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Putignano, 5 aprile 2018
IL RICICLO DELLA PLASTICA
Dr. Donato FERRIgià Dirigente di Ricerca CREA-SCA
Bari
LA STORIA DELLA PLASTICA
Sin dall’antichità l’uomo ha utilizzato dei veri e
propri “polimeri naturali”, come l’ambra, il
guscio di tartaruga o il corno.
Nel 1862, si isola e si brevetta un primo tipo
di celluloide, utilizzato per la produzione di
manici e scatole, ma anche di manufatti
flessibili come i polsini e i colletti delle
camicie.
Poiché la celluloide (nitrato di cellulosa ) era
molto infiammabile, fu sviluppato l’acetato di
cellulosa, che era sufficientemente ignifugo
per rinforzare e impermeabilizzare le ali e la
fusoliera dei primi aeroplani o per produrre le
pellicole cinematografiche.
I PRIMI ANNI DEL '900
Nel 1907 si ottiene per condensazione
tra fenolo e formaldeide la prima resina
termoindurente di origine sintetica, che
sarà brevettata nel 1910 con il nome dei
Bakelite
Nel 1912 si scopre il processo per la
produzione del polivinilcloruro (PVC), che
avrà grandissimi sviluppi industriali solo
molti anni dopo.
Un anno dopo, nel 1913, è la volta del
primo materiale flessibile, trasparente ed
impermeabile che trova subito
applicazione nel campo dell’imballaggio:
il Cellophane, un materiale a base
cellulosica prodotto in fogli sottilissimi.
GLI ANNI '20, '30 E '40
Nel 1935 viene sintetizzato il nylon
(poliammide), una materiale che troverà
numerose applicazioni, grazie alle sue
caratteristiche che lo rendono
assolutamente funzionale all’industria
tessile: dalle calze da donna ai
paracadute.
Nel 1941 si brevetta il polietilene
tereftalato (PET). Il suo ingresso nel
mondo dell’imballaggio alimentare
risale al 1973, quando si brevettò la
bottiglia in PET: leggera, resistente agli
urti e trasparente (standard per il
confezionamento delle acque minerali e
delle bibite).
IL SECONDO DOPO GUERRA
Gli anni ’50 vedono la scoperta delle
resine melammina-formaldeide (la
“Fòrmica”), che permettono di produrre
laminati per l’arredamento e di stampare
stoviglie a basso prezzo.
Quegli stessi anni sono però soprattutto
segnati dall’irresistibile ascesa del
Polietilene, che trova pieno successo
solo due decenni dopo la sua invenzione,
sfruttando il suo più elevato punto di
fusione per permettere applicazioni sino
ad allora impensabili, e dalla scoperta di
Giulio Natta nel 1954 del Polipropilene ,
che sarà prodotto industrialmente dal
1957 col marchio “Moplen”.
LA PLASTICA OGGI :
I “TECNOPOLIMERI” (hanno
caratteristiche di resistenza sia
termica che meccanica da renderli
spesso superiori ai metalli speciali o
alla ceramica).
Polimetilpentene (o TPX): articoli per i
laboratori clinici, resistenti alla
sterilizzazione e con una perfetta
trasparenza.
Poliimmidi: resine che non si
alterano anche a T =300°C.
Vengono utilizzate nell’industria
automobilistica per componenti del
motore o per i forni a microonde.
Resine acetaliche, polisolfoni, il
polifenilene solfuro e policarbonato usato
per produrre i caschi spaziali degli
astronauti, le lenti a contatto, gli scudi
antiproiettile.
I DIVERSI TIPI DI PLASTICA
La plastica è una realtà plurale (“materie
plastiche”), costituita da una grande
varietà di polimeri.
Attualmente si contano 48 diverse
tipologie con proprie caratteristiche,
proprietà e campi di applicazione.
COSA SIGNIFICA «TERMOPLASTICA»
I polimeri termoplastici sono polimeri formati da catene lineari e non ramificate; è sufficiente quindi aumentare la temperatura per portarli ad uno stato viscoso. COSA SONO I CODICI DI RICICLO
I codici di riciclo sono dei codici internazionali istituiti per riconoscere in modo chiaro ed immediato il tipo di materiale del quale è costituito l'oggetto riciclabile. Sono importanti perché per alcuni polimeri plastici i processi di recupero e di trasformazione risultano difficoltosi e costosi ed occorre distinguerli.
I POLIMERI DEGLI IMBALLAGGI
Sono molti i polimeri diffusi nel mondo
dell’imballaggio. Per l’individuazione del
materiale ai fini del riciclo si utilizzano
codifiche da 1 a 6 (stabilite come standard
internazionale SPI – Society of Plastic
Industry). Il codice 7 è riferito
genericamente a tutti gli altri tipi di
plastiche.
POLIETILENE TEREFTALATO (PETE O PET - COD. RICICLO: 1)
Il polietilene tereftalato o polietilentereftalato fa parte della famiglia dei
poliesteri. E’ una resina termoplastica e per le sue caratteristiche di
trasparenza, resistenza e barriera ai gas, è particolarmente adatta alla
produzione di bottiglie per bevande gasate e vaschette.
POLIETILENE AD ALTA DENSITÀ
(HDPE - COD. RICICLO: 2)
Il polietilene (PE) è il più semplice
tra i polimeri sintetici ed è la più
comune fra le materie plastiche.
Si tratta di una resina
termoplastica, ottenuta dalla
polimerizzazione dell’etilene. Si
distingue in polietilene ad alta
densità (HDPE) e a bassa densità. Il
polietilene ad alta densità è
particolarmente adatto alla
produzione di barattoli e contenitori
rigidi (le applicazioni più comuni
sono: flaconi per il contenimento di
detersivi o alimenti; giocattoli; tappi
in plastica; tubi per il trasporto di
acqua e gas naturale).
CLORURO DI POLIVINILE (PVC - COD. RICICLO: 3)
Il cloruro di polivinile (o polivinilcloruro) è il polimero ottenuto dalla polimerizzazione del cloruro di vinile ed è una termoplastica. Le applicazioni più rilevanti sono: tubi per edilizia (ad esempio grondaie e tubi per acqua potabile); serramenti; pavimenti vinilici; pellicola rigida e plastificata per imballi; dischi fonografici.
POLIETILENE A BASSA DENSITÀ (LDPE - COD. RICICLO:4)
Il polietilene a bassa densità (anch’esso una termoplastica) appartiene alla famiglia dei polietileni, cioè dei polimeri ricavati dalla polimerizzazione dell’etilene, e si distingue perché le catene di polimeri presentano ramificazioni, che lo rendono un materiale più leggero, duttile e flessibile. Trova applicazione soprattutto nella produzione di manufatti flessibili come film e pellicole (da cui derivano anche sacchetti e buste), utilizzati sia per l’imballaggio che in agricoltura.
POLIPROPILENE (PP - COD. RICICLO: 5)
Il polipropilene è una materia termoplastica che ha
trovato le sue più vaste applicazioni per la
costruzione di oggetti di uso comune, a cominciare
dagli articoli casalinghi e dai giocattoli, ma anche
molti imballaggi sia rigidi (barattoli, flaconi) che
flessibili (film per imballaggio automatico).
POLISTIRENE O POLISTIROLO (PS - COD. RICICLO: 6)
Il polistirene, o polistirolo, è il polimero (termoplastico) dello
stirene. Il polistirolo espanso (EPS) si ottiene immergendo il
granulo di polistirolo in acqua e aggiungendo pentano. Col
polistirene viene realizzato un gran numero di manufatti
(stoviglie monouso, imballaggi, manufatti alleggerenti,
isolanti, fonoassorbenti per l’edilizia).
ALTRE PLASTICHE (COD. RICICLO: 7)
Rientrano in questa categoria tutti gli altri
polimeri, per i quali non è stato previsto
un codice specifico, o le loro combinazioni
(ad esempio una vaschetta costituita da
uno strato esterno di PET ed uno interno
di LDPE ).
Differenti composti di plastica
presentano diverse possibilità di
riciclo.
Bottiglie di acqua e di bibite leggere, contenitori di insalata, di condimenti e di burro di arachide
Bottiglie di latte, banchi freezer, vasche da immersione,buste da shopping, contenitori di gelati, bottiglie di succhi di frutta, bottiglie di shampoo e detergenti.
Contenitori per cosmetici, involucri commerciali.
Bottiglie morbide, involucri, sacchetti di plastica.
Dischi per microonde, tubi per gelati, sacchetti per patatine, vaschette,.
Custodie per CD, tazze per erogatori idrici, posate di plastica, imitazioni di «cristalleria», custodie video.
Tazze per bevande calde in polistirolo espanso, custodie di plastica per hamburger, vassoi per carne, imballaggi di protezione per oggetti fragili.
Bottiglie per acqua fredda, films flessibili, imballaggi multimateriali.
La plastica non inquina e non rilascia sostanze nocive, ma
quando è abbandonata
nell'ambiente è decisamente devastante.
Giocattoli, secchielli, ciabatte, canotti,
palloni, occhiali, biro, pennarelli, borracce, attrezzi vari, quando
sono rotti o non servono più, vanno conferiti nel rifiuto
indifferenziato.
Informarsi sulle modalità della raccolta differenziata; non in
tutti i Comuni funziona allo stesso modo. Non
esitare a chiedere informazioni
all'albergatore, al gestore del camping o
dello stabilimento balneare, al padrone di casa o direttamente al
Comune. Un piccolo gesto può fare la
differenza.
Inserire il servizio di raccolta differenziata nei criteri di scelta quando
si decide dove passare le vacanze. Amministratori
locali e operatori turistici saranno così più
attenti e il guadagno sarà di tutti.
LA SECONDA VITA DEI RIFIUTI (RICICLAGGIO):
COSA DIVENTANO
VALORE ECONOMICO DELLA
RD
Legno : 8 €/ton
Plastica : 140 €/ton
Vetro : 18 €/ton
Carta : 22 €/ton
La Coca Cola ha introdotto nel
mondo la prima bottiglia fatta
con materiale riciclato nel
1991.
La Coca Cola si sta dedicando
ad aumentare le quantità
riciclabili per gli imballaggi
delle bibite; attualmente si
intendono recuperare il 50%
degli imballaggi prodotti nel
2015.
I materiali sono riutilizzati in
molti modi:
- costruzione di nuove lattine
e bottiglie;
- creazione di una serie di
divertenti e funzionali oggetti
La T-shirt è fatta con una miscela di 50% di cotone e il 50% di bottiglie di bibita riciclate.
La borsa pubblicizza i diamanti con una apertura fatta da 200 linguette di alluminio e con gioielli prodotti da bottiglie di vetro.
Le “111 sedie blu marino” sono fatte da almeno 111 bottiglie di PET riciclate e si stima che più di 3 mln di bottiglie di plastica saranno riciclate ogni anno per la produzione di sedie.
Una bottiglia di plastica può diventare
una seconda bottiglia.
La bottiglia viene macinata in piccoli
fiocchi, lavata, sciolta in granuli più
piccoli di un pisello, e poi risagomata in
una bottiglia.
Alcune aziende utilizzano selezionatori
ottici per miscelare 1.000 pezzi di
diversi fiocchi colorati da tutti i tipi di
bottiglie riciclate per ottenere il giusto
colore per una nuova bottiglia.
In questo modo si risparmia sulle
quantità di colore necessarie per
differenziare le bottiglie.
Un tappeto potrebbe essere stato una volta
una bottiglia di plastica.
Anche il materiale di rivestimento può
essere prodotto da un sacchetto di
plastica.
Un altro esempio potrebbero essere i tubi di
drenaggio di un cantiere ottenuti da
contenitori di detersivi.
Anche le traversine ferroviarie possono
essere fatte di plastica riciclata.
I mercati che riciclano tappi e coperchi sono in
crescita.
I tappi sono fatti di polipropilene e questo
materiale può essere utilizzato per realizzare
qualsiasi cosa: dalle lattine di plastica, alle parti
di automobili, alle nuove bottiglie.
La nuova tecnologia consente il completo riciclo
di questo materiale molto prezioso.
I tappi e i coperchi sono davvero riciclabili?
STADI DELLA TRASFORMAZIONE
1) Raccolta
2) Conservazione
3) Rettifica (Il materiale passa attraverso una
smerigliatrice che riduce la plastica in
granuli)
4) Decontaminazione (rimozione del materiale
ferroso)
5) Selezione ottica (Le materie plastiche
vengono ordinate per tipo e colore)
6) Purificazione dei granuli(ottenuti nello stadio
3)
7) Estrusione (compressione del materiale allo
stato pastoso attraverso una sagoma)
8) Micronizzazione (trasformazione in polvere
sottile)
9) Prodotti finali (pellet, granuli estrusi e polvere
micronizzata)
Come avviene la trasformazione industriale della plastica riciclata ?
La raccolta
- raccolta differenziata per tipologia di
prodotto;
- raccolta multimateriale per due o più
tipologie di prodotto;
- raccolta indifferenziata di tutte le
frazioni di rifiuti.
Dal tipo di raccolta dipende la buona
qualità del prodotto recuperato da
avviare al riciclo.
Come avviene la trasformazione industriale della plastica riciclata ?
Rettifica
L’operazione della triturazione (rettifica) produce
la frantumazione grossolana del materiale, che
assume una pezzatura omogenea.
Questo si traduce in una più facile lavorabilità nelle
macchine che stanno a valle dell’impianto.
Come avviene la
trasformazione industriale
della plastica riciclata ?
Bottiglie in PET triturate e trasformate in fibra di poliestere per produrre tessuti e altri articoli.
Decontaminazione (lavaggio)
Il materiale proveniente dalla precedente fase di triturazione viene convogliato nella vasca di lavaggio e viene trascinato dalla corrente d’acqua verso l’uscita della vasca.
Sul fondo vengono raccolti i materiali che hanno una densità maggiore dell’acqua quali ad esempio terra, parti metalliche o altri polimeri.
Come avviene la
trasformazione industriale
della plastica riciclata ?
Estrusione
È questa la parte più importante dell’impianto.
Il materiale viene immesso in un estrusore munito di una piastra forata con fori del diametro finale di 2-4 mm.
Come avviene la
trasformazione industriale
della plastica riciclata ?
Costituito essenzialmente da un cilindro riscaldato all'interno del quale ruota una vite senza fine; in corrispondenza dell'alimentazione al cilindro è predisposta una tramoggia di carico mentre in corrispondenza dell'uscita del cilindro il prodotto estruso viene inviato in stampi
chiusi o in altri sistemi
Estrusione
Il polimero fuso che viene estruso ha la forma di ”spaghetti” (fili estrusi) che subiscono o un «taglio a freddo» o a «caldo».
Come avviene la
trasformazione industriale
della plastica riciclata ?
Micronizzazione
La micronizzazione della plastica consiste nel polverizzare le scaglie che residuano fino ad ottenere una polvere estremamente fine.
Si tratta di materiale molto apprezzato perché spesso impiegato per la produzione di prodotti multistrato.
Come avviene la
trasformazione industriale
della plastica riciclata ?
Il riciclo chimico
Il riciclo chimico è rappresentato da una serie di processi chimici che decompongono il polimero nei monomeri d'origine.
Il PET polietilentereftalato, le poliammidi PA, comunemente identificate con il termine nylon, ed i poliuretani PUR possono essere efficacemente depolimerizzati (cracking).
Come avviene la trasformazione industriale della plastica riciclata ?
TRATTAMENTI CHIMICI DI RICICLO DELLA PLASTICA
1. Pirolisi: riscaldamento sotto vuoto che produce una miscela di idrocarburi liquidi e gassosi simili al petrolio
2. Idrogenazione: degradazione a base di idrogeno e calore; i polimeri si trasformano in idrocarburi liquidi.
3. Gassificazione: procedimento ad alta temperatura (800-1600°C) in cui si produce una miscela di idrogeno e ossido di carbonio.
4. Chemiolisi: Trasforma gli omopolimeri, cioè materiali composti da un solo tipo di monomero e li trasforma nelle materie prime di origine.
5. Glicolisi (o Alcolisi), Metanolisi, Ammonolisi: processi di depolimerizzazione tramite l'utilizzo rispettivamente di glicol tereftalico, di metanolo e di ammoniaca come reagenti che innescano la decomposizione dei polimeri di policondensazione (PET, PA, PUR), ma fino a stadi intermedi.
Come avviene la trasformazione industriale della plastica riciclata ?
UNA TRASFORMAZIONE PULITA
Il processo non comporta alcuna sostanza chimica dannosa e non crea prodotti di scarto e consiste nella fusione della vecchia plastica in combustibili liquidi e cere.
Ha luogo una reazione chimica che consente di rompere le molecole della plastica fino ai loro componenti originali -idrogeno e carbonio - per riorganizzarli in una forma utilizzabile.
In sostanza, il processo trasforma i sottoprodotti della plastica e della raffineria di petrolio (alcani a catena corta) in preziosi combustibili e cere.
La plastica riciclata può essere trasformata in energia ?
Uno studio recente ha confermato che il
riciclaggio di materie plastiche, in
particolare PET e HDPE (i materiali di
imballaggio più comuni di cucina, bagno e
lavanderia), si traduce in un notevole
risparmio di emissioni di gas serra ed
energia
La trasformazione «casalinga» (artigianale)
della plastica riciclata
Custodie con cerniere
Il recupero «fai-da-te»
della plastica riciclata in elementi artistici e funzionali
Alimentatori per uccelli
Mosaici con tappi dei
flaconiIl recupero «fai-da-te»
della plastica riciclata in elementi artistici e funzionali
Giardino pensile verticale
Il recupero «fai-da-te»
della plastica riciclata in elementi artistici e funzionali
Espositore e decorazioni per feste
Il recupero «fai-da-te»
della plastica riciclata in elementi artistici e funzionali
Bilanci ambientali ed economici del riciclo della
plastica
Bilanci ambientali ed economici del riciclo della
plastica
La lavorazione dei rifiuti finalizzata a generare nuovi materiali di tipo secondario ha una resa, calcolabile come rapporto tra la quantità in output e quella in input.
Il rendimento più alto sfiora il 90% e riguarda la carta.
Per vetro, plastica e legno la resa media si aggira tra il 75% e l’80%.
Il valore minimo si registra per l’organico (ca. 27%).
Punti chiave della strategia
- Rendere il riciclaggio redditizio per le
imprese;
- Ridurre i rifiuti di plastica, in particolare
quello di sacchetti di plastica monouso;
- Limitare l´uso delle microplastiche nei
prodotti;
- Fermare la dispersione di rifiuti in mare;
- Orientare gli investimenti e l´innovazione
tecnologica;
Stimolare il cambiamento in tutto il mondo,
proponendo soluzioni globali e sviluppando
standard internazionali.
I nuovi obiettivi UE anti-inquinamento prevedono che, entro
il 2030, tutti gli imballaggi di plastica dovranno poter
essere riciclati o riutilizzati, l´uso dei sacchetti di plastica
monouso sarà ridotto e l’impiego di microplastiche sarà
limitato.
«Se non modifichiamo il modo in cui produciamo e utilizziamo le materie plastiche, nel 2050 nei nostri oceani ci sarà più plastica che pesci. Dobbiamo impedire che la plastica continui a raggiungere le nostre acque, il nostro cibo e anche il nostro organismo. L´unica soluzione a lungo termine è ridurre i rifiuti di plastica riciclando e riutilizzando di più. Si tratta di una sfida che i cittadini, le imprese e le amministrazioni pubbliche devono affrontare insieme. Con la strategia dell´UE sulla plastica stiamo inoltre propugnando un nuovo modello di economia più circolare. Occorre investire in nuove tecnologie innovative che proteggano i nostri cittadini e mantengano il nostro ambiente sicuro, senza farci rinunciare alla competitività della nostra industria.»
(Frans Timmermans, primo vicepresidente UE
responsabile per lo sviluppo sostenibile)