IL PUZZLE DELLA TERRA Lo sai che circa 200 milioni di anni ... · che non sapevano di queste cose,...

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IL PUZZLE DELLA TERRA Lo sai che circa 200 milioni di anni fa esisteva un solo continente, un’unica terra, la Pangea? Esso si è fratturato in più parti che, pochi centimetri alla volta, si sono staccate fino a occupare il posto che hanno oggi, ma non si sono fermate e tra 50 milioni di anni… Polizia Locale Associata Tenente Giancarlo Sociali

Transcript of IL PUZZLE DELLA TERRA Lo sai che circa 200 milioni di anni ... · che non sapevano di queste cose,...

IL PUZZLE DELLA TERRA

Lo sai che circa 200 milioni di anni fa esisteva un solo

continente, un’unica terra, la Pangea?

Esso si è fratturato in più parti che, pochi centimetri alla

volta, si sono staccate fino a occupare il posto che hanno

oggi, ma non si sono fermate e tra 50 milioni di anni…

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LA TERRA È UN UOVO SODO

Se prendi un uovo sodo e lo batti con una forchetta, come si fa per

sgusciarlo, avrai la terra… in mano. Il guscio incrinato è la

crosta, molto rigida, che forma i continenti e il fondo marino, ed è

rotta in vari pezzi. Questi enormi pezzi (i più grossi sono otto) si

chiamano placche (o zolle).

Sembrano ferme, ma si spostano piano piano.

Ora taglia la terra, pardon, l’uovo a metà. L’albume è uno strato

interno più tenero di roccia incandescente e densa (mantello) e al

centro c’è il nucleo duro caldissimo. Le placche, con i continenti e

i mari, poggiano sul mantello, che sembra una plastilina calda. Il

calore provoca dei movimenti nel mantello, così anche le placche

si muovono

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TRAMPOLINO DI LANCIO TERREMOTI

Le rocce della crosta terrestre sono soggette a continui

movimenti, orizzontali e verticali. Sottoposte a queste spinte,

possono comportarsi come un trampolino (essere abbastanza

elastiche da recuperare la forma originale, esaurite le forze che

agiscono su di esse).

Oppure rimangono deformate, mostrando pieghe e corrugamenti.

Altre volte, invece, quando non sono più in grado di sopportare il

carico, crac! come un trampolino su cui è salito un elefante, si

rompono, liberando in modo improvviso l’energia accumulata

lentamente durante il processo di deformazione: il terremoto!

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LA PAROLA GIUSTAMENTE TERREMOTATA

QUALE DI QUESTE PAROLE HA A CHE FARE CON IL TERREMOTO? FOGLIA,

FAGLIA, FIGLIA.

Si tratta della rottura in due blocchi della roccia e nei terremoti

più forti può raggiungere anche centinaia di chilometri.

Può essere normale, inversa o trascorrente.

A volte è visibile in superficie e permette di osservare gli

spostamenti tra i due blocchi di terreno

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DOVE AVVENGONO I TERREMOTI?

Lungo le spaccature della crosta terrestre, dove le rocce,

scontrandosi e allontanandosi, provocano i terremoti. I paesi che

più ne risentono sono quelli che stanno lungo i margini di una

placca, come la California e il Giappone, mentre l’Australia, che

sta nel bel mezzo, lontana dai margini, non sa quasi cosa siano.

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CHI FA TREMARE LA TERRA? Oggi noi rispondiamo facendo riferimento a placche, faglie e vulcani. Gli antichi,

che non sapevano di queste cose, avevano comunque trovato una spiegazione a un

fenomeno che li spaventava tanto.

ABBINA OGNI MITO AL SUO POPOLO, CON L’AIUTO DELL’INSEGNANTE O

DI INTERNET.

(1) Ritenevano che

fosse Ru, il figlio

della Madre Terra, a

provocare i

terremoti tirando calci

nella pancia

della mamma.

(2) Davano la colpa al

dio

del mare, Poseidone.

(6) Pensavano che il

mondo fosse sostenuto

da

elefanti, che

poggiavano su

un’enorme tartaruga

galleggiante sul mare,

e che, quando uno di

loro

si stancava, causasse il

terremoto, scuotendo

la

testa.

(3) Davano la

colpa a un

enorme pesce

che non voleva

stare fermo.

(4) Pensavano

che la terra

poggiasse sulla

testa di una

grande rana.

(5) Pensavano che i

passi del loro dio,

quando visitava la terra

per contare gli

uomini presenti,

facessero tremare il

suolo. Per abbreviarne

il compito, le

persone uscivano di

corsa dalle case

gridando: “Sono qui,

sono qui!”,

introducendo nella

mitologia il buon

senso di abbandonare

le fragili

abitazioni in caso di

terremoto.

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SOTTOSOPRA

I terremoti nascono sottoterra.

L’ipocentro è il punto in cui ha origine la frattura della crosta.

L’epicentro è, invece, il punto della superficie terrestre, posto

direttamente sopra l’ipocentro, dove, in genere, abbiamo i danni

maggiori alle cose e alle persone.

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GIOCHIAMO CON LE PAROLE CHE SCUOTONO (E COME

SCUOTONO!)

Molte delle parole che hanno a che fare con il terremoto

contengono la voce sisma/o, che vuol dire scossa. Bella scoperta!

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PRENDERE LE MISURE

Oggi il terremoto si misura con sensori elettronici, ma fino a poco tempo fa si usava

il sismografo meccanico.

IL SISMOGRAFO PIÙ ANTICO

Mentre Greci e Romani credevano che i terremoti fossero causati

dall'ira degli dei, in Cina già si studiavano scientificamente. Fu

uno studioso cinese, Zhang Heng, a inventare nel 132 d.C. il

primo sismografo. L’originale, chiamato Houfeng Didong Yi (che

in cinese significa “strumento per indicare il vento e le scosse

della terra”), è andato perso. È documentato però che abbia

registrato un terremoto nel febbraio del 138 a circa 600 chilometri

di distanza da Luoyang, l’allora capitale della Cina.

Quella che vedi qui è una riproduzione, ma il suo aspetto è in tutto

simile all’originale descritto nei libri di storia. Gli scienziati hanno

testato il suo meccanismo interno e verificato la sua accuratezza.

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SMETTILA DI FARE IL TERREMOTO!

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SMALL, MEDIUM, LARGE, EXTRA LARGE?

I segni tracciati dal pennino del sismografo sul rullo di carta ci dicono

quanta energia è stata scatenata dal terremoto: la magnitudo. Più le onde

del grafico sono ampie, più la magnitudo è forte. Ci sono terremoti S, M,

L, XL, XXL.

Sono stati due sismologi americani,Richter e Gutenberg, a inventare nel

1935 un sistema per misurare la magnitudo, impropriamente definito

“Scala Richter”, perché a ogni passaggio (1, 2…) l’energia liberata dal

terremoto è circa trenta volte superiore (in una vera scala i gradini sono

tutti uguali!).

I due assegnarono il valore 0 ai terremoti che venivano appena percepiti

dai sismografi di quell’epoca (oggi, strumenti più moderni possono

misurare terremoti anche più deboli di 0).

Per fare danni consistenti nella zona dell’epicentro, un terremoto

superficiale deve essere almeno di magnitudo 5: l’energia liberata è la

stessa della bomba atomica esplosa per esperimento sull’atollo di Bikini

nel 1946.

Fortunatamente nessun terremoto ha mai superato la magnitudo 9.

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PAROLE TREMANTI IN RIMA

La paura accompagna sempre il terremoto come altre calamità naturali.

Ma non devi vergognarti di avere paura (è normale!), devi solo imparare a

tenerla sotto controllo perché non si trasformi in panico e ti impedisca di

fare le cose giuste.

PER ESORCIZZARLA, RECITA QUESTA FILASTROCCA CONTRO LA PAURA DI

YANEZ.

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LA CARTA D’ITALIA

Non tutta l’Italia corre lo stesso rischio sismico.

Pericolo lieve: zone in cui i

terremoti avvengono spesso,

ma con poca potenza (Val di Taro e il

Reggiano, Cuneese, Colli Albani).

Pericolo moderato:

zone che, oltre a un certo

numero di terremoti deboli, ma

frequenti, producono in media ogni

secolo un terremoto più violento, i cui

effetti possono raggiungere o superare

il IX grado della scala Mercalli (lungo

la costa adriatica tra Rimini e Ancona,

Appennino centro-settentrionale, Alpi

occidentali, Lunigiana, Molise e

Irpinia, Calabria e Sicilia

settentrionale).

Pericolo elevato:

zone in cui i terremoti non sono

frequenti, ma molto forti (Prealpi dal Garda al

Friuli, Liguria occidentale, Garfagnana,

Mugello, Abruzzo, Gargano, Appennino

meridionale, Calabria e Sicilia orientale).

Sono i

terremoti più gravi perché l’energia

accumulata

per lungo tempo viene rilasciata tutta insieme

LA SCALA MERCALLI Non c’è solo la “scala Richter” per misurare i terremoti. Un altro “metro” si basa

sull’osservazione degli effetti su territorio, oggetti, edifici. In Europa si usa la scala

Mercalli, che prende il nome dal suo inventore,

un sacerdote italiano appassionato di geologia. Nel 1902 inventò la scala, divisa in 12 gradi,

di intensità crescente, espressi in numeri romani, partendo da I a XII. In realtà, magnitudo e

intensità descrivono grandezze del tutto diverse e non direttamente confrontabili: si possono

avere terremoti con la stessa magnitudo, che danno luogo a effetti diversi a seconda di dove

avvengono

I Non sentito dalle persone, ma registrato solo dagli strumenti.

II. Sentito ai piani alti solo da pochi.

III. Sentito in casa solo da pochi come tremolio leggero: oscillazione leggera dei lampadari.

IV. Avvertito in casa da molti: tintinnio e scricchiolio degli oggetti, oscillazione dei

lampadari.

V. Avvertito da molti anche all’aperto e in casa anche da chi dorme: le porte e finestre

sbattono e si rompono alcuni vetri, i quadri si spostano e gli oggetti instabili si ribaltano.

VI. Leggeri danni alle case: caduta di intonaco, piccole crepe sui muri. Tutti sentono il

terremoto e hanno paura.

VII. Cadono cornicioni e camini.

VIII. Crollano gli edifici vecchi e malandati, molti altri sono seriamente danneggiati.

IX. Metà delle case in muratura crolla, quasi tutte le altre diventano inagibili.

X. Danni gravissimi a tre quarti delle case.

XII. Crollano quasi tutti gli edifici in muratura e i ponti. Vistosi effetti sul territorio.

XII. Tutte le opere dell’uomo vengono distrutte. Nel terreno si aprono crepacci, i fiumi

vengono deviati. Polizia Locale Associata

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IN SU, IN GIÙ, DI QUA E DI LÀ, TUTTO ONDEGGIA!

L’energia liberata dal terremoto viaggia attraverso la terra sotto forma di

onde che investono le persone, le costruzioni e tutto il territorio con effetti

più o meno gravi.

Ci sono tre tipi di onde, diversamente pericolose

Le più veloci sono le longitudinali (P, perché

sono le prime ad essere avvertite): quando

attraversano la roccia, essa si comprime e si

dilata continuamente. Il terreno balla in su e

in giù. Si diffondono anche attraverso l’acqua;

nell’aria, come onde sonore, possono dare

origine a un boato

Le onde trasversali fanno ballare il terreno in

orizzontale (S, perché, essendo più lente,

arrivano seconde). Si trasmettono solo nei

solidi, quindi il loro passaggio è ostacolato

dagli oceani. Possono fare molti più danni

delle P.

Quando le Onde P e le S raggiungono un

qualsiasi punto della superficie terrestre,

originano onde superficiali più lente delle

precedenti, che si propagano solo lungo la

superficie terrestre e non attraverso i liquidi.

Arrivano per ultime, perché molto più lente.

Sono responsabili dei danni più rilevanti.

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EFFETTI A CATENA

Un forte terremoto crea danni che provocano altri danni: più forte è la

scossa, più danni a catena possiamo avere.

COMPLETA IL DISEGNO CON I …DANNI MANCANTI, SCEGLIENDOLI FRA:

ALLAGAMENTI, DERAGLIAMENTO TRENI, INTERRUZIONE DELLE LINEE

ELETTRICHE E TELEFONICHE.

Questi danni, per fortuna, non arrivano mai tutti insieme!

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L’ITALIA CHE SUSSULTA

Il 70% del territorio italiano è a rischio di terremoti, perché tutto il

bacino del Mediterraneo si trova vicino alla frattura tra due

placche, l’africana e l’eurasiatica.

L’Italia è caratterizzata da frequenti terremoti, ma di magnitudo

relativamente modesta. La massima osservata è 7.2 del terremoto

di Messina del 1908, abbastanza piccola rispetto a quella dei

terremoti di California e Giappone che rilasciano un’energia 20/30

volte superiore, avendo magnitudo maggiore di 8.

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UN PO’ DI STORIA TERREMOTATA

In Italia, uno dei terremoti più forti è stato quello del 5 dicembre

1456, che ha interessato una vastissima area dell'Appennino

meridionale, tra l’Abruzzo, la Basilicata e la Campania, causando

circa 30.000 vittime. Forse si è trattato più terremoti insieme.

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ANCHE IL MARE FLUTTUA

Molti terremoti sono localizzati in mare e in qualche caso

producono, che fantasia!, maremoti.

Maremoti, frane o eruzioni vulcaniche, provocando un movimento

del fondo marino, generano una serie di onde. Queste, in mare

aperto, si notano poco, perché molto basse (30/60 cm) e molto

lunghe, ma, quando raggiungono la costa, viaggiando anche a 800

km all’ora, possono assumere altezze enormi (oltre 50 m) e

provocare danni catastrofici. QUAL È IL TERMINE GIAPPONESE CON CUI SI INDICANO I MAREMOTI?

RISOLVI QUESTO FACILE REBUS E LO SCOPRIRAI.

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GAMBE IN SPALLA

Se dovesse capitarti, trovandoti su una spiaggia, di vedere l’acqua

del mare ritirarsi rapidamente per parecchi metri, scappa nella

direzione opposta e fai in fretta. Prima o poi un’onda gigantesca si

rovescerà sulla costa, come è successo nel 2004 nell’Oceano

Indiano.

Però, non confondere questo fenomeno con quello delle maree,

dove l’acqua può ritirarsi anche per molti chilometri, ma in modo

lento e continuo (bassa marea), come, ad esempio, lungo le coste

della Bretagna e della Normandia, regioni a nord ovest della

Francia.

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COSTRUZIONI CHE CROLLANO…

Il terremoto di per sé non uccide: è il crollo di edifici, ponti e

strade che causa tanti morti e feriti.

Gli elementi della casa che resistono meglio sono solai e travi

(orizzontali), pilastri e muri portanti (verticali), tutti collegati tra

loro.

Le case, soprattutto le più vecchie, sono state costruite per

resistere a pesi e spinte verticali: il proprio peso, quello delle

persone che vi abitano, vento forte e nevicate.

Ma il terremoto scuote le case anche in senso orizzontale,

così possono crollare. In Italia, la maggior parte dei crolli e

delle vittime si verifica di solito nei vecchi edifici dei centri

storici. Polizia Locale Associata

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…E COSTRUZIONI CHE RESISTONO

Le nuove case, nelle zone a rischio sismico, devono essere

costruite rispettando le regole antisismiche che indicano come

rendere gli edifici elastici, in modo che si scuotano, ma non

crollino sugli abitanti.

E con le vecchie case, solide, bellissime, ma per niente elastiche?

Renderle più robuste è difficile, ma qualcosa si può fare,

adottando sistemi per collegare le pareti tra loro e con i solai,

rinforzando i punti più deboli e intervenendo sui muri che

presentano crepe.

Ma gli edifici che devono essere più a prova di terremoto degli

altri sono gli ospedali, le scuole, le caserme dei vigili del fuoco, le

centrali che producono energia.

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CHE FARE CON I TERREMOTI?

Prima di tutto informarsi sulla storia sismica della località in cui si vive.

TU ABITI IN UNA ZONA NON PERICOLOSA, A BASSA PERICOLOSITÀ

O PERICOLOSA?

Non esistono metodi per eliminare completamente i pericoli

dovuti al terremoto, tuttavia i danni alle cose e alle persone

possono essere drasticamente ridotti seguendo semplici

suggerimenti sperimentati da anni in California, Giappone e

Nuova Zelanda, che di terremoti se ne intendono…

CHE FARE PRIMA DEL TERREMOTO?

Se scopri che la zona in cui vivi è a rischio sismico, ecco alcune

misure preventive da attuare e qualche oggetto da tenere a portata

di mano.

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CHE FARE SE UN TERREMOTO TI SORPRENDE IN

CASA?

La cosa che più spaventa durante un terremoto è non sapere cosa

fare, ma anche credere che non ci sia più niente da fare.

Se sei in una casa solida, rimani in casa! Non temere di aver

paura.

Se sei in una casa poco sicura, è meglio uscire subito, senza

aspettare la fine della scossa, ma facendo molta attenzione.

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CHE FARE SE UN TERREMOTO TI SORPRENDE FUORI

CASA ?

Se ti trovi fuori dalla tua abitazione, restaci.

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E DOPO?

Finita la scossa, finito il terremoto? Chi può dirlo.

Il terremoto non è mai un fatto isolato: è sovente preceduto da

piccole scosse ed è molto spesso seguito da numerose repliche che

si succedono nel tempo con un’evoluzione caratteristica della zona

da cui sono generate. Quindi, passata la scossa...

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SI POSSONO PREVEDERE I TERREMOTI?

Purtroppo, per ora no. Possiamo conoscere con una certa

precisione dove avverranno quelli futuri e anche la loro massima

energia fisica, ma non quando arriveranno.

Non è vero, anche se è credenza diffusa,che i terremoti siano

preceduti da uno strano “tempo da terremoto” (come vento caldo o

nebbie diffuse).

E nessuno studio scientifico ha potuto ancora interpretare la

relazione tra gli strani comportamenti degli animali e i terremoti.

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