Il Pronome

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Il Pronome 1. Funzione sostitutiva e funzione deittica del pronome 2. Pronomi personali soggetto 3. Pronomi personali complemento 3.1. Forme toniche 3.2. Forme atone 3.3. I pronomi riflessivi 3.4. Le particelle pronominali ci, vi e ne 3.5. I pronomi combinati 4. Pronomi allocutivi L'errore Questa è successa a una mia amica. Va a una visita di controllo dallo specialista che la segue. Lui le prescrive una radiografia di controllo. Lei va in un laboratorio, fa l'esame, porta la lastra allo specialista. Lui la guarda, poi l'occhio gli cade sull'etichetta con il nome del paziente apposta dal laboratorio. Dice: "Guardi qua: c'è un nome maschile. Le hanno dato le lastre di un altro, di un uomo per giunta. E certo, lo dicevo io: la carenatura è quella di un uomo, si vede subito!". Lei torna al laboratorio, fa vedere l'etichetta. Quelli, mortificati, rifanno le lastre. La consegna tarda. Il tecnico alla fine arriva con la lastra del giorno e quella precedente. Le mostra alla mia amica. Dice: "Vede? Abbiamo fatto sì un errore, ma solo nel mettere l'etichetta di un altro invece della sua. Le due lastre sono identiche, guardi. Anche quella di prima era sua". "Non era la carenatura di un uomo?" "No, è la sua". Adesso lei non sa se tornare dallo specialista che non distingue un uomo da una donna. (Gabriele Romagnoli, “Navi in bottiglia”) Osserviamo nel testo vari tipi di pronomi, usati, per lo più, per sostituire dei nomi. Per esempio, (una mia) amica è sostituito, solo nelle prime due righe, da tre pronomi: la (segue), (lui) le (prescrive), lei (va). Sono quindi tutti

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Il Pronome

1. Funzione sostitutiva e funzione deittica del pronome2. Pronomi personali soggetto3. Pronomi personali complemento

3.1. Forme toniche3.2. Forme atone3.3. I pronomi riflessivi3.4. Le particelle pronominali ci, vi e ne3.5. I pronomi combinati

4. Pronomi allocutivi

L'errore

Questa è successa a una mia amica.Va a una visita di controllo dallo specialista che la segue. Lui le prescrive una radiografia di controllo. Lei va in un laboratorio, fa l'esame, porta la lastra allo specialista. Lui la guarda, poi l'occhio gli cade sull'etichetta con il nome del paziente apposta dal laboratorio. Dice: "Guardi qua: c'è un nome maschile. Le hanno dato le lastre di un altro, di un uomo per giunta. E certo, lo dicevo io: la carenatura è quella di un uomo, si vede subito!".Lei torna al laboratorio, fa vedere l'etichetta. Quelli, mortificati, rifanno le lastre. La consegna tarda. Il tecnico alla fine arriva con la lastra del giorno e quella precedente. Le mostra alla mia amica. Dice: "Vede? Abbiamo fatto sì un errore, ma solo nel mettere l'etichetta di un altro invece della sua. Le due lastre sono identiche, guardi. Anche quella di prima era sua"."Non era la carenatura di un uomo?""No, è la sua".Adesso lei non sa se tornare dallo specialista che non distingue un uomo da una donna.

(Gabriele Romagnoli, “Navi in bottiglia”)

Osserviamo nel testo vari tipi di pronomi, usati, per lo più, per sostituire dei nomi. Per esempio, (una mia) amica è sostituito, solo nelle prime due righe, da tre pronomi: la (segue), (lui) le (prescrive), lei (va). Sono quindi tutti pronomi personali di III-a persona, femminile, singolare che hanno funzioni sintattiche differenti (perciò le forme diverse): lei funge da soggetto, la da CO e le da CT.

La funzione principale del pronome è infatti quella sostitutiva, una funzione stilistica perché permette di evitare inutili ripetizioni. Osserviamo che la maggior parte dei pronomi del testo svolgono questa funzione: lo specialista è sostituito da lui (soggetto), gli (CT). Oltre ai pronomi personali, gli altri pronomi svolgono la stessa funzione: i dimostrativi (questa, quella), possesivi (la sua), indefiniti (un altro). In realtà, si vedrà che il pronome può sostituire anche altre parti del discorso.

Oltre ai pronomi che sostituiscono I nomi, ce ne sono alcuni che servono per rivolgersi direttamente all’interlocutore: Le (v. Le hanno dato le lastre di un altro, di un uomo per giunta). Quando il pronome personale si riferisce ad una persona presente all’atto di comunicazione, svolge una funzione deittica; quando, invece, si usa con riferimento ad una persona/cosa precedentemente menzionate nel discorso, svolge una funzione sostitutiva o anaforica.

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1. Funzione sostitutiva e funzione deittica del pronome

Il dizionario Zingarelli definisce il pronome come “parte variabile del discorso che fa le veci del nome”, indicando anche i tipi di pronomi : personale, dimostrativo, possessivo, interrogativo, relativo. Infatti, l’etimologia del termine indica appunto questa funzione sostitutiva del pronome ( lat. pronōme(n), propr. ‘al posto del nome’, comp. di pro- (1) e nōmen ‘nome’; calco sul gr. antōnymos ☼ av. 1328]).

In realtà, il pronome può sostituire, oltre che al nome, un aggettivo, un verbo o un altro pronome:

(1) “Si diceva che Maria era la più brava e lo era veramente” (aggettivo)(2) “Non aveva studiato per l’esame e il professore lo capì subito (verbo)(3) Anche quella di prima era sua (un altro pronome)(4) - Quando finisce la crisi? / - Non lo sappiamo. (un’intera frase)

I pronomi io e tu (di I-a e II-a persona, sing.) hanno una funzione deittica. L’origine stessa del termine “deittico”, il greco deixi significa “atto di mostrare”.

Nella frase, Tu vieni con me e voi andate con Paolo

si capisce che tu e voi sono presenti alla conversazione: il parlante può infatti accompagnare le sue parole di un gesto, additando i destinatari del messaggio (o ammicando).

Il pronome di terza persona, lui o lei, può essere deittico se riferito ad una persona presente alla conversazione:

Lui viene con me e voi andate con Paolo. (il parlante indica con un gesto chi è lui).

Se, invece, la persona non è presente, il pronome fa riferimento a un elemento (nome o altro) presentati in precedenza.Ritorniamo al testo (intervenendo con piccole modifiche):

Una mia amica amica va a una visita di controllo dallo specialista. Lui le prescrive una radiografia.

In questo caso, lui sostituisce lo specialista (che è l’antecedente) e le sostituisce una mia amica.

I pronomi lui e le sono entrambi anaforici. A differenza dei deittici, i pronomi anaforici hanno una funzione sostitutiva. Da un punto di vista sintattico, i pronomi lui e le hanno funzioni diverse: soggetto (lui) e complemento di termine (le). Osserveremo, nelle sezioni successive, tutte le forme pronominali che fungono da soggetto e da complemento.

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2. Pronomi personali soggetto

I pronomi personali soggetto nella lingua italiana hanno un uso piuttosto limitato perché la persona viene indicata dalla desinenza verbale (cf . il verbo xxzz):

Arrivo oggi e parto domani.

Non c’è bisogno di specificare la prsona (io) perché viene indicata dalla desinenza verbale, -o. Tutte le persone sono indicate dalla desinenza:

Arrivi (-a, -iamo, -ate, -ano) oggi e parti (-e, -iamo, -ite, -ono) domani.

Esistono però molte situazioni in cui l’uso dei pronomi personali soggetto è necessario. Illustriamo il quadro dei pronomi con le forme per le tre persone del singolare e plurale:

singolare pluraleI io noi*

II tu voi*

III egli, lui, esso (M)

ella, lei, essa (F)

essi (M)

loro (M, F)

esse (F)

*noialtri;**voialtri

2.a. Caratteristiche dei pronomi personali soggetto

I pronomi personali di I-a e II-a persona, singolare e plurale, sono invariabili quanto al genere:

Io resto qui e tu vai via.

Noi restiamo qui e voi andate via.

Io e tu si usano sempre come soggetti e hanno una funzione deittica, indicando rispettivamente chi parla (il locutore) e chi ascolta (l’interlocutore).

I pronomi personali di III-a persona, singolare e plurale, presentano una diversità di forme corrispondenti al tipo di nome cui fanno riferimento e al livello o varietà della lingua scritta o parlata:

[Dardano (p 195):]

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M: Egli/lui/esso

pronome

il nome indica: livello/varietà della lingua:

egli personelui persone + animali + cose spec. nella lingua parlataesso animali + cose

nomi astrattiuso estremamente limitato nella lingua correnteregistro elevato (es. relazioni ufficiali, lezioni, conferenze)

F : Lei, essa, ella

lei persone + animali + cose spec. nella lingua parlataessa animali + cose

nomi astratti + personeuso sempre meno comune e limitato al registro letterario o all’italiano regionale

ella persone caduto in disuso, spec nel parlato e sentito come letterario e sollenne

Pl (M e F) : Loro, essi, esse

loro personeanimali + cose sopprattutto nel parlato

Essi esse

personeanimali + cose

Esempi:

M: Egli/lui/esso

Ho chiesto al professore di intervenire, ma lui non mi ha voluto sentire. (meno comunemente egli)

Cercai di trattenere il cane, ma esso si era già avventato sullo sconosciuto (anche lui)

“Se il principio di responsabilità dunque è messo al primo posto, la libertà è, come affermato, ad esso subordinata”

F : Lei, essa, ella

La tua amica rimpiange ancora il suo ex anche se lei non lo dice. (meno comunemente essa, ancora più raramente ella)

L'orso stava per mangiare la volpe, ma essa gli disse […]

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Viveva una volta una volpe: essa era piú debole del lupo e perciò doveva fargli da serva. Un giorno essi andavano per il bosco [...]

Pl (M e F) : Loro, essi, esse

Si fidava dei giovani e loro si fidavano di lui. (oppure essi)

Appaiono le prime regole di comportamento e con esse I primi risultati.

2.b. Osservazioni sull’uso obbligatorio e/o facoltativo dei pronomi soggetto

Se in molti casi, l’uso del pronome personale soggetto non è necessario, in quanto, come detto sopra, la desinenza verbale indica la persona, ci sono situazioni in cui il pronome si usa in modo necessario. Eccone alcune situazioni:

Con i verbi al congiuntivo presente dove la desinenza è la stessa per le tre persone del singolare (cf. il verbo, 2,z,w) e al congiuntivo imperfetto, dove la stessa ambiguità riguarda la prima e la seconda persona del singolare:

“È poco probabile che sia presente” può significare “che io/tu, lui/lei sia presente”.

“Era poco probabile che fossi presente” può significare “che io/tu fossi presente”.

È ovvio che in questi casi, l’uso del pronome personale è necessario per indicare la persona:

Si pensa che io (tu, lui/lei) sia in totale disaccordo con il regolamento. Si pensava che io (tu) fossi in totale disaccordo con il regolamento. Il professore sarà molto contento se io (tu, lui/lei) riesca a superare la prova. Il professore sarebbe molto contento se io (tu) riuscissi a superare la prova.

Esistono, inoltre, determinati contesti in cui la forma libera del pronome è necessaria:

Quando si vuole mettere in rilievo il soggetto enfasi con l’inversione del soggetto: Ci vado io / Glielo dici tu! / Vi aiutano loro. enfasi e contrapposizione: Noi vi abbiamo incoraggiato (non loro) / Tu ti divertivi mentre

io studiavo. enfasi con frasi scissa: Era lui che cercavano. Quando manca il verbo: Voi poveri? Non l’avrei detto… / Chi non ha capito, tu (lui,.. )?/

- Chi mi da una mano? / - Io

Il pronome personale soggetto può essere rafforzato da stesso (io/tu/lui stesso, noi/voi/stessi). Noi e voi può essere rafforzato anche con altri: noi altri, voi altri (o, anche in grafia unita, noialtri, voialtri)

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3. Pronomi personali complemento

Caratteristica principale del sistema dei pronomi personali complemento è la presenza di due serie pronominali:

- La serie libera (detta anche tonica)- La serie clitica (detta anche atona).

Le due categorie corrispondono al funzionamento dei pronomi: sono liberi o tonici, i pronomi che possono avere un’esistenza autonoma e clitici o atoni, i pronomi che stanno sempre “appoggiati” ad un verbo, come si nota negli esempi:

- Ho parlato con lui.- Con chi hai parlato?- Con lui!

- Gli ho parlato.- A chi hai parlato?- *Gli

Le forme toniche si usano per dare un particolare rilievo al pronome. Osserviamo le differenze tra (i) e (ii):

(i) Offro un bel regalo a lei (forma tonica)(ii) Le offro un bel regalo. (forma atona)

3.1. Forme toniche

Le forme pronominali toniche dette anche pronomi liberi, godono di piena autonomia rispetto al verbo, nel senso che possono apparire liberamente sia prima che dopo di esso, o, come si è visto sopra, senza verbo:

Lui ha parlato. Ha parlato lui. o Chi ha parlato? Lui.

Con me ha parlato. Ha parlato con me. Con chi ha parlato? Con me.

Dal punto di vista formale, I pronomi personali complemento differiscono dai pronomi soggetto solo nella I-a e II-a persona del singolare:

singolare pluraleI me noi

II te voi

III lui, esso (M)

lei, essa (F)

loro, essi (M)

loro, esse (F)

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sé (riflessivo) sé (riflessivo)

Noi e voi si usano sia come soggetti sia come complementi:

- Noi ci fermiamo qui, voi che fate?- Ci fermiamo qui con voi.

3.1.a. Uso dei pronomi tonici:

singolare e plurale: S ono d’accordo con lui/lei/loro; mi fido di lui, lei, loro

singolare pluraleI-a persona Cercano me

Parlano di meVieni con me!

vengono da (con) noisi fidano di noisi è scusato con noi

II-a persona Amano teAbbiamo paura di teUna sorpresa per te...

vengono da (con) voisi fidano di voimi congratulo con voi

III-a persona

sé riflessivo*

Sono d’accordo con lui/leiMi fido di lui, leiParla solo di sé

*quando si riferisce al soggetto della frase

Osservazioni!

Le forme di terza persona, esso, essa, essi, esse, presentano alcune limitazioni:- si riferiscono solo ad animali e cose (lui, lei, loro – nella lingua parlata)- si possono adoperare solo come complemento indiretto, ma non come CO: Come i pronomi soggetto, anche le forme toniche possono essere rafforzate dall’aggettivo

stesso:

Faccio I conti con me stesso

Conosci te stesso

Fa solo del male a se stesso

I pronomi tonici si usano:

- Obbligatoriamente in funzione di complemento indiretto di termine, quando e introdotto dalla preposizione a: “Consegna il libro a me”.

- Obbligatoriamente in funzione di complemento indiretto introdotto da qualsiasi preposizione o locuzione preposizionale: “Questo regalo è per te o per lui?”; “Arriveremo dopo di te“.

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- Di preferenza, in funzione di complemento oggetto diretto, specialmente se si vuole mettere in evidenza il pronome: “Laura ha visto te e non ha capito più niente”; “Vogliono lui”.

3.2. I pronomi atoni (la serie clitica)

I pronomi clitici possono avere la funzione di CO o di CT, le differenze formali essendo specifiche solo per la III-a persona, singolare e plurale:

I II III I II III

C.O. mi ti lo, la ci vi li, le

C.I. mi ti gli, le ci vi loro

C.O.

Mi [ti / lo / la,la / ci / vi / li, le] guardano tutti.

L’insegnante mi [ti / lo / la / ci / vi / li / le] chiamò per nome.

C.I.

Il poliziotto mi [ ti / gli / le / ci / vi] disse di ritornare a casa.

Il poliziotto disse loro di ritornare a casa.

Per la sua festa, gli / le darò questi fiori.

ESERCITAZIONI

Domani Anna mi [ …/ .. / ... ] dirà tutto.... // Ieri Luca mi [ …/ .. / ... ] ha spiegato la situazione //

Osservazioni

I pronomi clitici occorrono sempre vicini a una forma verbale che li regge perché non possiedono un accento proprio. La posizione dei pronomi atoni dipende dal tipo di verbo:

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- se il verbo è a una forma personale (indicativo, congiuntivo, condizionale), il pronome clitico viene collocato prima (forma proclitica):

Lo vedo e gli parlo / L’ho visto e gli ho parlato.

- se il verbo è a una forma impersonale (infinito, gerundio, participio), il pronome clitico si colloca dopo (forma enclitica):

Ho bisogno di parlarti.

Esco per comprargli medicine.

Non vedendoti mi sono preoccupato.

La proposta da voi fattami è inaccettabile.

- se il verbo è all’imperativo, sono possibili le seguenti situazioni:a. posizione enclitica con l’imperativo che esprime un ordine o un’esortazione: Dammi /

Datemi un po’ di tempo.b. Quando l’imperativo è alla forma negativa esprime un divieto; il pronome sta sia in

posizione proclitica che in posizione enclitica: Non lo toccare – Non toccarlo.c. Se la forma dell’imperativo è breve (da’, di’, fa’, sta’, va’), i pronomi atoni raddoppiano

la consonante iniziale: Dimmi tutto!; Datti da fare!; Fammi questo favore!; Stammi a sentire!; Vattene!. Attenzione! Il raddoppiamento della consonante non avviene con il pronome gli: Dagli tutto! Stagli vicino!

3.3. I pronomi personali riflessivi

I pronomi riflessivi rimandano alla persona che compie l’azione e perciò si riferiscono sempre e soltanto al soggetto. Le forme riflessive dei pronomi sono:

SINGOLARE PLURALE

I-a persona Mi Ci

II-a persona Ti Vi

III-a persona Si

Si

Sé, loro

Esercitazioni. Coniugate i verbi: svegliarsi, guardarsi, pentirsi, lamentarsi

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I pronomi riflessivi hanno la funzione di complemento oggetto. In alcuni casi, possono essere usati con la funzione di complemento di termine: “Paola si disse (disse a sé) che era meglio star zitta”.

Osservazioni

Per la III-a persona singolare e plurale, accanto alla forma atona esiste anche la forma tonica sé che viene usata per lo più insieme con gli aggettivi stesso e medesimo:

- facoltativamente, quando si vuole dare più rilievo all’espressione: “Paolo difende troppo sé (oppure se stesso) e i suoi amici;

- obbligatoriamente, quando il pronome riflessivo è introdotto da una preposizione: Paolo pensa soltanto a sé e parla soltanto di sé.

3.4. Le particelle pronominali Ci/Vi e Ne

A. Le particelle CI e VI

Le particelle ci e vi sono delle particelle avverbiali che possono svolgere la funzione di:

a) avverbi di luogo:

Questo paesino è meraviglioso: ci vivo benissimo. (= qui, in questo luogo)

Questa è la mia casa: ci abito da poco tempo.

Non sono ancora andato al supermercato, ma ci andrò fra poco. (= là, in quel luogo)

I miei nonni hanno una bella casa in campagna: ci vado spesso.

Quella strada così stretta e tortuosa è poco sicura: non ci passerò più. (=per quel luogo)

b) pronome dimostrativo, per lo più, con valore neutro:

Partire? Non ci penso neppure (= a ciò).

Gianni vuole andare in vacanza da solo: io non ci vedo nulla di male (= in ciò).

Sarà anche vero, ma io non ci credo (= ciò).

Non ci capisco niente(= di ciò).

B. La particella NE

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Anche la particella ne ha originariamente valore avverbiale: essa sostituisce un complemento circostanziale di luogo introdotto dalla preposizione da lì, da là, da quel luogo:

Paolo è arrivato a Firenze ieri, ma ne (da là) è ripartito subito per raggiungerci al mare”;

“Sei stata in biblioteca? “Sì, ne (da quel luogo) torno proprio ora”.

Poi, anche la particella ne ha assunto la funzione di particella pronominale. In particolare, ne può sostituire:

- Un pronome personale riferito a persona: in tal caso corrisponde per significato a di/da lui, di/da lei, di/da loro: “E innamorata di Carlo e ne parla sempre” (=di lui) “Non frequento più quelle persone perché ne disapprovo il comportamento” (= di esse)“Io l’ho sempre trattato benissimo ma ne ho ricevuto solo sgarbi” (=da lui)

- Un pronome dimostrativo: di/da questo,-a, -i, -e, di/da quello, -a, -i, -e: “Se vuoi vuoi comprarti la macchina devi promettere che ne (di questa) avrai cura”; “Ho visitato quei musei e ne (da quelli) sono stato molto impressionato”;

- Un pronome neutro: in tal caso corrisponde a di/da ciò e sostituisce un’intera espressione o frase:

- “E stato lui: ne sono sicuro”. (=di ciò)

Infine, la particella ne viene usata in molte espressioni fisse in cui non ha sempre un preciso valore grammaticale:

o Non poterne più, “ non essere più in grado di sopportare, di resistere e sim.”: non ne posso più di tutte queste chiacchiere; il dolore era intensissimo e non ne potevo più; Non ne posso più del tuo comportamento

o Farne di tutti in colori, Marco è un tipo intelligente, ma ne fa di tutti i colori.o Ne vale la pena, Leggete questo romanzo: ne vale la pena.o Aversene a male: Non avertene a male di quel che ti ho detto

costruzioni verbali quali accorgerse ne , renderse ne conto, andarse ne : “E un tipo pericoloso: non te ne rendi conto?”; “Ora, che ti ho detto tutto, posso andarmene”.

ESERCITAZIONI

E ora continuate:

presente Passato prossimo Vbo modale + infinito

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è tardi: me ne vado / te ... / Me ne sono andato perché era tardi

è tardi: devo andarmene / ... / ... / ... / ...

La situazione è sempre più complicata, me ne accorgo / te ne ...

La situazione era sempre più complicata, me ne sono accorto / te ne ...

La situazione è sempre più complicata, posso accorgermene

3.5. Combinazioni di pronomi atoni

I pronomi atoni mi, ti, gli, le, ci e vi che fungono da CT si combinano con i pronomi atoni che fungono da CO, lo, la, li, le e con la particella ne formando i pronomi doppi o combinati. Da un punto di vista sintattico, da precisare che sta sempre in primo posto il pronome che svolge la funzione di complemento di termine (CT) e nel secondo, il pronome che funge da complemento oggetto (CO).

I pronomi CT di I-a e II-a persona, singolare e plurale, mi, ti, ci e vi, quando si combinano con i pronomi CO, lo, li, la, le e ne, modificano la vocale finale, -i, in –e.

Osservate!

a) Carlo dice che ...

mi compra quel vestito me lo compra.ti compra quel vestito te lo compra.ci compra quel vestito ce lo compra.vi compra quel vestito ve lo compra.

ESERCITAZIONI –

Ora completate voi:

b) Carlo dice che ....

mi compra quei vestiti me li compra.ti compra quei vestiti .... ... compra.ci compra quei vestiti ... .... compra.vi compra quei vestiti ... ... compra.

c) Carlo dice che ....

mi compra quella borsa/ quelle borse me la compra / me le comprati compra quella borsa/ quelle borse .... ... compra / ... ... compraci compra quella borsa/ quelle borse ... .... compra / ... ... compra

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vi compra quella borsa/ quelle borse ... ... compra / ... ... compraPresentiamo nella tabella le coppie di pronomi personali atoni:

I. SG. Me lo

PL. Ce lo

Me la

Ce la

Me li

Ce li

Me le

Ce le

II. SG. Te lo

PL. Ve lo

Te la

Ve la

Te li

Ve li

Te le

Ve le

Osservazione!

I due pronomi atoni usati in coppia hanno funzioni sintattiche diverse: sta sempre in primo posto il pronome che svolge la funzione di complemento di termine (te) e nel secondo, il pronome che funge da complemento oggetto (lo). Il pronome ne ha la funzione di complemento di specificazione o di argomento.

ESERCITAZIONI!

E ora trovate voi la frase secondo il modello:

Me lo / li compra: Mi compra il giornale / i giornali

Me la / le compra: Mi compra ...................... / ..............................

Te lo / li compra: ...................... / ..............................

Te la / le compra: ...................... / ..............................

Ce lo / li compra: ...................... / ..............................

Ce la / le compra: ...................... / ..............................

Ve lo / li compra: ...................... / ..............................

Ve la / le compra: ...................... / ..............................

I pronomi CT di terza persona, gli, le, quando si combinano con i pronomi atoni complemento oggetto lo, la, li, le e con la particella pronominale ne si uniscono in una singola forma:

Carlo/Carla vuole subito un calmante. Chi glielo porta? (a lui/a lei, il calmante)

Page 14: Il Pronome

Questa lettera è per Mario/Maria. Chi gliela consegna? (a lui/a lei, la lettera)

Paolo e Mario hanno bisogno di soldi. Chi glieli presta? (a loro, i soldi)

Marco/Marta non sa cosa avete combinato. Chi gliene parla? (a lui/a lei, di questa cosa)

gli, le + lo la li le ne

= glielo gliela glieli gliele gliene

ESERCITAZIONI!

E ora trovate voi la frase secondo il modello:

glielo / glieli compra Gli compra il giornale / i giornali

Le compra il giornale / i giornali

gliela / gliele compra ...................... / .................................................... / ..............................

gliene compra

3.5.a. Posizione dei pronomi doppi

2. Come nel caso delle forme atone semplici (v. 1.1.2.2.), la posizione dei pronomi combinati dipende dal verbo:

- se il verbo è personale, i pronomi combinati stanno in posizione proclitica:

“Perché non me lo dici?”

- se il verbo è al modo imperativo, participio, gerundio o infinito, la coppia dei pronomi atoni si colloca dopo il verbo e forma con esse un’unica parola: “Il tuo maglione giallo mi piace molto: regalandomelo mi faresti felice”.

- Quando si unisce alla coppia di pronomi atoni, l’infinito perde la vocale finale: “Se hai bisogno del libro, vado a portartelo.

- Le coppie di pronomi atoni raddoppiano la consonante quando si uniscono con gli imperativi tronchi di’, da’, fa, sta, va’: “Quel libro è mio: dammelo!”; “Se sai chi è stato, diccelo!”; “Fammelo sapere!”. Il raddoppiamento della consonante non avviene se la coppia dei pronomi atoni inizia con gli: “Diglielo!”; “Se vuole l’indirizzo, daglielo!”.

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- Con i verbi modali, potere, dovere, volere, sapere seguiti da un infinito, la coppia di pronomi può essere collocata sia prima del verbo (posizione proclitica), sia dopo (posizione enclitica): “Me lo puoi prestare?” oppure “Puoi prestarmelo?”; “Non te lo saprei dire” oppure “Non saprei dirtelo”.

4. I pronomi allocutivi

Vengono chiamati allocutivi (dal latino adloqui, ‘rivolgere la parola a qualcuno’) i pronomi con cui ci si rivolge, per iscritto e oralmente, a una o più persone. Distinguiamo le seguenti coppie di pronomi allocutivi:

tu voi

lei voi - loro

ella loro

Tu / voi

Tu e voi si adoperano rispettivamente per il singolare e per il plurale, quando si è in confidenza con qualcuno, specialmente in situazioni informali:

1.a-b) Tu, Carlo, conosci queste persone? // E tu, come stai?

2.a-b) Anche voi partecipate alla conferenza? // E voi, come state?

Osservazioni

a) Il concetto di confidenza va inteso in senso molto ampio, fino a includere l’idea della parità e della solidarietà sociale. Due colleghi, due militanti dello stesso partito, due membri della medesima associazione – anche in assenza di rapporti di confidenza – si danno del tu, per accentuare il peso esercitato da ciò che li accomuna.

b) Il tu è anche la forma con cui si rivolgono la parola i giovani, anche se non si conoscono.

Lei – Ella / voi – Loro

Quando ci si rivolge ad una persona – uomo o donna – di particolare riguardo o con la quale non si è in confidenza, sia in situazioni formali sia informali, si usa il pronome di 3-a persona singolare femminile lei, che è il più comune.

- Lei richiede la concordanza di 3-a persona singolare:

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1. Lei, signore/-a, conosce queste persone?2. Passi prima lei, dottore (-essa).

- Ella – richiede sempre l’accordo grammaticale al femminile, anche quando ci si rivolge ad un uomo:

4’. Ella, Signor Ambasciatore, ha rappresentato il nostro paese in modo degno; ed Ella, Signor Ministro, si è dimostrata un politico accorto e competente. Vogliano accettare il ringraziamento di tutta la nazione e mio personale.

- Voi richiede concordanza di 2-a persona plurale:

1. Neanche voi conoscete queste persone?2. Passate prima voi, signori (-e).- Loro richiede concordanza di 3-a persona plurale. Il cameriere ai clienti in un ristorante elegante: Loro hanno già scelto?

Osservazioni sull’uso dei pronomi allocutivi di cortesia

a) Il pronome allocutivo lei è entrato nell’uso fra Trecento e Quattrocento, in concorrenza con ella e voi; nel Cinquecento, per influsso dello spagnolo, soppiantò il voi e relegò la forma ella entro gli spazi ristretti del registro espressivo letterario, imponendosi come la forma più usata.

b) Il pronome allocutivo ella si riferisce, come il pronome lei, a una persona sola, uomo o donna, ma suona prezioso o ricercato. Oggi non è più in uso e compare, con l’iniziale maiuscola (Ella) solo in testi di elevato registro espressivo o in testi burocratici: “Ella, signor giudice, indubbiamente conosce la situazione”.

c) Il plurale di lei e di ella, quando ci si rivolge a più persone con cui non si ha confidenza, è loro: “Vengano pure avanti loro, signori”; “Si accomodino”.

d) Il normale pronome allocutivo di 2-a persona plurale voi, è oggi il pronome più usato anche per rivolgersi a due o più persone con cui non si hanno rapporti di amicizia o confidenza: “Venite pure avanti voi, signori”.

e) Invece, il voi come pronome di cortesia riferito a una sola persona è ormai caduto in disuso. Molto frequente nel passato, oggi sopravvive solo nel parlato di alcune zone dell’Italia centro-meridionale; alcuni meridionali anziché dare del lei, danno del voi: “Voi come state, zio?”. Il voi di cortesia richiede l’accordo al singolare, maschile o femminile: “Voi, signore, siete molto generoso” / “Voi, signora, siete molto generosa”.

f) L’uso del voi al posto del lei è squalificato sul piano sociale ed è considerato, nelle regioni d’Italia in cui non si adopera, un segno di scarsa cultura.

g) Nel linguaggio commerciale, il voi è spesso usato, in funzione spersonalizzante e generalizzante, per rivolgersi a un ufficio o a una ditta. In questo caso, il voi richiede tutte le concordanze al maschile plurale: “Spett.le Ditta ‘Moda oggi’,

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siamo lieti di informarVi che intendiamo di accettare la Vostra offerta relativa ai capi invernali. Vi preghiamo però di essere particolarmente solleciti nella consegna …”.

h) Nell’italiano burocratico, il pronome allocutivo lei è sostituito spesso dall’espressione La Signoria Vostra (in forma abbreviata La S.V.), che richiede obbligatoriamente l’accordo al femminile e l’uso delle maiuscole: “La S.V. è invitata a presentarsi presso quest’ufficio per comunicazioni che La riguardano"

Aggettivi e pronomi possessivi allocutivi di cortesia

Fra i pronomi allocutivi, le particelle pronominali e i possessivi c’è una corrispondenza, come risulta dallo schema:

allocutivo particella possessivo Esempio

Tu Ti Tuo Ti trovo bene. Come va il tuo lavoro?

Ti scrivo per avere tue notizie.

Lei La / Le Suo Signora, mi dia il Suo documento, per piacere!

Egregio avvocato, Le comunico la mia intenzione di venire a trovarLa nel Suo studio.

Voi Vi Vostro Voi come state? E come stanno i vostri amici?

Cari amici, vi saremmo grati se ci inviaste il vostro indirizzo.

Loro Loro Loro Alla loro destra possono ammirare il tramonto.

Signore e signori, dirò Loro che la situazione è ancora poco chiara.