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siamo arrivati a tre, sembra ieri che la redazione iniziava a fare i primi timidi passiper il numero zero. Finalmente con questo numero prende corpo l’essenza diProfessione Geologo, con servizi, articoli e notizie che cercheranno di sviscerare

numero dopo numero un aspetto particolare della nostra professione, un corpo unicomonotematico per far entrare i lettori nel cuore del problema.Iniziamo, quindi, parlando di dissesto idrogeologico o meglio degli sforzi compiuti finoad oggi e quelli da compiere nel prossimo futuro per ottenere un cambiamento di mentalità e di cultura ambientale in modo da arrivare ad una vera gestione della prevenzione rispetto a quella, fin qui esercitata, dell’emergenza.È triste e cinico dirlo ma è proprio così, l’emergenza porta denari freschi con i quali farmuovere o ripartire le attività produttive di una zona, ma è anche vero ed accertato,e questo è forse ancor più triste, che l’emergenza è sinonimo di fretta e spesso la fretta è la cattiva consigliera che giustifica e cela i danni prodotti dai rimedi, a volte peggioridi quelli che fanno scattare l’emergenza stessa.Non c’è quindi modo migliore di far capire ai colleghi a che punto ci troviamo con iP.A.I., i Piani d’Assetto Idrogeologico; entreremo nella realtà consolidata dell’Autorità di Bacino del Tevere per farci spiegare e valutare le scelte effettuate attraverso gli studi di settore.Con rispetto, ma anche da scomodi interlocutori, intervisteremo due Segretari e unDirigente delle tre maggiori Autorità di Bacino (Tevere, Liri-Garigliano-Volturno,Regionali) competenti nella nostra Regione, in modo che siano direttamente loro arispondere e chiarire le posizioni, le prospettive e i futuri sviluppi in questoimportantissimo settore a più di dieci anni dall’uscita della Legge 183/89 sulla Difesa delSuolo. Desideriamo che le interviste siano un punto di partenza sul quale ritrovarci fraun po’ di tempo per verificare i progressi raggiunti.Alla fine di questo viaggio avremo un quadro più chiaro della Difesa del Suolo nellanostra Regione e di come il Geologo si è mosso fin’ora e si dovrà muovereprofessionalmente in futuro.Ma iniziano ad arrivare anche i primi contributi dai colleghi che forse incominciano asentire questa rivista anche la loro. E tutto ciò, personalmente, mi fa piacere perché loritengo uno dei miei obiettivi principali da Direttore.In questo numero un collega di Viterbo ci descrive le difficoltà professionali, tecniche ed economiche incontrate per l’applicazione della D.G.R. Lazio 5817/99 in merito alleAree di salvaguardia per le captazioni idropotabili. Come non dargli ragione, ma èaltrettanto vero che, e qui mi calo di nuovo nella mia posizione di Geologo dipendentedella Regione Lazio, una normativa di questo tipo in un settore così delicato eranecessaria e ineluttabile, anche in raffronto ad altre disposizioni legislative, a nostroavviso, un po’ scellerate.Mangeremo ancora con il nostro martello in mano lungo un itinerario geologico-gastronomico della nostra regione; in questo numero i percorsi, gli spunti e i consigliprovengono, da un collega esterno al Consiglio, e questa è una riprova che l’idea se èfresca e buona viene apprezzata ed utilizzata... basta essere umili e simpatici, anche sequalche collega ci ha detto che è “dequalificante” per un organo di informazione di unOrdine Professionale.Mancano le critiche, che ancora non sono arrivate direttamente alla nostra @mail (in basso a sinistra); tutto ciò mi disturba un po’, perché l’assenza di voci opposte alla tuaè sempre una piccola sconfitta. Fatevi sotto dunque, sarete sempre i benvenuti, tanto solochi non fa nulla non sbaglia mai.Beh, anche per questo numero ho terminato... Ci vediamo al prossimo!

Il Direttore ResponsabileGeol.Antonio Colombi

il punto del Direttore

3professioneGeologo 2-2003

E

[email protected]

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Il punto del Direttore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3di Antonio Colombi

L’editoriale del Presidente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7di Fabrizio Millesimi

L’articolo - Il P.A.I. nel bacino del Tevere . . . . . . . . . . . . . . . 8di Paolo Traversa

Interviste - Autorità di Bacino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 12a cura di Antonio Colombi

Una finestra su... - Basso rischio e aree protette . . . . . . . 16di Giancarlo Bovina

A che punto è... - Legge regionale sui Lavori Pubblici . . 19di Massimo Amodio

L’argomento - Delimitazione delle aree di salvaguardia . . 20di Antonio Menghini

Informazioni agli iscritti - Bilancio consuntivo 2001 . . . . . . . . . . . . 22

Notizie da... - Fascicolo del Fabbricato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26di Fabrizio Millesimi

Aggiornamento Albo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

Circolari del Consiglio Nazionale dei Geologi . . . . . . . . . 28

Attività del Consiglio - Sintesi delle delibere . . . . . . . . . . 30

Linea diretta - La corrispondenza . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31

Rilevando e... mangiando . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32di Eugenio Di Loreto

Corsi e Convegni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34

L’indicedel numero due

5professioneGeologo 2-2003

Rivista quadrimestrale dell’Ordine dei Geologi del LazioAnno I - numero 2 - Marzo 2003

Autorizzazione del Tribunale di Roma572/2002 del 15 ottobre 2002

Direttore responsabileAntonio Colombi

RedazioneMassimo Amodio, Manuela Ruisi,

Roberto Salucci

SegreteriaRosy Sacco

Direzione, Redazione,AmministrazioneOrdine dei Geologi del Lazio

Via Flaminia, 43 - 00196 RomaTel. 06.36000166, Fax 06.36000167e-mail: [email protected]

[email protected]: www.geologilazio.com

Progetto grafico e impaginazioneAndrea Benenati

Via Latina, 49 - 00179 RomaTel. 06.70493401

e-mail: [email protected]

StampaCipes di Ezio Fioretta

Via Sabaudia, 63 - 04100 Latina

PubblicitàLo Studiaccio

Viale Petrarca, 39 - 04100 LatinaTel. 0773.692870

e-mail: [email protected]

Chiuso in redazione il 5 marzo 2003Copertina stampata su carta ecologica

Interno stampato su carta riciclata

Immagini di copertina:Per gentile concessione

dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere

La riproduzione totale o parziale degli articolie delle foto, vietata ai sensi dell’art. 65 della

L. 633/41, può essere autorizzatasolo dalla Direzione.

Luglio 2002 0

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7professioneGeologo 2-2003

l presente numero del Notiziario è dedicato allo stato d’attuazione della Legge sullaDifesa del Suolo, con approfondimenti sull’attività svolta dalle Autorità di Bacino chehanno competenza territoriale nella Regione Lazio. Queste riflessioni sono di grande

attualità nel momento in cui sono resi noti, perché approvati o in fase di discussione inapposite conferenze, i Piani Stralcio d’Assetto Idrogeologico.

Sono passati oltre tredici anni dall’approvazione della Legge 183 sulla Difesa del Suolo, inquesto periodo si è prodotto un complesso processo di riforme che ha radicalmentemodificato i Servizi Tecnici Nazionali; il processo di decentramento ha attribuito moltecompetenze alle Regioni le quali, in base al principio della sussidiarietà, hanno trasferitoalcune di queste agli Enti locali, segnatamente alle Province e ai Comuni.

Tutto ciò ha comportato sovrapposizioni di competenze, ovvero sgradevoli scaricabarilisulle responsabilità in caso di mancato svolgimento di compiti (di regola ogni qual volta ildissesto idrogeologico abbia occupato le prime pagine della cronaca, con descrizioni didistruzione e di lutti).

Nella nostra Regione l’attuazione della Legge 53/96 sta procedendo lentamente, con ilpassaggio di personale e mezzi dalla Regione agli Enti locali, e sarà necessario un nuovoimpulso istituzionale nonché d’individuazione delle risorse economiche per l’assunzioned’altri Geologi, affinché il processo sia portato a compimento.

Le leggi citate sono state concepite per consentire agli Enti competenti di effettuareconsapevoli scelte programmatorie e pianificatorie sul territorio, nonché di intervenirecon progetti mirati nelle situazioni di rischio accertato; rimane il problema della verificadella pericolosità e della valutazione del rischio su quanto l’uomo ha edificato in assenzad’ogni regola o prescrizione, o semplicemente d’adeguato progetto che prendesse adesame le caratteristiche geologiche del sito.

Per quanto concerne gli edifici pubblici e privati la Regione Lazio ha recentementevarato la L.R. 31/02 che dà la possibilità ai Comuni di istituire il Fascicolo delFabbricato; il CUP del Lazio ha promosso un incontro dal titolo: il “Fascicolo delfabbricato” È utile per la prevenzione di crolli e incidenti? È possibile ridurre il rischio alivello accettabile?

Viste le due domande “secche”, verrebbe la voglia di dare d’impulso due rispostealtrettanto brevi e affermative, ma non si farebbe un buon servizio alla collettività se nonsi rispondesse invece ad entrambe con: dipende!

Infatti, visto il livello di pericolosità geologica della nostra regione, è necessarioriaffermare la necessità che il Fascicolo del Fabbricato sia strumento agile ma tecnico enon solo amministrativo, per effettuare lo screening di tutto il patrimonio edilizioesistente: anche nella prima fase deve essere acquisita la documentazione geologicaallegata al progetto (se esistente) o deve essere effettuata una specifica verifica da unGeologo con redazione di una Relazione Geologica speditiva.Solo in tal caso potremo affermare di aver esaminato le varie componenti del rischio, daquelle presenti nel terreno di fondazione dal quale necessariamente si elevano tutti inostri manufatti, e potremo, con scienza e coscienza, rispondere affermativamente ai duequesiti iniziali.

Il PresidenteFabrizio Millesimi

L’editorialedel Presidente

I

Il Presidente dell’OrdineFabrizio Millesimi

Il dissestoidrogeologico

nel Lazioe il Fascicolo

del Fabbricato

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L’iter amministrativo del Piano Stralcioper l’Assetto Idrogeologico (PAI)

dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevereha compiuto un passo importante lo scorso1 agosto 2002 con l’adozione del Progettodi Piano da parte del ComitatoIstituzionale. Si è così entrati nellesuccessive fasi di osservazione econcertazione che porteranno alla suadefinitiva approvazione.Ad oggi si èconclusa la visione pubblica “ufficiale”degli elaborati del Progetto di Piano e diinoltro delle osservazioni, mentre sono invia di organizzazione, da parte delleamministrazioni regionali, le conferenzeprogrammatiche con gli Enti Locali.Questo importante passo è avvenuto inseguito ad una lunga attività svoltadall’Autorità di Bacino nell’ambito dei suicompiti istituzionali. I temi dell’assettoidrogeologico sono ovviamente parteintegrante dei Piani di Bacino sin dallaprima stesura delle “Norme per il riassettoorganizzativo e funzionale della difesa delsuolo” (L. 183/89) ma sono divenutiargomento prioritario in seguito ai tragicieventi di Sarno e Quindici (1998) prima eSoverato (2000) poi. Questo per mezzo di

una specifica azione normativa (riquadro 1)che ha introdotto un passaggio intermediocostituito dal Piano Straordinario perl’individuazione delle aree a rischioidrogeologico molto elevato, approvato peril bacino del Tevere con delibera delComitato Istituzionale il 29 ottobre 1999.Questo passaggio si è reso necessario permediare tra le esigenze dettate dai caratteridi urgenza ed azioni di più lungo respiro,anche in considerazione del fatto che gliobiettivi dell’assetto idrogeologico nonsono circoscritti alla semplice messa insicurezza del territorio.Il Progetto di PAI dell’Autorità di Bacinodel fiume Tevere mira infatti alla ricerca diun equilibrio che minimizzi eventualidanni connessi a rischi idrogeologici in uncontesto di gestione territoriale che rispettile attese di qualità ambientale e di sviluppoeconomico.Se da un lato abbiamo un territoriomodellato nel paesaggio e condizionatonella dinamica dei corsi d’acqua daiprocessi geomorfologici attivi, dall’altroabbiamo l’uso antropico del territorioche, negli ultimi tempi, ha avuto ilcarattere di forte espansione anche in zone

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L’articoloparliamo di...

I Piani di Assetto

Idrogeologico rappresentano

la prima regolamentazione in

fase di gestione del territorio.

Vediamo cosa sono e a cosa

servono. Entriamo nello

studio eseguito dall’Autorità

di Bacino del Fiume Tevere,

che sovraintende gran parte

del territorio della nostra

Regione.

Il Piano stralcioper l’assettoidrogeologico nelbacino del Tevere

professioneGeologo 2-2003

di Paolo Traversageologo

Ufficio Studi e Documentazione per il Sistema Informativo e l’Assetto Idrogeologico

Autorità di Bacino del Fiume [email protected]

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di elevata pericolosità idrogeologica,ritenute invece sicure e stabili.Attraversoun quadro di conoscenza dei fenomeni edi regole il PAI vuole realizzare unacorretta localizzazione delle ipotesi disviluppo ed un uso del territorio compatibilecon l’esposizione al rischio idrogeologico.Il Progetto di Piano è stato quindiarticolato in azioni di “assetto idraulico” eazioni di “assetto geomorfologico”, in unquadro organico che tenga conto anchedelle interazioni fra gli ambienti montanied i fondovalle.In breve il Progetto di PAI si è sviluppatosulle seguenti linee di attività:- individuazione della pericolosità e del

rischio idraulico con riferimento alreticolo principale, secondario e minore,attraverso la perimetrazione delle areeinondabili per diversi tempi di ritorno, lavalutazione della conseguentepericolosità e la classificazione del livellodi rischio cui sono esposti gli elementiantropici;

- individuazione della pericolosità da frana,basata essenzialmente sul “Censimentodei fenomeni franosi” e laperimetrazione delle situazioni dimaggior rischio da frana;

- valutazione dell’efficienza idrogeologicadei versanti del bacino, riferita ad unasuddivisione del Servizio IdrograficoNazionale in 181 sottobacini, consideraticome unità territoriali di analisi;

- analisi dei trend delle dinamicheidrogeologiche e dell’antropizzazione delterritorio al fine di individuare eclassificare le aree di criticità perdelineare le priorità di intervento;

- definizione di un complesso di interventia carattere strutturale e normativo.

Senza qui entrare nella descrizione deglielaborati di Piano, consultabili sul sitointernet o presso l’Ufficio Relazioni con ilPubblico (riquadro 2), si vogliono illustrarealcuni aspetti significativi emersi durante ilprocedere delle attività di impostazione eredazione del PAI e di interesse per lanostra professione.Dopo l’emanazione del DL 180/98 aseguito dei tragici eventi campani e delcollegato Atto di indirizzo ecoordinamento si è cominciato a chiedersi

come fosse possibile adempiere agliobblighi di legge. Il dibattito che si èsviluppato fra gli addetti ai lavori nei mesisuccessivi ha fatto emergere l’esigenza ditempi più lunghi per affrontareadeguatamente i temi legati alle azioniconoscitive sull’area vasta, mentre nei tempiauspicati era possibile individuare le aree arischio più elevato. Da questo confronto ènata l’idea dell’introduzione del PianoStraordinario nelle azioni legislative.Per quanto riguarda invece leproblematiche legate alla conoscenza delterritorio ci si rese conto ben presto delladiversità di approfondimento esistente tra itemi dell’assetto idraulico e quellidell’assetto geomorfologico, i primi in unafase molto più avanzata e con un livelloqualitativo sicuramente migliore. Questoanche in relazione alla prevalenteformazione culturale degli ufficiistituzionali della difesa del suolo.A titolo di esempio si cita il 1° Stralciofunzionale del Piano di Bacino del FiumeTevere “Aree soggette a rischio diesondazione nel tratto del Tevere compresotra Orte e Castel Giubileo”, approvatonello stesso periodo (DPCM del 3settembre 1998) e connesso anche con ilpericolo idraulico cui è soggetta la città diRoma.Tale Piano Stralcio è diventato

parte integrante del PAI.Se per i temi dell’assetto idraulico si èquindi trattato di finalizzare le attività inprogramma nei tempi previsti e diintegrarne alcuni contenuti al fine diadeguarli alle prescrizioni del DPCM del28-09-1998, per i temi dell’assettogeomorfologico si è trattato di organizzareex-novo una specifica fase di studio.In tal senso la Regione Lazio ha promossoun accordo di programma con l’Autoritàdi Bacino del Fiume Tevere e quella deiFiumi Liri-Garigliano-Volturno perattivare una convenzione col Dipartimentodi Scienze della Terra dell’Università “LaSapienza” di Roma allo scopo di eseguireil Censimento dei fenomeni franosi. Sivuole evidenziare come in questa faseiniziale si sia ritenuto che per il territoriodi competenza dell’Autorità dei BaciniRegionali del Lazio fosse sufficiente illivello delle conoscenze già acquisito. Ilprogramma dello studio ha inizialmenteprevisto una attività basata essenzialmentesull’interpretazione fotogeologicamultiscalare e multitemporale con unarestituzione sulla Carta Tecnica Regionalealla scala 1:10.000 su tutto il territorio,tarata per mezzo di rilevamenti dicampagna su aree campione e di unaraccolta bibliografica comprensiva sia degli

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Riquadro 1 Principali riferimenti normativi• Legge 18 maggio 1989 n. 183 e successive integrazioni e modificazioni - Norme per

il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo• DPR 23 marzo 1990 - Atto di indirizzo e coordinamento ai fini della elaborazione ed

adozione degli schemi previsionali e programmatici di cui all’art. 31 della L. 183/89• DPR 7 gennaio 1992 - Atto di indirizzo e coordinamento per determinare i criteri

di integrazione e di coordinamento tra le attività conoscitive dello Stato, delle Autoritàdi Bacino e le Regioni per la realizzazione dei Piani di bacino di cui alla L. 183/89

• Legge 24 febbraio 1992,n.225 - Istituzione del servizio nazionale della protezione civile• DPR 18 luglio 1995 – Approvazione dell’atto di indirizzo e coordinamento

concernente i criteri per la redazione dei Piani di bacino• DL 11 luglio 1998 n. 180 e successive integrazioni e modificazioni – Misure urgenti

per la prevenzione del rischio idrogeologico ed a favore delle zone colpite da disastrifranosi nella regione Campania

• DPCM 29 settembre 1998 – Atto di indirizzo e coordinamento per l’individuazionedei criteri relativi agli adempimenti di cui all’art. 1 commi 1 e 2 del DL 180/98

• DL 279/2000 convertito nella Legge 365/2000 - Interventi urgenti per le aree arischio idrogeologico molto elevato ed in materia di protezione civile, nonché afavore delle zone della regione Calabria danneggiate dalle calamità idrogeologiche disettembre ed ottobre 2000.

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studi scientifici sia degli archivi presentinei vari uffici.Tutto lo studio è statoorganizzato in un Sistema InformativoTerritoriale informatizzato composto dallacartografia georeferenziata delle frane e daun archivio relazionale dove è stata inseritauna scheda per ogni fenomeno censito.Dopo la prima fase di organizzazione e diavvio del lavoro i programmi sono statiinfluenzati da due fattori, uno derivatodall’analisi dei primi risultati e l’altro dallemutate esigenze intervenute conl’introduzione del già citato PianoStraordinario. Infatti le prime carteprodotte hanno messo in luce come illivello di franosità del Lazio che si eraipotizzato fosse stato del tuttosottostimato. Il numero dei fenomenirilevati era di gran lunga superiore a quellidi qualsiasi altro studio precedente. Da quil’esigenza di estendere lo studio a tutto ilterritorio regionale.Al termine delleattività si è passati dalle 2500 frane notenel Lazio ad un archivio dioltre 17.000 fenomenigravitativi censiti.L’introduzione del PianoStraordinario ha imposto di darela priorità alle indagini delle areelimitrofe ai centri abitati nonchéuna programmazione di specificisopralluoghi per la verifica dei sitirisultati a maggiore franosità.Un altro aspetto importantedell’attività dell’Autorità di Bacinodel Fiume Tevere nel Lazio è statoil coinvolgimento delleamministrazioni comunali già nellefasi iniziali degli studi.Via via che sirendevano disponibili le cartografiedei centri abitati sono statiorganizzati degli incontri presso gliuffici regionali. Gli stessi tecnici comunalisono stati coinvolti, per quanto possibiledata la ristrettezza dei tempi adisposizione, nei sopralluoghi effettuati neisiti a rischio di frana più elevato.Dopo l’approvazione del PianoStraordinario l’attività di coinvolgimento ecollaborazione con gli Enti Locali èproseguita anche sul resto del territoriodel bacino del Tevere, nel quadro

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Riquadro 2 Gli elaborati del Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico

Il Progetto di PAI è costituito dai seguenti elaborati:Relazione di sintesi: offre una panoramica sulla struttura del piano, le metodologieadottate, l’impianto normativo, i criteri di intervento ed i costi di attuazioneRelazione generale: descrive il quadro conoscitivo di supporto alla redazione delpiano, la valutazione dello stato e dell’efficienza dei bacini montani in chiave di difesaidrogeologica, le metodologie di valutazione di pericolosità e rischio geomorfologicoed idraulico. La relazione individua i nodi critici, i criteri di intervento ed il quadroeconomico-finziario necessario alla attuazione del Piano.Elaborati specifici dell’Assetto geomorfologico• Carta dei sottobacini del fiume Tevere• Schema gerarchico dei sottobacini del fiume Tevere• Inventario dei fenomeni franosi• Carta indice di franosità totale• Atlante delle situazioni di rischio da frana• Atlante dei sottobacini collinari e montani• Carta della funzione di difesa idrogeologica dei soprassuoliElaborati specifici dell’Assetto idraulico• Carta della zonazione del reticolo idrografico

• Fasce fluviali e zone di rischio del reticolo principale• Atlante delle situazioni di rischio idraulico (reticolosecondario e minore)Norme di attuazione: le disposizioni normativesono finalizzate alla corretta gestione del territorio inchiave di difesa idrogeologica ed ambientale; allaprevenzione dell’esposizione alla pericolositàidrogeologica; alla applicazione di prescrizioni direttein situazioni di rischio accertato. Le Norme del PAIcostituiscono l’unico documento di riferimento delledisposizioni del presente Piano.I seguenti allegati integrano le Norme di attuazione:• Procedura di individuazione, delimitazione evalutazione delle situazioni di rischio da frana;• Linee guida per la valutazione della fattibilità, dellaeconomicità e dell’inserimento ambientale degliinterventi in situazioni di rischio da frana;• Procedura per la delimitazione delle fasce fluviali

e delle zone di rischio;• Linee guida per la predisposizione del Piano comunale di protezione civile;• Procedura per la definizione dell’idrogramma di progetto della piena di riferimento;• Linee guida per l’individuazione e la definizione degli interventi di manutenzione

delle opere idrauliche e di mantenimento della officiosità idraulica della reteidrografica.

Gli elaborati del Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico sonoconsultabili sul sito internet dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere all’indirizzohttp://www.abtevere.it oppure presso l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, via Bachelet12 Roma, lunedì e venerdì dalle ore 9:30 alle ore 13:00 e giovedì dalle ore 15:00 alleore 17:00 (tel. 0649249255 - e-mail: [email protected]).

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dell’attività di polizia idraulica straordinariadisposta dalla L. 365/2000, attraversol’organizzazione di incontri presso leComunità Montane nei quali sono statiillustrati lo stato di avanzamento deglistudi e le modalità di segnalazioneall’Autorità di Bacino di eventualisituazioni di criticità idraulica ogeomorfologica.Questa attività è culminata poi nell’agostodel 2001 con la diffusione di unacartografia di sintesi alla scala 1:10.000appositamente predisposta e cherappresenta i risultati degli studi legati alleattività del PAI, sia per quanto riguarda gliaspetti idraulici sia per quelligeomorfologici.Tale cartografia cherappresenta in 304 tavole in formato A0 ilterritorio del bacino del Tevere è stataraccolta in due CD-ROM facilmenteconsultabili con usuali strumentielettronici e inviata a tutti i 334 Comunied alle altre Amministrazioni ed Enti cheoperano nel bacino.Nel contempo un notevole sforzo è statocompiuto per il potenziamento del sitointernet che ha previsto anchel’implementazione di un servercartografico in grado di rendere fruibile ilSistema Informativo Territoriale dell’Autoritàdi Bacino da parte di tutti (riquadro 3).L’ultimo aggiornamento del Progetto diPAI approvato nell’agosto scorso è statodiffuso con le medesime modalità, quindielaborati cartacei, sito internet, invio CD-ROM e così via.In conclusione si sono qui in breveraccontate alcune delle attivitàdell’Autorità di Bacino connesse con ilProgetto di PAI e di come esse siano stateimpostate e sviluppate. Si vuole altresìmettere in luce come, al di là degli aspettiformali legati all’iter amministrativo diapprovazione ed entrata in vigore degliaspetti normativi, i risultati degli studisono già da tempo resi disponibili sia per isoggetti operanti sul territorio sia per iprivati cittadini.In proposito si può citare l’interessemostrato dalla Prefettura di Roma e lacollaborazione che ne è derivata per lariorganizzazione delle modalità di

redazione dei piani di protezione civilecomunali. O anche come dai censimentidelle frane che le Autorità di Bacino e leRegioni hanno avviato e portato atermine in questi ultimi anni sia nato ilProgetto Inventario dei Fenomeni FranosiItaliani (IFFI) promosso dal ServizioGeologico Nazionale per riunire edomogeneizzare la mole di dati raccolta sututto il territorio nazionale.Un particolare aspetto di novità per lanostra professione è fornito dagli elaboraticartografici del PAI. Essi sono un prezioso

ausilio, disponibile tra l’altro sull’interoterritorio, su cui basare i necessariapprofondimenti richiesti nei lavori didettaglio più elevato.Alcuni di essi sarannoaltresì utilizzati quale fondamento per ilriordino del vincolo idrogeologico.Ovviamente i risultati cui si è giuntidevono considerarsi non già un punto diarrivo bensì un punto di partenza affinchéla conoscenza del territorio sia sempre piùapprofondita ed aggiornata in modo dapoter arrivare ad un uso sempre piùconsapevole.

Riquadro 3 Il sito cartografico dell’Autorità di Bacino del Fiume TevereA cura di Sabina Bruschi, geologo consulente dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere

Il webserver cartografico dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere permette agliutenti tramite i browser più diffusi di utilizzare alcune funzionalità di tipo GIS suidati geografici.I dati relativi al PAI, sono pubblicatiin internet raggruppati e tematizzatisecondo la stessa logica utilizzata perla redazione su supporto cartaceo.È quindi possibile per il PAI lavisualizzazione dei dati di rischiogeomorfologico e separatamentequella dei dati di rischi idraulico,entrambi forniti di legendaesplicativa.I dati vettoriali sono mostrati suvarie basi cartografiche in formatoraster (hillshading da DTM 10 m,ortofoto AIMA, immagini CASI,CTR,Tavolette IGMI) di cui la base di riferimento è la CTR.Tra i molti dati sia raster sia vettoriali messi a disposizione alle diverse scale l’utentepuò scegliere quali visualizzare e quali no, riuscendo così a creare interattivamente larappresentazione più adeguata alle sue esigenze.Per facilitare la consultazione è prevista una semplice ricerca sia per comune che perlocalità, inoltre è possibile effettuare i download dei dati vettoriali di interesse la cuivisualizzazione sia attiva al momento; per alcuni livelli tematici è previsto il downloadsolo della parte visualizzata, consentendo all’utente di ricevere in locale solo la partedi proprio interesse e riducendo così i tempi di attesa.Tecnicamente il sito in html e javascript è realizzato utilizzando la tecnologia ArcIMSdella ESRI Inc; in breve il server cartografico verrà potenziato ed integrato mediantel’utilizzo di un dataserver con tecnologie MS SQL Sever ed ArcSDE della eSR Inc.L’indirizzo per accedere alla sezione cartografia on-line del sito web dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere è:http://www.abtevere.it/cartografia_ol/GIS_cartografia_on_line_01.htm

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1.A più di dieci anni dall’uscita della Leggesulla Difesa del Suolo qual’è lo stato di fattonel territorio della Regione Lazio di vostracompetenza su questo tema? Segretario Generale dell’Autorità diBacino del Fiume Tevere, Ing.Roberto Grappelli: Preliminarmente ègiusto evidenziare che i dieci anni trascorsisi possano dividere in tre fasi distinte: unaorganizzativa in cui, a seguito delle inizialidifficoltà sia giuridiche sia organizzative,l’ABT ha iniziato ad operare solo dal 1992;una seconda, imperniata su studi e ricerche,che ha cercato di uniformare ed omologaretutte le attività in essere o passate effettuateda altre Amministrazioni o Enti; una terza,infine, con la redazione di atti e piani che èin fase di intensa produzione edemanazione. L’ABT ha predisposto la“Prima elaborazione del Piano di Bacino”che prevede dieci Piani Stralcio, alcuniapprovati ed altri in itinere. Per il PAI, giàadottato come Progetto di Piano, sono incorso le conferenze programmatiche. E’ infase avanzata il Piano della Risorsa idrica esono in corso di ultimazione i PianiStralcio dell’Area Romana e della Zonacostiera, che costituiscono due punti chiaveper il Tevere, in quanto interessano anchegli aspetti storici dell’ambito dellapianificazione. Il corpo principale dellapianificazione sarà terminato entro il 2004fornendo tutto quanto prescritto dalla

normativa per conseguire gli obiettivi fissatidalla legge.Dirigente dell’Autorità di Bacino delLiri-Garigliano-Volturno, Geol.VeraCorbelli: La legge 183/89 ha comportatoun’innovazione tecnico-culturale per larisoluzione e/o mitigazione delleproblematiche relative al sistema fisico-ambientale. In questi dieci anni lo sforzopiù rilevante è stato ed è quello dellaconcertazione, per far sì che il processo dipianificazione e programmazione, costruitodal basso con una costante collaborazionetra gli Enti, salvaguardasse il rapporto offertaterritoriale/domanda sociale. La diffusionee la metabolizzazione della “culturaterritoriale” è l’arma vincente per ilraggiungimento degli obiettivi prefissatidalla Legge. Quest’azione ha consentito diavviare un percorso interdisciplinare con larealizzazione di studi specifici su cui è statoimpostato il preliminare di Piano e larealizzazione dei Piani Stralcio (PSAI ePAI) già approvati o in fase di adozione.Inoltre sono stati realizzati studi relativiall’ottimizzazione delle risorse idriche, deifenomeni di dissesto idrogeologico e deltrasporto solido e predisposti programmispecifici come il censimento ed analisi dellearee interessate da coltivazione di cave nellaprovincia di Frosinone, oltre alle Lineeguida relative all’uso del territorio ed allarealizzazione degli interventi.Segretario Generale dell’Autorità deiBacini Regionali,Arch. GiovanniMerloni: Si deve fare una precisazione. Frala Legge 183/89 e il decreto Sarno 180/98molto è stato fatto in termini di studio epoco in termini di effettiva pianificazione.Questa legge, molto importante e tuttoravalida per i magnifici principi in essacontenuti, non è stata abbastanza incisivanell’imporre tempi e scadenze. Fino alD.L.180/98, vero motore dell’attuazionedella L.183/89, la difesa del suolo non haavuto le gambe per poter camminare dasola. Finalmente nel 1999 si sono approvatii Progetti Straordinari per l’AssettoIdrogeologico (PSAI) e, come le altreAutorità di Bacino, anche l’ABR Lazio,con la gestione dello PSAI el’elaborazione finale del PAI (Piano

stralcio per l’Assetto Idrogeologico) hacominciato ad avere un ruolo e ad operarein modo del tutto soddisfacente.

2. Come mai i PAI sono usciti così inritardo e a che punto è il vostro? E quali sono stati i problemi incontrati che eventualmente non vi hanno portato a rispettare il termine perentorio del giugno 2001?ABT: Il Progetto di PAI la cui adozioneera prevista per l’aprile 2001, fu predispostodal Comitato Tecnico dell’ABT entro itermini di legge e fu richiesta laconvocazione del Comitato Istituzionaleche tuttavia non si riunì in quanto fusciolto il Parlamento. In tutti i modi, inaccordo con le Regioni, il periodotrascorso prima della successiva adozione, fuutilizzato, per portare a conoscenza degliEnti Locali i criteri adottati per lapredisposizione del PAI ed il suocontenuto. Questo periodo ci ha permessodi acquisire le prime valutazionisull’impatto che il piano poteva avere sulterritorio ed in alcuni casi si è potuto, nelrispetto della salvaguardia idrogeologica,rettificare in modo più permissivo o piùrestrittivo, alcune previsioni di piano. IlProgetto di PAI così modificato ed integratoè stato adottato dal C.I. il 2 agosto u.s.ABLGV: Un percorso così articolatorichiede tempi adeguati e, comunque, credoche tutti hanno rispettato, tenuto conto deicambiamenti politico-istituzionali, delleesigue risorse finanziarie e delle continueemergenze. Il nostro progetto di PAI è statocompletato ed approvato dal ComitatoTecnico entro la data fissata dalla L. 365/2000. Perché il processo non èandato avanti? La domanda va spostata alivello politico-istituzionale. Comunquenella prossima seduta del C.I., febbraio2003, il progetto di PAI dovrebbe essereapprovato. Noi siamo pronti per proseguirenel percorso individuato.ABR: Nessun ritardo. L’ABR ha rispettatoi tempi. Per cominciare, grazie agli studiiniziati nel 1996, è stato possibile far uscirenel 1999 lo PSAI con la primaperimetrazione delle aree a maggiorrischio. Subito dopo abbiamo iniziato il

Intervistedel Direttore

Abbiamo intervistato i

Segretari delle tre Autorità

di Bacino più importanti

della nostra Regione (Tevere,

Liri-Garigliano-Volturno e

Regionali). Dalle loro risposte

cerchiamo di capire le finalità,

le prospettive e i futuri

sviluppi nella difesa del suolo

in cui il Geologo è una figura

insostituibile.

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PAI, non accontentandoci delleelaborazioni prese a riferimento per loPSAI, che necessitavano di una revisioneattenta e approfondita. Nel luglio 2001 ilComitato Tecnico ha approvato, in viapreliminare, un progetto molto piùcomplesso, che è stato ulteriormenteverificato, con sopralluoghi e incontri conle amministrazioni interessate, fino alladefinitiva adozione da parte del ComitatoTecnico (marzo 2002) e del ComitatoIstituzionale (ottobre 2002).

3. Credete che l’Autorità di Bacino potràdavvero indicare una libera strategia digoverno del territorio nell’ambito del bacinoidrografico o dovrà comunque sempre fare iconti con gli interessi delle singole Regioni?ABT: La forza e la capacità di operaredell’ABT è quella proprio di essere unacabina di regia unica tra Stato e Regioniche in forma paritetica siedono intorno allostesso tavolo per pianificare un assetto delterritorio in modo unitario. Questopermette di riuscire a superare ed a mediarele varie necessità ed interessi di ciascunaRegione, inquadrati in una comunestrategia generale e in scala di bacino.Attualmente i risultati sono positivi inquanto sia i rappresentanti dello Stato siadelle Regioni sono molto attenti affinchéquesta filosofia ed impostazione non vengamodificata, di ciò ne abbiamo trovatoconferma nei piani già approvati cheincidono fortemente sul territorio.ABLGV: Il Governo del territorio,nell’ambito del bacino idrografico, avverràsolo se tutti gli Enti interessati si siederannoinsieme intorno ad un tavolo dicoordinamento. L’Autorità di Bacino haindividuato e programmato una strategia dipolitica territoriale, che inquadra in ununico contesto complessivo il governo delterritorio, strategia che da anni sta attuandoe che trova la sua efficacia laddove avvienedi concerto con le altre Istituzioni.Altrimenti si tratterebbe di imposizione enon di pianificazione. Le difficoltà che siincontrano sono tante, purtroppo spessodettate da confusioni di poteri e competenzeche lasciano spazio a improvvisazionirelegando la pianificazione a pura teoria.

ABR: Nella sua domanda c’è un duplicecontenuto: uno istituzionale ed unopolitico. Istituzionalmente è previsto unComitato Istituzionale paritetico fraRegioni ed Autorità di Bacino. L’Autorità,oltre che sulla Legge Regionale 39/96, sibasa su una Legge Nazionale, la 183/89,che indubbiamente le assegna un ruolocentrale. Ma ritengo che l’Autorità diBacino, oltre i propri compiti non possaandare. Essa si prospetta come una strutturaautorevole, un punto di riferimento inquanto centro di conoscenza e gestione deidati e dei fenomeni nonché, soprattutto,come soggetto primario dell’elaborazionedei piani di bacino.Tali piani, al di là dellequestioni specifiche connesse all’acqua e alsuolo, possono costituire anche uncontributo per una buona organizzazionedel territorio che, comunque, deve esseregestito dalle Regioni e dagli Enti locali.L’Autorità non ha la competenza dielaborare una strategia complessiva digoverno del territorio.

4. Quale è la filosofia che vi ha guidatonella predisposizione del Piano?ABT: Il principio basilare di ognipianificazione è quella di considerare i pianicome uno strumento dinamico suscettibilenel tempo di aggiornamenti e modifiche.La filosofia è arrivare all’assettoidrogeologico in fasi successive. Partendo daun Piano Straordinario che individuava eperimetrava le aree a rischio idrogeologico,attività svolta sulla base delle conoscenzedisponibili al momento e utilizzandosistemi anche speditivi per poter in tempibrevi fotografare la situazione e bloccareogni ulteriore iniziativa in carenza di unapianificazione di assetto, si è passati allaredazione del Progetto di PAI sulla base diapprofondimento di studi, ricerche, indaginiin loco per individuare le varie condizionie gradi di pericolo predisponendo anchedelle normative tecniche e le misure disalvaguardia.Adesso l’eventualeaggiornamento ed attuazione del PAIpermetterà di pervenire ad un sempremigliore assetto del territorio che tengaconto di tutti gli aspetti tecnici, disalvaguardia e socio-politici correlati allo

sviluppo del territorio. È bene precisare chela normativa del Piano Straordinario ètuttora in vigore e lo continuerà ad esserefino all’adozione definitiva del PAI.ABLGV: Per la complessità dellapianificazione, nella predisposizione delPAI, abbiamo ritenuto necessario mettere apunto una metodologia all’avanguardia perla definizione delle diverse classi di rischiopresenti nel proprio territorio, redigendonumerosi elaborati per i diversi tematismi.Questo grande sforzo è stato compiuto perdefinire, su tutta l’area di competenza e conil medesimo grado di approfondimento, ilrischio da frana, ritenendo cheun’informazione lacunosa in alcuneporzioni del territorio, avrebbe comportatonon pochi problemi laddove si fosseregistrato un deficit di conoscenze.ABR: La filosofia è mista. Da una parte c’èun aspetto pragmatico, funzionale allepossibilità concrete di dare risposte precisenei tempi stabiliti, di cui si è tenuto contoper il Piano Straordinario (lo PSAI).Dall’altra c’è una filosofia iterativa, quelladel PAI, che prevede processi continuid’aggiornamento e revisione attraverso cuisi definisce un quadro pianificatorio econoscitivo sempre più completo delbacino. Nella fase attuale ci stiamo basandoprevalentemente sul metodo dellaconoscenza diretta dei fenomeni attraversoun banca dati interattiva, ma in paralleloadottiamo metodi statistici e modelli dirappresentazione tendenziale dei fenomeniin atto e di quelli prevedibili per studiare eindividuare ulteriori situazioni dipericolosità e di rischio nelle cosiddette“aree di attenzione”.

5. Ritenete che la Legge 183/89 siasufficiente a garantire un’efficacia opera di pianificazione, gestione e controllo delterritorio, cioè il PAI riesce davvero adevitare che si costruisca in aree vergini “a pericolosità accertata” per esondazione o dissesto?ABT: La struttura della L.183/89, integratada altre normative, è da ritenersi ancoravalida e nel complesso lungimirante anchein questa epoca dove è in atto uno spintodecentramento tra Stato, Regioni ed Enti >>

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Locali. È da augurarsi che in ambito direvisione della legge sulla difesa del suolonon venga modificata la struttura portantedella legge stessa confermando erafforzando le Autorità di Bacino, o iDistretti Idrografici in attuazione dellaDirettiva europea, come sistema cardine ditutta la pianificazione territoriale sia per gliaspetti idrogeologici sia per la salvaguardiadella risorsa idrica. In riferimento allapericolosità geologica ed idraulica delterritorio, va sottolineato che lo sviluppoantropico della seconda metà del secoloscorso è avvenuto senza un quadro diriferimento unitario a scala di bacino. Ciòha prodotto un elevato numero disituazioni di rischio con un danno attesoelevato, sia in termini economici sia di viteumane. I PAI costituiscono proprio ilpunto di partenza per una pianificazionedel territorio che risponda alla crescentedomanda di sicurezza delle popolazioni.Ovviamente c’è ancora molto da fare.ABLGV: Evitare l’inedificabilità di areeinidonee è garantita dalle norme disalvaguardia a corredo del PAI. È tuttavianecessario sottolineare con forza che taleeventualità può e deve essere scongiurata dauna continua e proficua concertazione congli Enti competenti e, soprattutto, da uninnalzamento del livello di consapevolezzada parte delle popolazioni interessate.Il governo del territorio, per essererealmente efficace richiede, infatti,un’accettazione e condivisione “culturale”da parte di quanti sarebbero, viceversa,portati a considerare il vincolo come unaodiosa imposizione dall’alto.ABR: Il PAI è senz’altro uno strumentoefficace, anche se alcune questioni sonoancora da chiarire, relativamente sia agliaspetti normativi, come per esempio ladisciplina delle aree a rischio elevato emolto elevato dove siano stati realizzatiimmobili in attesa di Condono Edilizio siaagli aspetti istituzionali, chiarendo una voltaper tutte quali siano i soggetti titolaridell’Autorità idraulica ed idrogeologica.Ma la questione essenziale è quella delruolo dei Comuni nella gestione del PAI: iComuni devono condividere la filosofia ele finalità del Piano, che non deve essere

assolutamente recepito come un nuovo“pacchetto di vincoli” o un’altraimposizione volta a limitare l’autonomialocale. I vincoli apposti dal PAI non sonoeterni: essi possono essere ridimensionati oanche cancellati a seguito di opere edinterventi adeguati di mitigazione oeliminazione del rischio esistente. Qui entrain gioco l’aspetto centrale del ruolo delComune nell’ambito della fondamentalefunzione di “protezione civile”: è il Comuneche deve informare in modo chiaro lapopolazione sull’ubicazione e natura dellearee a rischio identificate dal PAI. D’altraparte il Comune, prima di rendereurbanizzabile un’area deve farsi comunquepromotore della risoluzione dei problemiambientali coordinando gli interventi.

6. Ritenete che gli studi eseguiti e lemetodologie utilizzate nel passato e i criterie le metodologie sulle quali si baseràl’aggiornamento del PAI siano le più idoneead individuare con certezza le aree arischio/pericolosità, o pensate che ci siabisogno di una revisione più attenta?ABT: Le metodologie utilizzate e leindagini effettuate per la redazione del PAIcorrispondono alle migliori attività chepotevano essere realizzate nei tempi diredazione del piano e in considerazionedella estensione del bacino. Per le areelimitrofe al reticolo principale si sonoutilizzate metodologie molto innovative perla definizione della pericolosità idraulica.L’inventario dei fenomeni franosi sconta leincertezze intrinseche al metodo diinterpretazione fotogeologica utilizzato edin questo senso necessita di approfondimentisul campo, attività che il Piano demanda aiComuni, e quindi ai professionisti. Ritengoinoltre utile rispondere con un esempioparticolare: stiamo ristudiando tutto ilsistema idraulico del Tevere dalla diga diCorbara a Castel Giubileo per riequilibrareil grave onere che hanno attualmentealcuni comuni a nord di Roma, a cui sonostate vincolate grandi quantità del loroterritorio per far esondare il Tevere al finedi garantire la sicurezza della Capitale.Taleapprofondimento permetterà di individuarearee di espansione alternative e distribuite

lungo tutta l’asta del Tevere ripartendo taleonere su tutti i comuni. Quest’attività, cherisulta molto onerosa e difficoltosa, nonpuò che essere conseguita con l’accordo ditutte le parti con particolare riferimentoalla Regione Lazio che dovrà effettuarescelte strategiche sul suo territorio.Ovviamente ogni richiesta che verràpresentata per la revisione del Piano diAssetto Idrogeologico verrà esaminataattentamente dal C.T. dell’ABT e seritenuta idonea il sottoscritto con propriodecreto provvederà a riperimetrare le areeoggetto della richiesta.ABLGV: Per quanto riguarda lametodologia, l’Autorità si è preoccupata, findall’inizio della presentazione del PAI, disottoporla al giudizio di espertiinternazionali riconosciuti nel settore. Igiudizi fino ad ora ricevuti sono risultatiparticolarmente lusinghieri. Per quantoriguarda la perimetrazione definita, essendoquesta legata all’acquisizione di una grandemole di dati di base, tenuto conto delristretto tempo avuto a disposizione econsiderando fondamentale l’apporto degliEnti locali così come delle popolazioni,non si devono escludere, a priori, deimiglioramenti in alcuni settori delterritorio di competenza dell’Autorità.Circostanza questa che testimonia tra l’altro,la dinamicità di un Piano che è teso, dopoalcuni decenni di abbandono, ad una reale evirtuosa pianificazione territoriale.I criteri da seguire sono ancora una volta:concertazione con gli Enti, eliminazione dieventuali errori materiali, acquisizione diulteriori dati a scala di maggior dettaglio esoprattutto, costante coinvolgimento degliEnti locali che sono gli unici a potergarantire nel futuro, la buona riuscita diun’iniziativa che potrebbe e dovrebberappresentare una svolta dopo decenni ditotale abbandono del patrimonio pubblico.ABR: Credo di si. Per quanto riguarda lefrane abbiamo considerato, oltre al concettodi rischio, quello di pericolosità. Inoltreabbiamo attivato un rapporto “dialettico”con le amministrazioni e un processorapido di revisione del Piano. Per l’aspettoidraulico, dove sono necessarie verifiche eapprofondimenti, oltre all’implementazione

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Intervistedel Direttore

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delle stazioni di misura (oggi ne abbiamosolo tre), abbiamo dato specifichi incarichiper riesaminare alcune perimetrazioni dellearee inondabili. Già due volte, in “corsod’opera”, abbiamo provvedutoall’aggiornamento del PAI. Nella fasefinale, prima dell’approvazione del Progettodi Piano da parte del ComitatoIstituzionale (ottobre 2002), abbiamorichiesto ai Comuni di segnalare nuovesituazioni. Le segnalazioni comunali sonostate verificate e, quando ritenute giuste edidonee, recepite aggiornando gli elaborati.Le modifiche d’ufficio e i casi discutibilisono stati sottoposti alla decisione delComitato Tecnico.

7. Quale apporto daranno in futuro agliaggiornamenti i Geologi liberiprofessionisti, visto che per adesso èinesistente perché si tende a privilegiareincarichi a Enti di Ricerca o Università?ABT: Ritengo in via preliminareevidenziare che nell’ambito delle attivitàproprie dell’ABT è indispensabile acquisirel’esperienza di tutte quelle figureprofessionali che operano sul territorio(geologi, ingegneri, architetti, biologi,agronomi). In tal senso si è operato e si staoperando utilizzando, nel caso specifico,anche geologi liberi professionisti perattività di supporto alla segreteria tecnico-operativa.Va precisato che il processo dipianificazione innesca un circuito virtuosoper l’impiego di professionalità specificheda adibire all’aggiornamento e alla verificae al controllo di efficacia del piano. Il PAIrichiede continui aggiornamenti in quantonuove situazioni vengono segnalate dagliEnti Locali ed in genere dai soggettiterritoriali e pertanto sono state definite enormate procedure per la individuazionedella pericolosità e del rischio chenecessitano di attente valutazioni el’impiego di idonee professionalità.Alriguardo l’ABT ha avviato un progettotelematico con l’ANCI per permettere aiComuni di segnalare le situazioni di rischioattraverso lo sportello Internet dell’ANCI.Tengo inoltre a sottolineare che, pressol’Autorità di Bacino, sono state effettuate esono in corso apposite gare cui possono

partecipare associazione di professionisti esocietà di ingegneria. Si potrà inoltreaccedere al fondo di rotazione per laprogettazione delle opere previste nellaprogrammazione di finanziamenti erogati aisensi della Legge 183/89.ABLGV: Con il processo di pianificazionee programmazione si è cercato di colmareun vuoto che si registra nelle pubblicheAmministrazioni e che ha contribuitoenormemente a far sì che nella gestione delsistema territoriale gli Enti prepostifungessero da puri spettatori e/o dapseudo-protagonisti. La realizzazione delleattività è avvenuta quasi interamenteall’interno dell’Autorità di Bacino conl’apporto di consulenti di alto livelloscientifico e collaboratori esterni(ingegneri, geologi, architetti, agronomi,informatici, geometri). Il percorso messo inatto, perché proceda e si sviluppi al fine delraggiungimento degli obbiettivi prefissati,necessita dei vari apporti scientifici,professionali e tecnici che consentonoquella tanta auspicata e necessariaintegrazione per poter governareefficacemente il territorio e poter aprirenuovi percorsi che la politica comunitariacostantemente sollecita.ABR: Non è vero che esiste unorientamento in tal senso. Sulla base dellelimitate risorse della L. 183/89, nella fase diavvio del PAI, ritenendo fondamentaledotarci una banca dati cartografica einterattiva aggiornabile, ci siamo affidatiall’Università La Sapienza che ci offrivagaranzia di aggiornamento ed efficienza.Ma abbiamo anche fatto ricorso a ungruppo di ricercatori liberi professionisti, adalcuni tecnici molto validi operanti concontratto interinale e, per di più, anche pervalorizzare le professionalità ivi esistenti,abbiamo dato vita ad un Gruppo di Lavororegionale costituito, tra l’altro, da geologi eingegneri idraulici. Nel 2004, inoltre, per laformazione di una successiva versione delPAI, gli aspetti modellistici (propensione aldissesto) saranno realizzati prevalentementedall’Università, mentre la gestione el’aggiornamento puntuale del PAI saràaffidato a consulenti esterni ed interni allaRegione.

8. Pensate che l'organico di Geologi e dialtre figure professionali presso la suaAutorità sia sufficiente per gestire, normaree pianificare il territorio secondo quantostabilito dalla Legge?ABT: Attualmente ci troviamo sottoorganico con quaranta unità, di cui quattrodirigenti, a fronte delle sessantacinquepreviste dalla pianta organica, ma nonpossiamo assumere il personale necessarioper il blocco delle assunzioni. La piantaorganica è da ritenersi sufficiente e bendiversificata in quanto, a regime, sonopreviste tutte le figure professionali.Attualmente abbiamo quattro Geologi, dicui uno è dirigente dell’Ufficio Studi eDocumentazione per il SistemaInformativo e l’Assetto idrogeologico.È prevista l’integrazione dell’organicocompatibilmente con i vincoli normativi(finanziaria, mobilità) e senza dubbionecessiteremo di altri Geologi.ABLGV: Come prima accennatol’Autorità si è dotata di varie unitàtecniche dando spazio al Geologo qualefigura necessaria, non solo per lo sviluppoe la realizzazione dei piani di assettoidrogeologico, ma basilare per tutto ilprocesso di pianificazione eprogrammazione. Ritengo comunque chele Autorità di Bacino debbano dotarsi diun maggiore numero di tecnici di variediscipline, ma per far questo èimprocrastinabile la revisione del quadronormativo relativamente agli aspetti“strutturali” visto i problemi checostantemente si presentano, nonché larapida e continua evoluzione tecnologica acui siamo sottoposti.ABR: Assolutamente insufficiente.Ricordo e preciso che l’ABR hacompetenze anche sulle Risorse idriche,non solo sul PAI, e a fronte di unorganico di circa venticinque persone fraGeologi, Ingegneri e altri Tecnici cheservirebbero per gestire il territorio,l’organico attuale è drammaticamenteristretto a sette tecnici (un Architetto, dueGeologi, un Ingegnere idraulico e treGeometri) di cui quattro a tempodeterminato. Questa è la realtà con laquale ci dobbiamo confrontare.

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Il rischio rappresenta la possibilità disubire un danno e di osservare

conseguenze negative o critiche sulterritorio: la causa del danno costituisce ilfattore di rischio. Nel concetto di rischio èimplicito un approccio antropocentricopoiché il danno è tipico di conseguenzenegative per l’uomo, le proprie attività ed ipropri beni.Anche spostando il punto divista è piuttosto facile osservare come ildanno in natura possa rappresentare unconcetto relativo poiché è difficile pensaread un qualunque fenomeno, anchedistruttivo, che a svantaggio di poche omolte specie animali o vegetali non possaavere aspetti positivi per altre specie.Tuttavia proprio la dipendenza dell’uomodal proprio ambiente introduce anche ilconcetto danno ambientale e di rischio perl’ambiente. Ma come detto il rischio èsempre legato alla presenza umana: infattila catastrofe naturale che agisce in unambiente totalmente naturale haripercussioni sui processi, sugli elementi esugli organismi successivamente assorbitedal sistema globale mediante meccanismidi retroazione positiva.Conseguenze negative, per l’uomo el’ambiente, possono derivare da molteplicicause ed investire diverse componenti, percui possono essere identificate differenticategorie di rischio (rischi sanitari,economici, sociali, politici, ambientali).Nel campo più strettamente ambientale ilrischio è determinato esclusivamente dalfattore antropico. Dal punto di vistamatematico il rischio è dato dallarelazione: R= P x M, dove P rappresenta lafrequenza dell’evento ed M la magnitudo,

ovvero la grandezza del rischio che èfunzione delle conseguenze.Teoricamente l’obiettivo rischio zero puòessere atteso, ma in pratica non è maifattibile ed ecco perché preferiamo parlaredi basso rischio.Infatti come è sotto gli occhi di tutti, lacomplessità della nostra vita culturale e dellenecessità globali sono talmente elevate cheanche i rischi più strettamente antropici nonsono azzerabili; si parla così di rischio calcolato,gestione del rischio e di analisi costi benefici.L’obiettivo da porsi può quindi esserequello della mitigazione razionale dei rischiavendo valutato sistematicamente (e nonsolo economicamente), il bilancio aspettipositivi/aspetti negativi, attraverso lacomprensione profonda e responsabile deifenomeni, delle interrelazioni e delleconseguenze.Possiamo schematizzare una serie di fattoridi rischio, alcuni più schiettamente naturalialtri chiaramente antropici, che sono ingrado di avere conseguenze dannose ancheper l’ambiente e che possono trovareriscontri critici anche nel territorioregionale e nelle sue porzioni protette.Questi possono interagire producendo unacrescita esponenziale degli effetti critici dacui la necessità di un approccio sistemicocome sistemici sono appunto i meccanismidi alterazione e di degrado.

La mitigazione dei rischi, il ripristino ed ilmiglioramento ambientalenelle aree protette del LazioIn un’area naturale protetta la mitigazionedei rischi avviene attraverso un’azione di

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Una finestra su...

Le aree protette presentano

delicati ecosistemi che

devono essere salvaguardati

attraverso una oculata

gestione della mitigazione

del rischio.

Un articolo ad ampio respiro

che rappresenta un percorso

logico nella politica della

mitigazione dei rischi che

vede i Geologi come parte

integrante di questo processo.

Basso rischio e aree protette

di Giancarlo BovinaGeologo, libero professionista

Gonios [email protected]

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comprensione profonda dei fenomeni edelle dinamiche che interessano ilterritorio. In tali ambiti la gestione delterritorio deve quindi essere ancor piùattenta e responsabile, rispetto alle altrearee, ed è proprio l’azione dell’EnteGestore che deve fare la differenza poichéesso, oltre a mirare all’integrazione dellapropria azione di tutela nell’ambito dellapolitica del territorio, deve far sì chequesta sia corretta e risolutiva.La mitigazione dei rischi avvieneprincipalmente attraverso la prevenzione,che è basata sulla conoscenza e sullamanutenzione ordinaria e responsabile delterritorio. Nell’ambito della manutenzioneresponsabile e della conoscenza delterritorio rientra anche il monitoraggiodei fenomeni.Generalmente dalle situazioni diemergenza scaturiscono interventitampone e/o a pioggia, impostati secondovisuali progettuali estremamente ristretteche spesso costituiscono fattori di rischio.Un esempio è avvenuto per lesistemazioni idrauliche parziali del Rio LeQuerce, nel Parco Regionale dei MontiAurunci, o per la sistemazione idraulicadel fiume Almone, nel Parco Regionaledell’Appia Antica. Si sottolinea quindicome non sempre siano necessariinterventi di ingegneria tradizionale adalto contenuto energetico, ma piùsemplicemente è sufficiente una periodicamanutenzione ordinaria.È sulla base di questa consapevolezza chesi individua un’evidente necessità dirinnovamento dei metodi dipianificazione, progettazione e gestione delterritorio, basati su principi ecologici estesialla scala del paesaggio e secondo unapproccio sistematico di concezioneavanzata, ancora, purtroppo, raramenteimpiegato in campo applicativo.

Il quadro amministrativo Il contesto amministrativo si presentaframmentato con la sovrapposizione dicompetenze, la carenza di armonizzazionenelle scelte e la mancanza di responsabilità.Al contrario, la salvaguardia della salutedell’uomo e dei suoi beni, la

conservazione dell’ambiente ed ilriequilibrio delle mutue relazioninecessitano di certezze e chiari riferimentistrumentali nella pianificazione,programmazione e gestione del territorio.Con il decentramento amministrativodelle funzioni nelle materie dei lavoripubblici, dell’urbanistica, dell’agricoltura edelle sistemazioni idraulico-forestali, delleopere idrauliche e della tutela delle acque(D.P.R. 616/77), si è venuta di fatto acreare una generale e diffusa situazione diconfusione, di mancanza di controlli e diinterventi in assenza di coordinamento,con doppioni e sovrapposizioni inutili,sprechi di investimenti o totali assenze diinterventi. Il risultato più evidente è statoun graduale ed inarrestabile aumento deldissesto idrogeologico, con l’aumento dellearee soggette a rischio.L’emanazione, finalmente, nel 1989, dellatanto attesa Legge sulla Difesa del Suolo(L.183/89) si è posta come soluzionedefinitiva del problema, ma purtroppoquesta legge, valida nei suoi contenuti, èstata applicata solo negli ultimi anni (vediinterviste Autorità di Bacino n.d.r.).Ma esiste un disordine legislativo che laLegge 183/89 non riesce a sistemare.Esistono troppi soggetti pubblici coinvolti,sia a livello statale che regionale e ognunofa di tutto, ma non tutto. I soggettipreposti non riescono nella pratica, adessere ciò che la Legge prevede che essisiano. Gli interventi continuano ad essereprogrammati, ma spesso non effettuati.L’attività di controllo e di monitoraggiodel territorio viene surrogata in parte daEnti di Ricerca che ricevono sostanziosifinanziamenti, ma non garantisconoun’attività di raccolta di dati continua néuna visione completa della realtàterritoriale.Inoltre si è aggiunta la politica delcondono edilizio, che non tiene conto sel’insediamento sia stato realizzatoall’interno di un’area alluvionabile, inun’area geologicamente instabile, su unalinea di faglia, dentro un’area da destinarea parco. Il disastroso evento di Sarno, cheha fortemente colpito l’opinione pubblica,ha portato ad invertire questa tendenza e

finalmente sono state delimitate le aree adalto rischio di frana dove non si possonorealizzare nuovi insediamenti umani e sidevono eseguire gli interventi persalvaguardare quelli esistenti.Nel contesto descritto, un’importante fasedi razionalizzazione dell’attivitàamministrative delle Aree Protette puòessere individuata nella seguentearticolazione di azioni: individuazione deglistrumenti di pianificazione territoriale;inquadramento normativo di riferimento;individuazione delle competenze amministrativenegli organi e nelle figure responsabili;individuazione delle iniziative, delleprogettazioni relative alla pianificazione egestione del territorio; individuazione deglischemi procedurali per razionalizzare ecoordinare fra le Amministrazioni le strategie ele attività di pianificazione/gestione;individuazione degli Strumenti finanziari disostegno diretto; coordinamento delle iniziative edelle ricerca dei finanziamenti.

Il quadro conoscitivo La conoscenza dei fenomeni costituisce laprima fase della prevenzione. Nel campodella pianificazione e progettazioneterritoriale o ambientale si assistefrequentemente all’inconsistenza delquadro conoscitivo ed alla disomogeneitàdelle informazioni e delle metodologie diindagine. In altri casi ci sonoapprofondimenti monospecialistici,caratterizzati dalla mancanza dicollegamenti e connessioni tra differentitematismi, in altri ancora si assiste adinutili ripetizioni di studi slegati dalcontesto applicativo e all’incapacità diutilizzare i dati. Per superare talilimitazioni e in modo che le Aree Protettecostituiscano un efficiente e funzionalepunto di convergenza per la gestione delterritorio e per la protezione degliecosistemi, naturali ed antropici, è statoidentificato uno schema di riferimento,utile per la definizione del quadroconoscitivo:• Ricerche bibliografiche per la

conoscenza del territorio e dei fenomeniche lo interessano.

• Inquadramento del territorio secondo la

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trasformazione e di degrado.Superando i limiti dei differenti approcci,si possono definire le linee di correttoindirizzo nella progettazione ambientaledelle azioni di riqualificazione/recuperodelle aree degradate nelle Aree Protette:• Utilizzazione di tecniche naturalistiche

ai fini del recupero dello stato di salutedi un ambiente.

• Individuazione di tecniche, giàsperimentate o da sperimentare,comunque derivate da un approccioecosistemico, multispecialistico, fondatoquindi sulla conoscenza e la valutazionedegli elementi biotici ed abiotici checompongono l’ecosistema.

• Negli interventi di ripristino ènecessario “progettare con la natura enon progettare la natura”.

• Ove possibile, secondo l’approccio delrecupero naturale graduale, attivare imeccanismi naturali di riequilibriointervenendo essenzialmente conl’impiego di vegetazione locale pioniera.

• Spingere il concetto espresso al puntoprecedente sino a considerare molto afondo l’ipotesi di non intervento.

• Il materiale vegetale impiegato, perquanto possibile, deve essere autoctono,al fine di garantire la tutela delpatrimonio genetico della flora locale.

• La realizzazione di interventi diriqualificazione e recupero con tecnichenaturalistiche, in particolare quandoriguardano problematiche di dissestoidrogeologico (frane, erosioni) devonocomunque essere compatibili con lasicurezza di persone e beni.

Queste linee di indirizzo sono applicabiliin diverse condizioni didisturbo/alterazione che risultanolargamente presenti nelle Aree Protette:aree interessate da dissesto idrogeologico; areeincendiate; ambiti fluviali artificializzati; aree didiscarica e di cava.L’auspicabile estensione degli interventi diriqualificazione/recupero, secondo gliindirizzi espressi in precedenza, anche nellearee di margine comporteranno unmiglioramento della qualità ambientalecomplessiva della regione, amplificando ivalori di conservazione delle Aree Protette.

visione sistemica delle problematiche ein base al quale il paesaggio èconsiderato come “sistema diecosistemi” (anche antropici).

• Conoscenza del territorio delle suetrasformazioni attraverso lo studio didocumenti antichi ed interviste aglianziani (Progetto della Memoria ).

• Individuazione dei meccanismi,relazioni, frequenza dei fenomeni, effettidei rischi.

• Costruzione della carta dei fattori dirischio e realizzazione di una “banca datidel rischio” e di un “sistema informativoterritoriale del rischio”.

• Monitoraggio del territorio, conriferimento ai fenomeni meteorologici eaggiornamento del data-base.

Il quadro gestionaleSecondo la logica della prevenzione, dopola fase conoscitiva, vengono individuati icriteri di riferimento per la manutenzioneresponsabile del territorio attraversol’individuazione di tecniche naturalistichedi gestione ordinaria e straordinaria(interventi di bonifica, ripristino e restauroambientale).È evidente come l’insieme delle alterazionie dei disturbi e le condizioni di rischio cheinteressano anche la porzione protetta delterritorio regionale costituiscono limitidiretti od indiretti delle possibilità di tutelae di conservazione.La manutenzione ordinaria e straordinariadel territorio basata su un approcciodifferente rispetto al “vecchio stile”rappresenta anche opportunità di tiposocio-economico per i risvoltioccupazionali e di crescita culturaleimpostate su un approccio ecosistemico,maggiormente consapevole e sostenibile.Nel controllo dei meccanismi dialterazione è innanzitutto necessariodistinguere i differenti livelli di intervento:riqualificazione ambientale, recupero,ripristino. Nell’ambito delle Aree Protettequeste finalità devono in primo luogoconfrontarsi con l’obiettivo di riattivare lerelazioni tra l’uomo e l’ambienteinteressato.Secondo una pratica ormai consolidata, è

opportuno utilizzare metodologie etecniche di tipo naturalistico che, conpossibili differenti approcci, sonoschematizzabili nei seguenti modi:• Graduale. Recupero di naturalità

attraverso la rimozione delle causedirette di degrado e l’innesco dimeccanismi naturali di riequilibrio senzasostanziali apporti artificiali di materiae/o energia, intervenendoessenzialmente sull’impiego divegetazione pioniera locale.Taleimpostazione, formalmente corretta dalpunto di vista naturalistico, ha unevidente limite nel non poter attendere itempi e le scale delle trasformazioniecologiche e rispondere alle necessitàumane.

• Ingegneria Naturalistica. È ladisciplina tecnico-scientifica che studiale modalità di utilizzazione di pianteviventi, di parte di piante od addiritturadi intere fitocenosi, spesso in unione conaltri materiali non viventi comepietrame, terra, legname, ferro”.L’ingegneria naturalistica forza gliinterventi, sfruttando le capacitàbiotecniche, costruttive e stabilizzatrici,mescolando gli elementi naturali conquelli artificiali. Se la visionedell’ingegneria naturalistica èrelativamente recente, l’origine è antica erisale all’uso di materiale disponibile innatura. Il patrimonio di conoscenze e diesperienze di “gestione naturalistica” delterritorio è stato conservato grazie aglistudi ed alle applicazioni pratiche svoltedai forestali negli ambienti montani ecollinari.

• Ecologia del paesaggio. È un terzoapproccio che tende a superare i limitidei precedenti e le eventualicontrapposizioni. Il paesaggio non èvisto solo come sintesi del contestonaturale (fisico/biologico) e delle attivitàdell’uomo, ma come sistema diecosistemi. Secondo questaimpostazione, gli interventi diriqualificazione/recupero ambientale sidevono confrontare con la struttura el’organizzazione funzionale del territorioe con i processi naturali di

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Una finestra su...

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A che punto è...

adeguato la propria normativa aiprincipi desumibili dalla Legge 109/94;

•Le Regioni alla data di pubblicazionedel citato Regolamento, nell’ambitodelle competenze legislative riconosciutedalla Costituzione, potevano solamenterecepire i principi fondamentaliindividuati proprio dalla Legge Quadro109/94;

•Successivamente alla modifica del titoloV° della Costituzione, che hariconosciuto la potestà legislativa alleRegioni, le stesse non devono piùmuoversi nell’ambito dei principidisegnati dallo Stato, ma possonolegiferare in piena autonomia, fermorestando il rispetto della Costituzione,delle disposizioni e degli obblighiinternazionali.

Successivamente, con le Delibere 476/02e 524/02 il Presidente della RegioneLazio On. Francesco Storace, hanominato i due organi deputati allaredazione della proposta di Leggeregionale: il Comitato Consultivo ed ilComitato di Esperti.A quest’ultimo spetta il compito diredigere materialmente la bozza di Leggeda sottoporre alla prima lettura delComitato Consultivo che proporràintegrazioni e modifiche alla stessa.Coordinatore del Comitato Consultivo èstato nominato il Prof. Ing. PatrizioCuccioletta, Direttore del DipartimentoTerritorio della Regione Lazio;unitamente allo stesso, la Dott.ssa

Èsensazione diffusa, tra i colleghi ed irappresentanti anche degli altri

Ordini e Collegi Professionali, che ilmondo delle Professioni intellettuali stiavivendo un momento di particolarefermento, dal quale deriverà l’assettofuturo del nostro ordinamentoprofessionale.Tra gli altri, sono indibattito, nei vari livelli istituzionali, i temirelativi alle norme che regolano edequiparano le attività Professionalinell’ambito dell’Unione Europea e leLeggi Regionali di recepimento dellaLegge Quadro sui LL.PP., con uninteresse trasversale ed interprofessionale.Riteniamo opportuno, pertanto,nell’ambito delle competenze affidateci,utilizzare il nostro periodico per portare aconoscenza i Colleghi sullo statod’avanzamento dei suddetti dibattiti,partendo dall’argomento a più immediatorilievo locale, ovvero coincidente con lagiurisdizione del nostro Ordine: la nuovaLegge regionale sui lavori pubblici.Con la D.G.R. n.1210/2002, la RegioneLazio ha istituito il Comitato Consultivoper l’elaborazione della proposta di LeggeRegionale di recepimento della L.109/94(Legge Merloni) e successive modificheed integrazioni, sulla base delle seguentitre premesse fondamentali:•L’art. 1 del D.P.R. 554 del 21/12/1999

(regolamento attuativo della Legge Merloni)stabilisce che le disposizioni delRegolamento stesso si applicano fino aquando le Regioni non avranno

Vediamo a che punto è il recepimento regionale della

normativa sugli appalti nei Lavori Pubblici (Legge Merloni-ter)

da parte della Regione Lazio. Il commento del nostro

rappresentante in seno alla Commissione.

La Legge Regionalesui Lavori Pubblici

Giuseppina Mongiardo Florio,l’Avv. Raffaele Izzo e l’Avv.Aldo Linguitiformano il Comitato di Esperti.Il Comitato Consultivo è composto darappresentanti del mondo professionale,imprenditoriale, sindacale edassociazionistico; in particolare, tra i variOrdini e Collegi Professionali sonopresenti: il sottoscritto, in rappresentanzadel nostro Ordine, un rappresentante perl’Ordine degli Ingegneri della Provinciadi Rieti, un rappresentante per l’Ordinedei Dottori Agronomi e Forestali diRoma, un rappresentante per il Comitatointerprovinciale dei Geometri, unrappresentante per l’Ordine degliArchitetti di Roma ed un rappresentantedel Collegio dei Periti Industrialidi Rieti.La prima riunione del ComitatoConsultivo si è tenuta il 16/12/2002,durante la quale sono state proposte leseguenti scadenze temporali: consegnadella prima bozza di proposta di Legge daparte del Comitato di Esperti entro ilmese di febbraio 2003; lettura e propostedi modifiche ed integrazioni da parte delComitato Consultivo entro i successivi 30 giorni.È intendimento del nostro Consiglio dioperare incisivamente nell’ambito di taleComitato Consultivo, sfruttando al megliol’opportunità fornitaci di partecipare inprima battuta alla redazione di unostrumento normativo tanto importante,nell’interesse collettivo della nostracategoria.A tal riguardo, riteniamoutilissimo recepire qualsiasi suggerimentoda parte dei Colleghi, attraverso gli usualicanali di collegamento (sito internet;segreteria dell’Ordine) e fare tesoro delleesperienze analoghe maturate dagli Ordinidelle Regioni in cui tale processolegislativo è stato già compiuto.In particolare, ringraziamo il Presidentedell’Ordine dei Geologi della SiciliaEmanuele Siragusa che ha gentilmentefatto pervenire presso la nostra segreteriacopia della Legge Regionale n.7 del2/8/2002, con la quale la Regione Siciliadisciplina – in ottemperanza alla L.109/94– la materia di lavori pubblici.

di Massimo Amodio

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La presente nota vuole costituire unsemplice spunto di riflessione sulle

difficoltà tecnico-operative che ogni liberoprofessionista può riscontrare nelladefinizione delle aree di salvaguardia delleopere di captazione destinate al consumoumano. La D.G.R. Lazio n. 5817/99stabilisce con estrema accuratezza qualisono i criteri da adottare nelladelimitazione di dette aree, rappresentandouno strumento legislativo di indubbiavalidità, grazie al quale il geologo è ingrado di mettere a frutto le proprieconoscenze idrogeologiche, per forniredelle risposte scientificamente oggettive.Ciò nonostante, la sensazione che hoavuto nell’intraprendere studi del genere, èquella che la normativa, caso senz’altroanomalo, sia in anticipo rispetto alleconoscenze tecnico-scientifiche attuali,ovvero rispetto alle misere notizie, dicarattere idrogeologico, delle quali disponenormalmente il geologo: la maggior partedelle volte si deve operare su pozzi osorgenti pubbliche che, in nessun modo,possono essere “staccate” dalla reteacquedottistica, onde poter effettuare lenecessarie prove di portata. Per non parlarepoi delle difficoltà nel misurare, non dico ilivelli idrostatici, ma anche quelli dinamicidei pozzi, di reperire stratigrafie e datitecnici attendibili. In poche parole ilgeologo è costretto a lavorare “al buio” esi trova costretto ad utilizzare dati

estrapolati da situazioni che egli ritiene inqualche modo idrogeologicamente simili,che ha acquisito nel corso della suaesperienza professionale.D’altro canto anche la letteraturascientifica, da quello che mi risulta, èabbastanza avara di dati significativi da unpunto di vista statistico: i valori di porositàefficace, fondamentali per stimare levelocità nell’insaturo e nell’acquifero, sicontano sulle dita di una mano, mentre icoefficienti di permeabilità dei varilitotipi, ammesso che si trovi “tabellata”una roccia simile a quella del nostrostudio, presentano range notevoli divariabilità, cosa del tutto ovvia se si ha lafinalità di caratterizzare un acquifero dalpunto di vista regionale, non altrettanto se l’indagine deve essere di notevoledettaglio, come giustamente richiesto dalla normativa.Ai problemi di reperibilità dei dati di base,si aggiungono quelli legati alle modalità didefinizione delle isocrone, nel caso si abbiaa che fare con prelievi da pozzo: laricostruzione delle isopieze in regimedinamico è tutt’altro che semplice,soprattutto in considerazione della solitascarsità di dati attendibili su trasmissività ecoefficiente di immagazzinamento.Il problema non è di poco conto, inquanto i tempi di arrivo in falda, cosìcome quelli di transito nell’acquifero, sonoin rapporto lineare con la velocità di

L’argomento

In questo numero un collega

di Viterbo ci descrive le

difficoltà professionali,

tecniche ed economiche

incontrate per l’applicazione

della D.G.R. Lazio 5817/99

sulle aree di salvaguardia per

le captazioni idropotabili.

Delimitazionedelle aree di salvaguardia

20 professioneGeologo 2-2003

di Antonio Menghinilibero professionista, S.Te.G.A.

[email protected]

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filtrazione, ovvero con il coefficiente dipermeabilità e con la porosità efficace.La scarna formuletta che lega i variparametri (v = k*i/ne) non rende davverogiustizia della complessità del problema edanzi, proprio nella sua semplicità, si rivelaquanto mai vulnerabile nei confrontidell’arido dato numerico: se assumo, perun tufo, un k di 1 x 10-4 m/s otterrò untempo di arrivo in falda, ad esempio, di 10giorni; un collega può invece benissimotener conto di un valore, altrettantocongruo, di 1 x 10-5 m/s, dal qualericaverebbe, per lo stesso valore disoggiacenza, un tempo di 100 giorni! E non si è tenuto conto della possibilità,tutt’altro che remota, che la porositàefficace venga valutata in maniera del tuttodifferente, il che aumenterebbe ancora dipiù la divergenza nella stima dei tempi diarrivo in falda.È ovvio che i risultati delle due indagininon saranno in alcun modo confrontabilied anzi, potrebbero prestare il fianco avalutazioni critiche da parte di un terzooperatore (magari un ingegnere!).Il rischio concreto è che indaginiidrogeologiche, condotte su punti diprelievo del tutto simili, possono portare arisultati molto differenti, per cui le relativearee di salvaguardia presenterebberovariazioni notevoli, solo modificandolievemente uno dei pochi parametri ingioco. A mio parere c’è il rischio che la

credibilità “scientifica” del geologo possaessere messa in qualche modo indiscussione. Si impone pertanto un esamecritico sull’opportunità o meno di affidarsipuramente ad un “criterio temporale”.L’indagine idrogeologica andrebbe quindicondotta con estrema cautela, tenendobene a mente che essa produrràimportanti modifiche a quelle che sono ledestinazioni d’uso del territorio.E’ chiaro che trovare una soluzioneunivoca al problema non è semplice e nonè possibile nemmeno ipotizzarla, in quantoogni lavoro ha le sue specificità, ma sipossono migliorare, a mio parere, alcunecose, limitando al minimo le incertezze.Sarebbe per esempio opportuno costituireuna “commissione tecnica” che,confrontando le acquisizioni prettamentescientifiche con le indicazioni dei singoliprofessionisti, rediga una sorta di modusoperandi, così da ridurre al minimo imargini di discrezionalità dell’operatore.Non si tratta, sia ovvio, di imporre delleparticolari metodologie, in quanto ognunodi noi è libero di adottare quelle tecnichedi analisi che ritiene più opportune, infunzione del tipo di indagine richiesto,dell’importanza dell’opera di captazione edelle notizie a disposizione, quanto difornire delle direttive, dei consigli su comeoperare, nella prospettiva di renderequanto meno omogenei i lavori svolti daciascun professionista.

In tal senso l’attuale Gruppo di Lavoro inIdrogeologia dell’Ordine dei Geologi delLazio (cfr N. 0 luglio 2002), potrebbe esserelo strumento più idoneo in tal senso, inquanto raccoglie tecnici di comprovataesperienza e capacità, insieme ad un nostrocollega della Regione, che ha contribuitoalla stesura materiale della Delibera.Per migliorare poi le conoscenze tecniche(vedi stima del coefficiente di permeabilitàe della porosità efficace) proporrei dicreare una banca-dati che raccolga irisultati acquisiti da ciascuno di noi, nelcorso della propria esperienzaprofessionale. Personalmente ritengo che ilmodo più valido per stimare il coefficientedi permeabilità sia costituito dalle prove diportata da pozzo; al contrario, le prove diassorbimento superficiali mi sembranoquanto mai inadeguate per caratterizzareun acquifero o comunque volumisignificativi di terreno. Non penso poi chesia possibile costituire una banca-dati conle prove Lugeon: quante ne troveremmomai? Fornendo invece i dati suddetti,potremmo, forse anche in breve tempo,far conto su di una buona mole diinformazioni, di rilevanza statistica esoprattutto, calata sulle realtà locali, doveognuno di noi dovrebbe operare.Il suddetto Gruppo di Lavoro inIdrogeologia dovrebbe coordinare laraccolta dei dati, nell’ottica di pervenire ad una loro omogeneizzazione.

21professioneGeologo 2-2003

Sorgenti del Fossodella Porchetta,Viterbo.Foto A. Menghini

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Relazione del Revisore Contabile sul Bilancio Consuntivo dell’Ordine Regionale dei Geologi del Lazio dell’Esercizio chiuso al 31 dicembre 2001

Ho esaminato i libri ed i documenti dell’Ente messi a mia disposizione dal repartoamministrativo dell’Ordine.Dopo attenta analisi e mirati raffronti, sono in grado di rassegnare la presente relazione.

1. Principi ispiratori adottati dall’Ente nel predisporre il Consuntivo 2001

Nel redigere il consuntivo al 31.12.2001, sono state rispettate le disposizioni normativecosì come integrate e modificate dalla L. 208 del 25 giugno 1999 estesa anche agli Ordiniprofessionali.Sia le entrate che le uscite sono state suddivise tra la gestione di competenza e la gestionedei residui (attivi e passivi); sono stati altresì regolarmente evidenziati gli scostamentiottenuti confrontando il totale delle somme accertate (riscosse e da riscuotere, pagate e dapagare) con l’ammontare delle previsioni definitive (previsioni iniziali +/- variazioni).

2. Bilancio IV Direttiva CEE

La L. 208/99 sopra nominata, ha comportato una nuova articolazione del bilanciosuddiviso in due parti, conto del patrimonio e conto economico.L’analisi da me effettuata rileva il rispetto dei principi ispiratori dettati dalla normativavigente.

Osservazioni conclusive

A conclusione della presente quest’organo rileva la corretta tenuta delle scritturecontabili e la piena rispondenza del bilancio e del consuntivo rispetto alle rilevazionigestionali così come riportate nei libri dell’Ente.

22

Informazioni agli iscritti

Il Consiglio Nazionale con la

Delibera n. 10/2003 ha

approvato il Bilancio

Consuntivo 2001 dell’Ordine

dei Geologi del Lazio che vi

presentiamo integralmente

insieme alla relazione del

Revisore Contabile.

professioneGeologo 2-2003

Bilancioconsuntivo 2001

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23professioneGeologo 2-2003

a b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(g-d) i l l1 m=(i-l-l1) n=(f+m)

A1.1 CONTRIBUTIAlbo professionale 199.985.000 / 199.985.000 105.907.600 33.120.000 139.027.600 60.957.400 156.563.900 76.739.300 / 79.824.600 112.944.600Elenco Speciale 27.000.000 / 27.000.000 9.506.700 4.930.000 14.436.700 12.563.300 22.389.900 7.437.300 / 14.952.600 19.882.600Tassa iscrizione Albo 2.000.000 / 2.000.000 2.180.000 / 2.180.000 -180.000 / / / / /Tassa iscrizione Elenco Speciale 120.000 / 120.000 80.000 / 80.000 40.000 / / / / /

/ /A1.2 ENTRATE PER SERVIZI Pareri di congruità 10.000.000 / 10.000.000 17.515.935 / 17.515.935 -7.515.935 / / / / /Certificati timbri 4.100.000 / 4.100.000 2.060.000 / 2.060.000 1.940.000 / / / / /

A1.3 ENTRATE STRAORDINARIE Contributi da terzi / / / / / / / / / / / /Contributi pubblicaz. CNG / / / / / / / / / / / /Pubblicità / / / / / / / / / / / /Abbonamenti e arretrati / / / / / / / / / / / /Tariffari / / / / / / / / / / / /Atti convegni / / / / / / / / / / / /Altri proventi 150.000 / 150.000 5.420.504 / 5.420.504 -5.270.504 / / / / /

A1.4 ENTRATE FINANZIARIEInteressi bancari 250.000 / 250.000 / 705.728 705.728 -455.728 383.931 383.931 / / 705.728Interessi postali / / / / 177.785 177.785 -177.785 / / / / 177.785Su depositi cauzionali / / / / / / / / / / / /

TOTALE ENTRATE CORRENTI 243.605.000 / 243.605.000 142.670.739 38.933.513 181.604.252 / 179.337.731 84.560.531 / 94.777.200 /

A2. ENTRATE IN CONTO CAPITALEA2.1 Vendita mobili ed attrezzatura / / / / / / / / / / / /

A3. ENTRATE PARTITE DI GIROA3.1 Quote da restituire 188.435.000 / 188.435.000 168.637.200 50.140.000 218.777.200 -30.342.200 / / / / 50.140.000

TOTALE ENTRATE 432.040.000 / 432.040.000 311.307.939 89.073.513 400.381.452 / 179.337.731 84.560.531 / 94.777.200 183.850.713

a b c d=(b+c) e f g=(e+f) h=(g-d) i l l1 m=(i-l-l1) n=(f+m)

B1.1 ATTIVITA’ DI CONSIGLIOSpese riunioni Consiglio 3.500.000 3.500.000 3.480.790 / 3.480.790 19.210 / / / / /Rimb. attività consiglieri 4.000.000 / 4.000.000 4.220.850 / 4.220.850 -220.850 / / / / /Spese consiglieri (att. varie) 2.700.000 / 2.700.000 2.865.725 / 2.865.725 -165.725 / / / / /Assicurazioni 4.200.000 / 4.200.000 4.237.100 / 4.237.100 -37.100 / / / / /Elezioni Consiglio 15.000.000 / 15.000.000 15.475.950 / 15.475.950 -475.950 / / / / /Postali / / / / / / / / / / / /Stampati / / / / / / / / / / / /

B1.2 TUTELA DELLA PROFESSIONEPrestazioni professionali 12.000.000 / 12.000.000 11.586.000 / 11.586.000 414.000 / / / / /

B1. 3 COORDIN. C.N.G.Riunioni, rappresentanza 2.500.000 / 2.500.000 2.798.535 / 2.798.535 -298.535 / / / / /

B1.4 CONV. CONGR. FEG. PROM. PROF. / / / / / / / / / /Convegni, riunioni, attività varie 2.000.000 / 2.000.000 1.974.270 / 1.974.270 25.730 / / / /Contatti UE / / / / / / /Comitati organizzatori congressiConferenze, corsi aggiornam. 1.000.000 640.000 1.640.000 1.620.000 / 1.620.000 -20.000Promozione attraverso organi di stampa / / / / / / / / / / / /Commissioni varie / / / / / / / / / / / /

B1.5 STAMPASpese tipografiche GT 5.000.000 4.600.000 2.160.000 / 2.160.000 2.440.000 / / / / /Spese tipografiche Bollettino / -400.000 / / / / / / / / / /Spese spedizione stampa 2.600.000 / 2.600.000 1.780.500 / 1.780.500 819.500 / / / / /Stampa tariffario / / / / / / / / / / / /Pubblicazioni Atti IX congresso / / / / / / / / / / / /Collaborazioni 500.000 / 500.000 / / / 500.000 / / / / /Stampa Albo professionale / / / / / / / / / / / /

B2.1 SPESE PERSONALEStipendi 39.000.000 / 39.000.000 37.086.911 2.330.000 39.416.911 -416.911 2.413.882 2.413.882 / / 2.330.000Contributi 8.800.000 / 8.800.000 4.438.000 2.368.000 6.806.000 1.994.000 1.266.000 1.266.000 / / 2.368.000Indennità fine rapporto 2.500.000 / 2.500.000 2.856.000 / 2.856.000 -356.000 / / / / /Assicurazioni 430.000 / 430.000 306.000 455.000 761.000 -331.000 30.500 30.500 / / 455.000

B2.2 SPESE FUNZIONAM. SEDEAffitti 50.000.000 / 50.000.000 49.179.399 / 49.179.399 820.601 / / / / /Elettricità 3.000.000 / 3.000.000 1.014.000 / 1.014.000 1.986.000 1.282.279 1.282.279 / / /Telefono 3.100.000 / 3.100.000 3.157.619 / 3.157.619 -57.619 / / / / /Manutenzione macchine 5.000.000 -1.490.000 3.510.000 3.093.210 867.350 3.960.560 -456.560 1.209.100 1.209.100 / / 867.350Nettezza Urbana / / / / / / / / / / / /Fax e Internet / / / / / / / / / / / /

B2.3 SPESE GENERALIPostali 4.800.000 / 4.800.000 3.421.980 / 3.421.980 1.378.020 / / / / /Cancelleria 3.800.000 2.750.000 6.550.000 6.519.916 35.000 6.554.916 -54.916 269.400 269.400 / / 35.000Spese contratti di servizi 14.500.000 -2.000.000 12.500.000 11.009.400 / 11.009.400 1.490.600 7.680.000 7.680.000 / / /Esazione quote annuali 4.800.000 1.600.000 6.400.000 6.399.000 / 6.399.000 1.000 / / / / /Spese bancarie e di CCP / / / / / / / / / / / /Acquisto libri, riviste, abb. 5.500.000 -1.600.000 3.900.000 4.579.194 / 4.579.194 -679.194 / / / / /Spese varie 1.300.000 / 1.300.000 1.283.226 328.283 1.611.509 -311.509 / / / / 328.283

B2.4 ONERI FINANZIARIOneri bancari 700.000 500.000 1.200.000 926.614 242.700 1.169.314 30.686 422.100 422.100 / / 242.700Imposte su interessi attivi 140.000 / 140.000 / 67.867 67.867 72.133 103.662 103.662 / / 67.867Altre Imposte / / / / / / / / / / / /

B2.5 TRASFERIM. AGLI OO.RR.Quote c/o OO.RR. / / / / / / / / / / / /

B3.1 USCITE IN CONTO CAPITALEMobili ed arredi 1.500.000 / 1.500.000 908.000 518.730 1.426.730 73.220 / / / / 518.730Macchine 500.000 / 500.000 484.000 / 484.000 16.000 / / / / /Rete informatica 1.500.000 / 1.500.000 / / / / / / / / /Impianti / / / / / / / / / / / /

B4 USCITE PARTITE DI GIROQuote da restituire 303.262.700 / 303.262.700 206.466.700 / 206.466.700 96.796.000 101.477.300 101.477.300 / / /Quote incassate ante 1994 / / / / / / / / / / / /

TOTALE USCITE 509.132.700 / 509.132.700 395.328.889 7.212.930 402.541.819 / 116.154.223 116.154.223 / / 7.212.930

CONTO

ENTRATE

DESCRIZIONE

GESTIONE DI COMPETENZA

PREVISIONI

Iniziali Variazioni Definitive

SOMME ACCERTATE

Riscosse Da riscuotere Totali

GESTIONE DEI RESIDUI

InizioEsercizio Riscossi Stralciati Da riscuotere Residui

att. fine es.

ScostamentoPreventivoAccertato

CONTO

USCITE

DESCRIZIONE

GESTIONE DI COMPETENZA

PREVISIONI

Iniziali Variazioni Definitive

SOMME ACCERTATE

Pagate Da pagare Totali

GESTIONE DEI RESIDUI

InizioEsercizio Pagati Stralciati Da pagare Residui

pass. fine es.

ScostamentoPreventivoAccertato

Importi espressi in Lire

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24

Informazioni agli iscritti

professioneGeologo 2-2003

31.12.2000 31.12.2001CONTO DEL PATRIMONIO

1 ATTIVO

1.01 IMMOBILIZZAZIONI

1.01.01 Immobili immaterialiCosti capitalizzati - -

1.01.02 Immobili materialiFabbricati - -Mobili e macchine d’ufficio 54.923.668 56.834.398Attrezzature e sistemi inform. - -F.do ammortamento - 46.636.138 -50.190.137

1.02 ATTIVO CIRCOLANTE

1.02.01 Crediti versoOrdini/CNG/Iscritti 179.953.800 132.827.200 F.do svalutazione crediti - -

1.02.02 Crediti V/erario - -

1.02.03 Disponibilità liquide Cassa 5.861.353 35.700Banche 180.096.543 64.387.305

1.03 RATEI E RISCONTI ATTIVI 383.931 883.513

2 PASSIVO

2.01 PATRIMONIO NETTO 97.805.132 135.692.649

2.02 CONFERIMENTI - -

2.03 DEBITI

2.03.01 Debiti di finanziamento - -

2.03.02 Debiti di funzionamento Ordini/CNG 101.477.30 -Fornitori 10.440.779 1.749.363Fatture da ricevere - 6.900.000 Dipendenti c/retribuzioni 1.905.156 2.330.000Debiti per depositi cauzionali - - Contributi previdenziali ed assistenziali 1.266.000 2.368.000Irpef c/erario 596.000 1.054.000Organi istituzionali compensi - - Debiti diversi (v/esattoria) - 54.823.400

31.12.2000 31.12.20012.04 RATEI E RISCONTI PASSIVI 525.762 310.567

CONTO ECONOMICO

3 PROVENTI DELLA GESTIONE

3.01 PROVENTI DALLE QUOTE 149.404.000 199.590.900

3.02 PROVENTI DIVERSI 22.774.666 27.256.439

3.03 INTERESSI ATTIVI 383.931 705.728

4 COSTI DELLA GESTIONE

4.01 PERSONALEStipendi 23.313.396 39.416.911Oneri previdenziali, assistenziali 6.582.000 7.112.000Indennità diverse 2.146.000 2.856.000

4.02 ACQUISTI MATERIE PRIME E DI CONSUMO 4.953.170 8.960.216

4.03 PRESTAZIONI DI SERVIZIOManutenzione ed assistenza 1.893.700 3.960.560Utenze 5.205.479 4.953.626Prestazioni di terzi 2.808.000 2.808.000Assicurazioni 4.191.000 4.237.100Consulenze 10.647.500 11.586.000Organi istituzionali - -Spese generali 52.851.203 57.107.430

4.04 ONERI FINANZIARI 788.262 1.237.181

4.05 GODIMENTO BENI DI TERZIFitti passivi 48.122.771 49.179.399Leasing - -Noleggi - -

4.06 TRASFERIMENTI AGLI ORDINI/CNG - -

4.07 IMPOSTE E TASSE - -

4.08 AMMORTAMENTI 6.240.390 5.185.129

4.09 ONERI STRAORDINARI - -

Bilancio Consuntivo al 31.12.2001(IV Direttiva CEE) Importi espressi in Lire

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25professioneGeologo 2-2003

Relazione del Presidente sulla gestione del bilancio consuntivo chiuso al 31.12.2001

Gli importi sono espressi in migliaia di Lire

Condizioni operative e sviluppo dell’attività

Durante il corso dell’esercizio 2001, l’Ente ha incrementato i volumi dei proventi, ed in particolare l’aumento ha interessato le entraterappresentate dalle quote.

Fatti di rilievo avvenuti dopo la chiusura dell’esercizio

Nel corso del primo semestre del 2002 è proseguita la normale attività di gestione operativa dell’Ente e non vi sono fatti di rilievostraordinari da menzionare in questa sede, e si prevede pertanto una normale evoluzione dell’andamento gestionale.

Costi

I principali costi relativi alla gestione si possono di seguito evidenziare:

• Materie prime e di consumo L. 8.960• Servizi L. 84.653• Godimento di beni di terzi L. 49.179• Costi per il personale L. 49.385• Ammortamenti L. 5.185• Oneri finanziari L. 1.237

TOTALE L. 198.599

Proventi

Il totale dei Proventi per l’esercizio 2001 è pari a Lire 227.553 ed è così ripartito:

- Proventi delle quote L. 199.591- Interessi attivi L. 706 - Proventi diversi L. 27.256

TOTALE L. 227.553

L’esercizio 2001 ha determinato un avanzo di gestione pari a Lire 28.954

Sedi secondarie

Non esistono sedi secondarie dell’Ente oltre quella legale ed operativa di Via Flaminia, 43.

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26 professioneGeologo 2-2003

Nello scorso notiziario abbiamopubblicato la L.R. 31/2002

“Istituzione del fascicolo fabbricato”, conla quale tutti i Comuni del Lazio sisarebbero potuti dotare di quest’importantestrumento di conoscenza del propriopatrimonio immobiliare.Visti i terministabiliti all’articolo 3 per l’adozione delRegolamento attuativo (90 giorni dalladata d’entrata in vigore della legge),pensavamo di poter pubblicare in questonumero il Regolamento, di commentarlo equindi di stabilire il percorso daintraprendere con i Comuni del Lazio perl’adozione delle relative Delibere attuative;così non è per i ritardi conseguenti alladefinizione del Regolamento, ededichiamo questa pagina all’informazionesul punto in cui siamo arrivati.Il Regolamento regionale è ormai definitonelle sue linee generali; ai lavori dellaCommissione, in realtà non formalmenteistituita, hanno partecipato alternativamenteil sottoscritto e il Segretario Salucci, ovverodue componenti del Consiglio chemaggiormente, anche in passato, si sono

occupati dell’argomento. Nel corso delleriunioni abbiamo ribadito che ogniintervento sul suolo e nel sottosuolo deveessere confortato da un dettagliato studiogeologico, indipendentemente dalla presenzadi vincoli, perché dall’esame dei rischiall’intero territorio regionale, si osserva chein grande questo è caratterizzato da:• diffusi rischi d’esondazione conseguenti

al dissesto idrogeologico e al disordineidraulico;

• franosità e dissesti dei versanti, con lacompromissione di una molteplicità dicentri abitati anche di rilevante valorestorico, artistico e culturale;

• erosione dei litorali che, interessando il50% della costa, mette a repentaglio ilsistema ambientale su cui poggia unaparte importante dell’economiaregionale;

• riclassificazione sismica che il ServizioGeologico Regionale sta predisponendosecondo criteri basati su una maggioresicurezza;

• presenza diffusa di pericolosi fenomenigeologici locali che comportano rischi

per le attività umane, quali emissionigassose in ambiente vulcanico ofortemente tettonico, sprofondamenticarsici, cedimenti dovuti a situazionistratigrafiche particolari e/o alla presenzadi cavità, ecc.

Considerando che la presenza deglielaborati geologici è obbligatoria per tutti icomuni per quanto concerne gli strumentiurbanistici (DGR Lazio 2649/99), mentreper i progetti esecutivi da inviare all’exGenio Civile è limitata ai territoriclassificati sismici o per particolari casiprevisti dal D.M. 11/3/88, ecco che siamotornati a chiedere che anche nel primoesame di un fabbricato sia acquisita ladocumentazione geologica allegata alprogetto (se esistente) o sia effettuata da unGeologo una nuova Relazione Geologicaspeditiva.Non esistendo ancora la versione definitivadel Regolamento, abbiamo pensato direndere pubblica la nostra posizione con unintervento al “Forum sulla sicurezza deifabbricati” organizzato dal CoordinamentoCUP Territoriali Lazio il 21 febbraio 2003a Roma presso la Residenza di Ripetta, ein tale sede abbiamo avuto assicurazioni dal Coordinatore del CUP Prof. Ing.Domenico Ricciardi che le nostre istanzeerano condivise da tutti i componenti dellaCommissione.Nel corso del Convegno i rappresentantidel Comune di Roma hanno comunicatodi aver già predisposto lo schema di deliberacon la quale ripartirà il fascicolo, e che peròquesta potrà essere deliberata solo dopol’adozione del Regolamento regionale.

Sul numero precedente è statapubblicata la Legge Regionaledel 12/09/2002 n.31, relativaal Fascicolo del Fabbricato;all’Art. 3 sono erroneamentesaltate alcune parti.Di seguito si riporta il testoesatto.Ci scusiamo con i lettori.

Art. 3 (Regolamento di attuazione)

1 - La Giunta regionale approva, entro novanta giornidalla data di entrata in vigore della presente legge, unregolamento di attuazione che fissa:

a) lo schema del fascicolo del fabbricato;b) i termini di scadenza per il completamento del

fascicolo del fabbricato nelle aree di particolarerischio;

c) le procedure di compilazione del fascicolo delfabbricato ed il relativo aggiornamento;

d) l’anagrafe degli immobili e le caratteristiche;

e) le modalità ed i principi delle convenzioni che icomuni stipulano con gli ordini ed i collegiprofessionali;

f) le modalità di individuazione delle zone a rischio,per le quali è necessario ed indispensabile laredazione del fascicolo del fabbricato. Dette zone arischio sono classificate a cura dei comuni, in basead un’indagine tecnica che tiene conto dellecaratteristiche sismiche, geologiche e geotermichedel suolo e del sottosuolo, nonché della situazionedella rete fognaria e degli impianti comunali, dellivello della falde freatiche, della presenza diinsediamenti periferici, di centri storici e diabusivismo edilizio.

ERRATA CORRIGE

Ancora qualche informazione e considerazione

da parte del nostro presidente di Fabrizio Millesimi

Notizie da...

Fascicolo del Fabbricato

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Nuove iscrizioni

25 novembre 2002

Garello Marco A.P. n° 1533

13 gennaio 2003

Cappucci Sergio A.P. n° 1534

Cerrone Alessandra A.P. n° 1535

Cicchetti Paolo A.P. n° 1536

Di Alessandro Carola A.P. n° 1537

Di Maggio Rosa Maria A.P. n° 1538

Favata Francesco A.P. n° 1539

Leardini Danilo A.P. n° 1540

Leonardi Marco A.P. n° 1541

Mancini Mauro A.P. n° 1542

Nuccetelli Leonardo A.P. n° 1543

3 Febbraio 2003

Angelozzi ValerioA.P. n° 1544

Incocciati Marco A.P. n° 1545

Invernizzi Paolo A.P. n° 1546

Zanon VittorioA.P. n° 1548

17 Febbraio 2003

Borgia Andrea A.P. n° 1549

Pistilli Cesare A.P. n° 1550

Santucci Luca A.P. n° 1551

Taviani Sara A.P. n° 1552

Trasferimenti

Laureti Lucilla Da A.P. a E.S. n°264

Bonfà Isidoro Da A.P. a E.S. n°265

Trigari AlessandraDa A.P. a E.S. n°266

Rughi Diego Da A.P. a E.S. n°268

Spingi MassimilianoDa A.P. a E.S. n°269

________________________

Leoni Giuseppe Da Ord. Geologi Umbriaa Ord. Geologi Lazio A.P. n° 1547

Riammissioni

20 dicembre 2002

Amadio Vittorio

Cancellazioni

25 novembre 2002

Zantedeschi Luigi

18 dicembre 2002

Scandellari Fabio

13 gennaio 2003

Ambrosetti Pierluigi

Angelone Massimo

Cenci Francesca

De Vittorio Pierluigi

Di Addario Andrea

Iorio Daniela

Marconi Fabio

Ambrosetti Pierluigi

Mesolella Mauro

Russo Pierluigi

Scrocca Davide

3 febbraio 2003

Biagi Mario

Dondolini Alessandro

D’Angelo Pasquale

Gragnani Roberto

Lijoi Mario Pasquale

Rinaldi Sergio

Zanzucchi Pier Luigi

Zocca Attilio

27professioneGeologo 2-2003

Aggiornamento AlboIscrizioni, trasferimenti, cancellazioni

Per qualsiasiinformazione o

segnalazione potetecontattare la Signora

Rosy SaccoTel. 06.36000166 - Fax 06.36000167

e-mail: [email protected]

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28 professioneGeologo 2-2003

Le Circolari del CNG

CIRCOLARE N° 173

Roma, 18 Ottobre 2002Rif.: P/CR.c/3743

Oggetto: Riflessioni sulla decisione 11giugno 2002, 3253 del Consiglio diStato - Sezione IV

La decisione n. 3253 dell’11.06.2002 dellaIV sezione del Consiglio di Stato siriferisce ad un appello proposto dallasezione umbra di Legambiente contro lasentenza del TAR Umbria n. 776/2000che aveva respinto la richiesta, sempre diLegambiente, di annullamento dellaconcessione edilizia della nuova Casermadei Carabinieri in località S. Maria degliAngeli.Le otto motivazioni di appello, sono stategiudicate tutte infondate dalla IV sezionedel Consiglio di Stato che pertanto harespinto il ricorso. Importante risulta ilcommento del sesto motivo di appello,che si riporta tal quale:«Parimenti infondato è il sesto motivo concui si deduce la violazione dell’art.18 dellaLegge n.64 del 1974, non avendo ilComune acquisito, prima del rilascio dellaconcessione edilizia, il nulla osta antisismicoe non avendo allegato gli esiti delle indaginigeologiche e geognostiche. Giustamente ilTAR, sulla scorta del tenore letterale dellanorma sancita dall’art.18, ha esclusol’obbligo di allegazione delle su menzionateindagini in fase di rilascio della concessioneedilizia, costituendo parte integrante dellaprogettazione esecutiva che deve esseredepositata presso l’ufficio tecnico provincialeprima dell’inizio dell’esecuzione dei lavori,cioè prima di dar corso all’esecuzione delprogetto e non prima di ottenernel’approvazione».Il testo della decisione, per la parteriguardante la concessione edilizia, è statopubblicato sul n. 26/2002 di “Edilizia eTerritorio”, con il titolo ridondante “Per la concessione in area sismicaindagini geologiche non necessarie”e con il sottotitolo “ma la documentazioneva allegata al progetto esecutivo prima deilavori”.

Per fare chiarezza, pur prendendo atto chesi tratta di una decisione inappellabile, èbene innanzitutto ricordare che lamedesima ha efficacia di giudicato e valesolo per il caso specifico e non inficia lavalidità di regolamenti e normative piùrestrittive là dove esistono, quali leggiurbanistiche regionali, regolamenti edilizicomunali, norme derivanti dall’attuazionedi strumenti urbanisti ecc.Inoltre è opportuno considerare che sa daun lato è vero che l’art.18 della leggen.64/1974 nel suo “tenore letterale” non siesprime sul fatto che le indaginigeologiche costituiscano condizione per ilrilascio della concessione edilizia, ma sonocomunque da allegare al progettoesecutivo prima dell’inizio dei lavori, èvero però che risoluzioni e provvedimentisuccessivi hanno fatto chiarezza in meritoalla necessità di allegare le indagini allarichiesta della concessione.Infatti a partire dagli anni ’80, conl’entrata in vigore del D.M.21.1.1981,diverse amministrazioni pubbliche poseroquesiti in tal senso al Ministero dei LavoriPubblici, in quanto già nel testo di taledecreto si sosteneva che la relazionegeologica e la relazione geotecnica “fannoparte integrante degli atti progettuali” esorgeva il dubbio sul momentodell’esecuzione delle indagini e dellapresentazione delle relazioni citate.Fu così che il Consiglio Superiore deiLL.PP., nel rispondere ad un quesito delComune di Porcari (LU) con il quale, nelprendere atto dell’entrata in vigore delD.M. 21.1.81, emanante norme sui terrenie le opere di fondazione, si richiedeva “selo studio geologico previsto nel citatoD.M. debba essere presentato all’atto dellarichiesta della concessione o all’atto delrilascio come studio di supporto per unapiù corretta tecnica costruttiva” con ilvoto n°61 del 24.02.1983 affermava chela relazione geologica e la relazionegeotecnica fanno parte integrante degliatti progettuali e che «tali elaboratitecnici dovranno essere presentatiall’atto della richiesta dellaconcessione edilizia inconsiderazione anche che

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29professioneGeologo 2-2003

rappresentano un dato essenzialesulla fattibilità dell’opera».Il voto citato è stato fatto propriosuccessivamente dalle Regioni. Inparticolare si può citare la RegioneToscana che con lettera 7 giugno 1983,prot. 3671, invitava tutti i Sindaci deicomuni della regione a dare pienaattuazione a tale interpretazione dellanormativa tecnica. La stessa Regione, conla Delibera di Consiglio n.94/1985,emanava la direttiva “Indagini geologico-tecniche di supporto alla pianificazioneurbanistica” (D.C.R. n.94/1985) in cui siveniva a ribadire che il rilascio dellaconcessione edilizia è vincolatodall’esecuzione preventiva delleindagini geologiche e geotecnicheindicate, per quella data zona, dallostrumento urbanistico e relative normedi attuazione.Infine è il caso di ricordare che la Legge11.2.1994, n.109, che riguarda i LavoriPubblici, stabilisce (art.16) che già in fasedi progetto preliminare (che è quello cheviene allegato alla domanda di permessoedilizio) si devono illustrare, da parte delprogettista, «le ragioni della scelta dellasoluzione prospettata in base allavalutazione delle eventuali soluzionipossibili, anche con riferimento ai profiliambientali e della sua fattibilitàamministrativa e tecnica».A sua volta il D.P.R. 21.12.1999, n.554“Regolamento di attuazione della L.109/94” chiarisce, all’art.19, che larelazione illustrativa del progettopreliminare contiene, tra l’altro,«l’esposizione della fattibilità dell’intervento,documentata attraverso lo studio diprefattibilità ambientale, dell’esito delleindagini geologiche, geotecniche,idrogeologiche e sismiche di primaapprossimazione delle aree interessate»:in fase di progetto definitivo, che secondol’art.16 della L. 109 deve contenere “tuttigli elementi necessari ai fini del rilasciodelle prescritte autorizzazioni eapprovazioni”, la relazione geologica,come definita nell’art.27 delRegolamento, oltre a comprendere unaserie di valutazioni sulla base di specifiche

indagini,“caratterizza gli aspettistratigrafici, strutturali, idrogeologici,geomorfologici, litotecnici e fisici nonchéil conseguente livello di pericolositàgeologica e il comportamento inassenza ed in presenza delle opere.Da tali normative si evince che larelazione geologica è sempre da riferisi, inprimo luogo, alla valutazione di fattibilitàdell’intervento di progetto, che a sua voltaderiva dalla valutazione di pericolosità delsito in assenza ed in presenza dell’operastessa. Pertanto è evidente che le indaginigeologiche, come indicato quasi 20 annifa dal Consiglio Superiore dei LL.PP.,devono essere eseguite al momentodell’inizio dell’iter della proceduraedilizia. Spostare le indagini e la redazionedella relazione all’atto del rilascio dellaconcessione (oggi “permesso dicostruire”),a progetto ormai chiuso, nonlascia spazio ad una seria valutazione difattibilità e di verifica delle condizionitecniche da rispettare perché il progettosia fattibile, a danno non solo del direttointeressato, ma anche della collettività. Lacalamità, i dissesti, le rovine ed i lutti degliultimi anni ne sono, purtroppo, una provaindelebile.Ma l’ipotesi di rinviare le indaginigeologiche all’atto del rilascio dellaconcessione, contrasta fortemente anchecon uno dei principali concetti ispiratoridella nuova disciplina in materia di lavoripubblici, in cui si cerca, con la valutazionedi fattibilità geologica preventiva, dilimitare al massimo “la sorpresageologica” derivante da un’inadeguataprogettazione delle opere, espedientespesso cavalcato in passato per far lievitarea dismisura i costi degli appalti o pergiustificare la richiesta di varianti in corsod’opera. È riconosciuto da tutti ormai chetale malcostume può essere piùagevolmente contrastato anche e inmisura determinante con una correttaindagine geologica fin dalle prime fasidella progettazione.Infine è appena il caso di ricordare cheanche il D.P.R. 6 giugno 2001, n.380(Testo unico delle disposizioni legislative eregolamentari in materia edilizia), oltre a

confermare, all’art.52, che in tutti iComuni della Repubblica “le costruzionisia pubbliche sia private debbono essererealizzate in osservanza delle normetecniche riguardanti i vari elementicostruttivi”, tra cui quelle relative alle“indagini sui terreni e sulle rocce, lastabilità dei pendii naturali e delle scarpate,ecc.” all’art.93 stabilisce che nelle zonesismiche chiunque intenda procedere acostruzioni, riparazioni o sopraelevazioni,è tenuto a darne preavviso scritto allosportello unico del Comune, che provvedea trasmetterne copia al competente UfficioTecnico della Regione.“Alla domanda”deve essere allegato il progetto, ed alprogetto deve essere allegata la relazionesulla fondazione, che a sua volta contienei calcoli svolti nei riguardi del complessoterreno-opera di fondazione. È ovvio chese tutto questo deve essere allegato “alladomanda”, a maggior ragione le indaginisui terreni e le relative relazioni(geologica e geotecnica) devono essereconcluse prima che la domanda vengapresentata. Ne deriva che nei singoliComuni, in ordine ai progetti presentati eassoggettati alle procedure edilizie, ilresponsabile del procedimento deveverificare che ad ogni progetto sia allegatala relazione geologica e/o geotecnicarelative all’opera richiesta anche perché,in caso di omissione, vi è la possibilità diimpugnazione dell’atto da parte di terzi ela successiva invalidazione da partedell’Autorità Giudiziaria.In conclusione, la decisione n.3253/2002della IV sezione del Consiglio di Stato silimita ad affermare che la mancanza delleindagini e quindi della relazionegoelogica non viola l’art.18 della Leggen.64/1974, violazione che invece era statainfelicemente invocata nel ricorso diLegambiente. Ma è certo altresì che dal1974 non si contano i pareri e lenormative, i regolamenti e gli attid’indirizzo che confermano invece lanecessità, nel pubblico interesse, che leindagini siano effettuate prima dellarichiesta del permesso di costruire e larelazione geologica sia allegata agli attirelativi.

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30 professioneGeologo 2-2003

CNG per la relativa approvazione.

Delibera C.R. 123/02Il Consiglio delibera all’unanimità diincaricare il sig.Andrea Benenati perl’impaginazione grafica dei 3 numeri del2003 del Notiziario.

Delibera C.R. 124/02Il Consiglio delibera all’unanimità diincaricare la Società Lo Studiaccio srl pertutto ciò che riguarda la parte tipografica edi spedizione dei 3 numeri del 2003 delNotiziario.

Consiglio del 13.01.2002Presenti: Amodio, Boni, Gasparini, Paniccia,Millesimi, Ruisi, Salucci.Assenti: Bernardini, Colombi, Paniccia.

Il Presidente informa che il 23/01/03 èstata convocata a Trento la Conferenza deiPresidenti degli OO.RR., il Consiglio delLazio sarà rappresentato dal Presidente o daun suo delegato.

Consiglio del 03.02.2002Presenti: Amodio, Bernardini, Gasparini,Millesimi, Paniccia, Ruisi, Salucci.Assenti: Boni, Colombi.

Il Consigliere Emma Bernardinicomunica che in data 27/01/2003 si sonoconclusi i lavori della Commissione sullospandimento dei reflui zootecnici istituitadalla Provincia di Viterbo e dà lettura deldocumento conclusivo prodotto.

Delibera C.R. 06/03 Su proposta del Tesoriere, il Consigliodelibera all’unanimità di nominare ilConsorzio Nazionale ConcessionariResponsabile del trattamento dei datipersonali relativi trattamento inerente lapredisposizione dei ruoli.

Delibera C.R. 07/03 Il Consiglio, vista la richiesta del Comunedi Valmontone per la nomina di ungeologo nella C.E.C., delibera di indicarela seguente terna:Antonio Vernile,AldoPierro, Fabio Melchiorri.

Consiglio del 11.11.2002c/o Sala Riunioni LL.PP. Provincia di VTPresenti: Bernardini, Gasparini, Millesimi,Paniccia, Ruisi, Salucci.Assenti: Amodio, Boni, Colombi.

Il Presidente comunica di aver richiesto alCoordinatore degli Ordini e CollegiProfessionali della Regione Lazio di farsiportavoce presso la Regione della necessitàdi definire il Regolamento di attuazionedella Legge istitutiva del Fascicolo Fabbricato,rimarcando l’opportunità di parteciparecon un proprio rappresentante ai lavori.

Consiglio del 25.11.2002Presenti: Amodio, Boni, Gasparini,Millesimi, Paniccia, Ruisi, Salucci.Assenti: Bernardini, Colombi.

Il Presidente illustra le delibere diistituzione del Fascicolo Fabbricato pressoil Comune di Cassino e la RegioneCampania.Il Consiglio conferma il mandato alConsigliere Massimo Amodio di delegato inseno all’Associazione degli Ordini e CollegiProfessionali della Provincia di Latina e dà

piena disponibilità a partecipare alla stesuradel nuovo statuto dell’Associazione.

Delibera C.R. 112/02Il Consiglio delibera all’unanimità lapartecipazione del Presidente allaConferenza dei Presidenti degli OO.RR.indetta a Bologna per il giorno il 29/11/02.

Delibera C.R. 113/02Il Consiglio, vista la richiesta del Comunedi Ronciglione (VT) per la nomina di ungeologo nella C.E.C., delibera all’unanimitàdi indicare la seguente terna: GiancarloBruti,Antonio Mancini, Eraclio Tozzi.

Delibera C.R. 114/02Il Consiglio, in ottemperanza con quantoprevisto dal Dlgs 626/94, deliberaall’unanimità di conferire l’incarico diResponsabile della Sicurezza per l’anno2003 il Dott.Vittorio Stocchi.

Delibera C.R. 115/02Il Consiglio, vista le convocazioni delTribunale di Velletri e di Latina deicomitati per l’iscrizione all’Albo dei CTU,delibera all’unanimità di delegare ilTesoriere Claudio Paniccia a parteciparec/o il Tribunale di Velletri e il ConsigiereMassimo Amodio c/o il Tribunale di Latina.

Consiglio del 18.12.2002Presenti: Amodio, Boni, Colombi, Gasparini,Millesimi, Paniccia, Ruisi, Salucci.Assenti: Bernardini.

Il Consiglio delega il Tesoriere ClaudioPaniccia a partecipare, c/o la Provincia diRoma, alla presentazione del PianoTerritoriale Provinciale Generale.Il Presidente rende noto che, in data16/12/02, è stata insediata laCommissione Regionale per ilrecepimento della Normativa Regionaledella Legge Merloni alla quale partecipail Consigliere Massimo Amodio.

Delibera C.R. 120/02Il Consiglio approva all’unanimità ilBilancio Preventivo 2003 predispostosecondo le nuove disposizioni e lo invia al

Attività del ConsiglioLe sintesi delle delibere

Le sintesi delle delibere del

Consiglio, non comprendono

gli aggiornamenti dell’Albo

Professionale, le vidimazioni

delle parcelle e le delibere

di pagamento.

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31professioneGeologo 2-2003

Al Presidente dell’Ordine dei Geologi della ToscanaS E D E

Roma, 08 Novembre 2002Prot.n.: 406/GO/2002

Oggetto: Avviso di Preselezione per conferimento di incarico professionale per lo studio geologico di supporto alla redazione coordinata dei nuovi strumenti urbanistici generali dei Comuni di Volterra e di Monte Catini Val di Cecina.

In merito al Bando di cui all’oggetto, il Consiglio dell’Ordine dei Geologi del Lazio, dopo lettura delle norme per il calcolo del corrispettivo delle prestazioni professionali, ritiene che non rispettino il Tariffario Professionale dei Geologi (D.M. 18/11/1971 e successive modificazioni).

Si richiede pertanto di intervenire facendoci conoscere leeventuali determinazioni prese.

Cordiali saluti.Il PresidenteDott. Geol. Fabrizio Millesimi

Su segnalazione di un iscritto,

che ci ha inviato l’intera documentazione,

il Consiglio ha ritenuto di chiedere

l’annullamento e la rettifica a norma di Legge.

Si riporta la nota inviata all’Ente e all’Autorità

di Vigilanza sui Lavori Pubblici.

Raccomandata a.r.

Alla XV Comunità Montana “Valle del Liri”Via del Soldato Ignoto 03032 ARCE (FR)

p.c.: All’Autorità di Vigilanza sui LL.PPServizio Ispettivo - Servizio Vigilanza, accertamenti ed ispezioniper la Regione LazioVia Ripetta, 246 00196 - ROMA

Roma, 03 Febbraio 2003Prot.n.: 52/V/2003

Oggetto: Bando di gara per la progettazione delle opereper la prevenzione e la lotta agli incendi boschivi nelterritorio della XV Comunità Montana “Valle del Liri”

Con la presente si richiede l’immediato annullamento degli esitidella gara in oggetto per le motivazioni appresso esposte.

Al punto 3 del Bando, tra le varie prestazioni professionali, vieneesplicitamente richiesta la relazione geologica ed idrogeologica, ciòad indicare il fatto che sia stata già individuata la necessità di unostudio geologico nell’ambito della progettazione delle opere inoggetto.Ad avviso dello scrivente Ordine quanto suddetto si traduce nelfatto che, per espletamento di una tale prestazione professionale, ilGeologo deve figurare ufficialmente in uno dei cinque “Soggettiche possono presentare l’offerta” (punto 9 del bando), odirettamente incaricato dall’Ente appaltante mediante un’ulterioredifferente procedura di affidamento dell’incarico specifico.Dai verbali risulta che dei tre Raggruppamento Temporaneo diProfessionisti (R.T.P.) partecipanti alla gara, solo in uno è presenteun Geologo libero professionista come componente ufficialementre, nei rimanenti due R.T.P. la figura del Geologo non vieneindicata come componente ufficiale, ma indicato dal R.T.P. nellalettera di presentazione come professionista successivamenteincaricato dal raggruppamento stesso nel caso di affidamentodell’incarico. Quest’ultima appare palesemente come unasituazione di subappalto di prestazione professionale, al contrariodi quanto previsto dalla normativa vigente in materia e di quantoribadito al punto 11 del stesso bando di gara.Quanto affermato è stato fatto rilevare e successivamenteverbalizzato dal rappresentante di una R.T.P.Gli elementi suesposti rendono l’esito di gara irregolare sul pianogiuridico e non conforme alla legge 415/98 sui LL.PP., alRegolamento 554/99 ed allo stesso bando di gara, per cui sichiede l’annullamento dell’affidamento dell’incarico e la relativarettifica a norma di legge.Si resta disponibili ad ogni eventuale chiarimento.Quest’Ordine si riserva comunque ogni azione, anche legale,a tutela della professione di Geologo.

Il PresidenteDott. Geol. Fabrizio Millesimi

Linea direttaLa corrispondenza

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Eccoci pronti per intraprendere un altroitinerario geologico-gastronomico che

riguarderà il “paesaggio geologicovulcanico e sedimentario a Nord diRoma”. Devo premettere, che ho accettatosubito con entusiasmo l’invito del Direttoreper offrire il mio contributo, anche se datanto tempo non mi cimento a scriverearticoli; ma una volta scacciati i dubbi, toltele ragnatele dalla penna, vi farò da guidaper questa escursione.Si parte da Roma percorrendo la S.S. 2Cassia fino all’abitato di La Storta dove sidevia per la S.S. 493 Braccianese, prima diraggiungere l’abitato di Bracciano,scorgiamo sulla destra della carreggiatastradale parte della depressione vulcanico-tettonica che ospita il Lago di Bracciano. Siprosegue in direzione di Manziana,deviando verso sinistra al bivio con la S.P.Sasso-Manziana (2/c); dopo il km 13s’incontra, sul lato sinistro, il cartellomarrone della Riserva Naturale “Caldara diManziana”, da qui si percorre un tratto di500 metri di strada non asfaltata. A questopunto, alla fine della via, si lascia l’auto e siprosegue a piedi, per effettuare la primasosta dell’itinerario.All’inizio del sentiero troviamo una tabelladi legno con le indicazioni descrittive suquesto piccolo e inconsueto tesoronaturalistico: si tratta di un crateredell’attività terminale del distrettoVulcanico Sabatino. Il cratere è benriconoscibile dal bordo circolare chedelimita un piccolo fondovalleperfettamente pianeggiante. Lungo ladepressione numerose emissioni gassose diH2S e CO2 creano polle gorgoglianti inmovimento sulle superfici degli specchid’acqua, testimonianza dell’attività post-vulcanica locale.A causa dell’ambientesulfureo, la vegetazione comprende specieinsolite come cappellini delle torbiere eun boschetto di Betulle (unico nel suogenere nel Lazio).A Manziana è possibile mangiare la Pizza di

Pasqua, il Pane dei Morti (da un’anticaricetta Etrusca) e i tozzetti da comprare neivari forni a legna del paese, oppure fermarsialle trattorie Il Sorcetto o da Antonio (vicinoalla Caldara di Manziana), che è rinomataanche per le specialità di pesce.Risaliti in macchina si ritorna di nuovosulla Braccianese e dopo aver superatol’abitato di Manziana si prosegue indirezione di Canale Monterano.Arrivati nelpaese, andiamo alla Sede della “RiservaParziale Naturale di Monterano” (ilDirettore è il nostro collega FrancescoMantero) per consultare materialeillustrativo sulla riserva e la cartografia suisentieri naturalistici. Quest’area protetta digran fascino ubicata fra i Monti della Tolfae i Monti Sabatini, offre aspettirappresentativi degli ambienti caratteristicidi entrambi i comprensori.Al primoappartiene il paesaggio geologico deiterreni sedimentari calcareo-marnosi (Unitàcretacico-oligoceniche dei Flyschalloctoni). Le piroclastiti provenientidall’attività dei Monti Sabatini, invece,caratterizzano il paesaggio vulcanico“etrusco” delle forre incise dall’azioneerosiva dei corsi d’acqua ricadenti nelbacino idrografico del Mignone. Sorgentiminerali, termominerali con emissionigassose (H2S e CO2) come le TermeStigiane e una piccola solfatara nella concadel Torrente Biscione, in prossimità dellarocca dell’antico abitato di Monterano,costituiscono i residui dell’attività vulcanicadella zona.A Canale Monterano è possibile mangiarel’Acquacotta, una zuppa contadina a base diverdure che si prepara nella sua versionepiù semplice, facendo cuocere in acqua lepatate insieme alla mentuccia, aglio,peperoncino un po’ di pomodoro e allevolte la cicoria. L’acqua così bollita vieneversata nei piatti in cui sono state dispostedelle fette di pane. Ci si può fermare anchealla trattoria Il Canaletto, cucina locale ecroata, o alla Riserva.

32

Rilevando e mangiandoescursioni geo-gastronomiche nel Lazio

In questo numero viaggeremo

lungo un percorso geologico

fra la province di Roma e

Viterbo, all’interno di antichi

borghi etruschi sospesi su

speroni di piroclastiti a picco

su valloni incisi e parchi

naturali dove ritemprarsi e

riscoprire la dolcezza della

natura a pochi chilometri

dalle grandi città.

Roma-Bracciano-Manziana-CanaleMonterano-Barbarano Romano

professioneGeologo 2-2003

Proponeteci i vostri itinerari geologicima non scordate di indicare

le soste gastronomiche!

di Eugenio Di [email protected]

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Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo versol’abitato di Montevirginio per tornare sullaS.S. Braccianese in direzione di OrioloRomano. Poco prima di giungereall’abitato di Vejano vediamo il cartellomarrone che indica sulla destra la SorgenteAcquaforte di Vejano. Si percorre, seguendole indicazioni, una carrabile che ci conducealla captazione della sorgente d’acquaferruginosa, leggermente frizzante, usata peruso idropinico per le sue qualitàterapeutiche. E’ visibile, in prossimità dellamanifestazione sorgentizia, un taglioartificiale in cui si osserva la parte basaledella colata piroclastica del “Tufo Rosso ascorie Nere degli Auct.”. Si tratta dibanconi di pomici bianche, ricche incristalli di sanidino, in tipica giacitura congradazioni inverse.Tali livelli poggiano suuna cinerite bruna alterata, di sotto allaquale vi è un deposito lacustre.Dopo la breve sosta si riprende la S.S.Braccianese e ci si dirige verso BarbaranoRomano, dove ci si può fermare presso ilcentro visita del “Parco SuburbanoMarturanum”, per acquisire utiliinformazioni sull’area.Qui se si ha fame bisogna assaggiare laZuppa di fagioli e finocchio o la Pezzata(carne di pecora sgrassata) o la famosa“Attozzata” (ricotta calda servita perl’occasione in ciotole di coccio e con tozzidi pane); fra i dolci segnaliamo i tozzetti ela “Nociata” (noci tritate e miele servitesulle foglie di alloro); i posti checonsigliamo sono la trattoria la Pacchiona,dove un cartello scritto in dialetto invita a

fermarvi (N’do vae, venemecchì), o alla trattoria Il Vecchio Orologio.Una volta rifocillati si inizia ad ammirare ilterritorio protetto di Marturanum che èrappresentativo di due distinti ambientigeologici, in cui la presenza dei diversilitotipi caratterizza la morfologia dell’area.Il primo, contrassegnato da forme aspre enette con pareti subverticali, è dominato dal “Tufo Rosso a scorie Nere degli Auct”,ignimbrite emessa dal Distretto vulcanicoVicano; il secondo è invece caratterizzatodai “Flysch dei Monti della Tolfa”, argille ecalcari marnosi, che configurano unpaesaggio collinare con blande pendenze.Accanto a questi litotipi, compaiono anchepiccoli affioramenti di argille “varicolori oscagliose”. Seguiremo perciò due diversipercorsi. Il primo sentiero, che interessal’area dei “Valloni”, inizia dalle mura diBarbarano, passando nella via centrale delpaese.Attraverso l’antica Porta Canale, unascalinata conduce ai piedi dello speronetufaceo su cui sorge l’abitato storico.In fondo alla discesa si gira a destra, e ciimbattiamo in un piccolo fontanile checapta una sorgente mineralizzata detta“acqua magnesiaca”, che è potabile anchese dotata di un marcato sapore metallico.Più avanti il sentiero attraversa il fosso, e cisi trova in un ambiente molto peculiare conpareti di tufo sub verticali, di diverse decinedi metri, che testimoniano le buonecaratteristiche meccaniche del tufo nelreggere le più elevate pendenze.Il modellamento del pendio avvieneprincipalmente per fenomeni di crollo.

Uno dei puntimigliori per l’osservazione deltufo è l’interno della Tomba deiLetti, intagliata in un affioramentoparticolarmente rappresentativo

del “Tufo Rosso a scorieNere”. È possibile osservare

in dettaglio, le “scorienere” e i cristalli dileucite alterata.Con il secondopercorso si entra nelmondo del “Flysch dellaTolfa”, costituito da strati

di argilla e calcaremarnoso.

Il versante alla destra oltre lasponda è costituito da Flysch, mentre non èpresente il tufo che giace all’iniziodell’impluvio. Questa situazione è plausibiletenendo conto delle modalità di messa inposto della colata piroclastica, che s’incanalain preesistenti paleoincisioni tendendo acolmarle. Il sentiero che dobbiamopercorrere ha inizio in località Pietro Picadove è presente un’area di sosta attrezzataed è stato posizionato un cartello con leindicazioni. Seguendo le informazioni e lesegnalazioni ci s’inoltra nel Bosco dellaBandita fino a giungere alla località ilQuarto, dove predominano nettamente iterreni flyschoidi. Il paesaggio colpisceimmediatamente per la sua diversità rispettoall’area dei Valloni, infatti, mancano leprofonde scarpate dei tufi, la morfologia èblandamente ondulata tipica delle areecostituite da materiali argillosi; si notanopiccoli smottamenti e fenomeni erosivi didissesto in atto. Un punto degnod’attenzione, dove osservare talefenomenologia, è la zona immediatamentea ridosso dell’ingresso principale dell’areadel Quarto. In questa località affiora unpiccolo lembo di “Argille Varicolori”, nellaloro tipica colorazione variabile dal verdeazzurro al rosso cupo (per la presenza dimanganese e ferro in vario statod’ossidazione). I materiali sononotevolmente sfogliettati e solcatidall’intensa azione erosiva delle acquemeteoriche, con completa assenza divegetazione e di suolo.

33professioneGeologo 2-2003

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34 professioneGeologo 2-2003

Corsi e Convegni

3-4 aprile 2003

10-11 aprile 2003

11-13 maggio 2003

12-16 maggio 2003

14-16 maggio 2003

22 maggio 2003

4-5 giugno 2003

17-20 giugno 2003

RiminiPrimo Forum NazionaleRischio idraulico e assetto della rete idrografica nella pianificazionedi bacino. Questioni, metodi, esperienze a confrontoNuovo Quartiere fieristicoSegreteria tecnico-operativa dell’Autorità dei Bacini Regionali RomagnoliPiazza Morgagni, 2 - 43100 Forlì - Tel. 0543.378511 - Fax 0543.378523E-mail: [email protected]

Pomigliano D’Arco (NA)V giornata di studioL'ingegneria naturalistica nella difesa del suoloEsperienze in ambito MediterraneoCantiere didattico - Prova di monitoraggioA.I.P.I.N. Sezione Campania. In collaborazione con CO.GI.D.Ambiente s.r.l.Informazioni: 348.1300941 ore 10-13 e 15-17E-mail: [email protected] - www.aipin.it/pomigliano.htm

SorrentoInternational Conference on IC - FSM 2003 - Fast Slope Movements Prediction and Prevention for Risk Mitigation Associazione Geotecnica Italiana (AGI)Seconda Università di Napoli - Università di Napoli Federico II - Università di SalernoTel: 089.964329 - Fax: 089.964045E-mail: [email protected] - www.unina2.it/flows2003/

SorrentoWorkshop internazionaleIW - Flows 2003 - Occurrence and Mechanisms of Flows in Natural Slopes and Earthfills Associazione Geotecnica Italiana (AGI)Seconda Università di Napoli - Università di Napoli Federico II - Università di SalernoTel: 089.964329 - Fax: 089.964045E-mail: [email protected] - www.unina2.it/flows2003/

RomaCorso di aggiornamentoLa Valutazione di Impatto Ambientale: Aspetti tecnici e normativa di riferimentoSocietà Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA Lazio) Segreteria organizzativa: Italdidacta srl - Via Giacomo Delitala, 54 - 00173 RomaTel/Fax: 0775.577100 - E-mail: [email protected] - www.sigea.org

ViterboGiornata di studioLe risorse idriche nel viterbese: salvaguardia e sviluppo sostenibileUniversità degli Studi della Tuscia - Aula Magna “G. Mendel”Via S. Giovanni Decollato, 1 - Viterbo - Tel: 0761.357356 - 0761.357402 - Fax: 0761.357327E-mail: [email protected]

RomaCorso di Aggiornamento professionaleGestione dei geositi italianiSocietà Italiana di Geologia Ambientale (SIGEA)Segreteria organizzativa: Italdidacta srl - Via Giacomo Delitala, 54 - 00173 RomaTel/Fax: 0775.577100 - E-mail: [email protected] - www.sigea.org

BolognaCongresso4° Congresso Europeo sulla cartografia geoscientifica regionale e i sistemi informativiFreistaat Bayern - Catalunya - Regione Emilia-RomagnaTel. 051.284792 - Fax 051.284208E-mail: [email protected] - www.regione.emilia-romagna.it/geologia