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IL SENTIERO DEL DISCEPOLATO VOLUME PRIMO - NOTE INTRODUTTIVE SULLINIZIAZIONE - HERMES WWW.CONOSCITESTESSO.NET 1

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IL SENTIERO DEL DISCEPOLATO

VOLUME PRIMO

- NOTE INTRODUTTIVE SULL’INIZIAZIONE -

HERMES WWW.CONOSCITESTESSO.NET

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BIBLIOGRAFIA

Questo trattato è un estratto degli insegnamenti del Maestro D.K. (conosciuto anche come il Tibetano), dettati al discepolo Alice Ann Bailey sotto istruzione del Cristo e divulgati dalla Scuola Arcana.

I testi di riferimento adoperati per la stesura di questo trattato sono i seguenti:

Del Maestro D.K., scritti da Alice Ann Bailey Iniziazione Umana e Solare Lettere sulla Meditazione Occulta Trattato sul Fuoco cosmico Trattato di Magia Bianca - La Via del Discepolo Il Discepolato nella Nuova Era - Vol. I Trattato dei Sette Raggi - Vol. I - Psicologia Esoterica Trattato dei Sette Raggi - Vol. II - Psicologia Esoterica Trattato dei Sette Raggi - Vol. III - Astrologia Esoterica Trattato dei Sette Raggi - Vol. V - Raggi e Iniziazioni

Di Alice Ann Bailey Da Betlemme al Calvario Le Fatiche di Ercole

La pubblicazione dei libri originali è finanziata dal Fondo Libri del Tibetano, che è un fondo che si rinnova allo scopo di perpetuare gli insegnamenti del “Tibetano” e di Alice A. Bailey. Tutto il denaro erogato dal Fondo per pubblicare questo libro vi ritorna con la sua vendita in modo da assicurarne una successiva edizione. La pubblicazione dei libri dell’Editrice Nuova Era è un atto di Servizio: i proventi delle vendite ne assicurano le successive edizioni. La Lucis Press è un’organizzazione che non ha scopo di lucro ed appartiene al Lucis Trust. Per questi libri non si reclamano diritti d’Autore. Il lavoro di tutti i collaboratori viene svolto su base volontaria ed è offerto come contributo al progresso delle coscienze.

Nota dell’Autore:

Con il seguente Trattato si è voluto fare una sintesi del percorso del discepolo accettato in modo da comprendere meglio la propria posizione nello schema del tutto e il prossimo passo utile da compiere per poter effettuare quella grande crisi o espansione di coscienza chiamata Iniziazione. Tale trattato non esclude i seguenti libri da cui è tratto l’insegnamento ma vuole solo essere un raggruppamento dei punti salienti in un tutto chiaro e coerente. Gli interventi dell’autore, qualora fossero stati ritenuti necessari, sono riportati tra parentesi e firmati, alla fine degli stessi, con la sigla iniziale dello pseudonimo Hermes (- H.).

Nella speranza che quest’opera possa essere servire d’aiuto a tutti coloro che sentono dentro se stessi divampare il fuoco dell’aspirazione e servizio. AUM-TAT-SAT.

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PREMESSA

Tratto dal libro “Da Betlemme al Calvario”, pag. 23, 24 edizione inglese (pag. 18 PDF).

Si dicono molte assurdità, ai giorni nostri, riguardo l’iniziazione, e il mondo è pieno di persone che si dicono iniziati. Essi dimenticano che nessun iniziato si proclama tale, né parla mai di se stesso. Il solo fatto di proclamarsi iniziati li smentisce. Ai discepoli e agli iniziati viene insegnato ad essere inclusivi nei loro pensieri, e non separativi nei loro atteggiamenti. Essi non si pongono mai fuori dal resto dell’umanità col rivendicare la loro condizione, mettendosi quindi su di un piedistallo.

Tratto dal libro “Le Fatiche di Ercole”, pag. 75 edizione inglese (pag. 83 PDF).

Ci sono due parole che bisognerebbe escludere dal vocabolario dell’occultista, e che sono: “iniziato” e “maestro”. “Iniziato” è un termine deliziosamente separativo, è una parola che pone su un piedistallo. “Maestro” è un termine che fa nascere nella coscienza delle persone l’impressione che esistano uomini superiori che assumono, nei riguardi dei loro discepoli, la posa di direttori o maestri, che dicano loro ciò che si deve o non si deve fare. Ma nessun vero adepto si è mai comportato in questo modo.

Le parole “aspirante” e “discepolo” sono decisamente migliori. La parola “aspirante” è come un mantello che ricopre ogni stadio del nostro sviluppo. Se volete una parola più tecnica, usate “discepolo”. Questa è una parola che vela e nasconde, poiché, sia l’aspirante del più basso grado, sia il Cristo stesso, sono dei discepoli. È una parola che elimina classi, gradi e differenziazioni nei vari livelli di evoluzione.

Tratto dal libro “Il Trattato dei Sette Raggi - Vol. II - Psicologia Esoterica”, pag. 13 edizione inglese (pag. 12, 13 PDF).

Molti, considerati iniziati, stanno invece solo sforzandosi di esserlo. In verità non lo sono. Si tratta di quei bene intenzionati la cui comprensione mentale oltrepassa il potere esecutivo delle loro personalità. Sono in contatto con forze che non sono ancora in grado di usare e dominare. Essi hanno compiuto buona parte del necessario lavoro di contatto interiore, ma non ancora plasmato la natura inferiore. Perciò non sono in grado di esprimere ciò che comprendono interiormente e che realizzano in parte. Sono quei discepoli che parlano troppo e troppo presto, in modo troppo egocentrico, che presentano al mondo un ideale per il quale in effetti operano, ma che non sanno ancora concretare, per l’insufficienza delle loro doti. Proclamano le loro convinzioni in termini di fatti acquisiti e provocano molte perplessità fra i “piccoli”. Ma al tempo stesso avanzano verso la meta. Mentalmente sono in contatto con l’ideale e il Piano. Sono consapevoli di forze e di energie del tutto sconosciute alla maggioranza. Sbagliano solo di tempo, poiché affermano prematuramente ciò che un giorno saranno.

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Il Discepolo Accettato. Tratto dal libro “Trattato di Magia Bianca”, pag. 169 edizione inglese (pag. 82 PDF).

Vi sono molti malintesi in merito al modo di agire di un Maestro per permettere a un discepolo di avere la consapevolezza di essere accettato. Si crede ad esempio che egli ne riceva comunicazione e che gli sia accordato un incontro, durante il quale il Maestro lo accetta e lo inizia al lavoro. Ma non è così. La legge occulta vige tanto nel discepolato come nell’iniziazione, e l’uomo procede alla cieca. Spera, ma non sa; si aspetta che sia così, ma non dispone di alcuna certezza tangibile. Studiando se stesso e osservando i requisiti maturati può dedurre di aver forse raggiunto lo stato di discepolo accettato. Agisce pertanto sulla base di questa supposizione, osserva attentamente i suoi atti, sorveglia le sue parole e controlla i suoi pensieri affinché nessun atto manifesto, nessuna parola superflua, nessun pensiero cattivo possa interrompere il ritmo che crede di aver stabilito.

Prosegue il suo lavoro, ma intensifica la meditazione; ricerca i moventi, cerca di arricchire il corpo mentale, si prefigge l’ideale di servire e cerca di servire sempre; verrà il momento in cui, mentre sarà tanto immerso nel suo lavoro da dimenticare se stesso, improvvisamente vedrà Colui che da lungo tempo lo osserva.

Il Discepolo Accettato. Tratto dal libro “Il Discepolato nella Nuova Era - Vol. I”, pag. 83 edizione inglese (pag. 52, 53 PDF).

Discepolo accettato è chi: 1. Ha accettato la realtà della Gerarchia con i presupposti di lealtà e cooperazione che ne

derivano. 2. Ha accettato la verità che le anime sono una sola, e quindi si è consacrato a cercare di

esprimersi come anima. Il servizio da rendere è quello di risvegliare e stimolare tutte le anime con cui egli è in rapporto.

3. Ha accettato la tecnica occulta del servizio. Il suo servizio all’umanità determina tutte le sue attività e subordina la sua personalità alle esigenze del momento. Notate questa frase. Coltivate l’intuizione e la pronta risposta al bisogno immediato e non la reazione sensibile a una meta lontana.

4. Ha accettato il Piano, quale indicato dai Maestri della razza. Cerca di comprendere la natura di quel Piano e rendere possibile la sua manifestazione.

Il Discepolo Accettato. Tratto dal libro “Il Discepolato nella Nuova Era - Vol. I”, pag. 98 edizione inglese (pag. 61 PDF).

Quando le fluttuazioni del contatto sono finite e l’allievo si è stabilizzato, diventa un “punto di energia in continuo avvicinamento”, allora diviene un discepolo accettato.

Il Discepolo Accettato. Tratto dal libro “Il Discepolato nella Nuova Era - Vol. I”, pag. 717 edizione inglese (pag. 403 PDF).

La prima iniziazione, precede sempre lo stadio del discepolato accettato. Nessun Maestro accetta nel Suo Ashram un discepolo in cui non sia nato il Cristo.

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Il Discepolo Accettato. Tratto dal libro “Il Discepolato nella Nuova Era - Vol. I”, pag. 728 edizione inglese (pag. 408, 409 PDF).

L’Ashram è un gruppo internazionale, composto di anime incarnate e non; è una sintesi di iniziati di vario grado e di discepoli accettati. I Maestri non considerano come iniziato chi ha superato la prima iniziazione, ciò che è bene ricordare.

I discepoli che hanno superato la seconda iniziazione sono considerati “iniziati in prova” e soltanto quando hanno superato la terza sono considerati veramente iniziati dalla Gerarchia. La prima iniziazione è talvolta detta “Iniziazione Lemure”, la seconda “Iniziazione Atlantidea”, ma la terza, quella della nostra razza Ariana, è da Essa tecnicamente considerata come la prima iniziazione. Vi invito a considerare questa questione. Perciò il termine Discepolo Accettato include gli stadi della prima e della seconda iniziazione. Superata la terza non si è più tecnicamente un discepolo accettato, anche se si rimane ancora nel gruppo del Maestro fino alla quarta iniziazione. Sono dettagli che espongo per dare chiarezza e proporzione al vostro pensiero.

Aspirante e discepolo. Iniziazione. Tratto dal libro “Iniziazione Umana e Solare”, pag. 192 edizione Inglese (pag. 101 PDF)

Fra “aspirante al sentiero” e “candidato all’iniziazione” vi è grande differenza. Chi aspira al discepolato e cerca di conseguirlo non s’impegna in alcun modo alle specifiche norme di vita e alla disciplina del candidato all’iniziazione e, se lo preferisce, può prolungare quanto vuole il Sentiero della Prova. Chi si propone l’iniziazione si trova in una situazione diversa e, una volta avanzata la richiesta deve imporsi una regola di vita ben precisa.

Aspirante e discepolo. Iniziazione. Tratto dal libro “Trattato di Magia Bianca”, pag. 221 edizione Inglese (pag. 105, 106 PDF)

Una delle cose più importanti che deve fare l’aspirante è imparare a comprendere il piano astrale e la sua natura, imparare a liberarsi da esso e in seguito lavorarvi.

..Poiché nel momento in cui un uomo è in grado di “vedere” sul piano astrale, (di vedere non per mezzo di poteri psichici, ma dell’intuizione - H.) di pervenire all’equilibrio e mantenersi saldo (imperturbato, distaccato, immune da influenze e libero) in mezzo alle forze che vibrano, in quel momento egli è pronto per l’iniziazione.

Aspirante e discepolo. Iniziazione. Tratto dal libro “Iniziazione Umana e Solare”, pag. 192 edizione Inglese (pag. 101 PDF)

Regola 1. Il discepolo cerchi nel profondo del cuore. Se il fuoco vi divampa e riscalda il fratello e non se stesso, è giunta l’ora di chiedere di presentarsi alla Porta (dell’iniziazione - H.).

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INTRODUZIONE -

L’INIZIAZIONE

“È importante che l’aspirante sappia dove si trova e quale sia il suo problema particolare”.

[Trattato di Magia Bianca, pag. 237 edizione Inglese (pag. 113 PDF)]

Tratto da: “Iniziazione Umana e Solare”

Cos’è l’Iniziazione? da pag. 10 a pag. 14 edizione inglese (pag. 12, 13, 14 PDF).

Il termine iniziazione deriva da due parole latine: in = dentro, e ire = andare; perciò iniziare, cominciare, dare inizio o entrare in qualche cosa. Nel suo più ampio significato, che stiamo studiando, indica l’ingresso nella vita spirituale o in un suo nuovo stadio. È il primo passo, e i successivi, sul Sentiero della Santità. Perciò, letteralmente, colui che ha conseguito la prima iniziazione è un uomo che, avendo trasceso il regno puramente umano, ha fatto il primo passo in quello sovrumano o spirituale. Come al momento dell'individualizzazione egli passò dal regno animale a quello umano, ora è penetrato nella vita dello spirito e quindi, per la prima volta, ha diritto di essere chiamato “uomo spirituale” secondo il significato tecnico del termine. È entrato nel quinto e ultimo stadio della nostra quintuplice evoluzione. Avendo brancolato per molte età nell’Aula dell’Ignoranza, poi frequentata la scuola nell’Aula dell’Apprendimento, ora entra all’università o Aula della Saggezza. Quando ne avrà percorsi i diversi stadi diverrà un Maestro di Compassione.

Considerata in senso lato e non dal punto di vista individuale, l’iniziazione o il procedimento mediante il quale si giunge a un’espansione di coscienza, fa parte del normale sviluppo evolutivo. Considerata in rapporto all’individuo, il suo significato è stato ridotto al momento in cui l’unità che si evolve diviene chiaramente consapevole di aver raggiunto (quale frutto del proprio sforzo, coadiuvato dai consigli e dai suggerimenti degli Istruttori che vigilano sull’umanità) un certo grado di conoscenza soggettiva, dal punto di vista del piano fisico.

Ogni iniziazione segna il passaggio dell’allievo ad uno stadio superiore: dall’aula dell’ignoranza a quella della Saggezza; implica la coscienza di una crescente unione con tutto ciò che vive e dell’essenziale unità del sé con tutti i sé. Ne risulta il continuo estendersi dell’orizzonte, fino ad includere tutta la sfera della creazione; è la crescente capacità di vedere e udire su tutti i piani. È una più vasta consapevolezza dei piani di Dio per il mondo e una maggiore capacità di inserirvisi e di promuoverli.

L’iniziazione conduce al monte dal quale è possibile la visione; una visione dell’Eterno Presente, nel quale passato, presente e futuro sono una cosa sola; una visione del quadro delle razze, collegate dal filo d’oro della loro continuità; una visione dell’aurea sfera che tiene unite le molteplici evoluzioni del nostro sistema (devica, umana, animale, vegetale, minerale ed

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elementale), e attraverso la quale appare chiaramente il pulsare ritmico e regolare della vita; una visione della forma pensiero del Logos sul piano archetipo; una visione che da iniziazione a iniziazione diventa sempre più vasta fino ad includere l’intero sistema solare.

L’iniziazione conduce alla corrente che, quando vi sia entrato, sospinge l'uomo ai piedi del Signore del Mondo, ai piedi del Padre celeste e del triplice Logos. Permette, quindi una penetrazione progressiva nella mente del Logos Creatore.

I Iniziazione, pag. 82, 83, 84, edizione inglese (pag. 47, 48 PDF).

Alla prima iniziazione l’Ego deve avere acquistato un notevole dominio sul corpo fisico (con il termine Ego il Maestro D.K. e Alice Bailey indicano l’Anima - Hermes). I “peccati della carne”, secondo la fraseologia cristiana, devono essere dominati; ghiottoneria, alcolismo e dissolutezza non devono avere alcun potere. L’elementale fisico non deve più trovare risposta alle proprie richieste; il dominio deve essere completo e ogni allettamento scomparso.

Un atteggiamento generale di obbedienza all’Ego deve essere presente, e la disposizione ad obbedire deve essere molto forte. Il canale fra il superiore e l’inferiore è ampliato e l’obbedienza della carne è quasi automatica.

Il fatto che non tutti gli iniziati siano a tale altezza può essere attribuito a diverse cause, ma la nota che fanno risuonare dovrebbe essere quella della rettitudine; essi riconosceranno i propri errori con sincerità e apertamente e si sforzeranno in modo palese di conformarsi al livello di comportamento più elevato, anche se non potranno raggiungere la perfezione. Gli iniziati possono cadere e cadono, incorrendo così nella punizione secondo la legge (del Karma - H.). Cadendo possono nuocere e nuocciono al gruppo e con ciò incorrono nel karma di riassestamento, dovendo espiare l’offesa fatta con un servizio più prolungato nel quale, seppure inconsciamente, gli stessi membri del gruppo applicheranno la legge; il progresso di questi iniziati verrà seriamente ostacolato, poiché molto tempo andrà perduto nell’esaurire il karma riguardante i danneggiati. Il fatto di essere un iniziato e perciò veicolo di forza di tipo molto più potente, fa sì che la caduta dal giusto sentiero abbia effetti più potenti che per un uomo meno avanzato; la ricompensa, come la punizione, saranno quindi maggiori. Prima di poter procedere sulla Via il prezzo deve essere inevitabilmente pagato. Quale sarà l’atteggiamento del gruppo danneggiato? Esso riconoscerà la gravità dell’errore, accettandone saggiamente le conseguenze; si asterrà da una critica non fraterna e irradierà amore sul fratello che ha errato; tutto ciò accompagnato da un’azione che dimostri chiaramente a chi osserva dall’esterno come tali errori e infrazioni della legge non siano condonati. Nel gruppo interessato si assumerà inoltre un atteggiamento mentale tale da indurre, pur con la dovuta fermezza, ad aiutare il fratello a scorgere il proprio errore, ad esaurire il karma retributivo e infine, fatta la debita ammenda, a ristabilire la considerazione e il rispetto nei suoi confronti.

Non tutti evolvono esattamente lungo le stesse linee di sviluppo e non è quindi possibile stabilire regole fisse per l’esatto procedimento da seguire ad ogni iniziazione, né riguardo ai centri che devono essere vivificati e la visione che verrà concessa. Molto dipende dal raggio del discepolo o dalla particolare direzione del suo sviluppo (generalmente le persone non si sviluppano in modo uniforme), dal karma individuale e anche dalle esigenze di un determinato periodo. Tuttavia si può suggerire che alla prima iniziazione, la nascita del Cristo, di solito viene vivificato il centro del cuore allo scopo di ottenere un dominio più efficace sul corpo astrale e di servire l’umanità in modo più valido. Dopo questa iniziazione, l’iniziato verrà istruito principalmente sui fatti del piano astrale; dovrà stabilizzare il proprio corpo emotivo e imparare a operare su quel piano con la stessa facilità con cui lavora su quello

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fisico; è messo in contatto con i deva astrali; impara a dominare gli elementali astrali; deve operare con facilità nei sottopiani inferiori e il valore e la qualità del suo lavoro acquistano maggior valore. Questa iniziazione trasferisce dall’Aula dell’Apprendimento all’Aula della Saggezza. In tale periodo l’importanza maggiore è data nettamente al suo sviluppo astrale, sebbene la preparazione mentale proceda costante.

II Iniziazione, pag. 84, 85, 86 edizione inglese (pag. 48 PDF).

Tra la prima e la seconda iniziazione possono trascorrere molte vite. Passa un lungo periodo di numerose incarnazioni, prima che il dominio sul corpo astrale sia perfezionato e l’iniziato sia pronto per il passo successivo. Vi è un’interessante analogia nella vita dell’iniziato Gesù, contenuta nel Nuovo Testamento. Molti anni trascorsero fra la nascita e il battesimo, mentre gli altri tre stadi furono raggiunti in tre soli anni. Dopo la seconda iniziazione il progresso sarà rapido e la terza e la quarta seguiranno probabilmente nella medesima vita o nella successiva.

La seconda iniziazione costituisce la crisi nel dominio del corpo astrale. Come alla prima iniziazione si è dimostrato il dominio sul corpo fisico, così ora va dimostrato sul corpo astrale. Il sacrificio e la morte del desiderio sono stati la meta dello sforzo compiuto. Il desiderio stesso è stato dominato dall’Ego e ora l’iniziato anela soltanto al bene del Tutto in accordo con la volontà dell’Ego e del Maestro. L’elementale astrale è sotto controllo, il corpo delle emozioni è puro e limpido e la natura inferiore muore rapidamente. Ora l’Ego fa di nuovo presa sui due veicoli inferiori e li piega alla propria volontà. L’aspirazione e il desiderio di servire, amare e procedere diventano così intensi da produrre generalmente un rapido sviluppo. Questo spiega perché la seconda e la terza iniziazione si succedano spesso (non sempre) in una stessa vita. Nell’attuale periodo si è dato un tale stimolo all’evoluzione, che le anime che aspirano al servizio, sensibili all’angoscioso grido d’aiuto dell’umanità, tutto sacrificano per rispondervi.

Non commettiamo però l’errore di pensare che tutto questo avvenga per stadi fissi e consecutivi. Molto viene compiuto contemporaneamente e all’unisono, poiché giungere al dominio è un processo lento e duro, ma negli intervalli fra le prime tre iniziazioni ognuno dei tre veicoli inferiori deve raggiungere un preciso stadio d’evoluzione e mantenerlo, prima che una ulteriore espansione di coscienza possa essere permessa senza incorrere in pericoli. Molti di noi che percorrono il Sentiero della Prova attualmente lavorano su tutti e tre i corpi.

Alla seconda iniziazione, se viene seguito il decorso ordinario (ciò che, ripetiamo, non è detto) viene vivificato il centro della gola. Ciò conferisce la capacità di mettere a disposizione del servizio al Maestro e agli uomini il proprio patrimonio mentale inferiore. Viene conferita la capacità di manifestare ed esprimere, forse con la parola parlata, ma certamente con qualche forma di servizio, ciò che può essere di aiuto. Viene accordata una visione della necessità del mondo e mostrata una ulteriore parte del piano. Per giungere alla terza iniziazione il punto di vista personale deve scomparire di fronte alla necessità del tutto, ciò che implica il completo dominio della mente concreta da parte dell’Ego.

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I Cinque stadi della cerimonia di iniziazione, pag. 112 edizione inglese (pag. 63 PDF).

Prenderemo ora in esame i cinque stadi della cerimonia di iniziazione.1. La “Presenza” rivelata. 2. La “Visione” veduta. 3. L’applicazione della Verga con effetti su:

A. I corpi B. I centri C. Il veicolo causale

4. Il giuramento 5. La comunicazione del “Segreto” e della Parola.

Queste fasi sono elencate secondo il loro ordine il quale, si tenga presente, non è arbitrario, ma conduce l’iniziato di rivelazione in rivelazione fino allo stadio culminante in cui gli vengono confidati uno dei segreti e una delle cinque parole di potere, che gli aprono i vari piani con tutte le loro evoluzioni. Qui si vogliono soltanto indicare le cinque parti principali della cerimonia, ma lo studente ricordi che ognuna di queste cinque fasi è in sé una cerimonia completa e suscettibile di ulteriori suddivisioni.

La Rivelazione della “Presenza”, pag. 115, 116 edizione inglese (pag. 64 PDF).

Alla prima iniziazione l’iniziato diventa consapevole del terzo (o inferiore) aspetto dell’Ego, l’intelligenza attiva. È messo di fronte alla manifestazione del grande angelo solare (Pitri) che è egli stesso, il Sé reale. Superato ogni passato conflitto, egli sa che tale manifestazione di intelligenza è l’Entità eterna che, durante un lungo passato, ha manifestato i propri poteri sul piano fisico, attraverso le successive incarnazioni.

Alla seconda iniziazione questa grande Presenza è veduta come una dualità e un altro aspetto risplende dinanzi all’iniziato. Egli diviene consapevole del fatto che la Vita radiante con la quale egli s’identifica non è soltanto intelligenza in atto, ma fondamentalmente anche amore-saggezza. Egli fonde la propria coscienza con questa Vita e vi si unifica affinché, per mezzo del sé personale, quella Vita si possa manifestare sul piano fisico come amore intelligente.

Alla terza iniziazione l’Ego sta dinanzi all’iniziato come triplicità perfetta. Il Sé non è conosciuto solo quale amore attivo e intelligente, ma si rivela anche come fondamentale volontà o proposito con la quale l’uomo immediatamente si identifica; egli sa che d'ora in poi i tre mondi non saranno per lui nulla se non un campo di servizio attivo, compiuto con amore per attuare un proposito che per lunghe età è rimasto celato nel cuore del Sé. Ora quel proposito gli si è rivelato ed egli può cooperare con intelligenza alla sua attuazione.

Queste profonde rivelazioni appaiono all’iniziato in tre modi: Come un essere angelico radioso che l’occhio interiore vede con la medesima esattezza di

visione e di giudizio con cui si vede chi ci sta di fronte. Il grande Angelo solare che incarna l’uomo reale e ne è l’espressione sul piano della mente superiore, è letteralmente il divino antenato, l’“Osservatore” che durante lunghi cicli di incarnazione si è con sacrificio immerso nella forma affinché l’uomo potesse ESSERE.

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Come una sfera di fuoco radiante collegata con l’iniziato che le sta di fronte per mezzo del magnetico filo di fuoco che attraversa tutti i corpi e termina nel centro del cervello fisico. Questo “filo d’argento” (come è chiamato poco accuratamente nella Bibbia, dove se ne descrive il distacco dal corpo fisico e il conseguente ritiro) emana dal centro del cuore dell’Angelo Solare, collegando così cuore e cervello, la grande dualità che in questo sistema solare manifesta amore e intelligenza. Questa sfera di fuoco è inoltre collegata con molte altre che appartengono allo stesso gruppo e raggio, dimostrando letteralmente il fatto che nei piani superiori tutto è uno. Un’unica vita pulsa e circola attraverso tutto per mezzo di fili di fuoco. Questa è parte della rivelazione che avviene dinanzi alla “Presenza”, quando gli occhi sono aperti in senso occulto.

Come un Loto variopinto a nove petali, disposti in tre cerchi attorno a un centro formato di tre petali chiusi, a proteggere quello che nei testi orientali è detto “Il Gioiello nel Loto”. Questo Loto è di rara bellezza, pulsante di vita e radioso di tutti i colori dell’arcobaleno, e alle prime tre iniziazioni i tre cerchi di petali si rivelano secondo il proprio ordine, fino a che, alla quarta, l’iniziato ha una rivelazione ancora più vasta e apprende il segreto di ciò che dimora nel bocciolo centrale. A questo riguardo la terza iniziazione differisce leggermente dalle altre due, poiché mediante il potere di uno Jerofante ancora più elevato del Bodhisattva, l’iniziato viene per la prima volta in contatto con il fuoco elettrico del puro Spirito latente nel cuore del Loto.

Rivelazione della Visione, pag. 119, 120, 121 edizione inglese (pag. 66, 67 PDF).

Condotto l’iniziato al cospetto di Colui con il quale è in rapporto da innumerevoli età, e avendo risvegliato in lui l’incrollabile realizzazione dell’unità della vita fondamentale che si manifesta mediante tutte le vite minori, la successiva, importante rivelazione è la Visione. La prima rivelazione riguardava ciò che è indefinibile, illimitabile e (per la mente finita) infinito, nella sua astrazione e assolutezza. La seconda rivelazione concerne il tempo e lo spazio e implica il riconoscimento dell’iniziato (mediante il senso della vista occulta appena risvegliato) della parte che ha svolto e che dovrà svolgere nel piano divino, e poi del piano stesso per quanto riguarda:

a. Il suo Ego b. Il suo gruppo egoico c. Il suo gruppo di raggio d. Il suo Logos planetario

Queste quattro conoscenze indicano la graduale presa di coscienza realizzata durante le quattro iniziazioni che precedono la liberazione finale.

Alla prima iniziazione l’iniziato diviene esattamente consapevole della parte, relativamente esigua, che deve svolgere nella sua vita personale tra il momento della rivelazione e la seconda iniziazione, periodo che può includere una o più incarnazioni. Egli conosce l’indirizzo che dovrebbero prendere e si rende parzialmente conto della propria partecipazione al servizio dell’umanità. Vede il piano nel suo insieme, nel quale egli non è che un piccolo mosaico entro il grande disegno generale; si rende conto di come può servire con il suo tipo particolare di mente, con le sue doti mentali e di altra natura, con le sue varie capacità, e di ciò che deve compiere prima di poter nuovamente stare al cospetto della Presenza e ricevere una più vasta rivelazione.

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Alla seconda iniziazione gli viene mostrata la parte che il suo gruppo egoico svolge nello schema generale. Egli diviene maggiormente consapevole delle diverse unità di gruppo con cui è essenzialmente associato; sa chi sono personalmente, se incarnate, e vede alcuni rapporti karmici fra gruppi, individui e se stesso. Ha una visione dello scopo specifico del gruppo e del suo rapporto con altri gruppi. Ora può agire con maggiore sicurezza e i suoi rapporti con gli altri sul piano fisico diventano più sicuri; può aiutare sia gli altri che se stesso ad esaurire del karma, affrettando la liberazione finale.

I rapporti di gruppo vengono consolidati e piani e propositi possono essere attuati con maggiore intelligenza. Il graduale consolidamento dei rapporti di gruppo produce sul piano fisico l’attività concertata e la saggia unità di proposito che consentono di materializzare gli ideali superiori e di utilizzare la forza per promuovere i fini evolutivi con saggezza. Quando ciò è giunto a un certo stadio, le unità che compongono i gruppi hanno imparato a lavorare unite stimolandosi reciprocamente. Ora possono procedere verso un’ulteriore conoscenza che conferirà loro maggiore capacità di aiutare.

Influssi cosmici, pag. 98, 99 edizione inglese (pag. 55, 56 PDF).

Trattando di questo argomento impegnativo si può soltanto accennare brevemente ad alcuni influssi cosmici che producono determinati effetti sulla Terra e nella coscienza degli uomini, e che durante il processo d’iniziazione determinano fenomeni specifici.

Prima e più importante è l’energia, o forza, che emana dal sole Sirio. Se così si può esprimere, l’energia del pensiero o forza mentale, nella sua totalità, giunge al sistema solare da un remoto centro cosmico, attraverso Sirio. Sirio agisce quale trasmettitore, o centro focalizzatore, e poi emana gli influssi che producono l’autocoscienza nell’uomo. Durante l’iniziazione, per mezzo della Verga iniziatica (trasmettitore complementare e potente magnete) quell’energia viene momentaneamente intensificata e applicata ai centri dell’iniziato con forza terrificante; se lo Jerofante e i due padrini non la facessero passare prima attraverso i propri corpi, egli non la potrebbe sostenere. Tale potenziamento dell'energia mentale produce espansione e conoscenza della verità qual è con effetti duraturi. È sentita principalmente nel centro della gola, l’importante organo di creazione mediante il suono.

Un’altra energia raggiunge l’uomo dalle Pleiadi, attraversando lo schema di Venere, come l’energia di Sirio passa attraverso Saturno. Essa ha un preciso effetto sul corpo causale e stimola il centro del cuore.

Una terza energia è applicata all’iniziato e influenza il centro della testa. Essa emana da una delle sette stelle dell’Orsa Maggiore la cui vita animante ha il medesimo rapporto con il Logos planetario di quello dell’Ego con l’essere umano. Questa energia è perciò settemplice e differisce a seconda del raggio dell’uomo.

Non è possibile indicare qui l’ordine d’applicazione di queste diverse energie, né l’iniziazione durante la quale l’uomo viene in contatto con esse. Questi fatti fanno parte dei segreti e dei misteri e non è possibile rivelarli. Altre forze provenienti da alcuni schemi planetari, come pure da centri cosmici, sono messe in azione dall’Iniziatore e trasmesse per mezzo della Verga ai vari centri nei tre veicoli dell’iniziato: il mentale, l’astrale e l’eterico.

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Effetto dell'applicazione dalla Verga alle iniziazioni, pag. 127, 128 edizione inglese (pag. 71, 72 PDF).

Tutte le Verghe d’iniziazione producono determinati effetti:a. Stimolazione dei fuochi latenti fino a farli risplendere. b. Sintesi dei fuochi per mezzo di un’attività occulta che li porta nel reciproco raggio

d’azione. c. Aumento dell’attività vibratoria di un dato centro, sia nell’uomo che in un Uomo

Celeste o in un Logos solare. d. Espansione di tutti i corpi, ma principalmente di quello causale. e. Risveglio del fuoco di kundalini (alla base della colonna vertebrale) e direzione

della sua ascesa progressiva. Questo fuoco, e il fuoco di manas, sono diretti lungo certe linee o triangoli per mezzo di movimenti specifici eseguiti dalla Verga. Il fatto che ogni iniziato sia accompagnato alla presenza dell’Iniziatore da due Maestri disposti al suo fianco, da entrambi i lati, ha una ben precisa ragione occulta, basata sulle leggi dell’elettricità. I tre formano un triangolo che rende possibile l’azione.

La forza della verga è duplice e il suo potere immenso. Da solo l’iniziato non potrebbe sostenerne il voltaggio senza grave danno, ma la trasmissione triangolare lo salvaguarda. Ricordiamo che due Maestri fungono da padrini per tutti i candidati all’iniziazione e rappresentano le due polarità del Tutto elettrico. Parte della Loro fun- zione consiste nello stare a fianco dei candidati quando si presentano al Grande Signore.

Effetto dell'applicazione dalla Verga alle iniziazioni, pag. 91 edizione inglese (pag. 51 PDF).

Alle prime due iniziazioni l’applicazione della Verga iniziatica da parte del Bodhisattva mette l’iniziato in grado di controllare e utilizzare la forza del sé inferiore, l’energia veramente santificata della personalità nel servizio. Alla terza iniziazione l’applicazione della Verga da parte dell’Unico Iniziatore rende disponibile in modo molto più ampio la forza del Sé superiore o Ego, e sprigiona sul piano fisico tutta l’energia accumulata durante numerose incarnazioni nel corpo causale.

Effetto dell'applicazione dalla Verga alle iniziazioni, da pag. 134 a pag. 141 edizione inglese (pag. 73, 74, 75, 76 PDF).

A. Sui corpi dell’iniziato. L’effetto ha quattro aspetti ed è duraturo, ma varia secondo l’iniziazione conseguita. L’azione della Verga è accuratamente e scientificamente regolata, ad ogni successiva iniziazione il suo voltaggio è aumentato, l’attività del fuoco che ne risulta e il suo calore vengono intensificati. L’iniziato si rende conto che:

1. L’attività di ogni atomo dei suoi corpi è aumentata e ne deriva maggiore energia nervosa e un’elasticità e resistenza che gli saranno di grande aiuto nelle strenua vita di servizio che lo attende.

2. La sostanza di tipo indesiderabile esistente nei suoi corpi è disgregata e le barriere fra gli atomi parzialmente distrutte rendendoli radioattivi e perciò più facilmente eliminabili.

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3. I fuochi del corpo sono stimolati e la totalità dell’energia del triplice uomo inferiore è coordinata, in modo che vi sia minor dispersione di forze e maggiore coerenza e uniformità d’azione.

4. L’allineamento dei vari corpi con il corpo causale o egoico è facilitato rendendo possibili la continuità di coscienza e la ricettività ai comandi dell’Ego.

Al ritorno dalla cerimonia, quando assumerà il proprio lavoro nel mondo, l'iniziato si accorgerà che la stimolazione ricevuta produce nei suoi corpi un periodo di grande attività e anche di conflitto. Tale conflitto, combattuto fino alla vittoria, permette di eliminare dai suoi corpi la sostanza indesiderabile e sostituirla con altra, nuova e migliore. Troverà che le sue possibilità di servizio sono enormemente accresciute e che la sua energia nervosa è intensificata, di modo che per il servizio può attingere a riserve di forza prima insospettate. Troverà inoltre che la risposta del cervello fisico alla voce del Sé superiore e la sua ricettività alle impressioni più elevate e sottili sono molto migliorate. Col tempo, in seguito al lavoro compiuto, giungerà ad eliminare tutta la sostanza di tipo subatomico e costruirà dei corpi di sostanza dei sottopiani superiori di ciascun piano; sarà consapevole del fatto che tutte le sue energie possono essere coscientemente e costruttivamente dominate, che conosce il vero significato della continuità di coscienza e può operare simultaneamente sui tre piani con piena consapevolezza.

B. Sul corpo causale o egoico (Atma-Buddhi-Manas Superiore o corpo dell’anima - H.). È possibile soltanto accennare all’effetto dell'applicazione della Verga sul corpo causale dell’iniziato. Il soggetto è d’immensa portata e sarà trattato più diffusamente nel Trattato del Fuoco cosmico. Vi sono due modi per trasmettere un’idea della verità fondamentale alla mente dello studente.

In primo luogo si tenga presente che, sul piano fisico, l’uomo è una personalità operante, con determinate caratteristiche, ma allo stesso tempo è una Vita soggettiva che si serve di quella personalità come mezzo di espressione e che, usando il corpo fisico, emotivo e mentale del triplice uomo inferiore, stabilisce i suoi vari contatti col piano fisico e in tal modo si sviluppa. Il medesimo concetto generale di sviluppo deve ora essere esteso al Sé superiore, l’Ego sul proprio piano. L’Ego è un Angelo Solare, mezzo d’espressione della Monade o spirito puro, proprio come la personalità lo è dell’Ego al livello inferiore. Dal punto di vista dell’uomo nei tre mondi, l’Ego o Signore solare è eterno; perdura per l’intero ciclo d’incarnazioni come la personalità perdura per il breve ciclo di un’esistenza fisica. Tuttavia il periodo d’esistenza dell’Ego è solo relativamente permanente e viene il giorno in cui la Vita che si esprime mediante l’Ego, il Pensatore, il Signore solare o Manasadeva, cerca di liberarsi anche da questa limitazione per tornare alla sorgente donde originariamente emanò. Allora la vita che si era manifestata come Angelo Solare e che, grazie alla sua inerente energia, ha mantenuto per lunghe età la coesione della forma egoica, gradatamente si ritrae e la forma lentamente si dissolve. Le vite minori che l’hanno costituita tornano alla fonte generale di sostanza devica, arricchite dalla maggiore coscienza e attività acquisite attraverso l’esperienza fatta nella forma e utilizzate da un aspetto d’esistenza più elevato. Lo stesso avviene per la personalità; quando la vita egoica si ritrae, il triplice sé inferiore si dissolve; le piccole vite che compongono il corpo di quello che è stato chiamato il sé lunare (in contrapposto al sé solare del quale è il riflesso) vengono assorbite nella riserva generale di sostanza devica, di vibrazione inferiore a quella che compone il corpo egoico. Anche la loro evoluzione ha progredito essendo state incorporate in una forma ad uso del sé superiore.

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L’applicazione della Verga iniziatica facilita la separazione del sé spirituale (la Monade - H.) dal sé superiore (l’anima - H.) e la vita imprigionata gradatamente si libera, mentre il corpo causale viene lentamente assorbito o dissolto.

Ciò ha indotto all’espressione, talvolta usata nei testi d’occultismo, “l’infrangersi del corpo causale” ad ogni iniziazione e all’idea del fuoco centrale interiore che gradatamente arde e distrugge le pareti che lo imprigionano, e anche la distruzione del Tempio di Salomone con il ritrarsi della Shekinah. Tutte queste espressioni sono simboliche e tentativi di trasmettere una verità fondamentale alla mente umana, sotto aspetti diversi.

Raggiunta la quarta iniziazione, l’opera di distruzione è compiuta; l’Angelo solare, assolta la propria funzione, ritorna alla sua dimora e le vite solari cercano il punto da cui emanarono. La vita che era racchiusa entro la forma ascende ora trionfalmente in seno al “Padre Celeste”, proprio come al momento della morte la vita contenuta nel corpo fisico cerca la propria sorgente, l’Ego. Anche questo avviene in quattro stadi:

1. Con il ritiro dal corpo fisico denso. 2. Con il ritiro dal corpo eterico. 3. Più tardi lasciando il corpo astrale. 4. Infine abbandonando il corpo mentale.

Un altro modo per esporre la medesima verità è considerare il corpo egoico come un centro di forza, una ruota di energia o un loto, e descriverlo come un loto a nove petali che celano tre petali interni; questi a loro volta racchiudono la vita centrale o “gioiello nel loto”. Col procedere dell’evoluzione questi tre cerchi di tre petali ciascuno si aprono progressivamente producendo un effetto simultaneo su uno dei tre petali centrali.

I tre cerchi sono chiamati rispettivamente petali del sacrificio, dell’amore, della conoscenza. All’iniziazione la Verga viene applicata ai petali in modo scientifico e regolata a seconda del raggio e delle inclinazioni. Ciò produce l’apertura del bocciolo centrale, la rivelazione del gioiello, che viene tolto dallo scrigno che lo ha tanto a lungo custodito, e trasferito alla “corona”, espressione occulta per significare il ritorno alla Monade donde venne.

Dobbiamo riconoscere che quanto è stato detto non è che un tentativo di descrivere, col limitato mezzo delle parole, il metodo e i riti con i quali alla fine si consegue la liberazione spirituale in questo ciclo; prima col metodo dello sviluppo evolutivo o graduale e poi, negli stadi finali, con l’uso della Verga d’iniziazione.

C. Sui centri. Quando viene conseguita l’iniziazione, i centri sono tutti attivi e i quattro inferiori (corrispondenti alla personalità) iniziano il trasferimento del fuoco nei tre superiori. La duplice rotazione nei centri inferiori è chiaramente visibile e i tre superiori danno segno d’attività. L’applicazione della Verga d’iniziazione durante la cerimonia produce determinati effetti sui centri, che possiamo così elencare: -

Il fuoco alla base della colonna vertebrale è nettamente diretto al centro che è oggetto di particolare attenzione. Questo varia a seconda del raggio o della specifica attività dell’iniziato.

L’attività del centro s’intensifica, la velocità del suo movimento rotatorio aumenta, e alcuni dei raggi centrali della ruota acquistano maggiore radiosità.

Questi raggi della ruota, o petali del loto, hanno stretto rapporto con le varie spirille degli atomi permanenti, e la stimolazione agisce quindi anche su una o più delle corrispondenti spirille degli atomi permanenti dei tre piani inferiori. Dopo la terza iniziazione avviene una stimolazione corrispondente negli atomi permanenti della Triade, conducendo al

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coordinamento del veicolo buddhico e al trasferimento della polarizzazione inferiore in quella superiore.

Con l’applicazione della Verga d’iniziazione, l’afflusso di forza dell’Ego alla personalità è triplicata e la sua direzione dipende dai centri che vengono stimolati, quelli eterici o astrali alla prima e seconda iniziazione, oppure i centri mentali o i corrispondenti vortici di forza a livelli superiori se l’iniziato sta dinanzi al ‘Signore del Mondo (dalla terza iniziazione in poi - H.). Quando, alla prima e alla seconda iniziazione, officia l’Istruttore del Mondo, l’energia della Triade spirituale viene diretta a vivificare i centri del cuore e della gola quali sintetizzatori dei centri inferiori. Quando l’Unico Iniziatore (Sanat Kumara, dalla terza iniziazione in poi - H.) applica la Verga del suo potere, l’energia fluisce dalla Monade e, sebbene gola e cuore intensifichino la vibrazione in risposta, l’energia viene principalmente diretta ai sette centri della testa e infine (alla liberazione) al radioso centro sopra la testa, che sintetizza i sette centri minori del capo.

All’iniziazione la capacità vibratoria e il potere dei centri vengono nuovamente aumentati e nella vita exoterica ne derivano i seguenti effetti:

1. Sensibilità e affinamento dei veicoli, ciò che in un primo tempo può procurare molta sofferenza all’iniziato, ma che produce anche una capacità di rispondere il cui valore supera ampiamente il dolore transitorio.

2. Sviluppo delle facoltà psichiche, che può anch’esso portare una temporanea sofferenza, ma che alla fine permetterà di riconoscere l’unico sé in tutti i sé, ciò che rappresenta la meta di tutto lo sforzo.

3. Distruzione della rete eterica per il graduale risveglio di kundalini e per la sua corretta ascesa geometrica, con la conseguente continuità di coscienza che permette all’iniziato di utilizzare coscientemente il tempo come un fattore sui piani dell’evoluzione.

4. Conoscenza graduale della legge di vibrazione quale aspetto della legge fondamentale di costruzione, quella di attrazione, e l’iniziato impara a costruire coscientemente, a usare sostanza mentale per perfezionare i piani del Logos, a lavorare con essenza mentale e ad applicare la legge a livelli mentali, influenzando così il piano fisico. Il moto ha origine a livelli cosmici e nel microcosmo avviene lo stesso. Questo è un suggerimento occulto che, se vi si riflette, rivelerà molte cose. Al momento dell’applicazione della Verga l’iniziato ha coscienza del significato della Legge di Attrazione nella costruzione della forma e nella sintesi dei tre fuochi. Dalla sua capacità di ricordare tale realizzazione e di applicare egli stesso la legge dipenderà la sua capacità di progredire.

5. Lo Jerofante (l’iniziatore che è il Cristo per le prime due iniziazione e Sanat Kumara dalla terza in poi - H.) trasmette all’iniziato energia manasica superiore e la stimolazione immensamente accresciuta consente all'iniziato di conoscere e riconoscere coscientemente il piano per il proprio centro di gruppo. Questa forza scende dall’atomo permanente manasico attraverso l’antahkarana ed è diretta al centro che lo Jerofante vede di dover stimolare, secondo la legge.

6. L’iniziatore stabilizza la forza e ne regola l’afflusso mentre circola attraverso il corpo egoico, di modo che quando i petali saranno tutti aperti il settimo principio nel Cuore del Loto (il cuore del loto nel chakra della corona - H.) potrà rivelarsi. Dopo ogni iniziazione il loto è più aperto e la luce centrale comincia a risplendere, una luce o fuoco che alla fine arde e consuma i tre petali che la racchiudevano, permettendo alla gloria interiore di rivelarsi pienamente e al fuoco elettrico dello spirito (gli altri due sono il fuoco per attrito o della materia ed il fuoco manasico) di manifestarsi. Poiché ciò avviene sul secondo sottopiano del piano mentale (dove è ora situato il loto egoico)

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una stimolazione corrispondente si produce nella sostanza densa che compone i petali o le ruote dei centri a livello astrale e a quello eterico.

La Parola di Potere, pag. 161 edizione inglese (pag. 87 PDF) . 1

Alla prima iniziazione è comunicata la Parola per il piano fisico. Alla seconda iniziazione la Parola per il piano astrale. Alla terza iniziazione la Parola per il piano mentale inferiore. A questa iniziazione, il cui Jerofante è il Signore del Mondo, non viene comunicata soltanto la Parola per il piano mentale inferiore, ma anche quella che sintetizza le tre parole per i tre mondi. Essa viene affidata all’iniziato come tema di meditazione fino alla quarta iniziazione, ma gli è vietato usarla sino alla liberazione finale, poiché conferisce il pieno dominio sui tre piani inferiori.

La Rivelazione del segreto, pag. 170 edizione inglese (pag. 91 PDF).

Alla prima iniziazione viene rivelato il segreto per equilibrare le forze sul piano fisico, producendo così equilibrio. Questo segreto pone anche in contatto con alcuni Costruttori del piano fisico (ai livelli eterici) e l’iniziato può produrre fenomeni fisici ogni volta che gli sembra opportuno. Ma raramente lo fa, poiché i risultati ottenuti in questo modo hanno in realtà scarsa importanza e l’iniziato non spreca energia in questo modo. Coloro che operano con le forze involutive, i fratelli delle tenebre, usano questo metodo per sbalordire e assoggettare gli ignari. I fratelli dell’umanità non lo fanno.

All’iniziato viene rivelato il segreto della coesione dell'atomo, ed egli può allora studiare il microcosmo secondo la legge delle corrispondenze in modo nuovo e illuminante. Inoltre, grazie a questa rivelazione che riguarda la parte più densa del corpo logoico, egli può accertare molti fatti del precedente sistema solare e della prima ronda del nostro schema. Questo segreto è anche chiamato “il mistero della materia”.

Alla seconda iniziazione gli è rivelato il “segreto del mare”, e grazie a tale rivelazione due soggetti di profondo interesse diventano chiari alla visione interiore dell’iniziato, ossia:

a. Il mistero della luce astrale. b. La legge del karma.Dopo di ciò egli è in grado di fare due cose, senza le quali non può eliminare gli ostacoli e

raggiungere la liberazione; egli può leggere nei memoriali dell’akasha e conoscere il passato, ciò che gli consentirà di lavorare con intelligenza nel presente, di cominciare a equilibrare il proprio karma, a eliminare i debiti e comprendere come si annulla il karma nei tre mondi. Il rapporto della Gerarchia di esseri spirituali connessi con la legge del karma nei suoi effetti sull’uomo gli diviene evidente e l’iniziato ora sa, per conoscenza diretta, che i signori del karma non sono un mito o entità simboliche, bensì delle Entità di intelligenza superiore che dirigono la legge per il bene dell’umanità, consentendo in tal modo agli uomini di diventare pienamente autocoscienti e autosufficienti in senso occulto, e dei creatori in virtù della perfetta conoscenza.

Sarebbe opportuno approfondire il paragrafo della “Trasmissione della Parola” a pag. 150 edizione Inglese (pag. 82 1

PDF) dello stesso libro.!16

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I PUNTI COMUNI E FONDAMENTALI NELLE INIZIAZIONI

Tratto da:“Da Betlemme al Calvario”

Iniziazione, da pag. 51 a pag. 54 edizione inglese (pag. 32, 33, 34 PDF).

Queste (cinque) iniziazioni hanno tutte in comune certi punti fondamentali e delle somiglianze che sono di reale importanza. In tutte esistono dei fattori affini. La Via che conduce al regno è universale, e l’uomo stesso è il simbolo e la realtà.

Ogni iniziazione è preceduta da una peregrinazione; ogni tappa ed ogni evento drammatico giunge al termine di un periodo di viaggio. È palese il significato racchiuso in questo simbolo. “Calcare il Sentiero” è un modo familiare per indicare l’avvicinarsi di un essere umano ai misteri.

Inoltre ogni iniziazione è contrassegnata dall’enunciazione di una Parola di Potere. L’iniziato la ode, sebbene il resto del mondo non possa. Ogni volta che Cristo passò attraverso una di queste crisi, risuonò una Voce il cui suono “aprì di nuovo le porte di vita”. Una dopo l’altra, tutte le porte si aprono alla richiesta dell’iniziato e alla risposta dell’Iniziatore che sta al di là della soglia. Vedremo in seguito il senso di ognuna di queste Parole. Il Verbo sgorga sempre dal Centro. Il Nuovo Testamento ripete in continuazione “Chi ha orecchi per intendere intenda” (S. Matteo, XI, 15) ed uno studio delle Parole dette alle sette Chiese nell’Apocalisse rischiarerà assai il ruolo della Parola.

Anticamente in Asia la Parola o suono era TAO, ossia la Via. Significava l’antica Via che gli iniziati dell’Estremo Oriente seguivano e insegnavano. Per la nostra razza il suono è AUM, degradato nel nostro linguaggio occidentale in AMEN. Le antiche scritture indiane considerano questa Parola quale simbolo della divinità, dello spirito di vita, del respiro di Dio. Non sappiamo ancora quale sarà la nuova Parola “emessa dal Centro”, poiché non risuonerà prima che la razza sia pronta. Vi è però una comune Parola di Potere che sarà affidata alla razza, sempre se saremo all’altezza dell’opportunità offertaci e se, tramite la nuova nascita, entreremo nel regno di Dio. Questa Parola vivificherà l’anima nascosta nell’uomo e lo galvanizzerà in una rinnovata attività spirituale. Quando la razza crescerà in sensibilità, gli aspiranti appartenenti alle diverse religioni del mondo coltiveranno (mediante la meditazione) la facoltà di udire la Voce che si eleva sopra tutte le altre voci e con l’apprendere a registrare il Suono che annulla tutti gli altri suoni, saranno in grado di percepire come gruppo la nuova Parola che sarà allora proferita.

Ad ogni iniziazione di Gesù, come in seguito vedremo, si produsse un Segno; fu un Segno che s’impresse nella coscienza di coloro che non erano iniziati. Venne osservato, ogni volta, un simbolo o una forma, indicante la rivelazione. Cristo stesso dice che alla fine dei tempi apparirà nel cielo il segno del Figliuolo dell’uomo (S. Matteo, XXIV, 30). Proprio come la nascita a Betlemme fu preceduta da un Segno, la Stella, similmente un altro Segno celeste precederà questa nascita verso cui sta affrettandosi l’umanità. L’invocazione che sale dal cuore di tutti i veri aspiranti all’iniziazione è meravigliosamente contenuta nella preghiera seguente:

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“Vi è una pace che sorpassa ogni comprensione; essa dimora nei cuori di tutti coloro che vivono nell’Eterno. Vi è un potere che rende nuove tutte le cose, esso vive ed agisce in coloro che riconoscono che il Sé è uno. Possa questa pace scendere su di noi; possa questo potere innalzarci finché non saremo dove l’Unico Iniziatore viene invocato, fino a che non vedremo la sua stella brillare su di noi”.

Quando quel Segno sarà veduto e quella Parola udita, rimarrà un ulteriore passo da compiere e cioè la percezione della Visione. All’iniziato sarà rivelato il Piano — nonché la parte spettantegli — ed in tal modo conoscerà il suo compito. Questa Visione che viene chiamata la Visione di Dio viene espressa all’uomo in termini di Volere di Dio e di pienezza dei Suoi intenti. Il nostro intento è di essere iniziati ai misteri di quella Volontà. La Visione di Dio è la Visione del Piano di Dio. Nessun uomo in nessun tempo ha mai potuto vedere Dio. La rivelazione di Dio viene a noi attraverso la rivelazione di Cristo.

“Filippo gli disse: — Signore mostraci il Padre e ci basterà”. “Gesù rispose: — Da tanto tempo sono con voi, e non mi hai ancora conosciuto? Filippo, chi vede me ha visto il Padre.” (S. Giovanni, XIV, 8, 9.)

Dopo la visione — che succede all’iniziazione — si apre un nuovo ciclo di prove e di difficoltà. Le verità rivelate e la rivelazione concessa debbono essere portate nell’esperienza della vita quotidiana. A periodi d’esaltazione e di visione debbono succedere pause di assimilazione e di riflessione. A meno che non si abbia esperienza vissuta di quello che si conosce, la visione rimane sulla vetta della rivelazione.

Concludendo, ogni iniziazione conduce all’espansione del Servizio. Una pratica vita spirituale deve seguire gli istanti vissuti sulla vetta della montagna. È necessario dimenticare se stessi ed i vantaggi personali per dedicarsi al servizio del prossimo. Non ci si può sottrarre a questo dovere. Ogni realizzazione è seguita da un ciclo di prove Ogni nuova rivelazione, compresa e assimilata, deve essere adattata alle necessità di una conseguente e strenua vita di servizio e l’iniziazione suscita sempre nuove prove e maggior forza per servire.

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INIZIAZIONE DI GRUPPO

Tratto dal:“Trattato dei Sette Raggi - Vol. V - Raggi e Iniziazioni”

Iniziazione di gruppo, da pag. 341 a pag. 346 edizione inglese (da pag. 180 a pag. 183 PDF).

Il concetto che deve sostituire quello esistente tuttora è quello dell’iniziazione di gruppo, invece di quello dell’iniziazione del singolo aspirante. In passato, al fine di far penetrare nella mente degli uomini l’idea dell’iniziazione, la Gerarchia scelse il metodo (ora caduto in disuso) di far balenare dinanzi al discepolo serio la prospettiva dell’iniziazione; lo fece ponendone in risalto la peculiarità, il fatto che fosse una ricompensa, i rituali e le cerimonie e il suo posto nella scala dell’evoluzione. Poiché il fatto dell’iniziazione è stato afferrato da molti e conseguito da alcuni, oggi è divenuto possibile rivelare ciò che era stato sempre sottinteso, e cioè che l’iniziazione è un evento di gruppo. Se il pensare con chiarezza avesse sostituito l’aspirazione individuale egoistica, il fatto dell’iniziazione di gruppo sarebbe stato evidente per le seguenti ragioni, inerenti ed implicite all’intera situazione.

1. L’anima — per propria natura — ha coscienza di gruppo e non ha ambizioni individuali o interessi individuali, né si interessa agli scopi della sua personalità. È l’anima che è l’iniziato. L’iniziazione è un processo per cui l’uomo spirituale entro la personalità diviene consapevole di sé quale anima, e dei poteri, rapporti e scopi animici. Nel momento in cui un uomo attua questo, anche in piccola misura, è del gruppo che egli diventa cosciente.

2. Soltanto l’uomo il cui senso d’identità comincia ad ampliarsi e divenire inclusivo può “prendere l’iniziazione” (come si dice erroneamente). Se l’iniziazione fosse un conseguimento puramente personale, rigetterebbe l’uomo nella coscienza separativa dalla quale cerca di evadere. Questo non sarebbe un progresso spirituale. Ogni passo sul Sentiero dell’Iniziazione accresce il riconoscimento di gruppo. L’iniziazione è essenzialmente una serie che si espande di riconoscimenti inclusivi.

3. L’iniziazione ammette l’aspirante fra i membri della Gerarchia. Questo implica, esotericamente parlando, l’abbandono di tutte le reazioni separative della personalità, in una serie di rinunce progressive; queste culminano nella quarta iniziazione e sono di nuovo misteriosamente accentuate alla nona iniziazione.

Mentre procede da un’iniziazione all’altra, l’iniziato si avvede che ogni volta che avanza sul sentiero o che penetra nel cuore dei Misteri in compagnia di quelli che sono come lui, che con lui condividono il punto di evoluzione e che lavorano con lui per lo stesso scopo, non è solo; che viene fatto uno sforzo comune. Questa è infatti la nota fondamentale di un Ashram, che ne condiziona la formazione. Esso è composto di discepoli e iniziati a vari stadi di sviluppo iniziatico, che sono giunti insieme al loro punto di coscienza ashramica e che procederanno insieme fino a quando arriveranno a quella liberazione completa che giunge quando il piano fisico cosmico cade sotto la soglia della coscienza o della consapevolezza sensibile, e non è più per l’iniziato di alcun interesse.

L’egoismo spirituale ha indotto lo studioso esoterico medio ad appropriarsi dell’iniziazione rendendola personale e individuale. Eppure uno dei primi requisiti indispensabili per l’iniziazione è proprio il riconoscimento chiaro e preciso del proprio gruppo, non prendendo i

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propri desideri per delle realtà ma tramite l’effettiva collaborazione e il lavoro sul piano fisico. Ho detto gruppo, fratello mio, e non organizzazione, perché sono due cose ben diverse.

Tenete perciò ben presente il fatto dell’iniziazione di gruppo prevenite l’abitudine di riflettere sulla vostra preparazione per l’iniziazione. Vengono preparati per l’iniziazione alcuni gruppi nei quali dominano i fattori seguenti — per quanto riguarda l’individuo.

1. Un gruppo di uomini e donne le cui anime sono su un certo raggio viene riunito soggettivamente da un Maestro di quel raggio, per un’istruzione di gruppo.

2. A queste persone è offerta l’opportunità di entrare in contatto sul piano fisico con alcuni di quelli che condividono questo legame soggettivo, onde trasmettersi reciprocamente un senso di solidarietà di gruppo. Il rapporto soggettivo è assicurato da un contatto oggettivo. Il riconoscimento è perciò una prova preliminare all’iniziazione, e questo è da ricordare.

3. Le persone che vengono istruite e messe in rapporto in tal modo sono, dal punto di vista dell’iniziazione da prendere, allo stesso punto d’evoluzione. Prendono la medesima iniziazione e sono assoggettate alle medesime prove e difficoltà. Queste ultime sono dovute all’esistenza del raggio della personalità, che può essere (e abitualmente è) del tutto diverso dal raggio dell’anima. È il raggio della personalità che opera per impedire il contatto, per fuorviare il riconoscimento, per ritardare il progresso e per interpretare erroneamente l’informazione. Fintanto che il discepolo in formazione è centrato nella sua personalità, l’iniziazione di gruppo non sarà per lui possibile; il suo riconoscimento dei co-aspiranti sarà instabile e rapidamente disturbato dalla mente critica inferiore, e sarà innalzato un muro di forme-pensiero relative ai membri del gruppo, create dalla sua personalità, che impedirà di attraversare insieme la Porta dell’Iniziazione.

4. L’iniziazione di gruppo non può esser conseguita da un gruppo in addestramento, finché i suoi membri, come gruppo, non abbiano sviluppato la loro “iniziativa spirituale” particolare. È legge dello spirito, che il discepolo debba presentarsi al cospetto dell’Iniziatore a mani vuote, ma che in formazione di gruppo i membri del gruppo contribuiscano, congiuntamente, ad arricchire l’Ashram. Ciò può assumere la forma di qualche progetto deliberato, in linea con il Piano, mediante il quale essi testimoniano la loro comprensione del Piano e dimostrano al gruppo di iniziati in cui si trovano e ai discepoli anziani che è loro permesso incontrare, che essi hanno già provato la loro idoneità ad essere accettati, avendolo provato col servizio.

Nessuno è ammesso (mediante il processo dell’iniziazione) nell’Ashram del Cristo (la Gerarchia) finché non comincia a pensare e a vivere in termini di relazioni e attività di gruppo. Alcuni aspiranti benintenzionati interpretano l’idea del gruppo come un invito a fare uno sforzo per formare dei gruppi — il loro proprio gruppo o i loro gruppi. Non è questa l’idea che vien presentata nell’era dell’Acquario, oggi così vicina; essa era il metodo d’approccio durante l’era dei Pesci, ora passata. Oggi tutto l’avvicinamento è totalmente diverso. Oggi non ci si aspetta da nessuno, che stia al centro del suo piccolo mondo e si sforzi di divenire il punto focale di un gruppo. Ora il suo compito è di scoprire il gruppo di aspiranti al quale affiliarsi e con il quale dovrà percorrere il Sentiero dell’Iniziazione — una cosa molto diversa e di gran lunga più difficile. Occorre tener presente il significato delle seguenti parole tratte dagli Archivi dei Maestri, date sotto forma di domanda e risposta. Le domande sono rivolte al neofita che sta avendo il primo barlume dei rapporti di gruppo che portano all’iniziazione di gruppo.

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“E vedi tu la Porta, o Chela nella luce? Vedo la porta e odo una voce che chiama. Cosa dovrei fare, o Maestro della mia vita?

Attraversa quella Porta e non perdere tempo a guardare indietro la via che hai appena percorso. Avanza entro la luce.

La Porta è di gran lunga troppo stretta, o Maestro della mia vita. Temo di non poter passare.

Avvicinati alla Porta prendendo nella tua mano la mano di un altro pellegrino sulla via della vita. Avvicinati alla Porta; non cercare di entrare da solo.

Non riesco a vedere la porta, ora che afferro la mano del fratello che è a destra e del fratello che è a sinistra. Mi sembra d’esser circondato da pellegrini sulla via. Si assomigliano tutti, la loro nota è una sola; sembrano assomigliarmi e mi si affollano attorno da tutti i lati.

Non posso vedere la porta.

Vai avanti sul Sentiero, o pellegrino nella luce, e state insieme, la mano nella mano, davanti alla Porta della Luce. Che cosa vedi?

La porta riappare e sembra larga, non stretta come prima. Cosa vedevo prima? Non assomigliava alla porta che ora sta davanti a questa schiera di fratelli che insieme si tengono sul Sentiero.

La porta che vedevi prima era un invenzione della tua mente, una forma-pensiero della tua creazione separativa, una cosa che ti isola dalla verità — troppo stretta perché tu possa passarvi e piena di falsa attrazione. Soltanto colui che tiene la mano del fratello può in verità vedere la Porta; soltanto l’uomo circondato dai molti che sono uno solo, può entrare da quella Porta che si chiude davanti a chi cerca di entrare da solo”.

Vorrei chiarire un altro punto. Come sapete, un Ashram include in se stesso discepoli e iniziati a tutti i punti dello sviluppo evolutivo e di tutti i gradi; essi lavorano tutti insieme in perfetto unisono e tuttavia — all’interno dei loro ranghi differenziati, perché ogni rango sta da solo e tuttavia è unito con tutti gli altri — essi hanno il loro proprio rapporto stabilito, il loro scambio telepatico codificato ed una segretezza ed un silenzio occulto condivisi che proteggono i segreti e le conoscenze di un grado dagli altri e da quelli che non sono pronti.

Similmente, quando l’aspirante che cerca sul piano fisico per trovare quelli che parteciperanno con lui al mistero del passo immediatamente seguente o dell’espansione da dimostrare, scopre il suo gruppo, troverà che vi sono alcuni che non hanno raggiunto il suo punto particolare di saggezza e anche altri che lo hanno già lasciato molto indietro. Egli sarà simultaneamente trascinato in un vortice di forza e in un campo di servizio. Riflettete su quest’affermazione. Perciò egli imparerà le lezioni necessarie a colui che deve lavorare in un Ashram e saprà come comportarsi sia con quelli che ancora non hanno il diritto di condividere con lui i segreti che egli già conosce che con quelli che hanno penetrato i Misteri più profondamente di lui.

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Iniziazione di gruppo, pag. 663 edizione inglese (pag. 348, 349 PDF).

Dal punto di vista della Gerarchia non è l’iniziato singolo che ha importanza, ma i gruppi di ogni luogo che affrontano l’iniziazione, i quali rientrano in tre categorie:

1. Quelli del gruppo che hanno afferrato la visione, che accettano il fatto della Gerarchia e dell’occasione offerta ma che nondimeno sono del tutto impreparati per il passo successivo e devono essere istruiti e preparati a farlo. Tuttavia sono “scelti per la realizzazione”, come si dice esotericamente, e nonostante le fluttuazioni e le tante vicissitudini sul sentiero, raggiungeranno infine lo scopo.

2. Quelli in preparazione per un’iniziazione specifica, in particolare dalla prima iniziazione alla terza (inclusa). Essi hanno messo mano all’aratro — un altro modo di dire simbolicamente che si adoperano per il prossimo e lo servono.

3. Quelli che hanno fatto il necessario tirocinio e attendono l’ora dell’iniziazione. Come ho detto, le prime due iniziazioni — quelle della Nascita e del Battesimo — non sono considerate iniziazioni principali dalla Gerarchia. Hanno natura di iniziazioni della soglia e sono semplicemente delle fasi o preparazioni della terza iniziazione (come la chiamano gli studenti occulti), che in realtà è la prima iniziazione maggiore. Questo deve esser attentamente tenuto presente, poiché queste iniziazioni indicano il processo attraverso il quale la personalità può divenire infusa d’anima e l’energia della Triade Spirituale può far sentire la sua presenza.

Però, per amor di chiarezza e poiché le iniziazioni della Nascita e del Battesimo sono state contate a parte delle iniziazioni maggiori dai moderni insegnanti di teosofia e simili corpi occulti, e poiché la gente è pertanto abituata a considerarle così, manterremo il vecchio metodo di calcolarle. Si deve tener presente il pensiero dell’infusione animica — una presenza continua dell’anima, che culmina alla terza iniziazione, e quello del dominio monadico che prende sempre più possesso della personalità infusa d’anima. Questo possesso superiore aumenta continuamente dal momento della terza iniziazione fino alla settima; dopo la settima iniziazione si nota una condizione che è di natura extraplanetaria e della quale si può sapere poco. Questo apporta — per la prima volta — la registrazione o il riconoscimento della coscienza cosmica.

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INIZIAZIONE E KUNDALINI

Tratto da“Lettere sulla meditazione occulta”

Iniziazione e Kundalini, pag. 74, 75 edizione Inglese (pag. 41 PDF)

Precedentemente abbiamo suddiviso la vita dell’uomo in cinque periodi principali, tracciandone lo sviluppo in ciascuno di essi. Possiamo fare la stessa cosa con i cinque centri (se siamo accorti a generalizzare ampiamente e a non scendere nei particolari).

Primo periodo – nel quale la base della spina dorsale è attiva al massimo in puro senso rotatorio e non quadridimensionale. Il fuoco interiore è focalizzato sulla vivificazione degli organi della generazione e sulla vita del funzionamento fisico della personalità.

Secondo periodo – nel quale il plesso solare è la meta dell’attenzione del fuoco e la controparte emotiva vibra in modo sincrono. Con ciò due centri vibrano, anche se a bassa frequenza; gli altri sono vivi; si può scorgere la pulsazione, ma non vi è moto circolare.

Terzo periodo – Il fuoco divino ora sale al centro del cuore e i tre ruotano all’unisono, in modo regolare e cadenzato (I Iniziazione - H.). Vorrei farvi notare che la vivificazione di un centro provoca un accesso di forza in tutti; inoltre, nella testa vi sono sette centri (tre maggiori e quattro minori) che corrispondono direttamente ai centri del corpo. Essi ne sono la sintesi e quando il loro centro corrispondente viene stimolato, acquistano altrettanto potere rotatorio.

Quarto periodo – Esso segna la definita stimolazione del centro della gola. Tutta l’attività creativa del triplice uomo – fisico, emotivo e mentale – è volta verso l’alto, a servire, e la sua vita comincia occultamente a risuonare. Egli è occultamente produttivo. Si manifesta e il suo suono lo precede. Questa è l’affermazione esoterica di un fatto apparente a coloro che possiedono la visione interiore. Si palesa la coordinazione tra i centri; la rotazione s’intensifica e i centri stessi mutano aspetto, si schiudono e il moto rotatorio diviene quadridimensionale, volgendosi all’interno su se stesso. I centri sono allora nuclei di luce radianti e i corrispondenti quattro centri inferiori della testa sono ugualmente attivi.

Quinto periodo – È quello dell’applicazione del fuoco ai centri della testa e del loro totale risveglio.

Prima dell’iniziazione tutti i centri ruotano in ordine quadridimensionale, ma dopo divengono ruote fiammeggianti e, visti dal chiaroveggente, sono di rara bellezza. Il fuoco di Kundalini viene allora risvegliato e procede nelle necessarie spirali. Alla seconda iniziazione i centri emotivi vengono risvegliati in modo analogo e alla terza vengono toccati quelli mentali. L’iniziato sta allora alla Presenza del Grande Re, l’Unico Iniziatore.

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Tratto da“Il Trattato del Fuoco Cosmico”

Iniziazione e Kundalini, pag. 123, 124, 125, 126 edizione Inglese (pag. 76, 77, 78 PDF)

Il primo stadio è quello in cui il fluido pranico e le radiazioni solari sono ricevuti, fatti circolare tre volte intorno al triangolo, e poi distribuiti alla periferia del corpo, animando e vitalizzando tutti gli organi fisici, e conducendo al funzionamento subconscio, automatico del corpo di materia densa (Il Triangolo pranico è costituito da tre centri, uno tra le scapole che è l’apice del triangolo, uno sopra il diaframma e la milza - H.).

Il secondo stadio è quello in cui il fluido pranico comincia a fondersi con il fuoco situato alla base della spina dorsale, ed a farlo lentamente risalire verso l’alto, trasferendone il calore dai centri al di sotto del plesso solare ai tre centri superiori, del cuore, della gola e della testa. Questo processo è molto lento e lungo quando sia lasciato alle forze della natura senza aiutarle, ma è proprio qui che, in alcuni casi, è consentito affrettare il processo alfine di preparare dei lavoratori nel campo del servizio umano. Questo è l’obiettivo di ogni preparazione occulta.

Nel secondo stadio questo fuoco vitalizzante unito raggiunge un centro situato un po’ al di sotto delle scapole, che è il punto di congiunzione e di completa unione del fuoco che viene dalla base della spina dorsale con il fuoco che circola lungo il triangolo pranico. Si ricorderà che, qui è una delle punte del triangolo (il centro pranico situato fra le scapole - H.). Quando il triplice fuoco della base (formato da un punto alla base della colonna vertebrale e i due organi sessuali principali del maschio e della femmina - H.) e il triplice fuoco pranico si uniscono, allora l’evoluzione procede con rapidità accresciuta. Questo è realizzato alla prima Iniziazione, quando la polarizzazione viene stabilita nell’uno o nell’altro dei tre centri superiori quale di questi dipende dal raggio dell’individuo.

Per effetto di quest’unione avviene un cambiamento nel funzionamento dei centri. Essi divengono delle “ruote che girano su sé stesse”, e da un moto puramente rotatorio passano ad un’azione quadridimensionale manifestandosi come radiosi centri vorticosi di fuoco vivente.

I tre centri maggiori della testa (l’ordine dipende dal raggio) diventano attivi, e tra di essi avviene un processo analogo a quello che si era effettuato nel triangolo pranico. Da questi tre centri, che prima reagivano debolmente all’azione vibratoria reciproca (sentendo il calore ed il ritmo l’uno dell’altro, ma separatamente) ora il fuoco balza di centro in centro, ed ogni ruota turbinante diventa parte di una catena di fuoco finché si forma un triangolo di fuoco attraverso il quale kundalini ed i fuochi pranici irradiano in ogni direzione. La circolazione procede. Il fuoco di kundalini produce il calore del centro ed il suo intenso splendore ed irradiamento, mentre l’emanazione pranica produce attività e rotazione sempre crescenti.

Con il trascorrere del tempo tra la prima e la quarta iniziazione, il triplice canale della spina dorsale e l’intero corpo eterico sono gradatamente purificati dall’azione del fuoco, finché tutte le “scorie” (secondo l’espressione cristiana) sono bruciate e non resta più niente a impedire il passaggio di questa fiamma.

Via via che il fuoco di kundalini ed il prana compiono il loro lavoro, ed il canale diventa sempre più libero, i centri più attivi ed i corpi più puri, la fiamma dello spirito, o il fuoco dell’Ego diventa più attivo nel suo movimento verso il basso fino a che una fiamma di grande splendore esce dal sommo della testa. Questa fiamma, attraverso i tre corpi, si protende verso l’alto, verso la sua fonte, il corpo causale.

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Simultaneamente all’attività di questi fuochi della materia e dello Spirito, i fuochi della mente o manas ardono con maggiore intensità. Col passare del tempo il fuoco della mente arde più luminoso e raggiunge così un punto in cui comincia a bruciare il tessuto eterico, quella parte di tessuto che custodisce il centro proprio al sommo della testa, consentendo l’entrata all’afflusso dello Spirito (dalla Terza Iniziazione in poi - H.). Per suo mezzo si producono vari fatti.

Il fuoco di kundalini è coscientemente diretto e governato dalla mente o aspetto volontà dal piano mentale. I due fuochi della materia sono dapprima fusi tra loro dal potere mentale dell’uomo, e successivamente con il fuoco della mente.

L’effetto complessivo di questa fusione è la distruzione (secondo la regola e l’ordine) del tessuto eterico, con la conseguente produzione della continuità di coscienza e la discesa nella vita personale dell’uomo della “Vita più abbondante” o terzo fuoco dello Spirito.

La discesa dello Spirito e la salita dei fuochi interni della materia (governati e diretti dall’azione cosciente del fuoco della mente) produce effetti analoghi sui medesimi livelli dei piani astrale e mentale, cosicché si produce un contatto simile, ed il grande lavoro di liberazione procede in modo ordinato.

Nelle prime tre iniziazioni questi risultati sono perfezionati e conducono alla quarta, in cui l’intensità dei fuochi uniti ha per effetto la completa combustione di tutte le barriere e, con uno sforzo consapevolmente diretto dall’esterno, lo spirito è liberato dai tre involucri inferiori. L’uomo deve produrre coscientemente la propria liberazione. Questi risultati sono autodeterminati dall’uomo stesso via via che si emancipa dai tre mondi, e spezza egli stesso la ruota della rinascita invece di essere spezzato su di essa.

Iniziazione e Kundalini, pag. 135, 136, 137, 138 edizione Inglese (pag. 84, 83 PDF)

La fusione dei fuochi della materia con i fuochi della mente ha il risultato d’energizzare la totalità degli atomi di materia del corpo. Questo è il segreto dell’immensa resistenza dei grandi pensatori e lavoratori dell’umanità. Ne deriva anche una tremenda stimolazione dei tre centri superiori del corpo, testa, cuore e gola, e l’elettrificazione di questa regione del corpo. Questi centri superiori formano allora un campo d’attrazione per la discesa del terzo fuoco, quello dello Spirito. Il centro dai mille petali, al sommo della testa, diventa straordinariamente attivo. È il centro sintetico della testa, che rappresenta la somma totale di tutti gli altri centri. La stimolazione di tutti i centri del corpo avviene parallelamente e similmente alla contemporanea vivificazione del loto dai molti petali. È il punto d’incontro dei tre fuochi, il fuoco del corpo, il fuoco della mente ed il fuoco dello Spirito. L’unione con l’Ego è completa quando è pienamente stimolato, fino a che ne segue la combustione; questo processo si ripete nei veicoli sottili e causa il compimento finale e la liberazione dello Spirito.

La fusione dei fuochi della materia è il risultato dello sviluppo evolutivo, quando sia lasciato al lento sviluppo normale che solo il tempo può apportare. Il congiungimento dei due fuochi della materia si effettua presto nella storia dell’uomo, ed è la causa della robusta salute di cui dovrebbe godere normalmente l’individuo dalla vita pura e dai pensieri elevati. Quando i fuochi della materia siano saliti (uniti) ancora più in alto lungo il canale eterico spinale, vengono in contatto con il fuoco di manas che irradia dal centro della gola. È necessario qui che le idee siano chiare, ed occorre spiegare un po’ di più questo soggetto piuttosto astruso.

1. I tre centri principali della testa (dal punto di vista fisico) sono: a. Il centro alta major (situato alla base del cranio). b. la ghiandola pineale.

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c. Il corpo pituitario. 2. Essi formano un triangolo manasico dopo la loro congiunzione con i due fuochi dei

due triangoli inferiori, ossia quando diventano sintetici. 3. Ma il triangolo puramente manasico prima di questa fusione è formato da:

a. Il centro della gola; b. la ghiandola pineale; c. Il corpo pituitario.

Questo corrisponde al periodo in cui l’unità umana aspira coscientemente e si pone deliberatamente dal lato dell’evoluzione, rendendo così costruttiva la sua vita.

L’altro fuoco della materia (il fuoco duale) è attratto verso l’alto e si fonde con il fuoco della mente mediante un congiungimento che avviene nel centro alta major. Questo centro è situato alla base del cranio, e vi è una breve scissione tra questo centro ed il punto in cui i fuochi della materia escono dal canale spinale. Parte del lavoro che deve essere compiuto da colui che sta sviluppando le sue facoltà di pensiero consiste nel costruire un canale temporaneo nella materia eterica per valicare questa scissione. Questo canale è il riflesso, nella materia fisica, dell’antahkarana63 che l’Ego deve costruire per superare la lacuna tra il mentale inferiore ed il superiore, tra il veicolo causale sul terzo sottopiano del piano mentale e l’atomo permanente manasico sul primo sottopiano. Questo è il lavoro che tutti i pensatori avanzati stanno inconsciamente facendo adesso.

Quando il ponte sulla scissione è completato, il corpo fisico dell’uomo si coordina con il corpo mentale ed i fuochi della mente e della materia si fondono. Questo permette di ottenere la perfezione della vita della personalità. Questa perfezione conduce l’uomo, come vi ho già detto, alla porta dell’iniziazione, l’iniziazione essendo il suggello posto al lavoro compiuto; essa segna la fine di un ciclo minore di sviluppo e l’inizio del trasferimento di tutta l’opera su una voluta della spirale ancora più alta.

Iniziazione e Kundalini, pag. 102, 103 edizione Inglese (pag. 65 PDF)

La meta di questo ciclo maggiore è, come sappiamo, la fusione dei due fuochi della materia (chiamato anche fuoco per attrito - H.), il fuoco latente ed il fuoco attivo (il prana - H.), e la loro fusione con i fuochi della mente (chiamato Fuoco Solare - H. e dello spirito (Fuoco Elettrico - H.) finché si confondano nella fiamma unica; i fuochi della mente e dello spirito consumano la materia, con la conseguente liberazione dalla prigione dei veicoli. L’altare della terra è il luogo di nascita dello spirito, il suo liberatore dalla madre (la materia), ed il suo punto d’ingresso nei regni superiori.

Quindi, quando il veicolo pranico funzionerà perfettamente in tutti e tre i gruppi, umano, planetario e solare, l’unione con il fuoco latente sarà compiuta. Sta qui la ragione della importanza data alla necessità di costruire dei veicoli fisici puri e raffinati. Quanto più raffinata e rarefatta sarà la forma, tanto più sarà atta a ricevere il prana, e tanto minore sarà la sua resistenza all’elevazione di kundalini al momento dovuto. Materia grossolana e corpi fisici rozzi e immaturi sono un pericolo per l’occultista, e non si troverà nessun vero veggente con un corpo di qualità grossolana. I pericoli di distruzione sono troppo grandi, e la minaccia della disintegrazione col fuoco è terribile.

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LE DUE PORTE DELL’INIZIAZIONE

Tratto dal:“Trattato dei Sette Raggi - Vol. V - Raggi e Iniziazioni”

Le due porte dell’Iniziazione, da pag. 347 a pag. 353 edizione inglese (da pag. 184 a pag. 187 PDF).

Naturalmente vi è ovvio che l’uso della parola “porta” è puramente simbolico; la interpretazione che ne dà lo studioso esoterico comune o il teosofo ortodosso è quella di un punto d’ingresso e per lui significa l’opportunità di passare ad un’esperienza nuova e ad una nuova rivelazione — ch’egli considera in gran parte come una dovuta ricompensa della disciplina e dell’aspirazione. Questa è in gran parte un’interpretazione basata su dei pensieri mossi dal desiderio ed ha un’importanza del tutto secondaria.

Il vero significato sottostante all’espressione “la porta dell’iniziazione” è quello di un’ostruzione, di un qualcosa che sbarra la via, di qualcosa che deve venire aperto e che nasconde o che si interpone fra l’aspirante e il suo obiettivo. Questo è un significato molto più esatto, e molto più utile che l’aspirante comprenda. Il quadro dell’uomo che si muove lungo il Sentiero dell’Evoluzione finché un giorno si trova davanti ad una porta aperta che può gioiosamente oltrepassare, non ha la minima rassomiglianza con la verità. L’idea di un uomo di buona disposizione e in possesso di certi sviluppi del carattere come quelli descritti nei libri di Annie Besant del genere di Verso il Tempio e il Sentiero del discepolo, che condizionano l’aspirante teosofico è straordinariamente fuorviante. Questi libri sono utilissimi e dovrebbero esser studiati attentamente da chi è sul sentiero probatorio, ma non servono al discepolo, perché lo portano a mettere l’accento nella direzione sbagliata e a concentrarsi su ciò che dovrebbe esser già stato sviluppato. Naturalmente le qualità del carattere devono essere presenti e stabilizzate nell’equipaggiamento dell’uomo; però queste caratteristiche hanno poco a che fare con l’iniziazione e col passare attraverso la “porta” sul Sentiero. Indicano il punto raggiunto sulla via dell’evoluzione, quali risultato dell’esperimento, dell’esperienza e della ripetuta espressione, e dovrebbero essere comuni a tutti gli aspiranti che sono giunti al punto di affrontare il discepolato. Sono degli sviluppi inevitabili e denotano semplicemente la reazione della personalità al tempo e all’esperienza. È eternamente vero che nessuno può passare per questa porta se queste qualità del carattere non sono sviluppate, ma ciò è dovuto al fatto che l’aspirante ha progredito fino a un certo stadio di sviluppo e che ora ha automaticamente un certo grado di autocontrollo, di comprensione mentale e di purezza.

Vorrei segnalare anche che perfino il mago nero possiede queste qualità, perché sono il sine qua non per ogni arte magica sia nera che bianca; il mago nero passa per la porta dell’iniziazione che si apre due volte per le prime due iniziazioni. La attraversa con la forza della sua volontà e con le realizzazioni del suo carattere e perché l’aspetto della coscienza di gruppo dell’anima è tanto attiva in lui quanto nel fratello che cerca l’affiliazione alla Gran Loggia Bianca.

Però nel mago nero manca l’aspetto amore. Non dimenticate che tutto è energia e che non esiste nient’altro. Egli condivide con l’aspirante spirituale quell’energia che è un aspetto dell’anima e che chiamiamo attrazione magnetica (la qualità che costruisce il gruppo). Ha

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essenzialmente coscienza di gruppo, e sebbene i suoi moventi siano separativi, i suoi metodi sono quelli di gruppo, e questi li può ricavare solo dall’anima:

Ecco ancora un’altra ragione per cui la prima e la seconda iniziazione non possono esser considerate dalla Loggia dei Maestri come iniziazioni maggiori. Soltanto la terza è considerata tale, perché in quell’iniziazione l’intera vita della personalità è inondata dall’energia che proviene dalla Triade Spirituale tramite i “petali del sacrificio” o aspetto volontà e proposito dell’anima. A questo tipo d’energia il mago nero non è responsivo. Egli può rispondere, e di fatto risponde, alla conoscenza — antichissima e penosamente ottenuta — immagazzinata nei “petali della conoscenza” dell’anima; può appropriarsi e utilizzare l’energia dell’attrazione (chiamata erroneamente amore da alcuni studiosi) immagazzinata nei “petali dell’amore” dell’anima ma non può usare e rispondere all’energia dell’amore divino, che si manifesta nel Piano divino che domina ogni conoscenza e la converte in saggezza, e che anima e chiarifica il motivo che pone in azione l’attrazione magnetica amorevole, che noi chiamiamo vera coscienza di gruppo e coesione di gruppo. È a questo punto che le due vie — della tenebra e della luce — diventano ampiamente divergenti. Fino a che non sia presa la terza iniziazione, l’annebbiamento astrale può condizionare l’atteggiamento di quelli che cercano di capire la vita dell’uomo sul Sentiero, ed essi possono prendere lo spurio per il reale. Il mago nero conduce una vita disciplinata analoga a quella dell’aspirante spirituale; pratica la purezza per propria salvaguardia e non per diventare un canale per l’energia della luce; opera con il potere (il potere dell’attrazione magnetica) con e dentro i gruppi, ma lo fa per i propri fini egoistici e per conseguire i propri scopi ambiziosi. Alla terza iniziazione, al vero iniziato spirituale giunge la rivelazione che è la ricompensa della perseveranza e della purezza motivate rettamente — la rivelazione del proposito divino, come lo registra l’anima in termini del piano gerarchico, sebbene non ancora in termini della Monade.

A questo proposito e all’amorevole Volontà di Dio (per usare una trita espressione cristiana) il fratello nero non può essere responsivo: le sue mire sono differenti. Sta qui il vero significato dell’espressione sovente usata e fraintesa, “il separarsi delle vie” o “il bivio”. Ma entrambi i gruppi di aspiranti (il bianco e il nero) pervengono davanti alla porta dell’iniziazione e fanno i passi necessari per aprirla, in due occasioni analoghe. Entrambi superano l’annebbiamento astrale dopo la seconda iniziazione e vedono con chiarezza la via davanti a loro; ma le loro mete si rivelano molto diverse: una percorre la via larga che porta sempre più profondamente nella materia e nel materialismo, nella tenebra e nel “potere nero”; l’altra conduce a quella via diretta, a quel sentiero stretto come il filo del rasoio, che porta nella luce e nella vita.

Per il mago nero, in questa terza occasione, la porta dell’iniziazione (la terza iniziazione - H.) presenta una barriera e un ostacolo insuperabili; per il neofita veramente spirituale la porta denota “superamento”. Non considereremo ulteriormente l’accostarsi dei fratelli neri a quella porta, ma ci limiteremo a considerare le iniziazioni della Gran Loggia Bianca.

La porta dell’iniziazione è connessa al grande problema che H.P.B. (Helena Petrovna Blavatsky) chiama “il mistero dell’elettricità” e la porta stessa è essenzialmente un fenomeno elettrico. Detto questo, anche se non capite quel che intendo, potete però afferrare la possibilità che (essendo di natura elettrica) essa può facilmente rappresentare una forza ostacolante, un’energia che si oppone all’avvicinarsi dell’aspirante; è questo il modo corretto di considerarla. Solo quando l’energia elettrica di cui la porta è costituita e quella di cui l’uomo è formato in un dato momento si sincronizzano e vibrano all’unisono, l’aspirante può oltrepassarla per entrare in una luce maggiore. Questo vi dà una definizione un po’ nuova e astrusa dell’iniziazione. Nondimeno, man mano che la scienza perverrà ad una migliore comprensione dell’essere umano quale unità elettrica di potere e di luce, e del suo triplice

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meccanismo creato dai tre aspetti dell’elettricità, ne deriverà una comprensione più esatta del significato dell’iniziazione. I tre fuochi di cui sono fatte tutte le cose sono di natura elettrica e — parlando simbolicamente — è solo quando il “fuoco d’attrito” è dominato dal “fuoco solare”, che possono essere prese le prime quattro iniziazioni, le quali culminano nella quinta iniziazione in cui questi due fuochi sono subordinati al “fuoco elettrico” che emana dalla Monade e che trasmette una nuova rivelazione. Questo processo monadico comincia alla terza iniziazione. Si potrebbe aggiungere che la terza iniziazione (che culmina nella Trasfigurazione) è presa sui tre livelli superiori del piano mentale, ed è perciò sul quarto livello del piano mentale che l’aspirante sta per la prima volta davanti alla porta, domandando l’iniziazione. (ogni piano o dimensione ha sette sottpiani contando dall’alto verso il basso; così come nel piano fisico il settimo è quello denso, il sesto il liquido, il quinto il gassoso e gli altri quattro rimanente eterici, analogamente il piano astrale e mentale hanno sette sotto suddivisioni - H.)

Su questo quarto sottopiano del piano mentale, quell’unità elettrica o fenomeno di elettricità che chiamiamo il quarto regno di natura “espelle” esotericamente l’unità di elettricità che è pronta per essere assorbita dalla forma superiore d’elettricità. Il fuoco d’attrito si estingue e il fuoco solare ne prende il posto, e si stabilisce il rapporto tra le due forme superiori d’elettricità.

È il fuoco solare, che forma e del pari custodisce la porta dell’iniziazione per le prime quattro iniziazioni. È il fuoco elettrico, che forma la porta dell’iniziazione per le iniziazioni che custodiscono la Via dell’Evoluzione Superiore (dalla quinta iniziazione in poi - H.).

Vi sono quattro tipi di fuoco d’attrito che creano la “porta ostruente” all’unisono con il fuoco solare, di cui essa, essenzialmente, è costituita. Sono i seguenti:

1. L’energia elettrica composta di due forze d’elettricità: la forza latente, innata e inerte degli atomi del piano fisico del veicolo fisico denso, e la forza che chiamiamo prana, la quale è un aspetto dell’energia che compone il corpo eterico (entrambi costituiscono il fuoco della materia o fuoco per attrito - H.). Queste due si mescolano, si combinano e formano la “porta” attraverso la quale deve passare l’uomo spirituale quando è sottoposto alla prima iniziazione. Quest’energia stimolante mette a prova ogni parte del suo equipaggiamento fisico — e quando la prova è superata — la porta si apre, le energie opposte simbolicamente si “estinguono” ed egli può passare oltre sul sentiero dell’iniziazione, libero da quel tipo di impedimento. Il corpo fisico non lo domina più, sia con le sue limitazioni e i suoi errori, che con le discipline fisiche che fin qui sono state necessarie, ma che ora non lo sono più. (alla prima iniziazione il fuoco sale fino all’apice del triangolo pranico posto fra le scapole - H.).

2. Deve poi affrontare l’energia elettrica del corpo astrale o emozionale, quando si prepara a prendere la seconda iniziazione. Se volete, potete chiamare quest’energia la totalità di tutti gli annebbiamenti astrali. Un annebbiamento astrale è essenzialmente una forma-energia illusoria che confonde, inganna e cerca di sviare e fuorviare il neofita, e che è attirata a lui da vecchie abitudini e antiche influenze. Egli è perciò il responsabile dell’impatto di quest’energia. Questo tipo d’energia prende forma e quindi la massa delle forme di questi annebbiamenti astrali costituisce la porta che si oppone al passaggio dell’aspirante alla fase successiva del Sentiero. Egli deve fare i conti con quest’energia elettrica, prima di prendere la seconda iniziazione. Queste energie particolari non sono delle forme-pensiero; sono vaganti, indefinite ed estremamente fluide. Il simbolo di questo tipo d’energia è l’acqua, e questa è una delle ragioni per cui la seconda iniziazione è chiamata l’iniziazione del Battesimo o l’iniziazione “dell’entrare nella corrente”.

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3. L’energia elettrica della mente crea poi la porta che conduce alla terza iniziazione, e l’ostruzione che sta di fronte all’iniziato è quella delle immaginazioni elettriche del suo stesso pensiero, che splendono di luce tutta propria (perché sono dell’ordine e tipo più elevati), ma che velano la luce pura che splende dietro di esse. Costituiscono la totalità dell’illusione. Questa “porta” è formata dall’unione di tre tipi d’energia: fuoco per attrito, il fuoco solare (che in questa terza iniziazione agisce in pieno) ed il fuoco elettrico della Triade Spirituale, che esercita il suo primo impatto sugli altri due fuochi, perché in questa crisi d’iniziazione sono tutti e tre in piena attività. Sono tutti concentrati e localizzati in questo simbolo di progresso: “la porta dell’iniziazione”. Dovrebbe risultarvi sempre più chiaro il perché l’iniziato è sempre raffigurato come colui che opera con le forze e le energie del pianeta e del sistema. Per lui non esiste nient’altro.

4. Il quarto tipo di “fuoco per attrito” che l’iniziato deve affrontare quando è pronto per quell’iniziazione che chiamiamo la Grande Rinuncia (quarta iniziazione - H.), è l’energia elettrica dell’intera personalità integrata. Quello che è il prodotto di tutte le incarnazioni —la personalità altamente sviluppata, potente e “dallo sguardo acuto” — è l’evento finale che diventa l’ultima grande ostruzione.

Le altre iniziazioni (dette genericamente la Resurrezione e l’Ascensione) sono connesse a quella che vien chiamata la seconda “porta”. Questa porta non è un’ostruzione nello stesso senso della prima porta; si apre sulla Via dell’Evoluzione Superiore. La prima porta ammette simbolicamente l’iniziato nel “cuore del Sole”, mentre la seconda — in senso molto misterioso —indica la strada che l’iniziato liberato deve seguire per penetrare nel Sole Centrale Spirituale — al quale tutti i sette Sentieri alla fine conducono.

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Il SIGNIFICATO DEL PROCESSO INIZIATICO

Tratto dal:“Trattato dei Sette Raggi - Vol. V - Raggi e Iniziazioni”

Il significato del processo Iniziatico, pag. 530, 531 edizione inglese (pag. 280, 281 PDF).

Del tema dell’iniziazione ho trattato a lungo in molti dei miei libri e ho cercato di presentare il soggetto in modo che divenga evidente ch’esso si inserisce nel processo evolutivo come procedura normale e inevitabile. L’iniziazione è stata presentata tanto spesso come una cerimonia, che ho reputato necessario controbilanciare in tutti i modi quest’errato significato. Quindi se volete comprendere ciò che devo dire, dovete fare appello a tutta la comprensione illuminata che possedete.

L’iniziazione è una cerimonia soltanto in quanto nel processo iniziatico giunge un punto culminante nel quale la coscienza del discepolo diviene consapevole in modo eclatante dei membri della Gerarchia e della propria posizione rispetto ad essa. Egli traspone questa realizzazione — successivamente e in una scala sempre più vasta — in propri simboli, sotto forma di un grande cerimoniale ritmico di rivelazione progressiva nel quale lui, come candidato, è il centro della scena gerarchica.

È precisamente così (dal punto di vista del cerimoniale) nelle prime due iniziazioni e in rapporto al Cristo come iniziatore. Dopo la terza iniziazione, nella sua coscienza l’aspetto del cerimoniale si affievolisce perché le iniziazioni superiori non sono registrate dalla mente (con la sua capacità di abbassare la percezione a forma simbolica) e poi trasmesse al cervello, ma raggiungono il cervello e vi sono registrate tramite l’antahkarana; i risultati dell’esperienza dell’espansione sono adesso decisamente di natura tale da non poter essere ridotti in simboli o avvenimenti simbolici, sono senza forma e rimangono nella coscienza superiore.

Con questo non sto dicendo che gli insegnamenti dati in passato da vari gruppi occulti o nel mio libro L’Iniziazione Umana e Solare non siano corretti o non riferiscano accuratamente ciò che il candidato crede sia avvenuto. Quel che cerco di chiarire è che l’aspetto cerimoniale è dovuto alla capacità del discepolo di produrre delle forme-pensiero e che (cosa ancora più importante) costituisce il suo contributo alla futura esteriorizzazione del processo iniziatico nei suoi primi stadi. Quando un numero adeguato di discepoli sarà riuscito a collegare la Triade Spirituale con la personalità infusa d’anima e avrà occultamente percepito le energie della Monade per mezzo dell’antahkarana, allora la prima e seconda iniziazione potranno essere rappresentate sulla terra “sotto forma di cerimonie”.

Le iniziazioni superiori non possono essere rappresentate in questo modo, ma lo saranno sul piano mentale per mezzo di simboli, e non di dettagli di eventi cerimoniali. Questa rappresentazione simbolica sarà valida per la terza, la quarta e la quinta iniziazione. Dopo che queste cinque grandi espansioni hanno avuto luogo, le iniziazioni non saranno più registrate come cerimonie effettive sulla terra o come visualizzazioni simboliche sul piano mentale. È difficile trovare una parola o una frase che esprima ciò che avviene; quella che io trovo più vicina alla verità è “esistenza dell’illuminazione tramite rivelazione”. A questo riguardo noterete che alla quinta iniziazione è dato il nome di Rivelazione.

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I Criteri generali che governano il processo iniziatico, da pag. 536 a pag. 542 edizione Inglese (pag. 284, 285, 286 PDF )

Negli insegnamenti precedenti si dava importanza al carattere, quale fattore determinante per decidere se un uomo poteva “prendere l’iniziazione” (come si diceva), e questa è stata un’altra delle presentazioni che hanno assai fuorviato gli aspiranti. Il carattere è molto importante — la sua importanza è così riconosciuta che non occorre soffermarvisi.

È tuttavia il carattere che permette ad un uomo di diventare un discepolo con l’intenzione di entrare un giorno nell’Ashram di un Maestro e di passare allora attraverso i processi dell’iniziazione. È il carattere ad essere giustamente considerato il primo requisito quando un uomo passa dal sentiero Probatorio a quello del Discepolato. Ma tuttavia egli è ancora ben lontano dalla meta, ben lontano dall’essere accettato quale discepolo da un Maestro. La verità si potrebbe esprimere in questo modo: Quando gli occhi del discepolo si allontanano da sé stesso e il suo operare nei tre mondi diviene governato spiritualmente (o è in via di esserlo) allora egli ha l’opportunità di diventare un essere veramente mentale, col centro focale della sua vita sul livello mentale, dove egli è soggetto al dominio dell’anima; essa diviene allora a sua volta l’agente direttivo dell’uomo sul piano fisico. Ciò non significa ch’egli si preoccupi di rendere la mente concreta inferiore attiva, illuminata e capace di dirigere, poiché questo avviene gradatamente e automaticamente sotto la pressione delle influenze superiori che si riversano dentro ed attraverso di lui. Il discepolo si occupa del compito di divenire consapevole delle attività della mente superiore o astratta e della ragion pura, che governa e anima il piano buddhico ed è essa stessa suscettibile di essere impressionata dalla Monade. Quel piano deve divenire quello verso il quale guarda la sua coscienza mentale e sul quale essa concentra la sua attenzione. Deve essere polarizzata lì, nello stesso senso in cui la coscienza dell’umanità media, oggi polarizzata sul piano dell’emozione e dell’attività astrale si sta spostando rapidamente sul piano mentale.

Questo comporta un’attività duplice; la mente inferiore diviene un potente fattore nel dirigere le attività di servizio del discepolo. Queste attività diventano il potere motivante principale della vita del discepolo e sono conseguenza della crescente fusione dell’anima con la personalità, che sviluppa e rivela così il suo senso d’inclusività. L’inclusività è la chiave suprema per la comprensione della coscienza. Nello stesso tempo la mente superiore impressiona la mente inferiore e l’attira a se stessa, in una fusione superiore.

Questo processo di sviluppo crea certi punti principali di fusione graduali, con conseguenti punti di tensione; questi punti (quando sono raggiunti coscientemente) diventano l’energia motivante che mette il discepolo in grado di “stare nella luce ed in quella luce vedere la Luce maggiore; in quella Luce maggiore egli conosce e vede, afferra e assorbe ciò che finora è stato scuro, segreto e ignoto”. Questa è l’iniziazione.

Periodi di ricerca, periodi di sofferenza, periodi di distacco, periodi di rivelazione, che producono dei punti di fusione, dei punti di tensione e dei punti di proiezione dell’energia — questo è lo svolgersi del Sentiero dell’Iniziazione.

In verità, iniziazione è il nome dato alla rivelazione o alla nuova visione che attira il discepolo sempre in avanti verso una luce maggiore; non è qualcosa che gli viene conferita, o data. È un processo di riconoscimento della luce e di utilizzazione della luce, al fine di entrare in una luce sempre più chiara. Il progresso da un’area debolmente illuminata della manifestazione divina ad una di gloria suprema è lo svolgersi del Sentiero dell’Evoluzione.

Negli archivi dei Maestri vi sono alcune Regole per Discepoli d’origine antichissima. Fra di esse ve n’è una così vecchia e astrusa che soltanto ora è possibile portarla all’attenzione

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dell’umanità, grazie all’accresciuta percezione mentale e spirituale dell’aspirante moderno. Si può tradurre inadeguatamente come segue:

“La luce è vista, un minuscolo punto di luce penetrante. Questa luce è calda e rossa. Si avvicina, e rivela man mano le cose quali sono, le cose che possono esistere. Essa penetra il terzo centro e rimuove tutto l’annebbiamento emotivo ed il desiderio. “Si vede una luce per mezzo della luce inferiore — una luce di tepore e calore. Essa penetra fino al cuore, e in quella luce tutte le forme si vedono pervase da una luce risplendente. Ora si percepisce il mondo delle forme illuminate, collegate l’una all’altra dalla luce. Questa luce è blu ed è di natura fiammeggiante. Fra la luce calda e rossastra e questa chiara luce arde un bagliore di fiamma — una fiamma in cui si deve penetrare prima di entrare nella luce blu ed usarla.

“Allora si percepisce un’altra luce, la chiara luce fredda, che non è luce ma tenebra nella sua purezza più pura —la LUCE di Dio stesso. Rende oscura ogni altra cosa accanto a Sé; tutte le forme svaniscono e tuttavia la vita intera permane. Non è luce quale noi la conosciamo. È la pura essenza di quella Luce che rivela Se stessa mediante la luce”.

Era alla seconda luce, che il Buddha e il Cristo allusero entrambi quando dissero: “Io sono la luce del mondo”. È la Luce di Dio stesso, il Signore dei Mondi, in cui le Vite della Camera del Consiglio di Shamballa vivono, si muovono e sono.

È il riconoscimento delle varie “luci” sulla Via Illuminata, che denota l’esser pronti per l’iniziazione. L’iniziato entra nella luce in un senso peculiare; essa permea la sua natura in qualunque punto del tempo e dello spazio; lo rende capace di entrare in contatto con ciò che finora non era visto e di vederlo e, sulla base della nuova conoscenza acquisita, di dirigere ancora oltre i suoi passi.

In questo momento non sto parlando in termini simbolici. Ogni iniziazione oscura la luce già acquisita ed usata, ed immerge l’iniziato in una luce superiore. Ogni iniziazione mette il discepolo in grado di percepire un’area di coscienza divina fino allora a lui sconosciuta, ma che diviene un normale campo d’esperienza e d’attività dopo che egli si è familiarizzato con essa e con i suoi fenomeni, le sue qualità vibratorie e le sue interrelazioni particolari. Così (se posso esprimerlo in questo modo) “i mondi delle forme viventi e delle vite senza forma diventano il proprio mondo. Nella sua percezione mentale entra di nuovo la dualità; perché ora egli è consapevole dell’area illuminata dalla quale proviene, o punto di tensione o d’iniziazione, mentre tramite il processo iniziatico egli scopre un’area nuova ed ancor più luminosa nella quale ora può entrare. Questo non implica l’abbandono del campo d’attività precedente nel quale ha lavorato e vissuto, significa semplicemente che ha di fronte nuovi campi di responsabilità e di opportunità; perché ora — grazie al proprio sforzo — è in grado di vedere maggiore luce, di camminare in una luce più grande, di dimostrare più adeguatamente di prima le sue capacità entro questa più ampia area di possibilità.

Perciò l’iniziazione è una continua fusione di luci in cui si entra progressivamente, che permette così all’iniziato di vedere sempre oltre, in modo più profondo e più inclusivo. Come ha detto uno dei Maestri: “La luce deve entrare verticalmente ed essere diffusa o irradiata orizzontalmente”. Questo crea la croce del servizio sulla quale il discepolo rimane sospeso fino a quando la croce di Sanat Kumara non gli sia rivelata (la Croce è precipuamente il simbolo dello sviluppo Ariano. Il simbolo della vecchia Atlantide era una linea, indicante la linea verticale dello sviluppo mentale e dell’aspirazione); allora saprà perché questo pianeta è — per ragioni sagge e adeguate — il pianeta del dolore, dell’assenza di passione e del distacco. Sapendo questo, conosce tutto ciò che la nostra vita planetaria gli può dire e rivelare. Egli ha trasmutato la conoscenza in saggezza.

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È al centro di questa croce di servizio che si deve trovare il punto di fusione e il punto di tensione. Il punto di fusione è creato concentrando dinamicamente tutto il potere, tutte le mire e i desideri del discepolo sul piano mentale; il punto di tensione è creato quando il potere invocativo di questo punto focale diventa capace di evocare la risposta da quello che è invocato. Per l’aspirante medio e per il discepolo esso può essere sia l’anima, che la Triade Spirituale. L’incontro delle due energie focalizzate produce un punto di tensione. I discepoli non dovrebbero concentrare l’attenzione sul compito di produrre un punto di tensione. Dovrebbero ricordare la vita di attività duplice, cioè quello che già si è in quel momento di impegno, e quello nel quale fondere e unire questo sviluppo già raggiunto. La potenza del suo riflettere su questa duplice direzione produrrà automaticamente il punto di tensione, per mezzo della fusione delle giuste dualità. È mediante l’attività della mente inferiore che viene realizzata la fusione con l’anima, con successivi punti di tensione che si intensificano; è mediante l’attività instaurata tra la mente superiore e l’inferiore, che diviene possibile la fusione con la Triade Spirituale, con punti di tensione che sorgono in molti punti lungo il ponte, l’antahkarana; è mediante l’attività della ragion pura, che diviene possibile la fusione con la Gerarchia, ed è ciò che produce quei punti di tensione, che chiamiamo Iniziazioni. Vi sono necessariamente punti di tensione ancor più elevati, ma in questo momento ci occupiamo di quelli chiamati iniziazioni.

A questo riguardo forse nella vostra mente potrà entrare della luce se terrete costantemente presente l’essenziale dualità della stessa manifestazione, i poli positivo e negativo presenti nella coscienza di ogni forma. Il punto di fusione raggiunto (risultato del lavoro e dello sforzo attivo e positivo) è reso negativo rispetto a ciò che viene invocato e in questo modo si può raggiungere un altro punto positivo di tensione. L’iniziazione — un punto di tensione importante e drammatico — denota essenzialmente la fusione degli aspetti positivo e negativo. Ecco perché, in tutti i processi iniziatici è la volontà del discepolo che è attiva e che produce, prima di tutto, una fusione e (come conseguenza) la comparsa di un punto di tensione.

Farò un esempio. Nel lavoro di creare l’antahkarana, il discepolo, prima di tutto e per quanto può, si focalizza sul piano mentale mediante uno sforzo mentale positivo. La fusione dell’anima e della personalità è allora presente ed è il risultato dell’attività positiva. La qualità e la natura vibratoria di quel punto focale positivo sono allora rese negative verso la vibrazione o contatto superiore che è invocato dal potere e dall’irradiazione esistenti. La risposta del polo opposto è immediata (se solo il discepolo potesse rendersene conto) e, nella misura possibile, determinata dal punto di conseguimento del discepolo.

Quest’attività invocatrice-evocatrice produce un punto di tensione ma non — per ora — un punto di fusione con il polo positivo. Da quel punto di tensione il discepolo lavora alla creazione dell’antahkarana; questo produrrà infine la desiderata fusione fra la personalità infusa d’anima e la Triade Spirituale. Il medesimo processo generale determina tutte le fusioni desiderate e produce quei punti di tensione che sono il segreto di ogni crescita. Il discepolo si sforza coscientemente di produrre questi punti di fusione e di tensione.

Questi sono i criteri generali che governano il processo iniziatico; il lavoro indicato qui è seguito da tutti i discepoli-iniziati di ogni grado e perfino dallo Stesso Signore del Mondo. Egli nel Suo Luogo elevato, mantiene in uno stato di fusione il mondo delle energie manifeste; successivamente avvengono dei punti di tensione come conseguenza di una crescente realizzazione divina all’interno di queste forme di attività intelligente, d’amore- saggezza e di volontà-di-bene. Questi punti di tensione variano secondo il proposito divino e il particolare problema iniziatico dello stesso Sanat Kumara, mentre Egli si sottopone a un processo iniziatico cosmico. Un tale punto di tensione, di stupenda grandezza, è presente oggi

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nel mondo; l’intenzione che sta dietro alla realizzazione di questa fusione e tensione è di mettere l’umanità in grado (in quanto parte integrante del corpo divino di manifestazione) di avanzare in una luce più grande e più vicina a quel “cuore d’amore” che è la Gerarchia. Quando questo avverrà — e ciò sta avvenendo attualmente — la Gerarchia Stessa sì avvicinerà per una fusione cosciente con l’umanità. Il punto di tensione così ottenuto, e che non è ancora apparso, produrrà il Regno di Dio in Terra in forma exoterica.

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RAGGI E INIZIAZIONI 2

Tratto dal:“Trattato dei Sette Raggi - Vol. V - Raggi e Iniziazioni”

Raggi e Iniziazioni, pag. 577, 558 edizione inglese (pag. 294, 295 PDF).

L’iniziazione, (nella sua definizione più semplice) è una comprensione della Via, poiché la comprensione è un’energia rivelatrice che vi consente la realizzazione. L’iniziazione è una crescita in esperienza, che consente il raggiungimento di un punto di tensione. Mantenendo quel punto di tensione, l’iniziato vede ciò che sta dinanzi. L’iniziazione permette una penetrazione progressiva nella mente del Logos creatore. Quest’ultima definizione è forse una delle più importanti ch’io abbia mai dato. Riflettete sulle mie parole.

L’iniziazione è un sistema o processo scientifico per mezzo del quale le sette energie che compongono la totalità di tutte le esistenze entro la nostra Vita Planetaria sono comprese e usate coscientemente per l’attuazione del Piano divino. Si potrebbe anche affermare che l’iniziazione è un metodo col quale si promuove la circolazione delle energie aprendo o risvegliando certi centri planetari e umani all’influsso delle loro qualità, potenza e intenzione divina di raggio. È quest’affermazione che è il cuore dell’insegnamento del Laya Yoga o Scienza dei Centri.

Vi sarà evidente che, poiché l’energia è la base di tutto il nostro mondo manifestato, un’iniziazione è una condizione di coscienza in cui il discepolo pienamente preparato utilizza le energie disponibili (al momento dell’iniziazione) per produrre entro la coscienza cambiamenti importanti e rivelatori. Ogni iniziazione mette l’iniziato in una posizione in cui domina certe energie connesse e lo mette in grado di divenire un manipolatore sempre più esperto di quelle energie; ogni iniziazione gli permette di comprendere l’energia connessa e il suo campo di attività; ogni iniziazione gli rivela la qualità e il tipo di stimolo da evocare quando è messo in contatto con una particolare energia di raggio; ogni iniziazione stabilisce un rapporto tra l’iniziato e l’energia di raggio implicata, cosicché qualunque sia il raggio dell’anima o il raggio della personalità egli potrà lavorare gradualmente con la qualità e l’aspetto creativo di tutti i raggi, pur conservando sempre maggiore facilità nell’operare con il

“Raggio non è che un nome dato a una forza particolare o a un tipo di energia, mettendo in rilievo la qualità che essa 2

palesa e non l’aspetto forma che essa crea. Ecco la vera definizione di raggio”. [Tratto dal “Trattato dei Sette Raggi - Vol. I - Psicologia esoterica”, pag. 316 edizione Inglese (pag. 142 PDF] “I sette raggi sono perciò le incarnazioni di sette tipi di forza che ci mostrano le sette qualità del divino. Di conseguenza queste sette qualità hanno un settuplice effetto sulla materia e sulle forme in ogni parte dell’universo, e hanno anche una settemplice interrelazione fra di loro”. [Tratto dal “Trattato dei Sette Raggi - Vol. I - Psicologia esoterica”, pag. 19 edizione Inglese (pag. 18 PDF)]

“I Sette Raggi sono sette grandi energie caratterizzanti sistemi solari, costellazioni, e pianeti; ma anche le razze-umane, la civiltà, le nazioni, e le forme presenti nei regni della natura ed il conseguente livello di consapevolezza degli esseri umani. Ogni vita risponderà a tale impulso mettendone in risalto la qualità, il colore, la nota e la vibrazione particolare di Raggio. L’essere umano di conseguenza risponderà anch’egli all’energia dei Sette Raggi i quali con la loro vibrazione e qualità caratterizzeranno i suoi corpi fisico-eterico, emotivo, mentale, la personalità (come sintesi dei precedenti) e l’anima. L’uomo dotato di un’aspetto coscienza e mente superiore avrà possibilità di oltrepassare i confini del suo regno per giungere in quello spirituale rivelando così la propria natura animica e successivamente quella dello Spirito, la Monade”. [Tratto da Hermes - “Il Fiore della Vita”]

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raggio della sua anima, e più tardi con il raggio della Monade — uno dei tre Raggi maggiori d’Aspetto.

Vorrei chiedervi di ricordare che alla fine tutti gli esseri umani devono esprimere la qualità e la vita di uno dei tre Raggi di Aspetto, anche se — nel tempo e nello spazio — l’anima possa essere originariamente su uno dei quattro Raggi d’Attributo. Qui potrà essere utile elencare i Raggi e così rinfrescare la memoria del neofita.

Raggi d’Aspetto: 1. Il Raggio del Potere, Volere o Proposito 2. Il Raggio dell’Amore-Saggezza 3. Il Raggio dell’Intelligenza Creativa Attiva

Raggi d’Attributo: 4. Il Raggio dell’Armonia tramite Conflitto 5. Il Raggio della Scienza Concreta o Sapere 6. Il Raggio dell’Idealismo o Devozione 7. Il Raggio dell’Ordine o della Magia Cerimoniale.

È il contatto con il terzo Raggio dell’Intelligenza Attiva o (com’è chiamato talvolta) “l’energia acuta della percezione mentale divina”, che ammette la coscienza dell’iniziato ai “segreti della Mente di Dio”. È il quarto Raggio d’Attributo che, nel ciclo evolutivo, condiziona il suo carattere (o apparato di contatto) ed evoca le sue qualità essenziali. I tre Raggi d’Aspetto lo mettono in grado di prendere le quattro iniziazioni superiori — le iniziazioni 6, 7, 8, 9 — che sono connesse unicamente con Shamballa. I quattro Raggi d’Attributo, specialmente quando sono sintetizzati per mezzo del terzo Raggio d’Aspetto, sono più definitivamente connessi alla Gerarchia e quindi alle prime cinque iniziazioni. I Raggi d’Aspetto sono connessi essenzialmente all’aspetto vita o volontà della divinità; i Raggi d’Attributo sono connessi all’aspetto coscienza.

Raggi e Iniziazioni, pag. 567 edizione inglese (pag. 299, 300 PDF).

Queste cinque iniziazioni cadono sotto gli impulsi d’energia dei Raggi 7 (I Iniziazione), 6 (II Iniziazione), 5 (III Iniziazione), 4 (IV Iniziazione), ai quali si aggiunge l’influenza dinamica del Raggio I al momento della quinta iniziazione. Noterete perciò che queste iniziazioni, da affrontarsi dall’umanità media, sono tutte quante condizionate da un raggio minore, e tuttavia apportano alla fine l’energia del più alto Raggio d’Aspetto, quello della Volontà o del Potere. Questa dinamica energia elettrica deve agire in un senso nuovo e diverso affinché le quattro iniziazioni superiori possano divenire degli obiettivi vivi nella coscienza dell’iniziato. È per questa ragione che la quinta iniziazione è chiamata l’Iniziazione della Rivelazione. In questa iniziazione è “concessa” qualche comprensione dell’aspetto primo o della volontà, e all’iniziato vien rivelata per la prima volta la natura del Proposito divino; finora si era occupato della natura del Piano, che dopo tutto è un effetto del Proposito.

Al momento di queste cinque iniziazioni preliminari comincia ad apparire progressivamente all’iniziato la vera natura dei raggi minori, nel loro aspetto creativo e quali espressioni della qualità del mondo manifesto. Con le quattro iniziazioni superiori egli giunge lentamente ad una vaga comprensione dello scopo della creazione; però il vero scopo e la natura della volontà del Logos planetario saranno rivelati soltanto nel prossimo sistema solare

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quando la Personalità infusa d’anima del Logos planetario manifesterà il proposito vivente dentro l’anello invalicabile dei tre piani cosmici inferiori.

Ma noi non dobbiamo occuparci di queste idee astruse. Studiamo invece le condizioni dell’energia attraverso cui l’iniziato passa mentre procede da un’iniziazione all’altra, finché non giunge davanti alla porta della rivelazione.

Raggi e Iniziazioni, pag. 562 edizione inglese (pag. 297 PDF).

Questi sono fatti che vorrei teneste presente mentre consideriamo il rapporto tra i sette raggi e l’iniziazione in questo periodo mondiale particolare e durante il ciclo nel quale sono percorsi i Sentieri del Discepolato e dell’Iniziazione. Grandi transizioni vengono allora effettuate; il potere di includere e d’amare nel vero senso esoterico produce automaticamente dei cambiamenti e una fondamentale rifocalizzazione nella vita del discepolo accettato e dell’iniziato; questi cambiamenti, queste transizioni e reazioni sono prodotti dall’azione dei poteri di raggio durante il periodo dell’iniziazione; l’iniziato entra allora in rapporto con i Raggi che lo condizionano in quel momento. Essi influenzano la sua personalità pervasa dall’anima e anche l’Ashram cui è affiliato. La qualità e il potere di un Ashram sono definitivamente influenzati dall’ammissione di un iniziato; egli vi porta non solo il suo potere, ma anche l’energia dei raggi che hanno prodotto i cambiamenti e che lo hanno condizionato durante il processo iniziatico appena sperimentato. Egli entra allora in un nuovo stadio di contatto cosciente all’interno dell’Ashram. Questo nuovo stato di spiritualità percettiva consente all’iniziato di entrare in rapporto con tutti quelli che hanno subito un’iniziazione analoga. Perciò egli diviene sempre più un agente costruttivo e creativo dell’Ashram.

Questo richiede una sua preparazione accurata, che deve essere accompagnata dalla dimostrazione della sua comprensione del processo iniziatico sul piano esterno dell’attività nel servizio. Non gli può esser permesso d’entrare nella vita dell’Ashram e divenire il ricettore di energie straordinariamente attive fino a quando non ha dimostrato che queste energie non saranno “trattenute occultamente” da lui, ma diverranno “la forza e il potere” del suo servizio fra gli uomini.

Iniziamo ora un’analisi più stretta delle energie dei sette Raggi e dei loro effetti sui processi iniziatici cui deve sottoporsi il discepolo. Ogni iniziato quando entra in un periodo di processo iniziatico è in possesso di un ben preciso equipaggiamento d’energia. La sua personalità si esprime entro la periferia dei tre mondi tramite forme e rapporti di Raggio ben definiti. Egli è una personalità a causa dell’integrazione della sua mente, della sua natura emotiva e del suo corpo fisico — l’energia di quest’ultimo fattore fenomenico essendo focalizzata nel cervello fisico.

Tutti questi, sono composti e condizionati dalle unità d’energia di cui sono costituiti e tutti “concentrano la loro intenzione” per mezzo del cervello fisico, permettendo così alla personalità di essere un’entità autonoma sul suo piano fisico. A questa personalità deve essere aggiunta una quinta energia importante: l’energia dell’anima. Ciascuna espressione della personalità è composta e governata da una delle sette energie di raggio, cosicché è presente una grande sintesi dinamica che —nel momento in cui ha inizio il processo iniziatico — è in realtà una amalgama di cinque energie:

1. L’energia dell’anima, che è di per sé un’energia triplice.

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2. Le energie della personalità, la quale ha una potenza tale (essendo la fusione di tre energie di raggio) da evocare un raggio che domina la personalità e che è chiamato il raggio della personalità:3. L’energia che compone il veicolo mentale. 4. L’energia che si manifesta come natura emozionale. 5. L’energia del corpo fisico, focalizzata sul piano fisico e che condiziona il

cervello. Nel caso del discepolo accettato che si prepara per l’iniziazione, il termine applicato a

questo sistema d’energia integrata è “personalità infusa d’anima”. La fusione è necessariamente incompleta, ma c’è abbastanza energia dell’anima da garantire quel minimo di dominio dell’anima che renderà effettivo il processo iniziatico. Si potrebbe dire anche che questo sistema di energie integrate è chiamato (tramite il processo iniziatico) a delle fusioni ancor più alte, perché l’iniziazione è un processo per mezzo del quale diventano possibili delle integrazioni successive accompagnate dalle conseguenti espansioni di coscienza. Queste, nel loro senso più ampio, sono sette, sebbene comportino molti punti d’integrazione secondaria — e sono:

1. Fusione delle energie della personalità pervasa dall’anima con le triplici energie della Triade Spirituale.

2. Fusione con la Monade — di cui la Triade Spirituale è un’espressione. 3. Fusione con la coscienza mondiale del Logos planetario in una misura che rende la vita

planetaria, con tutti i suoi stati di coscienza e fenomeni, una forma più grande che confina e che restringe l’iniziato.

Relativamente a questa fusione finale, vale la pena di segnalare che quando si raggiunge questo stadio di sviluppo, diviene allora possibile entrare in quel “sublime stato della mente” che tiene focalizzato il Logos planetario nella coscienza del sacrificio che Egli compì tramite l’intero processo della manifestazione. Come ha indicato la Dottrina Segreta, il sacrificio ch’Egli ha fatto a favore delle innumerevoli miriadi di vite che ne compongono il corpo di manifestazione, lo mantiene in espressione fisica finché “l’ultimo stanco pellegrino” non avrà ritrovato la via di casa.

L’ampiezza e lo scopo essenziale di questo divino sacrificio diviene sempre più chiaro all’iniziato dopo la quinta iniziazione e costituisce uno dei primi fattori da lui considerati quando affronta l’iniziazione della Decisione (la sesta iniziazione). A nessuno stadio del suo sviluppo egli comprende lo scopo fondamentale e (occultamente parlando) “l’ampiezza dinamica” di questo sacrificio, realizzato dalla volontà del Logos planetario. Nondimeno egli risponde ad una comprensione mentale dell’aspetto oggettivo più basso di questo sacrificio e alla natura della periferia, o alla forma imprigionante (la totalità delle forme) in cui il Logos planetario ha scelto di imprigionare Sé Stesso. Per la prima volta nella sua esperienza di vita giunge a comprendere il principio di limitazione. Al di là di questo stato eccelso di percezione mentale l’iniziato non può ancora penetrare; è limitato da quella sfera di attività che chiamiamo i sette piani e che, nella loro totalità, costituiscono il piano fisico cosmico.

Nella fase di sviluppo iniziatico che intercorre fra un’iniziazione e l’altra avvengono molte fusioni minori — una triplice fusione mentale fra i tre aspetti della mente (il veicolo mentale inferiore, l’anima o il Figlio della Mente, e la Mente superiore o astratta); la fusione con la coscienza del Maestro; la fusione con l’Ashram creata dall’energia di raggio che condiziona la sua anima; la fusione in coscienza con la totalità degli Ashram integrati che formano l’Ashram di Sanat Kumara. Queste fusioni successive e sussidiarie gli rivelano i fenomeni e la qualità dei due stadi superiori di coscienza della Triade Spirituale: lo stato buddhico o stato della ragione pura e lo stato atmico o lo stato d’intenzione spiritualmente diretta della volontà.

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Page 40: IL SENTIERO DEL DISCEPOLATO · PDF fileINTRODUZIONE - L’INIZIAZIONE “È importante che l’aspirante sappia dove si trova e quale sia il suo problema particolare”. [Trattato

Nel darvi qualche veduta sui rapporti fra i raggi e le iniziazioni, trovo essenziale scoprire parole e frasi nuove che colpiscano l’attenzione con le quali esprimere i cenni e le indicazioni familiari date dai gruppi occulti che hanno cercato di risvegliare la coscienza moderna al fatto e agli scopi dell’iniziazione.

L’iniziazione è una successione progressiva di impatti d’energia indirizzati, caratterizzata da punti di crisi e di tensione e governata — in un senso finora mai compreso — dalla Legge di Causa ed Effetto. All’iniziato che progredisce sembra che questa legge inverta (dal punto di vista spirituale) il processo che aveva fin qui governato la sua vita. Invece di essere spinto avanti sul sentiero dell’evoluzione dalle energie spirituali che dalle sfere superiori invocano ed evocano la sua risposta e lo sviluppo dell’espansione di coscienza, ogni successiva iniziazione conseguita, compresa e dimostrata sul piano fisico, diventa la causa e l’influenza che spinge avanti l’iniziato sul sentiero dell’iniziazione. In un caso la causa del progresso è un flusso di energie verso il basso, che produce degli effetti in ciò che così viene stimolato; nell’altro caso, la causa sta nella personalità pervasa dall’anima e costituisce un movimento verso l’alto dell’attività iniziatica diretta da lui stesso, del grado d’energia d’amore che la sua anima può esprimere, e dell’energia di volontà che è in sé il risultato di tutte le fusioni ch’egli è in grado, in un dato momento, di focalizzare e usare coscientemente. Questi sono punti che vi sarà difficile afferrare, ma che sono molto importanti.

Sul sentiero dell’evoluzione l’essere umano è influenzato dall’alto verso il basso; l’iniziato è diretto dall’interno verso l’alto. È questo, che svela il significato sottostante all’energia del libero arbitrio che è cosa veramente possibile solo quando esista auto-direzione. Questa lotta per l’espressione del libero arbitrio può oggi essere osservata in quel grande discepolo mondiale che è l’Umanità.

Questi concetti meritano la vostra attenta considerazione. L’energia settemplice che agita oggi il genere umano segna una svolta decisiva nella storia umana e indica la possibilità che l’umanità si trasferisca sul Sentiero del Discepolato; su questo Sentiero, libertà d’espressione e vita cosciente diretta da se stessi diventeranno sempre più possibili.

Consideriamo ora queste iniziazioni, una ad una.

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