Il Risorgimento e lunità dItalia. LItalia, uno sviluppo in ritardo Agricoltura nel complesso...

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Il Risorgimento e Il Risorgimento e l’unità d’Italia l’unità d’Italia

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Il Risorgimento e l’unità Il Risorgimento e l’unità d’Italiad’Italia

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L’Italia, uno sviluppo in L’Italia, uno sviluppo in ritardoritardo

Agricoltura nel complesso arretrata

Industria debole

Divisione politica ed

economica tra i vari Stati

Scarse vie di comunicazione

UN PAESE DIVISO E

ARRETRATO

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L’Italia, uno sviluppo in L’Italia, uno sviluppo in ritardoritardo

Mentre in diverse parti d’Europa si assisté a uno sviluppo agricolo e industriale, l’economia degli Stati italiani appariva, nel complesso, piuttosto arretrata e con molti squilibri

L’agricoltura era ancora il settore principale dell’economia, mentre in altri Paesi europei si era avviato un processo di industrializzazione

DOVE?

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L’Italia, uno sviluppo in L’Italia, uno sviluppo in ritardoritardo

Al Centro: piccola

proprietà e

mezzadria

Al Nord: azienda

capitalistica

Al Sud: latifondo

TIPI DI AGRICOLTURA

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L’Italia, uno sviluppo in L’Italia, uno sviluppo in ritardoritardo

Le campagne dell’Italia centro-settentrionale si erano specializzate nella coltura del baco da seta, ma la seta greggia e i filati erano in prevalenza esportati

L’industria della lana era diffusa nella provincia di Biella, nel Veneto e nella zona di Prato, ma i metodi di lavorazione erano ancora artigianali

Tecnologicamente più avanzata, ma lontana dai livelli inglesi, era l’industria del cotone, concentrata principalmente in Lombardia

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L’Italia, uno sviluppo in L’Italia, uno sviluppo in ritardoritardo

Industria siderurgica: produzione di ghisa in alcuni Paesi europei

tonnellate prodotte

Germania

Inghilterra

Francia Belgio Italia

Anno1850

212 000 2 249 000

406 000 145 000 26 000

Diffusione delle macchine a vapore in alcuni Paesi europei

produzione in hp (cavalli – vapore)

Germania Inghilterra

Francia Italia

Anno 1850

260 000 1 290 000 270 000 10 000

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L’Italia, uno sviluppo in L’Italia, uno sviluppo in ritardoritardo

Le cause del ritardo industriale italiano1) MERCATO INTERNO TROPPO POVERO: la popolazione

è povera, quindi non può acquistare i prodotti dell’industria

2) BARRIERE DOGANALI: la penisola è divisa in parecchi Stati, e da uno Stato all’altro si dovevano pagare dazi

3) ASSENZA VIE DI COMUNICAZIONE: la rete ferroviaria italiana, attorno al 1850, raggiungeva in tutto 1 700 km., di cui solo 100 nel Meridione (in Francia, alla stessa data, era di 3 000 km.; in Inghilterra di 7 000)

4) NON VI ERA UNA BORGHESIA MODERNA

5) MANCAVA UN SISTEMA BANCARIO

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Il Risorgimento e le sue Il Risorgimento e le sue ideeidee

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Il Risorgimento e le sue Il Risorgimento e le sue ideeidee

Il termine «Risorgimento» venne coniato, tra la fine del Settecento e il principio dell’Ottocento, da intellettuali e letterati che auspicavano il ritorno dell’Italia alla grandezza culturale, civile e sociale del suo passato. L’Italia doveva «risorgere», appunto, dalla decadenza

Al di là delle differenze politiche, i patrioti italiani erano accomunati dall’idea che l’Italia dovesse essere un Paese:

1)UNITO (quindi non più diviso in numerosi piccoli Stati)

2)INDIPENDENTE dalle potenze straniere

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Il Risorgimento e le sue Il Risorgimento e le sue ideeidee

Gli orientamenti politici del Risorgimento

moderati democratici

Idee guida Unità nazionale, monarchia costituzionale

Repubblica

Esponenti Gioberti, Balbo

Mazzini (repubblica unitaria), Cattaneo (repubblica federale

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Il Risorgimento e le sue Il Risorgimento e le sue ideeidee

Il progetto dei moderati

Vincenzo Gioberti (1801 – 1852), sacerdote cattolico, credeva nel progetto di costruire l’Italia come una federazione di Stati, a capo della quale doveva esserci il papa (il pensiero di Gioberti fu definito neoguelfo)

Cesare Balbo (1789 – 1853), anch’egli federalista, indicava nella monarchia dei Savoia l’unica forza in grado di cacciare gli austriaci dal Lombardo – Veneto e successivamente di guidare uno Stato federale italiano

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Il Risorgimento e le sue Il Risorgimento e le sue ideeideeIl progetto dei democratici

Giuseppe Mazzini (1805 – 1872) concepiva il Risorgimento come un risveglio morale e religioso che doveva avere come protagonista il popolo. Mazzini si batteva perché l’Italia diventasse una grande repubblica unitaria (Italia una, repubblicana e indipendente)

Carlo Cattaneo (1801 – 1869), al pari di Mazzini convinto democratico e repubblicano, immaginava l’Italia futura come una federazione di Stati, simile alla Svizzera o agli Stati Uniti, in quanto riteneva che troppo profonde fossero le differenze tra le diverse regioni italiane perché si potesse giungere a uno Stato unitario

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Il 1848 e la Prima guerra di Il 1848 e la Prima guerra di indipendenzaindipendenza

Le riforme accendono l’entusiasmo popolare

Giovanni Mastai Ferretti, eletto al soglio pontificio con il nome di Pio IX nel 1846, sembrò aprire un’epoca nuova concedendo un’amnistia per i reati politici e attuando alcune moderate riforme

Su pressione dell’opinione pubblica che esaltò Pio IX come «papa liberale», Leopoldo II concesse in Toscana la libertà di stampa, mentre Carlo Alberto nel regno di Sardegna attenuò la censura e ridusse i poteri della polizia

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Il 1848 e la Prima guerra di Il 1848 e la Prima guerra di indipendenzaindipendenza

Moti costituzionali e insurrezioni antiaustriache

12 gennaio 1848: rivoluzione a Palermo con l’obiettivo di ottenere la secessione della Sicilia dal Regno di Napoli

Poco dopo Ferdinando II (Regno delle Due Sicilie), Leopoldo II (Granducato di Toscana), Pio IX (Stato della Chiesa) e Carlo Alberto (Regno di Sardegna) concessero la costituzione nel proprio Stato

L’insurrezione si sposta all’interno del Lombardo-Veneto: il 17 marzo 1848 insorge Venezia, mentre il giorno successivo è Milano a sollevarsi contro gli Austriaci, in quelle che passeranno alla storia come le Cinque giornate di Milano

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Il 1848 e la Prima guerra di Il 1848 e la Prima guerra di indipendenzaindipendenza

L’Italia alla vigilia della Prima guerra di indipendenza

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Il 1848 e la Prima guerra di Il 1848 e la Prima guerra di indipendenzaindipendenza

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Il Piemonte alla testa del movimento

Cavour invia un contingente di 100000 uomini a combattere al fianco di francesi e inglesi a favore dell’Impero Ottomano e contro i russi.

Cavour non è interessato al conflitto in sé, quanto alla possibilità di porre la questione italiana all’attenzione delle potenze europee. Il risultato fu raggiunto, e alla conferenza di pace di Parigi del 1856 riuscì a richiamare l’attenzione dei maggiori Stati d’Europa sul problema italiano

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Il Piemonte alla testa del movimentoIl 20 luglio 1858 nella località di Plombières si svolsero degli accordi segreti tra Napoleone III e Cavour; in base a tali accordi la Francia sarebbe entrata in guerra al fianco del Piemonte se l’Austria avesse attaccato lo Stato sabaudo. In caso di vittoria l’assetto dell’Italia sarebbe stato il seguente:

• Regno dell’Alta Italia (sotto la sovranità dei Savoia)

• Regno dell’Italia centrale

• Stato Pontificio

• Regno dell’Italia Meridionale

In cambio il Regno di Sardegna avrebbe ceduto alla Francia Nizza e la Savoia

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La Seconda guerra di indipendenzaDopo alcune significative vittorie dei

franco – piemontesi, Napoleone III decide di ritirare la Francia dalla guerra. Quali furono i motivi di questa improvvisa decisione?

•La guerra contro l’Austria aveva suscitato insurrezioni in varie parti d’Italia, e questo non era previsto dagli accordi di Plombières •Prussia e Russia minacciavano un intervento a favore dell’Austria •Proteste dei cattolici francesi per il pericolo che stava correndo lo Stato Pontificio •Numero elevato di morti francesi, per cui la guerra sta diventando impopolare in Francia. (Perché morire per interessi italiani?)

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La spedizione dei Mille e l’unità d’ItaliaIl 5 maggio 1860

Garibaldi salpò alla volta della Sicilia dallo scoglio di Quarto, in Liguria, con circa mille volontari. Iniziava così la spedizione dei Mille

I volontari, che indossavano come divisa la celebre camicia rossa, erano professionisti, intellettuali, studenti, ma anche artigiani e operai; provenivano da Veneto, Lombardia, Liguria, Toscana e Sicilia

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La spedizione dei Mille e l’unità d’Italia

Protetto a distanza da navi inglesi, il piccolo esercito di Garibaldi sbarcò a Marsala.

Il 15 maggio 1860 i garibaldini sconfissero le truppe borboniche a Calatafimi, e nell’estate successiva si impossessarono di tutta la Sicilia, sostenuti dalla grande maggioranza della popolazione

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La spedizione dei Mille e l’unità d’ItaliaI contadini siciliani

videro nell’impresa di Garibaldi l’occasione di porre fine alla miseria e di fare giustizia dei soprusi secolari subiti dai latifondisti

Garibaldi tuttavia non distribuì le terre dei latifondisti, del cui appoggio aveva bisogno, e represse le rivolte. L’episodio più drammatico accadde a Bronte, nei pressi di Catania, dove nei confronti degli insorti fu applicata la legge marziale

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La spedizione dei Mille e l’unità d’Italia

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La spedizione dei Mille e l’unità d’Italia

Dopo essere sbarcato in Calabria (19 agosto 1860), Giuseppe Garibaldi conquistò Reggio e si diresse verso nord; il 7 settembre 1860 entrò a Napoli, mentre il re delle Due Sicilie, Francesco II, fuggiva

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La spedizione dei Mille e l’unità d’ItaliaPreoccupato per

l’intraprendenza di Garibaldi, spinto da democratici e repubblicani a proseguire la sua marcia trionfale verso Roma, Cavour inviò un corpo di spedizione nell’Italia centrale. L’esercito inviato da Cavour invase lo Stato Pontificio, sconfiggendo le truppe del papa a Castelfidardo (18 settembre 1860), occupò le Marche e l’Umbria, e puntò su Napoli. Nello storico incontro di Teano Garibaldi consegna a re Vittorio Emanuele II il Mezzogiorno

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La proclamazione del Regno d’Italia

Il 17 marzo 1861 il Parlamento nazionale acclamò Vittorio Emanuele II re d’Italia

La capitale restò Torino e lo Statuto albertino divenne la costituzione del nuovo regno

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Le tappe dell’unificazi

one italiana