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Il riordino del sistema d’istruzione e formazione Vera riforma ? Razionalizzazione per ridurre la spesa ? Restaurazione ? di Paolo Gallana Marzo 2010

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Il riordino del sistema d’istruzione e formazione

Vera riforma ?

Razionalizzazione per ridurre la spesa ?

Restaurazione ?

di Paolo Gallana

Marzo 2010

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Dove nasce il riordino

• La fonte normativa d’origine è la – Legge 28 marzo 2003, n. 53 “Delega al governo

per la definizione delle norme generali sull’istruzione e dei livelli delle prestazioni essenziali in materia di istruzione e formazione professionale”.

– La legge prevede che la fruizione dell’offerta di formazione e istruzione costituisca un diritto ma anche un dovere legislativamente sanzionato

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Il sistema formativo sulla base della legge 53/2003

• Diritto all’istruzione e formazione per almeno 12 anni o comunque fino al conseguimento di una qualifica– Scuola dell’infanzia – 3 anni

– Primo ciclo: Scuola primaria - 5 anni

Scuola secondaria di primo grado – 3 anni

– Secondo ciclo: Sistema dei licei (5 anni)

Sistema dell’istruzione e formazione professionale (percorsi di durata

differenziata)Si prevede che dal 15° anno di età i diplomi e le

qualifiche siano conseguibili sia in alternanza scuola-lavoro sia con l’apprendistato – norma soppressa ora reintrodotta.

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I regolamenti di riordino del secondo ciclo dell’istruzione

• Sono previsti all’art. 2, 1°comma, lettera c – Definiscono su base nazionale i livelli

essenziali delle prestazioni;– Devono prevedere un’attività didattica

articolata su due bienni e un quinto anno – L’ammissione al quinto anno da l’accesso

all’istruzione e formazione tecnica superiore– L’esame di stato, al termine del quinto anno,

da titolo per l’accesso all’università e all’alta formazione artistica, musicale e coreutica

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Il decreto legislativo 226/2005• Attua la delega della legge 53 definendo le norme

generali ed i livelli essenziali del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e formazione

• Individua 8 tipologie liceali definendone il profilo educativo, culturale e professionale

• Definisce i livelli essenziali delle prestazioni del sistema d’istruzione e formazione professionale.

L’applicazione del decreto legislativo venne rinviata con la legge 228/2006

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Nel sistema d’istruzione ritorna l’istruzione tecnica e professionale

• L’art. 13 della legge 40/2007 prevede che facciano parte del sistema d’istruzione secondaria superiore i licei, gli istituti tecnici e gli istituti professionali

• Con i regolamenti di attuazione devono essere ridotti il numero degli indirizzi e si deve procedere al loro ammodernamento nell'ambito di ampi settori tecnico-professionali.

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Il dispositivo della legge 40/2007 per l’istruzione tecnica e professionale

• I percorsi devono essere articolati in un'area di istruzione generale, comune a tutti i percorsi e in aree di indirizzo .

• Le discipline di insegnamento devono essere riorganizzate al fine di potenziare le attività laboratoriali, di stage e di tirocinio;

• Il numero di ore di lezione deve essere contenuto entro 33 ore settimanali, pari a 1089 ore annue

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Il nuovo quadro del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione

con le modifiche intervenute nel marzo 2010

• Si può assolvere: nei licei negli istituti tecnici negli istituti professionali nei corsi d’istruzione e formazione

professionale dopo i quindici anni nell’apprendistato con l’alternanza scuola-lavoro

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Il sistema dell’istruzione e formazione professionale

• Si prevede possa rilasciare titoli e qualifiche di diverso livello

• L’obbligo d’istruzione può essere assolto anche in specifici corsi di durata triennale che si concludono con il rilascio di una qualifica

• Al termine di corsi di durata quadriennale (3+1) si accede all’istruzione e formazione tecnica superiore

• Con un anno integrativo d’istruzione o come privatisti, è possibile sostenere l’Esame di Stato

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L’apprendistato Art. 2 lettera g della l. 53 /2005 – art. 50, c.8 legge delega marzo 2010 - art 48 D.Lvo 276/2003

• Affinché sia attivato è richiesta un’intesa regioni-ministeri

• Può riguardare tutti i settori di attività• I giovani devono aver compiuto 15 anni• Ha la durata massima di 3 anni e varia in funzione della

qualifica• Il datore di lavoro può recedere solo per giusta causa o

giustificato motivo• Si conclude con la qualifica• È richiesto un tutore aziendale formato• È previsto un congruo numero di ore di formazione

interna o esterna all’azienda

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L’alternanza scuola lavoro• È considerata un metodo di apprendimento previsto

all’art. 4 della L. 53/2003 e regolato con D.Lvo 77/2005• È un modo per realizzare i corsi del secondo ciclo,

compresa l’istruzione e formazione professionale• Richiede un’intesa istituti, impresa, associazioni di

rappresentanza • Devono essere progettati i piani di studio • Si alternano periodi di studio con periodi di lavoro• È previsto un docente incaricato dei rapporti con

l’impresa

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L’Istruzione tecnica e professionale

I lavori della Commissione per la riorganizzazione ISTITUTI TECNICI ISTITUTI

PROFESSIONALI Missione Istruzione correlata

alla innovazione e allo sviluppo delle tecnologie

Istruzione correlata alla applicazione e alla personalizzazione delle tecnologie

Variabili discriminanti delle tipologie

Tecnologie e tecniche

Settori e contesti

Contenuti formativi prevalenti

Tecnico-scientifici (high-tech)

Tecnico-relazionali (high-touch)

Natura prevalente della complessità affrontata

Tecnologica Applicativa

Titoli di studio finali

Diploma di perito Diploma di tecnico

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Istruzione tecnica e professionalele differenze

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La riforma della scuola nella legge 133/2008 art. 64

• Con uno o più regolamenti si procede a:– razionalizzare ed accorpare le classi di concorso;

– ridefinire i curricoli vigenti nei diversi ordini di scuola anche attraverso la razionalizzazione dei piani di studio e dei relativi quadri orari, con particolare riferimento agli istituti tecnici e professionali

– rivedere i criteri vigenti in materia di formazione delle classi;

– revisionare i criteri e i parametri vigenti per la determinazione della consistenza complessiva degli organici del personale docente ed ATA

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La riforma nella legge 133• A decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, sono

adottate misure volte ad incrementare, di un punto il rapporto alunni/docente entro l'anno scolastico 2011/2012

• Si procede, ad una contrazione del personale ATA per conseguire, nel triennio 2009-2011 una riduzione complessiva del 17 per cento della consistenza numerica della dotazione organica determinata per l'anno scolastico 2007/2008.

• Una quota del 30% delle economie di spesa ottenute incrementa le risorse contrattuali stanziate per lo sviluppo professionale della carriera del personale della Scuola a decorrere dall'anno 2010.

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La riforma nella legge 133Alle economie di spesa della legge 133/08 devono sommarsi quelle previste dalla legge 244/2007. 

Anno Economie legge 244/07

Economie legge 133/08

Economie totali

2008 535 milioni   535 milioni

2009 1.218 milioni 456 milioni 1.674 milioni

2010 1.432 milioni 1.650 milioni 2.082 milioni

2011   2.538 milioni 2.538 milioni

2012   3.188 milioni 3.188 milioni

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La riforma nella legge 133/2008

• La legge 133 riduce in misura sostanziale i livelli delle prestazioni essenziali dei servizi d’istruzione garantiti dallo Stato

• L’Istruzione tecnica e professionale sono destinate a subire le maggiori riduzioni

• Tutto il processo di riforma viene subordinato al contenimento della spesa previsto in questa legge

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Il lavoro per i regolamenti del riordino

• La riflessione e l’elaborazione della Commissione per il riordino dell’Istruzione tecnica e professionale sono alla base della stesura delle prime bozze di regolamenti

• Nel dicembre 2008 si avviano anche i lavori di rielaborazione dei regolamento dei licei (aprendo la strada ad una innovazione rispetto al contenuto del D.Lvo 266/05)

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I nuovi regolamenti • Nei nuovi regolamenti dell’istruzione si

colgono elementi di novità culturale:– Il riconoscimento dell’importanza nel processo

d’istruzione • Del sapere teoretico;• Del sapere analitico• Del sapere operativo

– L’esigenza che lo studente porti ad unità i tre saperi attraverso lo sviluppo di competenze

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I nuovi regolamenti• La presenza dei tre saperi, in misura e gradi diversi, in

tutto il sistema d’istruzione superiore;• La sottovalutazione dell’importanza di sviluppare con

l’istruzione il sapere creativo come luogo di prova, sperimentazione ed immaginazione di ciò che non c’è.

• La dichiarata importanza dell’apprendimento laboratoriale che in pochi casi trova riscontro adeguato nei quadri orari e nelle risorse umane previste nei percorsi

• La previsione di attività di alternanza scuola lavoro, tirocini ed esperienze pratiche presente in tutti tre i percorsi

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I nuovi regolamenti• La definizione di obiettivi di apprendimento

sulla base di competenze, abilità e conoscenze in linea con quanto previsto nella strategia di Lisbona

• La definizione di un profilo dello studente in uscita che si articola su tre aspetti:– La crescita educativa, culturale e professionale con

la scoperta del nesso tra i saperi, la costruzione di un sapere unitario e il passaggio dalle prestazioni (o mansioni) alle competenze.

– Lo sviluppo dell'autonoma capacità di giudizio. – L’ esercizio della responsabilità personale e sociale.

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I nuovi regolamenti• Il superamento dell’istruzione basata su

programmi a favore di un’istruzione basata su progetti finalizzati al conseguimento di obiettivi di apprendimento (scelta questa che appare confermata nelle prime indicazioni nazionali per il sistema dei licei – on line dal 23 marzo e sottoposte a

discussione fino al 24 aprile)• La contrazione delle risorse umane (e finanziarie)

messe a disposizione dallo Stato per la realizzazione delle attività d’Istruzione che contrasta con l’istruzione realizzata per progetti.

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I nuovi regolamenti• Il riconoscimento del rapporto con il territorio

come elemento strutturale del sistema d’istruzione

• La conferma del sistema delle autonomie scolastiche ma la contestuale imposizione di vincoli e condizioni, sia di natura finanziaria che organizzativa

• La riduzione del numero d’indirizzi e il contestuale ampliamento della possibilità delle singole istituzioni di introdurre opzioni di percorso

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Il regolamento dell’istruzione tecnica

• L’istruzione tecnica si articola su due settori:– Economico– Tecnologico

• Ogni settore prevede più indirizzi (2 per il settore economico, 9 per il settore tecnologico)

• Gli indirizzi possono prevedere una o più articolazioni • Nel complesso ci troviamo di fronte a 23 possibili

articolazioni • Nei margini dell’autonomia, i diversi istituti possono

dare vita ad opzioni rispondenti a bisogni formativi del territorio.

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Il regolamento dell’istruzione tecnica• Gli istituti tecnici sono proposti come “Scuole

dell’innovazione permanente”.• La loro nuova identità viene fondata

“sull’asse scientifico-tecnologico”• Si dichiara la necessità di accrescere la

frequenza negli istituti tecnici in quanto capaci di assicurare validi livelli di istruzione e formazione fornendo competenze utili sia all’inserimento nel modo del lavoro sia alla prosecuzione nei percorsi superiori di formazione o universitari

• Si prevede una riduzione a 32 ore settimanali anche per le classi 2°, 3° e 4° a partire dal prossimo anno scolastico.

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Il regolamento dell’istruzione tecnica e aspetti comuni con il regolamento

dell’istruzione professionale • Vi è un’area comune dell’istruzione, uguale

come quadro orario in tutti i settori e indirizzi degli istituti tecnici e comune con gli istituti professionali.

• Nel primo biennio si assolve all’obbligo d’istruzione e vengono perseguiti gli obiettivi di apprendimento definiti nel regolamento ministeriale 139/2007

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Aspetti comuni con il regolamenti dell’istruzione tecnica e professionale

• Nei risultati dell’apprendimento dell’area comune si indica cosa lo studente deve essere in grado di fare al termine del percorso

• Nei profili degli indirizzi l’esito del percorso è articolato con l’elencazione di cosa deve essere in grado di fare e le competenze che deve acquisire

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Aspetti comuni con il regolamenti dell’istruzione tecnica e professionale

• La declinazione degli obiettivi di apprendimento in competenze, abilità e conoscenze è affidata alle singole istituzioni scolastiche sulla base di linee guida nazionali

• I risultati dell’apprendimento sono soggetti a valutazione periodica da parte dell’INVALSI che cura anche la pubblicazione degli esiti.

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Il regolamento dell’istruzione professionale

• L’istruzione professionale prevede la presenza di due settori:– Servizi – Industria e artigianato

• Ogni settore prevede più indirizzi (4 per i servizi e 2 per industria e artigianato)

• Ogni indirizzo può avere più articolazioni (in totale sono previsti 11 percorsi diversi)

• Nell’articolazione industria e nell’articolazione artigianato si affrontano tecniche di produzione e gestione legate alla realtà produttiva del territorio con opzioni che verranno incluse in un elenco nazionale

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Il regolamento dell’istruzione professionale

• Gli istituti professionali acquisiscono un’identità fondata sulla cultura delle filiere economiche e produttive di rilevanza nazionale

• Hanno lo scopo di assicurare un rapido inserimento nel mondo del lavoro, ma questo non può avvenire per l’ indirizzo socio-sanitario

• Possono rilasciare qualifiche triennali, in regime di sussidiarietà con il sistema d’istruzione e formazione professionale. Previa intesa della Regione con il ministero, potranno essere rilasciate le qualifiche previste nel repertorio delle figure professionali, in assenza d’intese, continuano a rilasciare le qualifiche attuali.

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Il regolamento dell’istruzione professionale

• Le ore di lezione, a partire dal prossimo anno scolastico, saranno ridotte a 34 nelle classi 2° e 3°

• L’are di professionalizzazione per le 4° e 5° a partire dal prossimo anno scolastico viene sostituita con attività di alternanza scuola-lavoro per 132 ore

• L’art. 8 comma 3 prevede che le singole Regioni possano stipulare accordi con il MIUR per la sperimentazione di nuovi modelli organizzativi e di gestione degli istituti professionali.

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Alcune considerazioni • Il processo in corso sta determinando una riforma

del sistema d’Istruzione • Si possono cogliere sostanziali elementi di novità,

anche se non tutti condivisibili• La contrazione delle risorse porta ad una riduzione

dei livelli essenziali delle prestazioni rispetto a quanto finora garantito dallo Stato;

• L’attuale situazione finanziaria è tale da non consentire a Regioni o province di aggiungere risorse proprie nella misura necessaria al recupero dei minori standard garantiti dallo Stato

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• La riduzione di risorse è tale da poter impedire ogni reale processo riformatore

• Un processo riformatore richiede un forte investimento nella qualificazione del corpo docente e investimenti sull’organizzazione e sulle strutture

• La mancata scelta di un biennio unitario di orientamento e la possibilità di una canalizzazione precoce nel sistema dell’istruzione e formazione professionale, se non opportunamente sostenuta e controllata, può confermare una tendenza già in atto che vede il sistema del secondo ciclo d’istruzione incapace d’essere strumento di promozione sociale