Il servizio sociale nell’area minori e famiglia · Il servizio sociale nell’area minori e...

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Percorso  C Il sistema integrato di interventi e servizi socio-sanitari 1 Il servizio sociale nell’area minori e famiglia Il Servizio Sociale nell’area minori e famiglie si avvale di differenti competenze professionali: assistenti sociali; psicologi; educatori professionali. Gli operatori operano attraverso un lavoro d’équipe interdisciplinare in cui per ogni situa- zione familiare il progetto di intervento viene definito, monitorato e valutato dall’intera équipe con l’apporto delle varie professionalità. Il servizio sociale che in alcune realtà fa capo all’Assessorato ai Servizi Sociali del Comu- ne e in altre all’Azienda Usl, svolge, quindi, due funzioni principali strettamente integra- te fra loro: funzioni di assistenza, di sostegno e di aiuto nella genitorialità alle famiglie ed ai mi- nori; funzioni relative alla vigilanza, protezione e tutela dei minori di fronte a difficoltà e carenze nella gestione del ruolo genitoriale, che devono essere attivate in presenza di fattori di rischio evolutivo del minore anche in assenza di una richiesta diretta della famiglia. Queste due principali competenze e funzioni del servizio sociale, che tecnicamente ven- gono definite «di aiuto e di controllo», si svolgono in maniera integrata in quanto l’indi- rizzo al quale devono attenersi è quello di tendere ad aiutare la famiglia ad attuare pro- cessi di cambiamento, operare per favorire la responsabilizzazione dei genitori, rimuove- re, per quanto possibile, le cause del disagio e sostenere i genitori a svolgere adeguata- mente i propri compiti al fine di garantire al minore il diritto di crescere serenamente nella propria famiglia. In base a tali funzioni vengono poi definite diverse aree di intervento specifiche: interventi di assistenza alle famiglie e ai minori e di sostegno alla genitorialità. In essi sono compresi tutti quegli interventi richiesti direttamente dalle famiglie, di carattere assistenziale, educativo, di aiuto e di sostegno, che hanno l’obiettivo di favorire il di- ritto del minore di vivere e crescere nella propria famiglia d’origine, e sono: — consulenza e orientamento all’uso delle risorse e all’accesso ai servizi; — consulenza psico-sociale di sostegno alla genitorialità; — interventi di inserimento di minori nei contesti educativi presenti nel territorio; — interventi socio-educativi individuali; — assistenza economica alle famiglie con minori; interventi di vigilanza e protezione dei minori. Il servizio sociale può venire a conoscen- za, attraverso segnalazioni di altri soggetti (scuole, servizi sanitari, volontariato, vi- gili urbani, vicinato, etc.), che un minore potrebbe trovarsi in una situazione di sof- ferenza o di rischio evolutivo. Altre volte è la Magistratura minorile che invia al servi- zio sociale la richiesta di verificare le condizioni di vita e familiari di un minore che presenta segnali di disagio. Di fronte a tali segnalazioni da qualsiasi parte arrivino, gli operatori psico-sociali si attivano per una verifica della situazione segnalata e per formulare un progetto di intervento a tutela del minore; inserimento in comunità educative residenziali. L’inserimento in comunità viene attua- to dal servizio sociale, in presenza di un provvedimento del Tribunale dei Minori di

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Percorso   C    Il sistema integrato di interventi e servizi socio-sanitari

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    Ilserviziosocialenell’areaminoriefamiglia

Il Servizio Sociale nell’area minori e famiglie si avvale di differenti competenze professionali:

• assistenti sociali;• psicologi;• educatori professionali.

Gli operatori operano attraverso un lavoro d’équipe interdisciplinare in cui per ogni situa-zione familiare il progetto di intervento viene definito, monitorato e valutato dall’intera équipe con l’apporto delle varie professionalità.

Il servizio sociale che in alcune realtà fa capo all’Assessorato ai Servizi Sociali del Comu-ne e in altre all’Azienda Usl, svolge, quindi, due funzioni principali strettamente integra-te fra loro:

• funzioni di assistenza, di sostegno e di aiuto nella genitorialità alle famiglie ed ai mi-nori;

• funzioni relative alla vigilanza, protezione e tutela dei minori di fronte a difficoltà e carenze nella gestione del ruolo genitoriale, che devono essere attivate in presenza di fattori di rischio evolutivo del minore anche in assenza di una richiesta diretta della famiglia.

Queste due principali competenze e funzioni del servizio sociale, che tecnicamente ven-gono definite «di aiuto e di controllo», si svolgono in maniera integrata in quanto l’indi-rizzo al quale devono attenersi è quello di tendere ad aiutare la famiglia ad attuare pro-cessi di cambiamento, operare per favorire la responsabilizzazione dei genitori, rimuove-re, per quanto possibile, le cause del disagio e sostenere i genitori a svolgere adeguata-mente i propri compiti al fine di garantire al minore il diritto di crescere serenamente nella propria famiglia.

In base a tali funzioni vengono poi definite diverse aree di intervento specifiche:

• interventi di assistenza alle famiglie e ai minori e di sostegno alla genitorialità. In essi sono compresi tutti quegli interventi richiesti direttamente dalle famiglie, di carattere assistenziale, educativo, di aiuto e di sostegno, che hanno l’obiettivo di favorire il di-ritto del minore di vivere e crescere nella propria famiglia d’origine, e sono:— consulenza e orientamento all’uso delle risorse e all’accesso ai servizi;— consulenza psico-sociale di sostegno alla genitorialità;— interventi di inserimento di minori nei contesti educativi presenti nel territorio;— interventi socio-educativi individuali;— assistenza economica alle famiglie con minori;

• interventi di vigilanza e protezione dei minori. Il servizio sociale può venire a conoscen-za, attraverso segnalazioni di altri soggetti (scuole, servizi sanitari, volontariato, vi-gili urbani, vicinato, etc.), che un minore potrebbe trovarsi in una situazione di sof-ferenza o di rischio evolutivo. Altre volte è la Magistratura minorile che invia al servi-zio sociale la richiesta di verificare le condizioni di vita e familiari di un minore che presenta segnali di disagio. Di fronte a tali segnalazioni da qualsiasi parte arrivino, gli operatori psico-sociali si attivano per una verifica della situazione segnalata e per formulare un progetto di intervento a tutela del minore;

• inserimento in comunità educative residenziali. L’inserimento in comunità viene attua-to dal servizio sociale, in presenza di un provvedimento del Tribunale dei Minori di

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collocamento extra-familiare, quando la situazione familiare risulta altamente pregiu-dizievole per la crescita del minore e non sia possibile un affido familiare.

Il collocamento in comunità residenziale a volte è temporaneo in attesa di definire un progetto che possa prevedere o il rientro nella famiglia d’origine, o il collocamento in affido familiare o quando si tratta di bambini molto piccoli e in stato di abbandono, l’adozione;

• affido familiare di minori. Esso è a tempo determinato e ha lo scopo di inserire il mi-nore italiano o straniero, in un ambiente più valido, pur mantenendo i rapporti con la famiglia di origine;

• interventi connessi all’adozione. Il servizio sociale svolge gli interventi previsti per legge (L. 149/2001) per le coppie che intendono adottare un bambino italiano o stra-niero;

• interventi relativi ai minori denunciati ai sensi del D.P.R. 448/88. Questa attività riguar-da i minori segnalati dalla magistratura minorile a seguito di reati commessi di varia natura. L’intervento del servizio sociale riguarda l’indagine psico-sociale richieste dal-la Procura minorile per costruire percorsi educativi alternativi a quelli penali;

• interventi connessi alla separazione. Nei confronti della problematica inerente la sepa-razione coniugale il servizio opera su richiesta del Tribunale ordinario o del tribunale per i minorenni nei casi di separazione conflittuale di genitori che non riescono a trovare un accordo sull’affidamento dei figli all’uno o all’altro genitore. Anche il Giudi-ce tutelare, che svolge funzione di vigilanza sui figli dei genitori separati, può richie-dere l’intervento del servizio di fronte a conflitti tra genitori già separati.

Gli operatori hanno il compito di svolgere una indagine psico-sociale sui genitori, sul minore e sulla relazione genitori-figlio. Al termine dell’indagine gli operatori inviano una relazione contente una valutazione psico-sociale della situazione familiare al giu-dice che l’ha richiesta per gli interventi di competenza;

• interventi relativi a procedure ed accertamenti dell’autorità minorile. Vengono qui com-prese le attività svolte dal servizio su richiesta del Tribunale dei Minori o del Giudice Tutelare in tema di matrimonio di minori, di Interruzione Volontaria di Gravidanza di minorenni, di tutela dei minorenni stranieri «non accompagnanti» cioè arrivati in Italia senza reti parentali;

• esecuzione dei provvedimenti che spesso hanno contenuto di prescrizioni (art. 12 L.184/1983; art. 333, c. 1, c.c.);

• allontanamento del minore e sua nuova collocazione (presso l’altro genitore, in affida-mento familiare a parenti o a terze persone, in una comunità);

• denuncia o referto per le notizie di reato perseguibili d’ufficio (maltrattamenti in fa-miglia o verso fanciulli (art. 572 c.p.); violenza sessuale (art. 609bis e ss. c.p.); cor-ruzione di minorenne (art. 609quinquies c.p.);

• protezione di soggetti privi in tutto o in parte di autonomia: interdizione, inabilitazio-ne ed amministrazione di sostegno;

• inottemperanza all’obbligo scolastico;• nascita di un bambino con sindrome di astinenza neonatale, riferita all’assunzione nel

corso della gravidanza da parte della madre di sostanze stupefacenti;• tutela del minore vittima nel procedimento civile;• assistenza affettiva e psicologica della persona offesa minorenne nel procedimento pe-

nale.