Il settImanale economIco del Gambero rosso Vendemmia 2015 ... · ta da Enrico Rossi, che potrebbe...

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tre bicchieri IL SETTIMANALE ECONOMICO DEL GAMBERO ROSSO CENSIMENTO In tre anni perso il 14% delle aziende vitivinicole. La fotografia Istat RUSSIA A rischio import di mosti e sfusi. L'ultimo passo verso l'autarchia. Produttori preoccupati pag.2 GUIDE Countdown per Vini d'Italia 2016. Ecco i Premi Speciali e le anticipazioni ESTERI Red blend, ultimo trend dagli Usa. Intanto l'import va giù, ma il Belpaese resiste pag.9 pag. 13 pag.14 anno 6 - n. 35 - 3 settembre 2015 VENDEMMIA 2015. L'ANNO DELLA RIPRESA VENDEMMIA L'Italia torna a crescere: +10%. Le previsioni regione per regione pag.16

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trebicchieriIl settImanale economIco del Gambero rosso

CENSIMENTOIn tre anni perso il 14% delle aziende vitivinicole. La fotografia Istat

RUSSIA A rischio import di mosti e sfusi. L'ultimo passo verso l'autarchia.Produttori preoccupati

pag.2

GUIDE Countdown per Vini d'Italia 2016. Ecco i Premi Speciali e le anticipazioni

ESTERIRed blend, ultimo trend dagli Usa.Intanto l'import va giù, ma il Belpaese resiste

pag.9 pag.13 pag.14

anno 6 - n. 35 - 3 settembre 2015

Vendemmia 2015. L'anno deLLa ripresa

VENDEMMIAL'Italia torna a crescere: +10%. Le previsioni regione per regione

pag.16

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Buone notizie per il settore biolo-gico in Italia. Secondo i dati diffusi dal Sinab, un ettaro su dieci sarebbe coltivato a regime bio, per un totale di 1,4 milioni di ettari e con un incre-mento superiore al 5,4% nel 2014. In particolare nell'ultimo anno sono stati oltre 80 mila gli ettari convertiti. In questo incoraggiante quadro, la viticoltura ha raggiunto quota 46,9 mila ettari con 25,5 mila in con-

versione, per un totale di 72,3 mila ettari. Ma non basta. Insieme alla superficie crescono anche operatori e consumi. Sono infatti 55,4 mila gli agricoltori bio certificati (+5.8% ri-spetto al 2013). Sul fronte consumi, i dati Ismea-Nielsen sottolineano un +11% per la vendita nella distribu-zione moderna (iper e supermercati, discount e libero servizio) per i pro-dotti confezionati. Una dinamica

che, certamente, è legata ad una cre-scita dell’offerta a scaffale, con il nu-mero di referenze che lo scorso anno ha registrato un incremento del 14%. A guidare la classifica dei più venduti ci sono derivati dei cereali (+18,9%) e ortaggi (+14,3%). Il vino registra un +5,9%, arrivando a pesare per lo 0,4% sul totale delle vendite bio. Prospettive rosee anche per il 2015, con una crescita che nel primo seme-stre dovrebbe aggirarsi tra il 15 e il 20% rispetto allo stesso periodo 2014, grazie soprattutto ad un graduale re-cupero del potere di acquisto delle famiglie. Dal canto suo, il Ministro dell'Agricoltura Martina fa sapere che fino al 2020 saranno investiti nel set-tore più di 1,5 miliardi di euro insie-me alle Regioni. E intanto a Bologna è tutto pronto per Sana, il salone in-ternazionale del biologico e del natu-rale (12-15 settembre), che quest'anno è direttamente collegato al Parco della Biodiversità dell'Expo di Milano.

Istat, in tre anni perso il 14% delle aziende vinicole e il 4,3% della superficieScende a 334.261 il numero delle aziende vinicole italiane nel periodo 2010-2013 e contemporaneamente diminuisce la superficie del vigneto italiano, che passa da 664 mila a 636 mila ettari (-4,3%). Il dato emer-ge dal report “Struttura delle aziende agricole”, diffuso dall'Istat, che certifica la perdita di oltre 54 mila aziende del comparto. Il calo del vitivinicolo si inserisce in un quadro generale di flessione sia del nu-mero delle imprese agricole, diminuito rispetto al censimento del 2010 del 9,2% a 1,47 milioni di unità (erano 2,4 milioni nel 2000 e 3,1 milioni nel 1982), sia della Sau-Superficie agricola utilizzata (-3,3%) e di quella totale (-2,4%). Un trend in atto da diversi de-cenni. Per contro, cresce la dimensione media aziendale che passa dai 7,9 agli 8,4 ettari. Dal punto di vista territoriale,è il Nord-ovest (-5,7%) assieme al Centro (-6,3%) a perdere più superfici. Tra le colti-vazioni, le ortive (-15,2%), il frumento duro (-12,8%) e quelle fruttifere (-8,4%) segnano i cali più importanti.In calo anche il numero di addetti (-8,1%) che, secondo l'Istat, è da at-tribuire a quello della manodopera familiare (-13%), conseguente alla chiusura i molte aziende di piccola dimensione. Le giornate di lavoro, invece, sono stabili, grazie al +14,3% della manodopera non familia-re. Si Conferma la struttura tipicamente familiare dell'azienda agrico-la italiana: le aziende a conduzione diretta sono il 92,9% e detengono l'80,3% della superficie. Infine, cresce di quasi il 50% il numero di aziende multifunzionali, gra-zie soprattutto a quelle che producono energia rinnovabile (21 mila), che in tre anni sono aumentate circa sei volte. In aumento anche le aziende bio (47 mila, di cui circa 60% tra sud e isole): la superficie, fa sapere l'Istat, passa da 6,1% a 7,7% del totale della Sau.

Primo stop della Corte di Giustizia Ue alla legge scozzese sul prezzo minimo dell'alcol

La Corte di giustizia europea boc-

cia la legge s c o z z e s e (approvata nel 2012) sul prez-zo minimo

d e l l ' a l c o l (50 pens per

unità alcoli-ca), approvata nel

2012 per far fronte ai rischi derivanti dagli abusi. Il provvedi-mento, secondo i giudici, rischiereb-be di violare le norme europee sul libero scambio. Non è questa l'ulti-ma parola, la sentenza finale è pre-vista entro il 2016. Nel frattempo, è arrivato il plauso del Ceev, l'asso-ciazione che riunisce gli industriali europei del vino: “L'abuso di alcol va affrontato con misure di comprovata effica-cia, come sta dimostrando la campagna per il consumo moderato”.

Biologico, crescono superfici, operatori e consumi. Viticoltura a quota 72 mila ettari

Mosti Mcr, lettera della Fivi alle Regioni: “no” all'arricchimento

Lotta al caporalato, arriva la rete del lavoro agricola

Una rete di lavoro per contrastare le irregolarità nei campi. È quanto

si prefigge il Mipaaf che, dal primo settembre, ha attiva-to, all'interno del pacchetto Campolibero, la “Rete del la-

voro agricolo di qualità”, a cui le aziende potranno accedere

attraverso il sito dell'Inps. Si tratta di una certificazione etica per chi rispet-

ta le regole in un periodo in cui il fenomeno del caporalato sta diventando sempre più preoccu-pante, abbracciando ogni ambito agricolo, dalla raccol-ta delle arance alla vendemmia. “Le aziende potranno così registrarsi ed essere valutate dalla Cabina di regia della Rete, che è presieduta dall’Inps” ha annunciato il ministro Maurizio Martina “Uno strumento operativo importante, che per la prima volta introduce un sistema di certificazione da parte dello Stato. Uno dei passi concreti, insieme al rafforzamento dei controlli che anche col ministro Poletti abbiamo già messo in campo. Sono tanti i fronti sui quali bisogna intervenire contro questa piaga antica e inaccettabile, a partire dall’aggressione patrimoniale di chi usa i caporali, con mezzi simili a quelli che si utilizzano nel contrasto alla mafia come le confische dei beni”.

“Finché si saprà che il decreto sull'arricchimento con mosti con-centrati e rettificati (Mcr) verrà comunque emanato, i produttori saranno spinti a produrre di più e magari con gradazioni più bas-se”. Così Matilde Poggi, presidente di Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti: 900 soci, 9 mila ettari e un fatturato da 600 milioni di euro) che ha scritto una lettera agli assessorati all'agricoltura delle regioni e pro-vince autonome italiane, criticando la pratica dell'ar-

ricchimento dei vini con gli Mcr e chiedendo nuovi cri-teri. La pratica è consentita in Ue e il Mipaaf ha delegato le Regioni, su richiesta dei Consorzi, a decidere se utilizzarli per aumentare il tenore alcolico finale in casi di annate piovose, poco as-solate o con avversità atmosferiche come la 2014. “Ma per il 2015” si chiede la Poggi “che interesse c'è visto che è stata un'annata tutt'altro che poco assolata? I mosti vanno usati

in casi eccezionali e questa pratica non deve diventare una routine. È una cattiva abitu-dine”. L'attuale normativa, secondo la Fivi, favorisce “i furbetti e i produttori poco seri. Inoltre, non tiene conto di una domanda che nel mondo è composta sempre più da con-sumatori che cercano un rapporto franco e leale con i produttori, privilegiando vini di qualità. Il vino bottiglia deve venire dai territori da cui nascono quelle uve. Mentre gli Mcr non provengono da uve della tua vigna”. Per ora dagli assessori nessuna risposta a Fivi: “Aspettiamo e se necessario” conclude Pog-gi “ci rivolgeremo al Mipaaf”. – G. A.

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Toscana, l'ex assessore Salvadori verso l'Enoteca Italiana di Siena: “Sarei onorato”Non ci sono conferme ufficiali. Quelle spettano alla Regione Toscana, guida-ta da Enrico Rossi, che potrebbe presto avvalersi dell'esperien-za dell'ex assessore regionale all'Agricoltura, Gianni Sal-vadori (foto), per il rilancio dell'Enoteca Italiana di Sie-na, storico ente fondato nel 1960 tra i più importanti in Ita-lia per la promozione del vino, ri-messo in grado di ripartire dopo il perio-do di commissariamento straordinario. L'eventuale incarico a Salvadori sarebbe anche un riconoscimento del lavoro svol-to in questi anni per il comparto regio-nale, ma anche un segnale di continuità.

“Se mi venisse chiesto ne sarei onorato” dice interpellato da Tre bicchieri “e lo farei con

grande senso civico, per Siena e per tutto il vino toscano. Indipendentemente dal

fatto che possa essere io a guidarla, è certamente necessario che un ente di una tale importanza riparta al più presto”. E per un'enoteca

regionale che attende di esse-re rilanciata, a ottobre ne aprirà

un'altra, in Lombardia. Il sindaco di Broni, Luigi Paroni, ha finalmente an-nunciato il taglio del nastro per il prossi-mo 10 ottobre dei locali ristrutturati nella frazione di Cassino Po, a sei anni dall'ac-quisto del complesso da parte del comu-ne dell'Oltrepò Pavese. – G. A.

Diritti di impianto, la Toscana allinea i prezzi e “salva” la riserva regionaleCosterà 1.500 euro a ettaro (150 euro a decara) acquistare i diritti di impianto della riserva regio-nale, comprese le zone di pregio per le quali il precedente prezzo era di 3 mila euro/ettaro. La de-libera della giunta regionale del-la Toscana, su proposta dell'as-sessore all'Agricoltura, Marco Remaschi, ha così uniformato, ribassandoli, i prezzi per tutti i diritti di impianto dei vigneti. Si tratta di circa 175 ettari vitati per i quali le aziende hanno presentato domanda entro il primo giugno scor-so. Gli uffici regionali sono ora in attesa degli elenchi provincia-li dei beneficiari e a quel punto dovranno assegnare i diritti. Le richieste pervenute hanno supe-rato la disponibilità. In questo modo, la Toscana riuscirà ad as-segnare tutti i diritti disponibili, salvaguardando il suo potenzia-le, in attesa del primo gennaio 2016, data in cui, secondo la nuova Ocm, la riserva regionale non ci sarà più e si passerà al si-stema di autorizzazioni. – G. A.

Abruzzo, 7,4 mln di fondi Ocm per ristrutturazione vigneti a 620 cantineSono 620 le cantine abruzzesi che beneficeranno dei fondi co-munitari per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti 2014-2015 nell'ambito dell'Ocm vino. A disposizione ci sono 7,4 mi-lioni erogati tramite Agea. Per l'assessore all'Agricoltura della Regione Abruzzo, Dino Pepe, si tratta di interventi importanti per “migliorare la qualità dei vini a Do e Ig, in funzione della crescita e appetibilità per i consumatori dei mer-cati europei e internazionali”.

Gavi al fotofinish: si cerca l'intesa sul prezzo delle uveParadossi di una Docg in ottima salute. Il Gavi, alla vigilia della raccolta, non ha anco-ra un accordo sul prezzo delle uve. Perché? Gli imbottigliatori non hanno partecipato al tavolo regionale, dopo che il prezzo fissato l'anno scorso (tra 0,8 e 1 euro/kg) non è stato rispettato, con quotazioni nettamente aumentate, che hanno provocato malu-mori. Il risultato è che gli imbottigliatori ora temporeggiano, mentre la parte agricola ha chiesto l'intervento dell'assessore regionale Ferrero. E qualcosa potrebbe muoversi a breve. “Le tensioni sul mercato non fanno bene” osserva il presidente del Consorzio, Mau-rizio Montobbio “ecco perché occorre una programmazione a lungo termine”. – G. A.

Vini & marTeLLi. TRA FRANCIA E ITALIA LE DISTANZE SI ACCORCIANOMentre i consumi interni continuano a calare, tanto che l'Assoenologi ritiene che chiuderemo il 2015 a 36 litri a persona, il vino italiano nel mondo piace e rimane il più venduto. Nel 2014 l’Italia ha piazzato all'e-stero 20,5 milioni di ettolitri, contro i 14,4 milioni di ettolitri dei cugini d’Oltralpe. Se, però, siamo i primi in quantità su diversi importanti mercati, non lo siamo in valore, nonostante il deciso incremento raggiunto dalle nostre bottiglie negli ultimi anni, i cui introiti unitari sono passati da 1,75 euro/litro del 2009 a 2,49 euro/litro del 2014, quindi con un incremento del 42%. Un deciso balzo in avanti che, sia pure a piccoli passi, riduce la distanza del valore delle nostre esportazioni rispetto a quelle dei vini francesi.I dati 2014 danno per l’Italia 5,1 miliardi di euro contro i 7,7 miliardi di euro della Francia. Attenzione però. Il 31% del valore per la Francia è imputabile agli champagne che, rispetto ai nostri spumanti (840 milioni di euro), hanno un’incidenza massiccia nel comparto economico dell'export francese. Orbene, se togliamo dai 7,7 miliardi di euro i 2,4 miliardi dovuti allo champagne ed enucleiamo gli 840 milioni di euro dei nostri spumanti abbiamo valori pari a 5,3 miliardi di euro per i vini esportati francesi e 4,3 miliardi per quelli italiani.In sostanza, facendo qualche considerazione sugli incrementi di vendite degli ultimi anni che l’Italia ha avuto nel mondo e soprattutto sulla lievitazione del prezzo unitario, si può ipotizzare che il valore del vino italiano esportato nel mondo (spumanti e champagne esclusi) nei prossimi anni potrà, se l’Italia saprà giocare bene le sue carte, avvicinarsi notevolmente agli attuali introiti dei vini francesi. Non va, infatti, dimenticato che i dati elaborati da Assoenologi sui primi tre mesi del 2015 danno un incremento

del 3,85% in valore, sia pur con una leggera contrazione (-2,1%) della quantità, con pre-visioni di crescita di almeno due punti sia in valore che in quantità, al traguardo dei primi nove del 2015. Tutto questo ci fa ben sperare.

Giuseppe Martelli direttore generale Assoenologi

Anche il vino di Cupramontana va ad inserirsi nel registro delle De.Co., le denominazioni comunali volute fortemente da Gino Vero-nelli, ma oscurate dalle denominazioni d'o-rigine. Non sono troppi i vini che vengono iscritti alla lista, ma ogni tanto c'è chi va con-trocorrente. Nel 2009 aveva fatto questa scelta anche il comune di Scansano per la certificazio-ne del suo vino bianco, aggiungendosi ai comuni di Schio (per il vino Ascledum Lessini Durello), Villaverla (per il vino Clinto), Scandiano (per il vino da uva Spergola) e Nanto (per il suo vino Syrah). In tutti questi casi, come nel caso del vino di Cupramontana, la de-cisione è dettata dalla volontà di legare un determinato prodotto ad un Comune in particolare. Nel caso di Cupramontana non c'è, quindi, nessuna contrappo-sizione alla Doc Verdicchio dei Castelli di Jesi, ma si tratta solo di una specifica in più che sarà segnalata da un collarino identificativo con il marchio del Co-mune. La presentazione ufficiale avverrà il prossimo primo ottobre durante la festa dell'uva che ogni anni va in scena nel comune anconitano. Una scelta che si allarga anche ad altri prodotti del Comune: nel registro della De.Co. Cupra-montana sono stati iscritti fino a oggi il coniglio in porchetta, il vino di visciole, l’olio extravergine d’oliva, il sugo alla papera e il formaggio Pecorino.

Non solo Doc. Il vino di Cupramontana verso la denominazione comunale

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Tutta l'Italia delle nomination di Wine EnthusiastC'è parecchia Italia nelle nomination dei “Wine Enthu-siast’s 2015 Wine Star Award”, i premi assegnati dalla rivista americana Wine Enthusiast. Per il Belpaese sono, infatti, in lizza Marilisa Allegrini della cantina Allegrini, come “person of the year”, che - unica donna nominata - si giocherà il titolo con nomi della portata di Aubert de Villain (Do-maine de La Romanée Conti), Michael Mondavi (Michael Mondavi Family Esta-te), Bill Price (Durell Vineyard e Gap’s Crown), e Joseph Wagner (Copper Cane Wine & Provisions); Cantina Ferrari che si contenderà il riconoscimento di “European Winery of Year” con cantine come la spagnola Emilio Moro, l'austria-ca Schloss Gobelsburg, e dalla Francia la Famille Perrine e la griffe Hugel & Fils; la Sicilia in gara come “Wine Region of the Year”, a confronto con la neozelandese Marlborough e le tre statunitensi Lodi e Russian River Valley (California) e Walla Walla (Stato di Washington). Nella categoria “In-

novator/Executive of the Year”, l'Italia sfodera i i pre-paratori d'uve Simonit & Sirch che, con i loro metodi

di potatura, saranno in gara con Rowan Gormley (fondatore di NakedWines.com, basato sul modello crowdsourcing per mettere in relazione produttori e investi-tori), Florence Cathiard (past president del Consiglio Nazionale del Turismo del Vino in Francia) il cileno Aurelio Mon-tes e Mike Ratcliffe (cofondatore di Vi-lafonté, la prima joint-venture enologica Usa-Sudafrica, e di AfrAsia Bank Cape Wine Auction). Infine la storica azienda Campari gareggerà nella categoria “Spi-rit Brand of the Year” con il marchio di whisky scozzese Bruichladdich, il giappo-nese Suntory, la vodka New Amsterdam e la No. 209 Distillery di San Francisco. I

nomi dei vincitori saranno resi noti il 31 dicembre nel-la speciale edizione della rivista “Best of Year”, mentre la consegna dei premi avverrà il 25 gennaio nel Celeste Bartos Forum della Public Library di New York.

Masters of Wine, ecco chi sono gli italiani vicini al titoloLo scorso anno erano partiti in set-te, selezionati in seguito alla ma-sterclass in Valpolicella, e adesso sono rimasti in tre a continuare il percorso per diventare Masters of Wine. Gabriele Gorelli, fonda-tore e ceo dell'agenzia pubblicitaria Brookshaw&Gorelli di Montalcino, An-drea Lonardi, direttore operativo di Ber-tani Domains e Pietro Russo, winemaker di Donnafugata hanno superato l'esame di accesso al secondo anno (stage 2) del prestigioso istituto inglese, per cui vanno ad aggiungersi al produttore di Poggio Argentiera, Gianpaolo Paglia, già ammesso al secondo step. C'è poi anche Alessandro Torcoli di Civiltà del Bere arrivato alle fasi finali. Ricordiamo che al momento non ci sono MW italiani, ad eccezione dell'inglese di origini italiane, Pier Paolo Petrassi, wine buying di-rector della catena di supermercati di lusso britannica Waitrose. Nel mondo, invece, se ne contano soltanto 322. Ad ingrossare, nell'ultimo triennio, le fila degli aspiranti italiani è stata la collaborazione tra l'Istitute of Masters of Wine e Grandi Marchi, che ogni anno garantisce una masterclass anche in Italia. L'esame per accedere alla seconda fase, come ci hanno raccontato gli stessi prota-gonisti, consiste in una degustazione alla cieca di 12 vini a cui si ag-giunge una prova teorica scritta. Ma non è finita: nei prossimi anni per raggiungere l'ambito titolo, i nostri connazionali dovranno superare altre due difficili prove. E già si aprono le scommesse per indovinare chi sarà il primo italiano a fregiarsi del titolo. – L. S.

Iwfi: così sta cambiando il mercato del vino negli UsaÈ stato un primo semestre 2015 in cui l'I-talia, nel mercato Usa, è riuscita a mante-nere le posizioni di leader, con un +1,5% in quantità a fronte dei cali di Australia, Cile e Argentina. Mentre, a valore, tutti i principali Paesi hanno registrato una fles-sione. Una piazza, quella statunitense, che secondo l'Italian wine and food institute si sta caratterizzando per una progressiva polarizzazione: fino a pochi anni fa i vini europei dominavano l'import americano, con l'Italia prima e la Francia seconda, ora, invece, scesa al quarto posto e preceduta da Australia, Cile e Argentina. Questi cinque Paesi dominano il mercato Usa, con l'80% di quote. Mentre Spagna, Germania e Portogallo messi assieme de-tengono appena l'8,4% delle quote. Se-condo l'Iwfi, questa perdita è imputabile principalmente al cambio non favorevole tra euro e dollaro degli ultimi anni. In que-sto quadro, l'Italia, come rileva il presidente Lucio Caputo, è riuscita ad assorbire me-glio degli altri Paesi europei la forte concor-renza dei vini dell'emisfero meridionale, e oggi può vantare quote del 28% a volume e del 33% a valore.

tutti i giorni in via valenza, 2 -milanomercatometropolitano.it - facebook.com/MERCATOMETROPOLITANO

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trebicchieri2015

Special edition Milano expo 2015

Gli incontri, dedicati esclusivamente ai vini Tre Bicchieri premiati all’interno della guida Vini d’Italia 2015, si svolgeranno nella sala di degustazione del padiglione: 10 degustazioni guidate, in doppia lingua (italiano e inglese) a cura degli esperti della redazione vino del Gambero Rosso.

10 appuntamenti all’interno di Milano expopresso il Padiglione del Vino Italiano curato da Fiera Verona Vinitaly

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www.gamberorosso.it

SetteMBResabato 12 20:00-21:30 Marco Sabellico SympoSium

venerdì 25 17:30-19.00 Gianni Fabrizio Convivium

ottoBRegiovedì 15 17:30-19.00 Eleonora Guerini SympoSium

giovedì 29 17:30-19.00 Gianni Fabrizio Convivium

TRE BICCHIERI 2016 Aspettando la presentazione della guida Vini d'Italia 2016, pre-vista per il 17 ottobre, ecco i Premi Speciali e le prime anticipazioni dei Tre Bicchieri. Le altre regioni saranno svelate nei prossimi giorni su www.gamberorosso.it

i migLiori Vini deLL’annoRosso dell’anno∙Etna Rosso V. Barbagalli ’12 | PietradolceBianco dell’anno∙Collio Friulano ’14 | SchiopettoBollicine dell’anno∙Franciacorta Dosage Zero Noir Ris. ’06 | Ca’ Del BoscoDolce dell’anno∙Valle D’aosta Chambave Moscato Passito Prieuré ’13 | La Crotta Di VegneroncanTina deLL’annoAllegrinimigLior rapporTo quaLiTà prezzoSannio Falanghina Svelato ’14 | Terre StregateViTicoLTore deLL’annoGiulio GrassocanTina emergenTeGuado Al Melopremio per La ViTiVinicoLTura sosTenibiLeManincor

siciLia∙Cerasuolo di Vittoria Cl. Dorilli ’13 | Planeta∙Cerasuolo di Vittoria Cl. Giambattista Valli Paris ’11 | Feudi del Pisciotto∙Contea di Sclafani Riserva del Conte ’10 | Tasca d’Almerita∙Etna Bianco A’ Puddara ’13 | Tenuta di Fessina∙Etna Rosso Arcurìa ’13 | Graci∙Etna Rosso Calderara Sottana ’13 | Tenuta delle Terre Nere∙Etna Rosso San Lorenzo ’13 | Girolamo Russo∙Etna Rosso V. Barbagalli ’12 | Pietradolce∙Etna Rosso Zottorinotto Ris. ’11 | Cottanera∙Faro ’13 | Le Casematte∙Harmonium ’13 | Firriato∙Lorlando ’14 | Alliata∙Marsala Sup. Semisecco Targa 1840 ’04 Ris. | Florio∙Sicilia Bianco Maggiore ’14 | Rallo∙Sicilia Deliella ’13 | Feudo Principe di Butera∙Sicilia Nero d’Avola Saia ’13 | Feudo Maccari∙Sicilia Noà ’13 | Cusumano∙Sicilia Rosso Ramione ’13 | Baglio di Pianetto∙Tancredi ’11 | Donnafugata∙Timperosse Mandrarossa ’14 | Settesoli

pugLia∙Castel del Monte Rosso V. Pedale Ris. '12 | Torrevento∙Gioia del Colle Primitivo 17 Vign. Montevella '12 | Polvanera∙Gioia del Colle Primitivo Et. Nera Contrada San Pietro '13 | Plantamura∙Gioia del Colle Primitivo Marpione Ris. '11 | Viglione∙Gioia del Colle Primitivo Muro Sant'Angelo

Contrada Barbatto '12 | Chiaromonte∙Masseria Maime '12 | Tormaresca∙Negroamaro '13 | Carvinea∙Primitivo di Manduria Raccontami '13 | Futura 14∙Primitivo di Manduria Talò '13 | Cantine San Marzano∙Primitivo di Manduria Zinfandel Sinfarosa '13 | Racemi∙Salice Salentino Rosso Per Lui Ris.'13 | Leone De Castris∙Salice Salentino Rosso Selvarossa Ris. '12 | Cantine Due Palme∙Torre Testa '13 | Tenute Rubino

aLTo adige∙Cabernet Sauvignon Cor Römigberg ’11 | Alois Tenutae Lageder ∙Cabernet Sauvignon Lafòa ’12 | Cantina Produttori Colterenzio ∙Gewürztraminer Auratus Crescendo ’14 | Tenuta Ritterhof ∙Gewürztraminer Brenntal Ris. ’12 | Cantina Produttori Cortaccia ∙Lago di Caldaro Cl. Sup. Leuchtenburg ’14 | Erste+Neue ∙Lagrein Abtei Muri Ris. ’12 | Cantina Convento Muri-Gries ∙Lagrein Castel Ringberg Ris. ’11 | Elena Walch ∙Lagrein Staves Ris. ’12 | Tenuta Kornell ∙Lagrein Taber Ris. ’13 | Cantina Bolzano ∙Moscato Giallo Passito Serenade ’12 | Cantina di Caldaro ∙Müller Thurgau Feldmarschall von Fenner zu Fennberg ’13 | Tiefenbrunner ∙Pinot Bianco Praesulis ’14 Gumphof | Markus Prackwieser ∙Pinot Bianco Sirmian ’14 | Cantina Nals Margreid ∙Pinot Bianco St. Valentin ’13 | Cantina Produttori San Michele Appiano ∙Pinot Bianco Tyrol ’13 | Cantina Meran Burggräfler ∙Pinot Nero Trattmann Mazon Ris. ’12 | Cantina Girlan ∙Santa Maddalena Cl. ’14 | Pfannenstielhof | Johannes Pfeifer ∙Sauvignon ’13 | Franz Haas ∙Terlano Nova Domus Ris. ’12 | Cantina Terlano ∙Terlano Sauvignon Tannenberg ’13 | Manincor ∙Valle Isarco Riesling ’14 | Taschlerhof | Peter Wachtler ∙Valle Isarco Riesling Praepositus ’13 | Abbazia di Novacella ∙Valle Isarco Sylvaner ’14 | Kuenhof | Peter Pliger ∙Valle Isarco Sylvaner R ’13 | Köfererhof | Günther Kerschbaumer ∙Val Venosta Riesling ’14 | Tenuta Unterortl | Castel Juval ∙Valle Isarco Sylvaner ’13 Garlider | Christian Kerschbaumer ∙Trias ’14 | Ignaz Niedrist

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NEWS10

supervisione editorialeMassimiliano Tonellicoordinamento contenutiLoredana Sottile [email protected] collaboratoGianluca Atzeni, Gianguido Breddo, Giuseppe MartellifotoAz. Agr. Rosaneti Librandi (copertina),Andrea Samaritani/Meridianaprogetto graficoChiara Buosi, Maria Victoria [email protected] | 06.55112201

pubblicitàdirettore commerciale Francesco Dammicco | 06.55112356 [email protected]. pubblicità Paola Persi | 06.55112393 [email protected]

eno memorandum

4 settembreMountain wine festivalAsiago (Vicenza)fino al 6 settembre

5 settembreSoave VersusPalazzo della Gran Guardia Veronafino al 7 settembre

5 settembreCantine Aperte in Vendemmia nelle cantine di tutta Italia aderenti al Movimento Turismo del Vinofino al 27 settembremovimento turismodelvino.it

6 settembreValtidone Wine Festfino al 27 settembrevaltidonewinefest.it

10 settembreExpo Chianti ClassicoGreve in Chiantifino al 13 settembre

11 settembreAspettando il Festival FranciacortaMilano – vari localifino al 18 settembre

11 settembreCentomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore 2015Conegliano e Valdobbiadenefino al 12 settembreconegliano valdobbiadene.it

12 settembreSpecial Edition Milano Expo 2015degustazione Tre Bicchieri del Gambero Rossodedicata a Lombardia e TrentinoExpo, Sala Symposiumore 20.00-21.30 gamberorosso.it/trebicchieriexpo

12 settembreBottiglie AperteMuseo della Scienza e della Tecnica “Leonardo da Vinci”Fino al 14 settembreMilanobottiglieaperte.it

18 settembreEnologica 2015Montefalco (Perugia)fino al 20 settembre

19 settembreFestival Franciacorta in Cantinafino al 20 settembre

25 settembreSpecial Edition Milano Expo 2015degustazione Tre Bicchieri del Gambero Rossodedicata al PiemonteExpo, Sala Conviviumore 17.30-19.00 gamberorosso.it/trebicchieriexpo

19 ottobre AutochtonaFiera di Bolzano fino al 20 ottobrefierabolzano.it/autochtona/

Pronti per Cantine Aperte in Vendemmia? Si inizia da questo week-end Ritorna, a partire da questo week-end, l'ap-puntamento con Cantine Aperte in Vendem-mia del Movimento Turismo Vino. Saranno oltre cento le cantine che quest'anno apriran-no le loro porte per accogliere gli enoturisti. A dare il via alle danze, questo sabato saranno Piemonte e Abruzzo, per poi continuare nei prossimi weekend, con tutte le altre regioni fino al 27 settembre. In programma, degu-stazioni, passeggiate tra i filari, raccolta delle uve, merende contadine e tanto altro. Per info e programmi: www.movimentoturismovino.it.

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1. Qual è la percentuale di export sul totale aziendale?La percentuale export si è attestata nel 2014 al 27% e abbiamo un obiettivo aziendale del 40%. I paesi più importanti sono Usa e Germania.2. dove si vende meglio e dove peggio. e perché?Il miglior mercato per prezzo medio e quindi marginalità è quello interno, in particolare la Sardegna. All’estero la Germania, anche se molto interessante in termini di volumi, è molto competitiva come prezzo. In questo scontiamo le politiche del passato per cui si sono venduti vermentino di Sardegna e di Gallura a prezzi molto “aggressivi”…3. come va con la burocrazia?Va che è troppa! Con tempi troppo lunghi.4. come sono cambiati l'atteggiamento e l'interesse dei consumatori stranieri nei confronti del vino italiano?C’è molto più interesse nei confronti di regioni “secondarie” e meno conosciute dai consumatori, come quelle del Sud Italia (Sardegna compresa) rispetto alle tradizionali Toscana, Piemonte, Veneto ecc…

iL mio eXporT. Vigne Surrau – Giovanni Melis

Vigne Surrau | Arzachena | Olbia | www.vignesurrau.itnel prossimo numero

BORGOLUCE

13ESTERI

Non è una di certo una tendenza nuova, ma pare che negli ultimi anni sia

tornata in auge, almeno Oltre-oceano. Parliamo dell'ascesa dei cosiddetti “red blend”, le “miscele di vitigni”, in particolare rossi che, come confermano i dati Nielsen (riportati da Italian Wine&Food Institute) negli Usa rappre-sentano più del 40% dei vini immessi sul mercato negli ultimi due anni. La categoria, inoltre, si è conquistata il primato della vendite dirette, raggiungen-do nel 2015 quota 1,675 miliardi di dollari (+9,4% rispetto al 2014; dati Wines Vines Analytics). Ma quanto questo trend può rappre-sentare una minaccia per i vini a denominazione e come si spiega tutto questo successo? Il prezzo, va da sé, è una delle leve princi-

pali: difficilmente questo genere di vino lo si trova sopra i 12 dollari. Non meno influente l'appeal sul web, grazie a campagne mirate ed accattivanti. Anche i nomi scelti per questo genere di vino giocano sull'evocazione o sulla fantasia: si pensi a Ménage à Trois, Apothic Red, The Spur. Sul fronte sen-soriale, si tratta di vini di facile beva, amabili e poco strutturati. Quelli che vanno per la maggiore sono, poi, quelli dolci. Ma atten-zione, non esistono regole e non si seguono “ricette” tradizionali: qualunque varietà di qualunque provenienza può essere buttata nella mischia, dallo Zinfandel al Malbec. Altro che terroir e mono-vitigno! A non mancare quasi mai sono, però, Merlot, che conferi-sce maggiore freschezza al vino, e Cabernet Franc per aggiungergli

struttura. Sulle etichette si leggono descrizioni, quali “smooth” o “lu-scious”, e per lo più non ci sono indicazioni dei vitigni utilizzati. Ma andiaMo indietro nel teMpo per capire a quando si può far risa-lire l'inizio del fenomeno che oggi riguarda soprattutto California e Stato di Washington. Sebbene in principio (fino agli anni '70) anche il Bordeaux seguisse il criterio del-la “miscela”, opinione comune è che il primo red blend a fare la sua comparsa sul mercato fu “The Pri-soner”. Era il 2001 e il produttore dalla Napa Valley, Dave Phinney, reduce da una scarsa vendemmia, decise di mettere insieme Zinfan-del, Cabernet, Syrah e Chaborno. Poi, per renderlo più accattivante, scelse l'immagine del Prigioniero dell'artista Francisco Goya. Fu un successo. Replicato. – L. S.

Red Blend, gli Usa puntano sui varietali

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Perchè essere celiaci non vuol dire rinunciare alla buona tavola

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L’eMergenza vino in russia continua e si allarga. Non sono bastati embarghi, crolli monetari e calo dei consumi. Questa volta

nel mirino son finiti mosti di importazione e affini. Ma vediamo nel dettaglio. Tutto è iniziato con la recente dichiarazione del Ministro dell’agricoltura Aleksan-dr Tkachev (nella foto insieme a Vladimir Putin), secondo cui i produttori russi saranno in grado di an-nullare le importazioni di vino e cioccolatini in 2-5 anni. L’affermazione, inizialmente, è passata abba-stanza inosservata, poiché ai più è sembrata una bouta-de politica, nonostante sulla cioccolata ci fosse già stato qualche rumors riguardo al possibile inserimento nel decreto di proroga delle controsanzioni. Ma a scate-nare le rimostranze dei produttori vinicoli russi è stata una successiva affermazione: in una intervista del 23 agosto, il solito Ministro Tkachev, ha criticato aspra-mente l’utilizzo dei vinomateriala (con questo termine tecnica si indicano vini sfusi con gradazione da 9 a 20, mosti fermentati e semifermentati. In pratica prodotti base per assemblare vini in loco) importati per la pro-duzione dei vini russi. Due le alternative indicate dal

Ministro: o aumentare i dazi doganali, per far sì che l’importazione diventi svantaggiosa, oppure vietare completamente l’importazione dei mosti. “Imbottigliare vino con marchio russo, prodotto con mosto d’importazione non è ammissibile!”, ha detto.

iMMediata la replica di pavel titov, aMMinistra-tore delegato della Abrau-Durso, una delle più grandi e storiche winery russe. Quest'ultimo, in un’intervi-sta alla radio “Notiziario russo” ha affermato che un eventuale divieto di utilizzo dei mosti d’importazione per l’industria vinicola russa potrebbe portare, non solo all’apparizione di prodotti falsificati sul mercato, ma anche alla sparizione dei 70% dei vini naturali. “I viticoltori russi non sono in grado di produrre abbastanza uva per soddisfare le esigenze del mercato interno” e continua “storicamente la viticultura in Russia soffre di gravi problemi, non solo legati al clima. Richiede investimenti molto alti per un imprenditore. Tant’è che le aziende dove la viticoltura è il settore principale, sono sempre finanziate dallo Stato. Ad esempio l’a-zienda Abrau-Durso impianta propri vigneti fino a 100 ettari all’anno, ma non basteranno 10 anni per coprire il 100% del fabbisogno”. Non ultimo, annota Titov, l’uva russa co-sta sempre di più di quella importata, come conse-

a cura di Gianguido Breddo

Dopo il vino, nel mirino finiscono anche mosti e sfusi importati. Il ministro dell'Agricoltura Tkachev pronto ad alzare i dazi e perfino a imporne il divieto. Un ulteriore passo verso l'autarchia. Ma i produttori non ci stanno

14 RUSSIA

guenza della crisi del rublo. Non mancherebbero, poi, altri risvolti, non meno gravi: “Se non ci saranno alternative” dice “c’è il pericolo dell’emergere del mercato nero. Già ora vediamo tanto vino falsificato sugli scaffali, fino al 40% del totale del vino offerto in vendita. E la percentuale continuerà a crescere, perché il vino proveniente dai Paesi dell’ex Urss sarà diluito affinché basti per coprire la domanda. E la qualità sarà sempre peggiore”. È questo, infatti, il maggiore problema per arrivare all'autosufficienza vitivinicola. Insomma, “I produttori di vini russi appoggiano l’iniziativa del Ministro” conclude il numero uno di Abrau Durso “ma proibire adesso l’importazione dei mosti non è possibile, perché il vino russo, in sostanza, non c’è: con la nostra uva non riusciamo nemmeno a soddisfare il 10% della richiesta del mercato! ”.

l’unione di viticoltori russi, da parte sua, è con-scia di non essere in grado di soddisfare i fabbisogni del mercato russo con la propria produzione, ed è altresì contraria al brusco divieto di importazione dei mosti. Il presidente dell’Unione dei viticoltori, Leonid Popo-vich, in una dichiarazione rilasciata all’agenzia Tass ha dato una visione che fa i conti con quella che è la realtà numerica: “Bisogna stimolare lo sviluppo del settore prima di cercare di sostituire il mosto importato con quello russo”.

Ma quanto vale il Mercato dello sfuso e quali Paesi sarebbe i più colpiti da un eventuale divieto? Se-condo le statistiche forniteci da Ice-Mosca, e riferite ai dati di importazione delle Dogane russe, un eventuale blocco nelle importazioni dei mosti, colpirebbe so-prattutto la Spagna, che fornisce il 75% dell’importa-to, contro il 25% dell’Italia (anno 2014). Stesso discor-so per i vini sfusi, che nel periodo gennaio/maggio del corrente anno, hanno visto importazioni dall’Italia pari a 3,87% del mercato, mentre la Spagna, da sola, ha coperto il 27,71% del mercato. In ogni caso, in un avvio d'anno che per il Belpaese ha visto un calo signi-ficativo degli imbottigliati (-42% in volume), lo sfuso è il settore che è andato meglio: secondo i dati di Unio-ne Italiana Vini, nel primo trimestre 2015 sarebbero stati 302 mila i litri esportati.

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Russia verso l'autosufficienza vitivinicola?

IN VIGORE NUOVE LIMITAZIONI SULLE VENDITE DI ALCOOLICIMa i guai per il vino non sono fi-niti. Come già preannunciato da Tre Bicchieri, è entrato in vigore il pacchetto di normative di ema-nazione locale, che anticipa alle ore 17 della domenica il divieto di vendita di alcoolici (e vini). Quindi se i russi avranno in pro-gramma di invitare ospiti a cena, la domenica, dovranno provve-dere per tempo all’acquisto del vino, oppure spostare l’invito al ristorante. Ma anche qui bisogna scegliere con cura il posto, infatti ai ristorantini con sala da pranzo inferiore a 50 mq è stata revocata la licenza di servire vini ed alcoo-lici. Licenza parimenti revocata ai negozi con meno di 50 mq di su-perficie, oltre al divieto di vendita per asporto di alcoolici sfusi da caffè, bar e ristoranti. Tutto que-sto si somma alle misure già da tempo in vigore, quali divieto di pubblicità in ogni media, divieto di vendita prima delle 10 e dopo le 22, divieto di vendita via inter-net (in fase di ratifica), prezzi mi-nimi di vendita per vodka e vino.

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RicordereMo, probabilMente, questo 2015. Perché per l'Italia vitivinicola, da Nord a Sud, si prospetta un'annata da ottima a eccellente. Sia

chiaro: per molte varietà che saranno raccolte tra fine settembre e ottobre è ancora prematuro parlarne, ma un cambio di passo ci voleva dopo un 2014 con una produ-zione in calo e una qualità delle uve che ha lasciato delusi molti imprenditori, in maggioranza al Centro-Nord. Sta-volta, invece, grazie a un inverno caratterizzato da piogge abbondanti e da una primavera mite, il ciclo vegetativo è stato ideale. Nel dossier di Assoenologi, pubblicato qualche giorno fa, c'è la conferma delle sensazioni che abbiamo raccolto nel nostro sondaggio, uscito a luglio in due punta-te, tra regioni e denominazioni italiane.

dalle stiMe degli enologi italiani, che sono elabora-te non prima che almeno il 10% della produzione sia con-ferita, l'Italia dovrebbe recuperare le quantità perse lo scor-so anno, ovvero raccogliere tra 63 e 65 milioni di quintali di uve che, con un coefficiente di trasformazione uva/vino al 73%, significano 46-47 milioni di ettolitri di vino: il 5% in più rispetto alla media degli ultimi cinque anni. Tutte le

regioni, a eccezione della Toscana, che perde il 5% (vedi grafico a lato), presentano un segno positivo, tra cui spicca il +25% della Puglia. Una produzione, fa notare Assoeno-logi, che torna nelle medie pluriennali dopo tre annate tra le più scarse dagli anni Cinquanta, quali il 2014 (42,1 mln/hl), il 2012 (41,1 mln/hl) e il 2011 (42,7 mln/hl) e i decisi cali subiti da alcune regioni: come il -37% della Sicilia, il -28% della Campania, il -24% del Trentino Alto Adige o il -20% di Lazio/Umbria. La raccolta 2015 è iniziata con Chardonnay, Pinot e Sauvignon in Sardegna, Puglia e Si-cilia, a cui sono seguite tra 10 e 15 agosto anche Oltrepò Pavese e Franciacorta. Entro metà settembre in tutta Italia si entrerà nel vivo, per finire ai primi di novembre con Neb-biolo in Valtellina, Cabernet in Alto Adige, Aglianico per il Taurasi in Campania e i vitigni autoctoni dell'Etna.

da un punto di vista agronoMico, gerMogliaMento e fioritura (iniziata in anticipo a metà maggio) hanno portato a un'allegagione ottima, a cui hanno fatto seguito due mesi molto caldi come giugno e luglio; quest'ultimo, in partico-lare, è stato il più caldo dal 1800, con 3,5 gradi superiori alla media del periodo, secondo le rilevazioni Cnr. Poi, le lunghe ondate di calore d'inizio estate hanno certamente messo in difficoltà qualche vigneto non irrigato ma, in ››

Vendemmia 2015. L'Italia recupera terreno

Assoenologi stima un raccolto a +10% tra 46 e 47 milioni di ettolitri. A metà mese si entra nel vivo in tutto lo Stivale. E se il consumo interno scenderà a 36 litri pro capite si intravedono buone prospettive per l'export

a cura di Gianluca Atzeni

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loMbardia: produzione complessivamente stabile stimata a 1,4 milioni di ettolitri. Lieve calo produttivo in Francia-corta con uve in buona salute, bene anche l'Oltrepò pavese, in ritardo di una settimana il ciclo vegetativo in Valtellina dove si inizia a raccogliere a fine settembre.trentino alto adige: sensibile aumento produttivo del 15%, con qualità delle uve eccellenti, grazie a un clima (caldo e asciutto) opposto a quello del 2014 (umido e

generale, hanno evitato il diffondersi delle principali patologie della vite. Pertanto, le uve stanno arrivando nelle cantine con un livello sanitario ottimale. “Sarà l'andamento climatico e meteorico del mese di settembre, e di parte di quello di ottobre per alcune varietà tardive, a decidere il livello qualitativo della produ-zione” tiene a sottolineare l'Assoenologi, spiegando che se le prossime settimane decorreranno “nel modo più opportuno, ossia con giornate ricche di sole e giuste precipitazioni, le possibilità di ottenere vini bianchi profumati, con un giusto equilibrio di acidità, alcolicità, finezza e freschezza, e vini rossi armonici, ricchi di struttura, dai profumi complessi e da lungo invecchiamento, ci sono tutte”.

vediaMo nel dettaglio il quadro regionale. veneto: resta la regione italiana più produttiva, con 9,1 milioni di ettolitri. Assieme a Emilia Romagna, Puglia e Si-cilia rappresenterà oltre 28 milioni di ettolitri, più del 60% di tutto il vino italiano. La raccolta è in corso da fine agosto. La media qualitativa è tra il buono e l'ottimo, con zuccheri nella norma e buon quadro acido. Mercato in lieve rialzo per le uve base del Prosecco.pieMonte: raccolto di ottima qualità e in crescita rispetto alle medie degli ultimi cinque anni (2,6 milioni di ettolitri), soprattutto per Moscato, Brachetto, Barbera e Cortese, con prezzi delle uve stabili.

Prod. media Ettolitri ±% prevista ±% prevista Media ettolitriRegione 2010/2014 produzione 2014 rispetto media rispetto previsti Dati Istat Dati Istat ultimi 5 anni 2014 2015*

Piemonte 2.605.000 2.402.000 +1% +10% 2.640.000Lombardia 1.322.000 1.424.000 +7 = 1.420.000Trentino A.A. 1.175.000 1.029.000 = +15% 1.180.000Veneto 8.446.000 8.281.000 +8% +10% 9.110.000Friuli V.G. 1.264.000 1.367.000 +19% +10% 1.500.000Emilia Romagna 6.737.000 6.958.000 +9% +5% 7.310.000Toscana 2.576.000 2.778.000 +2% -5% 2.640.000Marche 908.000 916.000 +11% +10% 1.010.000Lazio Umbria 2.090.000 1.972.000 +9% +15% 2.270.000Abruzzo 2.551.000 2.273.000 -6% +5% 2.390.000Campania 1.593.000 1.183.000 -11% +20% 1.420.000Puglia 5.924.000 5.430.000 +15% +25% 6.790.000Sicilia 5.498.000 4.539.000 -9% +10% 5.000.000Sardegna 570.000 746.000 +32% = 750.000Altre** 854.000 790.000 +2% +10% 870.000Totale 44.113.000 42.088.000 +5% +10% 46.300.000

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16 VENDEMMIA

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ANCHE LA FIVI DICE LA SUA SULL'ANNATA 2015Un mese fa Matilde Poggi aveva detto “no gra-zie” alle previsioni sull'annata senza basi certe, ma ora che molti dei 900 soci iniziano ad avere l'uva in cantina anche la presidente di Fivi può dire la sua: “In Franciacorta, dove la vendemmia si è conclusa, c'è ottimismo. I livelli sono com-plessivamente medio-buoni, con risultati mi-gliori per le vigne esposte a nord e nord ovest. In Veneto, è iniziata la raccolta del Pinot grigio, ma per Corvina, Rondinella e Garganega occorre ancora aspettare. Le uve sono sane e ci sono i presupposti per fare buoni vini”.

PREVISIONI PRODUZIONE

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*In colonna sono indicate le medie produttive arrotondate e ipotizzate per ogni regione **Valle d'Aosta, Liguria, Molise, Basilicata, Calabria

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18 VENDEMMIA

abruzzo: lieve ripresa quantitativa (+5%), ma stagione a tratti complicata dalle anomalie climatiche, con una prima-vera piovosa che ha provocato smottamenti, coinvolgendo anche aree vitate. Le uve a bacca rossa, in particolare, non hanno avuto un germogliamento uniforme. E tra giugno e luglio, la siccità ha costretto all'irrigazione molti produttori che sono riusciti a portare finora in cantina uve molto sane.caMpania: il +20% nelle quantità fa recuperare parzial-mente i livelli produttivi, che restano sotto la media degli ultimi cinque anni. In questa regione, la stima prudente di Assoenologi è per una vendemmia di qualità molto buona. Anche se le uve per i vini di punta, come l'Aglianico per il Taurasi nelle zone dell'avellinese, si raccoglieranno entro i primi di novembre.puglia: è la regione che segna il maggiore incremento in quantità: +25% e quasi 6,8 milioni di ettolitri (oltre la me-dia degli ultimi dieci anni). Ottimo con molte punte di ec-cellente il livello qualitativo. In fase di raccolta il Primitivo, poi toccherà ai bianchi autoctoni della Valle d'Itria, e a Ne-groamaro e Bombino nero. A fine ottobre Susumaniello, Montepulciano e Uva di Troia.sicilia: buon recupero rispetto al 2014 con 500 mila etto-litri in più che consentiranno alla regione di sfiorare i 5 mi-lioni di ettolitri di vino, anche se siamo lontani dalle medie quinquennali. Grande sanità delle uve e qualità che secon-do il monitoraggio di Assoenologi è ottima. La vendemmia è a buon punto, essendo iniziata tra fine luglio e i primi di agosto. Il Cabernet Sauvignon lascerà il posto alla raccolta dei vini dell'Etna.sardegna: raccolto stabile sulle quantità e in anticipo sui tempi rispetto al 2014. Da metà settembre inizierà la raccol-ta del Vermentino, del Nuragus, della Vernaccia. Mentre per Cannonau e Carignano si aspetterà a ottobre. Nono-stante qualche anomalia climatica di primavera (grandine e sbalzi termici) e i problemi legati alle scarse piogge inver-nali, se settembre non farà le bizze si prevedono vini ottimi.

sul fronte del Mercato, assoenologi nota coMe le contrattazioni siano ancora minime: “Tutti stanno alla finestra

e vogliono capire come effettivamente si evolverà la produzione vitivinicola 2015”. Per quanto riguarda l'export, la stima per i primi 9 mesi 2015 è di un incremento del 3% e di buone prospettive sui prezzi unitari, cresciuti del 42% dal 2009 a oggi. A soffrire sarà ancora una volta il consumo interno di vino: lo strutturale calo in corso da decenni porterà il 2015 a meno di 36 litri pro capite, contro i 45 del 2007.

piovoso); l'irrigazione di soccorso ha dato una grossa mano ai produttori. L'Alto Adige rac-coglierà la gran parte delle uve tra 15 e 30 set-tembre (Pinot nero, Schiava, Lagrein e Merlot); mentre il Trentino in questa prima decade di settembre è al lavoro su Chardonnay, Pinot grigio, Muller Thurgau e Traminer aromatico.friuli venezia giulia: il +10% riporterà la regione a quo-ta 1,5 milioni di ettolitri di vino e secondo le prime analisi di Assoenologi si registrano buone gradazioni zuccherine, e sensibili cali dell'acidità rispetto al 2014. Il mercato delle uve dice che Glera, Ribolla gialla, Pinot grigio e Sauvignon sono quelle richieste. Dal 20 settembre si raccolgono Mer-lot e Cabernet franc e la vendemmia si chiuderà a metà ottobre con Refosco, Picolit e Verduzzo.eMilia roMagna: annata a più facce sul fronte quantita-tivo, con le zone di Parma, Piacenza e Reggio in calo del 10%, Modena a +5%, la Romagna a +5-7%. Le previsio-ne di produzione danno 7,31 milioni di ettolitri complessivi (+5%), con ottima qualità. Prezzi delle uve stabili e pruden-za tra gli operatori.toscana: le grandi riserve idriche accumulate in inverno hanno consentito di superare il gran caldo di luglio. I vi-gneti non presentano fitopatie ma hanno acini più piccoli rispetto alla norma e pertanto la produzione è prevista in calo del 5%. Dal 10 settembre inizia la raccolta del Merlot e delle uve bianche per la Vernaccia di San Gimignano, mentre i rossi (dal Brunello a Bolgheri, dal Chianti al Car-mignano e al Nobile) si raccoglieranno nella seconda deca-de di settembre.lazio/uMbria: le piogge a cavallo di ferragosto hanno ri-mediato a una situazione difficile per i vigneti, dovuta alle alte temperature e alla bassa escursione termica tra giorno e notte. L'annata è complessivamente buona con una ri-presa produttiva del 15%, superiore alla media degli ultimi cinque anni. Marche: finora la regione può vantare condizioni clima-tiche e sanitarie delle uve ideali, e per completare questo quadro occorrerà attendere l'andamento di settembre. Ne gioveranno soprattutto i vini rossi, che si prevedono ricchi di struttura. Produzione totale a +15%, con Verdicchio a +15%, Lacrima +5%, Conero +5%, Piceno +10%.

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Nel Sannio coltiviamo emozioni

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19:00 | Wine Tasting

20:30 | Cena con menu a firmadell’Osteria del Trenocon in abbinamento i vini del Sannio

I VINI del saNNIO Nella MIlaNO expO Wine tasting e cena tra nord e sud

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MIGLIORI ANNATE DEI VINI ROSSI (ultimi 70 anni)1947 • 1964 • 1971 • 1978 • 1985 • 1988 • 1990 • 1997 • 2001

ANNATE PIù PRODUTTIVE DAL 1950 (quantità)1973 1974 1979 1980 1983 1986 76.716.000 76.867.000 85.146.000 86.545.000 83.280.000 77.093.000

ANNATE PIù SCARSE DAL 1950 (quantità)1950 1957 2007 2011 2012 201441.049.000 42.838.000 42.559.000 42.705.000 41.074.000 42.088.000Fo

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