Il ritorno a Confucio «Cos la Cina rinasce» · 2020. 2. 4. · un vero e proprio...

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Corriere del Trentino Sabato 26 Marzo 2016 TN 13 Letteratura Book festival, c’è il patrocinio di Franceschini Il ministro Dario Franceschini ha concesso il patrocinio del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Trentino Book Festival 2016. Una nuova attestazione di stima per il Festival culturale trentino. Da cinque anni a questa parte, Trentino Book Festival cerca di fare la propria parte, mettendo in piedi un evento che mette la Cultura al centro. La sesta edizione della kermesse estiva, che negli scorsi anni ha portato in Trentino personaggi come Gian Enrico Rusconi o Dario Fo, è in programmazione e si svolgerà dal 17 al 19 giugno come sempre a Caldonazzo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cultura Tempo libero Il ritorno a Confucio «Così la Cina rinasce» Oriente Scarpari a Trento il 6 aprile: presenta l’ultimo libro «Pechino ha vinto nell’economia, non affonderà socialmente Riscoprendo il filosofo lega le nuove esigenze alla storia» «La Cina di questi ultimi an- ni è la nazione dei record. I più importanti, riguardano la sfe- ra economica», scrive il sino- logo classicista Maurizio Scar- pari nel primo capitolo del suo ultimo saggio Ritorno a Con- fucio (Il Mulino, 2015). E ne elenca i principali: «Dal 2010 è la seconda economia mondia- le per Pil aggregato e dall’otto- bre 2014 è la prima per Pil a pa- rità di potere di acquisto. È inoltre il primo detentore del risparmio, il primo investitore estero, il primo operatore nel- l’ambito delle materie prime, il più grande Paese manifattu- riero e il maggiore produttore e consumatore di prodotti agricoli». Dati economico-sta- tistici che se confrontati con altri di natura più sociale, co- me ad esempio il potere di ac- quisto del singolo individuo, ecco che la nazione del drago- ne dai primi gradini scende al- l’85° posto della graduatoria mondiale. Nessuno è diverso di fronte alle dure leggi del successo: senza valori etici a sostenere un’inarrestabile crescita eco- nomica, il futuro di qualsiasi società non potrà che essere malfermo e discontinuo. È proprio qui, in questo spazio ideologico, che l’illustre orien- talista gioca la sua partita. At- traverso il suo stimolante li- bro, che verrà presentato a Trento il 6 aprile in occasione della conferenza «Conquistare il cuore del popolo: come la di- rigenza cinese sta recuperan- do la tradizione confuciana» organizzata dal Centro Studi Martino Martini, il professor Scarpari dona al panorama culturale italiano una lettura della Cina contemporanea del tutto nuova. Grazie alla sua preparazione classica, analizza in modo chiaro e approfondito come la tradizione millenaria confuciana sia tornata in auge dopo anni di rinnego dovuto al regime comunista. È in atto un vero e proprio «ripensa- mento» culturale. Così l’esper- to ha chiamato il «ritorno a Confucio», che si può altri- menti tradurre in una ripresa dei gloriosi valori classici con- fuciani da parte della dirigen- za cinese. Non stiamo però as- sistendo a una strumentalizza- zione politica della tradizione atta a giustificare le cause ne- faste di un’impennata econo- mica senza precedenti. Ma, di- versamente, a una tendenza che sta influenzando le scelte di governo, fortemente soste- nuta e voluta dallo stesso. E ri- tenuta indispensabile per ar- monizzare i singolari effetti di uno sviluppo inarrestabile che, giorno dopo giorno, sta cambiando profondamente la Grande Nazione orientale. Lo studioso racconta che l’idea — o la necessità — di scrivere il saggio è giunta un paio di anni fa, «quando ho capito — spiega — che con Xi Jinping al potere si stava assi- stendo allo scoppio di un ri- torno al confucianesimo». Uno degli slogan pronunciato qualche anno fa dal leader Xi (oggi a capo della Repubblica Popolare e della quinta gene- razione alla guida del Partito Comunista fondato da Mao Zedong, ndr) è stato: «avanza- re assorbendo la cultura occi- dentale, proseguire dando il massimo rilievo alla cultura ci- nese». Anche se, come affer- ma l’esperto, è stato il suo pre- decessore Hu Jintao a sostene- re una propensione al neocon- fucianesimo. Il Regime e l’intero sistema di governo ci- nese sembrano essere consa- pevoli del vuoto ideologico che l’improvvisa ma pianifica- ta liberalizzazione ha creato. Altresì, sono a conoscenza del fatto che oggi una rinascita culturale e spirituale della Ci- na è necessaria per equilibrare l’incontro fra capitalismo e so- cialismo. Un sodalizio ideolo- gico fra due opposti che nella Repubblica Popolare si sta mostrando come panorama possibile, giudicato dall’Occi- dente inattuabile, ma che, guarda caso, si sta affermando nella società dove più di due- mila anni fa nacque la teoria antitetica dello yin e dello yang. Insomma il Paese di Mezzo, come scrive Scarpari, sta attra- versando un vero e proprio «Rinascimento» e, restando fedele agli insegnamenti con- fuciani, è al corrente del fatto che «quando la gente muore di stenti affermare “non è col- pa mia è colpa dell’annata” non è affatto diverso dal tra- passare qualcuno da parte a parte e sostenere “non è colpa mia ma dell’arma». Questo per dire: se Pechino da una parte ha vinto economicamente, dall’altra si sta impegnando per non affondare socialmen- te. Sa di essere il responsabile delle complesse sfide che gli si stanno presentando e, per non mettere fine a un passato epi- co, sta cercando di adattare le nuove esigenze al «processo storico iniziato millenni fa». Questa è la vera forza della Cina: continuità e capacità di rifacimento. Non a caso, il ri- torno a Confucio è un fatto che si ripete da secoli: «Guardan- do alla storia non vi è nulla di nuovo — afferma Scarpari — Il confucianesimo è il dna dei cinesi, la spiritualità dei cine- si, il modo di vivere dei cine- si». Dopo ogni retaggio che abbia messo da parte i principi confuciani, questi sono torna- ti a indicare la via. È un filo sal- do insomma, fatto di tradizio- ne, che oggi si traduce in una sorta di spago neoclassico in grado di tessere lo sfondo cul- turale dove si sta costruendo quello che in politica viene chiamato il “socialismo con caratteristiche cinesi”». Il Grande Paese sta mutan- do e lo fa scartando quei mo- delli occidentali poco consoni al suo pensiero millenario, al fine di riscoprire una propria identità in linea con l’autocto- na classicità. Non ha la rispo- sta giusta, ma si sta impegna- no per trovare nuove soluzioni in grado di armonizzare sia le azioni nazionali che il dialogo fra potenze mondiali. E sebbe- ne il confucianesimo – assie- me al taoismo – sia il cardine del pensiero sinensis, non si- gnifica che questo debba ri- manere estraneo alla «nostra» etica. Da una parte esso si basa su principi universalmente moralistici come «l’amore per il prossimo, l’integrità morale, il senso di giustizia, il rispetto per gli anziani, i superiori e le istituzioni». Dall’altra invece sul principio di «Armonia» (in lingua cinese he) che, come scrive il sinologo, è «la costan- te ricerca del punto di equili- brio tra posizioni e visioni di- verse». Un processo piuttosto che uno stato, dove il centro ambito non è «stabile e immu- tabile», ma mobile. Un’armo- nia che è il «luogo d’incontro e di conciliazione degli estremi opposti», dove scelte e posi- zioni si stabiliscono di volta in volta, valutando la situazione in cui ci si trova. Una ricerca infinita di stabilità dunque, destinata continuamente a mutare, dove la tradizione ci- nese, ieri come oggi, insegna al mondo che «né la guerra né la pace rappresentano la mi- glior soluzione al problema del conflitto». © RIPRODUZIONE RISERVATA Classicità L’armonia governa la spiritualità asiatica Martino Martini , asta record Il ritratto vale 441.000 euro Il dipinto della fiamminga Wautier soffiato a un trentino Fu una donna a dipingere il più bel ritratto di Martino Martini che si conosca. L’illustre gesui- ta trentino, storico e cartografo della Cina, fu infatti immortalato dalla pittrice fiamminga Michaelina Wautier in un dipinto del 1654 che il 22 marzo scorso è stato venduto a Zurigo per la considerevole cifra di 480.500 franchi svizzeri, vale a dire circa 441.000 euro. Questo è il prezzo di aggiudicazione che compare sul sito della ca- sa d’aste elvetica Koller, che ne ha curato la ven- dita per conto dell’ignoto proprietario. Il dipinto è un olio su tela di 69,5 x 59 cm e reca in alto a sinistra la firma dell’autrice insie- me alla data di esecuzione. In alto a destra è in- vece riportato, in caratteri cinesi, il nome as- sunto dall’effigiato in Cina, «Wei Kuangguo». Con ogni probabilità il ritratto fu eseguito a Bruxelles, durante il viaggio di ritorno del mis- sionario dall’Estremo Oriente: Martini raggiun- se infatti Roma alla fine del 1654 dopo aver at- traversato le Fiandre, la Germania e l’Austria, sostando in varie città. Com’è noto, tre anni do- po egli ripartì per la Cina, dove morì nel 1661. Martini è noto per essere l’autore del Novus Atlas Sinensis (1655), il primo atlante della Ci- na stampato in Occidente. È anche considerato il primo storico della Cina premoderna. Nel Ce- leste Impero il gesuita era approdato nel 1643, dopo aver raggiunto l’anno prima la colonia portoghese di Macao. Le sue sembianze ci era- no finora note attraverso un ritratto anonimo conservato al Castello del Buonconsiglio. Poco si conosce della vita di Michaelina Wau- tier: era nata a Mons, nell’odierno Belgio, intor- no al 1617 e morì nubile a Bruxelles nel 1689. Fu un’abile ritrattista nello stile di Van Dyck e di- pinse anche soggetti di storia sa- cra e profana, tra cui un Baccana- le oggi conservato al Kunsthisto- risches Museum di Vienna. Il di- pinto venduto a Zurigo era noto fin dal 1973, quando comparve in un’asta a Berna, ma all’epoca l’identità del personaggio non era stata riconosciuta. Il nome del compratore non è stato reso noto. Un collezionista trentino ha partecipato all’asta per tentare di «portare a casa» un importante documento, ma è sta- to sopraffatto dai rilanci che han- no raggiunto una cifra pari a 60 volte la stima, fissata dai periti di Koller tra i 7.000 e i 10.000 franchi: un fatto in- solito anche nel bizzoso mondo del mercato dell’arte. © RIPRODUZIONE RISERVATA di Francesca Bottari Sinologo Maurizio Scarpari, sinologo, dal 1977 al 2011 ha insegnato Lingua cinese classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2011 si dedica a tempo pieno allo studio della lingua, della storia e del pensiero filosofico della Cina antica I suoi libri sono pubblicati da Einaudi, il Mulino, Marsilio, Cafoscarina, White Star, Morcelliana, Skira, Federico Motta Editori. Fra questi anche «Ritorno a Confucio» uscito nel 2015 di Roberto Pancheri Olio su tela Il lavoro è del 1654

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  • Corriere del Trentino Sabato 26 Marzo 2016 TN13

    LetteraturaBook festival,c’è il patrociniodi Franceschini

    Il ministro Dario Franceschini ha concesso il patrocinio del ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo al Trentino Book Festival 2016. Una nuova attestazione di stima per il Festival culturale trentino. Da cinque anni a questa parte, Trentino Book Festival cerca di fare la propria parte, mettendo in piedi un evento che mette la Cultura al centro. La sesta edizione della kermesse estiva, che negli scorsi anni ha portato in Trentino personaggi come Gian Enrico Rusconi o Dario Fo, è in programmazione e si svolgerà dal 17 al 19 giugno come sempre a Caldonazzo.

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    CulturaTempo libero

    Il ritorno a Confucio«Così la Cina rinasce»

    Oriente Scarpari a Trento il 6 aprile: presenta l’ultimo libro«Pechino ha vinto nell’economia, non affonderà socialmente Riscoprendo il filosofo lega le nuove esigenze alla storia»

    «La Cina di questi ultimi an-ni è la nazione dei record. I piùimportanti, riguardano la sfe-ra economica», scrive il sino-logo classicista Maurizio Scar-pari nel primo capitolo del suoultimo saggio Ritorno a Con-fucio (Il Mulino, 2015). E neelenca i principali: «Dal 2010 èla seconda economia mondia-le per Pil aggregato e dall’otto-bre 2014 è la prima per Pil a pa-rità di potere di acquisto. Èinoltre il primo detentore delrisparmio, il primo investitoreestero, il primo operatore nel-l’ambito delle materie prime, ilpiù grande Paese manifattu-riero e il maggiore produttoree consumatore di prodottiagricoli». Dati economico-sta-tistici che se confrontati conaltri di natura più sociale, co-me ad esempio il potere di ac-quisto del singolo individuo,ecco che la nazione del drago-ne dai primi gradini scende al-l’85° posto della graduatoriamondiale.

    Nessuno è diverso di frontealle dure leggi del successo:senza valori etici a sostenereun’inarrestabile crescita eco-nomica, il futuro di qualsiasi società non potrà che esseremalfermo e discontinuo. Èproprio qui, in questo spazioideologico, che l’illustre orien-talista gioca la sua partita. At-traverso il suo stimolante li-bro, che verrà presentato aTrento il 6 aprile in occasionedella conferenza «Conquistareil cuore del popolo: come la di-rigenza cinese sta recuperan-do la tradizione confuciana»organizzata dal Centro StudiMartino Martini, il professorScarpari dona al panoramaculturale italiano una letturadella Cina contemporanea deltutto nuova. Grazie alla suapreparazione classica, analizzain modo chiaro e approfonditocome la tradizione millenariaconfuciana sia tornata in augedopo anni di rinnego dovutoal regime comunista. È in attoun vero e proprio «ripensa-mento» culturale. Così l’esper-to ha chiamato il «ritorno aConfucio», che si può altri-menti tradurre in una ripresadei gloriosi valori classici con-fuciani da parte della dirigen-za cinese. Non stiamo però as-

    sistendo a una strumentalizza-zione politica della tradizioneatta a giustificare le cause ne-faste di un’impennata econo-mica senza precedenti. Ma, di-versamente, a una tendenzache sta influenzando le sceltedi governo, fortemente soste-nuta e voluta dallo stesso. E ri-tenuta indispensabile per ar-monizzare i singolari effetti diuno sviluppo inarrestabileche, giorno dopo giorno, stacambiando profondamente laGrande Nazione orientale.

    Lo studioso racconta chel’idea — o la necessità — discrivere il saggio è giunta unpaio di anni fa, «quando ho

    capito — spiega — che con XiJinping al potere si stava assi-stendo allo scoppio di un ri-torno al confucianesimo».Uno degli slogan pronunciatoqualche anno fa dal leader Xi(oggi a capo della RepubblicaPopolare e della quinta gene-razione alla guida del PartitoComunista fondato da MaoZedong, ndr) è stato: «avanza-re assorbendo la cultura occi-dentale, proseguire dando ilmassimo rilievo alla cultura ci-nese». Anche se, come affer-ma l’esperto, è stato il suo pre-decessore Hu Jintao a sostene-re una propensione al neocon-fucianesimo. Il Regime e

    l’intero sistema di governo ci-nese sembrano essere consa-pevoli del vuoto ideologicoche l’improvvisa ma pianifica-ta liberalizzazione ha creato.Altresì, sono a conoscenza delfatto che oggi una rinascitaculturale e spirituale della Ci-na è necessaria per equilibrarel’incontro fra capitalismo e so-cialismo. Un sodalizio ideolo-gico fra due opposti che nellaRepubblica Popolare si stamostrando come panoramapossibile, giudicato dall’Occi-dente inattuabile, ma che,guarda caso, si sta affermandonella società dove più di due-mila anni fa nacque la teoria

    antitetica dello yin e delloyang.

    Insomma il Paese di Mezzo,come scrive Scarpari, sta attra-versando un vero e proprio «Rinascimento» e, restandofedele agli insegnamenti con-fuciani, è al corrente del fattoche «quando la gente muoredi stenti affermare “non è col-pa mia è colpa dell’annata”non è affatto diverso dal tra-passare qualcuno da parte aparte e sostenere “non è colpamia ma dell’arma». Questo perdire: se Pechino da una parteha vinto economicamente,dall’altra si sta impegnandoper non affondare socialmen-te. Sa di essere il responsabiledelle complesse sfide che gli sistanno presentando e, per nonmettere fine a un passato epi-co, sta cercando di adattare lenuove esigenze al «processostorico iniziato millenni fa».

    Questa è la vera forza dellaCina: continuità e capacità dirifacimento. Non a caso, il ri-torno a Confucio è un fatto chesi ripete da secoli: «Guardan-do alla storia non vi è nulla dinuovo — afferma Scarpari —Il confucianesimo è il dna deicinesi, la spiritualità dei cine-si, il modo di vivere dei cine-si». Dopo ogni retaggio cheabbia messo da parte i principiconfuciani, questi sono torna-ti a indicare la via. È un filo sal-do insomma, fatto di tradizio-ne, che oggi si traduce in unasorta di spago neoclassico ingrado di tessere lo sfondo cul-turale dove si sta costruendoquello che in politica vienechiamato il “socialismo concaratteristiche cinesi”».

    Il Grande Paese sta mutan-do e lo fa scartando quei mo-delli occidentali poco consonial suo pensiero millenario, alfine di riscoprire una propriaidentità in linea con l’autocto-na classicità. Non ha la rispo-sta giusta, ma si sta impegna-no per trovare nuove soluzioniin grado di armonizzare sia leazioni nazionali che il dialogofra potenze mondiali. E sebbe-ne il confucianesimo – assie-me al taoismo – sia il cardinedel pensiero sinensis, non si-gnifica che questo debba ri-manere estraneo alla «nostra»etica. Da una parte esso si basasu principi universalmentemoralistici come «l’amore peril prossimo, l’integrità morale,il senso di giustizia, il rispettoper gli anziani, i superiori e leistituzioni». Dall’altra invecesul principio di «Armonia» (inlingua cinese he) che, comescrive il sinologo, è «la costan-te ricerca del punto di equili-brio tra posizioni e visioni di-verse». Un processo piuttostoche uno stato, dove il centroambito non è «stabile e immu-tabile», ma mobile. Un’armo-nia che è il «luogo d’incontro edi conciliazione degli estremiopposti», dove scelte e posi-zioni si stabiliscono di volta involta, valutando la situazionein cui ci si trova. Una ricercainfinita di stabilità dunque, destinata continuamente amutare, dove la tradizione ci-nese, ieri come oggi, insegnaal mondo che «né la guerra néla pace rappresentano la mi-glior soluzione al problema del conflitto».

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    ClassicitàL’armonia governa la spiritualità asiatica

    Martino Martini, asta recordIl ritratto vale 441.000 euroIl dipinto della fiamminga Wautier soffiato a un trentino

    Fu una donna a dipingere il più bel ritratto diMartino Martini che si conosca. L’illustre gesui-ta trentino, storico e cartografo della Cina, fuinfatti immortalato dalla pittrice fiammingaMichaelina Wautier in un dipinto del 1654 che il22 marzo scorso è stato venduto a Zurigo per laconsiderevole cifra di 480.500 franchi svizzeri,vale a dire circa 441.000 euro. Questo è il prezzodi aggiudicazione che compare sul sito della ca-sa d’aste elvetica Koller, che ne ha curato la ven-dita per conto dell’ignoto proprietario.

    Il dipinto è un olio su tela di 69,5 x 59 cm ereca in alto a sinistra la firma dell’autrice insie-

    me alla data di esecuzione. In alto a destra è in-vece riportato, in caratteri cinesi, il nome as-sunto dall’effigiato in Cina, «Wei Kuangguo». Con ogni probabilità il ritratto fu eseguito aBruxelles, durante il viaggio di ritorno del mis-sionario dall’Estremo Oriente: Martini raggiun-se infatti Roma alla fine del 1654 dopo aver at-traversato le Fiandre, la Germania e l’Austria, sostando in varie città. Com’è noto, tre anni do-po egli ripartì per la Cina, dove morì nel 1661.

    Martini è noto per essere l’autore del NovusAtlas Sinensis (1655), il primo atlante della Ci-na stampato in Occidente. È anche consideratoil primo storico della Cina premoderna. Nel Ce-leste Impero il gesuita era approdato nel 1643,dopo aver raggiunto l’anno prima la colonia

    portoghese di Macao. Le sue sembianze ci era-no finora note attraverso un ritratto anonimoconservato al Castello del Buonconsiglio.

    Poco si conosce della vita di Michaelina Wau-tier: era nata a Mons, nell’odierno Belgio, intor-no al 1617 e morì nubile a Bruxelles nel 1689. Fuun’abile ritrattista nello stile di Van Dyck e di-

    pinse anche soggetti di storia sa-cra e profana, tra cui un Baccana-le oggi conservato al Kunsthisto-risches Museum di Vienna. Il di-pinto venduto a Zurigo era notofin dal 1973, quando comparve inun’asta a Berna, ma all’epocal’identità del personaggio nonera stata riconosciuta.

    Il nome del compratore non èstato reso noto. Un collezionistatrentino ha partecipato all’astaper tentare di «portare a casa» unimportante documento, ma è sta-to sopraffatto dai rilanci che han-no raggiunto una cifra pari a 60volte la stima, fissata dai periti di

    Koller tra i 7.000 e i 10.000 franchi: un fatto in-solito anche nel bizzoso mondo del mercatodell’arte.

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    di Francesca Bottari

    Sinologo

    Maurizio Scarpari, sinologo, dal 1977 al 2011 ha insegnato Lingua cinese classica all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2011 si dedica a tempo pieno allo studio della lingua, della storia e del pensiero filosofico della Cina antica

    I suoi libri sono pubblicati da Einaudi, il Mulino, Marsilio, Cafoscarina, White Star, Morcelliana, Skira, Federico Motta Editori. Fra questi anche «Ritorno a Confucio» uscito nel 2015

    di Roberto Pancheri

    Olio su tela Il lavoro è del 1654

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