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IL PRESIDENTE IN CATTEDRA: OGGI LEZIONE DI PACE Il 24 maggio del 1915 i fanti guadarono per la prima volta il Piave dando inizio anche per l’Italia a una delle più disastrose e sanguinose guerre della storia. Ieri, cento anni dopo, questa impresa è stata ricordata ad Asiago, attraverso un profondo discorso pieno di valori, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e noi abbiamo avuto la fortuna di commemorarla insieme a lui. Per molti cittadini è stata un’esperienza unica sentire le sagge parole di una figura così importante per il nostro Paese. Il messaggio era rivolto ai giovani ed ha trattato argomenti veramente importanti. Ha ricordato la nostra fortuna di non aver mai conosciuto la guerra e ha espresso la speranza di non doverla mai affrontare ma di poter risolvere i problemi attraverso il dialogo, fondamento della pace. Solo cento anni fa, nello stesso periodo, uomini come noi, giovani come noi, sono stati costretti a combattere per la patria, lasciando tutto: la casa, gli amici, il lavoro e spesso la vita. Ora, grazie al sacrificio di quei giovani, che sono stati mandati al massacro per qualche palmo di terra, abbiamo un’Europa unita dove possiamo conoscere e dialogare liberamente con persone di

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IL PRESIDENTE IN CATTEDRA:

OGGI LEZIONE DI PACE

Il 24 maggio del 1915 i fanti guadarono per la prima volta il Piave dando inizio anche per l’Italia a una delle più disastrose e sanguinose guerre della storia.

Ieri, cento anni dopo, questa impresa è stata ricordata ad Asiago, attraverso un profondo discorso pieno di valori, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella e noi abbiamo avuto la fortuna di commemorarla insieme a lui.

Per molti cittadini è stata un’esperienza unica sentire le sagge parole di una figura così importante per il nostro Paese.

Il messaggio era rivolto ai giovani ed ha trattato argomenti veramente importanti. Ha ricordato la nostra fortuna di non aver mai conosciuto la guerra e ha espresso la speranza di non doverla mai affrontare ma di poter risolvere i problemi attraverso il dialogo, fondamento della pace.

Solo cento anni fa, nello stesso periodo, uomini come noi, giovani come noi, sono stati costretti a combattere per la patria, lasciando tutto: la casa, gli amici, il lavoro e spesso la vita.

Ora, grazie al sacrificio di quei giovani, che sono stati mandati al massacro per qualche palmo di terra, abbiamo un’Europa unita dove possiamo conoscere e dialogare liberamente con persone di altre nazionalità. Non esiste più il popolo singolo, esiste una grande comunità.

Ma la guerra non si combatte solo in trincea, coinvolge tutti e segno evidente ne è stato il profugato, fenomeno che ha colpito particolarmente l’Altopiano di Asiago. Migliaia di donne, bambini ed anziani sono stati costretti a fuggire dal nemico, lasciando le loro case e le poche cose che avevano racimolato durante le loro povere vite.

Cosa ci ha insegnato la guerra? La grande e unica lezione che ci ha dato è di evitarla.

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Per questo è importante e si deve ricordare, ma purtroppo con il passare delle generazioni, queste manifestazioni “per non dimenticare” stanno andando perse.

E i nostri genitori cosa ne pensano? A loro è rimasto impresso quando il Presidente della Repubblica ha sottolineato che non è stato grazie ai combattimenti, ma alla pace, al dialogo e alle alleanze, che si è potuto garantire il benessere, lo sviluppo, il progresso sul suolo europeo e la fine della guerra. Secondo i genitori è ricordando il passato che si apprezza e si vive al meglio il presente. Infatti ricordare la guerra e conoscere gli eventi accaduti, dovrebbe aiutare ad evitare di commettere gli stessi errori e permetterci di vivere in pace rispettando tutte le persone, indipendentemente dalla religione o dal colore della pelle.

Ripercorrendo i ricordi, la guerra continua a dare loro tristezza, anche solo pensando a ciò che hanno passato i nostri soldati, spesso nostri vicini parenti, e le loro famiglie.

Per questo, anche secondo loro, non dobbiamo dimenticare ma tenere viva la memoria della guerra e delle sue conseguenze per rendere indelebile la pace.

Il sacrificio di quei soldati commuove ancora oggi e ci regala forti emozioni il ricordare i valori per cui sono caduti.

E sicuramente una forte emozione l’hanno provata i nostri genitori nel vedere i propri figli sventolare fieri e con orgoglio il tricolore italiano.

(a cura della classe 2^A)