeDP andò ad aprire. Una piccola bambina bion-dissima se ne stava davanti all’entrata con un pallone bianco in mano.Era proprio il suo! E quella era la stessa bambina an-noiata che il pulcino aveva visto il giorno prima al campo da calcio! “Sono Gioia! Marco è mio fratello ed è un maledu-cato. Gli altri ragazzi a volte si lamentano dei suoi comportamenti, ma alla fine fanno sempre quello che vuole lui! So cosa significa sentirsi esclusi, per que-sto sono venuta a scusarmi per loro. Ecco il tuo pallone, se vuoi facciamo qualche tiro in-sieme”. TweeDP non poteva credere a ciò che stava accadendo, afferrò quell’oggetto rotondo e bianchis-simo dalle mani della bimba e prese subito la sua cor-da speciale.

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Gioia gli chiese come mai utilizzasse quel laccio co-sì strano e lui, un po’ imbarazzato, le raccontò tutto. “Devi proprio venire a fare qualche tiro con me, sono convinta che quella corda non ti serva poi così tan-to” ribadì lei. Prima che TweeDP potesse rispondere quella piccola calciatrice bionda gli aveva già affer-rato un’ala. Il pulcino la seguì, cercando di non inciampare so-prattutto per non schiacciarla. Sai che rischio? Pas-sarono davanti al campo da calcio dei ragazzi, attra-versarono un ruscello ed arrivarono al Bosco delle Querce.TweeDP conosceva quel posto, suo padre ci andava a tagliare la legna ma lui non ci aveva mai messo zam-pa. Arrivarono in un campo di margherite, uno spa-zio verde ed accogliente in mezzo a qualche quercia. Subito dopo li raggiunsero correndo altri bambini. Si presentarono, sembravano simpatici.“Noi non giochiamo con gli altri ragazzini giù al campo perché dicono che non siamo abbastanza bra-vi, e questo solo perché siamo più piccoli!” spiegò a TweeDP una bambina dai capelli rossi. “Ieri sono an-data al campo con Marco cercando di convincerli a farmi giocare ma proprio non ne volevano sapere. Per me hanno solo paura di essere battuti da bambini più

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piccoli, ecco la verità!” disse Gioia a braccia conser-te. I bambini osservarono TweeDP: lui era molto più alto di loro, le sue zampe erano lunghe e grosse e la sua testa sembrava proprio un gigantesco palloncino. “TweeDP ha paura di perdere il suo pallone preferito perché riesce a fare dei lanci veramente lunghi, non è molto veloce ma come vedete sembra davvero for-te” disse Gioia ai compagni girando attorno al suo nuovo amico pulcino con le braccia conserte e il fare pensieroso. “Potrebbe fare il portiere!”, esclamò un ragazzino dai capelli ricci e neri. Tutti gli diedero ra-gione, quel ruolo era perfetto per TweeDP! Il piccolo

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pulcino non sembrava però particolarmente convin-to. “Il portiere?” chiese perplesso. A quel punto i ra-gazzi gli spiegarono come sarebbe potuto diventare un magnifico calciatore stando in porta. “Grazie al-le tue ampie ali e alla tua statura potresti intercetta-re e parare i rigori con facilità. E quelle zampone di cui ti lamenti sempre potrebbero tornarti utili!” spie-gò Gioia pronunciando quelle parole così in fretta da dover inspirare profondamente prima di riprendere il discorso. “Non capisci TweeDP? Sei perfetto per fare le rimesse! I tuoi lanci lunghi saranno il nostro cavallo di battaglia,

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lavoriamo sulla precisione e BAM! Sarai imbattibi-le!”. Il piccolo pulcino non era sicuro di quello che i bambini gli stavano proponendo, come potevano cre-dere che lui, un pulcino goffo e sproporzionato, sa-rebbe potuto diventare un bravo calciatore? La verità è che TweeDP aveva paura.E se tutti pensavano che il suo più grande timore fos-se quello di cadere e fare una figuraccia, la realtà è che a spaventarlo di più era l’idea di deludere quei bambini, i suoi primi amici. “Dovresti davvero pro-varci, lo sai?” gli sussurrò una bambina con le len-tiggini e la pelle chiarissima. “Ti ricordo -gli disse Gioia- che qui giochiamo per divertirci, non impor-ta a nessuno vincere o perdere! Quando ti dico che puoi diventare fortissimo è perché lo credo sul serio e questo non per il fatto che hai delle zampe forti ma solo perché dimostreresti tanto coraggio a vincere le tue paure”.TweeDP guardò quella bambina biondissima, ed estremamente saggia per essere una sorella minore sempre imbronciata, e accettò la proposta.Ora aveva una squadra. Ed essere parte di una squa-dra significava anche affrontare i timori di ognuno come se fossero quelli di tutti. TweeDP non doveva più avere paura.

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Le settimane passarono in fretta e presto arrivò il Pe-riodo delle Piogge.Gli abitanti della cittadina erano soliti dare ai loro figli delle mantelle colorate per proteggerli dagli ac-quazzoni. Quel giorno però il cielo sembrava limpi-do proprio come nel Periodo dei Soli e così nessuno pensò di indossare un impermeabile.La squadra di TweeDP si riunì nel pomeriggio da-vanti al campo da calcio dei ragazzi più grandi.Gioia lanciò un’occhiataccia a Marco, lui le fece una pernacchia da lontano. TweeDP e gli altri bambini le dissero di non badare a suo fratello e poi, insieme, si diressero al Bosco delle Querce.

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Arrivati nel campo di margherite TweeDP lanciò in alto la sua preziosa palla da calcio bianca e iniziò a giocare con i compagni. Gli allenamenti erano di cer-to stati utili, adesso inciampava meno e soprattutto si divertiva spensierato con la sua squadra. Dopo un paio d’ore di passaggi e palleggi i ragazzi iniziarono con i rigori. TweeDP spiegava le sue ali con maestria tentando di intercettare la palla, era proprio diventa-to un portiere promettente. Quel giorno il gruppo si divertì tanto da perdere il senso del tempo.Sfortunatamente, però, il cielo iniziò presto a ingri-girsi e un forte vento freddo cominciò a smuovere i rami delle querce.

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Prima che i bambini potessero correre a casa la piog-gia iniziò a cadere sempre più forte.I tuoni cominciarono a farsi sentire ed il cielo diven-tò buio. I bambini capirono che correre a casa sareb-be stata un’impresa impossibile. E adesso? TweeDP notò che i suoi amici iniziavano a tremare per il freddo, decise di avvicinarsi a loro per rassicu-rarli. “Non possiamo avventurarci nel bosco con que-sto buio. Non saremmo dovuti uscire senza le man-telle e non avremmo dovuto allontanarci così tanto nel Periodo delle Piogge.

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Insieme però ce la faremo, vedrete! Siamo una squa-dra dopotutto! Venite intanto sotto le mie ali, vi pro-teggeranno.” Disse cinguettando forte.Le piume riscaldarono subito i bambini che, a quel punto, decisero di aspettare la fine della bufera. Quando la pioggia smise di cadere e il vento di sof-fiare, la Luna era già alta nel cielo.

Era scesa la sera.“I nostri genitori saranno sicuramente preoccupati” disse Gioia con aria agitata. Prima che TweeDP potesse rispondere, però, udì del-le voci in lontananza. “Ragazzii! Dove siete?”. “Mi sembra di sentire la voce di Marco!” Esclamò il pulcino speranzoso. In un batter d’occhio i ragaz-zi più grandi sbucarono dal bosco armati di torce e impermeabili. Gioia corse incontro a suo fratello ab-bracciandolo forte. “Vi avevamo visti passare oggi mentre giocavamo! Non vedendovi tornare ci siamo preoccupati, anche i genitori vi stanno cercando ma non temete, ora che vi abbiamo trovati si sistemerà tutto”. Esclamò uno di loro. A quel punto Marco si avvicinò a TweeDP, che intanto si massaggiava le ali doloranti per essere state spiegate a lungo.

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“Sei stato molto coraggioso, non ti sei fatto prendere dal panico e hai protetto tutti.Scusa se ti ho preso in giro qualche volta e se non ti ho permesso di giocare con noi. Facciamo pace?” TweeDP osservò la mano di Marco tesa davanti a sé. “Pace” rispose stringendola.A quel punto i ragazzi tornarono a casa tutti assieme, forse un po’ bagnati ma sicuramente felici.Quella sera l’eroico pulcino raccontò ai suoi genitori

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l’incredibile avventura che aveva vissuto e solo al-la fine di quell’emozionante racconto la sua mamma gli fece notare qualcosa di molto importante: “Tesoro mio, ma la palla dove è finita?”. Da quando aveva imparato a controllare i suoi tiri TweeDP non utilizzava più la corda speciale, però la sua amatissima palla da calcio non la aveva proprio mai abbandonata. Dove poteva essere? All’idea di averla persa nella tempesta si sentì un po’ confuso. Stranamente però non si disperò come avrebbe fatto qualche tempo prima. “Forse la palla

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non ti serve più” disse allora la mamma strizzando-gli l’occhio e sorridendo. Il mattino seguente Gioia bussò alla porta di TweeDP. “Dai muoviti pigrone, ho una sorpresa per te”.La bambina lo prese per un’ala e lo trascinò con sé fi-no al Bosco delle Querce. Lì TweeDP vide i suoi ami-ci. I bambini della sua squadra erano ora ben asciutti con indosso gli impermeabili colorati e insieme a lo-ro c’erano anche i ragazzini più grandi. “Abbiamo ca-pito che non è importante sapere chi sia il più grande, il più bravo o il più coordinato.Giochiamo tutti a calcio per divertirci e non c’è mo-tivo per non poterlo fare insieme.Più siamo meglio è!” esclamò Marco. Proprio mentre pensava di non poter essere più felice TweeDP vide Gioia dirigersi verso di lui con il suo amato pallone bianco tra le mani. “Mi sono ricordata che ieri sei tornato a casa senza la tua palla così questa mattina siamo andati a cercarla tutti assieme”. A TweeDP si riempì il cuore di felici-tà. Abbracciò la sua piccola amica e corse al centro

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del campo. “Da ora in poi non ci sarà più alcun mo-tivo per giocare separatamente e penso che sarebbe fantastico celebrare questo giorno ogni anno con un torneo di calcio. Lo chiameremo Torneo della Pace, che ne pensate?”. Pronunciando quelle ultime parole TweeDP strizzò l’occhio a Marco. Il bambino sorrise e insieme a lui tutti quanti gridarono “Evviva!”. Co-me spesso accade nel Periodo delle Piogge, nel cielo apparve uno splendido arcobaleno che ritraeva pro-prio i colori della pace. Quando TweeDP calciò in alto il suo pallone per cominciare una nuova parti-

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ta, questo toccò l’arcobaleno impregnandosi dei suoi colori. Da quel giorno i ragazzi non smisero più di giocare insieme ed il torneo da loro istituito divenne ogni anno più grande ed importante.Sempre più giovani calciatori chiedevano di poter partecipare, alcuni arrivavano addirittura dall’altra parte del mondo!Tutti si iscrivevano al torneo per giocare e divertirsi insieme ma, soprattutto, per conoscere quel bizzarro pulcino che aveva dato vita ad una grande squadra.

Gli Autori della storia illustrata Insieme si vince sempreLa storia di TweeDP e della sua squadra!

Eleonora Postai (1996), laureata in Comunicazione, da due anni nello Staff del Torneo, settore Comunicazione. Ha scritto ed ideato la trama della storia e coordinato il progetto. Ha uno spiccato interesse per le parole ed in particolare per il mondo della narrativa per ragazzi e dell’animazione.Si interessa di cinema e ama viaggiare.

Giulia Donatelli (1995), laureata in Comunicazione, si è occupata dei disegni della storia creandoli a mano libera. Ha una passione per l’immagine, per l’arte, e molta voglia di scoprire diverse culture.

Elisa Faletti (1999), diplomata in grafica e studentessa di arti visive, volontaria nello Junior Team prima e da un anno nello Staff del Torneo, settore Comunicazione. Si è occupata di digitalizzare e colorare i disegni. Ha una forte passione per l’arte contemporanea e si dedica anche alla fotografia.

TweeDP, sin da piccolo, sognadi poter giocare a calcio con tanti bambini.Il pulcino, timido e molto goffo, fatica peròa farsi degli amici e passa le sue giornate

in compagnia di un palloneche teme costantemente di smarrire.

Un giorno conosce Gioia, una bambina svegliae dall’animo gentile che, prendendolo per un’ala,gli mostra cosa significa far parte di una squadra.

Torneo della Paceinfo@torneodellapace.com • www.torneodellapace.com

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