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Fondazione Catis – Ambulanza 5 – Bologna Michele Musillo &Cosimo Azzellini, Modena 22/10/2007 1 “Trasporti sanitari” con mezzi diversi dalle ambulanze Il primo Mezzo Operativo Sanitario Specifico (MOSS) Le novità: un solo operatore autista formato alle tecniche del soccorso, dotazione di presidi sanitari, sicurezza, comfort e rispetto dell’ambiente. Convegno diversamente mobili Modena, 22 ottobre 2007 Relazione a cura di : Michele Musillo Presidente Fondazione Catis – Bologna Con la collaborazione di: Cosimo Azzellini

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“Trasporti sanitari” con mezzi diversi dalle ambulanze

Il primo Mezzo Operativo Sanitario Specifico

(MOSS)

Le novità: un solo operatore autista formato alle tecniche del

soccorso, dotazione di presidi sanitari, sicurezza, comfort e

rispetto dell’ambiente.

Convegno diversamente mobili

Modena, 22 ottobre 2007

Relazione a cura di : Michele Musillo

Presidente Fondazione Catis – Bologna

Con la collaborazione di:

Cosimo Azzellini

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Introduzione

La Fondazione Catis – Ambulanza 5 di Bologna (Organizzazione fondata dalla Pubblica

Assistenza Città di Bologna-ONLUS, Pubblica Assistenza Croce Italia-ONLUS, Coop. Sociale Croce

Azzurra-ONLUS), impegnata sul territorio dell'Azienda AUSL di Bologna sia nell'Emergenza

Extraospedaliera sia nella Mobilità Sanitaria Assistita (c.d. trasporti ordinari di pazienti), ha di recente

(Aprile 2007) brevettato il MOSS, un "Autoveicolo Specifico" per il trasporto di pazienti che non

hanno bisogno di assistenza sanitaria durante il trasferimento.

La normativa vigente per i trasporti NON di emergenza di pazienti da e per Ospedali o strutture

sanitarie territoriali, prevedeva un solo tipo di autoveicolo a ciò adibito: l'ambulanza.

Da lungo tempo si cercava una "soluzione alternativa" di trasporto che consentisse anche di

razionalizzare l’uso delle risorse umane ed economiche impegnate.

La costante crescita di pazienti emodialitici da un lato, la necessità di contenere i costi della mobilità

sanitaria dall'altro, fanno emergere il bisogno di concepire un altro e diverso mezzo sanitario.

La Fondazione Catis, in una logica partecipativa, nell'intento di porre al centro della progettazione i

bisogni del paziente e gli indirizzi del P.A.L. (Piano Attuativo Locale) 2004-2006, dettati dalla Conferenza

Sociale e Sanitaria della Provincia di Bologna, nel 2006 si è resa promotrice di un focus group costituito da

autisti soccorritori della stessa Fondazione, dall'EDM S.r.l. di Castrocaro Terme (allestitore-costruttore di

autoveicoli sanitari), dall’ANED di Bologna (Associazione Nazionale Emodializzati – ONLUS), dallo staff

dell'Unità di Dialisi dell’Ospedale Maggiore di Bologna e del reparto di Nefrologia dell'Ospedale S. Orsola

Malpighi di Bologna, dall’Associazione Psicologi per i Popoli dell’Emilia Romagna, da esperti dell’IPAB

Opera Pia dei Poveri Vergognosi di Bologna, dallo staff della Centrale Operativa di Bologna Soccorso e

dell’Accademia Fondazione Catis di Bologna.

Gli obiettivi prefissati erano:

- l'ideazione di un autoveicolo sanitario specifico, diverso dall'ambulanza;

- il coinvolgimento nell'analisi dei bisogni di tutti gli stakeholder;

- la garanzia di standard sanitari, qualitativi e quantitativi previsti per il "primo soccorso";

- la realizzazione di un autoveicolo costantemente collegato alla centrale Operativa del 118;

- il ricorso ad un solo autista con gli stessi requisiti professionali e formativi previsti per il

“soccorritore";

- la progettazione di un autoveicolo adatto ad una mobilità sanitaria anche collettiva.

Dal focus group, poi, sono emersi dei bisogni latenti per i pazienti che non necessariamente

necessiterebbero di essere mobilitati in ambulanza, riassumibili nel disagio psicologico per l’immediata

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associazione del trasportato con tale mezzo alla condizione di "malato grave" e nella possibilità di prevedere

un trasporto collettivo "maggiormente confortevole" rispetto alla stessa all'ambulanza.

Dopo mesi di ricerca e di sperimentazione, è nato MOSS (Mezzo Operativo Sanitario Specifico) che

coniuga, insieme, tutti i dettagli clinici, tecnici, operativi, sanitari, sociologici, di qualità e di sicurezza, in

osservanza al Codice della Strada e alla normativa Fiscale.

Il MOSS è un autoveicolo che prevede alla guida un solo operatore, abilitato alla tecniche del

soccorso, e consente il trasporto collettivo dei pazienti, riducendo notevolmente il numero dei viaggi

delle ambulanze e liberandole per i servizi d’emergenza.

L'allestimento tecnico-sanitario specifico che contraddistingue il nuovo mezzo è sinteticamente così

riassumibile:

un defibrillatore semiautomatico;

una radio R/T e l'apparato SITAC (Sistema Infotelematico Ambulance Control) che permettono un

collegamento costante con la Centrale Operativa di Bologna Soccorso;

un impianto d'ossigeno centralizzato;

uno zaino d'emergenza

una barella/lettino di sicurezza da utilizzare nei casi d'emergenza

un sistema d’allarme sonoro d'allertamento dell’autista da parte dei passeggeri

due videocamere, una interna al vano sanitario ed una esterna che aiuta l'operatore nelle manovre di

retromarcia

una pedana di sollevamento elettrica per pazienti in carrozzina.

presidi e accessori per la sicurezza ed il comfort dei pazienti.

Il MOSS, immatricolato per otto posti, di cui due in cabina di guida, può trasportare nel vano

sanitario, a seconda della tipologia di pazienti, sei pazienti camminanti, oppure quattro/cinque camminanti e

uno/due in carrozzina.

L'autoveicolo, inoltre, è alimentato con impianto GPL nel rispetto dell’ambiente.

I tre nuovi mezzi, brevettati dalla Fondazione Catis e da EDM, operativi sul territorio dell'AUSL di

Bologna a partire dall'11 giugno 2007, espletano non solo un servizio di trasporto ed accompagnamento di

persone in trattamento emodialitico dal domicilio ai Centri di Dialisi ma anche un servizio per tutti i pazienti

che nei trasferimenti ospedalieri non hanno bisogno di assistenza sanitaria durante il tragitto.

Un servizio e un mezzo innovativo, uno dei casi in cui "la programmazione e gli indirizzi dell'Ente

Pubblico" si traducono in realtà.

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Genesi del progetto: fabbisogno di mobilità "collettiva" di pazienti emodializzati.

Il progetto MOSS nasce dal tentativo di cercare di dare risposte concrete alla mobilità di

pazienti che non hanno bisogno di accompagnamento sanitario in itinere e in special modo dalla

crescente domanda di mobilità di pazienti dializzati.

Nel PPiiaannoo AAttttuuaattttiivvoo LLooccaallee della Provincia di Bologna (PAL 2004-2006) si afferma che

"…l’attuale iter assistenziale dei pazienti dializzati risulta frequentemente carente per quanto

riguarda, tra l’altro, l’organizzazione dei trasporti ai centri dialisi dei soggetti con particolare

riferimento a quelli che mancano della possibilità di accompagnamento." Vi si aggiunge che "…tra

le aree di miglioramento, si registra il potenziamento della collettivizzazione del trasporto per

pazienti con problemi logistici e non clinici, eventualmente pensando ad un coordinamento misto

fra varie strutture, nell’organizzazione del trasporto. …costituisce area di miglioramento il

facilitare il trasporto dei pazienti da e per i Centri Dialisi; in particolare è necessario trovare

soluzioni urgenti per il trasporto dei pazienti anziani collocati nel turno notturno, e che si dovranno

pertanto favorire le forme di collettivizzazione del trasporto di pazienti non critici, centralizzando,

semplificando e uniformando, per tutto l’ambito provinciale, l’organizzazione e le modalità di

erogazione di questo servizio."

Di seguito riportiamo i dati relativi all’incremento dei pazienti sottoposti a dialisi negli anni

2000 – 2005 nel territorio dell'Azienda U.S.L. di Bologna.

Andamento negli anni (2000-2005) della popolazione prevalente in dialisi cronica

(S. Orsola-Malpighi, Bologna)

300

400

500

600

2000 2001 2002 2003 2004 2005

PeritonealeEmodialisi

N° Pazienti 451 441 448 453 484 526in dialisi

-10 + 7 + 5+ 31

+ 42

Tratto da “Andamento del numero delle persone in dialisi dal 2.000 al 2.005” - Documento del Servizio Sanitario Regionale

Emilia Romagna – Azienda USL di Bologna.

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Il sistema della mobilità di pazienti in generale è imperniato sull’uso delle ambulanze che,

secondo la generale disciplina, debbono possedere determinate caratteristiche e accorgimenti

tecnici1 ed apposita autorizzazione sanitaria: ciò a prescindere dalla tipologia dei pazienti, dalle loro

condizioni e dalla necessità di forme diversificate di tutela durante il trasferimento.

Entrando nello specifico, il trasferimento di pazienti dializzati, sia nel caso in cui essi

abbisognano di appropriate prestazioni sanitarie durante il viaggio, sia quando richiedano semplice

vigilanza sanitaria, avviene, generalmente, utilizzando delle ambulanze; distogliendo in tal modo

risorse impiegate nel soccorso e nella mobilità sanitaria assistita interospedaliera.

Si avverte per tale motivo, il bisogno di fruire di una diversa tipologia di automezzi,

provvisti di condizioni tecniche e operative essenziali in modo che il loro impiego, inserito

nell’ambito dell’organizzazione generale della mobilità, costituisca una modalità differenziata, ma

integrata, attraverso la quale alleggerire l’intero servizio di trasporto con evidenti riflessi di

elevazione del grado d'efficacia a beneficio dell’intero servizio dialisi2.

Il P.A.L. della Provincia di Bologna individua nei trasporti di pazienti dializzati, le seguenti

le criticità:

- difficoltà di trasporto dei pazienti che necessitano di terapia dialitica

- eterogeneità dei trasporti nell'area metropolitana

- contenimento e razionalizzazione della spesa

e, tra gli obiettivi di miglioramento da raggiungere:

- la sensibilizzazione dei vari Comuni dell'area metropolitana, per elaborare,

insieme, le possibili soluzioni in base ai vari bisogni del territorio.

Va specificato che, al momento, il territorio dell'AUSL di Bologna, dispone di 11 CAL

(Centri Assistenza Limitata).

1 - MINISTERO DEI TRASPORTI - DECRETO 20 novembre 1997 - n. 487 - Regolamento recante la normativa tecnica ed amministrativa relativa alle autoambulanze di soccorso per emergenze speciali. - MINISTERO DEI TRASPORTI - DECRETO 17 dicembre 1987 n. 553 Gazzetta Ufficiale n. 13 del 18/1/1988; Normativa tecnica e amministrativa relativa alle autoambulanze - MINISTERO DEI TRASPORTI E DELLA NAVIGAZIONE Decreto 5 novembre 1996; Gazzetta Ufficiale n. 268 del 15/11/1996 - Normativa tecnica e amministrativa relativa agli autoveicoli di soccorso avanzato con personale 2 PPiiaannoo aattttrraattttiivvoo LLooccaallee 22..000044--22000066;; GGrruuppppoo ddii llaavvoorroo ““NNeeffrroollooggiiaa ee ddiiaalliissii””..

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I dati dell'indagine. La nostra indagine compie i primi passi partendo dai dati disponibili, seppur un po’ datati. Dati Nazionali

5,098,234

2,064,718

607,8535,792,580

328,9804,086,422

1,277,330

1,654,470

5,255,028

832,675

1,455,4491,632,536

3,959,770

119,993

4,288,051

4,487,560

1,183,916929,574

9,028,913

3,528,563

Popolazione Totale Popolazione Totale 57.612.615 57.612.615 ( ( Rif.DatiRif.Dati IstatIstat))

Popolazione regionale residente dati al 1999

Distribuzione Tassi Prevalenti in extracorporea e peritoneale dati

al 1999

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900 pmp Extra pmpPD

pmpPD 167 116 121 28 57 60 129 56 61 177 119 22 124 24 5 55 47 37 56 67

pmp Extra 675 553 533 524 397 520 455 538 557 524 580 584 535 638 583 708 389 679 659 560

Valle

d'Ao

Piemon

te

Lombard

ia

Trent.-

A.Ad

Veneto

Friuli-

Ven.

Liguria

Emilia

Toscana

Umbria

Marche

Lazio

Abruzzo

Molise

Campania *

Puglia/Bas

Calabria

Sicilia

Sardegn

a

Italia

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Registro Italiano di Dialisi e TrapiantoRegistro Italiano di Dialisi e Trapianto(RIDT)(RIDT)

Dati di 24010 pazienti che hanno iniziato Dati di 24010 pazienti che hanno iniziato il trattamento sostitutivo il trattamento sostitutivo fra il 1998fra il 1998--2003 2003

Dati al 31.12.2003 di Dati al 31.12.2003 di 40912 pazienti in dialisi e 40912 pazienti in dialisi e 10721 Trapiantati 10721 Trapiantati ((EsclEscl. Lazio e Campania) . Lazio e Campania)

Numero di pazienti censiti

628638

665681

728

500

550

600

650

700

750

1999 2000 2001 2002 2003

Regioni italianeda PMP

779 a 923 (4)760 a 779 (5)712 a 760 (3)701 a 712 (3)512 a 701 (5)

Pazienti prevalenti al 31/12/2003In trattamento dialitico

PMP

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8

69.7

9.0

21.4

ED

PD

Trap

Pazienti prevalenti al 31/12/2003classi di età per tipo di trattamento

0

10

20

30

40

50

0-14 15-24 25-44 45-64 65-74 >=75

%

EDPDTrap.

Pazienti incidenti:sopravvivenza del primo trattamento

Probabilita’ di Sopravvivenza del trattamento

Mesi

Corrette per

Eta’Sesso

Diabete

Cardiopatia

VasculopatiaDialisi peritoneale

Emodialisi

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Dati relativi alla Regione Emilia Romagna: anno 2001.

REGISTRO REGIONALE EMILIANO-ROMAGNOLO DEI PAZIENTI UREMICI IN TRATTAMENTO

SOSTITUTIVO

REGISTRO REGIONALE EMILIANO-ROMAGNOLO DEI PAZIENTI UREMICI IN TRATTAMENTO

SOSTITUTIVO

Report 2001DIALISI EXTRACORPOREA:

DISTRIBUZIONE IN BASE ALLA SEDE DI TRATTAMENTO

DIALISI EXTRACORPOREA:DISTRIBUZIONE IN BASE ALLA SEDE DI

TRATTAMENTO

60.1%

34.2%

DOM 0.36%CAD 5,3%

OSP

CAL

EGISTRO REGIONALE EMILIANO-ROMAGNOLO DEI PAZIENTI UREMICI IN TRATTAMENTO

SOSTITUTIVO

GISTRO REGIONALE EMILIANO-ROMAGNOLO DEI PAZIENTI UREMICI IN TRATTAMENTO

SOSTITUTIVO

Report 2001

POPOLAZIONE PREVALENTEDISTANZA DAL CENTRO DIALISI

E MEZZO DI TRASPORTO

POPOLAZIONE PREVALENTEDISTANZA DAL CENTRO DIALISI

E MEZZO DI TRASPORTO

EC DP • Distanza media dal Centro (km) 10.5 16.6 • Mezzo di trasporto:

- auto propria 34.6% 47.7% - auto con accompagnatore 18.5% 26.3% - ambulanza 9.7% 9.3% - servizio ASL 12% 0.45% - non indicato 19.2% 19.1% - mezzo pubblico 6% 3.6%

EC DP • Distanza media dal Centro (km) 10.5 16.6 • Mezzo di trasporto:

- auto propria 34.6% 47.7% - auto con accompagnatore 18.5% 26.3% - ambulanza 9.7% 9.3% - servizio ASL 12% 0.45% - non indicato 19.2% 19.1% - mezzo pubblico 6% 3.6%

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REGISTRO REGIONALE EMILIANO-ROMAGNOLO DEI PAZIENTI UREMICI IN TRATTAMENTO

SOSTITUTIVO

REGISTRO REGIONALE EMILIANO-ROMAGNOLO DEI PAZIENTI UREMICI IN TRATTAMENTO

SOSTITUTIVO

Report 2001

POPOLAZIONE INCIDENTE: Nuovi ingressi, sesso, trattamenti assegnati

POPOLAZIONE INCIDENTE: Nuovi ingressi, sesso, trattamenti assegnati

588 M=378 F=210 (64.3%) (35.7%)

EC(90,1%)

DP(9,9%)

Al 30 Novembre 2005, nel territorio dell’AUSL di Bologna, i pazienti dializzati censiti

erano 498; di questi, 86 residenti nell’area cittadina (serviti dalle Ambulanze della Fondazione

Catis) così registrati: 42 pazienti trasportabili con barella, 33 con carrozzina e 11 pazienti

camminanti. Questi sintetici dati dimostrano come il 50% circa dei pazienti trasportati in

ambulanza, e quindi in barella, poteva usufruire di altro mezzo.

Riportiamo di seguito la serie storica 2000 – 2006 dei servizi relativi a pazienti dializzati

espletati dalla Fondazione Catis a mezzo ambulanza nell’area di Bologna

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Fondazione Catis: Anni / Totale Servizi a mezzo Ambulanza

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

3.629 5.698 6.176 8.437 14.467 20.299 23.870

Non è nostro compito analizzare le cause dell'incremento della patologia e di conseguenza

del numero delle mobilità ma, analizzando i dati su esposti, si constata che l'incremento di servizi

che si è avuto negli 2004 – 2006 è, in percentuale, notevolmente maggiore di quello che va dal 2000

al 2003, evidenziando una crescita più che proporzionale che sembra non attenuarsi.

Nella Città di Bologna storicamente il mezzo preposto ad effettuare tali trasporti è sempre

stato l’ambulanza. Diverse le motivazioni che hanno spinto nel corso di questi anni a non utilizzare

mezzi alternativi:

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• la gestione accentrata dei servizi di mobilità sanitaria da parte della centrale operativa di

Bologna soccorso, quale unico polo di ricezione e gestione dei trasporti interospedalieri

• non “segmentare” le attività, evitando un utilizzo dedicato di mezzi che non avrebbero

consentito un impiego polivalente

• la disparità di trattamento fiscale dei servizi se effettuati con mezzi diversi dall'ambulanza.

In considerazione di ciò, negli anni, si sono utilizzate ambulanze per il trasporto di pazienti

"camminanti dializzati", incrementando notevolmente le risorse (mezzi) messe a disposizione,

collassando il "sistema" dal punto di vista organizzativo.

L’utilizzo di un mezzo alternativo all’ambulanza, che trasporti esclusivamente pazienti

camminanti che non necessitano di assistenza sanitaria in itinere, consente di “defatigare” il

"sistema ambulanze" e rivedere l’assetto organizzativo dei mezzi presenti sul territorio.

La prima sperimentazione sul campo di un mezzo "alternativo". Sotto la spinta propulsiva dell'AUSL di Bologna, nel 2005 prende il via un gruppo di lavoro

composto da esponenti della stessa AUSL, dell' A.U.O. S Orsola-Malpighi e della Fondazione

CATIS, coordinato dal Dott. Massimo Annicchiarico, vice Direttore Sanitario dell'Azienda U.S.L.

di Bologna3.

Obiettivi del Progetto Gli obiettivi che si pose il gruppo di lavoro furono:

Perseguire l’appropriatezza nell’uso dei mezzi per il trasporto sanitario utilizzati per i pazienti emodializzati

Garantire il rispetto dell’orario d’inizio del trattamento dialitico Assicurare un rapido rientro al domicilio terminato il trattamento Garantire il gradimento dei pazienti Ottimizzare l’uso delle risorse impiegate per il trasporto, riducendo il costo complessivo

generato dal trasporto dei pazienti dializzati

Popolazione di riferimento

Trasporti effettuati tramite ambulanze della Fondazione Catis Esclusivamente utenti residenti nella città di Bologna

3 Progetto trasporto collettivo pazienti dializzati nell’area metropolitana; Dott. M. Annicchiarico

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Il progetto prevedeva cinque fasi.

1a fase

1. Costituzione del Gruppo di Progetto (anno 2005)

1. Costruzione di un modello per l’identificazione del profilo di paziente in relazione alla mobilità (anagrafica, caratteristiche socio-sanitarie ed abitative)

1. Costruzione del modello topografico e mappatura della popolazione dializzata residente

1. Individuazione dei pazienti c.d. camminanti che non necessitano di supporto al trasporto

(barella/sedia)

1. Allestimento del primo mezzo prototipale per il trasporto collettivo

1. Valutazione dell'eleggibilità alla sperimentazione del trasporto collettivo (situazione socio-sanitaria ed abitativa, turno di dialisi, zona di residenza, percorso)

1. Simulazioni multiple del trasporto, con rilevazione dei tempi e delle criticità

2a fase: inizio sperimentazione trasporto collettivo nei giorni pari della

settimana. Tale sperimentazione ha avuto luogo dal primo luglio 2006 al sei agosto 2006 con due viaggi collettivi al giorno di soli tre pazienti.

3a fase: estensione del numero di trasporti

Dall’otto agosto 2006 al trentuno agosto 2006: sperimentazione allargata da tre a sette pazienti,

organizzati in tre viaggi collettivi.

Risultati della sperimentazione

Prima analisi quali-quantitativa, orientata agli aspetti di “efficacia” e di “efficienza relativa”

(con riferimento al processo clinico-assistenziale):

Soddisfazione degli utenti trasportati con modalità collettiva (rilevazione mediante

intervista concordata con ANED)

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Rispetto degli orari dati dal centro dialisi per inizio trattamento (ritardo di 15’ in un

solo trasporto)

Partenza rapida verso il domicilio, terminato il trattamento

Utilizzo appropriato dei mezzi di trasporto

Progetto navetta sanitaria per trasporto pazienti dializzati: prerogative del

mezzo A seguito dell'esito positivo della sperimentazione sia del modello di trasporti collettivi sia

del prototipo di autoveicolo, il gruppo di lavoro conviene di intraprendere la progettazione di un

autoveicolo ad hoc affidando tale compito alla Fondazione Catis.

Le prerogative che la tipologia di mezzo ed equipaggio dovevano rispettare furono così

individuate:

Autista con qualifica di Soccorritore

Equipaggiamento specifico:

Defibrillatore semiautomatico

Impianto di ossigeno

Sistema di allertamento autista posizionato accanto ad ogni posto a sedere

Collegamento radio-dati con sistema 118

4a Fase: consolidamento

Dal 1 settembre 2006 adozione stabile del modello di trasporto collettivo per i pazienti del

CAD dell’Ospedale Maggiore di Bologna

Monitoraggio in continuo di:

Livello di gradimento

Rispetto degli orari di inizio dialisi

Rispetto degli orari di rientro

Eventi durante il trasporto

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5 a Fase: sviluppo del progetto

Adozione stabile del nuovo mezzo di trasporto che si andrà a realizzare

Utilizzo combinato della navetta non solo per pazienti dializzati ma anche nei servizi interospedalieri di pazienti c.d. camminanti.

Si riportano di seguito alcuni dati relativi alla mobilità di pazienti dell'anno 2006 effettuata dalla

Fondazione Catis nell'area urbana di Bologna.

Anno 2006: mobilità di pazienti camminanti o seduti (tragitto osp-osp)4

PERIODO CAMMINANTI SEDUTI IN BRACCIO Totale

Tot. Trasp USL citta osp-osp IN v.a.

Percentuale Seduti,

Cammin. e in Braccio sul totale

gen-06 288 396 6 690 1722 40,07% feb-06 330 391 22 743 1800 41,27%

mar-06 374 486 15 875 2028 43,15% apr-06 278 338 7 623 1645 37,87%

mag-06 401 455 7 863 2035 42,41% giu-06 355 384 11 750 1869 40,13% lug-06 375 414 5 794 1895 41,90% ago-06 234 334 5 573 1573 36,43% set-06 364 425 16 805 1884 42,73% ott-06 358 448 12 818 1885 43,39%

nov-06 313 443 12 768 1950 39,38% dic-06 254 395 10 659 1751 37,63%

Totale 3924 4909 128 8961 22037 40,66%

4 Fonte: dati elaborati dalla Fondazione Catis di Bologna.

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Grafico Tab. Mobilità pazienti anno 20065.

Parte l'idea concreta di progettare un mezzo diverso dalle ambulanze che soddisfi il bisogno

di una diversa mobilità: quella con un autoveicolo specifico.

5 Fonte: dati elaborati dalla Fondazione Catis di Bologna.

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La progettazione del MOSS: Mezzo Operativo Sanitario Specifico.

Nell’estate del 2006 la Fondazione Catis organizza un gruppo di lavoro per “progettare” un

nuovo autoveicolo sanitario che risponda ad un duplice bisogno:

- da un lato, quello di assicurare ai pazienti sottoposti a particolari terapie (es. dialisi) un servizio di

mobilità sanitaria da e verso l’ospedale che conservasse le garanzie e i contenuti di sicurezza

sanitaria e che, allo stesso tempo, tenesse conto dell’impatto psicologico che il veicolo “ambulanza”

simboleggia;

- dall’altro, andare incontro alle esigenze di mobilità di pazienti che non necessariamente hanno

bisogno di ambulanze nella mobilità da e per strutture ospedaliere.

Osservare i fatti della realtà è da sempre una delle metodologie di esplorazione conoscitiva:

quando l’obiettivo è dare la risposta ad un bisogno, la ricerca abbinata all'osservazione empirica

consente di raggiungere risultati eccellenti.

È il caso del progetto MOSS (Mezzo Operativo Sanitario Specifico)

Il progetto, oltre a tener conto delle indicazioni del P.A.L. 2004-2006 e delle indicazioni

emerse dalla sperimentazione effettuata con l'AUSL di Bologna tra il 2005-2006, presentava tre

ordini di vincoli da superare che, allo stesso tempo, dovevano essere indici di sicurezza e qualità:

1- sanitario: requisiti necessari per il conducente e dotazione strumentale minima;

2- spazio vano passeggeri: progettazione degli spazi interni in funzione della sicurezza, del

comfort e della qualità;

3- Codice della strada: inquadrare l'autoveicolo in una delle classificazioni ivi previste.

A tali vincoli specifici se n'aggiungevano, poi, altri d'ordine più generale che riguardavano la

legislazione vigente in tema di trasporti sanitari.

In una logica partecipativa e multistakeholder, la Fondazione Catis si è resa promotrice di un

focus group, mettendo insieme le conoscenze, le competenze e le attese di soggetti ritenuti

rappresentativi della realtà oggetto di studio, nell’intento di armonizzare il raggiungimento

dell’obiettivo compatibilmente alle prerogative e aspettative di tutti gli stakeholder.

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Oltre alla Fondazione Catis e alla ditta specializzata nell’allestimento di veicoli specifici,

hanno partecipato al focus group, l’Associazione dei dializzati di Bologna (ANED), personale

sanitario dell'unità di dialisi dell’Ospedale Maggiore e di nefrologia dell'Ospedale S. Orsola-

Malpighi di Bologna, uno Psicologo, alcuni Autisti Soccorritori, responsabili del management della

Fondazione Catis, il responsabile della Centrale Operativa Interospedaliero di Bologna Soccorso.

Va ricordato che, nel caso della terapia dei dializzati, qualora i pazienti ricevano dalla

competente AUSL l’autorizzazione ad essere accompagnati presso i Centri Pubblici con apposito

automezzo, trattasi in ogni caso d'ammalati autorizzati ad essere trasportati con un veicolo all’uopo

equipaggiato, fin'ora rappresentato solo ed esclusivamente dall’ambulanza.

L’evidenza empirica fa ritenere che, spesso, nella prima fase della malattia, non tutti i

pazienti che necessitano d’accompagnamento hanno bisogno di un mezzo allestito ad ambulanza: a

ciò potrebbe supplire bene una mobilità con altro mezzo idoneo, all’uopo equipaggiato e con

personale qualificato.

Obiettivi e caratteristiche tecniche del progetto MOSS:

Obiettivo operativo: tendere a trasformare un “processo ordinario” di erogazione del servizio in

un “processo esclusivo”

• Innovare l'idea della mobilità che non necessita di accompagnamento sanitario in itinere

• Puntare ad un servizio che garantisca qualità e puntualità nell'esecuzione

• Coinvolgere nell'idea progettuale un “Gruppo di lavoro” interdisciplinare con competenze

specifiche:

Personale sanitario

Operatori tecnici (Autisti Soccorritori)

Operatori Sociali (Accompagnatore/Assistente sociale)

Traduttore dei bisogni (Psicologo)

Associazione utenti (dializzati)

Allestitore

Responsabili sistemi qualità delle azienda coinvolte

• Definire dettagliatamente le varie fasi progettuali e realizzative

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• Innovare l'immagine dell'autoveicolo sanitario

• Differenziare il nuovo servizio di mobilità da altri, innovando l'immagine dell'autoveicolo

• Utilizzare al meglio la tecnologia/conoscenze esistente/i

• Periodo di analisi progettuale: luglio-settembre 2006

• Termine di consegna dei mezzi: marzo-maggio 2007.

Obiettivo tecnico: tendere a trasformare la tecnologia ordinaria in strumenti innovativi

brevettabili

Tavole progettuali ed immagini dell'autoveicolo specifico. Presentiamo di seguito alcune tavole progettuali ed immagini dell’autoveicolo progettato;

frutto dell'insieme di tutti i dettagli, clinici, tecnici, pragmatici e sociologici, nonché delle

disposizioni del Codice della Strada e della normativa fiscale,

Progettazione degli spazi interni

Particolare dei sedili fissi Particolare delle guide

d’ancoraggio sedili/carrozzine

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Configurazione 1): vano passeggeri con 6 posti

Configurazione 2): vano passeggeri con 5 posti, di cui 2 carrozzine

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Configurazione 3): vano passeggeri con 3 posti ed una barella di emergenza

Progettazione del sistema di allertamento autista

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Lo studio effettuato ha, inoltre, fatto emergere dei bisogni latenti inespressi. Infatti, se era

prevedibile che emergesse il bisogno della garanzia di un mezzo con assetto sanitario, non scontato

per i pazienti che non hanno bisogno di accompagnamento sanitario in itinere è apparso l’approccio

psicologico verso l’autoveicolo ambulanza. Tali utenti hanno evidenziato come il servizio espletato

con Ambulanza susciti la sensazione di essere già un “malato terminale”; non solo, essi, anche

quando sono nella fase clinica di essere mobilitati con barella, ben volentieri viaggiano in

compagnia di altri pazienti e, altrettanto volentieri, gradiscono non essere assoggettati ad un “caso

di emergenza”: aspetto che comunque è richiamato alla mente dall’autoveicolo ambulanza.

Moss ……. realizzato e brevettato.

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Impianto ossigeno centralizzato

Barella pieghevole

Impianto di ascolto radiofonico . indipendente e pulsante di allarme passeggero

Sistema di attivazione informatizzato S.I.T.A.C.

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Simulazione di alloggiamento di paziente ed uso impianto d'ossigeno

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Scheda riassuntiva delle caratteristiche tecniche.

MOSS (Mezzo Operativo Sanitario Specifico)

Classificazione: Autoveicolo per trasporti specifici

Dati tecnici

Categorie Alimentazione/ propulsione

Dotazioni di serie del veicolo Assetto Posti a sedere Note

Benzina Standard

Fino a 8 posti, compreso il conducente

Con 2 carrozzine

Fino a 7 posti, compreso il conducente

Aut

ovei

colo

per

tras

porti

spec

ifici

A

i sen

si d

ell’a

rt. 5

4, c

omm

a 2,

lette

ra f)

, del

cds

Ibrido

GPL

Predisposizione trasporto persone

Abs batteria 110 Ah idroguida alternatore

potenziato barra

stabilizzatrice anteriore

tetto alto porte posteriori

alte a battente, vetrate

porta laterale scorrevole alta, vetrata

due posti cabina di guida

sedile singolo passeggero

doppio clima, vano cabina e vano passeggeri

Con lettino/ barella

Fino a 6 posti, compreso il conducente

• Patente B • Posti anteriori 2 • Pot. Fisc. 20 • Kw 85 • Anno Immatricolazione '07 • Coperto da Brevetto per

invenzione industriale depositato da:

o Fondazione Catis (Bologna)

o EDM S.r.L. (Castrocaro Terme-FC)

Aspetto esterno

Grafica esterna di non evidente richiamo sanitario

Vetri polarizzati (consente una buona visione verso l’esterno e filtra la luce)

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Abitabilità e accessori

Cab

ina

di

guid

a

N.1 sedile autista, completo di poggiatesta e cinture di sicurezza con arrotolatore e pretensionatore

N.1 sedile per eventuale accompagnatore completo di poggiatesta e

cinture di sicurezza con arrotolatore e pretensionatore.

Pavimento impermeabile e piano di calpestio rivestito a vasca, in materiale plastico vinilico lavabile, ignifugo, antisdrucciolo.

Rivestimenti interni delle fiancate e delle portiere in abs

Poltrone reclinabili per assicurare maggior comfort. Confezionate in

gomma sintetica, rivestite in similpelle lavabile e autoestinguente, complete di braccioli singoli, appoggiatesta imbottiti, cinture di fissaggio del tipo a doppia bretella.

Fornitura e montaggio di due supporti universali per il bloccaggio di

carrozzelle in caso di fissaggio delle stesse sulle guide poste longitudinalmente sul piano del mezzo.

Estintore kg. 4

Maniglie da appoggio per agevolare la discesa/salita sulle fiancate e sul soffitto.

Piccolo frigo (Termobox lt7) nel vano passeggeri.

Sistema d'ascolto radiofonico indipendente per ogni passeggero, con possibilità di scegliere diversi canali.

I sedili del lato dx sono asportabili per consentire l’alloggiamento di

due carrozzine (o lettino d'emergenza), agganciate in luogo dei sedili sui binari fissi al pavimento.

Vano per appoggio e fissaggio di attrezzature, strumenti e materiali ausiliari.

Van

o pa

sseg

geri

Ripiani interni dotati di spondine di contenimento materiali.

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Dotazione tecnica specifica

Apparecchiatura di riscaldamento supplementare, costituita da un

aerotermo a 12 Volt, azionabile dalla cabina di guida. Aria Trattata: m3/h. 26 Capacità calorifica: Kcal/h. 5000 - Consumo elettrico: W 20 - Peso: Kg.5,3 - Velocità: n° 1- Diametro tubo erogante: mm. 45 -Dimensioni: Lunghezza mm. 400, Larghezza m.328, Altezza mm.160.

Climatizzatore ambiente

Gradino di salita laterale elettrico, illuminato, sincrono con l’apertura

del portellone scorrevole; rivestito in alluminio antisdrucciolo, dotato di pulsante di comando di disinserimento e dispositivo autobloccante in caso d'urto od ostacoli.

Estrattrice aria

Sistema di attivazione informatizzato SITAC (Sistema Infotelematico

Territoriale Ambulance Control)

Pulsantiera per allarme sonoro in caso di malore, con segnalazione

simultanea su cellulare fornito all’autista quando non è presente sulla navetta

Radio R/T

Pedana di sollevamento completamente automatica, azionata con pulsantiera a cavo. Spazio disponibile sulla pedana 84x127 cm, portata 360 Kg. Completo di pompa manuale di emergenza. Pedana antiribaltamento idraulica, di provenienza CE.

N. due Videocamere: una posizionata all'interno del vano passeggeri e l'altra posizionata sul retro all'esterno, attivabile con inserimento di retromarcia. Le immagini sono visualizzabili su monitor posto sul cruscotto.

Martello rompivetro nel vano passeggeri

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Cestino per rifiuti generici

Cestino per rifiuti speciali

Seggiolini per il trasporto di bambini da zero a 36 Kg.

Montascale elettrico

Poggiatesta per pazienti in carrozzine

Attrezzatura sanitaria specifica

Impianto ossigeno centralizzato, costituito da supporti fissaggio

bombole a sgancio rapido e da gruppo riduttore / manometro con

relativi collegamenti alle prese rapide di erogazione (circuito a bassa

pressione).

Barella pieghevole

Zaino d'emergenza

Defibrillatore semiautomatico

Sfigmomatrometro

Pulsiossimetro

Portaflebo

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Conclusioni

Dopo mesi di ricerca è di sperimentazione, è nato il MOSS (Mezzo Operativo Sanitario

Specifico) che coniuga insieme tutti i dettagli, clinici, tecnici, operativi, sanitari, sociologici, di

qualità e di sicurezza.

L'autoveicolo, brevettato congiuntamente dalla Fondazione Catis e dall'EDM S.r.L. di

Castrocaro Terme (Forlì) è stato presentato ufficialmente, in tre esemplari, alle autorità, alla

stampa e al pubblico, sabato 9 giugno 2007, ed al Ministro della Sanità Livia Turco in

settembre 2007.

Uno dei casi in cui "la programmazione e gli indirizzi dell'Ente Pubblico" si traducono in

realtà.