Il Realismo Politico Mosca Riassunto

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Riassunto del libro il realismo politico di Gaetano Mosca.Dottrine Politiche

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IL REALISMO POLITICO DI GAETANO MOSCA Critica del sistema parlamentare e teoria della classe politica a cura di Luigi Gambino

Cenni biografici di Gaetano MoscaVedi pagine XXXV e XXXVI

IntroduzioneGaetano Mosca pone al centro della sua analisi il tema del potere e delle sue concrete implicazioni. Nella sua prima opera Sulla teorica dei governi e sul governo parlamentare. Studi storici e sociali, egli si interroga sul fondamento del potere e soprattutto sui meccanismi della sua detenzione e sulle modalit del suo esercizio. Qui sono gi presenti le prospettive di metodo e di teoria politica che caratterizzano il suo pensiero e che avranno compiuta sistemazione nella successiva opera Elementi di scienza politica. Nella seconda parte di questopera pubblicata nel 1923, la posizione drasticamente critica nei confronti del sistema parlamentare, uno dei punti centrali della Teorica dei governi, aveva subito un severo ridimensionamento. Ma limpostazione scientifica che stava alla base della sua prima opera non veniva ripudiata.Mosca fin dalla sua prima opera prede le mosse dalla constatazione di un dato di fatto ben presente nel pensiero politico gi da Aristotele: la distinzione tra governanti e governati e a seconda che lautorit suprema appaia risiedere nella maggioranza, o in un gruppo ristretto, o in un solo uomo, si giunge ad una classificazione formale dei governi in democratici, aristocratici, monarchici. Se si va poi al di l del dato visibile e formale dellautorit esercitata, si evidenzia una costante che esprime la dicotomia governanti-governati: lassetto politico si configura come una struttura piramidale nella quale coloro che occupano la parte sommitale, e sono pertanto in minoranza, detengono ed esercitano il potere, governano. Sotto di essi la gran parte delle persone non partecipano al governo ma lo subiscono: sono i governati. Per cogliere ci necessario intraprendere lo studio della politica tramite metodo scientifico. La premessa dalla quale Mosca muove poggia sulla convinzione che la societ ha leggi, tendenze sue proprie, obiettive e costanti. Esse devono essere scoperte con losservazione, finalizzata appunto alla larga ed esatta cognizione di quei fatti, dallo studio dei quali pu ricavarsi la nozione di quelle leggi che regolano lordinamento politico delle societ umane. Ma una prospettiva storica scientificamente corretta esige un costante impegno critico al fine di superare i preconcetti che falsano lesatta osservazione della realt. E proprio dallesigenza di una rigorosa osservazione dei fatti nasce la teoria della classe politica che nelle prime pagine della Teorica dei governi torva una puntuale definizione: in tutte le strutture politiche, esiste sempre un ristretto numero di persone, una classe speciale per mezzo della quale si esplica lazione di governo e che dunque forma il governo: la classe di governo, detta anche classe politica.

Questa minoranza si impone sulla maggioranza non gi perch questultima le presta un immaginario consenso in vista di una qualche utilit, ma perch non sa sottrarsi alla sua forza.

un imposizione resa possibile:Dal possesso di qualit vere e/o apparenti

Dal fatto che una minoranza organizzata, la quale agisce coordinatamente, trionfa sempre sopra una maggioranza disorganizzata, che non abbia n volont, n impulso, n azione comuni.

queste qualit riscuotono considerazione e apprezzamento particolari a seconda dei diversi tipi di societ: - nelle societ primitive: il valore militare- nelle societ in cui la civilt va progredendo: la ricchezza- nelle societ nelle quali le credenze religiose hanno molta forza: il sacerdozio

Indubbiamente coloro che detengono il potere tendono a perpetuarlo nei loro discendenti, instaurando una sorta di automatismo che nei confronti degli apparentati alle classi basse si risolve in una chiusura allaccesso al potere; ma la tendenza allascesa di alcuni apparentati alle classi inferiori costituisce un potente fattore di dinamismo. Richiamandosi a Gumplowicz, Mosca osserva che lumanit si divide in gruppi sociali ciascuno dei quali caratterizzato da credenze, sentimenti, abitudini e interessi che lo distinguono dagli altri. Su questa base egli delinea il concetto di tipo sociale come prodotto del concorso non solo di una pluralit di fattori oggettivamente riscontrabili, ma di altra natura giacch la comunit della storia,la vita vissuta per secoli insieme, determinando spesso la somiglianza delle abitudini morali e intellettuali, diventa spesso lelemento precipuo per la creazione di un tipo sociale cosciente. In uno Stato pu esistere una pluralit di tipi sociali. vero infatti che ogni tipo sociale ha la tendenza a riunirsi in un unico organismo politico, ma circostanze particolari possono determinare la coesistenza di diversi tipi sociali allinterno di uno stesso organismo politico.

Mosca sottolinea che la classe politica cerca di dare una giustificazione alla sua posizione di preminenza, cerca di darle una base morale e giuridica col richiamarsi ad un principio astratto, a dottrine, a credenze genericamente riconosciute e accettate nella societ alla quale preposta: in ci consiste quello che lui chiama formula politica. Il discorso moschiano a riguardo presenta forti accenni relativistici: una data formula politica si addice ad un determinato popolo proprio perch essa la risultante del concorso di fattori che ne caratterizzano la civilt. Ne consegue che le formule politiche non sono espressione di principi universalmente e oggettivamente validi, ma riflettono il modo dessere di un popolo nella sua determinata situazione storica. Dunque la formula politica non instrumentum regni, ma piuttosto corrisponde ad un bisogno che discende dalla natura sociale delluomo: il bisogno avvertito da tuttidi governare e sentirsi governati non solo sulla sola base d forze materiali ed intellettuali, ma anche per quella di un principio morale. Nel concetto di formula politica si manifesta, dunque, ancora una volta lattenzione di Mosca al fattore psicologico. Il permanere in vita della societ politica, riposano sulla convinzione dellesistenza di un principio unificatore e non sulla effettiva realt. questa convinzione che si traduce in motivo di aggregazione.

Nel pensiero di Mosca si manifesta anche unintima adesione ai principi del liberalismo. Luomo, dunque per Mosca, deve essere riconosciuto come valore assolutamente preminente. Titolare di diritti e spinto a perseguire il suo interesse, luomo anche soggetto a doveri nei confronti dei suoi simili: lesercizio del suo diritto trova certamente un limite nel diritto altrui, tuttavia il limite si connette anche a valutazioni di carattere morale. il senso morale, inteso come quellinsieme di sentimenti per la quale la naturale propensione degli individui umani ad esplicare le proprie facolt ed attivit, a soddisfare i propri appetiti e le proprie volont, a comandare e a godere, viene frenata dalla naturale compassione per il danno e il dispiacere che altri uomini potrebbero risentirne. Linsieme dei meccanismi sociali che regolano la disciplina del senso morale definito da Mosca difesa giuridica. Lefficacia della difesa giuridica dipende dalle caratteristiche morali dellorganizzazione politica: un governo onesto, un governo veramente liberale la migliore garanzia che anche i diritti che pi comunemente sintendono per privati (tutela della propriet e della vita), saranno efficacemente custoditi. Il raccordo tra politica e morale trova una risposta nella soluzione del problema della limitazione del potere, presupposto per laffermazione del centrale valore dalla libert. Questa pu avere reale ed efficace difesa non negli schematismi costituzionali, ma nella pluralit delle forze politiche.

Se sui temi della genesi del potere e della formazione della classe politica nella Teorica dei governi e negli Elementi di scienza politica si esprime una sostanziale continuit, del tutto differente il quadro offerto dalle considerazioni sul sistema rappresentativo-palamentare.Al riguardo levoluzione netta: si passa infatti da una condanna senza possibilit dappello, ad unaccettazione sia pur condizionata. Tuttavia latteggiamento di fondo resta caratterizzato da uninsperabile diffidenza verso forme di apparente democrazia. Nella Teorica dei governi la critica al sistema rappresentativo muove dalla constatazione di un errore di fondo: dal presupposto erroneo che tutti i poteri politici risiedono nel popolo, cio nella maggioranza dei cittadini, e che i deputati siano i rappresentanti della maggioranza, supposizione questultima, legale che per non regge ad un esame realistico. Infatti, la scelta di un deputato non dipende, come si vorrebbe far apparire, dalla libera scelta di ciascuno dei votanti; al contrario, le candidature che hanno concrete possibilit di successo sono il risultato di unazione posta in essere da gruppi di persone che perseguono propri interessi.In questa sua prima opera Mosca descrive il regime parlamentare come un sistema al quale i germi della corruzione sono connaturati. Infatti lesaltazione dellidea di sovranit popolare e la acritica accettazione del principio rappresentativo che ad essa si rif, hanno portato ad una netta prevalenza del potere della Camera elettiva. Il sistema stesso genera una catena di dipendenze che parte dalla necessit dei singoli deputati, per essere rieletti, di favorire in ogni modo e contro ogni criterio di giusto riconoscimento del merito, i loro procacciatori di voti; e giunge alla necessit di membri del Gabinetto di accedere alle sollecitazioni e alle richieste avanzate a pro dei loro favoriti dai membri della Camera elettiva, dalla quale dipende il mantenimento della loro carica. La degenerazione del sistema rappresentativo costituita dal parlamentarismo tanto pi dannosa ed ha tanto pi possibilit di esprimersi, quanto pi lo Stato si burocratizza, come fatalmente avviene nei tempi moderati. E ad accrescerla incidono in maniera determinante le caratteristiche di un sistema costituzionale bicamerale che privilegia la Camera elettiva attribuendole il potere di esprimere e mantenere in carica finch le piaccia il governo. In tale situazione lazione di controllo che dovrebbe essere propria delle Camere inevitabilmente sviata dalle ambizioni personali e dagli interessi di parte. Per il liberale Mosca sempre valida la lezione di Montesquieu: se il valore assolutamente preminente quello della libert, che trova nel potere arbitrario il peggior nemico, tutto quanto pu frenare un potere che tende ad assolutizzarsi e perci a diventare dispotico. Nel caso in ispecie, indubbia la gravit dei mali conseguenti al regime parlamentare; tuttavia la sua scomparsa senza la contemporanea adozione di misure di equilibrio tra i poteri provocherebbe mali addirittura peggiori di quelli ai quali si vuole ovviare.

Lanalisi di tale declino costituisce una delle pagine pi incisive degli Elementi di scienza politica: in essa confluiscono valutazioni di carattere economico, psicologico, sociale e politico, alla quale base sta la constatazione che in una societ economicamente fiorente, componente fondamentale del prestigio sociale la ricchezza.Per quanto riguarda invece il suo atteggiamento nei confronti del regime parlamentare, questo cambia notevolmente in confronti alla Teoria sui governi. Mosca rimane sempre intimamente ostile a tale regime, tuttavia si rende conto dei gravi pericoli derivanti da un improvviso, radicale mutamento costituzionale. La sua dunque una posizione assunta sulla scorta di un realismo politico che lo porta a dare minor peso ad un modello astratto.

Sempre in unottica realistica, per Mosca le tre soluzioni radicali ipotizzabili allo stato attuale per il superamento del regime rappresentativo ( 1. La dittatura del proletariato 2. Il predominio di una dittatura civile e militare 3. Listituzione di una Camera che svolga il ruolo di rappresentanza legale dei sindacati di classe e abbia potest legislativa), ad unanalisi priva di pregiudizi si rivelano fonti di ulteriori mali. Analizzando ciascuna di queste soluzioni:Le vicende della Russia dopo il 1917 dimostrano che la dittatura del proletariato vi ha prodotto effetti deleteri non solo in campo economico per labolizione della propriet privata, per il conseguente collasso del sistema produttivo e per la diffusione della misera, ma anche nel campo pi specificatamente politico per il fatto che alla vecchia classe dirigente, ne subentrata una nuova con caratteristiche positive ai fini della gestione materiale del potere, quali lenergia e lavvedutezza, ma moralmente di livello pi basso.

Unaltra soluzione ipotizzabile , la seconda, deriverebbe da un drastico ridimensionamento delle funzioni della componente elettiva o addirittura dalla sua scomparsa dalla struttura dello Stato.

N sono minori gli inconvenienti della terza soluzione, tramite la quale si realizzerebbe linterposizione tra gli individui e lo Stato di un potere fortemente motivato dal perseguimento di interessi particolari e in grado di indirizzare univocamente lazione politica vincendo ogni tentativo di limitazione che dallinterno dello Stato stesso possa essergli opposto

Una concezione antidemocratica, o meglio, secondo la sua stessa espressione, ademocratica, senzaltro presente nel pensiero di Mosca. Ci non gli impedisce tuttavia di affermare che la tendenza democratica, se contenuta in limiti moderati, svolge un ruolo determinante nella vita della societ, poich il loro progresso frutto della dinamica sociale.

Lopera giovanile: Teorica dei governi e governo parlamentare

- La classe politicaSocrate insegnava ad Atene che ogni nozione esatta e sicura luomo poteva cavarla esclusivamente dallosservazione dei fatti. Ma bisogna precisare che i risultati ci dicono che il metodo sperimentale ha fatto assai migliori prove nelle scienze fisiche che nelle sociali. Questo soprattutto perch nelle scienze sociali non trovano posto ancora quei principi scientificamente provati, al contrario qualunque principio resta sempre allo stato dipotesi discutibile e pi o meno discussa.Linferiorit di sviluppo scientifico che hanno le scienze sociali in rapporto alle naturali proviene da diverse cause:La scarsezza relativa di osservazioni che richiedono le scienze naturali al paragone di quelle sociali

Nel campo delle scienze naturali vi certo un numero di fenomeni i quali si possono ottenere in modo che riesca relativamente facile lanalizzarli. In una parola: si possano fare degli esperimenti

La difficolt che vi maggiormente nelle scienze sociali di procurarsi i materiali intorno a cui esercitare linformazione

Se le credenze e i dogmi religiosi fecero un tempo ostacolo al libero sviluppo delle scienze naturali, oggi questostacolo superato. Sicch ora possono procedere senza essere arrestate da preconcetti e pregiudizi radicati nelle menti degli uomini. Al contrario, le scienze sociali trovano ancora lintoppo di una quantit di giudizi a priori

Quando analizziamo il mondo politico, ci troviamo di fronte a due tipi di preconcetti: PRECONCETTO STORICO: In tutte le societ regolarmente costituite, nelle quali vi ha ci che si dice un governo, noi oltre a vedere che lautorit di questo si esercita in nome delluniverso del popolo, oppure di unaristocrazia dominante o di un unico sovrano, troviamo cos tantissimo un altro fatto: i governanti, ossia quelli che hanno nelle mani ed esercitano i pubblici poteri, sono sempre una minoranza, e che al di sotto di questi vi una classe numerosa di persone le quali non partecipano mai realmente in alcun modo al governo.

PRECONCETTO CONTEMPORANEO: Ai giorni nostri molti governi si dicono manifestazione della volont del paese e si ammette/crede che la base legale di essi stia nellessere accettati volontariamente dai pi.

Adesso, esaminando una societ umana, numerosa, ordinata e civile, vediamo adesso se possibile che essa sia dominata dal volere di un sol uomo o da quello di una maggioranza.Un uomo non un governo, dato che egli ossa creare le leggi non pu da solo farle eseguire. Certo in una trib selvaggia di qualche centinaio di individui, pu un capo che si impone per differenti caratteristiche esercitare un vero ed effettivo comando su tutti. Ma in uno Stato di parecchi milioni di persone ci riesce impossibile. Se un uomo solo qualche volta pu esercitare unazione che faccia sentire in tutta lampiezza di uno di questi stati, ci accade perch si trova in una posizione dalla quale pu dare limpulso a tutta la macchina governativa, ma questa macchina non la compone lui. Sicch tutte le pubbliche funzioni sono nel fatto esercitate n da uno solo n da tutti, sibbene da una classe speciale di persone. La maggioranza gli fornisce i mezzi con i quali chi detiene il potere, sostiene ed esplica la propria forza, ma molto spesso non gi volontariamente, perch riconoscono lautorit di questente, bens perch vi sono costretti dalla forza.

Il segreto di questa impostazione consiste in due priorit della natura sociale delluomo:Una superiorit di indole morale suole alla lunga prevalere sulla superiorit del numero e della forza bruta

Una minoranza organizzata, la quale agisce coordinatamente, trionfa sempre sopra una maggioranza disorganizzata -> questa classe speciale dora in poi sar definita classe politica.

La parte sostanziale di un governo sta tutta nellorganizzazione di una classe politica

La maniera tramite la quale si sono formate nel periodo primitivo dellaggregazione sociale le varie classi politiche, noi generalmente non sappiamo. Analizzando due soli periodo storici:il primo costituirsi della citt greco-romana

la ricostruzione dello Stato unitario (alla fine del periodo medioevale)

Si possono ricavare alcune teorie generali:La forza brutale, la necessit, pi che considerazioni della mente umana o atti spontanei di volont, sono state il vero fattore dellaggregazione degli uomini in societ numerose.

Una grande aggregazione sociale sempre il risultato della riunione di una serie di piccole aggregazioni e quando, per una causa qualunque una grande associazione sociale si dissolve, le piccole aggregazioni primitive che lhanno formata tendono a ricomparire.

Quando noi parliamo dellumanit allo stato anarchico e discreto, non intendiamo die che gli uomini in quello stato vivano assolutamente isolati gli uni dagli altri. Ci impossibile perch contrario alla natura umana.

Nelle monadi primitive della societ umana (famiglia,orde), ci sono sempre i capi, gli elementi dominatori e quelli dominati. Man mano che laggregazione sociale va formandosi fra l vicissitudini delle lotte, i forti, i dominatori coordinandosi tra loro vengono a formare una classe dominatrice o classe politica.

I governi europei cominciarono ad acquistare la forza e lefficacia di governi moderni solo nel XVIII secolo. In questo periodo non vi quasi pi traccia di resistenza aperta allazione governativa e i grossi eserciti/grosse finanze si vanno generalizzando.

Nessuno era allora superiore alle grosse infrazioni della legge, ma questa si applicava ancora con un certo riguardo nei confronti dei grandi

Per quanto riguarda i criteri di formazione delle classi politiche, prima di tutto necessario enunciare due principi generali:Coloro che fanno parte della classe politica non possono esservi costretti dalla forza. Finch si tratta dei mezzi materiali, un governo se li pu procurare per via della forza, anzi generalmente, fra quelli che glieli forniscono, pochi adempiono ai loro obblighi per la persuasione che ci sia utile a loro e a tutti. Cos non il costringimento ma la passione naturale alluomo per il potere e per i vantaggi che vi vanno annessi, deve essere, ed il movente ad entrare nella classe dominatrice.

Siccome le masse non obbediscono alle classi dirigenti spontaneamente, ma perch ne avvertono la superiorit subendone linfluenza, ogni individuo che fa parte della classe politica deve avere particolari meriti/qualit

Non sono sempre gli stessi in tutti i tempi e in tutti i paesi:Nei primi periodi dellaggregazione sociale siccome la classe politica si va costituendo merc la riunione dei capi e i capi nello stato barbaro sono i pi forti/valorosi, cos il valore militare viene ad essere il criterio di reclutamento della classe dominatrice.

Man mano poi che una societ va incivilendosi questo criterio va diventando meno esclusivo ed infine la sua importanza diventa relativamente piccola.

Su questo criterio bisogna osservare che:- il valore militare non che una delle tante forme del merito personale. Aggiungiamo anche che il valore militare in nessuna epoca va confuso con la forza brutale.- il valore militare non pu essere lesclusivo criterio di ammissione nella classe politica.- nei periodi di massima anarchia, lunico mezzo di acquistare e mantenere i beni di fortuna la spada, il pi ricco il pi forte, ed allora il possesso della ricchezza* una conseguenza del valore militare e lentamente va, con il progredire del livello di civilt, a sostituire questultimo - anche nelle societ pi sviluppate vi sono dei momenti critici di anarchia e di minacciata dissoluzione sociale nei quali momentaneamente lorganizzazione militare riacquista una grande importanza.

*(ricchezza): - Come elemento di formazione della classe politica la ricchezza presenta due fasi: 1. Qualche volta si presenta come elemento di diritto2. Sempre nelle societ ordinate si mantiene come elemento di fatto - Fra tutte le forme di ricchezza, quella che ha avuto maggiore importanza politica stata la ricchezza territoriale(forma pi facile ad essere costituita e conservata).

Anche la nascita, abolita come criterio esclusivo e legale per a formazione della classe politica, mantiene sempre una certa importanza come elemento di fatto. Nascita vuol dire ricchezza, vuol dire relazioni che uno pu facilmente acquisire, vuol dire facilit relativa di acquisire certe cognizioni -> il palio offerto a tutti, senonch chi ne dista tre passi, chi cento: ecco cosa decide la nascita.

Da ultimo troviamo come ulteriore elemento di reclutamento (oltre a ricapitolando:valore militare, ricchezza e nascita), il merito personale ( carattere, intelligenza,cognizioni di cui si in possesso). Questo criterio acquista grandissima importanza nelle societ molto civili. A differenza della ricchezza o della nascita, il merito personale non agisce solamente perch esiste, imponendosi da s, ma acquista valore solo laddove viene riconosciuto.

Per riconoscerlo si sono usati i seguenti sistemi:- le persone pi elevate sono i giudici delle capacit di coloro che vogliono essere ammessi nelle file della classe politica -> perfettamente organizzato in CINA- sostenimento di esami alla presenza di commissioni competenti- chiunque si pu candidare grazie alle numerosissimi condizioni di eleggibilit e sar poi il voto popolare a decidere

in vigore soprattutto in EUROPA OCCIDENTALE E CENTRALE

- La formula politicaQualunque classe politica, in qualsiasi modo sia costituita, non confessa mai chessa comanda per la semplice ragione di essere composta dagli elementi pi atti a governare; ma trova sempre la giustificazione del suo potere in un principio astratto, definito formula politica.

- Giacch essa un fatto costante si pu dedurre che corrisponde ad un vero bisogno della natura umana. Pare che sia proprio del carattere umano il voler credere che si ubbidisca piuttosto ad un principio astratto incarnato da una persona, che alla persona stessa, la quale comanda perch ne ha le attitudini.- Gli elementi politici in una societ sono in continuo mutamento, variano infatti col mutare del grado di cultura e in generale delle condizioni socio-economiche.- Non bisogna mai dimenticare che non la formula politica che determina il modo di formazione della classe politica, ma viceversa.- Le formule politiche che si sono susseguite nel corso della storia o hanno il loro fondamento in una credenza soprannaturale o su un principio almeno in apparenza razionale

- La diffusione dei governi parlamentariLe condizioni sociali della Francia del XVIII secolo produssero la Rivoluzione alla quale seguirono i governi parlamentari i quali si sono progressivamente estesi a quella parte dellEuropa che maggiormente somigliava socialmente e moralmente alla Francia.Ora osservando bene tutti i governi parlamentari si pu facilmente scorgere che essi sono tutti ordinati sotto linfluenza di un unico sistema di idee politiche.

quando diciamo che nellordinamento di un governo si risente linfluenza di un certo sistema di idee politiche intendiamo dire che questo gli ha fornito la sua formula politica.

Alla rivoluzione politica si affianc anche una rivoluzione nel modo di pensare. Nasce infatti una nuova scuola filosofica e politica le cui dottrine possono essere sintetizzate:Libert

- NEL LINGUAGGIO COMUNE: si dice libero colui che, pur obbedendo alla necessit della vita sociale , non deve nessun particolare ossequio. - POLITICAMENTE PARLANDO: significato abbastanza vago e indeterminato. I Greci e i Romani , dai quali abbiamo ricevuto lespressione, intendevano per governo libero il cui principioorganizzatore non consiste mai in unistituzione rappresentata da un singolo individuo, mada una collettivit, anche ristrettissima, di persone. - I MODERNI: hanno generalmente ritenuto non liberi i governi dellantico regime e quelli che hanno mantenuto le forme assolute.- LA PLEBE: per libert politica intende la mancanza/debolezza di ogni principio di autoritUguaglianza

- SECONDO UN PRIMO CONCETTO: luguaglianza in politica consisterebbe nellabolizione di tutti i privilegi di nascita e nellaprire al merito personale- SECONDO UN SECONDO CONCETTO: luguaglianza in politica consisterebbe nella partecipazione attiva di tutti al governo del proprio paese - PER I SOCIALISTI: luguaglianza giuridica davanti alla legge non avrebbe alcun valore pratico se non accompagnata dalla scomparsa delle classi socialiFratellanza

Questi 3 elementi fornirono alla rivoluzione francese la propria formula politica

Per non bastava aver trovato la formula politica dei diritti delluomo -> bisognava trovare e porre in atto un meccanismo politico in grado di dare effettiva attuazione a tale formulaNASCONO DUNQUE LE COSTITUZIONI

-Fra tutte le costituzioni la sola che presenti una certa originalit nel modo di comporre e far funzionare il meccanismo del governo, quello proposto in Inghilterra da Sieys. Un principio importante che qui fu introdotto quello della rappresentanza di una collettivit per mezzo degli eletti dalla collettivit stessa a maggioranza dei voti.-Altro principio importante che si viene a formare nel XVIII e che sar ripreso nella quasi totalit delle costituzioni europee, quello teorizzato da Montesquieu relativo alla tripartizione dei poteri.

ITER STORICO DELLEVOLUZIONE DEL GOVERNO FRANCESELe prime prove di una riorganizzazione politica della Francia dopo la rivoluzione, furono abbastanza infelici. In un periodo in cui lostilit delle antiche classi privilegiate, il prorompere della plebe nella pi sfrenata anarchia, le guerre esterne e civili, erano dilaganti, la setta dei Giacobini compatta e fortemente organizzata, conoscendo larte di sommuovere le masse, riusc a padroneggiare e condurre il movimento rivoluzionario.In seguito al rovesciamento del governo dei Giacobini, lautorit centrale si andava sempre pi infiacchendo, seguita da una fusione pi o meno completa degli antichi coi nuovi elementi politici.Allora, in mezzo alla Francia disorganizzata e desiderosa di quiete, un organismo giovane e ben ordinato riusc a prevalere: lesercito di Napoleone Bonaparte.La riorganizzazione napoleonica avvenne in tre differenti periodo, noi non diremo che dellultimo.La monarchia veniva restaurata e nuovamente la volont del supremo gerarca era la fonte da cui emanavano tutti i poteri dello stato. Nondimeno le idee non venivano del tutto rinnegate, poich laddove prima il re era tale per volont di Dio, ora era stato un plebiscito a nominare Napoleone sovrano a vita. Ma oltre ad essere cambiata la formula politica che giustificava lesercizio della sovranit, anche il valore pratico di questa istituzione si era modificata, non esprimendo pi la volont personale di chi stava al trono.Alla caduta dellImpero napoleonico prevalsero in Francia degli spiriti temperati e chiaroveggenti i quali tentarono una conciliazione tra gli elementi politici dellantico regime e quelli che con la rivoluzione erano arrivati al potere.Dopo il 1815 la Francia e tutta quella parte dellEuropa, le cui condizioni sociali somigliavano a quelle della Francia, entrarono stabilmente nel regime politico parlamentare.

A tal proposito bisogna ora giudicare se il governo parlamentare sia una forma stabile e duratura, un tipo di organizzazione sociale nel quale tutti i bisogni nascenti possano trovare la loro soddisfazione, oppure sia una forma transitoria.

A riguardo si deciso di prendere in analisi il GOVERNO PARLAMENTARE ITALIANO

Prima di tutto occorre fare due precisazioni:Riguardo al metodo utilizzato

Generalmente parlando, in ogni governo la distribuzione di fatto dei poteri politici non sempre daccordo con quella di diritto. Dunque oggetto del nostro studio sar il governo di fatto

Riguardo alla distribuzione data alla materia

Tutto linsieme dei funzionari che compongono la macchina governativa italiana, si possa dividere in due grandi rami

I BUROCRATICI I FUNZIONARI ELETTIVI- detti anche funzionari regolari - detti anche funzionari liberi- ricevono dallo stato una retribuzione - esercitano gli uffici solo temporaneamentein cambio dei loro servigi - non ricevono alcuna retribuzione- hanno capacit speciali attinenti - scelti tramite elezioni popolari allufficio che svolgono - contraddistinguono il governo parlamentare - scelti tramite esami/concorsi

- La critica al sistema parlamentare. La figura del deputatoIn Italia tra i funzionari elettivi se ne possono individuare tre categorieI consiglieri provinciali

I consiglieri comunali

I deputati

per i poteri di cui sono dotati, i deputati sono gli elementi pi importanti della nostra classe politica

1. poteri legali -> approvare le imposte/mutare il diritto nazionale2. poteri semilegali -> arbitrio che ha la maggioranza della Camera di cambiare a suo piacimento il Ministero 3. poteri illegali

Si opina generalmente che tutti i poteri politici debbano legittimamente risiedere nel popolo, cio nella maggioranza dei cittadini, e siccome i deputati sono creduti i rappresentanti della maggioranza, gli interpreti dei valori del popolo, si trova giusto e naturale che essi abbiano nello Stato lautorit preponderante.

Bisogna comunque sottolineare che lidea che il deputato sia scelto dalla maggioranza degli elettori, un presupposto legale che per si viene a trovare in perfetta contraddizione col fatto reale. Diversi sono infatti gli elementi che dimostrano il contrario:- nelle elezioni non sono gli elettori che scelgono il deputato, bens il deputato stesso che si fa eleggere dagli elettori -> una candidatura infatti sempre lopera di una minoranza organizzata- la cifra degli elettori che vanno alle urne sono una minoranza, ma anche se vi andassero tutti non trionferebbe cmq il volere della maggioranza. Per accadere ci bisognerebbe che i pi avessero lindipendenza di criterio necessaria a formarsi un giudizio proprio e lindipendenza di carattere per farsi da esso guidare- bisogna inoltre sottolineare che solo teoricamente ogni elettore ha la pi ampia libert di scelta. Nel fatto essa limitatissima poich egli non pu dare il proprio voto ad uno di quei due o tre candidati che hanno una maggiore possibilit di vittoria.

Gli elementi che in Italia dirigono le elezioni e creano i deputati possono essere classificati in tre categorie:

I prefetti

- nel sistema parlamentare rappresentano la tendenza che ha un corpo a restare nello stato in cui si trova.- possiedono un certo numero di elettori (impiegati, persone dipendenti) dei cui voti sono sicuri- difficile determinare se linfluenza dei prefetti innalzi o abbassi la media del livello morale dei deputati. Generalmente linfluenza dei prefetti maggiore al sud che al nord Italia e nel sud, per far trionfare i loro candidati, sono costretti a venire a patti con associazioni malavitose e mafiose

I grandi elettori isolati

- sono tutte quelle persone che per la loro posizione sociale hanno molti dipendenti ai quali possono imporre di votare- ogni grande elettore, generalmente parlando, se pur conosce i danni che laffarismo produce , da parte sua non cerca che di ottenere dal suo deputato quanti pi favori possibile

Le societ politiche/operaie

- esistono e agiscono maggiormente nelle grandi citt- sono costituite da una quantit di persone che, avendo un certo valore elettorale ma non riuscendo singolarmente a costituire grandi elettori riconosciuti, si uniscono in molti per farsi valere

Da quanto finora detto viene fuori la classe dei deputati italiani: rappresentano in grandissima parte la propriet fondiaria e il capitale, in parte sono persone che hanno saputo farsi avanti nelle difficili lotte e nei rischiosi giochi dellequilibrio delle societ politiche, in parte minima sono i rappresentanti delle aspirazioni delle classi operaie.

Ci che vi predomina la pi decisa e schiacciante mediocrit intellettuale, morale e caratteriale.

I membri di essa non rappresentano che una quantit di interessi essenzialmente privati, elemento questo che ha portato alla generale decadenza del sistema parlamentare che oggi caratterizza lItalia

- Ipotetici rimedi al regime parlamentarePrima di ogni altra cosa diremo di alcun concetti che esprimono in maniera vaga e indeterminata linsufficienza che vi in molte menti a trovare rimedi ai mali del parlamentarismo:Il primo concetto indicato nella frase che le istituzioni sono buone, ma gli uomini le rendono cattive. Quasi che bisognasse accomodare gli uomini alle istituzioni e non viceversa.

Seconda frase : tutti i popoli hanno il governo che si meritano

Altro concetto: la libert rimedio a se stessa, il quale concetto vorrebbe voler dire che una lunga applicazione del sistema parlamentare debba necessariamente guarirne i mali

1)LA TEORIA DEI FRENI POLITICI: Secondo la quale un rimedio utile al regime parlamentare consisterebbe nel far bilanciare la potenza degli elementi politici popolari, ossia creati dalle elezioni, da altri elementi indipendenti e fondati sopra altre basi. Si vorrebbe perci accanto alla Camera dei deputati rialzare il potere del re e del Senato, oppure creare altre istituzioni pi potenti ed efficaci.Ma bisogna affermare che se si vogliono dei freni realmente efficaci al potere da parte dei cosiddetti rappresentanti del popolo, bisogna che non solo nella nostra Costituzione sia scritta lesistenza di un re e di un Senato, ma che questi siano davvero i centri di valori politici reali e indipendenti (caratteristica che al momento assente).

2)LA RIORGANIZZAZIONE DEI PARTITI: Questo sarebbe un altro ordine di rimedi che nasce dallopinione di molti che in Italia il parlamentarismo non funziona bene e produce cos tanti inconvenienti perch i partiti politici non sono divisi da differenze di principi abbastanza nette e spiccate.A tal proposito bisogna dire che lesistenza dei partiti certo un fatto necessario nella vita parlamentare, ma il credere che essi siano davvero fondati sopra differenze serie e costanti di principi e idee politiche, ci pare unopinione, oltre che contraria ai fatti, assolutamente errata.Contro lopinione dei pi,anzi Mosca, crede addirittura preferibile lindisciplinatezza relativa, che permette ai diversi piccoli partiti di coesistere e di partecipare insieme al potere.- La questione socialeDa che mondo e mondo, in qualunque tempo e luogo ci stata una societ umana, il forte ha sempre sottomesso il debole.Nello stadio pi primitivo di ogni civilt loppressione stata pi diretta e individuale. Man mano che poi una societ si incivilisce e si organizza, la soggezione da personale e arbitraria vien diventando gerarchica e regolata con norme precise. In questo tipo di societ lindividuo non dipende pi da un altro individuo, ma vi piuttosto una classe numerosa la quale sta sotto la direzione ed il governo di unaltra meno numerosa.

Le disuguaglianze sociali, hanno sempre attirato lattenzione dei pensatori, dei quali:- alcuni si sono rassegnati a subirla come una necessit alla quale non vi rimedio, -altri si sono dati ad escogitare dei rimedi mediante i quali dovrebbero interamente sparire.

A parer nostro n luno n laltro concetto sono esatti.

Iniziamo collesaminare e discutere la seconda ipotesi -> che si possa organizzare la societ in modo che le disuguaglianze economiche spariscano e che non vi siano pi poveri e ricchi.

- cominciamo col far notare a priori che nel mondo questa condizione di cose non mai stata e cosa si escogitato allora? Il COMUNISMO e la DIVISIONE DEI BENI IN PARTI UGUALILa verit che luguaglianza politica cos come luguaglianza economica urtano entrambe conto lo stesso scoglio: la disuguaglianza naturale degli uomini.Daltra parte esistono per gi delle societ e dei paesi in cui la condizione delle classi basse e relativamente agiata. dunque questo uno degli obiettivi generalmente condiviso, ma in relazione al quale esistono disparit sui mezzi da adottare.

Il primo ordine di mezzi consiste nel credere che lordinamento economico della societ senza che i governo vi abbia alcuna influenza basti a riprodurre la migliore distribuzione possibile delle ricchezza fra le varie classi sociali.

Coloro che respingono lazione governativa dimenticano che lattuale distribuzione economica, che essi credono naturale e spontanea, senza lazione governativa non sarebbe possibile.Il secondo ordine di mezzi consisterebbe nellopera delle plebi stesse che dovrebbero strappare alle classi abbienti il loro superfluo. Ma lanarchia, necessariamente accompagnata dallo sfrenamento delle plebi, vuol dire fuoco, saccheggi e stragi. Se temporanea essa deve essere necessariamente seguita e terminata dalla repressione violenta. Se duratura essa s la fine dellordine attuale delle cose, ma lo anche della civilt.

Il terzo ordine di mezzi che ci par quello che solo possa dirsi degno di qualche fiducia, esso consiste nellinterevento attivo del governo nella distribuzione delle ricchezze. Lobiezione principale quella che, essendo i ricchi coloro che compongono ordinariamente la classe politica, essi naturalmente per migliorare le condizione dei poveri non nuoceranno mai ai propri interessi.

Secondo noi lunico modo che pu condurre ad una soluzione pacifica della cosiddetta questione sociale che il governo sia dato in mano alla classe pi istruita. Questa sola infatti capace di fare volontariamente un sacrificio momentaneo per scongiurare un male futuro, essendo lunica ad aver sviluppato la facolt di giudicare rettamente una situazione sociale potendo quindi prevedere e prevenire.

BREVE QUADRO IN CUI SI TROVA NEL PRESENTE MOMENTO (n.b. bisogna tenere presente che Mosca ha scritto questo libro nel 1884 -> dunque presente momento fino ad un certo punto!!!!!!) LITALIA DI FRONTE ALLA QUESTIONE SOCIALELe nostre plebi sono tra le pi misere dEuropa e la loro condizione anzich migliorare, peggiora. Tuttavia esse soffrono e tacciono, perch finora non credono che i loro mali siano facilmente rimediabili.

Con tanto parlare che si fa di libert, uguaglianza e democrazia, finora la classe politica rimane esclusiva nella sua formazione e nei suoi costumi.

Il parlamentarismo, il voto politico alle masse, ecco ci che si saputo fare per attuare il cos detto principio duguaglianza, ma cos non si data che unaltra arma alla ricchezza. Il merito vero, le persone realmente superiori che nascono tra la plebe sono tra le file di questa lasciate

Le classi sociali non si riconoscono tra loro, il povero si abitua a credere che il ricco sia il suo nemico, che ride dei suoi dolori e il ricco del povero si forma unidea non meno falsa, basata sulle semplicistiche e spesso erronee descrizioni romanzesche.

Si ammette che una questione sociale esista, che le classi povere sono vittima di uningiustizia sociale. Si lascia che queste idee si propaghino, facendo accendere diffuse e utopiche speranze che vanno ad alimentare il movimento delle classi basse. Movimento che si organizza dietro la progressiva educazione di tali classi allidea di lotta da preparare e sostenere.

- Il superamento del regime parlamentareCONCLUSIONE: vedi pagine 70-72

Lopera della maturit: Elementi di scienza politica

- La scienza politicaSecondo quanto afferma Mosca, sono i fenomeni sociali, tendenze psicologiche costanti che determinano lazione delle masse umane. Fin da Aristotele si cercato di scoprire le leggi e le modalit che regolano lazione di queste tendenze e lo studio, che ha avuto questo obiettivo si chiamato politica.Nei secoli XVI-XVII molti scrittori in Italia specialmente si occuparono di politica. Per essi, a cominciare da Machiavelli che fra tutti il pi famoso, non si occuparono tanto di determinare quelle tendenze costanti, quanto di investigare le arti per le quali un uomo o una classe di persone potevano arrivare a disporre del supremo potere, in una data societ, ed a difendersi contro gli sforzi di coloro che li volevano surrogare.

- Il metodo sperimentale applicato alla scienza politicaUna scienza risulta sempre da un sistema di osservazioni fatte sopra un dato ordine di fenomeni con speciale cura, con appropriato metodi e coordinate in modo da giungere alla scoperta di verit indiscutibili.

Per ottenere dei veri risultati scientifici non basta procedere esclusivamente col sistema dellosservazione e dellesperienza.

Non crediamo che la sc politica si entrata interamente nel vero periodo scientifico. Infatti non ancora stato possibile fornire un complesso di verit indiscutibili, riconosciute da tutti coloro che si approcciano a questa disciplina. Ci, a parer di Mosca, attribuibile alla maggiore complessit dei fenomeni sociali e soprattutto alla quasi impossibilit di avere larga ed esatta cognizione di quei fatti che regolano lordinamento politico delle societ umane.

Una delle tendenze sociali pi costanti quella di spiegare mediante una teoria razionale o ad una credenza soprannaturale la forma di governo esistente.

Ma, avendo noi pretesa di scientificit, dobbiamo occuparci di due fra tutti questi sistemi/metodi di osservazione politica, i quali hanno un carattere pi obiettivo e universale. Questi due metodi sono:Quello che fa dipendere la differenziazione politica dalla variet dellambiente fisico e dal clima dei paesi in cui si abita -> prevalente qui il criterio ambientale

Quello che fa dipendere tale differenziazione dalle differenze psico-fisiche esistenti tra le razze umane -> prevalente qui il criterio somatico

- Linfluenza dellambiente fisico sui fenomeni politiciFra i vari teorici sostenitori di questo principio vi Montesquieu, il quale ha affermato linfluenza preponderante del clima sul senso morale e sullordinamento politico delle nazioni -> Avvicinandovi ai paesi del Mezzogiorno voi potete credere di allontanarvi dalla morale stessa.

Altri scrittori ammettono che la civilt sia nata nei paesi caldi, ma sostengono pure che il suo centro di gravit sia andato sempre pi spostando verso il nord dove sono posti a paesi oggi meglio organizzati

comunque innegabile che col crescere della civilt linfluenza climatica/ambientale, va lentamente diminuendo

Pare un concetto ovvio quello secondo il quale: le prime grandi civilt sono nate nei siti dove la natura presentava pi facilitazioni o minori resistenze, sicch generalmente esse hanno prosperato nelle grandi vallate di clima piuttosto caldo e bene irrigue. Una volta per che luomo riuscito ad organizzare le sue forze in modo da domare la natura, pu in seguito vincerla anche in quei luoghi nei quali essa si mostra pi restia.

Il movimento incivilitore procede indifferentemente da sud a nord e viceversa, ma va sempre a preferenza verso quella direzione nella quale incontra minori ostacoli naturali e sociali(intendendo con ostacoli sociali lurto di unaltra civilt che si espande in senso opposto).

Ipotesi pure molto arrischiata ci pare quella che attribuisce una moralit superiore ai popoli del settentrione di fronte a quelli del mezzogiorno. A noi pare che sia abbastanza difficile determinare se un singolo individuo sia potenzialmente pi morale di un altro, e lo stesso giudizio diventa difficilissimo quando lo si vuol fare rispetto a due societ.

Venendo poi alla parte strettamente politica della questione, diremo che, prima di sentenziare che i meridionali siano incapaci di libert, bisogna intendersi sul significato preciso e scientifico di questa parola.

Se ammettiamo che un paese pi libero sia quello in cui i diritti dei governati sono meglio difesi contro larbitrio personale dei governanti, dobbiamo convenire che istituzioni politiche di questo tipo sono state in vigore sia in paesi freddi, che in paesi caldi, vedi la Grecia e Roma.La ragione per cui i meridionali dovrebbero essere meno atti ad un regime politico libero ed elevato non pu essere altra che questa: che essi hanno minor energia fisica e soprattutto minore energia morale e intellettuale. Ma questa opinione si pu facilmente contraddire anche solo tramite losservazione dei fatti. E questi fatti ci confermano che la laboriosit di un popolo, pi che dal clima pare che dipenda da abitudini che sono in gran parte determinate da vicende storiche e che in generale hanno abitudini laboriose i popoli di antica civilt, pervenuti da un lungo periodo di duro lavoro agricolo.Al contrario i popoli barbari, abituati a vivere in parte di guerra e di ladroneggio, fuori dalla guerra e dalla caccia, sogliono essere pigri e inerti. Erano meridionali gli Egiziani, erano meridionali i Greci, lo erano anche i Romani e meridionali erano i conquistadores Spagnoli del 500.Non si pu negare che lessere un paese pi o meno piano, il trovarsi sulle grandi vie di comunicazione, sono elementi che influiscono in maniera particolare nella sua storia, ma neppure la loro importanza deve essere esagerata al punto di farne una legge fatale

Altra opinione abbastanza diffusa quella che considera i montanari superiori ai pianigiani e destinati quasi sempre a conquistarli. vero, il clima freddo rende pi salubre i territori e miglior salute vuol dire anche costituzione fisica pi forte. Ma non sempre una maggiore energia individuale va unita ad una pi forte organizzazione della compagine sociale.

-LINFLUENZA DELLA DIVERSITA RAZZIALE SUI FENOMENI POLITICI ->- Critica allidea di superiorit della razzaLa tendenza etnologica o somatica fa dipendere dalla razza alla quale un popolo appartiene oltre che il grado del progresso civile, anche il tipo di ordinamento politico che ha adottato.

Questo metodo opera la distinzione tra:

- razze superiori -> alle quali vengono attribuite: civilt, moralit, capacit di costituirsi ingrandi agglomerazioni politiche- razze inferiori -> alle quali riservata la dura ma fatale sorte di sparire/essere incivilite dalle razze superiori

questa scuola sostiene dunque la superiorit innata e fatale di alcune razze umane rispetto ad altre

accanto ad essa, ve n unaltra che, senza essere con essa in assoluto contrasto, pi direttamente si rannoda alle teorie di Darwin, affermando che ogni progresso sociale sia avvenuto e avviene per via della cosiddetta evoluzione organica e sulla lotta individuale e tra le societ stesse.

ORA METTENDO A CONFRONTO LE DUE TEORIE: Stando alla teoria etnologica -> fin dallinzio dellepoca storica le razze elevate avrebbero gi avuto quei caratteri di superiorit che conservano ancora quasi inalterati;Mentre la teoria propriamente detta evoluzionista -> ammette che la lotta per lesistenza abbia avuto i suoi effetti pratici pi recentemente e ad essa attribuisce il decadere/prosperare delle varie nazioni e civilt.

Prima di parlare di superiorit/inferiorit razziali, bisogna determinare il valore della parola razza. Ma farlo processo difficile e confuso, e la confusione delle parole porta come sempre a quella delle idee: la differenza di razza si fa valere tanto per spiegare certe diversit, che vi sono nelle civilt e nellordinamento politico dei bianchi e dei neri, quanto per giustificare quelle tra latini, germanici e slavi.

Le razze dovettero formarsi in epoca remotissima, e, trattandosi di periodi cos lunghi, lessere una razza arrivata 30/40/50 secoli prima ad un perfezionamento ragguardevole di cultura, non una prova infallibile di superiorit organica.

N bisogna dimenticare che, quando una razza arrivata ad una civilt matura si trova in contatto con unaltra ancora allo stato barbaro, se da una parte le fornisce una quantit di strumenti e cognizioni utili, dallaltra ne disturba profondamente, quando non lo arresta del tutto, lo sviluppo spontaneo ed originale.Le diversit razziali sono s conseguenza delle diversit fisiche, del sangue diverso, ma a ci si viene ad aggiungere un elemento necessario, il pi importante fra tutti, quello che si potrebbe definire mimetismo -> forza psicologica per la quale ogni individuo suole acquistare le idee, le credenze ed i sentimenti, che sono pi comuni allambiente nel quale cresciuto. Salvo rare eccezioni si pensa/giudica/crede come pensa/giudica/crede la societ nella quale viviamo. Infatti affinch ci sia unit di tipo morale, non necessaria una speciale comunanza di sangue/razza.

Il cos detto genio della razza non qualcosa di cos fatale e necessario come ad alcuni piace immaginare. Ammettendo pure che le varie razze superiori, suscettibili cio di creare una propria ed originale civilt, siano organicamente diverse una dalllatra, non la somma delle differenze organiche ci che esclusivamente ha determinato la diversit del tipo sociale, che hanno adottato, ma piuttosto la diversit dei contatti sociali e delle circostanze storiche, alle quali, non solo ogni azza, ma ogni nazione destinata a sottostare.

facile rilevare che, se il progresso di una razza o di una nazione dipendesse principalmente dal miglioramento organico degli individui che ne fanno parte, le vicende del mondo dovrebbero presentare una trama ben differente di quella che noi conosciamo. Il progresso morale, intellettuale e quindi sociale di ogni popolo dovrebbe essere pi lento, ma pi continuo. La legge della selezione naturale combinata con quella delleredit dovrebbe ad ogni generazione far segnare un passo, e non dovrebbe accadere invece che vengano compiuti da generazioni successive passi indietro. Ci avviene perch le societ invecchiano e decadono come la necessaria conseguenza dellevoluzione sociale e della sua organizzazione.

Gli uomini, sotto le apparenti differenze di costumi e abitudini, in fondo psicologicamente si assomigliano moltissimo. Questa somiglianza psicologica ci induce a porre avanti lipotesi che come luomo o almeno le grandi razze umane hanno la tendenza costante a costituirsi in societ, cos devono avere tendenze psicologiche ugualmente forti e costanti, che lo spingono verso un grado sempre maggiore di cultura e di progresso sociale, tendenze che per agiscono con pi o meno forza, o possono essere anche soffocate, a seconda che trovano pi o meno favorevole lambiente fisico, quel complesso di circostanze che si chiama il caso fortuito. In fondo anche questo un processo definibile organico.

- Il primato del metodo storicoQualunque possa essere nellavvenire lefficacia pratica della scienza politica indiscutibile che i progressi di questa disciplina sono tutti fondati sullo studio dei fatti sociali e che questi fatti non si possono che cavare dalla storia delle diverse nazioni. In altre parole se la scienza politica deve essere fondata sullo studio/osservazione dei fatti politici, allantico metodo storico che bisogna tornare. Contro questo metodo si sono levate diverse obiezioni:- Per ben applicarlo bisogna conoscere la storia largamente ed esattamente- Non sufficiente osservare, ma sono necessari gli strumenti e i materiali per provare- I materiali storici sono comunque poco attendibili e difficilmente giungono a scoprire verit- Per portare avanti uno studio storico lelemento delloggettivit fondamentale. Lo studioso deve essere in gradi di elevarsi al di sopra delle credenze proprie della sua epoca storica, il che pu avvenire solo in seguito ad uno studio approfondito e vasto non gi di un periodo o un popolo, ma possibilmente dellumanit tutta.

- La classe politicaIn tutte le societ esistono due classi di persone:

- dei governanti: - la meno numerosa- adempie a tutte le funzioni politiche- monopolizza il potere e gode dei vantaggi ad esso legati - dei governati: - pi numerosa- diretta e regolata dai governanti in modo pi o meno legale/arbitrario/violento- fornisce i mezzi materiali di sussistenza e quelli che sono necessari alla vitalit dellorganismo politico

Nella pratica della vita tutti riconosciamo lesistenza di una classe politica dirigente e non sapremmo immaginare nella realt un mondo organizzato diversamente, nel quale tutti ugualmente e senza alcuna gerarchia fossero sottoposti ad uno solo o tutti ugualmente dirigessero la cose politiche. Ci in parte leffetto di due fatti politici:

Il primo consiste nella facile constatazione che in ogni organismo politico vi sempre una persona che a capo della gerarchia di tutta la classe politica e dirige il timone dello Stato.

Per il secondo invece, qualunque sia il tipo di organizzazione sociale, agevolmente si pu constatare che la pressione proveniente dal malcontento della massa dei governati pu esercitare una certa influenza sullindirizzo della classe politica.

Daltra parte, ammesso che il malcontento riuscisse a detronizzare la classe dirigente, dovrebbe necessariamente esistere nel senso delle masse stesse unaltra minoranza organizzata in grado di adempiere allufficio della classe dirigente.

La classificazione che divide i governi in monarchie assolute, temperate e repubbliche opera di Montesquieu che la sostitu a quella classica aristotelica, il quale li divideva in monarchia, aristocrazia e democrazia.

Da Polibio a Montesquieu molti autori avevano perfezionato la classificazione aristotelica sviluppandola nella teoria dei governi misti.Poi con la corrente democratica moderna, che ebbe il suo inizio con Rousseau, si fond sul concetto che la maggioranza dei cittadini di uno stato possa, anzi debba partecipare alla vita politica. Si impone cos la DOTTRINA DELLA SOVRANITA POPOLARE -> qui confutata da Mosca

Nel fatto fatale la prevalenza di una minoranza organizzata che obbedisce ad un unico impulso, sulla maggioranza disorganizzata. La forza di qualsiasi minoranza irresistibile di fronte ad ogni individuo della maggioranza, il quale si trova solo davanti alla totalit della minoranza organizzata; e nello stesso tempo si pu dire che questa organizzata appunto perch minoranza.Da questo fatto si ricava facilmente la conseguenza che, quanto pi grande una comunit politica, altrettanto minore pu essere la minoranza governante e tanto pi difficile riesce ai governati lorganizzarsi per reagire contro i governanti.

- Le qualit che danno accesso alla classe politicaNelle societ primitive la qualit che pi facilmente apre laccesso alla classe politica il valore militare. La guerra, che nelle societ di avanzata civilt uno stato eccezionale, pu essere considerata quasi come normale in quelle che sono allinizio del loro sviluppo: i pi bravi/forti diventano i capi.

Dappertutto le classi guerriere e dominanti si sono accaparrate la quasi esclusiva propriet delle terre, che nei paesi non molto civili sono la fonte principale della produzione e della ricchezza. A misura poi che la civilt va progredendo, il reddito di queste terre va aumentando, pu avvenire una trasformazione sociale molto importante: la qualit pi caratteristica della classe dominante pi che il valore militare viene ad essere la ricchezza, i governanti sono i ricchi piuttosto che i forti. Per per far s che ci accada occorre che lorganizzazione sociale si perfezioni e che il presidio della forza pubblica diventi molto pi efficace di quello della forza privata. Bisogna inoltre che la propriet privata sia sufficientemente tutelata dalla forza pratica e reale delle leggi.

Nelle societ nelle quali le credenze religiose hanno molta forza ed i ministri del culto formano una classe speciale, si costituisce quasi sempre unaristocrazia sacerdotale che ottiene una parte pi o meno grande della ricchezza e del potere politico.

Spesso queste classi religiose hanno avuto anche cognizioni giuridiche e scientifiche tali da rappresentare la classe intellettualmente pi elevata.

In certi paesi troviamo le caste ereditarie: la classe governante perci definitivamente ristretta ad un dato numero di famiglie e la nascita lunico criterio che determina lentrata nella detta classe.

A questo proposito dobbiamo premettere due osservazioni:Tutte le classi politiche hanno la tendenza a diventare di fatto ereditarie. Daltronde il valore militare e la ricchezza facilmente per tradizione morale e per effetto dellereditariet si mantengono in certe famiglie e la pratica delle grandi cariche si acquista molto pi facilmente quando ds piccoli si avuta con essi una certa familiarit.

Quando vediamo in un paese stabilit una casta ereditaria che monopolizza il potere politico, si pu essere sicuri che un simile stato di diritto fu preceduto dallo stato di fatto.

A riguardo va per notato che, se veramente la classe politica appartenesse ad una razza differente o se le sue qualit dominatrici si trasmettessero principalmente per mezzo delleredit organica, non si capirebbe il perch, formata una volta questa classe, essa debba decadere e perdere il potere. I discendenti dei dominatori dovrebbero diventare sempre pi atti a dominare. Ora la pi volgare esperienza basta a farci sicuri che le cose non vanno precisamente cos. Si pu anzi affermare che tutta la storia dellumanit civile si riassume nella lotta fra la tendenza dei dominatori a monopolizzare le propria forza politica e a trasmetterla per via ereditaria, e la tendenza verso lo spostamento di queste forze e laffermazione di forze nuove. Decadono poi immancabilmente le classi politiche ogni qualvolta non possono pi esercitare le qualit per le quali arrivarono al potere.

- Il problema della legittimazione del potere: la formula politicaAccade immancabilmente in tutte le societ discretamente numerose ed appena arrivate ad un certo grado di cultura, che la classe politica non giustifica esclusivamente il suo potere col solo possesso di fatto, ma cerca di dare ad esso una base morale ed anche legale, facendolo scaturire come conseguenza necessaria di dottrine e credenze generalmente riconosciute e accettate nella societ che essa dirige, quella base che Mosca aveva definito formula politica.

- Essa difficilmente identica in societ diverse - Due o pi formule politiche hanno diversi punti di contatto quando appartengono a societ inscrivibili nel medesimo tipo sociale(descritto nel punto successivo).- Pu essere fondata, secondo il diverso livello di civilt, o su credenze soprannaturali o su concetti che, se non positivi(=fondati sulla realt dei fatti), appaiono almeno razionali.- Non sono in maniera semplicistica volgari ciarlatanerie inventate appositamente per ottenere pi facilmente lobbedienza delle masse, bens corrispondono al vero bisogno della natura sociale delluomo di governare e sentirsi governati non solo sulla base della forza materiale e intellettuale, ma anche su quella di un principio morale.

- I gruppi socialiLumanit si divide in gruppi/tipi sociali, ognuno dei quali distinto dagli altri da credenze, sentimenti, abitudini e interessi, che ad esso sono speciali. La formula politica deve essere fondata sulle speciali credenze e sui sentimenti pi forti del gruppo sociale nel quale in vigore. Nella formazione del tipo sociale concorrono molti elementi:lingua, religione, interessi. Non cmq necessario che tutti questi fattori coesistano, giacch anche la sola comunit della storia diventa lelemento precipuo per la creazione di un tipo sociale cosciente.

- Il ruolo delle religioni universali nel superamento delle peculiarit nazionaliNei primordi della storia le comunicazioni tra le diverse civilt erano o scarsissime o mancavano in modo assoluto. Ci ha condotto ad una scarsa influenza di elementi stranieri, preservando dunque la semplicit e lunit dellintero sistema didee e credenze, sulle quali si basava lesistenza di un popolo e la sua organizzazione politica.

In queste societ che chiameremo primitive, la formula politica appare completamente immedesimata con la religione.A poco a poco per i rapporti fra i popoli relativamente civili si fecero pi frequenti, avvenne la fondazione di grandissimi imperi e questi non poterono sempre essere basati sullassimilazione e distruzione totale dei popoli vinti, ma dovettero contentarsi della semplice loro dipendenza.

A questo punto vediamo apparire il fenomeno delle grandi religioni universali ed umanitarie (Buddismo, Cristianesimo e Maomettismo) che, senza distinzione di razza, lingua, regime politico, aspirano a estendere linfluenza delle loro dottrine indistintamente su tutta la terra. Lappartenere insieme ad una di queste religioni costituisce un legame grandissimo fra popoli disperati e differentissimi di razza e lingua e d ad essi una maniera peculiare e comune dintendere la morale e la vita. Queste grandi religioni se da una parte servono meravigliosamente allaffratellamento ed allassimilazione dei correligionari,

dallaltra parte rendono quasi impossibile la fusione fra le popolazioni di religioni differenti.Collapparire delle grandi religioni universali la storia dellumanit si complica di fattori nuovi e cominci quel fenomeno definito lotta tra Stato e Chiesa -> avviene infatti che se da una parte lorganizzazione politica tende sempre a giustificare la propria esistenza sulla base dei principi della religione prevalente, questa, da parte sua cerca sempre dimpadronirsi del potere politico identificandosi con esso per farne strumento ai suoi fini e alla sua propaganda.

In un organismo politico la cui popolazione seguace di una delle religioni universali accennate, accanto al culto religioso, deve esistere in un certo modo il culto nazionale, pi o meno ben conciliato e coordinato con quello. I doveri dei due culti vengono spesso cumulativamente osservati dagli stessi individui.

- La classificazione degli organismi politiciEsistono due tipi secondo i quali pare sia possano classificare tutti gli organismo politici:Il feudale

- si intende quel tipo di organizzazione politica nella quale tutte le funzioni direttive di una societ sono esercitate cumulativamente dagli stessi individui- lo Stato si compone di piccoli aggregati sociali, ognuno dei quali possiede tutti gli organi necessari per bastare a se stesso

Il burocratico

- non devono necessariamente tutte le funzioni direttive essere accentrate nella burocrazia e da essa venire esercitate.- caratteristica principale: laddove esso sussiste, il potere centrale preleva per via dimposte una parte notevole della ricchezza sociale, la quale serve prima di tutto al mantenimento dellorganizzazione militare, poi a sopperire ad una quantit pi o meno grande di funzioni civili. Sicch una societ tanto pi burocratica quanto maggiore la quantit di funzionari che disimpegnano uffici pubblici e vivono ricevendo un salario dal governo centrale o dai corpi locali.- la specializzazione delle funzioni abbastanza elevata- la disciplina in tutti i gradi della gerarchia politica, amministrativa e militare molto pi assicurata- a differenza dello stato feudale, le qualit personali del capo supremo influiscono relativamente poco sulla durata di uno stato burocratico ed una societ burocraticamente organizzata pu conservare la sua autonomia anche quando ripudia una antica formula politica e ne adotta una nuova ovvero quando modifica ilsuo tipo sociale.

n.b. questa classificazione non basata su criteri immutabili ed essenziali. Pare anzi che i due tipi non siano che la manifestazione, in momenti diversi, di una sola tendenza costante, per la quale lorganizzazione politica si modifica man mano che la societ aumenta di grandezza e si perfeziona in civilt.

- La decadenza degli Stati burocraticiLorganizzazione burocratica non deve essere necessariamente accentratrice.Infatti in nessuna grande societ tutte le attivit umane sono completamente burocratizzate.Ad un certo punto storico pu accadere che la burocratizzazione estesa alla produzione e allintera distribuzione della ricchezza possa condurre ad unesagerazione nella quantit di ricchezza che la classe impiega e consuma in funzioni che non siano le economiche. A questo punto potrebbe succedere che limposta sulle classi produttrici di ricchezza aumenti al punto da far diminuire fortemente il tornaconto individuale alla produzione, ed in questo caso viene a scemare immancabilmente la produzione stessa. Colla diminuzione della ricchezza vanno di pari passo lemigrazione od una maggiore mortalit nelle classi povere ed infine lesaurimento dellintero corpo sociale. Sono questi appunto i fenomeni che scorgiamo al declinare degli stati burocratici.

- Dallo stato assoluto burocratico allo stato rappresentativo modernoLo Stato assoluto burocratico si pu considerare come definitivamente stabilito e sviluppato in Francia allinizio del regno di Luigi XIV, cio nel 1660. Ora, data lorigine relativamente recente di quella forma di regime politico, uno dei fenomeni storici pi interessanti senza dubbio la rapidit con la quale si formarono quelle nuove forze dirigenti e quelle nuove condizioni intellettuali, morali ed economiche, le quali resero inevitabile la trasformazione nello Stato rappresentativo moderno. Il pi importante coefficiente di questa trasformazione fu la rapida creazione di una classe sociale nuova: la borghesia.

- il suo sviluppo certo molto parallelo al diffondersi dellistruzione secondaria classica e tecnica dellinsegnamento universitario- appena ebbe acquisito le sue qualit caratteristiche e la coscienza della propria forza/importanza, dovette accorgersi che essa era vittima di una grande ingiustizia: la quale consisteva nei privilegi che la nobilt aveva, pi o meno in tutti gli Stati assoluti

- Indebolito fortemente il sentimento religioso, che solo poteva fornire una base morale al cosiddetto diritto divino dei principi- Cadute in completo discredito tutte le reminescenze e le sopravvivenze dellantico regime feudale- Distrutta ogni sovranit intermedia fra lo Stato e lindividuo

Nel XIX secolo tutti gli intellettuali si nutrirono pi che mai delle classiche dottrine politiche della Grecia e di Roma, e pi che mai tornarono in onore gli antichi concetti di libert, uguaglianza, sovranit popolare. Si arriv alla conclusione che solo un contratto legittimo poteva far s che la legge fosse espressione della maggioranza numerica dei consociati.Dunque lassolutismo burocratico del XVIII secolo aveva in un solo punto preparato il terreno allapplicazione delle nuove teorie democratiche: distruggendo ogni sovranit intermedia fra il potere supremo ed i singoli cittadini, facendo s che fosse possibile concepire la sovranit popolare come la sovranit della pura e semplice maggioranza numerica di coloro che facevano parte di uno Stato.

- Le motivazioni dellagire socialePer ogni individuo linteresse equivale al proprio gusto, ognuno quindi lintende in una maniera speciale e personale. Ci che contribuisce principalmente a far nascere e a mantenere la ruggine fra le diverse classi sociali non tanto la differenza d godimento materiale quanto lappartenere a due ambienti diversi.

- I due principi e le due tendenze presenti nella formazione e nellorganizzazione della classe politicaSecondo quanto scrisse Platone la monarchia e la democrazia sarebbero le due forme di governo fondamentali, dalle quali deriverebbero tutte le altre. Questo concetto si pu anche oggi accettare perch realmente in tutte le forme di organizzazione politica o lautorit viene trasmessa dallalto verso il basso della scala politica e sociale, ovvero dal basso viene delegata a coloro che stanno in alto, dai governati ai governanti. ORGANIZZAZIONE POLITICA ALTO VERSO IL BASSO:- fu da Platone appellata monarchica- noi crediamo pi esatto definirla autocratica* vedi pagina seguente

ORGANIZZAZIONE POLITICA BASSO VERSO LALTO:- seguendo lesempio di Platone si potrebbe chiamarla democratica, ma siccome per democrazia si intende oggi comunemente una forma di regime politico nella quale tutti ugualmente partecipano alla formazione dei poteri sovrani, crediamo pi opportuno appellarla come liberale* vedi pagina seguente

Viceversa ci sembra pi adatto definire

Democratica quella tendenza:

- che mira a rinnovare la classe dirigente sostituendola con elementi provenienti dalle classi dirette - che latente o manifesta, agisce sempre con maggiore o minore intensit in tutti gli organismi politici- alle volte il rinnovamento dirigenziale avviene in modo rapido e violento, pi spesso tramite la lenta infiltrazione di alcuni elementi provenienti dagli strati pi umili nelle classi elevate- non si pu negare che tale tendenza, soprattutto se contenuta in limiti moderati, sia in certo modo indispensabile a ci che si chiama il progresso delle societ umane- la lotta fra coloro che stanno in alto e coloro che, nati in basso, aspirano a salire il costante fermento che costringe gli individui e le classi dirigenti ad allargare i propri orizzonti. - ogni volta che il principio democratico ha trionfato, questo poi sempre stato seguito dal risorgere della tendenza aristocratica. E ci avviene ad opera di gli stessi che precedentemente lavevano combattuta.

Aristocratica la tendenza:

- che mira alla stabilizzazione della direzione sociale e del potere politico nei discendenti di quella classe che se n impossessata- raramente nella storia troviamo esempi di classi elevate ereditarie che, avendo coscienza, come debbono averla, della loro superiorit intellettuale e morale, abbiano spontaneamente avuto unuguale coscienza dei doveri che questa loro superiorit imponeva loro verso le classi inferiori. - avviene naturalmente una selezione per la quale tutti i casati nei quali fanno difetto l virt presto ricadono nelloscurit e perdono il rango che avevano acquistato. Ora evidente che, perch la selezione accennata abbia luogo, necessario che la classe dirigente abbia una certa stabilit e che non venga perci ad ogni generazione rinnovata; ed forse questa necessit che spiega la grande persistenza della tendenza aristocratica e costituisce la sua migliore giustificazione. - una delle qualit delle classi dirigenti dovrebbe essere la lealt nei rapporti coi propri subordinati.- altro requisito importantissimo il coraggio personale.- assurdo il pregiudizio che considera le classi dirigenti come economicamente improduttive, perch esse, mantenendo lordine e tenendo unita la compagine sociale, creano le condizioni nelle quali il lavoro produttivo pu meglio esplicare la sua azione, ed inoltre forniscono ordinariamente alla produzione il personale tecnico e produttivo.

* AUTOCRAZIA- ha formato la base dellorganizzazione politica dei primi grandi aggregati umani.

- fornisce una formula politica (ossia un principio di autorit ed una giustificazione del potere), chiara, semplice, facilmente comprensibile da tutti. Non ci pu essere unorganizzazione umana senza gerarchia e qualunque essa sia necessariamente richiede che alcuni comandino e gli altri ubbidiscano.

- il regime autocratico presuppone lesistenza di un autocrate che pu essere elettivo o ereditario. Lereditariet, quando regolata in maniera che non possano nascere dubbi sui diritti dellerede al trono, presenta certamente il vantaggio di assicurare meccanicamente la stabilit e la continuit del potere e di evitare che ogni successione fornisca facili occasioni a guerre civili. In unautocrazia ereditaria assai difficile che la persona destinata dalla nascita ad occupare la difficilissima carica di capo supremo di un grande stato abbia le qualit necessarie per bene disimpegnarla. Alla deficienza accennata si ripara affidando a due diversi personaggi le funzioni autocratiche (una meramente rappresentativa e laltra effettiva). Spesso per il potere effettivo affidato ad un Consiglio.

- nei paesi nei quali prevale nello stesso tempo il principio autocratico e la tendenza aristocratica, il Consiglio viene formato a preferenza dai membri della pi alta nobilt.

- al di sotto del primo strato ve n sempre un altro molto pi numeroso, che comprende tutte le capacit direttrici del paese. Senza di esso qualunque organizzazione sarebbe impossibile, perch il primo strato non basterebbe da solo ad inquadrare/dirigere lazione delle masse.Nei regimi autocratici primitivi, questo secondo strato era quasi sempre formato da sacerdoti e guerrieri. Ma col decorrere del tempo, le autocrazie aristocratiche si sono trasformate in autocrazie burocratiche.

- Perch unaristocrazia inizi la burocratizzazione di un grande Stato senza dubbio necessario che lorganizzazione politica sia gi cos salda da potere regolarmente prelevare una parte delle entrate dei privati sufficiente a fornire un trattamento ai pubblici funzionari e a poter mantenere una forza armata permanente.Una burocratizzazione gi bene iniziata permette di accrescere grandemente lefficacia coercitiva della macchina statale e rende quindi possibile alla classe dirigente esercitare unazione sempre pi forte sulle masse governate, orientandone gli sforzi verso fini voluti dai governanti. - Per quanto una burocrazia possa essere legalmente aperta a tutte le classi sociali, di fatto essa viene quasi sempre reclutata nella classe media, cio in quel secondo strato sociale che trova pi facilmente i mezzi di procacciarsi listruzione necessaria, e nello stesso ambiente familiare acquistano la nozione pratica dei modi pi adatti per entrare nella carriera.

* IL PRINCIPIO LIBERALE- caratteristica principale: la legge basata sul consenso della maggioranza dei cittadini, i quali per possono essere una esigua frazione degli abitanti dello Stato, e che i funzionari che la applicano sono nominati direttamente o indirettamente dai loro subordinati e sono temporaneamente responsabili della legalit dei loro atti.

- nei grandi Stati liberali generalmente i cittadini, anzich esercitare direttamente il potere legislativo, lo delegano ad assemblee direttamente od indirettamente da loro nominate.

- dove prevale tale principio lo stato suole riconoscere certi limiti ai suoi poteri nei rapporti con i singoli cittadini e coi sodalizi da essi formati. Limiti che riguardano la libert di religione, di stampa, dinsegnamento, di associazione e riunione, tutela della propriet privata.

- in quanto si crede che lautocrazia non consente ai popoli che lhanno adottato di raggiungere tutta quellelevazione morale ed intellettuale di cui lumanit civile capace, parrebbe quasi che il principio liberale facilmente prevalga in quei periodi eccezionali della vita dei popoli durante i quali alcune delle pi nobili facolt delluomo si manifestano con tutta la loro intensit.

- anche negli stati dove prevale tale principio, troviamo quei due strati della classe dirigente prima descritti. il sistema elettivo non esclude che si formino dei gruppi pi o meno chiusi.

- molto diversi sono i risultati che d lapplicazione del principio liberale a seconda che il corpo elettorale sia: molto ristretto

evidente che una buona parte di coloro che avrebbero le attitudini per far parte della classe politica ne resta esclusa. Questesclusione fa si che il regime liberale diventi molto somigliante ad unautocrazia larvata.

molto largo (cio quando tutti o quasi sono elettori)

la presa di potere di un candidato rispetto ad un altro dipende esclusivamente dal suffragio delle classi pi numerose, che sono necessariamente le pi povere. Quando ci accade, qualunque sia lorigine delle diverse frazioni della classe dirigente in competizione, i metodi da loro seguiti per monopolizzare e sfruttare la simpatia delle plebi sono sempre identici: pongono in luce legoismo, il godimento materiale dei ricchi, denunciandone vizi ed errori reali ed immaginari.

- Lequilibrio tra i due principi e le due tendenzePlatone nel suo dialogo sulle leggi, sostenne che la migliore forma di governo era quella nella quale lautocrazia e la democrazia venivano fuse e contemperate. Aristotele nella sua importante Politica, mostra la sua preferenza per una democrazia temperata, nella quale schiavi ed artigiani avrebbero dovuto essere esclusi dallammissione alle cariche pubbliche.Polibio giudicava ottima la costituzione politica di Roma perch secondo lui in essa i tre tipo fondamentali della costituzione aristotelica trovavano contemporaneamente la loro applicazioneMontesquieu prediligeva la monarchia temperataCavour in politica si dichiarava partigiano del juste milieu.

Sembra perci che tutti questi grandi pensatori abbiano avuto unintuizione comune:la saldezza delle istituzioni politiche dipende da unopportuna fusione e contemperanza di principi e tendenze diverse, ma costanti, che agiscono immancabilmente in tutti gli organismi politici.

- Il problema religiosoI problemi di cui Mosca si occupa a tal riguardo sono tre:viene esaminato se le presenti religioni a base dogmatica riusciranno a sopravvivere al sempre pi forte movimento razionalista che tende a distruggerle.

-molti affermano con sicurezza che la scienza ammazzer il dogma. Questa opinione senza dubbio per diversi lati accettabile. Non si pu infatti negare che le scienze fisiche, chimiche, biologiche, battono in breccia tutto il soprannaturale del vecchio e nuovo testamento. Per daltra parte da tener presente che le credenze religiose non hanno mai risposto ad un bisogno del nostro raziocino, ma piuttosto a necessit psicologiche.- finora la propaganda anti-religiosa stata favorita dalle attivit laiche con le quali il papato si trovato in violenti conflitti dinteresse. Ma erroneo scambiare queste lotte con lessenza stessa della loro storia, dando ad esse il carattere di guerre a morte on interrotte n da paci n da tregue. Non possibile poi che tanto lo Stato che la Chiesa non finiscano collaccorgersi che nelle loro lotte il terzo vero tertius gaudens ( =il terzo gode) la democrazia sociale. Non possibile che questi due enti non vedano alla lunga il gran bene che, camminando con un certo accordo, si possono scambievolmente fare.

si cerca di vedere se la prevalenza delle autorit politiche elettive siano suscettibili di una lunga durata, e, nel caso che si debbano necessariamente modificare, verr esaminato in che senso tali modificazioni potranno/dovranno avvenire. (vedi punto seguente)

Verr gettato lo sguardo sullavvenire della nostra civilt di fronte alla democrazia sociale, di questa grandiosa corrente di sentimenti e didee che invade tanti paesi dellEuropa (vedi penultimo e terzultimo punto -> il problema sociale/le soluzioni radicali)

- Il problema politico. La crisi dei governi parlamentariLegato al problema religioso e soprattutto al terzo problema, il secondo problema che riguarda la crisi che traversano i governi rappresentativi e soprattutto quelli parlamentari.Cominciamo collosservare che forze basate sopra la produzione di nuove ricchezze e sulla diversa distribuzione delle ricchezze stesse e sul sorgere di una classe media colta e agiata, due furono le correnti intellettuali che produssero i movimenti politici:La prima quella basata sulle dottrine di Montesqueiu, e che chiameremo corrente liberale, la quale sulla base della divisione dei poteri, ha voluto fare un argine allassolutismo burocratico

La seconda corrente definita democratica quella che si ispira alle idee di Rousseau, il quale pone come base legale di ogni potere politico la sovranit popolare. Questa seconda corrente ha prodotto anche la moderna democrazia sociale

La capacit che ha luomo di concepire il bene, la giustizia assoluta, il modo migliore di adempiere al proprio dovere e la difficolt grandissima che poi prova nel regolare le proprie azioni conformandosi scrupolosamente a questi suoi concepimenti, producono la conseguenza inevitabile che non vi uomo di Stato e forma di governo che non possono essere oggetto di censure numerose. Lunico criterio pratico per giudicare tanto gli uomini che i regimi politici dunque quello di paragonarli con altri.

Le obiezioni che i socialisti molto avanzati e gli anarchici fanno comunemente al sistema rappresentativo hanno fondamento nellosservazione di un fatto evidente: i membri di una Camera elettiva non sono quasi mai scelti liberamente e spontaneamente dalla maggioranza dei loro elettori, perch questi hanno una limitatissima libert di opzione tra i pochissimi candidati, la riuscita dei quali presenta una certa probabilit.Certo questa contraddizione tra il fatto e il diritto una debolezza grandissima di qualunque sistema rappresentativo. Per essa pu fornire un argomento di capitale importanza solo a coloro che accettano al teoria della sovranit popolare secondo la interpretazione ristretta data da Rousseau. Ma se, come noi crediamo, la sola cosa importante e possibile in un regime politico che vi prendano parte tutti i valori sociali, allora si pu ammettere che, come non va combattuta la religione per la scarsa veridicit dei suoi dogmi quando moralmente produce buoni risultati, cos le applicazioni di una dottrina politica si possono accettare finch hanno per conseguenza un miglioramento della difesa giuridica.

Si pu dunque concludere affermando che per la costante contraddizione tra il dovere e linteresse di chi governa e di chi deve limitare e giudicare lazione del governo, che la burocrazia e lelemento elettivo, che dovrebbero controllarsi a vicenda, finiscono col corrompersi lun laltro.

Prescindendo dagli effetti naturali che eserciterebbe lazione del tempo, la quale sarebbe di dubbia utilit, non difficile escogitare quelle modificazioni degli istituti presenti, che attenuerebbero i danni del parlamentarismo (n.b. cercare una definizione seria di parlamentarismo):Riuscirebbe utile laumentare le guarentigie dindipendenza della magistratura, assicurandone una reale inamovibilit e elevandone la posizione sociale

Si potrebbe organizzare meglio il controllo finanziario, aumentando lindipendenza della Corte dei conti

Si potrebbe attuare un ritorno al sistema costituzionale del quale il governo parlamentare non che una trasformazione e, secondo alcuni, una degenerazione. Non bisogna nascondere che un movimento politico che cercasse di arrivare a questo risultato, avrebbe una certa facilit di attuazione, perch stando alla lettera degli Statuti e delle Carte fondamentali sulle quali posa ledificio giuridico dei governi moderni, non si pu scorgere alcuna differenza tra il regime parlamentare e quello costituzionale.

La forma di governo parlamentare si stabilita in base ad una serie di concessioni tacitamente richieste dalla pubblica opinione e tacitamente consentita dai capi degli stati; sicch non basterebbe un cambiamento nellopinione pubblica per tornare ad uninterpretazione pi autentica dei principi codificati nelle costituzioni.Principalissima conseguenza delle teorie e delle consuetudine politiche che hanno finora prevalso in tutta Europa stata questa: che la Camera elettiva, sicura che il Gabinetto poteva essere sempre rovesciato da un suo voto contrario, non ha curato abbastanza la necessit di limitarne i poteri e le attribuzioni. Cos stando le cose la soluzione che prevede un rapido passaggio dal regime parlamentare al costituzionale, nei paesi che sono abituati al primo, condurrebbe ad un sistema di governo molto pi autoritario e ristretto di quello in vigore negli stati in cui esiste un governo costituzionale.

Il rimedio pi efficace e sicuro starebbe in un decentramento largo e organico il quale dovrebbe consistere nellaffidare gran parte delle mansioni, che ora sono esercitate dalla burocrazia e dai corpi elettivi, a quella classe di persone che per cultura e agiatezza ha capacit/indipendenza/prestigio sociale assai superiore a quello delle masse.

Bisogna sempre e comunque tener presente che le magagne dei governi parlamentari hanno quasi tutte origine dallindebita ingerenza che la burocrazia esercita nella formazione degli elementi elettivi centrali e locali e da quella, ugualmente indebita, che gli elementi elettivi centrali, ossia i deputati, esercitano a loro volta sulla burocrazia. Da ci deriva un indecente mercimonio di tolleranze e favoritismi reciproci. Bisogna per notare che il cerchio della corruzione non si rompe aumentando i poteri della democrazia o allargando le attribuzioni dei corpi elettivi, ma si spezzer soltanto chiamando nuovi elementi politici, nuove forze sociali al servizio della cosa pubblica.

- abbiano una laurea universitaria- paghino un certo censo- categoria che svolga le sue funzioni gratuitamente

La maggiore difficolt nei rimedi da applicare ai mali del parlamentarismo sta tutta nelle condizioni intellettuali della societ che sono rette a sistema parlamentare, cio nelle dottrine e nelle opinioni che in esse sono pi diffuse; e, nella ricerca di tali rimedi, finiamo col trovarci di fronte a quello stesso ordine idee e di passioni al quale deve la sua origini la democrazia sociale.

- Il problema sociale. La democrazia socialePrima di affrontare largomento risulta opportuno premettere un po di storia. Il socialismo moderno ebbe una diffusione tale da abbracciare quasi tutta lEuropa oltre agli Stati Uniti dAmerica e all Australia, sicch si pu affermare che tale dottrina sia un male/bene comune a tutti i popoli di civilt europea. La credenza che i primi cristiani avevano ne l prossimo avvento del regno di Dio, trova il suo riscontro nella persuasione diffusa in tutti gli strati sociali, che la maggior parte delle iniquit che si trovano nel mondo sia imputabile alla maniera com organizzata la societ, e che esse potrebbero essere evitate se coloro che hanno nelle mani il potere sociale non fossero lo strumento dei ricchi e dei forti ed intervenissero efficacemente a favore dei deboli. Questa persuasione contribuisce a formare quellambiente intellettuale e morale in cui il socialismo militante vive, prospera e si diffonde. E attorno a queste idee si sono formate due numerosissime organizzazioni politiche, considerabili alla stregua di due chiese:- i seguaci del collettivismo- i seguaci dellanarchia

- entrambe hanno una certa tendenza alluniversalit- esercitano la loro propaganda in quasi tutti i popoli europei

-ESAME CRITICO DEL COLLETTIVISMOSecondo la dottrina universalmente riconosciuta per ortodossa: lo Stato rappresentante della collettivit dei cittadini dovrebbe essere lunico proprietario di tutti gli strumenti di produzione e dovrebbe essere lunico direttore/distributore della produzione economica.

Tutti lavorerebbero per conto dellintera societ e lorganismo sociale provvederebbe a tutti in ragione del bisogno di ognuno.

Tutta la macchina sar poi amministrata e diretta da capi scelti direttamente dal popolo a suffragio universale.

Descritta in grandi linee la dottrina collettivista, Mosca sente il diritto/dovere di chiedere se, con lattuazione di tale sistema, la giustizia, la verit, lamore ed il compatimento reciproco avranno nel mondo un posto maggiore rispetto a quello occupato attualmente. I forti, che saranno sempre in alto, saranno meno soverchianti? I deboli, che rimarranno sempre in basso, saranno meno soverchiati? La risposta che Mosca da no.

le societ collettiviste sarebbero senza dubbio elette a suffragio universale, ma sappiamo gi come le maggioranze non abbiano che un semplice diritto di opzione fra i pochi candidati possibili. Conosciamo gi quali siano le astuzie usate dai maggiori per falsare a loro profitto i verdetti delle urne.

Ma, possono obiettare i collettivisti, tutto ci avviene perch esiste la presente organizzazione capitalistica e dunque la prima azione da fare consiste nelloperare un cambiamento radicale nellordinamento sociale.

Coloro che ragionano in questo modo dimenticano per che, anche nelle societ organizzate come essi vorrebbero, vi sarebbero sempre coloro che amministrerebbero la pubblica ricchezza e vi sarebbe comunque una grande massa di amministrati. E bisogna tra laltro tener presente che gli amministratori della repubblica sociale sarebbero allo stesso tempo i capi politici, diventando indubbiamente molto pi potenti degli attuali ministri.Ci sarebbe inoltre leliminazione della pluralit politica e ci toglierebbe ogni indipendenza ed ogni possibilit di controllo reciproco. Si verrebbe dunque a creare una tirannide unica, assorbente, schiacciante e gravante su tutti

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