IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret....

24

Transcript of IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret....

Page 1: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori
Page 2: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

IL SOLE 24 ORE

Cesare Battisti, una latitanza costata 50 milioni di Marco Ludovico

14 gennaio 2019

Ricercato da quasi tutti gli apparati della sicurezza italiana, un’attesa lunga 37 anni. L’arresto storico di Cesare Battisti è un successo straordinario per la Polizia di Stato e l’Aise (agenzia informazioni e sicurezza esterna) come ha detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Ma, voltandosi indietro a guardare la storia di Battisti dopo la fuga il 4 ottobre 1981 dal carcere di Frosinone, si possono inanellare progetti, pianificazioni, attività di ricerca e cattura di ogni genere. Finiti in sospeso, certo, quando Battisti è riparato in Francia al sicuro. Ma la caccia dello Stato al terrorista è partita e ripartita a più riprese. Con non pochi costi sostenuti dall’erario.

Obiettivo: più uffici di pubblica sicurezza Battisti venne ricercato dagli uomini del Ros, il raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri con obiettivi antimafia e antiterrorismo. Il generale Mario Mori, uno dei comandanti storici del Ros, portò in dote il patrimonio informativo acquisito quando arrivò alla direzione del Sisde nel 2001. Battisti però fin dal suo esordio criminale era un fascicolo aperto anche dall’Ucigos (ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali) del dipartimento di Pubblica sicurezza, poi diventato direzione centrale Polizia di prevenzione. In quelle stanze sono cresciuti, tra gli altri, Franco Gabrielli, capo della polizia e già direttore del Sisde, Lamberto Giannini, numero uno Dcpp, Eugenio Spina, dirigente. Ma la cattura di Battisti ha coinvolto anche lo Scip, il servizio per la cooperazione internazionale di polizia che fa capo alla Criminalpol guidata dal prefetto Nicolò D'Angelo.

La caccia dell’intelligence Quando Mori alla guida al Sisde porta con sé alcuni tra i migliori ufficiali del Ros Battisti è già in Francia, c'è poco da sperare. Di certo un fascicolo a carico del terrorista era stato aperto anche dal Sismi. Sisde e Sismi si distinguevano in quanto il primo era servizio segreto militare, il secondo civile. Sovrapposizioni e

Page 3: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

concorrenza reciproca erano all’ordine del giorno, nel 2007 la riforma li rinnova in Aise e Aisi (agenzia interna). All’Aise, dunque, resta il compito di proseguire l'azione contro Battisti e così oggi all’arrivo di Battisti a Ciampino in prima fila con Salvini insieme ai vertici della Polizia c’è anche il generale Luciano Carta, numero uno dell'agenzia esterna. A dimostrazione della possibilità di mettere con successo a fattor comune forze, risorse ed esperienze diverse per risolvere casi irrisolti da decenni.

I costi della latitanza Non si va molto lontano dalla verità se si stima che oltre 37 anni di lontananza di Battisti dalle carceri italiane sono costati all’erario circa 50 milioni di euro. Una cifra variabile, con un’oscillazione forse di una decina di milioni in meno o in più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori e chiunque sia stato in grado di fornire elementi preziosi per arrivare alla cattura. Ci sono, poi, i mezzi dispiegati dalle amministrazioni dello Stato, a cominciare dai numerosi voli aerei internazionali fatti in questi anni dai funzionari pubblici. Più tutto l’impegno e l’impiego in 37 anni di agenti, funzionari, dirigenti militari e civili coinvolti. Uno schema riuscito con Battisti e che per Salvini occorre ripetere al più presto con gli altri terroristi latitanti. Rossi e neri.

Non solo Mps, la Bce ha imposto svalutazioni di Npl a tutte le banche di Luca Davi 15 gennaio 2019

Ogni banca avrà una propria “deadline” temporale, che sarà funzione dello stato di salute e del peso degli Npl in portafoglio. Ma per tutti gli istituti italiani (ed europei) l'aspettativa della Banca centrale europea è univoca: gli istituti sono chiamati ad aumentare le coperture fino a svalutare integralmente lo stock di crediti deteriorati in un arco pluriennale predefinito, orizzonte che mediamente si aggirerà attorno al 2026. È questa, a quanto risulta a Il Sole 24 Ore da diverse fonti, l'indicazione che la Vigilanza bancaria ha inserito in ogni lettera Srep inviata a dicembre alle banche italiane. La richiesta di Francoforte sui crediti deteriorati emersa venerdì con il caso Banca Mps, a cui la Vigilanza ha imposto di azzerare il peso degli Npl in portafoglio entro sette anni, non è insomma isolato (con l’effetto di affossare il titolo in Borsa).

Page 4: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Ma se è vero che la Vigilanza Bce ha rivolto l'invito di alzare progressivamente le svalutazioni sui crediti deteriorati (già esistenti a marzo 2018) a tutte le banche europee (119 banche), è anche vero che il tema riguarda da vicino soprattutto il settore italiano del credito, su cui pesa il fardello più rilevante dei crediti deteriorati su scala europea: a novembre, il sistema bancario contava 37,5 miliardi di sofferenze nette. Un ammontare di Npl che, a questo punto, in teoria dovrà essere gradualmente svalutato da qua ai prossimi anni insieme ad altri 60 miliardi di inadempienze probabili nette (pari a 86 miliardi lordi coperti al 30%).

Dopo i pesanti ribassi registrati in Borsa ieri intanto il settore bancario fatica a riprendere quota a Piazza Affari con i titoli di Ubi Banca, Banca Pop Er e Banco Bpm a guidare le perdite proprio sulla scorta della notizia riportata dal nostro giornale.

Trattati Ue, sprechi, «poteri forti»: il M5S rispolvera le vecchie parole d’ordine di Manuela Perrone

14 gennaio 2019

Europa o si mette in testa che si cambiano i trattati o crolla, e se crolla l’Europa non è colpa del M5S». Di Maio e Di Battista lanciano da un minivan in viaggio per Strasburgo il primo dei temi che accompagneranno la campagna elettorale per le europee del 26 maggio. E non è certo nuovo: è stato il refrain della campagna del 2014. La differenza sta nel fatto che adesso in Italia i Cinque Stelle sono al governo. E che modificare le regole europee, quei vincoli tabù cui i gialloverdi sono insofferenti da sempre, diventa cruciale anche in vista della prossima manovra economica, che avrà da scongiurare il mega aumento dell’Iva da 23 miliardi nel 2020 e da quasi 29 nel 2021. Di Maio lo dice chiaro e tondo: modificare i Trattati è necessario «per fare una legge di bilancio a fine 2019 ancora più importante per i cittadini.

Il vecchio ritornello del “cambiare i Trattati” accomuna il M5S al suo alleato interno che è anche avversario alle europee: la Lega di Matteo Salvini. Come già osservato su queste pagine, si tratta di partire all’assalto dei principali accordi oggi in vigore: il Trattato sull’Unione europea (Maastricht, come modificato da Lisbona nel 2007), il Trattato sul funzionamento

Page 5: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

dell’Unione europea e soprattutto il Fiscal Compact, cioè il Trattato intergovernativo sulla stabilità, sul coordinamento e sulla governance dell’Unione Europea firmato da 25 Paesi, tra cui l’Italia, il 2 marzo 2012, che ha imposto l’obbligo del pareggio di bilancio. Per farlo occorre un iter complesso, ancorato alla ratifica da parte di tutti gli Stati membri. La partita si gioca qui, su quanto le forze che premono per “cambiare l’Europa” in direzione anti-rigore riusciranno a diventare maggioritarie. Finora, come la vicenda della manovra, ha dimostrato, la destra dell’ungherese Orban e del cancelliere austriaco Kurz non ha mostrato aperture.

Ma al Movimento servono altre bandiere per differenziarsi dai sovranisti. La proposta di una tariffa unica per le autostrade con un abbonamento flat di 30-40 euro va in un’altra direzione cara ai Cinque Stelle: quella della lotta alle rendite, vere o presunte, per favorire il “popolo”. Il M5S tornerà alla carica anche sui tagli agli sprechi e alle “spese pazze” degli organismi Ue, a cominciare da stipendi e pensioni e dalla doppia sede dell’Europarlamento, che si chiede di ridurre a una. «Secondo il rapporto Fox-Hafner dello stesso Parlamento europeo - ha ricordato il vicepresidente pentastellato Fabio Massimo Castaldo - i costi di questo spreco europeo ammontano tra i 156 e 204 milioni, ovvero un importo equivalente a circa al 10% del bilancio annuale del Parlamento. Si tratta di 1 miliardo di euro a legislatura che possiamo restituire ai cittadini».

Anche sull’ambiente il M5S proverà a puntare ancora, forte della rinnovata promessa “no-Triv” interna e della proposta di Piano nazionale integrato per l’Energia e il Clima appena inviata all’Europa. Ma finora la performance interna con l’Ilva e il sì al Tap ha deluso le attese, e il nodo Tav è tutto ancora da sciogliere. Gli ambientalisti potrebbero non rispondere alla chiamata alle armi.

Resta fermo il richiamo sempreverde alla democrazia diretta, che potrebbe essere il vero collante per la ricerca (faticosa) di alleati: finora è il trait d’union con i polacchi di Kukiz’15, formazione di destra contraria all’aborto e alle unioni gay, i croati di Scudo Umano e i finlandesi liberisti di Liike Nyt. Con i gilet gialli - a cui come agli altri

Di Maio ha offerto l’uso della piattaforma Rousseau a titolo gratuito - i primi abboccamenti sono caduti nel vuoto. Ma chissà che il tentativo di ravvivare la carica anti-sistema del Movimento, incarnato più da Di Battista che da Di Maio, non faccia breccia.

Page 6: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Diamanti, soldi e incontri a Palazzo Chigi per addomesticare le inchieste: arrestati due magistrati di Ivan Cimmarusti

14 gennaio 2019

Ho consegnato circa 300mila euro in contanti al giudice Antonio Savasta e 2 milioni di euro al pm Michele Nardi». Una ammissione, quella dell’imprenditore pugliese Flavio D’Introno, che ha consentito ai pm di Lecce, u di arrestare due magistrati in forze al Tribunale e alla Procura di Roma: il giudice Antonio Savasta e il pubblico ministero Michele Nardin tempo in forze alla Procura di Trani. Secondo il gip, Nardi avrebbe attuato metodi stile «’ndrangheta» per ottenere denaro, mentre Savasta avrebbe addirittura incontrato a Palazzo Chigi l’allora sottosegretario Luca Lotti per addomesticare una indagine d’interesse dell’imprenditore Luigi Dagostino, già imputato a Firenze per false fatturazioni con i genitori di Matteo Renzi.

Rolex e diamanti per addomesticare i processi in Cassazione Stando agli atti d’indagine Nardi «millantando credito presso i giudici del Tribunale di Trani componenti il collegio che giudicava il processo Operazione Fenerator», d’interesse dell’imprenditore Flavio D’Introno,«si faceva consegnare plurime utilità quale prezzo della propria mediazione con il pretesto di dover comprare il favore dei giudici, utilità consistite in un viaggio a Dubai del valore di 10mila euro; l’esecuzione a spese del D’Introno, che forniva materiale e manodopera, dei lavori di ristrutturazione dell’immobile di proprietà del Nardi sito in Roma (...) per un importo pari a circa 120-130mila euro; nell’importo di circa 600mila euro, come corrispettivo mai pagato dei lavori di ristrutturazione della villa di proprietà della moglie» di Nardi. Secondo le indagini il pm avrebbe tentato di farsi consegnare complessivi 2 milioni di euro. La paventata influenza sarebbe giunta anche in Corte di Cassazione. Per questo Nardi si sarebbe fatto dare da D’Introno anche «un Rolex Daytona acquistato il 16 maggio 2016 in prossimità di una delle udienze e costato 34mila 500 euro» oltre a «due diamanti ciascuno del valore di 27mila euro».

I rapporti con i servizi segreti deviati e la massoneria Stando agli atti giudiziari Nardi avrebbe minacciato D’Introno «in più occasioni», facendo riferimento «ai suoi rapporti con la massoneria e servizi segreti deviati, rappresentando a D’Introno che gli sarebbe bastato uno schiocco di dita per farlo sparire, così costringendolo a continuare a versare le utilità da lui pretese (complessivamente ammontanti a circa 1 milione e mezzo di euro, tra contanti, regali e lavori di ristrutturazione per le case di sua proprietà)».

Page 7: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Secondo l’accusa avrebbe usato «minacce di morte», per indurre D’Introno a «non rivelare i loro illeciti rapporti».

Borse di Louis Vuitton Secondo l’interrogatorio di una donna, M.C., amica di D’Introno, Nardi avrebbe chiesto anche borse di Louis Vuitton come prezzo della corruzione. Non solo. La donna racconta di un episodio: «Ricordo un pomeriggio quando D’Introno venne a prendere il caffè a casa nostra (...) lui doveva andare a prendere i soldi. Quando tornò D’Introno entrò in casa e aveva un mazzo di banconote da 500 e da 200 euro. Io gli chiesi come mai avesse tutti quei soldi addosso e D’Introno mi rispose “domani devono già volare”, spiegando che il giorno dopo sarebbe andato a Roma da Nardi a portargli i soldi. Ricordo che disse pure che Nardi glielo stava aggiustando il processo (Fenerator, ndr), ma imprecava dicendo che gli stava costando un sacco di soldi».

L’incontro con Lotti e l’indagine insabbiata Al pm Savasta è contestato anche di aver insabbiato un procedimento di interesse dell’imprenditore Luigi Dagostino, imputato di false fatturazioni con i genitori dell’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi.Secondo le indagini dei pm di Lecce, Savasta avrebbe insabbiato e ritardo l’esecuzione di una indagine a carico di Dagostino, ottenendo in cambio denaro. Ma non solo. A giugno 2015 «Luigi Dagostino procurava a Savasta -in quel periodo sottoposto a diversi procedimenti penali presso la Procura di Lecce e disciplinari presso il Csm e per tale ragione interessato a ottenere un incarico a Roma per potersi allontanare dalla Procura di Trani - un incontro, che sollecitava a Dagostino tramite Ruggiero Sfrecola, a Palazzo Chigi con Luca Lotti, all’epoca sottosegretario alla presidenza del Consiglio, incontro avvenuto il 17 giugno 2015 alle 17». Stando alle indagini il procedimento finisce insabbiato dopo il suo trasferimento a Roma.

Il verbale: Renzi combinò l’incontro Sarebbe stato Tiziano Renzi, il padre dell’ex presidente del Consiglio, Matteo, a combinare l’incontro tra l’imprenditore toscano Luigi Dagostino, l’allora pm di Trani Antonio Savasta e l’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti, avvenuto a Palazzo Chigi nel giugno 2015. A dirlo ai pm di Firenze è lo stesso imprenditore, interrogato nell’aprile 2018. Dagostino riferì di aver chiesto a Tiziano Renzi di incontrare Lotti perché il pm Savasta aveva in mente un disegno di legge sui rifiuti a Roma. Sul punto è stato successivamente sentito due volte lo stesso Lotti, ad aprile e a maggio 2018. «Ho una conoscenza superficiale di Antonio Savasta - spiegava Lotti ai pm - sicuramente me l’hanno presentato ma non ricordo chi, né in quale occasione». Lotti diceva di non ricordare l’argomento dell’incontro ma «di regola Dagostino - aggiungeva - mi parlava di suoi interessi a Firenze e delle sue attività riguardanti il the Mall e sul

Page 8: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

fatto che voleva costruire un centro commerciale in Puglia a Fasano», negando - rispondendo ad una specifica domanda del pm - di essere a conoscenza di «interessi» dello stesso Tiziano Renzi nel Mall a Fasano.

Fca, Manley: «Con ecotassa il piano di investimenti in Italia va rivisto» dal nostro inviato Mario Cianflone

14 gennaio 2019

DETROIT - Il primo Salone di Detroit per Mike Manley inizia nel segno dell'ottimismo. L'amministratore delegato di FCA, erede di Sergio Marchionne, all'inaugurazione della kermesse americana si è dichiarato ottimista per il 2019 annunciando un aumento della capacità produttiva e risultati attesi come il milione di esemplari venduti a livello mondiale da parte di Jeep. A margine del debutto delle nuove Ram 2500 e 3500, il Ceo di Fiat Chrysler Automobiles, accompagnato dal presidente John Elkann, si è dichiarato “molto ottimista” che la domanda di pickup truck a marchio Ram resti forte nel 2019.

Dubbi invece su cosa succederà in Europa nel corso dell'anno, a causa della Brexit. Mentre un altro aspetto che apre diversi interrogativi è l'introduzione dell'Ecotassa in Italia: il piano di investimenti in Italia potrebbe essere rivisto.

Nessuna preoccupazione per l'alleanza Volkswagen-Ford «Ci sono sempre state partnership in giro per il mondo. Non sappiamo nemmeno tutti i dettagli ancora che credo scopriremo nei prossimi giorni. Non sono preoccupato se la gente fa partnership, anche io ne ho»: è questa la risposta di Mike Manley sull'annuncio dell'alleanza tra Volkswagen e Ford attesa domani in occasione della seconda giornata del Salone di Detroit 2019.

Page 9: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Risparmio, costi al top d’Europa e raccolta in frenata Difficile», «complesso», «intenso». Basta scorrere gli aggettivi con cui i manager delle principali società italiane attive nel risparmio gestito hanno accompagnato i dati sulla raccolta 2018 pubblicati questa settimana per capire come l’anno appena concluso non sia stato una passeggiata per l’intera industria. Se i dati definitivi di Assogestioni lo confermeranno, come è probabile, gli ultimi 12 mesi, pur positivi, faranno segnare il dato peggiore da quando nel 2013 è iniziata la riscossa del settore, mentre il patrimonio gestito potrebbe ridursi per la prima volta dal 2011. A crescere, o quantomeno a non diminuire rispetto al recente passato, sono invece le commissioni caricate sui fondi: una circostanza che non farà certo piacere ai clienti che hanno visto invece erodere i propri risparmi da dodici mesi di magre performance, e che con Mifid 2 saranno ancora più consapevoli dei costi sostenuti.

IL CONFRONTO EUROPEO SU COSTI E RENDIMENTI DEI FONDI Rendimento annuo lordo dei fondi azionari europei in un orizzonte di dieci anni (scala sinistra, istogrammi) e impatto dei costi sul rendimento lordo (scala destra, pallino). Fonte: ESMA

Il nodo delle commissioni è sotto gli occhi di tutti, per i fondi comuni in generale e nello specifico per i Pir che hanno vissuto una stagione di riflusso dopo il boom del 2017, ma è stato rimesso in evidenza dal primo rapporto annuale che mette a confronto costi e performance del risparmio gestito in Europa pubblicato due giorni fa da Esma. L’immagine dell’Italia non esce infatti particolarmente bene dal quadro dipinto dall’authority europea di sorveglianza dei mercati finanziari: il prezzo dei prodotti è superiore alla media continentale e soprattutto incide in maggior misura sulle performance finali.

Prendendo per esempio il decennio 2008-2017, nel complesso favorevole all’intero mondo degli investimenti, i costi degli strumenti azionari venduti alla clientela retail in Italia (incluse le commissioni di sottoscrizione e riscatto) hanno infatti impattato per il 37% sulle performance lorde quando la media europea si è fermata ad appena il 24 per cento. Solo Spagna e Austria restano su livelli simili, mentre il nostro Paese primeggia purtroppo nel caso dei fondi

Page 10: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

obbligazionari (33,5% contro una media del 27%) che poi sono di gran lunga i più acquistati dai clienti con una quota del 30% dell’ammontare complessivo.

Quando si sofferma sulle cause del caro-fondi italiano Esma, la cui analisi si basa su precedenti studi della Banca d’Italia e della Consob, punta il dito sulle caratteristiche della struttura commissionale (in alcuni Paesi i costi sono decrescenti rispetto all’ammontare investito), sul quadro normativo (da noi più restrittivo), sulla struttura del mercato (sbilanciato sui bond anziché sulle azioni) e naturalmente sui canali di distribuzione (le retrocessioni rappresentano il 70% dei costi considerati). Un ulteriore aspetto da considerare è la dinamica nel tempo delle commissioni, che non sembrano ridursi negli ultimi anni.

Guardando per esempio i Pir, la sola Banca Mediolanum (i cui costi erano peraltro fra i più elevati) è intervenuta quest’anno con una limatura e il livello complessivo ponderato resta pari all’1,55% secondo le rilevazioni di Plus24. Allargando la platea dei prodotti lo scenario non cambia: anche qui la media ponderata delle spese operative e gestionali dei fondi autorizzati alla vendita retail in Italia e censiti da Morningstar si è mantenuta poco sopra l’1,3% negli ultimi 3 anni.

Inserendo il tema dei costi in uno scenario più ampio, che comprende da una parte la maggior consapevolezza degli stessi risparmiatori su questa voce grazie a Mifid 2 e dall’altra le performance negative dei fondi negli ultimi 12 mesi accompagnate alle perduranti tensioni sui mercati, non resta quindi difficile capire il giudizio degli operatori del settore sul 2018 appena concluso. Per i dati complessivi sulla raccolta occorrerà attendere ancora qualche settimana, già il bilancio di novembre parlava però di flussi netti ancora positivi (poco meno di 9 miliardi di euro) ma drasticamente ridotti rispetto ai 5 precedenti anni, durante i quali la media aveva addirittura sfiorato i 100 miliardi.

Le anticipazioni fornite questa settimana dalle cinque società quotate a Piazza Affari del settore confermano la tendenza: tranne FinecoBank (in aumento del 4%), Azimut, Banca Generali e Mediolanum hanno subito quest’anno riduzioni della raccolta netta comprese fra il 23% e il 35% rispetto a un 2017 che a onor del vero aveva rappresentato un’eccezione in positivo, mentre se si escludono le gestioni assicurative Anima ha più che dimezzato gli afflussi negli ultimi dodici mesi. E quando si guarda all’intero patrimonio gestito. complici le performance negative di quasi tutte le asset class, il 2018 potrebbe passare alla storia come il primo anno dal 2011 in cui il valore complessivo all’interno dell’industria italiana subisce una (se pur lieve) contrazione.

Si moltiplicano insomma i segnali di attenuazione, se non di un vero e proprio prosciugamento, di quella che molti hanno definito «onda lunga» del risparmio

Page 11: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

gestito italiano: una tendenza finora continua negli ultimi anni e guidata da una parte dal dirottamento verso i fondi di gran parte del denaro proveniente dai titoli obbligazionari, divenuti meno redditizi nell’epoca dei tassi zero, e dall’altra dal processo di digitalizzazione in atto nella stessa industria. Nel 2019 non ci sarà forse la crisi del settimo anno che qualcuno vede ormai alle porte, ma è molto probabile che al ritiro della marea non tutti gli operatori saranno in grado di procedere nella stessa direzione e con il medesimo passo come è avvenuto

Tenere le azioni per cogliere il rimbalzo di Ken Fisher

14 gennaio 2019

A seguito di un tetro 2018, gli investitori temono scarsi rendimenti nel 2019: questo non deve distogliervi dal vedere un futuro radioso, per il mondo e per l'Italia. Quest’anno i titoli azionari globalmente dovrebbero registrare un rialzo del 15%, 25% o più, grazie alla combinazione di una ripresa a forma di “V” e un contesto politico in una fase favorevole. Bando alla negatività; è il momento di detenere azioni nei propri portafogli per coglierne i benefici.

Prendiamo in considerazione i danni recenti. Il MIB è sceso del 13,2% nel 2018 e del 23,2% rispetto al picco del 7 maggio – in un territorio tipico di un mercato ribassista. E le azioni dell'Eurozona? Lo scorso anno in calo del 12,7% . Le azioni globali sono andate meglio, con un ribasso comunque del 4,1%. Il risultato: un sentimento di sfiducia a livello globale. Gli americani temono la Fed, curve dei rendimenti invertite, la Cina, i dazi, Trump e un calo dei prezzi del petrolio. Gli europei temono una contrazione del Pil tedesco e italiano, la fine dell’acquisto degli asset da parte della Bce, la Brexit, i dazi e il populismo. Il 2018 è stato un festival globale della paura. Gli investitori hanno ruminato ripetutamente gli stessi pensieri.

Dimenticate tutto ciò. I mercati hanno prezzato anticipatamente gran parte di tutto questo, molto tempo fa. Seppur ampiamente sottotraccia, la flessione di dicembre è ascrivibile a centinaia di hedge-fund negli Usa i quali si sono affrettati a liquidare e chiudere entro la fine dell’anno senza sapere che anche

Page 12: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

altri erano obbligati a vendere, preferendo la velocità al prezzo. Inosservato, tutto questo ha causato il panico e un drastico calo – posto su un diagramma, sul lato sinistro di una V. Ma tutto questo è finito e le azioni dovrebbero compiere un balzo verso l’alto nel lato destro della V.

Generalmente gli anni negativi precedono anni che si possono definire da positivi a fantastici. La breve storia del MIB offre scarsi dati per compiere un’analisi. Tuttavia, dal 1925, il rendimento medio dell’indice americano S&P 500 (espresso in dollari statunitensi) ha raggiunto il 12,4% nell’anno successivo ad un anno negativo. Si sono verificati anni negativi in serie, ma solo durante recessioni globali o una guerra su vasta scala.

Le azioni mondiali hanno appena registrato il secondo peggior dicembre della storia, e il ventesimo peggior mese di sempre! Eppure, solo cinque Paesi sviluppati hanno visto il loro Pil del terzo trimestre contrarsi, compresa la minuscola contrazione su base trimestrale dello 0,1% dell’Italia. Gli utili su scala globale nel 2018 sono cresciuti, mentre i prezzi sono scesi comportando una contrazione delle valutazioni. In America, gli analisti stimano una crescita degli utili del 20,4% nel 2018, con una crescita ulteriore nel 2019. Dal 1996, ogni anno caratterizzato da un calo delle valutazioni è stato seguito da valutazioni in rialzo nell’anno successivo. Una espansione generalizzata unita ad una crescita degli utili indica un brillante 2019.

Lo stallo politico regna ovunque nel mondo, un contesto che le azioni apprezzano. Tale inattività comporta che le imprese non devono temere nuovi fattori politici che sfuggono al loro controllo. In Germania, Francia, Spagna e, sì, anche in Italia, i leader sono privi dell'influenza necessaria per varare alcunché. Pensate a quanto bonariamente si è concluso il battibecco per il budget italiano. Le elezioni legislative di novembre in America hanno generato un governo diviso, accrescendo così lo stallo. Inoltre, il 2019 è il terzo anno del Presidente Trump (storicamente, il migliore nel ciclo politico americano di quattro anni, quando i politici presentano le loro proposte per essere rieletti). A partire dal 1925 nel corso del terzo anno di presidenza in America i rendimenti sono positivi il 91,3% delle volte (con una media del 17,8% e nessun anno negativo dal 1939).

Detenete quindi titoli azionari nei vostri portafogli. Guardate al futuro. Il breve termine è volatile, ma i mercati non vi faranno attendere a lungo per un po’ di chiarezza. Pertanto stringete i denti e tenetevi forte, perché un rimbalzo a forma di “V” farà schizzare le azioni verso un 2019 più sereno

Page 13: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Enel, primo green bond dell’anno: colpo da un miliardo di euro di Mara Monti

15 gennaio 2019

Il primo green bond dell’anno porta il nome dell’Enel. La società italiana ha aperto il mercato delle obbligazioni verdi collocando un miliardo di euro e ricevendo richieste per 4,2 miliardi di euro per il titolo con scadenza 6,5 anni e uno spread di 135 punti base sopra il tasso midswap di riferimento. Un buon inizio d’anno se si pensa che nel 2018 il mercato si è mostrato molto debole a causa di una combinazione di circostanze negative che vanno dai titoli in scadenza alla volatilità. Tutti fattori che hanno smorzato la crescita delle emissioni di green bond dopo la corsa degli ultimi anni, che ha visto triplicarne il volume: lo scorso anno sono state registrate emissioni per 112 miliardi di euro rispetto ai 137 miliardi del 2017 con 217 emittenti contro i 255 dell’anno precedente, secondo un report di Société Générale.

Il report riporta che a sostenere il mercato dell’asset class dei bond sostenibili sono ancora i green bond con l’80% delle emissioni, guidati dalla Francia, dal Belgio, dall’Irlanda e dalla Polonia. Utilities e Real Estate sono stati i settori più attivi nell’ultimo anno.

La recente volatilità ha già spinto alcuni potenziali emittenti di obbligazioni verdi a rimandare i collocamenti, secondo Farnam Bidgoli, responsabile delle obbligazioni sostenibili Emea di HSBC Holdings Plc, citato da Bloomberg. Nuovi collocamenti potrebbero trovare fattori di crescita tra i produttori di automobili che finanziano lo sviluppo di auto elettriche. Come pure nelle vendite sovrane e sub-sovrane dei governi spagnoli, francesi e polacchi.

I Paesi Bassi hanno già delineato il piano per il primo green bond in agenda nel secondo trimestre, mentre Cinco Dias ha riferito che il Tesoro spagnolo starebbe preparandosi ad emettere la sua prima nota verde spagnola.

Le risorse gestite da fondi verdi in Europa sono raddoppiate dal 2013 a oltre 32 miliardi di euro e non diminuirà l’intensità nei prossimi anni. Anche perché secondo gli analisti, l’allentamento del Quantitative easing non condizionerà le emissioni di green bond. «Non credo che il QE sia importante in termini di emissioni di obbligazioni verdi», ha dichiarato Arnaud-Guilhem Lamy, senior portfolio manager di BNP Paribas Asset Management. Le vendite di bond verdi in Europa vedranno ancora “una crescita a due cifre”, ha affermato.

Page 14: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Secondo Agustin Martin e Michael Gaynor, analisti del Banco Bilbao Vizcaya Argentaria SA, le vendite di obbligazioni green potrebbero essere sostenute anche dalla politica della UE e da nuovi strumenti di rating di credito per avere maggiore trasparenza.

Altre forme di finanziamento verde possono prendere la forma dei prestiti e dei covered bond mentre le banche stanno sviluppando nuovi metodi per collegare il debito con gli standard ambientali. Verbund AG, la più grande utility austriaca, ha firmato un prestito quinquennale di 500 milioni di euro con costi di finanziamento legati ai rating di sostenibilità all'inizio. Anche S&P’s lo scorso mese ha evidenziato “un grande potenziale di crescita” per il mercato verde CLO.

Tali strumenti riflettono il modo in cui l'industria finanziaria sta cominciando ad accettare l'idea del cosiddetto “debito ambientale” dell’investimento. Questa crescente familiarità di mercato potrebbe anche incoraggiare un maggior numero di finanziatori a sfruttare la crescente domanda di investimenti verdi. «Il mondo sta diventando un po 'più verde - ha detto Patrick Wuytens, capo del sindacato di alta qualità di ING NV -. La base di investitori sta crescendo e l'interesse degli emittenti è stimolato da un numero crescente di «vincoli verdi di successo», ha affermato.

LAVORI PUBBLICI

Toninelli in aiuto degli appalti di Roma: a fare le gare sarà il Provveditorato Massimo Frontera

Intesa Mit-Comune per aprire i cantieri. Rebecchini (Acer): finora bloccati lavori per 230 milioni, dare priorità alle gare incagliate

Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli vola in soccorso della sindaca di Roma, Virginia Raggi, per cercare di superare la paralisi degli appalti. Venerdì scorso il Mit ha annunciato un accordo con Roma Capitale che - spiega un

Page 15: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

comunicato - consentirà a quest’ultima di delegare al Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio le «funzioni di stazione appaltante e centrale di committenza per Roma Capitale, così da accelerare l'avvio di lavori importantissimi e inderogabili ed evitare le lungaggini amministrative e burocratiche che da troppi anni hanno, di fatto, bloccato la Capitale». «Il team messo in campo dal Provveditorato - prosegue la nota - gestirà integralmente la realizzazione delle opere, dalla progettazione alla direzione lavori fino alla consegna degli interventi realizzati».

La situazione nella Capitale ha superato da tempo il livello di guardia per vari motivi, uno dei quali è la indisponibilità dei funzionari capitolini a ricoprire il ruolo di commissari di gara (per evitare di dover prendere decisioni discrezionali sugli affidamenti), bloccando lavori di riqualificazione e manutenzione stradale. La tragica condizione delle strade capitoline ha partorito anche l’idea di utilizzare il genio civile dell’esercito, soluzione che sembra in parte rientrata, anche se nella legge di Bilancio la norma ad hoc è rimasta (articolo 1, comma 933). Venerdì scorso, infine, è arrivata la soluzione istituzionale: sarà il ministero delle Infrastrutture, attraverso il provveditorato alle opere pubbliche, ad aiutare l’amministrazione di Roma Capitale sulle procedure di affidamento degli appalti.

Quali procedure? In che tempi? Con quali soldi? E, soprattutto, su quali appalti: quelli nuovi o anche quelli già banditi e ancora non aggiudicati? Peraltro, su questo specifico accordo, diversamente dal passato, non è previsto alcun ruolo dell’Anac (anche se resta in piedi sia l’accordo di vigilanza collaborativa, già stipulato, sia la collaborazione specifica, tutt’ora in corso, sui bandi per il Giubileo). La convenzione attuativa, per lavori e servizi di ingegneria Il Mit spiega che il primo passo sarà quello di sottoscrivere una convenzione, che non è stata ancora né firmata, né definita nel dettaglio e alla quale si lavorerà a partire da questa settimana. «Sarà una convenzione quadro - spiega il provveditore alle opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, Federico Vittorio Rapisarda - sarà cioè generale, con la possibilità, da parte del comune di Roma, di attivarla ogni volta lo riterrà, delegando al Provveditorato, per ciascun intervento, una o più funzioni di stazione appaltante». In altre parole, spiegano al Mit, il Provveditorato interviene attraverso una sorta di lettera di incarico in cui viene autorizzato, e allo stesso tempo invitato, a svolgere, per esempio, le funzioni di stazione appaltante, di direttore dei lavori e/o di collaudatore. La durata della convenzione non è stata ancora definita: «nei prossimi giorni - spiega il Provveditore - definiremo la durata». Ma non è escluso che possa restare aperta, cioè senza termine di scadenza. Di certo, non sarà

Page 16: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

limitata ai lavori. «La convenzione - precisa infatti Rapisarda - riguarderà i lavori con possibilità di estensione anche ai servizi di ingegneria». Sugli appalti già banditi, la procedura sarà completata dal Comune «Il Provveditorato - è sempre Rapisarda che parla - non conosce ancora quali saranno i primi appalti» per i quali sarà chiamato a occuparsi. Dalle prime spiegazioni che filtrano dal Mit l’accordo riguarderà sicuramente tutti i nuovi appalti da bandire. Non è ancora del tutto chiaro se invece potrà essere esteso “retroattivamente” anche alle tante gare bandite e con offerte presentate, ma non ancora aggiudicate a causa della difficoltà - come si diceva prima - di comporre le commissioni giudicatrici. Dal Mit spiegano che, al momento, l’intesa prevede che sulle gare già bandite sia il Comune a completare la procedura. Tuttavia, aggiungono al Mit, questa netta delimitazione non è stata ancora messa nero su bianco. Gli appalti nella Capitale: 230 milioni di lavori bloccati Le buche sulle strade, oltre a essere un validissimo indicatore di incuria e incapacità amministrativa, sono solo la punta dell’iceberg. L’Acer, l’associazione dei costruttori romani aderente all’Ance, ha messo in fila una serie lunga così di gare ferme oppure annunciate e mai bandite, oppure ancora bandite e aggiudicate ma con lavori mai partiti. In cima alla lista c’è la gara da 80 milioni di euro in 12 lotti per la manutenzione della grande viabilità capitolina: la gara è di due anni fa, i lavori sono stati aggiudicati solo recentemente e i cantieri non si vedono ancora. L’Acer segnala poi un vero e proprio “fossile”: l’appalto per realizzare il programma di housing sociale F555 a Pietralata da 60 milioni, bandito nel 2011. Risale addirittura al marzo 2009 la gara da 2,5 milioni di euro per il raddoppio della Tiburtina (tra Via Cervara e Via Tivoli), anche questa scomparsa dai radar. Passando dalla periferia al centro storico la situazione non cambia: nell’ottobre del 2016 il Comune ha mandato in gara, nell’ambito delle opere per il Giubileo, la riqualificazione di Piazza Venezia e Piazza Aracoeli. Una gara da 4,5 milioni di euro con offerte presentate ma non ancora aggiudicata. Rebecchini (Acer): l’accordo? Una buona notizia “auspicata” L’intesa romana con il provveditorato è una «sorpresa auspicata da tempo». «Mi auguro che questa soluzione possa essere applicata in primissima battuta alla conclusione degli iter delle gare non ancora concluse, al fine di poter avviare i cantieri». Il presidente dei costruttori romani Nicolò Rebecchini accoglie con soddisfazione la novità ufficializzata lo scorso venerdì da Mit, ma spera che lo strumento venga utilizzato a partire dalle emergenze aperte, non solo su quelle prossime venture. «Ci auguriamo - ribadisce - che questo protocollo con il provveditorato metta in condizione l’amministrazione di sbloccare queste procedure, supportandola con le commissioni di gara e le commissioni di collaudo e in generale con tutta la parte di natura tecnico-professionale necessaria a concludere le gare e aprire i cantieri». «Mi auguro proprio -

Page 17: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

ribadisce il presidente dei costruttori romani - che si parta da lì: dalle gare che non sono state completate dalle commissioni dell’amministrazione comunale». «Naturalmente - aggiunge Rebecchini - mi auguro anche che l’amministrazione riprenda in mano la situazione e torni quanto prima a gestire direttamente le procedure».

La Repubblica

Terremoto magnitudo 4,6 con

epicentro a Ravenna. Paura in

Veneto. Lievi danni, oggi scuole

chiuse

La scossa ha colpito la zona tra Forlì e Cesena ed è stata avvertita

anche a Bologna. La terra ha continuato a tremare per tutta la notte

15 gennaio 2019

Paura nella notte a Ravenna e in Romagna per un terremoto di magnitudo 4,6 con

epicentro 11 chilometri a est di Ravenna, a una profondità di 25 chilometri. Il sisma (3

minuti e 57 dopo la mezzanotte) ha colpito l'intera zona compresa tra Cesena e Forlì. La

scossa è stata avvertita in molte zone del Centro Nord e del Nord Est, da Bologna fino in

Veneto.

La terra ha tremato da Padova a Venezia per alcuni secondi. Molte persone, impaurite,

Page 18: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

hanno abbandonato le case e sono scese in strade. Centinaia le chiamate ai centralini dei

vigili del fuoco.

Il sindaco di Ravenna, Michele de Pascale ha subito convocato il centro operativo comunale. Il

comune ha poi fatto sapere che sono stati segnalati danni di lieve entità, e che le scuole

resteranno chiuse oggi in via precauzionale. Il Comune di Cervia ha disposto, in via cautelativa,

sopralluoghi in tutte le scuole comunali.

Il videomessaggio del sindaco di Ravenna

"Abbiamo ponderato, ma abbiamo preso la decisione di chiudere tutte le scuole di ogni ordine e grado, dagli asili nidi all'università. Questo perché l'evento sismico è stato di una gravità importante. E perché prima di far entrare i nostri bambini e i nostri ragazzi all'interno delle nostre scuole vogliamo avere la certezza che vengano fatti tutti i controlli necessari a far sì che siano in totale e assoluta sicurezza". Lo ha spiegato in un videomessaggio diffuso nella notte il sindaco di Ravenna, de Pascale, dopo il terremoto di magnitudo 4.6 che ha colpito la Romagna. "Sappiamo - ha aggiunto - che questa decisione può creare qualche disagio nelle famiglie, qualche difficoltà a conciliare il lavoro e il fatto di avere i figli a casa, però la loro sicurezza e incolumità vengono prima di qualsiasi disagio. Vi chiediamo comprensione, queste sono le ragioni che ci hanno portato a operare questa scelta. Eseguiti tutti i controlli daremo puntuali informazioni sull'esito e sullo stato di tutti i principali edifici del nostro territorio".

Lo sciame sismico

La terra ha continuato a tremare nella notte lungo la costa romagnola. Una scossa, di magnitudo 2,1, ha riguardato la costa ferrarese 17 minuti dopo mezzanotte. Un'altra è stata registrata in Romagna a mezzanotte e 29 minuti di magnitudo 3 con epicentro 9 chilometri a nord-ovest di Cervia a una profondità di 22 chilometri. Un'altra di magnitudo 2,2 ha colpito la Costa Ravennate all'1.45. Altra scossa di magnitudo 2 alle 4,44 a 7 chilometri a sud ovest di Ravenna a una profondità di 21 chilometri. L'ultima alle 4,57 di magnitudo 2 a 6 chilometri a nord est di Russi (Ra) a una profondità di 23 chilometri

Ingv: "Scossa in zona ad alto rischio sismico"

Il terremoto è avvenuto in un'area considerata ad alta pericolosità sismica, spiega l'Istituto

nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv). La sismicità storica dell'area - riporta l'Ingv sul

suo sito web - non riporta eventi significativi dove si è verificata la scossa, ma nelle aree

circostanti si sono avuti terremoti superiori a magnitudo 5.

Se si osserva invece la storia sismica della città di Ravenna, diversi terremoti hanno

prodotto intensità pari o superiori al sesto grado della scala Mercalli-Cancani-Sieberg

(Mcs), quindi al di sopra della soglia che produce danno agli edifici. La massima intensità

Page 19: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

storica, pari al settimo-ottavo grado, si è avuta in occasione del terremoto del 22 giugno

del 1620.

In gommone fra Tunisi e Lampedusa,

14 fermi. La Finanza sequestra il

tesoro degli scafisti

Sigilli a un ristorante di Mazara, a una casa bunker e a un’azienda

agricola. Bloccati beni per tre milioni di euro. L'organizzazione era

riuscita ad impossessarsi di imbarcazioni già sequestrate

di SALVO PALAZZOLO

Il capo dell’organizzazione che gestiva i viaggi clandestini fra Tunisi e Lampedusa dirigeva le operazioni dal suo bel ristorante di Mazara di Vallo, il “Bellavista”, sul lungomare Giuseppe Mazzini. Fadhel Moncer, tunisino da anni residente in Italia, è stato fermato questa notte dai finanzieri dal nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo assieme ad altre 11 persone. Due sono i ricercati. La procura di Palermo ha fatto scattare un nuovo fermo per gli scafisti che continuavano a gestire gli sbarchi “fantasma”, a bordo di potenti gommoni, alcuni già sequestrati dalla Guardia costiera. Tremila euro per un viaggio, come già documentato anche in altre indagini, perché le organizzazioni degli sbarchi “fantasma” sono diverse. Questa volta, però, l’inchiesta della Finanza va oltre. Scatta il sequestro per il tesoretto degli scafisti. Tutto in Sicilia. Il provvedimento firmato dal procuratore Francesco Lo Voi, dall'aggiunto Marzia Sabella, dai sostituti Gery Ferrara, Claudia Ferrari e Federica La Chioma pone i sigilli al ristorante di Mazara, a una casa bunker, che si trova a Marsala, a un un’azienda agricola. Sequestrati pure un cantiere nautico, due pescherecci e vari conti correnti su cui transitavano in modo vorticoso i profitti dell’organizzazione.

In gommone fra Tunisi e Lampedusa, 14 fermi: la Finanza sequestra il tesoro degli scafisti

Gli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria guidati dal colonnello Cosmo

Virgilio sono adesso a caccia di altri insospettabili complici degli scafisti, che puntavano a

nuovi investimenti. Alcuni dei fermati stavano fuggendo in Tunisia, sono stati bloccati al

porto di Palermo con 30 mila euro in contanti nascosti nell'auto. Il provvedimento riguarda

cittadini stranieri, ma anche sette italiani, che gestivano con l'organizzazione il trasporto di

sigarette di contrabbando.

Page 20: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Il gruppo guidato da Fadhel Moncer seguiva la rotta Tunisi-Lampedusa anche diverse

volte alla settimaneza. E poi utilizzava delle piccole imbarcazioni per il trasbordo nella

zona di Mazara del Vallo. Di recente, il gruppo era riuscito a impossessarsi anche di alcuni

gommoni già sequestrati e portati a Lampedusa. "Questo si vede che comanda - dicevano

alcuni complici parlando del capo - questo è cornuto, come acciaio, parola d'onore". Nelle

intercettazioni, Moncer si vantava di aver corrotto alcuni ufficiali della polizia tunisina, per

far scarcerare uno suo uomo arrestato. E, intanto, gestiva anche altri affari. Qualche

tempo fa, era stato indagato per traffico d'armi.

Traffico di rifiuti e roghi tossici nel

Lazio: 57 indagati

I carabinieri hanno sequestrato 25 autocarri

15 gennaio 2019

ROMA. Operazione "Tellus" (terra): traffico illecito di rifiuti e roghi tossici. Sono 57 gli indagati e 25 gli autocarri sequestrati dai carabinieri della sezione di Polizia Giudiziaria della Procura di Roma e i carabinieri Forestali che stanno eseguendo un'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Roma su richiesta della locale Procura della Repubblica - Direzione Distrettuale Antimafia.

Le 57 persone sono accusate, a vario titolo, di traffico illecito di rifiuti, associazione per delinquere

finalizzata al riciclaggio e ricettazione di veicoli e truffa in danno delle assicurazioni, simulazione di

reato.

L'ordinanza dispone: 15 arresti (6 custodie cautelari in carcere e 9 arresti domiciliari) 3 obblighi di

presentazione quotidiana in caserma, 12 divieti di dimora nel territorio della Provincia di Roma,

oltre al sequestro preventivo di 25 autocarri utilizzati per il trasporto illecito di rifiuti ed 1 impianto di

autodemolizione.

Page 21: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

Rolex, viaggi a Dubai e diamanti: le

tangenti prese dai magistrati per

aggiustare le sentenze

Tra le carte spunta anche il ruolo di Tiziano Renzi che combinò

l'incontro tra l'imprenditore toscano Luigi D'Agostino, Savasta e

l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Luca Lotti

di GABRIELLA DE MATTEIS

C'è anche un incontro del pm Antonio Savasta con l'allora sottosegretario alla Presidenza del

Consiglio Luca Lotti nelle carte dell'inchiesta che ha portato in carcere il magistrato e il suo

collega Michele Nardi. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Lecce, Savasta, all'epoca pm a

Trani, alla ricerca di una sponda romana per ottenere il trasferimento, nel 2015 avrebbe chiesto

all'imprenditore toscano Luigi D'Agostino (pure lui coinvolto nelle indagini) di incontrare Lotti.

L'incontro con Lotti E a combinare l'incontro sarebbe stato Tiziano Renzi, il padre dell'ex presidente del Consiglio Matteo. Nell'aprile del 2018 è stato lo stesso imprenditore Dagostino, parlando con i pm toscani, a confermare la circostanza: "Fissai - ha fatto mettere a verbale - un appuntamento con Lotti tramite Tiziano Renzi, dicendogli che volevo portargli un magistrato che aveva interesse a mostrare una proposta di legge". Ad aprile e maggio del 2018 è stato ascoltato anche l'ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio che ha spiegato: "Ho una conoscenza superficiale di Antonio Savasta sicuramente me l'hanno presentato ma non ricordo chi né in quale occasione", aggiungendo come Dagostino, in generale, gli parlasse "di suoi interessi a Firenze e delle sue attività riguardanti il the Mall e sul fatto che voleva costruire un centro commerciale in Puglia a Fasano".

Savasta si sarebbe rivolto a Dagostino per ottenere l'incontro con Lotti e in cambio

avrebbe insabbiato le indagini su un giro di fatturazioni false che riguardavano le società

dell'imprenditore. E questo è solo uno dei filoni dell'indagine che ieri oltre all'ex pm di Trani

ha portato in carcere anche l'ex gip Michele Nardi. Centrale nell'inchiesta è la figura di un

altro imprenditore, Flavio D'Introno di Corato che avrebbe corrotto i due magistrati,

sperando in una soluzione positiva delle vicende giudiziarie che lo riguardavano. Ed è

stato lui stesso alla fine a rivelare lo spaccato di quella che, accusa il gip di Lecce

Giovanni Gallo, appare come una "giustizia asservita ai fini personali.

Le tangenti

"Ho consegnato circa 300mila euro in contanti a Savasta, un milione e mezzo comprensivo dei

Page 22: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

regali di Natale a Nardi" fa mettere a verbale l'imprenditore che racconta delle continue richieste di

denaro subite e delle rassicurazioni sull'esito positivo di un processo conclusosi poi con una

condanna. E Nardi (in servizio, al momento dell'arresto come pm a Roma) a chiedere, sempre

secondo D'Introno, "30mila euro" solo per un primo incontro. E poi ancora un viaggio a Dubai, il

pagamento dei lavori di ristrutturazione di un appartamento a Roma. Soldi e regali, come un Rolex

Daytona o due diamanti, ricevuti dal magistrato. Più o meno simile il sistema, racconta D'Introno,

ideato da Savasta che, ad esempio, riceve 20mila euro per aver avviato un'indagine, basata su

false testimonianze, che avrebbe dovuto scagionare l'imprenditore.

Le registrazioni

D'Introno diventa così un testimone chiave dell'inchiesta. Piegato dalle richieste di denaro, decide

di collaborare con i pm di Lecce ai quali consegna anche le registrazioni di alcuni colloqui avuti con

Savasta a novembre. Il pm è preoccupato, teme l'indagine che poi lo ha travolto. E all'imprenditore

consiglia la fuga. "Te ne devi andare, se viene fuori tutta questa roba ce ne dovremmo vergognare

a vita....Il merdaio tu non lo devi fare perchè sto in mezzo pure io" dice.

Ai carabinieri D'Introna alla fine confessa: "Con Savasta dovremmo incontrarci tra qualche giorno

perchè mi ha promesso di racimolare dei soldi, 50-60mila euro, per consentire di fuggire alle

Seychelles visto che ormai dal 3 ottobre la mia condanna è divenuta definitiva. Credo sia

dispiaciuto per me ma anche preoccupato dal fatto che io possa rendere dichiarazioni contro di

lui".

E' morto il sindaco di Danzica

accoltellato a un evento di

beneficenza

VARSAVIA - Non ce l'ha fatta Pawel Adamowicz, 53 anni, il sindaco di Danzica accoltellato la

sera del 13 gennaio durante un concerto di beneficenza di fronte a migliaia di persone. Il

popolare uomo politico, tra gli esponenti più in vista dell'opposizione al governo sovranista e

conservatore di Jaroslaw Kaczynski, era stato trasportato in ospedale in gravissime condizioni

e sottoposto a un intervento chirurgico che è durato cinque ore. È morto nella tarda mattinata di lunedì nell'ospedale dove era stato ricoverato e dove decine di

cittadini si erano messi in fila per donare il sangue e aiutare il loro sindaco. "Nonostante i nostri

sforzi non siamo riusciti a salvarlo", ha detto Thomasz Stefaniak, direttore del centro clinico

universitario di Danzica, dove il primo cittadino era ricoverato da ieri sera.

Page 23: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

L'uomo che ha accoltellato il sindaco si chiama Stefan W., ha 27 anni e secondo il vice ministro

dell'Interno, Jaroslaw Zielinsk, avrebbe sofferto in passato di disturbi mentali. Le indagini stanno

cercando di spiegare come l'uomo, che era appena uscito dal carcere dopo aver scontato una

condanna per rapina a mano armata in una banca, sia entrato in possesso di un pass per la

stampa che ha usato per accedere al palco.

Salito sul palco l'uomo ha colpito più volte il sindaco con un coltello gridando "Adamowicz è

morto". Il ventisettenne ha urlato di essere stato sbattuto in carcere e torturato pur essendo

innocente negli anni in cui l'ex partito di Adamowicz, Piattaforma civica, era al potere, tra il 2007 e

il 2015.

Il primo cittadino di Danzica stava partecipando al concerto conclusivo della raccolta nazionale di

fondi organizzata dalla fondazione Wosp (Grande orchestra caritatevole di Natale) che ogni anno

mette insieme milioni di euro da destinare all'acquisto di attrezzature ospedaliere.

Adamowicz era sindaco della città culla di Solidarnosc dal 1998. E l'anno scorso è stato rieletto

come indipendente con il 65 per cento dei consensi. Nell'amministrazione cittadina ha sempre

avuto posizioni progressiste, a sostegno dei diritti delle minoranze e della comunità lgbt,

diventando uno dei volti più noti del movimento dei sindaci polacchi che si oppone all'autoritarismo

della destra euroscettica.

l numero uno della Wosp, Jerzy Owsiak, oppositore delle politiche di destra del governo, ha puntato l'indice su quello che ha definito il clima di odio creato dal partito Diritto e Giustizia. Ha fatto riferimento alla campagna denigratoria nei suoi confronti, a un'animazione trasmessa dalla tv di Stato la settimana scorsa che aveva anche toni fortemente antisemiti. Owsiak vi era rappresentato come una figura d'argilla manipolata da un alto esponente di Piattaforma civica che accumulava i soldi che Wosp aveva raccolto e su una delle banconote compariva una stella di David. La rete pubblica si è poi scusata, visto il clamore e le proteste che l'animazione aveva scatenato.

Roma, l'annuncio di Raggi: "Al posto

del Tmb Salario prati, asilo nido e

biblioteca"

La sindaca sul suo profilo Facebook svela il rendering del progetto di

riconversione dell'impianto divenuto inagibile dopo il rogo del

dicembre scorso

Prato verde, biblioteca, asilo nido, una sala per gli incontri pubblici a disposizione dei cittadini, un edificio all'avanguardia dal punto di vista ambientale. È il nuovo centro direzionale Ama che realizzeremo al posto del vecchio Tmb Salario. Il Tmb Salario è l'impianto che è andato in fiamme lo scorso dicembre: un incendio sul quale indaga la Procura. La nuova sede ci permetterà di risparmiare circa 2,5 milioni di euro di affitto ogni

Page 24: IL SOLE 24 ORE 15... · più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret. Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori

anno". Virginia Raggi sul suo profilo Facebook svela il rendering del progetto di riconversione del Tmb Salario, andato a fuoco l'11 dicembre scorso e divenuto inagibile.

Quell'impianto gestiva oltre un quinto dei rifiuti di Roma e di alcuni Comuni limitrofi: era stato

realizzato nel 2009 a ridosso dell'abitato e a 50 metri da un asilo. Da quell'anno ha segnato la vita

di chi abita in zona. In campagna elettorale avevo garantito che lo avremmo chiuso entro l'inizio

del 2020 con l'aumento del sistema di raccolta 'porta a porta' e della differenziata. Quel maledetto

incendio dello scorso 11 dicembre ha messo in difficoltà il sistema e creato disagi in tutta la città.

Allo stesso tempo ha spinto ad anticipare i tempi della chiusura"

Roma, "La Grande Monnezza": dieci

giorni dopo il video cult ritorna il

mucchio selvaggio

Con Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, il regista e autore

teatrale Edoardo Erba aveva girato lo sketch comico della "Grande

monnezza" sullo sfondo di una muraglia indistinta di sacchetti di rifiuti

a largo Sperlonga, zona Cassia. Che fu subito ripulita dall'Ama ma che

oggi è tornata ad essere tale e quale. Ed Erba l'ha nuovamente

immortalata

di SIMONA CASALINI

Si intitolava "La Grande Monnezza" il video postato sui social una decina di giorni fa con due attrici

protagoniste, Angela Finocchiaro e Maria Amelia Monti, impegnate in uno sketch comico sulla

situazione della raccolta dell'immondizia nella Capitale, due milanesi precise impegnate nella

impossibile, e in quel contesto anche ridicola, raccolta differenziata tra cassonetti sepolti da ogni

oggetto. Un successone social, milioni le condivisioni e dopo poche ore quel mucchio selvaggio di

immondizia è sparito, portato via da camion dell'Ama velocemente messi in moto per evitare

ulteriori figuracce.