Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

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Gennaio 2015 1865-2015, firenze tra passato e futuro Editoriale la città di ieri che diventa quella di domani Matteo Francini I n riva all’Arno sorge un nuo- vo anno. E il cambio di ca- lendario è sempre il momento migliore per tracciare un bilan- cio e guardare prima indietro e poi avanti. Mai come stavolta. Perché passato e futuro si fon- dono come non mai nel 2015 appena iniziato, ricco di eventi in arrivo ma anche di ricorren- ze. La prima, e più importante, è quella dei centocinquant’anni dalla proclamazione di Firenze capitale. PAGINE 10-11 SEGUE A PAGINA 23 U no sguardo indietro e uno avanti. Firenze è entrata nel nuovo anno con una serie di appuntamenti già segnati in agenda: lo sbarco in città di Papa Francesco e l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo su tutti. Ma non solo: ecco una “guida” al 2015 in città. Città che avrebbe potuto essere (molto) diversa se nel 1865 non fosse diventata capitale del Regno d’Italia, con tutte le trasformazioni connesse: oggi, centocinquanta anni dopo, si ri- corda e si celebra quel momento storico. S. Wiedenstritt - L.V. Zarrilli PAGINE 8-9 PAGINA 14 viaggio nel mondo di botteghe e artigiani Il punto sulle imprese attive in città. E c’è chi guarda avanti e si reinventa il lavoro. cabine e mercatini, i luoghi d’altri tempi “Le strade di mister Mkovitch”, su Il Reporter un racconto a puntate PAGINA 18 PAGINA 21 dodici mesi, tanti infortuni V iaggio a ritroso nel 2014 viola, caratterizzato da un’infermeria affollata di attac- canti e da quella finale di Coppa Italia da cancellare. Dentro e (so- prattutto) fuori dal campo. Fiorentina Distribuito da Formula Direct simply www.ilreporter.it il giornale del tuo quartiere Periodico d’informazione locale. Anno IX n.1 del 5 gennaio 2015. N° reg 5579 del 17/05/2007 Tribunale di Firenze. Iscrizione al Roc 23957. Spedizione in a.p. Contiene I.P. Prezzo di copertina euro 0,10. Distribuito da NEXIVE S.p.A. Centro Storico Porta Romana San Jacopino Firenze Quartiere 1 dall’oltrarno alla stazione, tutte le novità Piazza del Carmine pedonale, via Nazionale “al contrario”: ecco come cambia il centro Progetti PAGINE 2-3 in giro tra le strade dai nomi “equivoci” Piazza della Passera ma non solo: “viaggio” alla scoperta delle targhe più curiose del centro. PAGINA 7 san lorenzo, dove si spostano i banchi PAGINA 4 Anno IX Ed. 1 AFFITTO POSTI AUTO MOTO CICLI VIA F. VERACINI, 26 PER INFO: 333/4382994 BLU GARAGE La famiglia italiana della frutta

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Gennaio2015

1865-2015, firenzetra passato e futuro

� Editoriale

la città di ieriche diventaquella di domani

Matteo Francini

In riva all’Arno sorge un nuo-vo anno. E il cambio di ca-

lendario è sempre il momento migliore per tracciare un bilan-cio e guardare prima indietro e poi avanti. Mai come stavolta. Perché passato e futuro si fon-dono come non mai nel 2015 appena iniziato, ricco di eventi in arrivo ma anche di ricorren-ze. La prima, e più importante, è quella dei centocinquant’anni dalla proclamazione di Firenze capitale.

☛ pagine 10-11

☛ SegUe a pagina 23

Uno sguardo indietro e uno avanti. Firenze è entrata nel nuovo anno con una serie di appuntamenti già segnati in agenda:

lo sbarco in città di Papa Francesco e l’apertura del nuovo museo dell’Opera del Duomo su tutti. Ma non solo: ecco una “guida” al 2015 in città. Città che avrebbe potuto essere (molto) diversa se nel 1865 non fosse diventata capitale del Regno d’Italia, con tutte le trasformazioni connesse: oggi, centocinquanta anni dopo, si ri-corda e si celebra quel momento storico.

S. Wiedenstritt - L.V. Zarrilli

☛ pagine 8-9

☛ pagina 14

viaggio nel mondodi botteghe e artigianiIl punto sulle imprese attive in città. E c’è chi guarda avanti e si reinventa il lavoro.

cabine e mercatini,i luoghi d’altri tempi

“Le stradedi mister

M� kovitch”,su Il Reporterun racconto

a puntate☛ pagina 18 ☛ pagina 21

dodici mesi,tanti infortuniViaggio a ritroso nel 2014

viola, caratterizzato da un’infermeria aff ollata di attac-canti e da quella fi nale di Coppa Italia da cancellare. Dentro e (so-prattutto) fuori dal campo.

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Centro StoricoPorta RomanaSan Jacopino

FirenzeQuartiere 1

dall’oltrarnoalla stazione,tutte le novitàPiazza del Carminepedonale, via Nazionale“al contrario”: eccocome cambia il centro

Progetti

☛ pagine 2-3

in giro tra le strade dai nomi “equivoci”Piazza della Passera ma non solo: “viaggio” alla scoperta delle targhe più curiose del centro.

☛ pagina 7

san lorenzo, dovesi spostano i banchi

☛ pagina 4

Anno IXEd. 1

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Dodici gennaio, piazza del Carmine diventa pedonale. O meglio, lo diventano la sua

parte centrale e l’area di fronte alla basilica. Un punto di par-tenza per il rilancio comples-sivo dell’Oltrarno? È ciò che ha annunciato l’amministrazione e che auspicano le venti real-tà autrici del “manifesto per la viabilità dell’Oltrarno”, ovvero le associazioni via Maggio (co-ordinatrice), In Piazza (piazza della Passera), Ponte Vecchio, i centri commerciali naturali Boboli e San Frediano, il centro di documentazione San Nicco-lò, il circolo Arci San Niccolò, i comitati residenti Oltrarno, Borgo San Jacopo, San Niccolò, Toscanella, via de’ Barbadori, via de’ Coverelli e Presto di San Martino, Confesercenti Firenze, il conservatorio San Pier Mar-tire, l’Eton College, Fratellanza Militare, laboratorio Inoltrarno, La Cité e la Scuola Arti Orafe. Tra i punti del manifesto accolti dall’amministrazione si trovano il no ai bus turistici, le linee 36 e 37 fuori dalle mura, il rifacimen-to di molte strade e marciapiedi, la ztl come nel resto del centro storico (24 ore da aprile a otto-bre), i pilomat in San Niccolò. “Siamo soddisfatti, ma quello del Carmine non deve essere un progetto spot, bensì la base per

una riqualificazione comples-siva – spiegano i referenti delle associazioni – ci vorrebbero più controlli per la ztl, e per questo c’è bisogno di una porta telema-tica in borgo San Jacopo, per il rispetto del limite di velocità di 30 km/h, soprattutto in strade come via dei Serragli, via Ro-mana e via Maggio, e per i par-cheggi, che sarebbero sufficienti anche con la pedonalizzazione della piazza se fossero utilizzati realmente da chi ha il permesso”. Dal comitato Oltrarno Futuro, invece, viene espressa “soddisfa-zione per la rinuncia al progetto del parcheggio interrato in piaz-za del Carmine, apprezzamenti positivi per la scelta di limitarsi a una pedonalizzazione parziale”, ma anche “preoccupazione per l’uso a cui sarà destinato lo spa-zio”. E poi c’è chi dice no, come i promotori di una petizione, dif-fusa in molti negozi della zona, in cui si chiede la sospensione del progetto di pedonalizzazione perché, si legge, “la popolazione ha bisogno di trovare parcheggio vicino a residenza e posto di la-voro anche per la mancanza di trasporto pubblico”, mentre con la piazza libera c’è il timore di “un incremento di dehor, attivi-tà rumorose, degrado e disturbo della quiete”. Di Oltrarno si par-lerà questo mese in un consiglio di Quartiere aperto alla citta-

dinanza. “La pedonalizzazione è un’ottima idea, ne guadagna chi vive e lavora qui – sostiene Maurizio Sguanci, presidente del Q1 – bisogna però pensare a che tipo di piazza vogliamo e lavo-rarci, per evitare che diventi un luogo appetibile per quella mo-vida dannosa che il Comune cer-ca giustamente di combattere”.

Da questo mese via le auto dal centro della piazza: scatta la pedonalizzazione

Focus

una strada, tante idee:l’impegno di via maggio

Una galleria d’arte contem-poranea e un laboratorio

di design. Ancora nuove aper-ture in via Maggio. Qui le bot-teghe antiquarie e le altre atti-vità si sono riunite da tempo in un’associazione che promuove eventi ma che si impegna an-che sul fronte della riqualifi-cazione urbana. “Valorizzare e rilanciare un patrimonio artistico e culturale unico ma anche impegnarci sulla viabi-lità e sui problemi di questa zona così particolare”, sono gli obiettivi dell’associazione via Maggio, come spiegato dalla presidente Olivia Turchi. Tra le iniziative in ponte per il 2015 ci sono un progetto con il Fe-stival d’Europa per la libera circolazione dei beni culturali e un altro per l’antiquariato nell’ambito della Biennale.

piazza del carmine,e pedonalizzazione sia: riflettori accesi sull’oltrarno che sarà

Il centro che cambia/1

La “battaglia”

Sara Camaiora

tutti contro chi sporca

Quella del 2014 è stata un’estate “calda” in Oltrarno, tanto che a settembre anche il priore della basilica di Santo Spirito, padre

Antonio Baldoni, è sceso in campo puntando il dito contro l’inci-viltà di alcuni avventori della piazza. Suo il suggerimento di posi-zionare bagni chimici per evitare che gli angoli e i muri delle stra-de si trasformino in bagni, suggerimento che si è unito al coro dei residenti che, da tempo, lamentano queste mancanze di rispetto e che, con il gruppo su Facebook “Vogliamo i bagni chimici in Santo Spirito”, hanno raccolto trecento membri, progetto sul quale l’am-ministrazione sta lavorando. Da via Maggio a piazza del Carmine, sono tante le stradine e i vicoli “ideali” per fare pipì: e se questo fenomeno in inverno diminuisce (ma non sparisce), d’estate – vie-ne assicurato – raggiunge picchi altissimi. Chiara vive in via Santa Monaca e racconta che “giusto ieri ero tentata di fare un gavettone all’ennesima persona scoperta a fare pipì in via dell’Ardiglione: una volta ho anche invitato uno di questi incivili a suonare il campanel-lo per chiedere di usare il bagno”. Dopo i brutti gesti di fine settem-bre, con un gruppo di studenti Erasmus che ha trasformato Santa Maria Novella in una latrina a cielo aperto, l’amministrazione co-munale ha deciso di adottare, in accordo con la polizia municipale, pene più aspre per chi viene sorpreso a orinare in strada e contro i monumenti: dai 160 previsti si dovrà pagare una multa di 400 euro. Basterà? Forse no, ma sicuramente in molti ci penseranno due volte prima di farla sul sagrato di una chiesa. Per non ricevere una multa salata, o una secchiata d’acqua da Chiara.

C.N.

#Primo piano

L’obiettivoè che questosia il puntodi partenzaper il rilanciodel rione.Ma c’è anchechi dice noe promuoveuna petizione

2 | Gennaio 2015 Quartiere 1Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

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via nazionaleal contrario?novità in vistaalla stazioneIpotesi inversionedi marcia già dalla prossima primavera

Il centro che cambia/2

I progetti

Cantieri in arrivo, viabi-lità da rivedere. Per la zona intorno a Santa Maria Novella il 2015

si preannuncia ricco di novità. Partendo da una via Nazionale “al contrario”. Ma quali saranno le conseguenze di questa modifica, se verrà portata in fondo? Se lo stan-no chiedendo in molti, da quando il sindaco Nardella ha annunciato la possibilità di invertire il senso di marcia della strada, attualmente la principale via di collegamento per la stazione. Una soluzione al momento allo studio dei tecnici del Comune, nata dalla necessità di dover mettere mano alla via-bilità da e verso lo scalo di Santa Maria Novella in vista dei cantieri della tramvia. Una decisione che avrebbe sicuramente un forte im-patto su tutta la zona: per questo motivo i tecnici stanno valutando tutte le possibilità per la creazione di un’adeguata viabilità alternativa. L’inversione potrebbe diventare realtà già dalla prossima primave-ra, prima (e non contestualmente, come sembrava all’inizio) dell’av-vio dei cantieri per la linea 3 del

Sara Camaiora

La Palazzina Reale di S. M. Novella diventa la sede dell’Ordine degli architetti e della Fondazione architetti Firenze

una nuova vita per la palazzina reale

Le novità per l’area intorno alla stazione non finiscono qui. Nei primi mesi di questo 2015 la Palazzina Reale di Santa Maria

Novella diventerà la nuova sede dell’Ordine provinciale degli ar-chitetti e della Fondazione architetti Firenze: un immobile di pre-gio, anche questo, come il complesso della stazione, opera di Gio-vanni Michelucci, utilizzato finora sporadicamente ma in futuro destinato anche a ospitare eventi, workshop e tante iniziative. Qui davanti sarà allestita la passerella “kiss and ride”, un’area di sosta temporanea per chi accompagna o viene a prendere i passeggeri dei treni. Restyling in vista anche per piazza Adua: la pavimenta-zione in porfido verrà sostituita con asfalto, poiché l’intenso traf-fico di mezzi di ogni tipo – viene spiegato – non era più compatibi-le con la precedente conformazione e rischiava di creare situazioni di pericolo. Sarà inoltre allargata l’aiuola a verde tra l’ingresso del Palazzo dei Congressi e via Valfonda, eliminando il marciapiede accanto al muro del giardino del palazzo (con il transito pedonale che sarà garantito dal marciapiede esistente sul lato della piazza).

tram. Secondo i tecnici di Palazzo Vecchio, l’inversione comporte-rebbe una drastica diminuzione del passaggio di auto e scooter, con una riduzione di traffico e smog in una strada tradizionalmente “soffocata”, come denunciato più volte da commercianti e residenti, oltre che alle prese con altre pro-blematiche segnalate lungo la via e in tutta la zona di San Lorenzo, come quelle legate a sicurezza e sporcizia. Con il cambio di senso la strada destinata a diventare l’ac-cesso alla stazione è via Valfonda, che non ospiterà quindi soltanto i futuri binari della linea tramviaria, in un senso e nell’altro, ma anche una corsia per i mezzi privati. Ma le variabili di quest’operazione sono molte e altrettanto svariate sono le ipotesi al vaglio dell’ammi-nistrazione: resterebbe inalterata l’uscita del traffico da via della Sca-la, altra strada fortemente intasata, e dovrebbe essere invertito il senso di marcia anche in via Iacopo da Diacceto. Da chiarire ancora se l’inversione si debba fermare in piazza Indipendenza o, al contra-rio, proseguire fino a viale Lava-

gnini: allo studio l’idea di portarla avanti in modo da creare un asse di collegamento diretto tra stazione e viali. “L’inversione temporanea del senso di marcia in via Nazionale è una scelta funzionale ai cantie-ri in arrivo e utile a creare meno disagi in una zona che subirà di certo l’impatto dei lavori – spiega Maurizio Sguanci, presidente del Quartiere 1 – al momento è una possibilità che l’amministrazione sta studiando, è un’arteria di en-trata importante e bisogna quin-di studiare una viabilità nuova e adatta. Credo – aggiunge Sguanci – che possa essere una soluzione, a patto che venga cambiato senso di marcia anche in via Santa Caterina d’Alessandria fino a viale Lavagni-ni, altrimenti si andrebbe a creare un ‘tappo’ di traffico in piazza Indi-pendenza, ottenendo un risultato peggiore di prima”.

e i commerciantirestano in attesa

“Per ora è un punto inter-rogativo: potrebbe ave-

re un impatto molto positivo o molto negativo”. Alzano le braccia e aspettano di capire le evoluzioni i commercianti di via Nazionale, riguardo all’an-nunciata inversione di senso. “Credo che ci saranno diverse difficoltà”, ammette Franco dal suo negozio. “Per noi più che le macchine è il passaggio della gente a rappresentare un van-taggio: ma questa è una grande arteria, se si cambia il senso bisogna fare modifiche anche nelle strade intorno”, aggiun-gono da un bar. “Con l’inver-sione sarebbe meglio, chi viene dalla stazione porta più lavoro, arriverebbero subito i turisti”, sostiene un’altra esercente.

Le reazioni

#Primo piano

ORARI:Lun - Sab 9.30-12.30 15.00-19.00Lunedì mattina chiuso

OLu Lu

siamo anche a: SIGNA - PISTOIA - M. DI CARRARA

Gennaio 2015 | 3 Quartiere 1Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

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#Zoom

i banchi cambiano “casa”:il mercato si fa in dodiciDecisa la nuova collocazione dopoil trasferimento del gennaio scorso

dove batte ancorail cuore d’oltrarno

San Lorenzo si fa in dodici, alme-no per ora. È questo il numero delle nuove postazioni previ-ste per la ricollocazione dei 44

banchi che, esattamente nel gennaio dell’anno passato, traslocarono davanti al Mercato Centrale tra non pochi ma-lumori. Come deciso a dicembre dalla giunta comunale, restano libere piazza San Lorenzo, piazza Madonna degli Al-dobrandini e canto dei Nelli, dove non saranno ricollocati o aggiunti nuovi banchi, restano dove sono i tre banchi

di piazza Madonna degli Aldobrandini, sul lato opposto alle Cappelle Medicee, vengono stabilite nove postazioni in via Sant’Antonino, cinque in via dell’A-riento, due in piazza Salvemini, otto alla Loggia del Grano, due in piazzale Michelangelo, una in via Panicale, via Tosinghi e via del Proconsolo, sette nel-la zona di piazza della Repubblica (vie Orsanmichele, Speziali, Lamberti, Por-ta Rossa e Tosinghi), una nell’ex Borsa Merci e tre in piazza del Grano, men-tre gli altri posteggi restano in piazza

del Mercato Centrale. Soddisfazione è stata espressa dall’assessore Giovanni Bettarini: “Abbiamo lavorato molto per trovare una soluzione che mettesse in-sieme la nostra volontà imprescindibile di tenere libera piazza San Lorenzo, che deve rimanere ai fiorentini, e le esigenze commerciali degli operatori”, spiega. Ma non è finita qui. Per ora la suddivisione dei banchi si basa sull’attuale graduato-ria. Nel corso di quest’anno si conosce-rà l’organizzazione definitiva sulla base di una nuova graduatoria fondata sulla professionalità acquisita da ogni azien-da, secondo quanto stabilito dall’intesa Stato-Regioni del luglio 2012. “La deli-bera di giunta è un primo passo verso la risoluzione di questa situazione: dopo tante discussioni c’è qualcosa di concre-to ed è un ottimo segnale – dice Gianlu-ca Naldoni di Confesercenti – i passaggi successivi saranno la definizione di ul-teriori spazi e la nuova graduatoria che, per essere messa a punto, ha bisogno di tempi tecnici precisi, sia per l’ammini-strazione sia per i commercianti, che de-vono preparare atti formali precisi che attestino anzianità e ogni requisito utile. Siamo fiduciosi di poter definire il tutto nei primi mesi di quest’anno. Intanto – prosegue – abbiamo 44 posti stabiliti: attendiamo altre collocazioni, soprat-tutto per i banchi in piazza del Mercato Centrale, confidiamo che possano rima-nere lì non oltre una ventina”. E la “ri-voluzione San Lorenzo” non terminerà quest’anno: la conferenza Stato-Regioni ha fissato anche la scadenza definitiva delle attuali concessioni a maggio 2017, il che significa dover rimettere a gara le licenze degli ambulanti.

A Firenze c’è una Juventus molto amata. Non strabuzzate gli occhi, non stiamo parlando di calcio. Lo scorso novembre l’unione sportiva “Sempre Avanti Ju-

ventus” ha festeggiato i 110 anni di attività. La sua è una storia che nasce all’inizio del secolo scorso, tra avvicinamenti e fusioni con altre società sportive dell’epoca e alcuni cambi di sede, tra cui la chiesa sconsacrata di San Carlo in via Sant’A-gostino. È solo dopo la seconda Guerra Mondiale che la società si trasferisce – grazie all’ultima fusione – in un fabbricato in via della Chiesa, l’attuale palestra dei Nidiaci che ancora la ospita. Tante le storie che l’hanno vista protagonista in oltre un secolo di vita, tanti i successi di ragazzi e ragazze che con il pugilato, la lotta greco-romana, il brazilian jiu jitsu e la ginnastica artistica si sono formati. Il rione intorno è cambiato, ma la Sempre Avanti Juventus ha mantenuto nel tempo le caratteristiche e i principi sui quali è stata fondata. “In cento anni il quartiere è cambiato tantissimo – conferma a Il Reporter il presidente Leonardo Cherubini – si è persa forse quell’impronta forte di fiorentinità a causa della chiusura di attività storiche e botteghe artigiane, molti fiorentini hanno cambiato zona e l’Oltrarno si è trasformato sempre di più in un centro multietnico. Basti pensare a tutti i ragazzi che si allenano ai Nidiaci: cubani, sudamericani, giovani dell’Europa dell’est, ven-gono tutti accolti dalla società come amici. E questo è per noi un valore aggiunto”. “Sempre più c’è bisogno di far crescere insieme i ragazzi con amicizia, favorendo l’inclusione e l’integrazione – continua Cherubini – e lo sport in questo dà una grossa mano”. Dopo il restyling del 2007 con il risanamento di struttura e impianti, è prevista per l’inizio di quest’anno la conclusione dei lavori al tetto della palestra. “La Sempre Avanti Juventus è un pezzo della storia fiorentina – commenta l’as-sessore allo sport Andrea Vannucci – un luogo in cui si pratica attività sportiva all’insegna di impegno e passione, con un forte senso di comunità. Un punto di riferimento non solo per gli appassionati di boxe, lotta e ginnastica artistica, ma anche per la vita del quartiere: è uno dei più solidi cuori pulsanti dell’Oltrarno”.

Sara Camaiora

Carolina Natoli

San Lorenzo La società

Sono dodici le nuove postazioni previste per la ricollocazione dei banchi di San Lorenzo spostati nel gennaio dello scorso anno

L’unione sportiva “Sempre Avanti Juventus” ha festeggiato i centodieci anni di vita

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4 | Gennaio 2015 Quartiere 1Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

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L’alba di una nuova istituzione

I QUARTIERI PROTAGONISTI DELLA CITTÁ METROPOLITANA

PRECISAZIONE SULLA LUDOTECA NEL COMPLESSO NIDIACIll Presidente del Quartiere 1 Maurizio Sguanci precisa, in merito a quanto a� ermato da alcuni esponenti politici cittadini, che il Consiglio di Quartiere non ha deliberato nessuna vendita a privati del complesso Nidiaci, tra via della Chiesa e via dell’Ardiglione. Questo vale a maggior ragione per l’annosa questione della ludoteca i cui locali non sono di proprietà comunale.“La proprietà, dopo anni di stallo, ha fatto una proposta per sbloccare la situazione che si concretizza in una clausola � deiussoria. Se il Consiglio comunale -a� erma il Presidente Sguanci- all’atto dell’approva-zione del regolamento urbanistico dovesse destinare quei locali alla realizzazione di parcheggi privati, togliendo il vincolo di destinazione attuale, la proprietà s’impegna a realizzare a proprie spese una nuova ludoteca di 200 mq. su un terzo del terreno che essa stessa renderebbe al Comune come onere di ur-banizzazione. La nuova ludoteca naturalmente sarebbe interamente progettata dal comune. Qualora i lavori non venissero ultimati nei termini stabiliti (un anno dall’approvazione de� nitiva del Regolamento Urbanistico) il Comune potrebbe immediatamente riscuotere i 275 mila euro di � deiussione”. “L’alternativa -conclude il presidente del Q.1- è quella di andare incontro ad un lunghissimo contenzioso che, secondo l’u� cio legale del Comune, avrebbe poche probabilità di esito positivo”.

Le condizioni per un accordo con la proprietà

Con l’approvazione di un apposito emendamento allo Statuto della neonata ‘Città Metropolitana’cin-que quartieri � orentini sono diven-tati attori di primo piano di questa importante istituzione destinata a giuocare un ruolo fondamentale in settori chiavi della vita pubblica del territorio, quali l’urbanistica, i trasporti, le infrastrutture, la gestio-ne dei servizi, la valorizzazione dei beni comuni.È un risultato che premia e con-solida il ruolo fondamentale svol-to dai quartieri in questi ultimi decenni, quando si è dimostrato praticamente come la responsabi-lizzazione e il coinvolgimento delle circoscrizioni poteva andare ben al di là di un semplice decentra-mento amministrativo, ponendo

in una nuova prospettiva e, in un certo qual modo, capovolgendo il classico scenario della tensione dialettica tra centro e periferia. Un passaggio che i 5 presidenti di quartiere hanno giustamente sot-tolineato, commentando l’appro-vazione dell’emendamento. “I Quartieri entrano giustamente a far parte del funzionamento della Città Metropolitana, conferman-dosi come uno snodo nevralgico tra l’amministrazione comunale di Firenze, i cittadini ed i territori. Ci mettiamo da subito al servizio dell’e� cacia di questo ente, per su-perare i limiti dei con� ni comunali, a partire dal rapporto con i comuni contermini” hanno dichiarato con-giuntamente Maurizio Sguanci (Q.1), Michele Pierguidi (Q.2), Alfre-

do Esposito (Q.3), Mirko Dormen-toni (Q.4) e Cristiano Balli (Q.5). In che cosa consisterà concre-tamente il ruolo dei quartieri? Grazie alla modi� ca apportata all’articolo 17 dello Statuto i Pre-sidenti di Quartiere interverran-no alle sedute della Conferenza metropolitana dei Sindaci. Inoltre l’articolo 22 prevede che i Quar-tieri partecipino a pieno titolo alla formazione di accordi, convenzioni e altre forme di collaborazione tra Città metropolitana e Comuni del territorio sulla riorganizzazione e gestione comunale di servizi e fun-zioni. In� ne l’articolo 7 sancisce il ruolo dei Quartieri nella promozio-ne e delineazione delle “procedure partecipative”.

Presto il bando per l’assegnazione degli spazi

VARATA LA MAPPA DELLE POSTAZIONI PER L’ARTE DI STRADAVia libera della giunta alle nuove collocazioni per gli artisti di strada, con tante le novità nell’area Unesco da piazza Santo Spirito a San Lorenzo, � no a via Martelli e via Tornabuoni. Il regolamento approvato dal consiglio comunale nel marzo scorso aveva stabilito il principio generale della rotazione delle postazioni, puntando su de� nizione dei requisiti e qualità delle attività. Tre le tipologie previste: attività a ‘libero esercizio’, con possibilità di musica ampli� cata; attività senza am-pli� cazione (musica, mimo, madonnari, statue umane); attività espressive (pittori, scultori, fotogra� ). Gli artisti storici potranno rimanere nel posto d’elezione al massimo tre giorni a settimana e in caso di più richieste sulla stessa postazione sarà data priorità all’artista più giovane. L’assegnazione degli spazi avverrà per mezzo di due bandi pubblici.

Il dettaglio delle postazioni Piazzale degli U� zi (4 musica non ampli� cata, 1 mimo, 4 statue umane, 30 pittori, 1 scultore); Ponte Vecchio (1 a libero esercizio, 7 pittori); Piazza Santa Croce (2 a libero esercizio, 1 musica non am-pli� cata, 1 mimo, 18 pittori, 6 scultori); Piazza Santa Maria Novella (1 a libero esercizio, 1 musica non ampli� cata, 1 madonnaro, 2 fotogra� ); Piazzale Michelangelo (2 a libero esercizio, 10 pittori, 3 scultori, 3 fotogra� ); Piazza della Repubblica (1 a libero esercizio, 1 musica non ampli� cata, 1 mimo, 10 pittori); Via Lamberti (1 musica non ampli� cata, 1 pittore); Via Calimala (1 mimo, 3 madonnari, 1 statua umana, 1 scultore); Via Calzaiuoli (3 statue umane, 6 pittori); Via Roma (3 statue umane, 3 scultori); Via Santa Margherita (1 mimo); Piazza delle Belle arti (1 musica non ampli� cata, 1 scultore); Piazza San Loren-zo (6 scultori); Via degli Avelli (2 madonnari); Via Magliabechi (2 scultori, 1 fotografo); Piazza Santo Spirito (1 libero esercizio, 1 non ampli� cata); Piazza Duomo (30 pittori); Piazza Pitti (20 pittori); Piazza Madonna degli Aldobrandini (8 pittori); Via Martelli (1 libero esercizio); Piazza Strozzi (2 musica non ampli� cata); Via San Salvatore a Monte (1 musica non ampli� cata); Piazza del Mercato Nuovo (1 musica non ampli� cata); Via Tornabuoni (1 musica non ampli� cata); Piazza San Firenze (1 musica non ampli� cata, 1 mino); Piazza Salvemini (1 mimo); Piazza San Marco (1 mimo)

Educazione alla legalità

PRIMI PROVVEDIMENTI IN PIAZZA DEL CARMINE

E-mail: [email protected] .it

Novità in Oltrarno

In vista della pedonalizzazione dell’area centrale di fronte alla Ba-silica del Carmine, in programma a partire dall’11 gennaio, gli u� ci della mobilità hanno predisposto i provvedimenti preparatori alla nuova organizzazione della sosta e della viabilità nella zona. Dal 15 dicembre il parcheggio in piazza Cestello (80 posti) diventa ad uso esclusivo dei residenti men-tre vengono introdotte alcune modi� che per la viabilità nella zona con la riapertura al transito di via di Cestello. Cambia anche il senso di marcia in via del Piaggione (senso unico da piazza Cestello verso via del Tiratoio in modo che l’accesso sia consentito soltanto attraverso un itinerario sorvegliato dalla porta telematica di Borgo San Frediano) e in via del Tiratoio (nel tratto via del Piaggione-lungarno Soderini si circolerà da piazza del Tiratoio verso lungarno Soderini). Dal 17 dicembre sono scattati anche i primi provvedimenti a ridosso di piazza del Carmine: nella corsia di transito tra Borgo San Frediano e

IL Q.1 CON “LIBERA” CONTRO LE MAFIEIl 27 novembre all’Auditorium Flog del Poggetto è andato in scena l’evento conclusivo del progetto Cia.Li.La.Pi (acronimo per Ciad, Libia, Lampedusa, Pisa) promosso dal Quartiere 1 con l’associazio-ne Libera di Don Ciotti. Ad animare questo Concerto della Legalità la Bandabardò e altre tre band � orentine (Her, Contessa&the Squires e Marasma) che hanno suonato per i ragazzi partecipanti a questo importante progetto con le scuole � orentine per combattere la cultura ma� osa. Il progetto, cominciato nel 2010, è stato dedicato quest’anno ai temi legati all’immigrazione e in particolare all’abbattimento della � liera ma� osa che porta al coinvolgimento dei giovani immigrati in attività illegali. “Noi vogliamo invece che queste persone - a� erma il presidente Q.1, Mauri-zio Sguanci - siano accolte e diventino cittadini di Firenze, coi loro diritti e doveri”. Il presidente ha anche annunciato che il Q.1 sta lavorando per acquisire al più preso nuovi spazi per sale prove dedicati alle band emergenti � orentine, sull’esempio della ‘Sala Peppino Impastato’ nella zona di San Jacopino, da cui provengono le tre band protagoniste del concerto.

LAVORI STRADALI

Settecentomila euro per le strade del centro storico. È quanto ha stan-ziato la giunta comunale con due delibere relative a lastrico (300mila euro) e asfaltature (400mila euro).

Gli interventi sul lastrico riguarde-ranno piazzetta di San Martino, via Dante, via dei Coverelli, via del Presto di San Martino e via del Parioncino.

L’asfaltatura verrà invece eseguita in via Ridol� , viale Matteotti, viale Gramsci, sulla corsia preferenziale di via Maragliano e nei viali Machiavelli e Galilei.

Borgo Stella la sosta è riservata ai residenti Ztl settori A-B; nella corsia di transito da Borgo Stella a piazza Piattellina è istituito un senso unico di marcia verso piazza Piattellina. Sul lato edi� ci vengono attrezzati posti auto per residenti, come pure sulla striscia opposta alla chiesa. Senso unico anche nella corsia di

transito da via Santa Monaca a Bor-go Stella e delimitazione di posti per residenti sempre sul lato edi� -ci. Modi� che per la sosta anche in via Santa Monaca (sul lato numero civici pari) dove possono parcheg-giare, negli spazi loro dedicati, i re-sidenti, i mezzi di trasporto merci e gli scooter.

Page 6: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Il quartiere in pillole

Interventi in arrivo per le strade del centro: stanziati settecentomila euro per il rifacimento del lastrico nel cuore della città e per nuove asfaltature sui viali

lastrico e asfaltonuovi: via ai lavoriInterventi in arrivo sui vialie nel cuore della città

Riqualificazioni L’iniziativa

un progettoper riaprire i fondi sfittiSi chiama “PopUp Lab”, ed è un laboratorio di sperimentazione di nuove pratiche. Ha sede in via

Guelfa, a Firenze, in pieno centro storico. Da qui, dal centro del capoluogo toscano, una volta stracolmo di botteghe, attività e laboratori, il team di PopUp Lab è partito per cercare di riaprire quelle serrande, in fiorentino “bandoni”, che, complice la crisi e l’abbandono delle piccole attività, spesso rimangono chiuse e abbandonate per anni, dando poi a tutto l’intorno un’aria dismessa e degradata. Dal centro di Firenze ai comuni sparsi in tutta la Toscana, con il desiderio un giorno di arrivare nella propria città. Il progetto, il cui obiettivo è quello di animare con attività culturali e commerciali i fondi privati dei centri storici, prende il via con una “call for ideas” aperta a tutti: dopo il successo della prima edizione, che si è svolta a marzo nel comune di Castelfranco di Sotto (Pi) e che ha visto la riapertura di trenta fondi con più di cinquanta progetti, sono coinvolti ora cin-que comuni toscani, le cui amministrazioni individuano fondi sfitti e, in accordo con i proprietari, provvedono a metterli a disposizione dell’iniziativa. A quel punto viene lanciata una “call for ideas” aperta a singoli e gruppi, che propongono un’idea o un progetto per animare i fondi: i vincitori del bando utilizzano poi gratuitamente i fondi a loro destinati per realizzare le idee presentate e orga-nizzare attività sociali, culturali e commerciali.

G.S.

In bicicletta

manutenzioneper le piste ciclabiliManutenzione delle piste ciclabili e collocazione di nuove rastrelliere: via libera dalla giunta

comunale a una serie di interventi per la mobilità ciclabile. La manutenzione riguarderà nel quartiere gli itinerari in lungarno Pecori Giraldi, viale Belfiore, viale Fratelli Rosselli e via Cavour: le piste saranno riasfaltate con conglomerato rosso. In programma anche alcuni lavori di ripristino di liste, pietre e cordoli, il rifacimento del manto stradale degli attraversamenti pedonali e ciclabili lungo il percorso delle piste e una nuova segnaletica orizzontale e verticale. Ma non solo: prevista in città anche la realizzazione di nuove piste e l’integrazione della rete esistente. “Continua l’impegno dell’amministrazione comunale per rendere la rete ciclabile cittadina più estesa e funzionale anche in ottica metropolitana – commenta l’assessore alla mobilità Stefano Giorgetti – anche in questo pacchetto di interventi abbiamo privilegiato la ricucitura dei percorsi, non abbiamo però dimenti-cato la manutenzione delle piste esistenti e l’installazione di nuove rastrelliere”.

San Lorenzo

più tempo per la spesaal mercato centralePiù tempo per fare la spesa al mercato coperto di San Lorenzo. Dallo scorso 9 dicembre, dal lu-

nedì al venerdì il mercato centrale resta aperto fino alle 15 anziché fino alle 14, mentre è stato confermato l’orario di apertura alle 7 del mattino. Il sabato apertura con il consueto orario 7-17. La novità è stata introdotta con un’ordinanza firmata dall’assessore allo sviluppo economico Giovanni Bettarini in accordo con il consorzio degli operatori del mercato centrale. “Un’opportunità in più che vogliamo offrire a tutti i cittadini – ha spiegato Bettarini – e che consentirà a tanti fiorentini di usufruire di un mercato storico e importante di Firenze con più calma anche nelle ore centrali della giornata. In questo momento – ha concluso l’assessore – penso sia un’occasione anche per i com-mercianti che, seppur con un po’ di sforzo in più, potranno ottenere dei buoni risultati di vendita”.

L’appuntamento

porta romana,“open day” al liceo artisticoIl liceo artistico di Porta Romana apre le sue porte al pubblico per il tradizionale “open day”: dopo

l’incontro del 13 dicembre scorso, il secondo appuntamento è in programma sabato 24 gennaio dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, quando si potranno visitare i laboratori del liceo con la guida di un professore e saranno fornite le informazioni generali della scuola. Il liceo artistico di Porta Romana – viene spiegato – si presenta come una grande officina di attività culturali e didattiche, dove spesso esperti in varie discipline inerenti ai corsi della scuola vengono invitati per tenere lezioni di alto livello formativo per gli studenti. Ma sono anche le attività dei laboratori a caratterizzare il tessuto didattico dell’istituto: ad esempio il laboratorio di “Arte delle lacche e doratura - Tecniche antiche della pittura” del professor Gianfranco Terzo ha realizzato con i suoi studenti, nel corso nell’anno scolastico 2013-2014, con la collaborazione dell’Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti di Firenze, una serie di dipinti per le Opere della Galleria degli Uffizi con una tecnica inedita e innovativa a rilievo. Lo scorso novembre, poi, il liceo è stato invitato alla quarta edizione del Salone dell’Arte e del Re-stauro di Firenze.

Rifacimento del lastrico nel cuore della città e nuovo asfalto sui viali: settecentomila euro in

arrivo per le strade del centro storico. È la somma stanziata a metà dicembre dalla giunta comunale che ha approvato, su proposta dell’assessore alla mo-bilità Stefano Giorgetti, due de-libere su altrettanti progetti di ri-facimento delle strade: da un lato si tratta di interventi sul lastrico per 300mila euro, dall’altro del rifacimento delle asfaltature per 400mila euro. Per quanto riguar-da il lastrico, si tratta di inter-venti in piazzetta di San Martino (riutilizzando la pietra esistente dopo il rifacimento del sottofon-do), via Dante, via dei Coverelli, via del Presto di San Martino e via del Parioncino. Il tutto per un investimento di 300mila euro. Stanziati invece 400mila euro

per il rifacimento dell’asfaltatu-ra in via Ridolfi, viale Matteot-ti e viale Gramsci, sulla corsia preferenziale di via Maragliano e sui viali Machiavelli e Galilei. “Continua l’impegno dell’am-ministrazione per riqualificare le strade cittadine – sottolinea l’assessore Giorgetti – si intervie-ne nel cuore del centro ma anche su assi importanti per la viabilità cittadina”.

Ivo Gagliardi

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6 | Gennaio 2015 Quartiere 1Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

Page 7: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Luoghi

quelle strade dai nomi un po’ cosìSparse per il centro di Firenze non mancano (e non sono mancate) targhe “equivoche”

Ci sono strade e piazze di Firenze che porta-no, o portavano, nomi “sconvenienti”, la cui

storia cela talvolta leggende ed eventi misteriosi e irrisolti. Se fa-cessimo un gioco, probabilmen-te il primo nome “indecoroso” a saltare in mente ai fiorentini sarebbe quello di piazza della Passera. Piccola e incantevole, situata nel cuore dell’Oltrarno, non ci sono tracce dell’esistenza di questa piazza nello stradario storico. Intorno all’origine del suo nome ruotano (almeno) due storie. La prima vedrebbe come protagonista la presenza di un famoso bordello, frequentato da personaggi illustri del periodo, che fu demolito nei primi anni del XX secolo. La seconda è più “inquietante” e fa riferimento a un avvenimento che sareb-be avvenuto nel 1348, quando una passera morente si sarebbe posata proprio nel luogo in cui oggi sorge la piazza. Un grup-po di bambini, intenerito dalle

condizioni del volatile, avrebbe cercato inutilmente di salvarlo: il povero animale, ammalato di peste, morì, trascinando tutta la popolazione fiorentina nel calvario che tutti conosciamo e che Boccaccio descrive nel suo “Decameron”. Spostandosi verso la zona di Santa Croce, le stra-de che oggi conosciamo con il nome di via del Parlagio (da via Vinegia a borgo dei Greci) e via Borgognona (una parallela di borgo dei Greci), in realtà non si sono sempre chiamate così. Via del Parlagio risale al 1018 per ricordare il vicino anfiteatro ro-mano, ma nel 1779 ci fu un im-provviso cambiamento del suo nome in via delle Serve Smarrite, per poi riprendere nuovamen-te la denominazione attuale. Si mormora che qua, un tempo, vivevano alcune donne che an-davano in cerca di lavoro come governanti: alla fine della giorna-ta tornavano a casa a mani vuote, con lo sguardo (appunto) smar-rito. Via Borgognona deve forse

Valentina Veneziano

Curiosità

Piazza della Passera è uno dei luoghi del centro di Firenze a portare un nome “sconveniente”

da un gioco anticoal sasso di dante,la storia di piazzadelle pallottole

Così piccola da passare a volte inosservata all’om-

bra dell’imponente Duomo, piazza delle Pallottole, con la sua forma strana, è la testimo-nianza tangibile dell’antichissi-mo gioco delle pallottole, una specie di bocce di un tempo. In questo spazio, in passato molto più vasto, era possibile praticarlo e divertirsi da bravi “toscanacci” con il benestare della legge. Per gli amanti dei dettagli è poi possibile am-mirare, sempre nella piazza, il tronco di uno straordinario esemplare di vite con tanto di targa. Dulcis in fundo e dedi-cato agli appassionati di Dante, in piazza delle Pallottole si può contemplare anche il sasso in cui il Sommo Poeta si sedeva a frescheggiare.

V.V.

Focus

il suo appellativo alla presenza, nel Medioevo, di una colonia di mercanti provenienti dalla Bor-gogna, ma nel 1690, per ragioni ignote, era conosciuta come via delle Vergognose. Spostando-si poi verso piazza Santa Maria Novella, si incontra via delle Belle Donne, nome risalente al 1690, anche questo di origini sconosciute. Voci “di corridoio” narrano maliziosamente la pre-senza, proprio in questa strada e in un tempo ormai lontano, di una casa chiusa molto frequen-tata. Viene a questo punto da domandarsi se sia stato proprio questo il motivo della nascita del toponimo che la strada porta an-cora oggi.

Gennaio 2015 | 7 Quartiere 1Centro Storico . Porta Romana . San Jacopino

Page 8: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

Quasi trentamila, 29.906 per la precisione. Sono le impre-se artigiane attive a Firenze, stando agli ultimi dati della

Camera di Commercio relativi al terzo trimestre dell’anno passato, con un saldo positivo, seppur di poco, tra iscrizioni e cessazioni. Ma la crisi si è fatta sentire: gli ultimi dati sull’artigianato manifatturiero toscano, secondo l’indagine di Unionca-mere Toscana “La congiuntura dell’ar-tigianato manifatturiero in Toscana”, parlano di una fl essione di fatturato del 5,8 per cento e di un saldo negativo con oltre 1.300 imprese artigiane in meno nei registri camerali toscani tra luglio 2013 e giugno 2014, ovvero 8.506 iscritte contro 9.901 cessate. Per quanto riguarda l’arti-gianato artistico e tradizionale, a Firenze, secondo le stime di Confartigianato, si trovano 699 imprese, 24 nella ceramica, 377 nell’orefi ceria, 260 nel restauro, 38 per vetro, musica e arti varie, cui vanno aggiunte però quelle dei settori legno, moda e pelletteria che negli elenchi sono classifi cate insieme alle imprese “non artistiche”: oltre la metà sono a Firenze città, over 50 il 49% degli occupati. E se le diffi coltà non mancano, diverse sono anche le realtà che si occupano di salva-guardare e valorizzare l’artigianato tradi-zionale. Nasce a Firenze ma opera ormai a livello nazionale, con sedici fondazioni bancarie associate, l’Osservatorio dei Me-stieri d’Arte, progetto sviluppato dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che punta a una promozione mirata e concreta del settore, con iniziative, progetti di forma-zione, percorsi turistici con guide specia-lizzate e mostre: in ponte per il 2015 ce n’è una sulle ceramiche delle tre manifat-ture fi orentine. Di promozione e tutela dell’artigianato artistico si occupa anche il Pio Istituto dei Bardi, in Oltrarno, che organizza mostre ed eventi. L’associa-zione Atelier degli Artigianelli, con sede sempre in Oltrarno, nata in collaborazio-ne con Oma ed Ente Cassa di Risparmio di Firenze, è un centro didattico specia-lizzato nel settore del restauro di opere su carta, libri d’arte e legatoria. Novità in vista per lo spazio Sam al “conventino” di via Giano della Bella, già sede di botteghe artigiane e in futuro oggetto di un bando per giovani artisti, secondo quanto an-nunciato dall’amministrazione. Un’espo-sizione online e itinerante in vari eventi nazionali è la Galleria dell’Artigianato Ar-tistico della Toscana, che raccoglie quasi duecento pezzi unici realizzati da più di cinquanta artigiani toscani doc. Artour è invece un’originale guida online agli iti-nerari dell’artigianato toscano alternativi ai circuiti di massa, un progetto di Artex, Cna e Confartigianato: tra le proposte si trovano, ad esempio, un “viaggio” tra Sof-fi ano e l’Isolotto e un altro a Peretola, per riscoprire le botteghe di periferia.

#L’inchiesta

viaggio nel mondo dell’artigianato fiorentinoQuasi trentamila imprese attive in città: la crisi si fa sentire,

ma non mancano le iniziative per aiutarle

Le botteghe ieri e oggi/1

Il “civaiolo” di via Taddea: in città si possono ancora

trovare questi “antenati” dei supermercati

I civaioli

gli antenati dei supermercati

Al loro interno si può trovare di tut-to, dai ceci neri fi no al dentifricio

made in Florence, dalle spezie orienta-li all’ultima diavoleria moderna per la cucina. Sono i “civaioli”, mestiere nato secoli fa. In pratica, si tratta dell’antena-to fi orentino dei moderni supermarket: piccole botteghe a conduzione familia-re riempite all’inverosimile di merce di ogni tipo. In pochi metri quadrati ogni emporio conserva tutto ciò che può servire alla massaia di oggi. Accanto ai colorati sacchi che custodiscono le “ci-vaie” sfuse (legumi, ma anche risi, semi, farine e spezie), ci sono cibi in scatola, articoli per la casa, pentole e gadget. In via della Spada, a due passi dal triango-lo della moda, esiste quello più antico, “Civaie Mechini”. In via Taddea, sempre in centro, quello più “tecnologico”: ha stampato magliette personalizzate con tanto di anno di fondazione (1948) e ha una pagina Facebook aggiornata con le ultime novità (facebook.com/IlCivaio-lo).

I maghi del fatto a mano

chiamateli pure “arti-star”

Calzolai osannati dai vip, liutai che hanno forgiano violini per gli uomini più potenti al mondo, truccatori da red carpet, maghi del fatto a mano. Sono gli

“arti-star” fi orentini, gli artigiani nostrani che mezzo mondo ci invidia. Come Gabriele e Gherardo Filistrucchi, un cognome che è tutto un programma: sono gli ultimi eredi di una dinastia che, dal 1720, si è sempre occupata di trucchi di scena nella bottega di via Verdi. Creano maschere, parrucche in capelli naturali, barbe e baffi per cinema, tv e teatro. Tra i clienti vip, pezzi da novanta come Maria Callas e Luciano Pavarotti. È storia più recente, invece, quella dell’eccentrico Mondo Al-bion, che con il suo atelier di via Nazionale, una stanzina stretta stipata di scarpe colorate, ha fatto fortuna a partire dagli anni Settanta. Marchio di fabbrica: le zeppe altissime, da far invidia a Lady Gaga. Modelli di tutt’altro genere quelli, sobri e signorili, marchiati Mannina. Il capostipite, Calogero, una vera e propria star in Giappone, è scomparso qualche mese fa all’età di 78 anni. La sua passione per le scarpe fatte a mano è ora affi data al fi glio: a lui è andata anche la collezione di calchi in legno custodita nel laboratorio vicino piazza Pitti, che riproducono i piedi degli acquirenti di tutto il mondo, tra cui molte celebrity. Arrivano da ogni parte del globo anche i clienti della moleria Locchi, popolare per i suoi restauri di oggetti in cristallo e vetro secondo antiche tecniche: nel corso della sua “carriera”, questa bottega di San Frediano, attiva da duecento anni sotto la stessa famiglia, ha salvato preziosi calici e candelieri in vetro di Murano. Non è una fi orentina doc, ma Jamie Marie Lazzara ormai si può considerare di casa. In città è arrivata nel 1979, e la sua rassegna stampa fa invidia a quella di una popstar: dalle riviste spe-cializzate ai rotocalchi internazionali, in tanti hanno raccontato la storia di questa californiana che, da quando era quindicenne, desiderava diventare una liutaia. Il suo piccolo laboratorio dietro Palazzo Vecchio ha quasi tre decenni di vita: qua vengono creati violini per musicisti professionisti, appassionati e personaggi fa-mosi. Tra loro anche mister president, Barack Obama.

G.C.

Elisabetta Pini

8 | Gennaio 2015

Page 9: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#L’inchiesta

come ti inventoun mestiere(in tre dimensioni)All’Isolotto una famigliaha deciso di puntare tutto sulle stampanti 3D

Le botteghe ieri e oggi/2

Nonno Luciano, una vita da artigiano alle spalle, all’inizio ripuliva le imperfezioni dei pezzi appena sfornati dalle stampan-ti tridimensionali. Babbo Ugo, idrauli-

co, ha messo a disposizione la sua esperienza come piccolo imprenditore. I fratelli Cantini, 53 anni in due, hanno trasformato la loro passione in un lavo-ro. In quattro anni hanno coinvolto mezza famiglia nel progetto, fondato una società, Kentstrapper, e venduto centinaia di macchinari. Tutto è nato nella loro cameretta: Lorenzo, 23 anni, ex studente di ar-cheologia, e Luciano, ingegnere elettronico 30enne, sono sempre stati due “smanettoni”. Con i pezzi del Lego technic, quando erano ragazzini, sono riusciti a costruire di tutto, perfi no un robottino che giron-zolava per casa e spaventava il gatto. Nel 2010, quasi per gioco, hanno realizzato uno dei primi prototipi

di stampante 3D made in Italy, semplice da montare a casa propria e, soprattutto, a basso costo. Adesso possono contare su due modelli (Galileo smart e Volta beta) che vendono e spediscono alle aziende di tutto il Paese, garantendo assistenza tecnica gra-tuita. Sono questi stessi modelli a lavorare senza so-sta nella vetrina del loro showroom-laboratorio alla prima periferia di Firenze, calamitando l’attenzione di chi passa da via del Pollaiolo, nella zona dell’Iso-lotto. “All’inizio contavo i bulloni da mettere nei kit che spedivamo: dentro tutto l’occorrente per costru-ire una stampante 3D”. Leonardo, 19 anni, fresco di studi liceali, cugino dei fratelli Cantini, è ora diven-tato responsabile marketing dell’azienda. Snocciola dati e numeri. Negli ultimi tre anni le vendite sono cresciute esponenzialmente. “È un mercato che si sta velocemente espandendo – sottolinea – un’azienda,

con una stampante 3D, a un costo irrisorio può crea-re migliaia di prototipi”. Si va da 870 a 1.500 euro per un singolo macchinario ad alta precisione. Funziona come una normale stampante, ma al posto dei testi può stampare oggetti tridimensionali: il disegno vie-ne fatto su computer e i dati inviati all’apparecchio, che riproduce fedelmente l’oggetto. Fonde un fi lo di plastica, lo deposita su una superfi cie e crea i vari strati del prototipo. Si può stampare di tutto: dai mo-delli per bottiglie da profumo alle dentiere, fi no ai caschi dei supereroi. I pionieri fi orentini della stam-pa in 3D fanno anche prototipazione rapida: disegni l’oggetto e loro lo creano. Tra i clienti case di moda, professionisti, copisterie e scuole, senza dimenticare gli appassionati di tecnologia. “Quando vedono che una stampante 3D costa poco più di un Iphone – conclude Leonardo – la comprano subito”.

Gianni Carpini

Le stampanti 3D funzionano come quelle “normali”, ma al posto dei testi possono stampare oggetti tridimensionali

La banconota elettronica nata in Giappone nel 2009 è ormai diventata un fenomeno mondiale (foto dal sito bitcoin.org)

Bitcoin E-commerce

la cena all’osteria? si paga con la banconota virtuale E i negozi storici sbarcano sul web

Antipasto, primo, un bicchiere di buon vino, dolce e caff è, a due passi

dal Duomo: in tutto dieci centesimi di bitcoin, stando almeno al cambio attua-le. A Firenze esiste la prima osteria della Toscana, una delle poche in Italia, ad accettare pagamenti nella “criptovalu-ta”: i bitcoin. Si tratta di una banconota elettronica (letteralmente “moneta di bit”) nata in Giappone nel 2009 e diven-tata ormai un fenomeno mondiale. Non ha odore, colore e non si può falsifi ca-re. Tutto si basa sul web e su un codice criptato. A controllare gli scambi non è una banca centrale, ma il possesso vie-ne registrato dalla rete globale di tutti i computer entrati nel mondo di bitcoin, anche il pc del singolo utente. In gergo, peer-to-peer. Nel nord Italia esistono palestre che accettano pagamenti “all digital”, nel modenese c’è un benzina-io dove si può fare rifornimento con il gettone matematico, Pisa ha il secondo bancomat italiano per convertire euro fruscianti in monete virtuali, da spende-re negli esercizi che li accettano (www.coinmap.org). In Toscana sono una ven-tina le attività con bitpay, la metà delle

quali a Firenze. La maggior parte sono legate alle nuove tecnologie, ma tra loro c’è anche chi al mouse preferisce le pen-tole. “Me ne ha parlato un amico – rac-conta Manuel, socio dell’osteria dell’olio, nel pieno centro di Firenze – abbiamo introdotto bitcoin da metà estate, vedo qualche pagamento in più ogni volta. Nei primi mesi ne abbiamo registrati una decina”. A sorpresa sono soprattut-to gli italiani a pagare il conto con i bit. “Perlopiù tra i 25 e i 35 anni”, spiegano dal ristorante. Se le informazioni che stanno dietro alla valuta sono complesse (criptografi a e un codice generato solo da macchine con un’altissima potenza di calcolo), il funzionamento è semplice anche per chi non ne sa troppo di infor-matica: basta scaricare un programma sul computer e farsi un proprio porta-foglio digitale, ottenendo un indirizzo da cui inviare o ricevere il gruzzolo vir-tuale. È possibile cambiare euro in bit-coin (e viceversa) od ottenerli vendendo servizi e oggetti nella criptovaluta. At-tenzione, però: la moneta del web – av-vertono gli esperti – è soggetta a bruschi cambiamenti di valore.

Un fenomeno in crescita, anzi in esplosione. È quello dell’e-commerce, che nel no-stro paese, secondo gli ultimi dati dell’osservatorio eCommerce B2c promosso

dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm, ha registrato nel 2014 un +17 per cento di vendite da siti italiani, per un valore complessivo di 13,3 miliardi di euro, e un +16% di acquisti dei clienti italiani, per un totale di 14,6 miliar-di. E i marchi fi orentini sono protagonisti di questa “rivoluzione”, se non per quantità, sicuramente per qualità. Ha destato grande interesse lo sbarco sul web, alcuni mesi fa, della storica bottega di biancheria personale e per la casa di Loretta e Lucia Caponi, che dalla prestigiosa sede di piazza Antinori è sbarcata nel mondo virtuale dell’e-commer-ce. Altro esempio di esercizio storico fi orentino che si è “modernizzato” è la Valigeria Gazzarrini, che propone l’innovativa formula dello “shop online live”, che consiste nel collegarsi via Skype al negozio e scegliere da casa accompagnati da una commessa che guida il cliente nel tour del negozio, mostrando nei dettagli tutti gli articoli che possono interessare, per poi comprare in sicurezza dopo aver ricevuto via mail la scheda riassun-tiva del prodotto scelto e le istruzioni necessarie per concludere l’acquisto. Infi ne, una novità recentissima nel panorama fi orentino e dell’e-commerce è Archivio Store. Il suo fondatore lo presenta così: “Abbiamo inventato Archivio per restituire il giusto tempo alla creazione del proprio stile personale”. Per saperne di più: www.archiviostore.it.

S.W.

Gennaio 2015 | 9

Page 10: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Focus

Quando a Firenze c’era il reCentocinquanta anni fa, nel 1865, la capitale del Regno d’Italia si spostava in riva all’Arno

Oggi sarebbe una Firenze diversa se alla fi ne del 1864 le cose fossero andate in un altro modo. Centocinquanta anni fa (erano i primi mesi del 1865) Firenze diventava uffi cialmente la capitale del Regno d’Italia. E oggi, a distanza di un secolo e

mezzo, si celebra quel momento storico. Un momento che ha cambiato la geografi a e gli equilibri politici del bel paese per un lustro, ma che ha so-prattutto cambiato defi nitivamente l’aspetto di una parte importante della città. Sarebbe potuta essere una città per certi aspetti molto diversa se nel protocollo della convenzione fi rmata a Parigi il 15 settembre 1864 non ci fosse stato scritto a chiare lettere che la Francia avrebbe messo fi ne all’oc-cupazione di Roma (cominciata nel 1849), ma che la capitale del regno si sarebbe dovuta spostare da Torino. Il nome della città del giglio fu fatto fi n da subito, ma era altrettanto chiaro che sarebbe stato un trasferimento temporaneo, ovvero che Firenze sarebbe stata una capitale a scadenza. Per quella capitale “a tempo determinato”, però, furono pensati molti “aggiu-stamenti” che avrebbero dovuto dare alla città un aspetto (e una funziona-lità) pari ad altre capitali europee. È per questo che, al netto dei principali attori di quella stagione politica, il protagonista assoluto del periodo fu Giuseppe Poggi, architetto incaricato di rivoluzionare in toto la viabilità fi orentina e l’assetto di alcuni quartieri. Il 7 febbraio 1865, su La Nazione,

si legge del cambiamento “indispensabile per le mutate condizioni della nostra città. Firenze (deve) far lungo cammino prima d’agguagliare taluna (altre città) in ciò che attiene alla capacità di soddisfare ai bisogni del viver moderno”, ed è con questo impeto che la rivoluzione urbanistica viene pianifi cata nei dettagli. Via le mura trecentesche progettate da Arnolfo di Cambio, spazio a viali alberati larghi quaranta metri (pensati sulla falsari-ga dei boulevard parigini), benvenute piazze dove far confl uire il traffi co di carrozze e pedoni in arrivo dai quattro angoli della città. E poi via libera al proseguimento del viale di circumvallazione che, inerpicandosi su per la collina di San Miniato, è andato a creare la terrazza panoramica del piazzale Michelangelo, scorcio privilegiato sui monumenti del centro. Ma non è tutto, perché la svolta funzionale non era l’unico dettaglio a stare a cuore ai “rottamatori” della seconda metà dell’Ottocento. Un altro pezzo molto importante della rivoluzione urbanistica riguarda il cuore vero di Firenze, quella che oggi si chiama piazza della Repubblica (all’epoca piaz-za Vittorio Emanuele) e che un tempo era il ghetto ebraico della città. Un dedalo di vie e viuzze strette, palazzi medievali, una chiesa e uno slargo occupato da banchi e barrocci dove si svolgeva il mercato e dove sorgeva, oltre alla colonna dell’abbondanza (unica superstite di tutta la piazza), la loggia del pesce progettata dal Vasari su commissione di Cosimo I nel

1567, quando i pescivendoli furono fatti spostare dal lungarno degli Ar-chibusieri (dove stava nascendo il loggiato che avrebbe sostenuto il Corri-doio Vasariano) alla piazza. Dell’antico ghetto oggi non rimane più niente, spianato da una piazza dallo scarso allure ottocentesco che, come molti fi orentini avranno ben presente, recita in cima all’arco che la collega a via Strozzi: “L’antico centro della città da secolare squallore a nuova vita resti-tuito”. Palazzo Vecchio divenne la sede della camera dei deputati e del mi-nistero degli Esteri, il ministero dell’Interno prese casa a Palazzo Medici Riccardi, mentre parte del convento di Santa Maria Novella divenne sede della corte di Cassazione. Piano piano tutti i ministeri si trasferirono sulle rive dell’Arno, e per cinque anni dalla città del giglio vennero prese deci-sioni, varate leggi, annunciate la guerra e la pace, organizzate cerimonie solenni (come quella in onore di Dante nel maggio del 1865, in occasione della quale viene collocata la statua dedicata al poeta in piazza Santa Cro-ce). Fino a quando, il 1° luglio 1871, Firenze “cessa di essere uffi cialmente capitale” e gli uffi ci, i dirigenti, i ministri e tutta la macchina politica del regno si spostano defi nitivamente a Roma. Firenze non fu nient’altro che una parentesi nel tragitto dell’Italia unita. Una parentesi bellissima e cru-ciale, ma nient’altro che una parentesi.

Ludovica V. Zarrilli

Tra passato e futuro/1

1 - Piazza della Libertà (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015) • 2 - Il Consiglio Comunale nel Salone de’ Dugento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia)3 - Il parlamento nel Salone dei Cinquecento (foto: Pagina Facebook Vecchia Firenze Mia) • 4 - Una vista dal Piazzale Michelangelo (foto: Pagina Facebook Firenze Capitale 1865-2015)

Il Piano Poggi (1865),che ridisegnò la città divenuta

Capitale d'Italia,configurandone il successivo

sviluppo urbanistico ↓

10 | Gennaio 2015

Page 11: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

EXPO 2015Si chiama “La Toscana verso Expo 2015” il progetto che punta a pre-sentare, nell’ambito dell’esposizione universale, la regione come pun-to di riferimento globale per la sperimentazione della qualità della vita e l’umanizzazione della società e dell’economia. A questo scopo, oltre a una presenza fi sica a Expo Milano 2015 dal 1° al 28 maggio con uno spazio espositivo adiacente a Palazzo Italia, la Toscana avrà a disposizione, per tutta la durata dell’evento, un presidio costante che potrà essere sfruttato dalle varie realtà istituzionali e imprenditoriali per riunioni e incontri di aff ari. A settembre, inoltre, la Toscana avrà un ruolo centrale sul tema creatività e conservazione: protagonista indiscussa di tutti questi eventi la città di Firenze.

CONCERTIIl 2015 regalerà infi ne un’estate da ricordare per gli amanti della mu-sica e dei concertoni, grazie a tre imperdibili appuntamenti che si terranno al Franchi. La prima data da segnare in agenda è quella del 12 giugno, quando Vasco Rossi presenterà il suo nuovo tour Live Kom. Appena undici giorni dopo, il 23 giugno, sarà la volta di Tiziano Ferro. Il 4 luglio, infi ne, spalti pieni per il con-certo di Lorenzo Jovanotti. Ma Firenze non si farà man-care nemmeno la buona musica internazionale: il 28 marzo al Mandela Forum concerto degli Spandau Ballet, all’Obihall il 21 aprile si esibirà il cantauto-re americano James Taylor, mentre il 5 novembre al Man-dela Forum arriva-no i Deep Purple.

#Focus

eventi e progetti, “guida” al 2015 in cittàDall’arrivo di Papa Francesco all’attesa riaperturadel museo dell’Opera del Duomo: cosa ci aspetta

“Caro amico ti scrivo, così mi distraggo un po’, e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è fi nito ormai...”, cantava l’indimenticato Lucio Dalla. E ora che anche il 2014 è fi nito, ecco una panoramica su quello che Firenze off rirà in questo 2015.

ARTERiaprirà nell’autunno di quest’anno, il 29 ottobre, il museo dell’Opera del Duomo di Firenze. Dopo circa due anni di lavori strutturali, il nuovo museo vedrà raddoppiare la sua superfi cie, arrivando a oltre cinquemila metri quadrati. Tra le maggiori raccolte di arte sacra al mondo, con capolavori di Donatello, Lorenzo Ghiberti, Luca Della Robbia e Michelangelo, il museo raccoglie anche statue e dipinti eseguiti per Battistero, Campani-le di Giotto e cattedrale. L’obiettivo del museo nella sua veste rinnovata – viene spiegato – sarà quello di permettere ai capolavori di “parlare il loro vero linguaggio”, che è quello dell’arte ma anche e soprattutto il linguaggio della fede: “Così, insieme agli allestimenti evocanti spazi e scenografi e del passato, un sofi sticato apparato multimediale colle-gherà le opere all’odierno contesto liturgico e devozionale del vicino Duomo, insistendo sull’attualità dei riti e dei valori a cui le opere d’arte rimanda-no”, fanno sapere dall’Opera del Duomo.

IL PAPA IN CITTÀÈ previsto per novembre l’arrivo di Papa Francesco a Firenze, in occasione del convegno ecclesiale della Conferenza Episcopale Ita-liana, che si terrà nel capoluogo toscano dal 9 al 13 del mese. La città si sta già preparando per l’evento: l’ultima visita papale in riva all’Arno risale a ben ventinove anni fa. Era il 1986 quando l’allora pontefi ce Giovanni Paolo II celebrò una seguitissima messa al Franchi. L’annuncio dello sbarco di Papa Bergoglio a Firenze è arrivato lo scorso novembre da Assisi: si sono subito detti entusiasti sia il cardinale Betori che il sindaco Nardella. Ancora da defi nire la data precisa e l’agenda della giornata.

Serena Wiedenstritt

Tra passato e futuro/2

A destra Tiziano Ferro, Vasco Rossie Jovanotti, protagonisti dei concerti estivi allo Stadio Artemio Franchi di Firenze

A sinistra Papa Francesco

Il rendering del nuovoMuseo dell’Operadel Duomo di Firenze(progetto di Adolfo Natalini e Guicciardini& Magni architetti)

Gennaio 2015 | 11

Page 12: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Attualità

certificati, pagamenti & co:i servizi on line “anti-code”

Web

Per chi ha bisogno del certifi cato di nascita o di stato civile, oppure vuol iscrivere il fi glio all’asilo nido, ma non ha tempo per farlo (e soprattutto non ha tempo per attendere il proprio turno in coda), la risposta ar-riva dal web, con i servizi online del Comune di Firenze che permettono di sbrigare le pratiche attraverso un qualsiasi dispositivo elettronico. È dal 2007 che Palazzo Vecchio ha iniziato a digitalizzare procedure

di vario tipo: al momento sono oltre sessanta le possibilità off erte nell’apposita sezione del sito del Comune, senza contare il Suap, lo sportello online per le attività produttive. Per utilizzare i servizi online del Comune basta ritirare le proprie credenziali di accesso in uno sportello abilitato o registrarsi con la propria tessera sanitaria. “Certifi cati facili” è la sezione in cui è possibile prenotare, stampare e pagare certifi cati di anagrafe o stato civile. Chi vuole comunque ritirarli di persona, ma evitando le code, può usare la app “Qurami”, che consente di fare direttamente dal proprio dispositivo mobile il biglietto che dà accesso ai servizi. Non solo: la app fa anche una stima del tempo che manca al proprio turno e invia una notifi ca quando questo si avvicina. Sono molte, poi, le possibilità off erte dal settore istruzione: dall’iscrizione ad asilo nido, centri estivi e spazi gioco al pagamento delle relative quote, fi no a una delle prime app messe a punto dal Comune, “Scuola Mobile”, tramite cui ricevere ogni tipo di informazio-ne sulla scuola frequentata dal fi glio ma anche mandare avvisi. Anche molte certifi cazioni ambientali sono ora disponibili online, come ad esempio l’attestato di prestazione energetica che indica il consumo di energia di un edifi cio, obbligatorio nel caso in cui si debba vendere la propria abitazione o stipulare un contratto di locazione. Cambiando “settore” si trova uno dei primi servizi messi a punto ma curioso e – certamente – utile: nella sezione “oggetti ritrovati” è possibile cercare documenti e oggetti di vario tipo che si sono persi. Anche la Regione Toscana off re diverse opportunità online: attraverso il portale OpenToscana.it è possibile pagare vari tributi regionali, dal bollo automobilistico alle tasse di concessione dell’esercizio venatorio e della pesca, ma anche accedere al proprio fascicolo pagamenti e capire se si hanno debiti con la pubblica amministrazione. “Muoversi in Toscana” è infi ne il portale della Regione dove reperire informazioni in tempo reale sulla viabilità e sui percorsi di treni, aerei, traghetti e bus: con lo stesso nome (e lo stesso scopo) c’è anche una app gratuita disponibile su Android e Ios.

Elisabetta Pini

l’ospedale? a portatadi click: gli esamisi controllanosul computer di casa

Scaricare i propri referti, con-sultare e chiamare i numeri

utili, visualizzare la moduli-stica aziendale. Tutto con un semplice click. Chi è residente in Toscana e ha attivato la carta sanitaria elettronica può acce-dere al proprio fascicolo sani-tario elettronico e consultare, scaricare o stampare i referti di esami di laboratorio fatti a Careggi direttamente dal pc. Grazie a “Careggi Smart Ho-spital”, la app gratuita dell’Aou di Careggi, si può farlo anche attraverso tablet o smartphone e da qui, inoltre, reperire ogni informazione su struttura sa-nitaria, dipartimenti e perso-nale. Il tutto in piena sicurezza.

E.P.

Salute I numeri

utenti e richieste in crescita

È in costante aumento l’utilizzo dei servizi online del Comune di Firenze, cresciuto circa del doppio negli ultimi tre anni e di cin-

que volte nell’ultimo quinquennio. Nel 2013 sono stati oltre 25mila gli utenti attivi, mentre 461mila sono state le richieste di servizi, con il 13% delle persone che si è collegato tramite dispositivo mobile, percentuale arrivata al 18,7% nei primi mesi del 2014. Cresce anche lo scambio di documenti tramite posta elettronica certifi cata (Pec), dai 92 inviati e 481 ricevuti del 2011 ai (rispettivamente) 9.908 e 8.324 del 2012 e 20.240 e 13.774 del 2013. Piede sull’acceleratore verso la digitalizzazione da parte di Palazzo Vecchio che, in vista del piano di informatizzazione comunale previsto per legge, dovrà rendere fruibili online tutte le procedure. Accelerare sull’agenda di-gitale è anche lo scopo di un protocollo siglato tra Regione e Comu-ne, in cui i due enti si impegnano a scambiarsi banche dati, sfruttare in maniera congiunta competenze e infrastrutture informatiche e aumentare servizi e open data. “Con questo protocollo – hanno spiegato Vittorio Bugli, assessore regionale ai sistemi informativi, e Lorenzo Perra, assessore comunale all’innovazione tecnologica – mettiamo a fattor comune anche la possibilità di erogare insie-me molti servizi ai cittadini: dall’accesso unico ai servizi a quelli di pagamento (bollo, multe, ecc.), fi no a quelli alle imprese come, tra gli altri, Suap, fatturazione elettronica, gare di appalto telematiche, conservazione digitale a norma dei documenti”. “Una collaborazio-ne che si estenderà anche alle aziende municipalizzate, alle parteci-pate e ad altri attori industriali disponibili a operare sul territorio. Da parte nostra – ha concluso Perra – ci impegneremo a integrare e omogenizzare i servizi di information e communication technolo-gies in un’ottica metropolitana”.

Dall’anagrafe alla scuola,sempre più possibilitàper i fi orentini

12 | Gennaio 2015

Page 13: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

GRANDI OPERE, TUTTE LE SFIDE DEL 2015Cantieri del tram, stadio, aeroporto:è lungo l’elenco delle “partite” aperte in città

Progetti Per ogni anno che comincia c’è una lista di buoni propositi. Per Firenze l’elenco delle sfi de di questo 2015 è più lungo che mai. In molti casi si tratta di partite con una sola parola d’ordine: rimontare. Dalla tramvia all’aeroporto fi no all’alta velocità, nel campo di grandi opere pubbliche e infrastrutture, portare a casa il risultato signifi cherà recuperare tutta una serie di ritardi. Non solo un obiettivo di buon senso ma un vero e proprio imperativo, visto che all’orizzonte si profi lano appuntamenti internazionali come il G8 e forse, la città ci spera, le Olimpiadi 2024, di fronte ai quali Firenze non può farsi trovare impreparata.

TRAMVIAFare presto (e fare bene) è necessario in pri-mo luogo sul fronte del tram. Con i cantieri per la realizzazione delle linee 2 e 3 aperti contemporaneamente in zone come Novoli e Careggi, tra le più calde della città per il traffi co e la viabilità, i fi orentini reclamano tempi certi per scongiurare i disagi che si re-gistrarono per la linea 1. Finora alcuni ritar-di sulla tabella di marcia non sono mancati: le imprese costruttrici hanno accusato il Co-mune di emettere a rilento ordinanze e per-messi necessari per procedere con i lavori,

Palazzo Vecchio per tutta risposta ha minac-ciato di bloccare i fi nanziamenti alle ditte se non vedrà aumentare il numero di squadre e operai nei cantieri. Il 2014, insomma, si è chiuso tra qualche preoccupazione, ma an-che con la promessa del sindaco Dario Nar-della di recuperare i ritardi entro l’estate. Sei mesi per rifarsi del tempo perduto, anche a costo di lavorare con doppi turni e di notte, e rispettare così il termine per portare i binari dei Sirio dalla zona della stazione fi no all’ae-roporto di Peretola (linea 2) e all’ospedale di Careggi (linea 3) fi ssato per la fi ne del 2017. Giusto in tempo, almeno questa è l’idea, per ospitare i big delle istituzioni internazionali che in quei mesi dovrebbero approdare a Fi-renze per il G8 annunciato da Matteo Renzi nel suo discorso di commiato alla città una volta diventato premier.

AEROPORTOUn evento, il G8, assunto come paletto tem-porale anche per un’altra grande opera, la nuova pista dell’aeroporto di Peretola. Del potenziamento dello scalo fi orentino si parla da decenni. Un tema su cui lo stesso centro-sinistra al governo della Regione ha rischia-to più volte di spaccarsi, con i sindaci della piana fi orentina, Prato e Pisa contrari all’am-pliamento. Nei mesi scorsi si è registrato un braccio di ferro sulla lunghezza della pista tra il governatore Enrico Rossi, che l’avrebbe voluta di duemila metri per non fare con-correnza sui voli low cost allo scalo pisano, e l’Ente nazionale dell’aviazione civile, che di metri ne ha imposti 2.400. Con l’approvazio-ne del masterplan dell’aeroporto nel mese di novembre, tutto sembrava pronto per pas-sare ai fatti. Finché nelle scorse settimane è stata anche l’Università di Firenze a interve-nire sulla nuova pista che – è stato osservato – sorgerebbe troppo vicina al polo scienti-fi co di Sesto. Una nuova frenata al proget-to di sviluppo dello scalo, che con i suoi 4,5 milioni di passeggeri annui potrebbe creare duemila nuovi posti di lavoro. Con il rischio che nemmeno il 2015 lo veda decollare.

STADIONel quadrante a nord-ovest della città si gioca anche la partita del nuovo stadio della Fiorentina. I patron Della Valle propongo-no un investimento di oltre trecento milioni di euro sull’intera area Mercafi r (cinquanta ettari) per realizzare un impianto da qua-rantamila posti (tutti coperti), strutture commerciali e turistico-ricettive e un par-cheggio di 136mila metri quadri. Resta da capire come si chiuderà il confronto tra Co-mune e società viola. Tra i nodi da sciogliere ci sono gli oneri del trasferimento del mer-cato ortofrutticolo: Palazzo Vecchio chiede che vengano sostenuti dal privato. Quel che è certo è che, con il nuovo stadio, si dovrà ripensare anche il futuro dell’Artemio Fran-chi a Campo di Marte. L’idea è renderlo il fulcro di un quartiere a vocazione sportiva che incentivi il rugby, l’atletica e i cosiddetti “sport minori” e che si snodi intorno a un viale Paoli pedonale. Un’occasione unica in tal senso potrebbe essere rappresentata dalle Olimpiadi 2024, per le quali Renzi ha candi-dato Roma e Firenze.

ALTA VELOCITÀDi rincorsa, Firenze in questo 2015 dovrà inoltre imboccare i binari dell’Alta velocità. Anche se, parola dell’ad di Ferrovie Michele Elia, i lavori del nodo fi orentino della Tav, al palo da più di un anno anche in conseguen-za della maxi-inchiesta della magistratura, prima di settembre non ripartiranno.

STAZIONEPassi in avanti, almeno, per quanto riguarda i cantieri a Santa Maria Novella. Prima di Natale sono stati inaugurati la galleria com-merciale sotterranea con ventinove nuovi negozi (in grado di creare, è stato calcolato, quattrocento posti di lavoro) e il parcheggio per le biciclette da ottocento posti: i lavori – costati circa venticinque milioni di euro – sono stati bloccati per quasi un anno a causa del fallimento della ditta incaricata.

Natalia Binagli

#Politica Gennaio 2015 | 13

Page 14: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

Dopo il primo fl ash regna un silenzio tombale. Dal secondo in poi, dietro la tendina, scoppiano sonore

risate. Cinque ragazzi sono appollaia-ti sullo sgabello in un bugigattolo più piccolo di un metro quadro.Fascino della fotocabina versione anni Settanta: quattro scatti diversi l’uno dall’altro, niente digitale, fototessere in bianco e nero che spuntano fuori dalla fessura dopo cinque minuti di (trepi-da) attesa.Da quattro anni e mezzo, nel centro di Firenze sono attive tre cabine vecchio stile (in via dell’Agnolo, piazza Stazione e via del Proconsolo). Tutti pezzi origi-nali che arrivano da mezzo mondo, re-staurati da un ex scenografo fi orentino.Matteo Sani, 41 anni d’età di cui quat-tordici vissuti nel mondo del cinema, si è scoperto un appassionato del “selfi e vintage”.Adesso il suo sogno è quello di portare queste cabine in Oltrarno, ma per ora le sue richieste di autorizzazione sono sempre state respinte.“Ho inviato una grandinata di doman-de per l’occupazione di suolo pubblico, papiri di documenti, pagato i bollettini di rito. Niente. Ma non demordo”, as-sicura.Sani è la mente di “Fotoautomatica”, un progetto per riportare in vita vecchie fotocabine abbandonate, rispettando lo stile originale e rimettendo in moto i meccanismi analogici.“Dentro non c’è niente di elettronico –

precisa – se la macchina si inceppa, la apri e capisci subito cos’è successo”.La sua singolare collezione vanta una quarantina di pezzi tra cabine già re-cuperate, pronte per entrare in servi-zio (autorizzazioni permettendo), ed esemplari da rimettere a nuovo.Arrivano da mezzo mondo: ci sono i modelli americani “tutti in legno, belli da morire”, molti provengono dall’Eu-ropa dell’est.La prima “stanza dell’autoscatto” è ri-comparsa a Firenze nel 2010.Da allora è stato un crescendo di scatti, tant’è che Matteo spiega che è possibile vivere solo con questo lavoro.Il prezzo per quattro fototessere è ri-masto lo stesso (due euro), sempre più fi ere affi ttano le vecchie cabine per i propri eventi, mentre per le strade di Firenze sono soprattutto i turisti ad an-dare pazzi per l’autoscatto in bianco e nero.Forse sarà merito del fascino dell’ana-logico, dell’imprevedibilità della foto senza preview nell’era dei selfi e tecno-logici.“È la macchinetta che decide per te. Una volta inserita la moneta sei frit-to – spiega divertito Sani – garantisco però che in bianco e nero anche i brutti come me vengono bene”.

quelli che “cheese” lo dicono ancorain bianco e neroNel centro della cittàsi possono trovare trefotocabine vecchio stile

Viaggio nella Firenze vintage/1

Gianni Carpini

� Web

fotoautomatica.com

Viaggio nella Firenze vintage/2

telefoni pubblici addio. ma “salvarli” è possibile

Firenze continua a perdere le sue cor-nette. In altre città, per salvarle dalla

pensione forzata, le cabine telefoniche sono state trasformate: una biblioteca dentro il telefono pubblico a Roma, mi-ni-serre tra la Capitale e Milano, a New York off rono connessione wi-fi senza fi li e un punto per ricaricare i cellulari. In Italia, da qualche anno, l’autorità ga-rante per le comunicazioni ha dato l’ok alla dismissione di buona parte dei te-lefoni pubblici. Nella città del giglio nel 2008 erano più di 1.800, tre anni dopo settecento postazioni erano state disat-tivate. Ottocento sono in servizio an-cora oggi: circa la metà lungo le strade, poco più di duecento vicino a stazioni, ospedali e centri commerciali (gran parte di queste rimarranno attive), 150 infi ne resistono all’interno dei negozi. Ma per la cara e vecchia cabina è previ-sta una nuova cura dimagrante in riva all’Arno. A macchia di leopardo negli ultimi mesi sono comparsi avvisi su alcune superstiti: gli utenti hanno qual-che settimana di tempo per “salvare” la cornetta preferita, mandando una mail a [email protected]. An-che se per il momento, dicono da Te-lecom Italia, le segnalazioni fi orentine per rimandare il congedo del telefono pubblico vicino casa sono state poche.

#Società

Gli appuntamenti

Indietro nel tempo, a spasso tra i mercatini

FORTEZZA ANTIQUARIA TERZO WEEKEND DEL MESEBancarelle, rarità e mobilia intorno al lago dei ci-gni, nei giardini della Fortezza da Basso, sabato e domenica.

PIAZZA SANTO SPIRITOSECONDA DOMENICA DEL MESEDai grammofoni ai libri, è uno dei mercatini vin-tage più aff ascinanti dell’Oltrarno.

PIAZZA DEI CIOMPIULTIMA DOMENICA DEL MESEUn must per i collezionisti, con banchini intorno al cuore antiquario della città.

SCANDICCIULTIMA DOMENICA DEL MESEBasta qualche fermata di tramvia e dieci minu-ti a piedi per ammirare la “Vetrina antiquaria” in piazza Matteotti.

Non chiamatele “delle pulci”. Sono la patria dei vecchi telefoni a rotella, dei vinili d’altri tempi e dei fumetti ingialliti ricchi di fascino. Sono le “piazze vintage” di Firenze, che periodicamente ospitano mercatini per i cultori dell’old style. Ecco

allora alcuni appuntamenti fi ssi che i nostalgici del passato farebbero bene a non perdersi, in città e alle sue porte.

14 | Gennaio 2015

Page 15: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

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Page 16: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

al parco o in teatro, là dove si impara a ridereI “luoghi del buonumore” per la giornata mondiale della risata

“funziona come una medicina”Ha diciassette anni ma non li

dimostra. È la giornata mon-diale della risata, celebrata per la prima volta l’11 genna-

io 1998 a Mumbai e da allora diventata un appuntamento fi sso nella prima domeni-ca di maggio. Ma non si tratta soltanto di una festa “allegra” per defi nizione. Ridere, infatti, fa bene alla salute, come aff ermano le ricerche portate avanti negli ultimi anni da studiosi di tutto il mondo. Il perché è presto detto: la risata allena il cuore, i muscoli, il cervello e i polmoni. È dimostrato e sul tema si sono spesi di-versi esperti, ultimo in ordine di tempo il neuroscienziato cognitivo della Universi-ty of Maryland, il professor Scott Weems, sostenitore della tesi secondo cui la risata rinforzerebbe perfi no il sistema immuni-tario. Così, per divertirsi ma soprattutto con l’obiettivo di vivere meglio, si sono diff usi anche a Firenze i corsi di “yoga della risata”, disciplina creata dal medico indiano Madan Kataria che combina la risata incondizionata con la respirazione yogica. Gli appuntamenti, online sul sito www.yogadellarisata.it, spaziano tra di-verse location. Alcune lezioni, ad esem-pio, si sono tenute alla residenza per an-ziani “Il Bobolino”, in collaborazione con la Misericordia di Firenze. Il Quartiere 2 è stato già nel 2010 precursore di corsi a prezzi popolari a Villa Arrivabene. I giar-

dini, da Villa Favard a Villa il Ventaglio, sono stati altri scenari per corsi di yoga della risata, disciplina che è approdata anche in alcune aziende per rendere più produttivo l’ambiente lavorativo e miglio-rare la sintonia fra colleghi. E per tanti che fanno corsi per imparare a ridere “bene”, a Firenze ce ne sono quasi altrettanti che ambiscono a insegnare a far ridere. Fra le numerose scuole di teatro della città, non mancano quelle che propongono corsi di teatro comico e cabaret. E ancora, Firen-ze è stata più volte palcoscenico di mani-festazioni come “Ridi che ti passa”, rasse-gna estiva alla Limonaia di Villa Strozzi

realizzata con la Scuola comicità di Firen-ze in collaborazione con Offi cine Creati-ve e con la direzione artistica di Andrea Muzzi. La stessa scuola ogni lunedì in via Baracca tiene il suo corso per sfornare nuovi comici ([email protected]). Fra le scuole di teatro che, nel percorso di for-mazione, dedicano particolare attenzione al trattamento del comico c’è la scuola “Il Genio della Lampada” ([email protected]), che lo aff ronta all’interno di ogni singolo corso e che, al terzo anno, prevede lo studio della messa in scena di un monologo comico. Insomma, anche a ridere (e a far ridere) si impara.

Gabriella Bigi pratica e insegna yoga della risata da circa dieci anni. Ha scoper-to questa passione per la disciplina sviluppata nel 1995 dal medico indiano

Madan Kataria, presidente e fondatore del Laughter Yoga International, “quasi per caso – racconta – in un momento di turbolenza della mia vita. Avevo trovato l’an-nuncio di un corso, che avevo messo da parte ed è saltato fuori al momento giusto. È stata subito un’esperienza positiva e così ho approfondito”. Da allora Gabriella, il cui background professionale consiste nell’insegnamento della lingua inglese e nell’educazione degli adulti, ha ottenuto il diploma di Laughter Yoga teacher, che le permette di tenere corsi in prima persona. Alla domanda sul perché ridere faccia bene, risponde senza dubbi elencando una serie di conseguenze naturali della risata, che “funziona proprio come una medicina: in pratica riduce lo stress e la tensione, allontana i sentimenti e i pensieri negativi, ha un eff etto analgesico e antidolorifi co dovuto anche al fatto che aumenta la quantità di ossigeno nel corpo, l’effi cienza delle vie respiratorie, la circolazione del sangue e la resistenza fi sica – spiega – fra l’altro si sono registrati, soprattutto in America, anche casi in cui lo yoga della risata ha risolto, o almeno contribuito a risolvere, alcuni casi di malattie già conclamate, po-tenziando al massimo l’eff etto delle cure”. A livello psicologico, Gabriella sottolinea l’importanza della risata per stabilire un rapporto di sintonia con gli altri e aumenta-re la fi ducia in se stessi e nel prossimo: “Le nostre sessioni si svolgono con più perso-ne, inizialmente la risata è un esercizio fi sico, si comincia con stretching ed esercizi di respirazione per preparare i polmoni alla risata, che ben presto si trasforma in spontanea. Si crea così un clima di giocosità, che ricorda quella dei bambini, e di benessere. A dire la verità spesso poi il diffi cile è smettere di ridere. Non solo, con la pratica regolare dello yoga della risata – conclude – si tende a sviluppare un atteggia-mento mentale positivo, che aiuta ad aff rontare meglio i problemi che si pongono”.

Serena Wiedenstritt

La ricorrenza

L’insegnante

#Curiosità16 | Gennaio 2015

Page 17: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

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Page 18: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Fiorentina

Il calendario

quanti ko in attacco:addio “maledetto” 2014Rossi, Bernardeschi, Babacar:storia di 365 giorni sfortunati

Il bilancio

Neanche il tempo di esultare dopo il gol di Gonzalo Rodri-guez alla vigilia della

Befana al Franchi, che arriva su-bito il carbone amaro per i viola. Immeritato per la Fiorentina, immeritatissimo per Giuseppe Rossi (nella foto da www.viola-channel.tv). Al 68esimo minuto il livornese Rinaudo compie una brutta entrata su Giuseppe, che subisce una lesione di secondo grado del legamento collaterale mediale del ginocchio destro. Sì,

Messi? Cristiano Ronaldo? Macché, i gol della “Pul-

ce” non sono neanche nella top ten e quello di CR7 è lontano dal podio. La seconda magia più bella nei sessant’anni della storia dell’Uefa è fi rmata da... Mauro Bressan. Sì, avete ca-pito bene, alle spalle del gol di Van Basten con la maglia de-gli Orange nella fi nale di Euro 88 c’è la prodezza dell’ex viola, che fece esplodere in un boato i trentamila del Franchi il 2 no-vembre 1999. La Fiorentina del Trap, con otto giocatori infor-tunati tra cui un certo Batistu-ta, aff rontava le stelle del Barça, allenate da un giovane Louis Van Gaal. I blaugrana prendo-no le redini del gioco nell’avvio di gara, ma al 13° sono i viola a passare in vantaggio, con quella spettacolare rovesciata da oltre trenta metri fi rmata da Bressan all’incrocio dei pali, imparabile per Arnau. Dopo sei minuti, però, è Figo a riportare in parità il match. E al 43esimo, come da copione, segna anche l’altra stel-la del Barça, Rivaldo. Ma Balbo

Irene Delfino

proprio quello già fi nito sotto i ferri. Comincia male il 2014 per la Fiorentina, e il “viaggio” de Il Reporter nell’anno da poco con-cluso non può che partire da qui, da quella maledetta partita con-tro il Livorno. Perché perdere il capocannoniere del campionato, il giocatore con maggior genio, il campione che con un tocco ti cambia la partita, è un duro colpo, che senza cercare alibi ti cambia la stagione. È mancato Pepito nel ritorno degli ottavi di Europa League contro la Ju-

ventus, vinti dai bianconeri solo grazie a una prodezza di Pirlo, la solita punizione che mette fuori causa qualunque portiere. Vedi, la Juventus il suo campione ce l’aveva in campo. Addio Europa League e addio terzo posto in campionato. Perdendo tutti big match (Inter, Lazio, Juve, Milan e Roma), ad eccezione della par-tita contro il Napoli. E proprio i partenopei la Fiorentina ritro-verà in fi nale di Coppa Italia, la partita da cancellare per i fattacci dell’Olimpico, come per il risul-

tato (3-1) e la prestazione dei ragazzi di Montella. Troppa poca grinta per una fi nale, nonostan-te l’alibi di un attacco spuntato senza Cuadrado, Gomez e Ros-si. Purtroppo è il leitmotiv del 2014, l’attacco funestato dagli in-fortuni, che continua anche con l’inizio della stagione 2014-15, non risparmiando Bernardeschi e Babacar. Ma è l’atteggiamento di chi scende in campo la causa della brutta partenza nella nuo-va stagione: a mancare sembra essere la voglia di lottare, mentre qualcuno punta il dito contro i troppi cambi di modulo che ren-dono la Fiorentina imprevedibile perfi no agli stessi giocatori viola. Fino alla svolta, dopo la sosta, contro il Cagliari del maestro Zeman. Poi la partita perfetta con la Juventus, che profuma di vittoria, anche se il tabellino segna lo zero a zero. In Europa League la Fiorentina passa age-volmente ai sedicesimi con un turno di anticipo. In Europa ri-comincerà a giocare a febbraio contro il temibile Tottenham, ma per conquistare in campio-nato quella con la musichetta, la squadra dovrà rimboccarsi le maniche in questo 2015. Perché le outsider per il terzo posto non hanno ancora fi nito la benzina.

nella ripresa non fa rimpiangere Bati, con una doppietta che ri-porta avanti gli uomini del Trap. Poi il Barça pareggia i conti con Rivaldo. Un 3 a 3 scintillante, di quelli che solo le notti di Cham-pions sanno regalare, nonostan-te entrambe le squadre fossero già qualifi cate per la fase succes-siva dell’Europa che conta.

I.D.

La coreografia dei tifosi viola nella partita contro la Juventus: la prima sfida del 2015 fra le mura amiche del Franchi è contro il Palermo

La rovesciata di Mauro Bressan, valsa all’ex giocatore viola il secondo posto tra i gol più belli segnati nei sessant’anni della storia dell’Uefa

via a un nuovo anno in viola

Buon 2015, Fiorentina. La squadra di Montella è chiamata a ini-ziare il nuovo anno nel migliore dei modi, per potersi poi gio-

care tutto in primavera. Come ormai consuetudine, il campionato ricomincia per la Befana dopo la pausa natalizia. I viola ripartono in casa di un disperato Parma, con gli emiliani che la passata stagio-ne avevano conquistato l’Europa sul campo e che invece quest’anno si ritrovano a lottare per la retrocessione. Nel turno successivo al Franchi arriva il Palermo, per la prima partita del nuovo anno fra le mura amiche. Altra gara da vincere, una settimana dopo, a Verona contro il Chievo, nell’ultima giornata del girone di andata. Poi parti-rà la seconda parte della stagione, con una delle sfi de più sentite dai tifosi viola: al “Franchi” arriva la Roma. Nel turno di campionato a cavallo tra gennaio e febbraio, la Fiorentina sarà infi ne impegnata in trasferta sul campo della “rivelazione” Genoa. L’obiettivo del gen-naio viola è quello di fare più punti possibili. Perché, eccezion fatta per le prime due posizioni, tutto può ancora accadere.

Lorenzo Mossani

Top gol

messi o cr7? macché, bressan

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18 | Gennaio 2015

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Il libro

azzurri di casa nostraFirenze città dell’arte, della cultura e... dello sport. Nell’ultimo mezzo secolo il capoluogo toscano

ha rifornito le nazionali di tutte le discipline con settecento atleti, nati in riva all’Arno o adottati dalla città del giglio. Ora un libro li racconta. Si chiama “Dal Giglio alla Nazionale” ed è un’antologia dello sport fi orentino dal 1963 al 2013, curata da Luca Giannelli e pubblicata dalle edizioni Scramasax (euro 22). In 328 pagine il volume raccoglie 236 schede, ognuna dedicata a un atleta di ieri o di oggi e al racconto della sua esperienza in azzurro. Campioni indimenticati a fi anco di tante “meteore” che la maglia della nazionale magari l’hanno indossata una sola volta. D’altra parte, si sa: azzurro per un giorno, azzurro per la vita. C’è tanto calcio, ovviamente. Giancarlo Antognoni, Ciccio Graziani, Alberto Di Chiara o, in tempi più recenti, Manuel Pasqual: viola e azzurro, due colori che da sempre si abbinano alla perfezione. Firenze è però anche la capitale di canoa e canottaggio, con quasi 150 atleti partiti dall’Arno e arrivati in Nazionale. Restando a pelo d’acqua, sono una settantina i nuotatori gigliati che hanno indossato il costume azzurro e più di cento gli agonisti dell’atletica. Senza dimen-ticare i commissari tecnici. Tre nomi su tutti: Ferruccio Valcareggi, Alfredo Martini e Franco Balle-rini. In tema di ciclismo non poteva poi mancare un bel ricordo di Gino Bartali, in testa alla sezione “Campioni nella memoria”, e per chiudere il fotoracconto di quando Firenze è stata il palcoscenico del mondo: ai mondiali di Italia ‘90, gli Europei di pallanuoto del ‘99, i recenti mondiali di ciclismo del 2013 e la World League di pallavolo della scorsa estate. Questa è Firenze: arte, cultura, moda e buona tavola. Ma anche tanto, tanto sport.

Pallavolo

UN TIFO DA... STADIOSe forse qualcuno si sarà meravigliato nel vedere Firenze con due

squadre di pallavolo in serie A1, tutti lo hanno fatto certamente per la risposta del pubblico. Il Bisonte Firenze, forte dei “Pellicani Feroci”, riesce a portare quasi tremila persone al Mandela Forum dove, pur tra alti e bassi in classifica, la squadra riesce spesso a esprimere un’ottima pallavolo e a far valere il fattore campo. L’al-tra metà della mela pallavolistica di casa nostra è Scandicci. Se la media di pubblico che assiste alle partite è inferiore, dopo solo un mese di campionato, per sostenere capitan Samec Lipicer e com-pagne, si è formato il tifo organizzato chiamato Scandicci Road Runners, che col passare delle settimane è diventato sempre più caldo sostenendo la squadra anche nelle trasferte. Per la Savino Del Bene i punti sul campo sono arrivati prima rispetto a Firenze, ma ci sarà da lottare fino all’ultima giornata per la salvezza. Infine, in serie B1 grande merito va alla San Michele di Alderani, autrice di un campionato di vertice. Chapeau, volley.

#Sport

Sono due le squadre fiorentine impegnate quest’anno in serie A1. E la risposta del pubblico non si è fatta attendere

Una lezione di danza con Marga Nativo al “Florence Dance Center”, dove vengono proposti corsi che spaziano dalla classica al flamenco fino all’hip hop e non solo

“florence dance”,balli per tutti i gustiViaggio nell’accademia aperta dal 1987: tanti i corsi proposti

Il centro

�Web florencedance.org Tel. 055.289276

Marga Nativo, dopo u n’e s p e r i e n z a trentennale come prima ballerina

del teatro Comunale di Firen-ze, fonda nel 1987 la “Florence Dance”, accademia di danza ma anche centro culturale, che pro-pone svariate iniziative e corsi di danza che spaziano dalla classica al flamenco, dall’hip hop ai balli latino-americani.Una scuola per tutti i gusti: i ragazzi possono accedere diret-tamente a qualsiasi corso?Se hanno almeno dieci anni e lo desiderano fortemente sì, ma io consiglio sempre e vivamente una base di danza classica: non solo trasmette le basi fonda-mentali, ma prepara il corpo a mettere in atto movimenti che altrimenti potrebbero risultare addirittura pericolosi.Nella classica non ci sono mo-vimenti rischiosi per la salute?No, anzi è curativa per chi ha problemi di scoliosi, piedi piatti e molto altro. Non di rado i ge-nitori portano i loro figli proprio per questo motivo.Un’ottima ragione per pratica-re la danza: ma ce ne sono an-che altre?Assolutamente sì: prima di tut-to la danza regala armonia ed eleganza, poi avvicina alle arti, predispone a un’interazione più sensibile con il prossimo e tra-smette un senso del dovere e del rigore che i bambini si porteran-

Carlo Marrone

no dietro per tutta la vita.Perché, secondo lei, in Italia la danza è praticata quasi esclusi-vamente dalle bambine?È un fattore culturale che non esiste in altri paesi, in Italia si tende a credere che la danza possa rendere femminili i ma-schietti. Niente di più sbagliato. La scelta della danza da parte di un bambino può essere al limite conseguenza, ma non certo cau-sa, di un determinato modo di essere. E di certo non è un lega-me scontato: i bambini come le bambine possono amare la dan-za, senza i pregiudizi e i precon-cetti degli adulti, semplicemente perché gli piace.Esiste un tempo limite per av-vicinarsi a questa disciplina?Diciamo che se si vogliono rag-giungere determinati livelli di-venta difficile farlo iniziando dopo i dieci anni, ma con un po’ di predisposizione fisica e tanta forza di volontà niente è impos-sibile.Secondo lei è sbagliato conside-rare la danza uno sport?È limitante. È vero che si fa mol-to uso del corpo, ma nella danza

la tecnica non basta. Direi che è più vicina al teatro.Ha qualche sogno nel cassetto legato alla scuola?Più in generale, vorrei che la danza fosse più valorizzata dal-le istituzioni. In Italia le scuole sono quasi tutte private, chiun-que può insegnare e non esisto-no contributi per i corsi di for-mazione. Io li tengo a mie spese, ma sono molto cari e non posso certo aumentare le mensilità del-la scuola, con la crisi le famiglie non potrebbero più permetter-sela. Bisogna capire che una buo-na scuola di danza è equivalente a un’università: non ne escono solo ballerini, ma anche costu-misti e coreografi.Lei, intanto, ha creato la sua compagnia...Sì, formata da ex allieve e legata principalmente al festival inter-nazionale che si tiene ogni anno a luglio nel cortile del museo del Bargello. Qui la mia compagnia si esibisce in bellissime perfor-mance con musica dal vivo.Un’occasione per rendersi conto da vicino di come la danza sia arte, emozione, espressione.

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NUOVA APERTURA Piazza Ferrucci, 3 info 333.40.22.251via Federico d'Antiochia 21 (di fianco all'ipercoop Gavinana) info 327.28.97.058

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Gennaio 2015 | 19

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#Cultura

bandabardò: “noi, partigiani del palcoscenico”A tu per tu con Erriquez, frontman della band che il 24 gennaiosi esibisce all’Obihall. “Suonare a Firenze è sempre una gioia”

Ventidue anni e non sentirli. La Banda-bardò, nata uffi cial-mente a Firenze l’8

marzo 1993, di candeline ne ha spente diverse, ma non ha mai perso lo spirito che l’ha animata fi n dal principio, quello che la rende ancora oggi una calamita per gli appassionati del gene-re, lo stesso che ha permesso al gruppo di non perdersi mai e di proporre al pubblico un nuovo album (uscito una manciata di mesi fa), per molti il più bello della loro carriera. La “Banda”, così viene chiamata confi den-zialmente, il 24 gennaio sarà sul palco dell’Obihall per comincia-re col piede giusto il nuovo anno fi orentino in musica. Ed è per questo che Il Reporter ha voluto fare due chiacchiere con Enrico Greppi, in arte Erriquez, storico frontman del gruppo.Enrico, come ci si sente con oltre vent’anni di successi alle spalle e un disco da poco pub-blicato?

Ci si sente bene. Abbiamo dimo-strato che anche dopo un ven-tennio siamo sempre noi, con la stessa voglia di fare musica, con il desiderio di cercare ritmiche e sonorità sempre nuove. La vena creativa non ha pro-prio voglia di esaurirsi...Tutt’altro, abbiamo prodotto un album che ci sta dando grande soddisfazioni. A mio parere, uno dei più belli dall’inizio dell’av-ventura Bandabardò.Un disco che vede tra i collabo-ratori anche Jacopo Fo.Sì, Jacopo è stato molto più di un collaboratore. È un amico, in-nanzitutto, che ha fatto da chioc-cia a questo progetto, una perso-na a cui voglio molto bene, che ha regalato, con parole e buoni consigli, benzina per accendere questo nuovo disco. In più ha re-alizzato per noi la copertina.E ora salirete sul palco dell’O-bihall...È sempre una gioia esibirsi a Fi-renze, un po’ perché è una città che ama la musica, che dà grandi soddisfazioni, un po’ perché sa-pere che dopo il concerto si può tornare a casa e non andare in un

Ludovica V. Zarrilli

L’intervista

Enrico “Erriquez” Greppi durante un concerto (scatto tratto dalla pagina Facebook della band)

�Webbandabardo.itFb: Bandabardò

albergo è una sensazione impa-gabile. Qual è il segreto per tenere in-sieme un gruppo come la Ban-dabardò?Trovare un equilibrio e affi dare a ognuno un compito, a seconda delle proprie attitudini.Come in una sorta di famiglia...Più o meno. C’è chi cura i so-cial, chi si occupa della gestione economica, chi ha rapporti con l’agenzia, chi si occupa dei live. Insomma, una distribuzione na-turale dei compiti. E poi siamo toscani e abbiamo uno spirito partigiano, viviamo la Banda come una creatura da difendere.Esibizioni live ma non solo, le vostre musiche faranno anche da colonna a uno dei fi lm più attesi dai fi orentini.Sì, stiamo lavorando alla colon-na sonora del lungometraggio “Io mi fermo qui” di Federico Micali, che uscirà a fi ne febbraio: pellicola dedicata all’esperienza fi orentina del cinema Univer-sale, alla quale qualcuno di noi ha partecipato non solo come musicista, ma anche nei panni di attore.

� Web

unannoadarte.it

Il dipinto del Saltini “Memmi che per incarico del Petrarca sta ritraendo la Laura” (1863, Galleria Palatina)

Un anno ad arte

il polo museale festeggia con otto eventiTrecentosessantacinque

giorni, non uno di più né uno di meno: tanti sono i dì dedicati alla cultura dal polo museale fi orentino. La decima edizione di “Un anno ad arte”, il programma di esposizioni organizzate dai musei statali della città, presenta un corpus di appuntamenti ricco, spalma-to sull’intero 2015 e distribuito nei musei cittadini. Si comincia con gli Uffi zi e “Gherardo delle Notti. Quadri bizzarrissimi e cene allegre” (dal 10 febbraio al 24 maggio), dedicata al fi am-mingo Gerrit van Honthorst, di cui sarà valorizzata la pre-senza in Italia nel primo Sei-cento e l’entusiastica ricezione fi orentina, che assicurò quat-tro grandi tele alle collezioni medicee. A Gerrit, che deve il suo soprannome al talento per le scene notturne rischiarate da lucerne e candele, saranno affi ancati altri pittori degli anti-chi Paesi Bassi, dediti alle stesse ricerche luministiche Il secon-do step è fi ssato al Bargello dal 20 marzo al 21 giugno con “Il Medioevo in viaggio”, in oc-casione dei centocinquant’an-ni di Firenze Capitale e della

Le nozze d’argentodella cultura vintagesi celebrano alla leopolda

Appassionati di vintage, unitevi. Dal 28 gennaio al

1° febbraio, in occasione di Pit-ti Immagine Filati, torna “Vin-tage Selection” alla Stazione Leopolda. Nozze d’argento per la prima edizione del 2015 (ce ne sarà, come di consueto, una seconda a giugno), la 25esima dell’evento dedicato all’usato di qualità. La mostra-mercato di abbigliamento, accessori e og-getti di design vintage è anche un laboratorio di ricerca che guarda alla moda del passato con occhi curiosi, proponen-do uno sterminato archivio da cui i designer di oggi traggono suggestioni creative. Una ve-trina che vuol off rire ai cultori del genere il meglio del meglio, con una selezione di distribu-tori in arrivo da tutti gli angoli d’Italia. Vestiti ma non solo, accessori, piccoli complemen-ti d’arredo, snack a tema con drink old style e una quantità di eventi che off riranno un’oc-casione per divertirsi anche ai più scettici.

E.C.

Una vita vissutatra gli scaffali:falciani dagli esordiall’esperienza edison

La vita di un libraio fi oren-tino. Le storie, gli incontri,

gli aneddoti. Frammenti del quotidiano di chi ha passato (e continua a farlo) una vita tra il fruscio di una pagina e l’altra. Si intitola “Felicemente annegato tra i libri” ed è edito da Firenze Leonardo Edizioni (172 pagg., 14 euro), il volume che traccia i contorni della vita di Alessandro Falciani, libraio fi orentino (ex direttore della Edison di piazza della Repub-blica) che ha attraversato – step dopo step – tutti i gradini della carriera in libreria: da fattorino a commesso, fi no a proprietario ed editore e anco-ra direttore di una delle realtà (la Edison, appunto) più amate della città. A sostenere il suo racconto autobiografi co, arric-chito anche da materiale foto-grafi co, ci sono gli interventi di alcuni amici di sempre: dal consigliere regionale Eugenio Giani ai giornalisti Benedetto Ferrara e Pier Francesco Listri, fi no a Luciano Artusi.

E.C.

La kermesse Il libro

fondazione del museo, che pre-se vita in concomitanza con il trasferimento della prima città del regno in riva all’Arno. Quasi contemporaneamente, il 30 mar-zo (e fi no all’11 ottobre) alla Gal-leria dell’Accademia parte “L’arte di Francesco. Capolavori d’arte e terre d’Asia dal XIII al XV seco-lo”. Il museo degli argenti di Pa-lazzo Pitti off re invece un focus su una delle gemme più amate dalle corti del passato con “La-pislazzuli. Magia del blu” (dal 9

giugno all’11 ottobre), che off rirà ai visitatori un’accurata selezione di oggetti e gioielli decorati con la pietra preziosa “striata” d’oro. Importato dall’Asia, il lapis, oltre alla creazione di preziosi ogget-ti, serviva ai pittori per dar vita – una volta ridotto in polvere – al blu detto Oltremare naturale, utilizzato per le vesti delle divi-nità e il fi rmamento. Il 22 giugno si torna agli Uffi zi per celebrare un altro artista attivo tra la fi ne del Quattrocento e l’inizio del

Cinquecento, “Piero di Cosimo. Pittore fi orentino eccentrico tra Rinascimento e Maniera” (fi no al 27 settembre), mentre alla Galleria Palatina dal 30 giugno al 15 novembre prenderà vita l’evento dedicato a Carlo Dolci e alle sue pitture luminose rea-lizzate per la corte fi orentina del Seicento. Sempre a Palazzo Pitti, ma al piano superiore, dove ha sede la Galleria d’arte moderna, si torna a parlare di Firenze capi-tale con “I doni e le collezioni del re”, dal 19 novembre al 3 aprile 2016. Infi ne, per chiudere l’anno nel migliore dei modi, la Galleria dell’Accademia sceglie una car-rellata di quadri di “Carlo Por-telli. Pittore di pregio” (fi no al 17 aprile 2016), lavori di “un eccen-trico fi orentino ben più inoltrato nella Maniera del pieno Cinque-cento, che rivela la sua insistente ricerca di eleganze tanto raffi nate quanto complicate”.

20 | Gennaio 2015

Page 21: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Cultura

Le strade di Mr. Moskovitch | Prima puntata

Chi arriva prima, forse aspetta

Bernard Moskovitch,Jumeira ResortDubai.

Totally Unnecessary PublishingMordecai Richler blvd.Montreal - Canada

Gentile direttore,come sai qui non mi riesce più a vivere. Ho scritto tutto quello che dovevo scrivere e ve l’ho inviato. Mi manca di mangiare prosciutto, anche se per l’alcool qui non ci si può lamentare. Un panino con il lampredotto, in subordine l’insalata di nervetti sarebbero ora il mio desiderio più ambito. Capisco che non sai di cosa parlo. Fai l’editore e conti i dollari. Te ne ho fatti fare tanti. Io scrivo; altra vita, altre esigenze. Gentilmente, qui mi sono proprio stancato - è un deserto - mandatemi a Firenze e scrivo quanto volete (lette le ultime cento pagine del romanzo? Piaciute?). Un po’ di Rinascimento non può che fare bene alla mia creatività.Spese a vostro carico, ovviamente.In fedeBoogey

* * *

Barney PanofskyTotally Unnecessary PublishingMordecai Richler blvd.Montreal - Canada

Bernard Moskovitch,Jumeira Resort Dubai

Gentile mr. Boogey,come sai, qui stai diventando l’incubo dell’amministrazione, in particolare della sig.na Miriam Greenberg, ancora le si inumidiscono gli occhi quando legge una tua ricevuta per le spese del frigo bar. In ogni caso, senza girarci troppo intorno, vorremmo (noi, cioè io, quello che scuce i quattrini per la tua dissennata vita), che tu scrivessi qualche sobria (intendimi bene, sobria) pagina pubblicabile sotto forma

di parole stampate. Ti verrà corrisposto un compenso di 180 $ lordi a pagina (di 1000 battute circa). Il corrispettivo è da intendersi in dollari canadesi. Così mi conferma la sig.na Greenberg, quella dagli occhi inumiditi. Perdonami se sono così schietto, però viste e considerate le tue esperienze passate e presenti, di un certo livello, mi premurava farti intendere senza girarci troppo intorno che la sig.na Greenberg continuerà a pagarti i conti solo nel caso tu scriva qualcosa di utile. Ti abbiamo prenotato un appartamento all’Hotel Internazionale a Firenze. “Coperta” esclusa, trattandosi di primavera. Ma non dubito che come al solito, ti scalderai. Le trentasei pagine (e mezzo, sulla trentasettesima vi erano solo due righe) del tuo manoscritto le conserviamo gelosamente. Se per il proseguimento del tuo notevole romanzo non ti ricordassi più come proseguire, ti prego contatta la sig.na Greenberg: sarà felice di inviartene una copia.A presto.Barney.

* * *

Si dice che quando una donna corre, corre per l’amore. Dio! quanto aveva corso lei, in cima ai suoi tacco dieci, scendendo dal Freccia Rossa. Aveva anche dribblato la coda di persone in attesa dei taxi, con una qualche improbabile scusa. Ma a una diva, non si dice mai di no.- Mi porti all’Internazionale, rapido come un fulmine.Il tassista aveva aggiustato lo specchietto.- Ma lei non è… Scusi, sa ma le somiglia come una goccia d’acqua… Certo è davvero incredibile…La donna si sollevò gli occhiali da sole, portando i lunghi capelli biondi indietro.- Magari… No, non sono io e se lo fossi sarei in incognito - rispose, facendo in modo che i suoi occhioni blu tempestati di pagliuzze dorate fossero bene inquadrati nel rettangolo dello specchietto.- Ma se vuole le firmo tutti gli autografi che vuole, basta che siamo lì in un battibaleno. L’autista ingranò la marcia. L'auto scattò in avanti.- Parla parecchio bene l’italiano per un’americana. - Sono danese, ma ho lavorato spesso anche in Italia…- Davvero?- Sì. Senta vada spedito, per favore. È distante?- Ma no. Cinque minuti al massimo. Dica, me lo farebbe un autografo comunque, anche se è in incognito?- Sì, ma vada…

Continua ☞

Un racconto a puntate, questa è la sorpresa che Il Reporter riserva ai suoi lettori per l'anno appena iniziato.Una storia inedita, scritta da Domenico Luigi Cena in esclusiva per la nostra testata e ambientata a Firenze.

I nuovi angeli della NazionaleDa Cooplat una donazione alla bibliotecadopo i danni del maltempo

Un contributo economico per dare ossigeno a una delle istituzioni cul-turali più prestigiose della Toscana, alle prese da tempo con una serie di

diffi coltà aggravate di recente dai danni del mal-tempo. Protagonisti del gesto di solidarietà sono i soci e i lavoratori della cooperativa Cooplat, sto-rica azienda di servizi nata nel ‘46 a Firenze che oggi conta quasi tremila addetti in tutta Italia, au-tori di una donazione di 7.500 euro alla Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze. “Siamo legati alla Nazionale da quasi mezzo secolo – dice il presi-dente di Cooplat Fabrizio Frizzi –. Non potevamo restare indiff erenti di fronte alle criticità che sta attraversando”. Era il 1966 quando i destini della cooperativa e della biblioteca si incrociarono. In seguito all’alluvione che investì la città, i soci Co-

oplat si fecero avanti come volontari per salvare i volumi danneggiati dalla furia dell’Arno. Da “an-geli del fango”, ben presto venne proposto loro di occuparsi a tempo pieno della cura dei libri allu-vionati. E dopo essere stati formati adeguatamen-te, dettero vita al Laboratorio di restauro, che nel ‘76 divenne organismo interno della biblioteca. Tutt’ora inoltre sono proprio le lavoratrici e i lavo-ratori della coop a pulire quotidianamente i locali della Nazionale. Da qui un legame strettissimo, sfociato nel dono che servirà proprio all’acquisto di materiale e macchinari per il Laboratorio per la cura dei libri. “L’intesa tra le due realtà aff onda le sue radici in uno dei momenti più drammatici della biblioteca – dice la dirigente della Nazionale Maria Letizia Sebastiani – siamo grati alla Coo-plat ancora una volta al nostro fi anco”.

Solidarietà

Gennaio 2015 | 21

Page 22: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

#Rubriche

L’attuale numerazione civica dei fabbricati, com’è oggi applica-ta, risalente al 1865

(primo anno di Firenze capitale d’Italia), è cosa molto diversa da quella anticamente usata. Ai nostri giorni la numerazione è applicata per ogni strada pro-cedendo con il numero uno dal lato sinistro e il numero due da quello destro, contrassegnando così progressivamente tutti gli ingressi di accesso ai fabbricati. I numeri rossi riguardano le atti-vità commerciali. Per un rapido e sicuro riconoscimento, l’inizio della numerazione viene “affi -dato” al corso del nostro fi ume: l’Arno. Infatti, dalla direzione di scorrimento deriva tale conven-zione, per cui si distinguono sia per le strade cittadine che per quelle periferiche e dei sobbor-ghi, i numeri dispari a sinistra e quelli pari a destra. Tale applica-zione è peraltro precisata dall’art. 12 del vigente Regolamento Co-munale per la Toponomastica. La numerazione delle strade più

o meno parallele all’Arno che vanno da monte a valle secondo il defl usso della corrente, inizian-do ovviamente a monte, mentre quelle più o meno trasversali al fi ume (come se si dirigessero fuori rispetto al suo corso), verso Nord quelle poste sulla riva de-stra, e verso Sud quelle poste in Oltrarno sulla riva sinistra. Nelle piazze, invece, la numerazione ha inizio dalla prima casa all’an-golo di sinistra facendo ingresso dalla via considerata principale, procedendo con la numerazio-ne progressiva per tutte le case circostanti, per fi nire all’angolo opposto. In antico non esisteva una denominazione delle strade e, tanto meno, la numerazione. L’individuazione del luogo av-veniva attraverso i “canti”, cioè le cantonate dei palazzi e delle case di note famiglie, da attività svolte o ancora da personaggi tipici, oppure da insegne pubbli-citarie esistenti in quel luogo. Il nome dei “canti” rappresentò la toponomastica più antica, ancor prima che le strade assumessero

“L’anno che sta arrivando, tra un anno passerà”, così cantava il mitico Lucio Dalla e mi sembra la previsione più certa per il nuovo anno. Invece noi affi diamo le nostre speran-

ze, il nostro futuro, a gente che dice di sapere tutto di noi: lavoro, salute, amore. Sulla salute posso anche credere che ci azzecchino, in Italia a volte è più probabile che faccia la diagnosi giusta uno sco-nosciuto che non sa niente di medicina piuttosto che un primario... Il lavoro, invece, è più diffi cile da prevedere, eppure c’è gente che la mattina non va all’uffi cio di collocamento a chiedere informazioni ma in edicola per sapere se è uscito il nuovo numero di Astrologia. Ho un amico che pensa di essere disoccupato per colpa degli astri, infatti durante una manifestazione della Cgil lui era l’unico che sfi la-va con un cartello con scritto: “Via Marte dalla settima casa!”. Siamo ossessionati dalla conoscenza del futuro. Ho una cugina che tutte le mattina legge il fondo delle tazzine da caff è, però non capisce quello che le dicono. In fondo alla tazzina legge sempre il solito nome, ma lei non conosce nessuno che si chiami in quel modo: Jolly Caff è! Io piut-tosto che il futuro preferisco saper leggere il presente. Come diceva un fi losofo (non un bischero qualunque): il futuro è solo la somma di tanti presenti. Come dargli torto!

ANDREA MUZZIComico, attore, regista e cabarettista

�Webandreamuzzi.it

A zonzo per Firenze

Il Pungiglione

una specifi ca denominazione e, quindi, la numerazione. Va detto che fi no all’anno 1826, la maggior parte delle targhe stradali, fatta di semplice intonaco, era soggetta ad inevitabili deterioramenti e, quindi, a continui ripristini. Soltanto alla fi ne di quell’anno, la municipalità decise di rimediare all’inconveniente, stabilendo che l’apposizione dei nuovi cartelli stradali, dovesse essere eseguita con lastre di marmo e non più ad intonaco. Sino al XVII secolo, le case ebbero una “numerazione parrocchiale”, e cioè il numero del-lo stabile corrispondeva a quello del “Registro degli Stati d’Anime” che ogni parroco aveva il compito di tenere, secondo quanto di-sposto nel Concilio di Trento. Questo sistema restò in vigore fi no al 1808, ma sul fi nire di quell’anno, sotto la dominazione francese, il 24 ottobre, “per facilitare il servizio della Posta delle Lettere, della Polizia e degli alloggi militari” venne imposta per tutti gli edifi ci la “numerazione generale progressiva”. L’innovativo sistema iniziò nel gennaio 1809 e terminò nel novembre dello stesso anno. La spesa di tre soldi per ciascun numero, necessaria per l’apposizio-ne dei nuovi numeri civici, fu a carico dei proprietari degli im-mobili. Palazzo Vecchio, ritenuta la “prima casa” della città, ebbe naturalmente il numero 1, dall’accesso da Via dei Leoni e da qui, continuando a girare in modo quasi avvolgente intorno alle strade comprese entro le mura trecentesche, la numerazione giunse al Ponte Vecchio con il numero 1288. In Oltrarno, nel Quartiere di Santo Spirito, iniziava con il numero 1289 e terminava alla fi ne del Lungarno Soderini con il 3345. Ritornando sulla destra del fi ume, dal Ponte alla Carraia in Borgo Ognissanti, nel Quartiere di Santa Maria Novella, poi in quello di San Giovanni dove al Palazzo Me-dici Riccardi fu assegnato il numero 6038, oggi n. 1, per poi fi nire in Santa Croce, precisamente in Via Mozza con l’ultimo numero, 8025, che corrispondeva all’attuale n. 2 di questa breve strada che, proprio per la sua esigua estensione era detta comunemente Via Mozzina. Particolare curioso è dato da Palazzo Pitti, che fu di-chiarato esente dalla numerazione in quanto “reggia” quindi co-nosciuta e superiore a tutti gli altri immobili. Nella piazza, però, la numerazione “a chiocciola” scorreva regolare come dimostra ancora, nella sua vetusta presenza, il n. 1702 sopra l’ingresso dell’e-difi cio contrassegnato con il numero civico 7. Ma in Oltrarno non c’è rimasta questa sola attestazione: in Via dei Serragli 99 all’angolo con Via Santa Maria, sull’immobile di quello che fu lo studio dello scultore Pio Fedi è ancora ben visibile il numero 2538. Ma vi sono in città anche altre testimonianze di questa numerazione progres-siva francese: al lato del portone contrassegnato dal n. 12 in Via Porta Rossa, dove esiste ancora il 1026, un’altra in Piazza Strozzi al n. 5 già 1012, nonché quella di marmo in Via dei Cerretani n. 10 già 4659, numero scolpito fra graziosi riferimenti fl oreali.

LUCIANO E RICCIARDO ARTUSI

�Webartusi.net

BRICIOLE DI STORIA, FRA ANEDDOTI, LEGGENDE E MISTERI

L’ANTICA NUMERAZIONE CIVICAPiazza dei Pitti 7 già 1702e via dei Cerretani 10 già 4659

oroscopi e fondi di caffè:tutta colpa degli astri!

22 | Gennaio 2015

Page 23: Il Reporter Q1 - Gennaio 2015

Lettere

“GIARDINIDELLA MONTAGNOLA”,L’INTERVENTODEGLI ANGELI DEL BELLO

Gent.ma redazione buon pomeriggio.La presente per informarvi che rispetto alla segnala-zione fatta dall’utente Claudio N. nella sezione delle Lettere dell’edizione de “Il Reporter” (ottobre 2014) la Fondazione degli Angeli del Bello ha deciso di intervenire. È stato, infatti, costituito un gruppo di volontari nella zona di Campo Marte dopo la grande festa annuale del 4 ottobre che quest’anno ha visto la partecipazione di circa 1500 volontari e l’attivazione di interventi su tante e diverse aree del capoluogo toscano. Il gruppo sensibile alle segnalazioni dei cittadini, compresa quella pubblicata sulla vostra te-stata, sta organizzando l’intervento anche nei “Giar-dini della Montagnola” dove “manutenzione lasciata andare e sporcizia la fanno da padrone”, secondo quanto dice il lettore. Chiaramente la fondazione di volontari “Angeli del bello” invita tutta la cittadinan-za a partecipare, iscrivendosi al gruppo e seguendo il calendario degli interventi su www.angelidelbello.org, e facendo segnalazioni all’indirizzo: [email protected].

Fondazione degli Angeli del Bello

BORGO OGNISSANTIE LE VIE CIRCOSTANTI

Buonasera,sono un fi orentino che abita nella zona di Borgo Ognissanti, zona di cui tante volte si parla soprat-tutto per le vicende della vicina via Palazzuolo. Non voglio stare qui a parlare dei problemi “storici” di via Palazzuolo, di cui tanto si è già discusso e si con-tinua a discutere, ma voglio sottolineare come con impegno e voglia di fare tante cose possono cam-biare. La nostra Borgo Ognissanti è una strada viva, dove ci sono negozi storici ma anche nuove attività aperte recentemente che l’hanno arricchita, insom-ma pur con i suoi problemi (ma quale strada non ne ha?) è un posto dove si vive bene, e so che come me la pensano molti altri abitanti. E allora mi chiedo perché non pensare di intervenire anche nella zona circostante alla strada, nelle vie intorno, fi no alla sta-zione, per migliorare la situazione di tutta l’area? Ci guadagneremmo tutti. La nuova galleria commer-ciale della stazione potrebbe essere una delle cose da cui ripartire, ma si potrebbero fare anche tante altre cose per aumentare la sicurezza e migliorare la vita nella zona. Si potrebbe pensare alla risistemazione delle strade, dell’illuminazione, a fare interventi che renderebbero la zona più bella e “appetibile” per chi vuole aprire nuove attività.. visto che stiamo comun-que sempre parlando di una zona centrale, storica e vicino alla stazione. Questa è una parte di Firenze che non deve essere abbandonata ma che può, e deve essere valorizzata.

Un abitante

IL TRASPORTO PUBBLICO VERSO CAREGGI

Buongiorno, mio fi glio gestisce un piccolo B&B in via delle Pan-che, zona Castello. Lavora quasi esclusivamente con pazienti dell’Ospedale di Careggi, ma non esiste mezzo pubblico che da qui (né da Sesto Fiorenti-no....) raggiunga l’ospedale. Prima c’era il 18. Potreb-

be essere una soluzione far fare al 2 il tragitto che faceva il 18. Come fare? Chi può aiutare una vasta zona del Q5 tagliata fuori dall’Ospedale? Grazie per l’attenzione. Cari saluti,

Livia

“LE MIE IDEEPER I PARCHI DELLA CITTÀ”

Cara redazione,ho letto sul Reporter numero di novembre 2014 la lettera del signore che faceva le sue segnalazioni per il parco di San Donato di Novoli. Mentre la leggevo mi è venuto in mente che in tanti giardini di Firenze ci sarebbero piccole cose da risolvere o sistemare che se venissero fatte li renderebbero praticamente per-fetti. Panchine, giochi per i bambini, cura del verde, spazi al coperto per gli anziani per passare il tempo anche quando piove..... ci sarebbero tante idee per migliorare i giardini, che Firenze ha e che sono già belli e in generale tenuti abbastanza bene, a parte alcuni. Mi è venuto in mente anche che forse un’idea potrebbe essere dare lavoro a qualche giovane per risistemare queste aree verdi ma anche per attivare all’interno dei giardini attività come piccoli bar am-bulanti o altre cose simili, per dare servizi in più a chi frequenta i giardini e creare qualche nuovo posto di lavoro. Sarebbe bello se nei giardini ci fosse più vita, più cose da fare, gli anziani avrebbero compa-gnia e per i bambini ci potrebbero essere animazioni o altre attività. Anche io penso come l’altro lettore ha detto a proposito di San Donato che molti giardini di Firenze sono già molto belli: con poco in più po-trebbero diventare perfetti!Saluti,

Anna

IL FUTURODELLO STADIO FRANCHI

Si parla tanto della costruzione del nuovo stadio, che chissà se verrà mai fatto... però quando verrà fatto bisogna pensare anche bene a cosa succederà al vec-chio stadio. Io e gli altri abitanti del Campo Mar-te siamo preoccupati che al vecchio stadio poi non si penserà più e sarà dimenticato, questo non deve succedere.. Tutti sono contenti che non ci sarà più la confusione delle partite della Fiorentina, però... avevo letto l’idea di un “parco dello sport pedonaliz-zato” in tutta la zona intorno allo stadio... questa se-condo me è una buona idea, non deve essere dimen-ticata, noi abbiamo convissuto per tanti anni con il traffi co delle partite.... un po’ di pace ce la meritia-mo! Quindi l’importante è che quando verrà presa la decisione per il nuovo stadio non venga dimenticato quello vecchio, con il parco dello sport o con altre idee, ma l’idea di un posto per tutti gli sportivi per correre e camminare mi sembra la migliore.Grazie per l’attenzione,

Giampiero V.

PIAZZA DELLE CUREE IL TRAFFICOIN VIA FAENTINA

Si legge spesso sia sul Vs. giornale che su altri quoti-diani di interventi per rifacimento di piazze, giardi-ni ecc. sia nel quartiere 2 che in altre zone ma non si sente mai parlare della sistemazione di piazza delle Cure, la quale avrebbe un bisogno impellente dato il grande traffi co che si svolge attorno alla suddet-ta piazza. Inoltre ci sarebbe bisogno del rifacimento del manto stradale di tutta via Faentina per il grande traffi co che vi passa tutti i giorni. Penso sia l’uni-co quartiere che ancora oggi non ha un fontanello dell’acqua pubblica. È un quartiere dove i vigili ur-bani fanno solo capolino, circa mezz’ora - tre quarti d’ora la mattina e basta e questo penso sia dovuto al fatto di non disturbare gli automobilisti che si reca-no a far spese dai commercianti e ortolani che ogni mattina con i loro banchi occupano gran parte della piazza. Non interessa al Comune se poi la coda di auto che proviene dalle tre vie che si immettono in piazza è, soprattuto lungo via Faentina, chilometrica con tanto di inquinamento. Chiedo alla redazione del giornale di svolgere un’inchiesta su ciò che ho scritto.Distinti saluti.

Lettera fi rmata

IL REPORTERRISPONDE

Caro lettore,sul nostro giornale abbiamo parlato più volte dei pro-getti di risistemazione di piazza delle Cure, un’area tanto cara agli abitanti della zona quanto oggettiva-mente bisognosa di alcuni interventi. Più volte abbia-mo aff rontato la questione, dando spazio alle propo-ste che nel tempo sono state avanzate per donare una nuova vita alla piazza, centro nevralgico del rione con i pro e i contro che questo comporta. Certo, dopo tan-te discussioni e dichiarazioni d’intenti sono sempre di più i cittadini che chiedono di passare ai “fatti”, per valorizzare la zona da un lato e per risolvere dall’altro i problemi che la riguardano, in primis quelli di via-bilità. Dopo la presentazione degli ultimi progetti per ridisegnarne il volto (e dopo un’attesa piuttosto lunga, come sottolineato più volte da chi nella zona vive da tempo), per la piazza sembra essere sempre più vicino il momento di una svolta. E Il Reporter continuerà a seguire – come ha fatto fi nora – gli sviluppi della situazione. Legata (almeno parzialmente) alle sorti di piazza delle Cure è l’altra questione da lei segnalata, quella di via Faentina, che proprio nella piazza trova, soprattutto nelle ore di punta mattutine, un “tappo” che causa spesso code lungo la strada, come anche da lei descritto. Una migliore organizzazione della viabi-lità in piazza delle Cure risolverebbe senz’altro parte del problema, anche se non potrebbe fare “miracoli” considerati la larghezza ridotta della carreggiata di via Faentina e l’alto numero di veicoli che ogni giorno transitano dalla strada. Per sistemare la quale alcuni interventi sono ora in arrivo. In attesa di capire se, come e quando potrà essere aff rontata anche la que-stione della sua (complicata) viabilità.

MATTEO FRANCINI [email protected]

Fate sentire la vostra voce:inviate segnalazioni, problemi o propostea [email protected]

Editorialedalla primaEra il 1865 quando l’attuale ca-poluogo toscano assumeva que-sto importante ruolo, destinato a cambiare non soltanto la storia dell’Italia, ma anche (e soprattut-to) quella della stessa città, rivo-luzionata nell’urbanistica e nella viabilità per vestire al meglio i panni di “guida” del paese. Una città che, senza quella parentesi durata poco più di un lustro, sa-rebbe oggi probabilmente molto diversa. Ma una città che, tor-nando ai giorni nostri, è desti-nata a cambiare ancora. E il 2015 si profi la come un anno decisivo per tante delle più importanti “partite” aperte in riva all’Arno, dalla realizzazione della seconda e terza linea della tramvia alla questione dell’aeroporto fi no alla nascita del nuovo stadio. Intan-to però, in attesa di capire qua-li risposte il nuovo anno saprà dare alle principali sfi de di casa nostra, c’è già un’agenda fi tta di appuntamenti che attendono Firenze e i suoi abitanti nei pros-simi dodici mesi. L’evento de-stinato a segnare forse più degli altri la storia del 2015 fi orentino è lo sbarco in città a novembre di Papa Francesco, ventinove anni dopo l’ultima visita di un Pontefi ce. Poco prima, a fi ne ottobre, è in programma l’aper-tura del nuovo museo dell’Opera del Duomo, mentre in estate al Franchi si avvicenderanno i big della musica di casa nostra per una serie ravvicinata di “concer-toni”. Insomma, per i momen-ti “clou” dell’anno l’attesa è già tanta. Ma non saranno solo ap-puntamenti e ricorrenze a legare a doppio fi lo passato e futuro in questo 2015 fi orentino: anche il mondo del lavoro cerca di anda-re avanti, pur restando legato alle sue tradizioni. Così, questo mese Il Reporter ha fatto un viaggio tra botteghe e artigiani per capire cosa resta e cosa cambia di que-sto pezzo importante del tessuto fi orentino. Scoprendo come la Firenze di ieri stia (già) diven-tando quella di domani.

MATTEO FRANCINI

Gennaio 2015 | 23

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