Il Risveglio Gandhiano in India

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    IN DIALOGO Nuova UmanitXXX (2008/1) 175, pp. 111-118

    ALLA RISCOPERTA DELLE RADICI:IL RISVEGLIO GANDHIANO IN INDIA.

    INTERVISTA CONM. MARIAPPAN, S. ANDIAPPAN, V. ARAM

    Mohandas Karamchand Gandhi fu ucciso il 30 gennaio 1948a Nuova Delhi. Parlando alla radio, Jawaharlal Nehru lo defin, eben a ragione, Padre della Nazione. Possiamo dire con certez-za, infatti, che, senza il Mahatma Gandhi, lIndia sarebbe oggimolto diversa. Ma che cosa rimane di lui, a sessantanni di distan-za? Il volto dellIndia in vertiginosa crescita economica, mantieneancora i tratti che Gandhi cerc di imprimervi?

    Abbiamo rivolto questa domanda a tre personalit del mo-vimento gandhiano contemporaneo, partecipanti allincontro

    promosso dal Movimento dei Focolari e dagli esponenti di di-verse realt gandhiane dellIndia, svoltosi tra Castelgandolfo,Assisi, Loppiano e Firenze dal 17 al 23 settembre 2007, sul te-ma: In viaggio verso lunit dellumanit. Le proposte cristiana egandhiana.

    Lo abbiamo chiesto, anzitutto, allavvocato M. Mariappan,che appartiene alla generazione che ha potuto ascoltare diretta-mente Gandhi. M. Mariappan avvocato della Corte SupremadellIndia e direttore della rivista Sarvodaya; da oltre 45 anni

    impegnato nella scena pubblica indiana, in particolare nei movi-menti Sarvodaya e Khadi; nella sua giovinezza ha avuto modo diincontrare e interagire con personalit quali Jawaharlal Nehru,Jayaprakash Narayan, Vinoba Bhave, Rajaji e Kamaraj, in un co-stante approfondimento del pensiero di Gandhi. Consulente lega-le di varie universit, uno dei maggiori esperti delle problemati-che legate alleconomia e alla vita politica delle comunit ruraliindiane; ancora oggi testimone coerente e convincente dellazio-ne pubblica ispirata da Gandhi.

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    Il dott. S. Andiappan professore ordinario di Pensiero gan-dhiano al Department of Gandhian Studies & Ramalinga Philo-sophy della Madurai Kamaraj University di Madurai (Tamilnadu);autore di numerose pubblicazioni, esperto in particolare nel pen-siero della non violenza e nella risoluzione dei conflitti, uno deiprincipali promotori dello studio del pensiero gandhiano nellIn-dia contemporanea.

    La dott.ssa Vinu Aram direttrice dello Shanti Ashram diCoimbatore (Tamilnadu, India). Fondato nel 1986 dai genitori del-

    la dott.ssa Vinu, dr. M. Aram e sig.ra Minoti Aram, un eccellentelaboratorio creativo, ispirato al pensiero gandhiano, che coinvolgein maniera proattiva le popolazioni di 26 villaggi del Perur Blockin programmi di sviluppo delle persone e delle comunit, che toc-cano tutti gli aspetti pi vitali delle problematiche contemporaneelegate allemancipazione umana e allo sviluppo olistico. La dott.ssaAram, che anche Vice ModeratordiReligion for Peace, una dellefigure pi rappresentative di leaderdellultima generazione, prota-gonisti di un importante risveglio del movimento gandhiano.

    Avvocato Mariappan, sessantanni dopo la morte di Gandhi,che cosa vivo di lui nellIndia di oggi? Che cosa rimane di gan-dhiano, ad esempio, dal punto di vista politico?

    In India la democrazia politica rimasta grazie a Gandhi.Guardiamo alle Nazioni intorno allIndia, o che sono diventateindipendenti insieme allIndia: Pakistan e Bangladesh (nati peruna divisione dallIndia), Nepal, Sri Lanka, Buthan, Myanmar

    in questi Paesi non c democrazia, oppure la democrazia hagrosse difficolt a mettere radici. In India invece da sessantanni,senza interruzione, c una democrazia che funziona. Linfluenzadi Gandhi in questo molto chiara. Se guardiamo ai Paesi diven-tati indipendenti dopo lIndia, in Africa e in Asia, pochissimi so-no riusciti a mantenere la democrazia, sia che fossero ex-coloniebritanniche, o francesi, o di altra nazionalit: la differenza lha fat-ta Gandhi. Nella democrazia indiana, la sostenibilit dellesperi-mento democratico Gandhi; innanzitutto per lindipendenza e

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    la libert: questo un aspetto, egli ha individuato i difetti del si-stema politico e sociale e ha cercato di fare di tutto per eliminarli;ma, e questo laltro aspetto, ha dedicato pi tempo a prepararela gente per sostenere la democrazia.

    Come ci riuscito?

    Ha ideato un sistema educativo di massa alla democrazia.

    Non c nessuno nella storia di quel tempo che non sapesse chifosse Gandhi: ha avuto un contatto vitale con ogni indiano viven-te in India. Il messaggio della non-violenza, del patriottismo, sisono diffusi in tutto il Paese da nord a sud e da est a ovest. LIn-dia diventata indipendente nel 1947, ma spiritualmente e cultu-ralmente era indipendente gi da molto tempo prima. Dal mo-mento in cui Gandhi apparso nello scenario pubblico dellIn-dia, nel giro di dieci, quindici anni la gente era stata, di fatto, libe-rata. Porto ad esempio un piccolo avvenimento nella sua vita,quando era in prigione per avere partecipato alle azioni del movi-

    mento indipendentista, nonostante il movimento fosse nonviolen-to; egli disse: il fatto che io sia incarcerato, quando tutto il Paese una prigione, fa s che la mia non sia una prigione; cos trasfor-m la prigione in un tempio. La prigione nella quale era statomesso, nella citt di Poona, si chiamava Yeravada, ed egli la ri-battezz il tempio Yeravada.

    Partecipare ad unazione nonviolenta richiede sempre una vera

    scelta personale. In tal modo Gandhi ha formato una grande quantitdi persone, ma non ha trattato quelle persone come una massa nelsenso negativo del termine, bens ognuno stato risvegliato. Tuttigli obiettivi che egli dava alla lotta, da questo punto di vista eranoanche, in realt, dei mezzi, perch il fine vero erano, in realt, lepersone. cos?

    S, proprio cos. Il suo tipo di leadership ha creato centinaia emigliaia di altri leaderche hanno portato avanti il suo discorso.

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    Niente di questo genere accaduto intorno allIndia. Questo tipodi leadership ha sostenuto il Paese ed ci che consente alla de-mocrazia di mantenersi. il contributo pi unico che raro cheGandhi ha dato.

    Dott.ssa Aram, quale eredit ha lasciato Gandhi come riforma-tore sociale?

    Egli ha preso in considerazione molti problemi. Io accenno so-lo a due di essi. Il primo, la liberazione della donna: in India uomi-ni e donne hanno ottenuto il diritto di voto nello stesso momento eoggi le donne hanno veramente la possibilit di dare il loro contri-buto alla societ. Il secondo: ha sempre voluto coinvolgere nei suoiprogetti persone di caste diverse, e di religioni diverse.

    Ma le persone in India, oggi, hanno consapevolezza dellorigi-ne gandhiana di queste conquiste sociali?

    Sono passati sessantanni dallindipendenza; la storia vienecelebrata, ma anche ricontestualizzata. C stato un periodo in cuimolta gente che lavorava nellambito pubblico considerava Gan-dhi come un idealista un po ingenuo. Ma ultimamente, parlo deidue anni passati, nel cinema indiano si manifestato un grandeinteresse per Gandhi; ricordo almeno quattro film popolari neiquali Gandhi svolge la parte di una persona che parla come la tuacoscienza. In uno la coscienza che si rivolge a dei politici corrot-

    ti; in un altro la coscienza nei confronti del problema delle ve-dove; un altro film mostra i suoi rapporti con un figlio che ha rin-negato i valori del padre. Tutto questo molto significativo, per-ch mostra che il flusso principale della cinematografia commer-ciale indiana, quella che normalmente propina le idee e i valoripi diffusi tra la gente, parla di Gandhi. Penso che ci sia una vocesilenziosa che sta trovando il suo modo di esprimersi a livello ver-bale e a livello di azione, e sta riconsiderando il modo di pensaree le idee di Gandhi.

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    Prof. Andiappan, lei insegna Pensiero gandhiano: questo inte-resse rinnovato e diffuso per Gandhi si esprime anche a livello acca-demico?

    C un interesse sempre maggiore per lo studio di Gandhi,specialmente nel Sud dellIndia. Nel 1969 stato introdotto a li-vello accademico lo studio del pensiero gandhiano; la prima a far-lo fu la Madurai Kamarai University: in occasione del centenariodella nascita di Gandhi le autorit accademiche istituirono il Di-

    partimento di Studi Gandhiani. Il corso ha una sua unicit: nonchiediamo agli studenti di pagare un tassa per iscriversi e i profes-sori non vengono pagati, linsegnamento volontario. La cosa in-teressante che ogni anno aumentano gli studenti: in questo mo-mento sono 5 mila.

    La nostra universit ha trenta college affiliati che offrono ilcorso di studi gandhiani; e nello Stato del Tamilnadu ci sono oggialtre quattro universit nate dalla Madurai Kamarai University cheoffrono lo stesso corso con le medesime modalit. Corsi simili ven-gono dati anche in altre parti del Paese, per esempio nello Stato del

    Gujarat, dove nacque Gandhi, nel Punjab, nel Bihar e nel Kerala.Offrono sia corsi di master, sia dottorati e post-dottorati.

    Tutto questo dimostra certamente un grande interesse. Ma, av-vocato Mariappan, esiste oggi, in India, un movimento gandhianoche agisce e incide nel sociale?

    I movimenti direttamente iniziati da Gandhi stanno sparen-

    do, ma esistono altri movimenti oggi molto attivi, che sono statifondati e sono animati e condotti da gandhiani. Penso ad alcunimovimenti per la protezione dellambiente, o che si oppongonoalla politica governativa di costruzione di grandi dighe, o che vo-gliono restituire la terra ai contadini (nel Tamilnadu hanno gi ri-dato la terra a 10 mila famiglie); un altro movimento, Ekta Pari-shad, si impegna per la restituzione del diritto delle popolazionitribali sulle foreste; penso a personalit quali Vandana Shiva,Sunder Lal Bahuguna, Jagannathan e Krishnammal. Tutti questi

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    movimenti sono di massa, coinvolgono davvero la gente e certevolte devono combattere contro il governo locale che, pure, sta-to eletto democraticamente.

    Dott.ssa Aram, lIndia oggi sta vivendo un boom economicosenza precedenti. Sta producendo molta ricchezza, e molto concen-trata. Esiste una visione gandhiana di questi processi?

    Questa dimensione per me molto importante. Il mondoglobalizzato sta introducendo nuove divisioni, secondo criteri di-versi da una volta. Gandhi veniva dallo Stato del Gujarat, i cuiabitanti sono molto intraprendenti negli affari; in tutto quello cheGandhi ha fatto si vede questo grande senso pratico. Ed sempreriuscito a coinvolgere persone con grandi risorse e capacit a col-laborare con altre, prive di queste risorse e capacit; portava lagente a lavorare insieme, per dare. Oggi questo in India ha unasua espressione: molti giovani indiani, businessmen di successo,sono cresciuti in questo clima, e la posizione che coprono nella

    societ non basata solo sui soldi che hanno, ma soprattutto suquello che danno alla societ; e in un certo senso stanno espri-mendo qualche cosa della figura di Gandhi, perch egli non hamai criticato il settore privato, la produzione di ricchezza in sestessa, ma era contrario alla sua distribuzione iniqua.

    Era contrario anche al sistema immorale che pu essere asso-ciato ad un sistema economico iniquo

    Anche questo molto importante. Alcuni dicono che i mez-zi, dopo tutto, sono mezzi, e quel che importa il fine. Ma Gan-dhi ha sempre sostenuto che i mezzi sono importanti quanto il fi-ne: questo davvero centrale nel contesto della crescita economi-ca dellIndia. Il nostro attuale primo ministro ha parlato, in parla-mento, di crescita inclusiva; e questo nasce da una profondaesperienza dellIndia, da un lungo lavoro per il superamento dellapovert: e certamente questa strada non finita.

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    Si pu fare un bilancio dei risultati ottenuti e degli obiettivipi urgenti da raggiungere?

    In sessantanni, in India, siamo riusciti ad unificare molte dif-ferenze: a livello di sistema educativo, di sanit, di politica.

    Uno dei motivi per cui io ritengo che il movimento gandhia-no dovrebbe essere ancora pi attivo dovuto al fatto che con lacrescita dellimprenditorialit cresce anche la ricchezza e, conquesta, si sviluppa anche una cultura di vita corrispondente: se

    non si sta attenti, si rischia di rovinare tutto il lavoro positivo diquesti sessantanni, possono crearsi divisioni di nuovo tipo, cheun tempo non cerano. Bisognerebbe parlare di pi del modo divivere gandhiano e farlo in modo tale che la gente possa identifi-carsi con esso. E questo non deve venire necessariamente dai vec-chi leader e dal passato, ma dovrebbe avere un filo di continuitdi generazione in generazione.

    Ci sono semi gandhiani sparsi in tutta lIndia, che diventano

    poi film, comportamenti imprenditoriali, ecc. Ma possiamo parlareoggi, della presenza di un movimento gandhiano in India?

    Non si tratta di un movimento inteso come un corpo omoge-neo; ma, in effetti, questo rappresenta anche il modo in cui Gan-dhi operava.

    Che cosa hanno in comune tutte le diverse espressioni dello

    spirito gandhiano?Il legame ha un punto nevralgico, costituito dallimpegno per

    i valori e la visione di sarvodaya [benessere per tutti]. E questa una prospettiva che continua, di arrivare ad una societ nella qua-le sia presente la preoccupazione, la cura verso tutti. Posso para-gonare la situazione ad un arcobaleno: ci sono diverse istituzioni,diversi movimenti, diversi individui, e ognuno segue limpegnoche pi gli sta a cuore.

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    Naturalmente, nei primi due-tre decenni dopo lindipendenza,molte iniziative gandhiane riguardavano lambiente rurale; oggi igandhiani devono lavorare anche nelle citt. Se mi chiedi chi sono igandhiani e chi sono i leaderdi tale movimento, ricordiamo che fi-no agli anni Settanta e Ottanta cerano persone che avevano cono-sciuto Gandhi e vissuto con lui. Oggi continua questa leadershiptradizionale, ma ci sono anche persone nuove che seguono lesem-pio di Gandhi. Egli poi rifiutava lidea di un gandhismo; dicevasempre: questi sono valori che ho preso dalla mia tradizione e che

    ho continuato a onorare nella mia vita quotidiana. C senzaltrouna gamma di valori che il movimento gandhiano pu offrire al-lumanit e c un grande numero di persone che li condivide. E cisono anche molti leader che sono in grado di dare oggi unaforma al pensiero gandhiano.

    A CURA DI ANTONIO MARIA BAGGIO

    CONTENTS

    Mohandas Karamchand Gandhi was assassinated on 30 January1948 in New Delhi. Jawaharlal Nehru called him the Father of theNation with good reason: without Mahatma Gandhi, India wouldhave been a very different place. But seventy years on, what has heleft behind? Does India still retain anything that Gandhi sought topromote? Three leading figures from the contemporary Gandhianmovement underline various aspects of it the continuing vitality andrelevance of Gandhis message.