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1 Notiziario interno dei Frati Minori Cappuccini Trentini - Anno VIII, N. 3 - marzo 2010 Notiziario interno dei Frati Minori Cappuccini Trentini A tutti i frati della Provincia e ai collaboratori - Loro sedi «Testimoni del perdono e della misericordia del Signore, i religiosi e le religiose sono chiamati a essere “segno di gratuità e d’amore in una società che rischia di essere soffocata nel vortice dell’effimero e dell’utile”». Benedetto XVI IL POTERE È SERVIZIO Se è vero che “tutti, nella comunità, sono chiamati a cercare ciò che a Dio piace e a obbedire a Lui”, è altrettanto vero che “alcuni sono chiamati a esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unità e guida nella ricerca corale e nel compimento personale e comunitario della volontà di Dio. Ed è questa coralità che subito emerge dalla lettura dell’Istru- zione, emanata dal dicastero della Vita Con- sacrata e delle Società di Vita Apostolica, con il titolo “Il servizio dell’autorità e l’obbedien- za”: “Portare avanti insieme ai fratelli o alle sorelle tale ricerca, perché è proprio essa che unisce, rende famiglia unita a Cristo”. È una ricerca che implica il personale apporto di carità, competenza e creatività, per far con- vergere nella costruzione della comunità e nel progetto apostolico tutte le risorse umane: doti e talenti, intuizioni e ispirazioni, fino alla con- divisione dei beni spirituali, dell’ascolto della Parola di Dio, della fede. È questo il servizio dell’autorità”. Davanti all’esercizio concreto dell’autorità, la prassi si diversifica in molteplici prospettive sia per chi la esercita sia per chi ad essa è soggetto: anar- chia e totalitarismo, cooperazione attiva e sog- gezione servile, latitanza e ingerenza. La sfida che il documento è chiamato ad affrontare è il non facile equilibrio tra persona e comunità, tra

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1Notiziario interno dei Frati Minori Cappuccini Trentini - Anno VIII, N. 3 - marzo 2010

Notiziario internodei Frati MinoriCappuccini Trentini

A tutti i frati della Provincia e ai collaboratori - Loro sedi

«Testimoni del perdono e della misericordia del Signore, i religiosi e le religiose sono chiamati a essere “segno di gratuità e d’amore in una società che rischia di essere soffocata nel vortice dell’effimero e dell’utile”». Benedetto XVI

IL POTERE È SERVIZIO

Se è vero che “tutti, nella comunità, sono chiamati a cercare ciò che a Dio piace e a obbedire a Lui”, è altrettanto vero che “alcuni sono chiamati a esercitare, in genere temporaneamente, il compito particolare di essere segno di unità e guida nella ricerca corale e nel

compimento personale e comunitario della volontà di Dio. Ed è questa coralità che subito emerge dalla lettura dell’Istru-zione, emanata dal dicastero della Vita Con-sacrata e delle Società di Vita Apostolica, con il titolo “Il servizio dell’autorità e l’obbedien-za”: “Portare avanti insieme ai fratelli o alle sorelle tale ricerca, perché è proprio essa che unisce, rende famiglia unita a Cristo”.È una ricerca che implica il personale apporto di carità, competenza e creatività, per far con-vergere nella costruzione della comunità e nel progetto apostolico tutte le risorse umane: doti e talenti, intuizioni e ispirazioni, fino alla con-divisione dei beni spirituali, dell’ascolto della Parola di Dio, della fede.È questo il servizio dell’autorità”. Davanti all’esercizio concreto dell’autorità, la prassi si diversifica in molteplici prospettive sia per chi la esercita sia per chi ad essa è soggetto: anar-chia e totalitarismo, cooperazione attiva e sog-gezione servile, latitanza e ingerenza. La sfida che il documento è chiamato ad affrontare è il non facile equilibrio tra persona e comunità, tra

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autorità e obbedienza, tra desiderio della realiz-zazione di sé e progetti comunitari. In risposta a questa sfida l’Istruzione recupera insegnamen-ti sapienziali frutto della millenaria esperienza della vita consacrata e introduce acquisizioni frutto delle nuove sensibilità odierne, del rin-novato senso della persona, del sorgere della spiritualità di comunione. Gli atteggiamenti e i suggerimenti offerti valgono ben al di là della comunità religiosa. Potrebbero essere assunti in campo politico, sindacale, amministrativo, così come nella guida di un’azienda, di una scuola. A chi gestisce l’autorità è richiesto, ad esempio, “libertà da pre-giudizi, da attaccamenti eccessivi alle proprie idee, da schemi percettivi rigidi o distorti, da schieramenti che esasperano la diversità di vedute; il coraggio di motivare le proprie idee e posizioni, ma anche di aprirsi a prospettive nuove e di modificare il proprio punto di vista”. Un documento dunque propositivo, capace di fugare alibi e latitanze, ambizioni di potere e passività e di ispirare la comunità religiosa.

p.g.v. - Terzolas 1 marzo 2010

Dalla Provincia

Il nostro confratelloPADRE CASIMIRO BONETTI«scintilla inconsapevole del fuoco di Chiara Lubich»

«I Frati, specialmente i superiori, provvedano a far conoscere, con mezzi adatti, ciò che di importante avviene sia nelle fraternità, nelle province e in tutto l’Ordine». (Cost. n.90,3)

Ci ha riempito il cuore di gioia la lettura dell’intervista di Lucia Bellaspiga apparsa su ‘Primo piano’ di “Avvenire” di sabato 23 gennaio 2010 riguardante padre Casimiro Bonetti, il frate che ispirò la vocazione di Chiara Lubich, con il racconto degli esor-di di un carisma rivoluzionario. “Eravamo soli nella chiesa del convento dei Cappuc-cini quando pronunciò il suo sì”. In quel momento nasceva il Movimento e subito le folle la seguirono. Riportiamo qui di seguito alcuni passag-gi tratti dalla lunga intervista: Era solo un giovane frate padre Casimiro quando nel 1942 si sentii rivolgere una di quelle do-mande che, sotto la cenere, covano la mic-cia degli eventi epocali: «Perché non viene a predicare su da noi? Ci sono tre maestrine, che imparino qualcosa su san Francesco!». A parlare era padre Bruno da Verla, che sui colli di una Trento sventrata dalle bombe dava ricovero a decine di orfanelli mentre a valle la guerra infuriava. «Avevo appena finito gli studi - raccon-ta oggi padre Casimiro, 95 anni portati con

estrema lucidità e ruvido vigore -.Il Superiore pro-vinciale mi ave-va affidato il Terz’Ordine fran-cescano, così io andavo in giro a predicare. An-che quel giorno nell’orfanotrofio di Cognola alle tre giovanissime maestre parlai dell’ideale di san Francesco, del suo 'fuoco d’amore'. Alla fine chiesi loro che cosa ne pensassero e una sola, Lubich Silvia, mi rispose con parole che non ho mai dimenti-cato: 'Padre, io non avevo mai sentito cose del genere. Voglio anch’io questo fuoco d’amore, vo-glio portarlo nel mondo'. La guardai e la vidi ardere dello stesso fuoco». Rapita dall’esempio del Santo che lasciò tutto per seguire Cristo ('In foco amor mi mise'), Silvia volle offrirsi al Signore e prese il nome da Santa Chiara d’Assisi. «Non vo-leva farsi suora, desiderava offrirsi a Dio re-

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stando laica. Io le chiesi di pensarci bene, le dissi che poi, se avesse cambiato idea, solo il Santo Padre avrebbe potuto scioglierla dal voto, ma lei era raggiante. Mi raccontò che suo fratello, medico e comunista, le aveva trovato un bravo collega d’ospedale come marito, ma che lei ormai apparteneva a Dio e come Francesco voleva amarlo attraverso i fratelli». Il 7 dicembre del 1943, a tu per tu con una Chiara 23enne nella chiesetta dei Cappucci-ni di Trento, p. Casimiro ebbe il privilegio di assistere al suo sì incondizionato: «Eravamo soli. Dissi Messa e lì Chiara si offrì a Dio, promise povertà, obbedienza e castità e par-tì per la sua grande avventura.Nasceva il Movimento dei Focolari...». «Aveva una intelligenza fuori dal comu-ne e si era iscritta a filosofia ma le consigliai di lasciar perdere: erano tempi duri, le dissi, stai invece accanto a questi poveretti che nei bombardamenti hanno perso tutto... Le tra-smettevo le parole di Cristo, 'quando due o più sono uniti nel mio nome, sono io in mez-zo a loro', e lei le ha diffuse in modo nuovo, rivoluzionario». Un numero sempre maggiore di ragazze e ragazzi di Trento si lasciarono contagiare e la seguirono, soccorrendo con lei l’umanità dolente sotto le bombe. «Un primo nucleo di giovani andò a vivere con lei nella prima casetta del Movimento, sotto il nostro con-vento. Ed è lì - ricorda commosso il padre - che per la terza volta fui l’inconsapevole veicolo di Dio: una di loro, Doriana, andan-do ad assistere i senzatetto si era ammalata e quel giorno Chiara mi chiese di portarle

l’Eucarestia a casa. Era il 1944. Una scena che non ho mai dimenticato: nel letto Doria-na, lì accanto, seduta, Chiara. Mi salì spontanea una domanda, ancora oggi non so spiegarmi come: qual è l’istante

in cui Gesù ha sofferto di più? Non avevo idea di cosa stesse avvenendo, solo a pen-sarci mi viene da inginocchiarmi. Chiara provò a rispondermi: “Nell’orto dei Getse-mani?”. Io la corressi: No, fu quando gridò al suo stesso Padre 'perché anche tu mi hai abbandonato?', quello è stato il momento più atroce». «Fu un fulmine a ciel sereno. Chiara, fol-gorata dall’intuizione, stabilì l’ideale del suo Movimento: da quell’istante e per sempre prese con sé Gesù abbandonato, riconoscen-dolo in ogni fratello della famiglia umana».

PROFEZIA E LINGUAGGIOContinuando l’approfondimento formativo provvidenzialmente originato

dalle provocatorie parole del Segretario della Cei, mons. Mariano Crociata,sui contenuti e le modalità dell’annuncio e dell’evangelizzazione,

vogliamo qui riprodurre l’articolo di fondo apparso su“Il Gallo” del mese di gennaio 2010

Come mai il cristianesimo e la Chiesa non intercettano la domanda religiosa di oggi che invece viene raccolta da altre espressioni religiose? Le ragioni naturalmente sono più d’una, ma il linguaggio ci sembra essenziale perché la fede ha bisogno di essere consapevole di se stessa e di dirsi con un linguaggio parlante all’umanità contemporanea. La Chiesa, oggi, sembra parlare molto spesso più il linguaggio della istituzione che non

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quello della profezia. Si enfatizzano le regole, i divieti, i distinguo, l’asserita necessità di rendersi visibili e presenti nello spazio pubblico e, nella percezione di coloro che sono più di-stanti o che fanno maggiormente fatica, la nostra Chiesa appare soprattutto un luogo giuridi-co e politico. Si avverte un senso generalizzato di sfiducia e di smarrimento. La domanda di

Pietro al Maestro: “Signore, da chi andremo?”, ri-suona ancora, seppur sommessamente e talora in modo confuso, nei crocicchi delle strade. Ma come Chiesa facciamo difficoltà a raccoglierla e a tradurla in un cammino di speranza. Occorre dunque una duplice critica, sia al lin-guaggio tradizionale della fede che ormai non ci parla più, sia a quello immanentista della nostra società e della nostra cultura che in nome della le-gittima autonomia dell’umano si chiude in se stessa. C’è anche da aggiungere che comples-sivamente la società opulenta fa fatica ad affi-darsi a Qualcuno, quando si sta bene si rimane adagiati nel proprio benessere, lo sguardo non

va oltre. Si tratta di unire il cielo con la terra senza svilire né il cielo, né la terra, di poggiare su uno sguardo positivo, sull’apprezzamento delle cose del mondo e, senza fare dell’ottimismo di facciata, sulla lieta valutazione dell’impegno dell’uomo per trasformare la terra, che rimanda a quella “nuova terra abitata dalla giustizia” di cui parla Pietro nella sua lettera, giustizia che non a caso è uno dei grandi valori e bisogni del mondo odierno. Da un lato apprezzare la terra e la fatica dell’uomo e dall’altro presentare Dio all’interno dello sforzo umano di libera-zione. Non è esterno, non è sovrapposto, non è aggiunto, Dio è alla radice che spinge verso l’avanti, un Dio liberatore e di libertà come ci ha testimoniato Gesù: libera dal culto, dalla tradizione religiosa, dalle convenzioni sociali, dalla rigidità della legge, libera togliendo forti incrostazioni interiori che non permettono alle energie positive, alla speranza che albeggia in noi di potersi esprimere. C’è una fiducia effettiva di questo Dio con noi, non ci illude, sa che siamo peccatori, pecca-tori perdonati e quindi al centro dell’Evangelo c’è il lieto annuncio di un Dio che segue passo passo la nostra vita. L’uomo non è solo, abbandonato a se stesso in questo mondo difficile e complesso. Dio è già qui, a differenza del Dio dei cieli, non va cercato chissà dove, va cercato nell’oggi, nel profondo della propria coscienza e nella realtà che ci circonda. Non soltanto allora, come si faceva nella tradizione, denunciare i limiti della so-cietà in cui si vive, le carenze dell’uma-no, ma puntare anche e forse ancora di più sul positivo. A volte c’è una pie-nezza vissuta o intuita che trasborda, va al di là delle immediate possibilità, del nostro codice umano e ci sorpren-de. Questo senso di pienezza potrebbe essere segno di una presenza alta, altra, di una Presenza attiva che opera dentro di noi e vuole condurre l’uomo alla pienezza della vita. Come diceva il grande teologo Karl Rahner, la Chiesa del terzo millennio dovrà essere una Chie-sa mistica. È tempo di raccogliere questo invito e fare nostra questa profezia.

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Fratelli ammalati

Faccio mia l’istanza del confratello fr. Carmelo Granello, il quale in una sua lettera alla Redazione reclama più partecipazio-ne da parte nostra delle notizie riguardanti lo stato di salute dei confratelli infermi della Provincia, perché, dice, “il silenzio non è informazione”. Questa istanza io la ripropongo ai Superiori locali e a tutti i frati. La tanto proclamata “privacy” non impedisce in genere ai familiari di conoscere lo stato di salute e le eventuali possibili operazioni medico-chirurgiche alle quali è o potrebbe essere sottoposto un loro congiunto, anche se questa conoscenza reca loro ansia e tormento. La malattia e la sofferenza, per il gran-de valore salvifico che portano in sé, sono un patrimonio arric-chente per tutta la Comunità. Dal canto suo fr. Carmelo non ha timore di elencare le affezioni che lo tormentano da lungo tempo: “setticemia da pseudomonas ae-ruginosa in paziente con eteroplasia delle vie biliari in progressione (portatore di stent coledocico). Ipertrofia prostatica benigna. Vascu-lopatia e neuropatia periferica sensitivo-motoria arti inferiori”. Il confratello è seguito magnificamente dalla Fraternità, dagli amici e da quel mondo medico-infermieristico che ha assistito e servito per tanti anni nelle corsie d’ospedale. A padre Carmelo e a tutti gli altri Confratelli in sofferenza assicuriamo la nostra frater-na vicinanza spirituale.

Dall’Ordine

ANCORA DA MANTOVA “NOSTALGICAMENTE”

Simpatico e commovente avvenimento ha caratterizzato la fine dell’anno nell’Ospedale “C. Poma” di Mantova: nella Chiesa del S. Cuore, il Vescovo, Mons. Roberto Busi, ha celebrato la santa Messa insieme alla comunità ospedaliera, è stato un momento di alta e toccante spiritualità, arricchito dal saluto di P. Simone Rigatti all’in-tera comunità, accolto da un fragoroso applauso. Non era presen-te p. Salvatore Panizza, impedito da un male di stagione. Da circa un anno, lasciato il lavoro pastorale nell’ospedale cittadino, dopo tanti anni di generosa, semplice e apprezzata presenza, risiedono entrambi nel Convento dei Cappuccini di Rovereto. Un grazie rico-noscente da tutta la cittadinanza. (Dalla Rivista C.A.O, n° 1/2010). Agli stessi, qualche settimana dopo, arriva un biglietto del Ve-scovo emerito di Mantova, Mons. Egidio Caporello. “Carissimi Padri Salvatore, Simone e confratelli! Dal Santuario delle “Grazie” ho accompa-gnato al Signore il “nostro” Tarcisio, con riconoscenza inesauribile per il suo servizio a Mantova. E sempre dalle “Grazie” ricordo voi tutti, con vero affetto fraterno. Vi sono grato anche per le attenzioni umane e cristiane che avete riservato a mia sorella Albertina nella sua degenza nell’estate scorsa; Lei pure con me, vi ricorda e vi saluta. Vi auguro di essere in buona salute. Anche per questo… ne parlerò alla Madonna delle Grazie.Con viva fraternità”. + Egidio Caporello.

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VADEMECUM PER LA“SOLIDARIETÀ DEL PERSONALE”

Premessa

L’8 dicembre 2009, dopo attento lavoro da parte della Commissione per la Solidarietà del Personale, è stato pubblicato il Vademecum. Il documento, approvato dal Definitorio generale durante la riunione di settembre 2009, sarà in vigore ad experimentum fino al prossimo Capitolo generale. Il Vademecum è frutto dell’esperienza e delle osservazioni maturate negli ultimi anni nel campo della Solidarietà del Personale ed è offerto come linea-guida a tutti i frati dell’Ordine. In questo tempo di sperimentazione, si potranno suggerire adattamenti e integrazioni che porteranno ad eventuali ulteriori formulazioni prima di essere sottoposto al prossimo Capitolo generale per l’approvazione definitiva.Come viene sottolineato nel Manuale, è necessario un solido spirito missionario al fine di essere coin-volti nella Solidarietà del personale. Preghiamo perché il Signore voglia rinnovare nel nostro Ordine e in ognuno di noi quello spirito evangelico d’impegno missionario che ha caratterizzato la famiglia francescana fin dal suo inizio.

1. ChiarifiCazione

Esistono varie forme di collaborazione fra le giurisdizioni dell’Ordine. Per Solidarietà del Personale s’intende una condivisione di lunga durata del personale fra due Province (o in casi eccezionali fra diverse Province) dell’Ordine, la cui strutturazione è approvata dal Mi-nistro generale ed è regolata da una convenzione approvata del Definitorio generale. La Solidarietà del Personale deve essere distinta dalla Solidarietà economica e dalla Missione intesa come l’impiantazione della Chiesa e dell’Ordine in una particolare regione. L’impegno necessario per coloro che sono inviati in Solidarietà del personale è possibile soltanto se è basato su un autentico spirito missionario. Questo spirito missionario è pure esigito dai frati della circoscrizione ricevente, nel senso che essi devono essere aperti alle nuove iniziative e approcci nel lavoro pastorale e nell’evangelizzazione che possono essere suggeriti dai frati che a loro sono inviati.

2. elementi fondamentali del ConCetto della solidarietà del Personale

• Come Francesco che, sfidato dalla nuova situazione sociale del suo tempo, fece del mondo il suo chiostro, così anche noi in un mondo sempre più globalizzato siamo chiamati ad andare al di là dei confini delle province e delle nazioni. Concretamente questo significa il superamento di tutte le forme di provincialismo aprendoci gli uni agli altri e interessandoci non solo alle que-stioni della comunità locale o della propria Provincia, ma anche ai problemi di tutto l’Ordine, della Chiesa e del mondo attuale.• In questo modo la Solidarietà del Personale diviene un’espressione di fraternità, interdipen-denza e relazioni redente, che costuiscono elementi essenziali del nostro stile di vita francescano.

3. Gli sCoPi della solidarietà del Personale

• Per rafforzare il carisma cappuccino in luoghi dove l’Ordine ha perso la sua vitalità o è inpericolo di sparire. - infondendo un più grande dinamismo e spirito di comunità nelle nostre fraternità; - rivitalizzando le comunità rimaste con lo scopo di dare maggiore forza per una presenza effettiva e capace di testimonianza; - riducendo il divario di età tra i frati della Provincia e i possibili nuovi candidati; - dando aiuto a un progetto promettente per la regione, ma che non può essere portato avanti dalle risorse locali.• Per testimoniare la fraternità francescana nella società del nostro tempo sempre più multiculturale: - formando comunità internazionali o interculturali; - inserendosi in servizi sociali e pastorali per i migranti.

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4. Condizioni Per la solidarietà del Personale

a. Per la Provincia che ricevei. Coscientizzare i frati della Provincia che riceve, ad ogni fase del progetto di Solidarietàdel Personale, circa i vari aspetti del progetto che viene portato avanti;ii. Articolare e formulare i motivi per i quali si vuole ricevere frati da un’altra Provincia riflettendo su questioni come le seguenti: - perché stiamo invitando frati di un’altra Provincia a venire nella nostra Provincia sullabase della Solidarietà del Personale? - che cosa ci aspettiamo da loro?iii. Essere aperti al cambiamento, riflettendo su questioni come le seguenti: - quali cambiamenti saranno necessari nella nuova emergente situazione? - i frati della Provincia che riceve sono preparati ad accettare e a vivere con gioia questi cambiamenti?iv. Il Ministro provinciale deve fare una richiesta scritta al Ministro generale, esponendole ragioni per la sua richiesta.b. Per la Provincia che inviai. La richiesta per la partecipazione a un progetto della Solidarietà del Personale viene dal Ministro generale.ii. La richiesta deve essere pubblicata, fatta conoscere e discussa nella Provincia.iii. La decisione di prendere o di non prendere parte è presa dal Definitorio provinciale.c. Per i frati che saranno inviatii. Si informano circa la cultura e le condizioni generali della Provincia che li riceve.ii. Accettano l’idea di una lunga assenza dal proprio paese e delle esigenze dell’integrazionein una cultura straniera.iii. Sono motivati da uno spirito missionario.iv. Possiedono la necessaria capacità d’imparare una lingua straniera e devono acquisire una conoscenza di base della lingua mentre sono ancora nel proprio paese.

5. PreParazioni Per la solidarietà del Personale

a. Per la Provincia che ricevei. Tutti i frati devono familiarizzarsi con la cultura della Provincia che invia, in modoparticolare la fraternità onde il frate vivrà al suo arrivo nella Provincia de riceve.ii. Devono stabilire contatti personali con i frati della Provincia che invia (specialmentecon il Provinciale e il Definitorio).iii. Visite più lunghe di coloro che sono responsabili della Solidarietà del Personale e diquei frati che sono implicati in modo particolare nel progetto.iv. Contatti iniziali con i frati che saranno inviati.b. Per la Provincia che inviai. Generale familiarizzazione con la cultura della Provincia che riceve.ii. Visite alla Provincia che riceve.iii. Coscienza delle particolari sfide della cultura della Provincia che riceve.iv. I frati che sono inviati devono essere resi liberi da tutte le responsabilità, in modo chesi possano preparare per la loro nuova destinazione seguendo un programma ben strutturato.

6. fase di realizzazione

La fase di realizzazione include sia il periodo di introduzione che il periodo di inserimento.a. Periodo di introduzione• Questo periodo è costituito dal tempo durante il quale il frate che è inviato acquista lenecessarie qualificazioni e abilità per il suo compito nella Provincia che riceve. La durata di questa fase dipende dalle particolari capacità del frate che viene inviato.• Il programma di introduzione deve includere i seguenti elementi:

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° La padronanza di base della lingua; ° L’integrazione culturale (geografia, storia, conoscenza di base della cittadinanza, processi politici, ecc.); ° Modi di pensare e valori; pensiero critico, stile di vita, ecc.; ° Il pensiero teologico particolarmente evidenziato nella Chiesa della Provincia che riceve; ° Integrazione nella Provincia che riceve: abitudini e usi, progetti di comunità, uso del denaro, il modo di pensare dei frati, forme di spiritualità, aneddoti, ecc.; ° Integrazione nella Chiesa locale; ° Corso introduttivo (per esempio, quello di Bruxelles); ° Dal punto di vista metodologico la fase di introduzione dovrebbe, per quanto possibile, essere collegata con la pratica; cioè, i differenti temi dovrebbero essere trattati e/o approfonditi con l’aiuto di esperienze concrete. Corsi, incontri, conferenze, programmi di formazione permanente e conversazioni fraterne: sono tutte cose di cui servirsi.• L’introduzione deve essere accompagnata dal frate designato dal Ministro provinciale, ilquale deve pure fare periodiche valutazioni.b. Periodo di inserimento• La transizione alla fase di inserimento ha luogo gradualmente, in armonia con la fasedi introduzione. Molta pazienza è richiesta.• Si raccomanda che il frate che è inviato sia inizialmente inserito in un progetto che già è incorso in modo che prenda confidenza.• Siccome i frati di altre culture possono considerare le pratiche della Provincia che riceveda un differente punto di vista, si raccomanda che vengano sviluppati progetti nuovi ecreativi insieme ai frati che sono inviati.• È importante che i frati che sono inviati sviluppino il senso di appartenenza rispetto allaProvincia che riceve in modo che si sentano in essa come a casa propria.

7. Convenzioni

• In appendice a questo Vademecum c’è un modello di conven-zione, che può servire come traccia per stilare una convenzione di cooperazione fra due Province. Il modello di convenzione con-tiene i punti che devono essere inseriti come norme per la realiz-zazione della Solidarietà del Personale.• Una convenzione di cooperazione nell’ambito della Solidarietà del Personale deve sempreessere approvata dal Ministro generale.• Copie della convenzione devono essere inviate ai frati interes-sati.• Le modalità di realizzazione delle norme di sicurezza sociale (assicurazioni) devono essere inserite nella convenzione.• Le relazioni triennali inviate alla Curia generale devono inclu-dere una valutazione della convenzione e della sua realizzazione.

8. modelli alternativi di solidarietà del Personale

a. Fra diverse ProvinceGeneralmente serve di norma il modello bilaterale della Solidarietà del Personale. Ma in casi eccezionali il Definitorio generale può appoggiare una cooperazione, nell’ambito della Soli-darietà del Personale, che implica più di due Province.

b. Una intera comunità in una Provincia che riceveNei casi in cui la Provincia che riceve non è in grado di integrare dei frati di un’altra Circo-scrizione nelle sue proprie fraternità, può essere loro offerta una particolare fraternità che sarà assunta dalla Provincia che invia.

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CONVEGNO NAZIONALE: “Vivere le origini” Al Convegno esperti relatori offriranno un alto contenuto di riflessione per il giorno d’oggi. Per quanto riguarda l’ap-profondimento francescano il relatore p. Gianfranco Berben-ni parlerà sul tema “L’assistere gli infermi e la controversia sul Testamento di Francesco d’Assisi nella ‘Ratio vivendi fratrum' di Bernardino Cioli da Colpetrazzo”; per l’approfondimento ec-clesiologico “presenza di Chiesa nel mondo della sofferenza, nel-la ricchezza e varietà dei suoi ministeri” relatore sarà p. Angelo Brusco; per l’approfondimento formativo la relazione di p. Marek Miszczynski su “Quale "idea" di cappuccino ha oggi il no-stro Ordine? Camminiamo verso quale formazione? Ci sarà ancora spazio per la formazione alla presenza accanto al malato che consi-deriamo come una delle radici della nostra vocazione e del nostro carisma francescano cappuccino?”. Come occasione di confronto la Tavola rotonda e il lavo-ro di gruppo saranno momenti essenziali per una verifica e progettualità fraterna alla presenza del presidente della Cimp cap. Antonio M. Tofanelli.

9. seParazione della solidarietà del Personale dalla solidarietà eConomiCa

Fin da quando è iniziata la Solidarietà del Personale è stato sempre sottolineato il fatto che la Solidarietà del personale e la Solidarietà economica devono essere tenute interamente separate.Attraverso la Solidarietà economica l’Ordine è impegnato a promuovere la fraterna condivi-sione delle sue risorse economiche. Tale condivisione avviene senza collegamento con alcuna forma di Solidarietà del personale. Tuttavia la Provincia che riceve dovrà assicurare che al momento del ritiro dopo un lungo periodo di servizio si abbiano adeguate intese economi-che con la Provincia che invia.

SERVIZIO FRATERNO AL SANTUARIOMADONNA DELLE GRAZIEIN SAN GIOVANNI ROTONDO

Come già comunicato nella lettera del 22 gennaio u.sc., inviata a tutte le nostre Fraternità, anche quest’anno da San Giovanni Rotondo ci viene fatta richiesta di frati disponibili per il Servizio nel nostro Santuario Padre Pio, per assolvere ai Ministeri della Celebrazione Euca-ristica della Confessione e delle Benedizioni. Valutiamo seriamente la possibilità di aiutare, per qualche giorno o settimana a vostra scelta, nell’arco di tutto l’anno. Nel caso in cui si aprisse uno spiraglio di possibilità, potete contattare, dopo averne parlato col nostro Mini-stro Provinciale, i seguenti frati: p. Satish George o p. GianMaria Digiorgio.

NOTAPer conoscere modalità d’iscrizione per la partecipazione

al Convegno si è pregati di rivolgersial segretario nazionale del Segretariato Carità e Profezia

fr. Luca Margaria, P.zza XX Settembre, 42 - 12042 Bra (Cn)tel 0172 062032 - cell. 348 0557383

[email protected]

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10 Notiziario interno dei Frati Minori Cappuccini Trentini - Anno VIII, N. 3 - marzo 2010

NOMINA EPISCOPALE

Il Santo Padre ha nominato Vescovo di Caltagirone il confratello Pa-dre Calogero Peri, finora Ministro Provinciale dei Frati Cappuccini di Palermo e Vice Preside della Pontificia Facoltà Teologica "San Giovanni Evangelista" a Palermo. Fr. Calogero Peri, è nato a Salemi, provincia di Trapani e diocesi di Mazara del Vallo, il 16 giugno 1953. È entrato nel noviziato di Calasci-betta nel 1969. Il 7 ottobre 1970 ha emesso la professione temporanea e il 4 ottobre 1976 quella perpetua. È stato ordinato sacerdote il 9 dicembre 1978 a Palermo. Ha compiuto gli studi medi e liceali con i Padri Cappuccini, ed ha frequentato in seguito, per gli studi teologici, l’allora Istituto Superiore di Scienze Religiose "S. Giovanni Evangelista" in Palermo. Ha ottenuto la laurea in Filosofia presso la Pontificia Università Gre-goriana ed ha seguito corsi specialistici a Parigi. Ha svolto i seguenti incarichi: Assistente di Filosofia nella Facoltà Teologica di Palermo dal 1981 al 1985; Docente Invitato di Filosofia nella Facoltà Teologica di Palermo dal 1985 al 1991; Docente Incaricato di Antropologia Filosofica, Metafisica, Teologia Filosofica, Ecclesiologia e Antropologia dal 1991 al 2002; Consigliere Provinciale dal 1989 al 1995; Superiore del Conven-to di Palermo dal 1989 al 1995; Ministro Provinciale dal 1995 al 2001; Vicario e Vice Maestro nella Casa del Post-Noviziato Cappuccino di Palermo dal 2001 al 2004. Dal 2004 ricopre nuo-vamente l’incarico di Ministro Provinciale e dal 2009 è Vice Preside della Facoltà Teologica di Sicilia. È autore di articoli e pubblicazioni di carattere spirituale, filosofico e teologico.

L’Evento Francesca-no 2010 rappresenta la celebrazione collettiva di una nuova solidarie-tà, di un nuovo uma-nesimo e di un nuovo modo di relazionarsi reciprocamente. In li-nea con la grande intu-izione che fu propria di Karol Woityla secondo cui “è lo spirito di solida-rietà che deve crescere nel mondo, per vincere l’egoi-smo delle persone e delle nazioni”, e con France-

sco d’Assisi pioniere della pratica di queste parole. A Padova vivremo dunque una grande occasione di incontro che sia aperto al divenire, in un dialogo continuo, vero e fruttuoso. Un appuntamento per ritrovarsi a condividere occasioni di scambio, cono-scenza reciproca, momenti formativi e anche, perché no, un nuovo modo di essere democrazia!

Ordine Francescano Secolare d’ItaliaGioventù Francescana d’Italia

Sabato 13 marzo 2010 ore 14.30Basilica del Ss. Redentore - (Ve)

Per l’occasione verrà presentatodal dott. Elio Guerriero

e da P. Gianluigi Pasquale,il nuovo libro di Ernesto Oliviero

“Squarciamo il buio”Edizioni s. Paolo

EVENTO FRANCESCANO:PADOVA 28-29-30 MAGGIO 2010

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11Notiziario interno dei Frati Minori Cappuccini Trentini - Anno VIII, N. 3 - marzo 2010

Appuntamenti InterprovincialiFormazione Permanente dei Frati Cappucci-ni lombardi-veneti-trentini: Corso interpro-vinciale sul sacramento della riconciliazione. Programma: 17-18.03.’10 Arco di Trento; 21-22.04.’10 Varese; 26-27.05.’10 Caorle.Info. Curia provinciale Milano: 02 77122201; Cu-ria provinciale Trento: 0461 982672; Curia pro-vinciale Venezia: 041 950744

Incontri interprovinciali dei Frati Cappucci-ni lombardi-veneti-trentini: 28.04.’10 Arco di Trento; 16-17.06.’10 Caorle.Info. Curia provinciale Milano: 02 77122201; Cu-ria provinciale Trento: 0461 982672; Curia pro-vinciale Venezia: 041 950744

Incontro dei Fratelli non Chierici del Nord Italia. Programma: Terzolas (TN) 13-14 aprile 2010; Folgaria (TN) 30 maggio-5 giugno 2010; S. Fidenzio (VR) 21-23 settembre 2010.Info. Fr. Giovanni Grossele tel. 0438 22245

21-23 giugno 2010. Folgaria (TN) - VII Incontro Interprov. di formazione per i Formatori.Postulato di Lendinara, Noviziato di Lovere, Post-Noviziato di Cremona. Info. Curia Provin-ciale OFM Cap di Trento tel 0461 982672.Appuntamenti Interfrancescani

1-6 marzo 2010. Assisi (Casa Leonori) - Assem-blea Unione Conferenze Ministri Prov. Fam. Francescane d’Italia. Info fr. A. M. Tofanelli, tel. 075 815142 cell. 338 4183432 - fr. Mariano Stef-fan, tel. 06 5135467 cell. 339 6465521 [email protected]

6 marzo 2010. Assisi - Assemblea generale MOFRA. Info fr. A. M. Tofanelli, tel. 075 815142 cell. 338 4183432 - fr. Mariano Steffan, tel. 06 5135467 cell. 339 6465521 [email protected]

Appuntamenti CIMP Cap1-6 marzo 2010. Assisi (Casa Leonori) - 118ª As-semblea CIMP Cap.Info fr. A. M. Tofanelli, tel. 075 815142 cell. 338 4183432 - fr. M. Steffan, tel. 06 5135467 cell. 339 6465521 [email protected]

22-24 marzo 2010. Sassone (RM) - Convegno Nazionale dei Frati cappuccini impegnati nella Pastorale della Salute e nelle Inferme-rie. Tema: Vivere oggi “la grazia delle origini”.Info fr. Luca Margaria, tel. 0172 062032 cell. 348 0557383 [email protected]

10-12 maggio 2010. Avigliana (TO) (Ex Con-vento dei Cappuccini) - 119ª Assemblea CIMP Cap. Info fr. A. M. Tofanelli, tel. 075 815142 cell. 338 4183432 - fr. Mariano Steffan, tel. 06 5135467 cell. 339 6465521 [email protected]

Giugno 2011 (seconda metà). Luogo da definire (ROMA?) Assemblea elettiva dei Segretariati.Info fr. Antonio M. Tofanelli, tel. 075 815142 cell. 338 4183432 - fr. Mariano Steffan, tel. 06 5135467cell. 339 6465521 [email protected]

Appuntamenti dell’Ordine11-13 marzo 2010. ROMA (collegio Internazio-nale S. Lorenzo) - Convegno su: Bernardo Chri-sten da Andermat a 100 anni dalla morte. Istitu-to storico dei Cappuccini. Info: tel. 06 660521 fax 06 66052532, e-m: [email protected]

Capitoli Provinciali 1 - 4 marzo 2010: Capitolo della Provincia delle Marche. 8- 12 marzo 2010: Capitolo della Provincia di Abruzzo. 6 - 9 aprile 2010: Capitolo della Provincia di Napoli. 7 - 9 aprile 2010: Capitolo della Provincia di Palermo. 12- 17 aprile 2010: Capitolo della Provincia di Messina. 19- 24 aprile 2010: Capitolo della Provincia di Foggia. 26- 30 aprile 2010: Capitolo della Provincia di Sardegna.

Appuntamenti CulturaliA.A. 2009-2010. Roma (Pontificia Università Urba-niana) - Master di primo livello in Comunicazio-ne Sociale nel contesto Interculturale e Missio-nario. Info. PUU Centro Comunicazioni Sociali. tel. 06 69889662 e-mail: [email protected]

Biennio 2009-2011. Camposanpiero - PD (Casa di Spiritualità - Santuari Antoniani) - Formazio-ne: Spiritualità francescana e clariana. Rivolto a tutte le componenti del Movimento Francescano.Info. tel. 049 9303003 - mail: [email protected]; [email protected];

A.A. 2009-2010. Roma (Pontificia Università Anto-nianum) - Corso intensivo (Master in formazio-ne). Tema: L’eunuchia per il Regno. Percorsi forma-tivi nella prospettiva francescana. Tenuto da fr. G. Salonia. Lezioni: 16-17 febbraio, 8,9,10 marzo 2010. [email protected] - www.antonianum.eu

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Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Trento

Scrivete e spedite a:

q Fr. Giorgio Benigno Valentini - Convento Cappuccini - 38027 Terzolas (Trento) Tel. 0463 901305 - Fax 0463 903780 - E-mail [email protected]

q Curia - Piazza Cappuccini, 1 - Tel. 0461 982672 - Fax 0461 230635 - [email protected]

Fr. Giorgio Benigno Valentini

FraNoi viene spedito ai Confratelli per informarli sulla vita e le attività della provincia: proprio secondo il dettato delle nostre Costituzioni: «I frati, specialmente i superiori, provvedano a far conoscere, con mezzi adatti, ciò che di importante avviene sia nelle fraternità, nelle province e in tutto l’Ordine». (Cost. n.90,3)

FORMAZIONE PERMANENTE

GIORNATA PENITENZIALE QUARESIMALE

Data: 10 MARZO 2010 - ore 9.30-12.30Luogo: Convento Cappuccini - Trento

Tema: “La nostra vita alla luce della parola di Dio”

Relatore: padre Giorgio Antonino Butterini

APPUNTAMENTI PROVINCIALI

INCONTRO TRAMINISTRO PROVINCIALE - DEFINITORIO - GUARDIANI E VICARI

Data: Sabato 13 MARZO 2010 - ore 9.30-12.30Luogo: Convento Cappuccini - Trento

in aprile 2010festeggiamol’onomastico di…

21 fr. Corrado Casotti fr. Silvio Zencher fr. Corrado Brida 23 fr. Egidio Tomasoni fr. Giorgio Anesi fr. Piergiorgio Armellini 24 fr. Fedele Bertolini 30 fr. Pio Silvestri

Ai confratellii nostri sincerie fraterni auguri!