Il ritratto La Formula del cuore - AutoRacing1 · finestre, al mattino, ed ero sul Pacifico....

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65 64 Il ritratto week La Formula del cuore Max Papis Nove anni fa emigrò negli Stati Uniti alla ricerca di una nuova dimensione come pilota dopo le delusioni patite in F.1. E subito divenne famoso per il successo sfiorato con una Ferrari alla 24 Ore di Daytona. Ma in America ha trovato anche l’amore e un’altra famiglia, davvero speciale: Tatiana, la promessa sposa, è figlia di Emerson Fittipaldi, uno dei più celebri campioni dell’auto TRIO FAMILIARE Max Papis, varesino, 35 anni, con Tatiana (sua fidanzata) ed Emerson Fittipaldi.

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La Formuladel cuore

Max Papis

Nove anni fa emigrònegli Stati Uniti allaricerca di una nuovadimensione come pilotadopo le delusioni patitein F.1. E subito divennefamoso per il successosfiorato con una Ferrari alla24 Ore di Daytona. Ma inAmerica ha trovato anchel’amore e un’altra famiglia,davvero speciale: Tatiana, lapromessa sposa, è figlia diEmerson Fittipaldi, uno deipiù celebri campioni dell’auto

TRIO FAMILIAREMax Papis, varesino,35 anni, con Tatiana(sua fidanzata) edEmerson Fittipaldi.

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ra partito dai kart sognando la F.1. L’haassaggiata, poco e male. Allora haricominciato da capo, in un altro mondo.È diventato americano, negli Stati Unitiha corso e vinto in molte categorie. E sisposerà con la figlia di un certo EmersonFittipaldi, campione della Formula1 edella Formula Indianapolis. La vita regalasempre sorprese. Max Papis, da nove annioltreoceano, ne è un esempio. «Sono sbarcato in America nel 1996 percorrere con la Ferrari nel campionato Imsae non me ne sono più andato», racconta.«Avevo lasciato l’Europa puntando alla F. Indy. Ma soprattutto ero partito perchévolevo ritrovare confidenza con me stesso,dopo un anno difficile in F.1, con idesideri di una vita buttati via in soli setteG.P. Era importante ripartire dovenessuno mi conosceva». L’impatto Papisse lo ricorda molto bene. «Beh, il mondoun po’ lo avevo girato. Ma restavo sempreuno cresciuto a Barasso, 1.600 abitanti.Sono atterrato a Daytona per la primagara e la scritta McDonald’s più piccolaera grande come metà del mio paese…».Qualche giorno dopo era già su tutti igiornali. «Per la vittoria sfiorata alla 24Ore di Daytona. Con la Ferrari diGiampiero Moretti fui secondo dopo averrecuperato tre giri nelle ultime quattro oredi corsa. Era la prima gara dell’anno,c’era un seguito enorme. Quando entrai aibox per l’ultimo pit stop, Moretti si stavamangiando un sigaro. “Questo qui mi fa apezzi la macchina”, gli sentirono dire.Invece vinsi. Lì per lì non me ne resiconto, ma quel giorno mi cambiò la vita».Ad agosto era già sulla Reynard-Toyotadel team Arciero-Wells. Stava iniziando amettere radici. «All’inizio facevo la spola

con l’Italia», spiega. «Mi autoinvitavo aNew York nell’appartamento di GianpaoloLetta o di Gianluigi Buitoni della Ferrari.Ma a metà stagione arrivò la F. Indy, dopouna singolare trattativa in California: lasquadra di Cal Wells mi sequestrò,lasciandomi andare solo dopo tre giorni, acontratto firmato. Una delle clausolestabiliva che non potevo vivere a più di 20km dalla sede del team. A me scappò lafrase: “Ma è un obbligo o un regalo?”. La scuderia era a Rancho SantaMargherita, tra Los Angeles e San Diego.Sistemati i dettagli Wells mi disse: “Vai suun po’ a nord, c’è un posto carino,Newport Beach”. Vidi alcune case, tra cuiuna sull’oceano. La presi. Quando mandaile foto alla mia famiglia e ai miei amicicredevano li prendessi in giro. Aprivo lefinestre, al mattino, ed ero sul Pacifico.

Credevo di vivere in un film: guidavo in F. Indy per la Toyota, nel campionato Imsaper la Ferrari, vivevo in un posto simile eper fare tutto questo mi pagavano!». Gli inizi però furono traumatici.«Succedevano cose incredibili. Comequando andai orgoglioso a depositare ilmio primo assegno in banca e chiesi unacarta di credito. “Lei non può avere unacarta di credito: non ha debiti”. Replicai“Ho appena portato qui 30 mila dollari!Che debiti? Io non ho debiti connessuno!”. Ero offesissimo. Ma nonfunzionava così. Lì tutti vivono nei debiti.Insomma, ogni giorno una scoperta.Avevo 25 anni, per me era un’avventura».Americano in tutto, anche neglispostamenti inseguendo il lavoro.«Quando firmai con il team Rahal a fine’98 andai a vivere a Columbus, in Ohio.Ma era terribile, troppo freddo. La primavolta che arrivai in città, per “fare ilsedile” della Reynard, lasciai l’auto sottol’albergo e al mattino non riuscii adaprirla: era ricoperta da un centimetro dighiaccio. Avevo una casa piccola escomoda. Me ne andai alla svelta.Stavolta il contratto era più elastico, e inpiù Bobby Rahal desiderava che io vivessial caldo per allenarmi».Si spostò a Miami Beach. C’è dipeggio… «La Florida era comoda. Civivevano un sacco di piloti. E Christian

GIOCATTOLIMax Papis nel box

della sua casa inFlorida con due

strumenti per il suodivertimento: la

Colnago da corsa conla quale si allena

sulle strade di Miamie una mini-bike che

guida impacciatosotto lo sguardo

divertito di Tatiana.

BASTA CHE ROMBINOIl pilota italianoassieme a Tatiana insella alla sua HarleyDavidson. Grandeappassionato di tuttigli sport motoristici,Papis lo scorso annoè stato entusiastaspettatore del G.P. d’Italia di motoal Mugello insiemealla fidanzata.

IL PIACERE E IL DOVEREMax Papis con due

Chevrolet Corvette: la sua cabriolet Anni

50 e la C6R con laquale cercherà di

vincere la categoria GTalla 24 Ore di Le Mans.

Nato a Como il 3ottobre 1969, Max

Papis ha iniziato acorrere in kart a 12 anni.Dopo la trafila nelleformule minori, haesordito in F.1 nel ’95disputando sette G.P.con la Arrows. Nel ’96ha corso nel campionatoamericano Imsa con laFerrari 333 SP e ha

esordito in F.Cart (113gare dal ’96 al 2003con tre successi). Nel2002 ha vinto la 24 Oredi Daytona su unaDallara-Judd divisa conBaldi, Theys e Lienhard.Nel 2004 ha conquistatoil campionato Grand Am(prototipi) insieme a Scott Pruett con una Lexus-Riley.

Sette volte in F.1 prima di volare nel nuovo mondoLA CARRIERA DI PAPIS

TESTO DI

GIANLUCA GASPARINI

FOTO DI

GARY I. ROTHSTEIN

« «All’inizio Tatiana credeva che fossi il solitopilota italiano a caccia di donne

PAPIS SITO UFFICIALE pwww.maxpapis.com GENERAL MOTORS pwww.gm.com

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LE CORSE DI PAPIS pwww.grand-am.com pwww.lemans.org pwww.irocracing.com

La vita di Max èfatta, ovvio,

soprattutto di corse.Nel tempo si èscoperto versatile, conun obiettivo ambizioso:essere il primo europeoa correre in piantastabile nella Nascar.Intanto, come i piloti diun’altra epoca, guida ditutto. «Dopo averconquistato ilcampionato Grand Amnel 2004», spiega,«ora corro con laCorvette per Le Mans,

nel turismo GT con laCadillac, ancora inGrand Am e infine nellaIroc, che utilizzavetture tipo Nascartutte uguali. Non avessialle spalleun’organizzazionecome quella dellaGeneral Motors (chegestisce le operazioniCorvette e Cadillac)sarebbe tutto moltodifficile. Gareggiare inquattro categoriediverse è una sfidanuova, nel 2004 hodisputato solo duecampionati. Forse è unpo’ troppo, pian pianovorrei concentrarmisolo sulla Nascar».Vivere sotto l’ala delcolosso di Detroit èimportante. «Sono unpilota ufficiale GM: mi usano per corse, perlo sviluppo dellaCadillac stradale e pervarie manifestazioni.Essere arrivato negliUsa come un signornessuno, finito poi arappresentare unagrande aziendaamericana è qualcosadi cui vado molto fiero».

Pilota per tutte le stagioniPAPIS IN GARA IN 4 CATEGORIE

vicino che abbia opinioni, gusti e ideetutti suoi. In più Tatiana capisce di corse,quindi sa accettare i sacrifici e il tipo divita che uno sportivo deve fare». Il legame ha portato Papis nel grande clandei Fittipaldi. «Io sono molto legato allafamiglia. Vivendo così lontano, ne sentivola mancanza. Quando mi sono messo conTatiana abbiamo iniziato a frequentare lasua. Cominciando dai nonni: Wilsonsenior, detto il Barone, e Juze. E poi suasorella Juliana con i nipotini Pietro,Valentina ed Enzo. All’inizio, quandoincontravo Emerson, non sapevo cosadire. L’avevo conosciuto a fine ’95 aLondra, alla cena degli Autosport Awards.Quella sera l’avevo aspettato solo perpotergli stringere la mano. Per direquanto per me fosse un idolo. Ma l’hosempre trattato come un padre e penso gliabbia fatto piacere. Adesso ci vediamospesso. A volte gli danno vetture dastrada in uso, lui passa a prendermi ecome due ragazzini andiamo sulleautostrade intorno a Miami a provarle. Mi fa guidare e mi dice: “Vai, vai, vai.

BERLINONA Cadillac CTS-V del campionato GT Usa.

PROTOTIPO Riley Pontiac del campionato Grand Am.

GRAN TURISMO Corvette per la 24 Ore di Le Mans.

STOCK CAR La turismo del campionato Iroc.

CIMELI DA CORSACon alcuni caschi

della sua collezione:oltre a quelli personali

spiccano quelli di Zanardi, Andretti,

Fittipaldi e Moore. « «Con Emerson diventiamo due ragazzini: finiamo sempre

in autostrada a sgommare

FAMIGLIA DA CORSACon Emerson

Fittipaldi in una sfidaal videogame,naturalmente

automobilistico, ementre regala

consigli al futuronipotino Pietro,

campioncino in erbacon i kart e

appassionato tifosoalle sue gare.

HOME SWEET HOMENel soggiorno dellasua dimora di Miami,e all’opera in cucinain versione“casalingo”. Dopo gliinizi da pendolare traUsa e Italia, Papis s’ètrasferito in America:ha dimorato inCalifornia e nell’Ohioprima di trasferirsinel Sunshine State.

Fittipaldi da mesi mi martellavadicendomi che era un posto fantastico. A inizio ’99 ho affittato un appartamentoe mi sono trasferito». A Miami vivetuttora. Anzi, convive. Con TatianaFittipaldi, figlia di Emerson. Una famigliaentrata presto nella sua storia. «Christianlo conosco da quando avevo 14 anni ecorrevo nei kart. È sempre stato come unfratello. Tatiana l’ho vista per la primavolta nel 1997, a una festa prima dellagara di Homestead. Ero lì con Christian edi colpo ci fu confusione all’ingresso, sivoltarono tutti. Era arrivato Emerson coni suoi figli al gran completo: i tre delprimo matrimonio e i due del secondo.Chiesi a Christian chi fosse quella bellaragazza nel gruppo. Si voltò con unosguardo di fuoco: “Quella è mia cugina,se ti avvicini ti taglio le braccia”». Maxiniziò a corteggiarla. «Lei non ne volevasapere», ride. «“È il classico pilotaitaliano a caccia di donne”, pensava. Hodovuto insistere tantissimo, fino allasospirata prima cena da soli. Lei ha uncarattere forte. Io ho bisogno di qualcuno

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EMERSON FITTIPALDI pwww.emersonfittipaldi.com

Tieni giù!”. Finisce sempre a sgommate.Poi andiamo a prendere Tatiana inuniversità, torniamo a casa e discutiamodi tutto, di famiglia e di corse. Ogni tanto devo ricordarmi che Emerson è stato due volte campione del mondo diF.1 e ha vinto la 500 Miglia diIndianapolis. Il suo unico difetto è lapassione per l’aranciata San Pellegrino. È quasi malato. L’unico posto dove lavendono è a 30 km da casa, mi toccaandarne a prendere cartoni interi…». Max è spesso anche in Brasile da MariaHelena, la mamma di Tatiana, che vive inuna fazenda vicino a San Paolo. «C’è da morire dal ridere. Ha un asinoche crede di essere un cane: viene in casa,si sdraia e lecca tutti. I Fittipaldi sonogente straordinaria, accogliente egenerosa. Mi vogliono bene». E luiricambia. Per esempio con Pietro, 8 anni,nipotino di Emerson. «Corre con i kart egli faccio da meccanico e consigliere. Da buon brasiliano gioca anche a calcio,preferirei facesse solo quello. Ma hapassione per i motori e dunque…». Forse vedremo in pista anche la terzagenerazione dei Fittipaldi. In quel caso ci sarà anche lo zampino di un italiano,che era partito sognando la F.1. p

«Mio papà? Ormaiparla più con

Max che con me…».Tatiana Fittipaldi, natail 16 aprile 1981, è laterza figlia di Emerson.Lo ha sempre seguitonelle gare e adesso –da fidanzata – viveanche le avventureagonistiche del nostropilota. Soprattutto,osserva da unaposizione privilegiata ilrapporto tra i due.«Mio padre non ha maiavuto un figlio checorresse. Jayson, ilprimo maschio, non neha mai voluto sapere,fa l’artista a Portorico.Di Juliana nonparliamone. A meinvece le corse sonosempre piaciute manon ho mai volutoscendere in pista. E mio cugino Christianè stato seguito,giustamente, più da

suo padre Wilson cheda lui. Perciò papà conMax è felice, è un po’ ilfiglio pilota che non hamai potuto godersi.Quando c’è un finesettimana di gara,chiama anche diecivolte per sapere comeva e se si corre su unapista che conosce loriempie di consigli».In maggio Tatianaconseguirà una doppialaurea – in Psicologia ein Pubblicità –all’Università di Miami.Ma le corse restanouna grande passione,che affronta senzapaura. «Hanno semprefatto parte della miavita. Si vede che eradestino, perché trapapà e Max èintervenuto anchequesto. Emerson hasmesso di correre dopoun bruttissimoincidente sull’ovale diMichigan nel 1996.Nella gara precedenteera morto JeffKrosnoff e papà erascioccato, ci avevavoluti tutti in circuitoinsieme a lui. E quellaè stata la prima gara diIndy cui ha assistitoMax, convocato lì dallasquadra che l’avrebbeingaggiato».

Tatiana, laureata in corseDA MISS FITTIPALDI A SIGNORA PAPIS

« «Papà con Max è felice: per lui è un po’ il figlio-pilota che

non ha mai potuto avereTatiana Fittipaldi

PROMESSI SPOSIMax e Tatiana con la cagnolina Zoe.

I due fisseranno ladata delle nozze

dopo che lei si sarà laureata.

FELICI E VINCENTINel giardino della

casa di Miami, conEmerson e TatianaFittipaldi esplode

l’allegria.