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Review n. 2 – Italus Hortus 12 (4), 2005: 17 - 30

Il restauro del giardino storico

Elena Accati* e Marco DevecchiDipartimento di Agronomia, Selvicoltura e Gestione del Territorio, Università di Torino, Via Leonardoda Vinci 44, 10095 Grugliasco (TO)

Ricevuto: 28 giugno 2005; accettato: 15 luglio 2005

Non so se potremo salvare i giardini, se i sentieri pittoreschi potrannosopravvivere in un mondo che cresce freneticamente; ma penso che se l’uomo

perde i giardini e i sentieri, perderà se stesso (Robert Oppenheimer).

Restoration of historical garden

Abstract. A garden has always been an interestingand masterly synthesis of geometric or fantastic reali-ties and plant elements skilfully combined one withthe other, thus representing a privileged place forexperimentation of the artistic sense and planning witsin all civilizations. The problem of preserving andrestoring historical gardens is particularly complex,because in these environments the vegetation compo-nent is integrated and permeated within the architec-tonic part, producing actually green monuments in theopen air. It has been correctly affirmed several timesthat a garden is a living work of art and, therefore, itspreservation and restoration cannot neglect biologicaland genetical laws of the plant world. Though onemust consider more general aspects on the safeguardof cultural heritage, a complete filing and study of thegreen area for any kind of maintenance, preservation,requalification and restoration activity is essential.Especially in cases of a seriously compromised areas,it is necessary to give a particular attention to allarchitectonic, vegetative, hydrological, and structuralelements that characterize the historical garden, alongwith an examination of the visual and functional con-nections with the surrounding landscape. In fact, theknowledge of all elements of the gardens cannot beirrespective of an exact comprehension of the territoryin which they are merged and in which they werecreated. Besides the collection of historical informa-tion and archive documentation, a correct knowledgeof the territorial unit enclosing the garden and theimmediate surroundings is necessary. The survey ofthe vegetation -though objective difficulties may existbecause of natural growth, developmental and pro-gressive deperishment processes of the plants- canprovide interesting hints about the definition of themost convenient management and restoration strate-gies to apply. Sometimes it could be necessary tointroduce green coulisses or climbing plants so to hideterritorial alterations, caused by buildings, factories,electric lines or roads that change important landsca-pe views. A further problem, is also represented bythe disappearance of internal views and perspectives,

because of an excessive growth of the vegetation,that hampers the perception of depth, colours andcontrasts, with a visual and psychological damage forthe park, since the deep message conveyed by thegarden and the chances to stimulate feelings andemotions fade away. In these cases, correct andscheduled prunings, considering plant canopy archi-tecture can be useful. A reason to hope in a more effi-cient preservation of historical parks and gardens isundoubtfully represented by the growing interesttowards these themes at an academic level, and alsoamong professional operators, such as agronomistsand forest engineers, who were once working onlysporadically in the field of the management and resto-ration of historical gardens.

Key words : historical garden, knowledge, safe-guard, exploitation, filing, vegetation restoration.

Introduzione

L’Italia possiede un ingente patrimonio di giardiniche risalgono al periodo compreso tra il XV e il XXsecolo, patrimonio che tutto il mondo ci invidia, mache non molti italiani conoscono (Beretta, 1973).Sono, infatti, oltre quattromila i giardini storici di cuiesiste una schedatura in quanto sottoposti a vincolo,ad essi si aggiungono numerose altre realtà importan-ti, completamente ignorate (Cazzato, 1992). Alcunigiardini sono unici al mondo, rappresentando un beneper l’intera collettività che occorre conoscere, studiarenei più diversi aspetti per poterli conservare, restaura-re, tutelare e tramandare nelle migliori condizioni,anche in considerazione del fatto che la maggior parteversa in gravi condizioni di degrado. Nel secondodopoguerra la distruzione del verde storico in Italia haraggiunto purtroppo livelli notevoli, rendendo difficilela conservazione di ciò che rimane, nonché, spesso,estremamente problematico il restauro della compo-nente vegetale residuale, una volta seriamente alteratol’equilibrio naturale esistente (Pasolini dall’Onda,*[email protected]

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1975). L’insufficiente conoscenza del ricco patrimo-nio di parchi e giardini storici italiani ha comportatosino a tutti gli anni ’60, una mancanza di azioni speci-fiche di tutela attiva, atte a salvaguardare l’integritàdegli elementi costitutivi, cosicché molte proprietà,gravate da sempre maggiori costi di esercizio e manu-tenzione, sono andate incontro a serie compromissioni(Reggio, 1960). In tale prospettiva appare non procra-stinabile l’effettuazione di una completa schedatura ditutto il patrimonio di parchi e giardini esistente, alloscopo di precisarne esaurientemente consistenza edislocazione, quale premessa essenziale per un’ade-guata opera di tutela, da estendersi anche agli ambien-ti naturali ed urbani circostanti. L’intrinseca comples-sità dei giardini storici richiede competenze multidi-sciplinari per consentire una loro adeguata conoscen-za, gestione e fruizione ed eventuale oculato restauro.Sino a non molti anni or sono, il giardino storico ha,però, ricevuto attenzioni alquanto settoriali a livellodella ricerca, nel senso che è stato spesso studiato dacompetenze singole. Sono tuttora carenti le informa-zioni circa le relazioni e le influenze tra i giardinisituati in aree geograficamente diverse nell’ambito delnostro Paese, i rapporti tra le opere realizzate e la loroteorizzazione e le diversità regionali presenti nei giar-dini storici a livello vegetazionale. Mancano, infine,metodologie comuni, standardizzate e unificate per lostudio del giardino storico dal punto dal punto di vistadel rilievo e della rappresentazione grafica (Accati eDevecchi, 2002).

Significato di giardino storico

Il giardino costituisce, da sempre, un’interessantesintesi di realtà geometriche e di elementi vegetalisapientemente combinati tra loro, rappresentando,quindi, un luogo privilegiato di sperimentazione delsenso artistico e dell’ingegno progettuale di ogniciviltà. Il carattere estetico del giardino appare, findall’antichità, collegato a sistemazioni artificiosesecondo moduli geometrici o fantastici di terreni colti -vati (Argan, 1958). Nella sua accezione più vera, ilgiardino si configura come una composizione esteticache per varie forme e gradi può assumere valore diopera d’arte. Oltre che elementi naturali, quali massearboree, piantagioni varie, rocce ed acqua, che posso-no comparire anche in forme artificiali, il giardinoimpiega elementi architettonici, plastici e decorativi;la preferenza di alcuni di essi e le modalità del loroimpiego rivelano l’indole e lo spirito di un’epoca o diuna civiltà (Fariello, 1985). Come creazione umana, ilgiardino è, infatti, intimamente legato ai valori esteti-ci, sociali ed economici di una data cultura e non è

possibile tracciarne una storia prescindendo dall’evol-versi del rapporto uomo-natura, città-campagna, lavo-ro-tempo libero, ecc. (Calzolari, 1968). Il giardino,quindi, non rappresenta solo il frutto delle abilità tec-niche e artistiche dei suoi costruttori e ideatori, ma, inqualunque epoca, è stato l’espressione degli interessi,dei talenti, dei valori e del prestigio di importanti per-sonalità del passato e, anche per questo, molti giardinistorici continuano a istruire ed ispirare l’uomo con-temporaneo (Messervy, 2004). In tale prospettiva, igiardini sono una risorsa di inestimabile valore per lacollettività, essendo una testimonianza, non solo divicende storiche e sociali, ma anche di innovazioni alivello progettuale, di tecniche di coltivazione dellepiante e di acclimatazione di nuove specie (Accati etal., 1994).

Evoluzione del concetto di restauro

L’approccio al problemaNel corso della storia le tematiche inerenti il

restauro e la conservazione dei giardini si sono svilup-pate attraverso un serrato confronto dialettico traatteggiamenti pragmatici e differenti posizioni teori-che (Giusti, 2004). Le prime importanti formulazionisul tema della conservazione dei giardini risalgono altrattato di Antoine Dézallier d’Argenville, intitolatoLa théorie et la pratique du jardinage, che costituisceuna precoce, ma interessante, riflessione sul tema delrestauro. In esso, emerge l’importanza delle operazio-ni preliminari di rilievo dello stato di fatto, accantoalla necessità che i nuovi interventi non siano prevari-canti, secondo un principio alquanto moderno di“neutralità” (Conan, 2001; Giusti, 2004). Solo nelcorso del XVIII e XIX secolo si afferma l’idea delgiardino come “monumento”, da cui deriva unapproccio al tema del restauro più propriamente scien-tifico e oggettivo. Soprattutto in Francia, a partiredalla seconda metà dell’Ottocento prendono avviosignificativi interventi di restauro di parchi e giardinistorici impostati originariamente in base ai canoniclassici dello stile formale alla francese ed in seguitomodificati secondo i modelli paesistici (Giusti, 2004).Fedeli interpreti di questa nuova sensibilità nei riguar-di del restauro del patrimonio di parchi e giardini sto-rici alla francese sono i paesaggisti Henri e AchilleDuchêne la cui attività ha rappresentato un puntofermo nella definizione degli interventi di restaurodelle opere del celeberrimo paesaggista franceseAndré Le Nôtre, come il Castello di Vaux-le-Vicomte(fig. 1), sia pure in presenza di parziali reinterpreta-zioni soggettive di talune componenti del giardinoSeicentesco alla francese (Mosser, 1990). Coevo

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risulta anche il restauro di Villandry (fig. 2), realizzatograzie ad un felice connubio tra la sensibilità e la cul-tura francese e quella spagnola. Si tratta di una ripro-duzione evocativa del passato che guarda a modellidel Rinascimento italiano e francese e ai caratteri delgiardino andaluso (Giusti, 2004) .

In Spagna, nei primi decenni del XX secolo, sidelinea nell’opera di taluni paesaggisti, tra i qualispicca Javier de Winthuysen, il concetto di r e s t a u r ocreativo che consiste nel selezionare tratti significatividel passato riproducendoli criticamente, nell’intentodi unire il passato al presente. Un esempio interessan-

te, in tal senso, è costituito dal Jardin del Barrancodel Palacete de la Moncloa. In tale approccio eventua-li lacune trovano compensazione con il procedimentoanalogico, inserendo elementi riproposti sulla base dimodelli desunti da altri contesti (Añón et al., 1995).

Nel corso del Novecento, il restauro di giardinicompromessi, a seguito di trasformazioni improprieoppure in conseguenza di prolungati periodi di incuriae di abbandono o anche a seguito di eventi belliciassume una crescente importanza, trovando numerosicasi applicativi nei diversi Paesi europei. InGermania, la residenza di C h a r l o t t e b u r g c o s t i t u i s c eun esempio particolarmente significativo di restaurodi un parterre barocco distrutto durante la trasforma-zione in parco “all’inglese” nel corso del XVIII seco-lo, condotto dopo un’accurata fase di ricerca e di ana-lisi di tutte le fonti iconografiche (Giusti, 2004).

L’Olanda, con il giardino della Reggia di Het-Loo(fig. 3), ha offerto uno dei casi più celebri e discussidi restauro. L’impostazione secentesca è stata assuntacome modello di riferimento dello stile “olandese”connotato da un disegno rigidamente formale, orga-nizzato su assi di simmetria incentrati sull’edificio eda una notevole ricchezza di fiori. Grazie al reperi-mento di una corposa documentazione archivistica edi riscontri oggettivi derivanti da rilievi di campo, lascelta progettuale è caduta sull’integrale ripristino deldisegno originario, attraverso l’eliminazione delle tra-sformazioni in senso paesaggistico del Settecento edell’epoca napoleonica (AA. VV., 1984.; Asbeck,1990; Oldenburger Ebbers, 1992). Questi esempitestimoniano una metodologia basata sulla fiducianelle fonti iconografiche, assunte come documento“oggettivo” (Giusti, 2004).

Fig. 1 - Veduta del giardino formale di Vaux-le-Vicomte, restaura-to a partire dalla seconda metà dell’Ottocento dai paesaggisti Elie

Laîné (1876) e Achille Duchêne (1909).Fig. 1 - View of the formal garden of Vaux-le-Vicomte, restored

since the second half of the 1800’s by the lanscape architects ElieLaîné (1876) and Achille Duchêne (1909).

Fig. 2 - Il giardino del Castello di Villandry rappresenta uno degliesempi di maggior interesse nel campo del restauro del verde

storico.Fig. 2 - The garden of Villandry Castle is one of the most intere-

sting examples of historical garden restoration.

Fig. 3 - Parterre del Castello di Het Loo (Apeldoorn) ricostruitograzie a un radicale intervento di restauro, condotto a partire dal-

l’anno 1970.Fig. 3 - Parterre of Het Loo Castle (Apeldoorn) rebuilt thanks to a

total restoration carried out since 1970.

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Nel terzo Colloquio internazionale di Zeist emergel’urgenza e la necessità “di adottare e di far rispettareleggi che assicurino una efficace protezione dei giar-dini storici e di prendere provvedimenti per aiutare iproprietari ad affrontare lavori di manutenzione (sov-venzioni, sgravi fiscali, etc.)” e, con specifico riferi-mento alla gestione della componente vegetale, che“nel caso di giardini esistenti e soggetti a regolaremanutenzione, sia consigliabile ritornare alle specieoriginarie in maniera graduale”.

In occasione del VI Colloquio sulla“Conservazione e valorizzazione dei giardini storici”,ha trovato elaborazione e presentazione la nota edimportante Carta ICOMOS-IFLA dei Giardini storicidetta comunemente “Carta di Firenze”. Alla carta diFirenze va indubbiamente riconosciuto il merito diaver sancito una definizione di giardino storico, come“monumento” e insieme come “documento”, contri-buendo a far evolvere ed approfondire la particolaredisciplina del restauro e della conservazione di questiluoghi soggetti ad evoluzione e degrado.

Con specifico riferimento ai temi della conserva-zione e del restauro, la Carta ribadisce il principio percui “Ogni intervento di manutenzione, conservazione,restauro o ripristino di un giardino storico o di unadelle sue parti deve tener conto simultaneamente ditutti gli elementi che lo compongono. Interventi sepa-rati potrebbero alterare l’armonia che li lega” (Art.10) e inoltre “Il giardino storico deve essere conserva-to in un contesto ambientale appropriato. Deve esserevietata qualsiasi modifica dell’ambiente fisico chepossa danneggiare l’equilibrio ecologico. Questi prov-vedimenti devono essere adottati per l’insieme delleinfrastrutture sia interne che esterne (canalizazzazioni,sistema di irrigazione, strade, parcheggi, recinti, depo-siti di guardianìa, di coltivazione, etc.)” (Art. 14).Relativamente al vivace dibattito sul tema della ripro-posizione di interi giardini andati perduti, la Carta diFirenze pone delle linee ferme per impedire abusi,ribadendo con forza che “Quando un giardino è total-mente scomparso o quando sui suoi stadi successivi sipossono fare soltanto delle congetture, allora non sipotrà intraprendere un ripristino valido dell’idea delgiardino storico. In questo caso l’opera, che si ispire-rebbe a forme tradizionali sul luogo dove probabil-mente era un antico giardino o dove un giardino pro-babilmente non era mai esistito, avrebbe i caratteridell’evocazione o della creazione, escludendo ogniqualifica di giardino storico” (Art. 17). Infine anche ariguardo delle forme e modalità di fruizione dei giar-dini storici viene sottolineato il principio per cui “Se ilgiardino storico è destinato ad essere visitato e percor-so, è chiaro che il suo accesso deve essere regolamen-

In ambito italiano, nel secondo dopoguerra, nono-stante una generalizzata indifferenza verso il tema delgiardino, l’orientamento in tema di restauro si è collo-cato su una linea di difesa scrupolosa di quanto tra-smesso dalla storia. Gli interventi, anche migliorativi,in senso compositivo e funzionale sono ammessi, pur-ché condotti nel rispetto dei principi della “riconosci-bilità” e “reversibilità” degli interventi, rinunciando aprivilegiare un presunto disegno originale (BelliBarsali, 1983; Giusti, 2004).

Le Carte sul restauroLe Carte sul restauro dei monumenti verdi costitui-

scono strumenti di fondamentale importanza, non soloper l’individuazione di linee operative di interventopiù opportune nelle diverse realtà, ma anche permeglio comprendere l’evoluzione teorica dell’approc-cio al tema. Al riguardo, occorre ricordare come laCarta di Atene sul restauro del 1931, cioè cin-quant’anni prima di quella di Firenze, consideravaancora i giardini e i parchi delle residenze storicheesclusivamente come c o r n i c i al monumento da valo-rizzare o restaurare (Cazzato, 1989).Successivamente, nel 1964, la Carta di Venezia, purestendendo il concetto di restauro dal singolo monu-mento ai centri storici, non aveva preso in particolareconsiderazione il giardino storico. Per trovare unprimo accenno ai giardini storici come monumentid’arte che necessitano di particolari attenzioni nellaconservazione e nel restauro, occorre attendere la suc-cessiva Carta del 1972 (Maniglio Calcagno, 2002). IlComitato internazionale dei giardini e siti storiciICOMOS-IFLA ha molto operato per incrementarel’interesse di studiosi, appassionati e tecnici delle pub-bliche amministrazioni sui temi del verde storico, evi-denziando la preoccupazione del progressivo degradoe possibile scomparsa di un patrimonio fragile e depe-ribile. L’azione del Comitato ha avuto inizio nel 1971con il primo Colloquio organizzato Fontainebleau inFrancia, cui sono seguiti con cadenza biennale altricolloqui, tra i quali particolare interesse hanno riscos-so quelli di Zeist in Olanda nel 1975 e di Firenze nel1981 (Cazzato, 1989).

Nelle raccomandazioni del primo Colloquio ICO-MOS-IFLA è già contenuto l’importante principio percui “Non è ammessa alcuna trasformazione architetto-nica o vegetale che sia contraria alla composizione delgiardino, anche se ritenuta necessaria per soddisfareparticolari esigenze del pubblico” e inoltre “I pianiurbanistici devono preservare l’ambiente dei giardinistorici conservando intorno ad essi degli spazi verdi edevono assicurare inoltre il rispetto di un’atmosferaadatta alla natura del luogo”.

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tato in funzione della sua estensione e della sua fragi-lità, in modo da preservare la sua sostanza e il suomessaggio culturale” (Art. 18) (Añòn Feliù, 2002).

È da ricordare, infine, anche l’apporto della Cartadi Napoli o Carta del Paesaggio (Mozione approvataal Convegno “La trasformazione sostenibile del pae-saggio”, FEDAP - AIAPP, Napoli, 8 ottobre 1999)che richiama la Carta di Firenze e inquadra il giardinonell’”organico raccordo coi connotati strutturali delpaesaggio culturale” (Art. 9).

Metodologia di studio del giardino storico finaliz-zata al restauro

È necessario evitare l’adozione di facili schemati-smi nell’approccio ai temi della conservazione e delrestauro del verde storico; è, infatti, oramai consolida-to il principio della complessità insita nel giardino,vero e proprio sistema di più unità interagenti tra loroche necessitano di soluzioni tecnico-progettuali speci-fiche. Appare, quindi, fondamentale acquisire il mas-simo delle conoscenze del sistema e delle sue singoleparti, guardando al giardino come un insieme di valori(Giusti 2004). Va ricordato, al riguardo, che il giardi-no storico costituisce una testimonianza culturalecomplessa per la sovrapposizione di interessi estetici,scientifici e tecnologici che nel corso della vita delmonumento verde hanno concorso alla sua creazioneed alle successive modificazioni. Esistono, in genera-le, obiettive difficoltà nella conoscenza con precisionedelle molteplici trasformazioni subite dall’insieme diun monumento verde, in relazione anche al fatto che igiardini sono sempre stati nei secoli luogo privilegiatodi coltivazione di nuove specie. Fondamentale per lostudio del giardino e per qualsivoglia intervento dimanutenzione, conservazione, riqualificazione edeventuale restauro nei casi di maggiore compromis-sione, sono certamente, oltre ad una completa e benorganizzata schedatura, il rilievo e la rappresentazionegrafica dell’area verde, nella quale riportare non solotutti gli elementi - architettonici, vegetali, idrici einfrastrutturali - che caratterizzano il giardino storico,ma anche il sistema orografico e i legami visivi e fun-zionali con il paesaggio che lo circonda e con le archi-tetture situate al suo interno (Maniglio Calcagno,2002). Il restauro del giardino storico, come chiara-mente affermato nella Carta di Firenze “dovrà essereintrapreso solo dopo uno studio approfondito che vadadallo scavo alla raccolta di tutta la documentazionerelativa al giardino e ai giardini analoghi, in grado diassicurare il carattere scientifico dell’intervento.Preliminare all’intervento stesso, questo studio dovràportare alla elaborazione di un progetto che sarà sotto-

posto a un esame e a una valutazione collegiale” (Art.15). L’impalcatura scientifica del progetto di restauroavrà come dati di base i contributi provenienti daglistrumenti tradizionali del rilievo diretto e di letturadelle fonti, accanto a quelli delle indagini archeologi-che e diagnostiche applicate ai diversi materiali mine-rali e viventi. Tali indagini, ancora poco diffuse nelrestauro dei giardini, potrebbero offrire nuove possibi-lità alla comprensione critica del monumento verde ealla messa a punto delle più corrette scelte progettuali,non necessariamente solo in funzione di ricostruzioniimitative del passato (Giusti, 2004). L’individuazionedelle trasformazioni verificatesi nel tempo a carico deigiardini storici risulta il primo atto in grado di fornireindicazioni sul divenire dei giardini stessi. Le espe-rienze di catalogazione nel settore del giardino storicoin Italia sono abbastanza recenti e non molto numero-se, con evidenti problemi di carattere metodologico,non ancora adeguatamente affrontati e risolti.Strumento indispensabile per procedere alla conoscen-za del giardino è la scheda che si prefigge come scopoquello di giungere ad un rilevamento il più possibiledettagliato di ciascuno dei giardini, considerati a tuttigli effetti porzioni significative del paesaggio locale(Belli Barsali, 1981a; Pozzana, 1989, 1994; MagnaniCianetti e Dinelli Demarco, 1984). L’esigenza di cata-logare la consistenza e lo stato di conservazione deigiardini e parchi storici italiani ha generato varimodelli di scheda. Dal primo tipo del 1978, l’IstitutoCentrale per il Catalogo e la Documentazione haprovveduto ad elaborare una nuova scheda divisa indue parti: la prima, contrassegnata dalla sigla PG -parchi e giardini - prevede la raccolta di tutte le infor-mazioni di base; la seconda, contrassegnata dalla siglaPG/B - botanica - contiene tutti i dati ambientali ed unallegato, articolato in colonne, sulla composizione flo-ristica dell’area verde. A questa metodica conoscitivasono seguiti specifici studi e catalogazioni, a volte dif-ferenti dal modello suggerito dal Ministero, attuate dauniversità e centri di ricerca. Nello specifico, partico-lare importanza riveste l’individuazione dei caratteridistintivi del giardino, mediante la raccolta di infor-mazioni quali: localizzazione (provincia, comune eindirizzo), riferimenti topografici, catastali e cronolo-gici, Autore, destinazione originaria, uso attuale, pro-prietà, leggi di tutela, quindi, la superficie, la fisiono-mia dell’area verde e le strutture architettoniche.Inquadramento ambientale e paesaggistico

La conoscenza degli elementi costitutivi dei giardi-ni non può prescindere dall’esatta comprensione dellarealtà territoriale in cui questi sono inseriti e in cui èavvenuta nel tempo la loro realizzazione. Grande inte-resse riveste, al riguardo l’esame paesaggistico soprat-

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tutto nelle aree rurali, dove il verde storico trova nellevisuali e nei lineamenti tipici del contesto agrario ele-menti di vitale importanza e di forte connotazione. Il“paesaggio rurale” si caratterizza per una varietà dicolture agricole, di boschi e di pascoli, gestitimediante specifiche pratiche, in stretto rapporto conl’ambiente naturale. La vegetazione, in questo ambi-to, rappresenta, indubbiamente, la componente preva-lente, risultando pertanto necessaria una approfonditaconoscenza dei molteplici fattori che a vario titolopossono influire sul suo divenire. I dati climatici, conriferimento sia all’andamento termico, sia alla piovo-sità, consentono di evidenziare mediante l’elaborazio-ne di appositi termoudogrammi i periodi di penuriaidrica per la vegetazione. Altri dati di grande interes-se nell’analisi paesaggistica, in relazione sia all’in-fluenza diretta sulla vegetazione, sia soprattutto sullamorfologia dei siti e sull’instabilità dei versanti, risul-tano quelli di carattere geologico (Mecella et al . ,1998). Ulteriori, informazioni possono essere reperitegrazie a carte tematiche specifiche, quali La cartadegli usi e delle limitazioni dei suoli, La carta dellavegetazione, ecc. Particolari affinamenti nella com-prensione dei paesaggi agrari possono, infine, giunge-re da un approccio di studio nuovo connesso all’ana-lisi ecologica dei siti, per valutare, in termini quantopiù possibile oggettivi, attraverso specifici indicatorisintetici, l’equilibrio delle relazioni esistenti tra le dif-ferenti componenti dell’ecosistema paesistico (Accatiet al., 2000).

Inquadramento storicoL’analisi storica del giardino è finalizzata alla rac-

colta di dati ed informazioni presso archivi pubblici eprivati, catasti, biblioteche e accademie, essendonumerosi e diversi i documenti utili per ricostruire lastoria e le vicissitudini del monumento verde, comemappe (fig. 4), disegni, scritture notarili, passaggi diproprietà, atti testamentari, lasciti, lettere, libri conta-bili, elenchi di piante, ecc. (Azzi Visentini, 1991).Grande importanza riveste, inoltre, la visita attenta edapprofondita dei giardini, potendo fornire, anchedopo prolungati periodi di incuria ed abbandono, pre-ziose informazioni circa l’impostazione originariadegli stessi. Frequentemente è, infatti, possibile trova-re tracce residue di cordoli, camminamenti, impiantidi raccolta, conduzione e smaltimento delle acque,supporti lapidei per i vasi, statue, così come ancheceppaie e radici di alberi ed arbusti, ecc. Il lavoro disintesi condotto sui dati e sulle informazioni raccolteconsente di delineare un quadro, talvolta anche moltopreciso, del giardino e delle trasformazioni verificate-si nel tempo, necessario per passare a definire inter-

venti operativi di conservazione o di restauro.L’applicazione allo studio dei giardini di tecnicheconvenzionali proprie dell’archeologia consente lamappatura dei minuti cambiamenti nel livello delsuolo per evidenziare le fondamenta dei sentieri, lebasi di costruzioni o statue, ecc.; persino le variazionidi densità dei profili del terreno, dovuti alle coltiva-zioni, possono aggiungere molte informazioni nonpercepibili sulla superficie, anche se l’archeologia ingrande scala è un’operazione assai costosa. La misu-razione della conducibilità elettrica può anch’essarivelare cambiamenti nell’umidità e densità del terre-no, fornendo indizi sulla posizione di sentieri e aiuoleda lungo tempo scomparsi (Vissac, 2005; Bisgrove,2002).

Fig. 4 - Le informazioni storiche rappresentano una preziosa fontedi documentazione per comprendere le trasformazioni dei giardinied individuare le soluzioni progettuali più valide negli interventi

di restauro (Archivio Privato dei Conti Provana di Collegno -Guarene - CN).

Fig. 4 - Historical data are an important source of documentationin order to understand the changes of the gardens and to find

valid solutions for garden restoration (Private Archive of CountProvana di Collegno - Guarene - CN).

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Materiale iconografico florealeLa disponibilità di materiale iconografico a tema

botanico, rappresentato da dipinti, affreschi, tele, stof-fe, arazzi e tappezzerie costituisce una preziosa oppor-tunità di approfondimento nello studio dei parchi egiardini storici, consentendo infatti una migliore com-prensione dell’evoluzione del gusto nel campo dellepiante ornamentali, ed una più affidabile datazionedelle introduzioni botaniche nelle singole aree di stu-dio. L’interpretazione del materiale iconografico pre-senta, tuttavia, non poche difficoltà, rendendosi sem-pre necessario un esame dettagliato da parte di storicidell’arte specializzati in campo botanico (TongiorgiTomasi e Tosi, 2002).

Documentazione fotograficaIl lavoro di rilievo contempla anche la fissazione

fotografica del giardino storico che rappresenta unprimo e indispensabile documento, una utilissimafonte d’archivio e, indubbiamente, uno strumento dicontrollo delle trasformazioni temporali e dei cambia-menti delle destinazioni d’uso dell’area verde. Ladocumentazione fotografica (fig. 5a e 5b), alla stessastregua della cartografia d’epoca, può infatti, rivelarsiestremamente utile nella esecuzione degli interventi direstauro (Bussadori, 1993). La fotografia rappresenta,inoltre, una delle modalità più pratiche ed immediateper trasmettere informazioni inerenti il giardino e ilcontesto paesaggistico in cui è inserito, potendo, quin-di, trovare un conveniente impiego in fase di divulga-zione dei risultati degli studi condotti. Grande interes-se rivestono in particolare le foto aeree, scattate aquote diverse ed in tempi differenti, grazie alle quali èpossibile ottenere informazioni preziose circa lamatrice territoriale, in cui il giardino si situa, e conse-guentemente le visuali principali e soprattutto le tra-sformazioni dell’intorno verificatesi nel tempo (Accatie Devecchi, 2002). La fotografia aerea, in particolarequando l’angolo basso di incidenza dei raggi solariaccentua le ombre gettate dalle piccole ondulazionidel terreno, può mostrare i resti di fondamenta, terraz-zamenti e stagni che sono virtualmente invisibili daterra. Le fotografie aeree prese in condizioni di tempoasciutto nel pieno dell’estate possono rivelare, in unprato apparentemente uniforme, un mosaico di areepiù marroni (dove un sottile strato di terra copre anti-chi sentieri e muri), aree di verde intenso (dove unavolta il terreno era coltivato in profondità per aiuole ebordure fiorite) e aree di verde medio di prato anticoed intonso (Bisgrove, 2002).

Rilievo topografico e rappresentazione graficaAccanto alla raccolta delle informazioni storiche e

Fig. 5a e 5b - Le fotografie d’epoca possono contribuire significa-tivamente alla comprensione dei monumenti verdi, anche grazie

ad un confronto con eguali vedute attuali (Giardino del Castello diGuarene - CN).

Fig. 5a e 5b - Old pictures can be an useful tool to understandgreen monuments, especially when compared with their present

sights (Garden of Guarene Castle – CN).

5a

5b

della documentazione d’archivio appare indispensabi-le una corretta conoscenza, completa da un punto divista tematico e significativa dal punto di vista metri-co, dell’insieme territoriale su cui i giardini e leimmediate pertinenze insistono, in modo da poter rea-lizzare “a tavolino” una opportuna modellizazionedello spazio progettato. Insostituibile risulta, al riguar-do, lo studio puntuale del sito per giungere a com-prendere il giardino rispetto, sia all’impostazione ori-ginaria, sia alle trasformazioni intervenute successiva-mente, attraverso un’opera meticolosa di interpreta-zione dei caratteri più significativi presenti e di quelliresiduali (Accati e Devecchi, 2002). Il rilievo, com-pleto e correttamente eseguito, dovrebbe registrareanche tutte le tracce latenti del precedente impianto,riscoprire antiche assialità, simmetrie e aperture pro-spettiche palesi o in parte celate da manomissioni odalla crescita eccessiva della vegetazione ed essere

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messo a confronto con la documentazione storica, ico-nografica e fotografica esistente, per offrire una lettu-ra completa del complesso nella sua evoluzione stori-ca. Questa non facile restituzione topografica del giar-dino dovrebbe consentire di comprendere come si èevoluta la vegetazione, come sono cambiati i rapportispaziali del complesso paesaggistico, quali sono letrasformazioni che lo hanno modificato seguendo lemode o le nuove teorie estetiche e quali sono state lepiù rilevanti manomissioni intervenute nel tempo(Maniglio Calcagno, 2002). Per il passato è spessonecessario accontentarsi di note storiche in prosa, dirappresentazioni pittoriche spesso alterate e poetica-mente idealizzate, di rappresentazioni prospettiche “avolo d’uccello” e di frammenti cartografici che pureappaiono importantissimi per interpretare corretta-mente l’impostazione iniziale dell’impianto, al fine dieliminare grossolane manomissioni o superfetazioni,reintegrare parti mancanti e risalire al progetto vegeta-zionale. L’evoluzione delle attrezzature topograficheporta oggi ad utilizzare teodoliti integrati (total sta-tion) e strumentazione GPS (Global PositioningSystem), grazie ai quali tutti i dati di misura possonoessere determinati, letti e memorizzati in modo auto-matico (fig. 6). Successivamente i dati possono esserescaricati dalle memorie degli strumenti e, medianteopportuni software, è possibile procedere all’unionegrafica dei punti topologicamente connessi, alla “puli-tura” interattiva della cartografia ed alla vestizionecartografica mediante l’inserimento della toponoma-stica, delle campiture, delle indicazioni riguardanti lespecie vegetali e delle consuete informazioni di corni-ce (Garnero e Devecchi, 1994). La rappresentazionedi un giardino si configura, quindi, come una specia-lizzazione del disegno architettonico, in relazione allanecessità di indicare graficamente la componentevegetale, soggetta tra l’altro ai dinamismi propri degliesseri viventi. In tempi recenti è emersa con forza l’e-sigenza di disporre di norme unificate che consentanodi produrre elaborati comprensibili e di facile letturadai diversi studiosi del settore (Giulini, 1998;Lemattre, 1998). E’ nata, in altri termini, la necessitàdi un riferimento convenzionale, soprattutto per quan-to riguarda la componente vegetale, in grado di tra-smettere nel modo più appropriato, semplice, elastico,comprensibile e gradevole le informazioni necessarie.La scelta della tecnica di rappresentazione più effica-ce dipende, comunque e sempre, dallo scopo per ilquale vengono redatti gli elaborati. Circa la simbolo-gia da utilizzarsi per la vegetazione usuale risulta larappresentazione delle piante delle diverse specie dilatifoglie con una circonferenza intera, (di diametroopportuno in funzione delle dimensioni della chioma)

e tratteggiata o frastagliata per indicare conifere epalme. La ricerca esasperata di forme diverse rendeestremamente complesso il disegno che, quindi, nonrisulta, poi, di facile comprensione. Più agevole, alriguardo, appare una numerazione progressiva dellespecie vegetali presenti nel parco, opportunamenteriportata in legenda. Per l’esatta individuazione di cia-scuna pianta nell’ambito di ogni specie vegetale(importante, ad esempio, nei rilievi dimensionali efitopatologici), è utile far ricorso all’aggiunta di unalettera dell’alfabeto al numero corrispondente allaspecie vegetale. L’esatta localizzazione del tronco puòessere ottenuta in fase di restituzione grafica con unacrocetta, indicante il centro ideale della pianta.

Il rilievo botanico Il rilievo della vegetazione, pur in presenza di dif-

ficoltà oggettive legate ai naturali processi di crescita,sviluppo e progressivo deperimento delle piante, è ingrado di fornire interessanti indicazioni relativamentealle forme di allevamento alle quali le piante furonosottoposte nel passato, soprattutto per quanto riguardale tecniche di potatura, utili per la scelta delle più con-venienti strategie gestionali e di restauro. I dati dicarattere botanico possono essere raccolti in appositeschede comprendenti: codici identificativi delle singo-le piante, famiglia, genere, specie e entità sottospecifi-che, portamento (arboreo, arborescente, arbustivo,erbaceo), provenienza (autoctono, alloctono), simbo-lo, quantità e nome volgare. L’inventario della vegeta-zione, riferito in modo puntuale alle diverse aree delgiardino, comprende anche indicazioni utili ai fini dieffettuare previsioni sulla durata delle singole piante.A tal fine è stata elaborata una scheda (Paoletti et al .,

Fig. 6 - Il rilievo topografico di un giardino storico è un’importan-te operazione preliminare per la definizione di un progetto direstauro (Giardino del Castello di Rocchetta Tanaro - AT).

Fig. 6 - The topographical survey of an historical garden is animportant preliminary work for a restoration plan (Garden of

Rocchetta Tanaro Castle - AT).

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2002), denominata PG/S (Parchi Giardini/Salute), cheha preso a riferimento precedenti schede fitosanitarieed ha incluso i fondamenti del Visual Tree Assessmente della normativa internazionale per la valutazione deidanni forestali. La scheda PG/S è sia uno strumentoinventariale, per consentire valutazioni sull’andamen-to dello stato fitosanitario nel tempo, sia uno strumen-to diagnostico speditivo, per prevenire o limitare ildanno così da conservare la buona funzionalità dellapianta. Il suo utilizzo è quindi possibile in due casifondamentali: durante il rilievo topografico e vegeta-zionale di un parco-giardino, oppure per alberi e arbu-sti di particolare pregio o in precarie condizioni disalute. Una volta compilate, le schede e l’allegata car-tografia devono essere esaminate da patologi/entomo-logi che possano emettere una diagnosi e stilare delleindicazioni curative oppure, in caso di incertezza,provvedere ad un ulteriore sopralluogo (Paoletti et al.,2002). Il rilievo botanico richiede anche misurazionidei diametri dei fusti effettuati ad una quota convenuta(pari ad un metro e cinquanta centimetri da terra),mediante l’utilizzo di cavalletto dendrometrico, edelle altezze delle chiome, mediante ipsometri.

Linee operative di intervento nel restauro

Dal punto di vista progettuale è importante ricorda-re che il restauro non è la mera sommatoria dei singoliinterventi, ma è il frutto di un disegno organico checonsideri l’unità del giardino e le interazioni con ilpaesaggio di cui fa parte. Lo stesso cantiere di restau-ro, come dimostrato da recenti esperienze a livello ita-liano ed europeo (tab. 1), appare un prezioso momentodi approfondimento e di verifica delle conoscenze sulgiardino, documento materiale della propria storia(Giusti, 2004).

Da un punto di vista operativo, il problema dellaconservazione e restauro dei giardini storici risultaparticolarmente complesso, perché in questi ambientila parte vegetazionale si integra e si compenetra con laparte monumentale, dando luogo a veri e propri museiall’aperto. E’ stato più volte correttamente affermatoche il giardino è un’opera d’arte vivente e, in quantotale, la sua conservazione ed il suo restauro non pos-sono prescindere dalle leggi biologiche del mondovegetale, pur non essendo possibile ignorare le rifles-sioni più generali sulla tutela dei beni culturali. Il giar-dino, infatti, è luogo mutevole, che si modifica in rela-zione alle diversificate dinamiche che coinvolgono lecomponenti materiche, naturali e artificiali, la lorocompatibilità, i diversi tempi e fattori di alterazione(Giusti, 2004). Invero, non esiste alcun manufatto odopera d’arte che subisca trasformazioni nel tempo

analoghe a quelle che avvengono nel giardino, con-nesse alla componente vegetale soggetta alle leggidella crescita e della senescenza: le piante, infatti, cre-scono e muoiono (Bisgrove 2002). Il giardino, inoltre,muta nelle diverse ore della giornata e cambia conl’alternarsi delle stagioni (Belli Barsali, 1981b).

Una delle problematiche relative al restauro vege-tazionale dei giardini storici è la sostituzione degliesemplari morti o senescenti con specie e cultivar ori-ginarie spesso non più reperibili in commercio. Uncorretto restauro dei giardini storici deve, infatti, esse-re effettuato con piante dotate di caratteristichemorfologiche corrispondenti alle varietà originaria-mente scelte in relazione all’architettura dei giardinistessi (Chiusoli et al., 2002). Nel tempo, l’introduzio-ne di nuove entità botaniche, erbacee e legnose, disvariata provenienza geografica ha comportato la tra-sformazione del paesaggio vegetale soprattutto in ter-mini di forme e di cromatismi stagionali, La fitocro-nologia è un importante strumento di lavoro negliinterventi progettuali e gestionali sugli spazi verdi,con particolare riferimento al restauro dei giardini sto-rici (Maniero, 2000). Al riguardo, un attento studiodelle piante usate in Italia in passato potrà evitareerrori grossolani nel restauro, paragonabili, ad esem-pio, in architettura alla sostituzione della pietra serenadi colonne e cornici di una facciata fiorentina con iltravertino (Belli Barsali, 1975). Non sono ammissibiliinterventi sul verde storico, operati al di fuori di unaaccurata documentazione, ciò traducendosi inevitabil-mente in acritiche alterazioni o manomissioni. Diesse, un esempio frequente è dato dalla sostituzione disiepi di bosso (Buxus sempervirens) con piante diligustro (Ligustrum ovalifolium) (Nicoletti e Catalano,1978). Il prato, anche se oneroso da mantenere costi-tuisce una presenza insostituibile, in quanto apre eallontana gli orizzonti, consente una piena percezionedella luce del sole, sprigionando sentimenti che con-trastano con quelli di languida oppressione determina-ti dai percorsi misteriosi e freddi del bosco.

Taluni esemplari arborei ed arbustivi, collocati dalprogettista come punto di riferimento prospettico oscenografico per i loro effetti essenzialmente estetici,sono maggiormente esposti di altri a traumi o deperi-mento per delicatezza intrinseca o per maggiore espo-sizione ai colpi di vento e ai fulmini. La loro morte,comportando una perdita non irrilevante da un puntodi vista estetico richiede una pronta sostituzione conesemplari della medesima specie e cultivar e, possibil-mente, di dimensioni apprezzabili (Wright, 1991).Una problematica di non trascurabile importanza intempi recenti è rappresentata nei parchi e giardini sto-rici dall’inquinamento atmosferico, soprattutto in

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Giardino storico Epoca del restauro Autore e/o Promotore

Vaux-Le-Vicomte (Francia)

Villandry (Francia)

Sceaux (Francia)

Charlotteburg (Germania)

Hampton Court - Privy Garden(London - Gran Bretagna)

Montacute (Somerset - Gran Bretagna)

Hidcote (Gloucestershire - GranBretana)

Ham House (Surrey - Gran Bretagna)

Stourhead (Wiltshire - Gran Bretagna)

Stowe (Buckinghamshire - GranBretagna)

Het Loo (Apeldoorn - Olanda)

Peterhof (San Pietroburgo - Russia)

Jardin del Barranco (Palacete de laMoncloa - Spagna)

El Capricho (Almeda de Osuna -Spagna)

Monforte (Valencia - Spagna)

Real Jardin Botanico (Madrid - Spagna)

Villa La Gamberaia (Settignano; Prov.Firenze - Italia)

Villa Corsi Salviati (Sesto Fiorentino;Prov. Firenze - Italia)

Villa I Tatti (Firenze - Italia)

Reggia di Colorno (Prov. Parma -Italia)

Reggia di Venaria Reale (Prov. Torino- Italia)

Dal 1876*; dal 1909**

1908-1918

1930-1934; dal 1970

1952-1968

1991-1995

1931

Dal 1948(acquisizione)

Dal 1975

In corso

In corso

1970-1984

1945-1947

1920-1921

1942

1942

1980-1981

Dal 1896*** (proprietà Ghyka);1955 (proprietà Marchi)

1907-1935

1910-1925

Dal 1978

Dal 1998, in corso

Elie Laîné*; Achille Duchêne**

Javier de Winthuysen

Département des Hauts-de-Seine

Margarete Kühns

Famiglia Reale Britannica

National Trust

National Trust

National Trust

National Trust

National Trust

René Pechère e altri

Ispezione Nazionale dei Monumenti di Leningrado

Javier de Winthuysen

Javier de Winthuysen

Javier de Winthuysen

Leandro Silva

***Charle Platt (architetto), ***Principessa Ghyka (proprietaria)

Giulio Guicciardini Corsi Salviati (proprietario)

Cecil Pinset

Ermenegildo Spagnolli; Provincia di Parma; Comune di Colorno

Libidarch Architetti Associati (A. Mascardi, E. Ceretto, W.Mazzella), M. Pozzana, D. L. Jacques, F. Trinca, E. vonNormann, C. Volpiano, FIAT Engineering; CoordinamentoSopraintendenza per i Beni Architettonici e il Paesaggio delPiemonte

Tab. 1 - Interessanti esempi di restauro di giardini storichi effettuati in Europa.Tab. 1 - Interesting examples of historical garden restoration in Europe.

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ambito urbano, che comporta la moria o il progressivodeperimento di esemplari arborei anche monumentali,soprattutto tra le conifere. Emblematica, al riguardo,appare la repentina e preoccupante scomparsa di abetie pini dai giardini storici (Picea excelsa, Pinus spp.,Abies spp., ecc.) con la sola eccezione, per ora, deicedri (Cedrus libani, C. deodora e C. atlantica) chemanifestano una maggiore tolleranza agli inquinantiambientali. In questi casi, accanto ad interventi agro-nomici di sostegno delle piante, quali concimazioni,irrigazioni e tempestivi interventi fitosanitari, risultanecessario orientare la scelta delle sostituzioni, ovepossibile, verso specie vegetali maggiormente resi-stenti. Analogo è il caso di gravi fitopatie a carattereepidemico, quali la grafiosi dell’olmo C e r a t o c y s t i su l m i, il cancro del cipresso Seiridium cardinale, ilcancro corticale del castagno C r y p h o n e c t r i a(Endothia) parasitica, ecc. che possono essere affron-tate attualmente mediante la messa a dimora di cloniresistenti, specificatamente selezionati a questo scopo(Raddi e Panconesi, 1981), oppure mediante l’impie-go di specie vegetali simili a quelle a rischio, come adesempio l’Ulmus pumila, l’olmo siberiano, maggior-mente resistente alla grafiosi, rispetto all’olmo nostra-no (Ulmus campestris). Una problematica non infre-quente è anche rappresentata dalla chiusura delle vistee delle prospettive, a seguito di una eccessiva crescitadella vegetazione, tale da impedire la percezione dellaprofondità, dei colori e dei contrasti, con un danno peril parco non solo visivo ma anche psicologico, venen-do meno il messaggio profondo del giardino e le occa-sioni per stimolare sentimenti ed emozioni. In talieventualità l’effettuazioni di corrette e programmatepotature, rispettose dell’integrità dell’architetturadella chioma della pianta e della capacità di comparti-mentazione delle lesioni, può consentire nel tempouna riproposizione del giardino nello spirito del suoideatore (Accati e Devecchi, 1994). Un problemagrave e ricorrente nei parchi storici è rappresentatodalle specie infestanti, anche arboree, del tutto estra-nee al disegno originale i cui semi sono stati portatidal vento o dagli uccelli, come alcuni aceri A c e rnegundo, A. platanoides, A. pseudoplatanus, l’ailantol ’Ailanthus altissima, la Broussonetia papyrifera, iligustri Ligustrum sp., il sambuco Sambucus nigra , larobinia Robinia pseudoacacia, il lauroceraso P r u n u slaurocerasus, ecc. Si tratta di un inquinamento casua-le, molto frequente in ambienti antropizzati, a diffe-renza degli ecosistemi naturali.

Talvolta può risultare modificato il contesto terri-toriale, in cui il giardino fu realizzato, a seguito dellacostruzione di fabbriche, linee elettriche, serbatoi perl’acqua o facciate sgradevoli di edifici vicini, tali da

mutilare importanti visuali. Occorre, al riguardo,intervenire per nascondere e coprire tali immagini stri-denti, mediante il ricorso a piante fastigiate dotate diun rapido accrescimento oppure a piante rampicanti.Grande utilità rivestono al riguardo specie qualiQuercus robur cv Fastigiata, Populus nigra v a r .I t a l i c a, Carpinus betulus cv Fastigiata, ecc. In ognicaso, essenziali risultano tutte quelle azioni volte aconservare a ville e giardini un intorno appropriato,escludendo la possibilità che un giardino sopravviva,ma risulti devitalizzato il rapporto con il suo intorno.

Il restauro, perciò, più che consistere in un ripristi-no impossibile, deve essere affrontato con un altroocchio: si tratta, infatti, di un equilibrio tra colori,linee, volumi e proporzioni che rispettino o interpreti-no o magari ricreino l’antica armonia originaria o sal-vino l’attuale nuova fusione di elementi. Un giardinodi ispirazione romantica va mantenuto con la suaatmosfera libera e con l’asimmetria dei suoi pieni,vuoti, linee, ombre e colori, né vi andrebbe inseritoalcun elemento regolare, lineare, come strade diritte,piscine, campi da tennis, chioschi di cemento o pota-ture dalla linea rigida. Nel restauro del giardino all’i-taliana è meglio evitare piante che trasbordino dalleregolari siepi o le soffochino o violente macchie dicolore. Il giardino storico, come miracolosamentearrivato sino a noi, anche se amputato e alterato, è unseguito di espressioni, di gusti, di mode, di esperimen-ti botanici che occorre studiare, rispettare e “leggere”come un palinsesto (Pasolini dall’Onda, 1975).

Frequentemente allo scopo di generare un sostegnofinanziario indispensabile per il restauro, il giardinoviene aperto al pubblico. Al posto delle necessità diuna famiglia aristocratica e di qualche festa privatagiungono spesso gruppi numerosi di visitatori. Neigiardini più piccoli e ricchi di piante, tali modalità difruizione comportano anche il compattamento del ter-reno, bordure calpestate, furti selettivi di piante ed unaperdita dell’intimità domestica e della tranquillità cherappresentavano il carattere prevalente del luogoprima che fosse aperto al pubblico (Connel, 2005).

Il restauro e la gestione dei giardini storici inambito europeo

L’esperienza franceseIn Francia l’interesse suscitato dalle tematiche ine-

renti il verde storico ha consentito negli ultimi anni ilraggiungimento di apprezzabili risultati, in particolareper la realizzazione dell’inventario dei giardini e perl’esecuzione di diversi interventi di restauro(Christiany, 2002), tra i quali certamente spicca quellocondotto nel parco di Versailles. La tutela e la valoriz-

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zazione del verde storico costituisce oggi per gli isti-tuti di ricerca, come l’Ecole Nationale Supérieured ’ A r c h i t e c t u r e , l’ Ecole Nationale Supérieured ’ H o r t i c u l t u r e di Versailles e l’Ecole NationaleSupérieure du Paysage di Versailles e per gli altri enticompetenti, come la Societé Nationale d’Horticulturede France di Parigi, un’importante tematica di studio.Soltanto negli ultimi anni, però, si è cercato di confe-rire un’omogeneità a tale settore: in particolare, lericerche francesi si sono concentrate sul cosiddetto“Jardin à la Française”, tipica espressione della cul-tura sei-settecentesca.

La realtà tedescaAl pari di molti altri paesi nord e centro-europei, la

Germania non ha posseduto in passato un proprio stiledi giardino, tuttavia le tradizioni locali hanno dato ori-gine a realizzazioni di grande valore grazie ad unaparticolare ed originale interpretazione dei modelli aiquali si ispiravano. La ricerca sul giardino storico,oggi, sta diventando in Germania un importante temadi studio, come dimostrano i periodici “Garten undl a n d s c h a f t” e “Die Gartenkunst” che annualmenteproducono una ampia bibliografia di tutti gli studipubblicati sull’argomento. Il giardino storico vieneampiamente studiato presso diverse sedi universitarie,quali la Technische Universitat di Dresda el’Università di Kiel, nonché presso altre istituzionicome la Hochschule der Kunste a Berlino e laF a c h h o c h s c h u l e di Wiehenstephan. Attualmente, ilproblema della conservazione e restauro viene affron-tato attraverso specifici ed attenti programmi basatisulla ricerca storica, commissionati sia dalla pubblicaamministrazione (comuni, ministeri), sia da privaticittadini. Una peculiarità della situazione tedescaodierna, a livello di discussione teorica, resta il dibat-tito sempre aperto sulla relazione che si instaura tragiardino e paesaggio, che rende la Germania una fonteautorevole di studi in merito (Campra, 2003).

L’esempio inglese Il tema della conservazione e restauro dei parchi e

giardini storici, in Inghilterra, si caratterizza per unapproccio indubbiamente pragmatico che ha consenti-to nel corso degli anni il mantenimento in buone con-dizioni di un ingente numero di parchi e giardini stori-ci, anche grazie alla presenza di numerose istituzioniimpegnate in questo settore. Al riguardo, un ruolo diprimo piano è svolto dal National Trust, istituito nel1895 e che attualmente possiede e gestisce più di 200parchi e giardini storici. A titolo esemplificativo dellafilosofia adottata negli interventi di restauro particola-re interesse riveste il caso del parco di Stourhead nel

Wiltshire (fig. 7). Le linee programmatiche, pubblica-te nel 1981 dopo lunghi dibattiti e consultazioni,hanno addirittura stabilito la gestione del giardino peri futuri cent’anni, riconoscendo l’importanza dellemolteplici stratificazioni esistenti. Operativamente siè ritenuto utile restaurare il paesaggio classico origi-nale (1720-1740), procedendo alla rimozione dellavegetazione priva di particolare interesse storico,messa a dimora in epoche successive e in contrastocon l’idea progettuale del XVIII secolo. Nel caso,invece, delle numerose splendide conifere del XIXsecolo, gli alberi sono stati conservati, evitando tutta-via la loro sostituzione alla fine del ciclo vitale.All’opposto, nel caso delle conifere formanti il tene-broso accesso alle grotte e simboleggianti il mododegli Inferi, è stata prevista, non solo la loro conserva-zione, ma anche una attenta gestione e rinnovo, invirtù del loro significativo contributo alla storia delparco nel XVIII e XIX secolo.

Tra le altre istituzioni inglesi dedite alla conserva-zione e restauro del verde storico possono esserericordate: The Garden History Society, fondata nel1965, che ha posto le fondamenta per la creazione delRegistro Nazionale dei Parchi e dei Giardini Storici;The English Heritage, proprietario di molte tenute divalore storico, compresi numerosi giardini, costituitonel 1983 e che distribuisce contributi del Fondo delleLotterie per il Patrimonio per il restauro di giardini;The National Council for the Conservation of Plantsand Gardens, fondato nel 1978, le cui attività sonoconcentrate principalmente sulle piante minacciate di

Fig. 7 - Il National Trust promuove attivamente la conservazionee la salvaguardia dell’ingente patrimonio di verde storico in GranBretagna e sta conducendo un complesso e ambizioso programma

di restauro del giardino paesaggistico di Stourhead (Wiltshire).Fig. 7 - The National Trust promotes the conservation and safe-

guard of the rich patrimony of historical gardens in Great Britainand it is carrying out the ambitious restoration program of

Stourhead garden (Wiltshire).

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estinzione. Tutte queste organizzazioni ed attivitàhanno stimolato l’interesse del pubblico verso i parchie i giardini storici e questo ha, a sua volta, incoraggia-to l’appoggio politico e finanziario (attraverso bigliettid’ingresso, quote associative, ecc) per la gestioneordinaria ed ulteriori restauri e acquisizioni (Bisgrove,2002).

Conclusioni

I giardini sono soggetti ad un incessante processodi mutamento, tuttavia mentre esiste una storia delrestauro dei materiali lapidei, è ancora carente quelladel restauro della materia vegetale. Assistiamo allanascita, crescita, maturità e senescenza della vegeta-zione sottoposta ad avversità climatiche quali fulmini,gelate, gravi patologie e alla diffusione di infestantiche hanno modificato il volto di alcuni giardini ehanno avuto effetti dirompenti sulla vegetazione.Queste considerazioni appaiono particolarmente veresoprattutto nel caso delle architetture vegetali, ele-menti di arredo straordinariamente suggestivi, ma altempo stesso fragili e bisognosi di costanti cure edattenzioni.

I problemi della conservazione e della gestione deigiardini storici sono attualmente nel nostro Paesegravi, trattandosi di monumenti la cui componentenaturale rischia di deperire in un brevissimo lasso ditempo sotto la minaccia dell’incuria e dell’abbandono.L’inadeguatezza degli strumenti di salvaguardia e lamancanza di azioni mirate di tutela attiva sono lacausa prima del progressivo degrado dei giardini. Unmotivo di speranza è indubbiamente rappresentato dalcrescente interesse verso tali tematiche a livello acca-demico, ma anche tra figure professionali, quali gliagronomi e i forestali, un tempo solo sporadicamenteoperanti nel campo della gestione e del restauro deigiardini storici. Compito di agronomi e forestali èabbattere, sostituire, curare e potare le piante, ma solodopo una indispensabile e perfetta conoscenza delgiardino che può derivare da una stretta collaborazio-ne con altri professionisti, cosicché più competenzelavorino insieme in una ricerca corale. In tal modo, ilfine del restauro non sarà quello della mera conserva-zione, ma la capacità di suscitare le stesse sensazionied emozioni volute dal progettista e destinate al com-mittente, ai suoi ospiti e alla sua discendenza.

Riassunto

Il giardino è un luogo privilegiato di sperimenta-zione del senso artistico e dell’ingegno progettuale diogni civiltà. Il tema della conservazione e del restauro

dei giardini storici è complesso, perché in essi la com-ponente vegetale si integra con quella architettonica.Conservazione e restauro non possono prescinderedalle leggi biologiche del mondo vegetale e dalleriflessioni inerenti la tutela dei beni culturali. A taleproposito, un’importante riferimento è costituito dallaCarta di Firenze ICOMOS-IFLA. Fondamentaleimportanza rivestono per ogni intervento: la schedatu-ra; il rilievo dell’area e della vegetazione; l’esame deilegami con il paesaggio, la raccolta delle documenta-zioni e informazioni storiche.

Parole chiave: giardino storico, conoscenza, salva-guardia, valorizzazione, schedatura, restauro vegeta-zionale.

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