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IL POTERE E IL CONSENSO COLLANA DI STORIA ROMANA

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IL POTERE E IL CONSENSOCOLLANA DI STORIA ROMANA

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Direttore

Sergio RodaUniversità di Torino

Comitato scientifico

Paolo FabbriUniversità IUAV di Venezia

Silvia BuriniUniversità “Ca’ Foscari” di Venezia

Jean – Marie KlinkenbergUniversité de Liège

Isabella Pezzini“Sapienza” Università di Roma

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IL POTERE E IL CONSENSOCOLLANA DI STORIA ROMANA

La vicenda storica di Roma si snoda per mille anni in occidente e peraltri mille prosegue nel mondo bizantino, i cui ordinamenti e il cuiimpianto sociopolitico riproducono nel tempo, in perfetta coerenza,il modello di stato costantiniano. Siamo di fronte cioè all’esperienzapolitica più longeva della storia, che attraverso periodici ed epocalimutamenti di assetto istituzionale (dalla monarchia alla repubblica,dal principato/repubblica imperiale all’impero tardoantico) mantienesaldo il principio della continuità, sostanziale e simbolica, con la Romadel quadrato palatino romuleo. E’ evidente che una simile realtà hainfluito, e per molti versi continua a influire, sulla storia del mondooccidentale ben oltre i limiti cronologici della sua sopravvivenza poli-tica autonoma: per questo, di là dall’enfasi letteraria, appare ancoravalido il giudizio di Henry de Montherlant, nella Postilla alla sua operateatrale “La guerra civile”: «I Romani hanno spiegato con la loro vita unlargo ventaglio, che va dall’arte di godere all’arte di morire: al centro, trale due, il coraggio, la gravità, l’infamia e la tristezza. Per questo, la lorostoria è il microcosmo di tutta la Storia; chi conosce bene la storia romana,non ha bisogno di conoscere la storia del mondo; tutto quello che è opusromanum è opus humanum, tutto ciò che è opera romana è opera uma-na». Di qui, crediamo, l’utilità di una nuova collana di studi di StoriaRomana, aperta al contributo sia di studiosi affermati sia di giovanie capaci ricercatori, che soprattutto indaghi le dinamiche del potereche hanno consentito allo stato romano, fin dalle origini multietnicoe multiculturale, di percorrere la lunga durata del suo successo stori-co; che analizzi quei meccanismi di integrazione e assimilazione, diacquisizione del consenso, di esercizio di potere morbido, di ricono-scimento della doppia cittadinanza, che sono la chiave dell’efficaciadel processo di romanizzazione; che estenda il proprio interesse allapersistenza come riferimento costante nel tempo del modello ideolo-gico/politico della repubblica imperiale romana, dal medioevo all’etàcontemporanea, in una ricezione che spesso si è trasformata sia intentativo di riproduzione in falsariga del modello (si pensi, ad es., allarelazione fra la fondazione degli Stati Uniti d’America e l’icona della

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repubblica romana) sia in termine di confronto politologico, storico estoriografico per la teoria degli imperi (si pensi alla ricchissima lettera-tura su analogia/differenze fra l’impero di Roma e gli imperi coloniali,l’impero britannico o l’“impero” americano).

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Stefano Bocci

Ammiano Marcellino, XXVIII e XXIXProblemi storici e storiografici

Presentazione diLeandro Polverini

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I edizione: gennaio

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A mia moglie

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Indice

Presentazionedi Leandro Polverini

Premessa

Introduzione. Ammiano nella storia e nella storiografia

Capitolo IAmmiano e Roma

.. Le due digressioni romane, – .. Interpretazioni contrastan-ti, – .. Motivi ispiratori delle due digressioni, – .. Fra satirae storiografia, .

Capitolo IILa securitas dell’impero: la frontiera settentrionale

.. La difesa dei confini compito primario di ogni imperatore, –.. La minaccia germanica: realtà o artificio?, – .. Giuliano eValentiniano sul Reno e sull’alto Danubio, – .. Dalla difesa ‘disbarramento’ alla difesa ‘in profondità’, – .. La ‘difesa in profondità’della frontiera renano–danubiana in Ammiano, – .. Roma e ibarbari: le politiche possibili, – .. Roma e i barbari: l’opinione diAmmiano, .

Capitolo IIIAmmiano e Valentiniano

.. Il ritratto di un sovrano terribilis, – .. Le buone qualità di unautocrate, – .. Una fonte favorevole a Valentiniano?, – .. L’in-fluenza di Simmaco e dell’aristocrazia senatoria romana, – .. Ungiudizio ponderato, ma autonomo, .

Conclusione. Ammiano e l’impero alla fine del IV secolo

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Indice

Elenco delle opere citate

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Presentazione

Ho accolto con piacere l’invito a presentare la sollecita pubblicazionedella tesi di dottorato di Stefano Bocci, condotta nel quadro del Dot-torato di ricerca in «Civiltà e tradizione greca e romana» promossodal Dipartimento di Studi sul mondo antico dell’Università Roma Tre,discussa il aprile .

Il pregevole lavoro si segnala, innanzitutto, per la sua robusta artico-lazione. Una vigorosa sintesi introduttiva (Ammiano nella storia e nellastoriografia) ripercorre la vita di Ammiano e discute i problemi delsuo metodo di lavoro, per quanto riguarda soprattutto l’ultima esadedelle Res gestae, in particolare i libri e , ai quali la tesi eraspecificamente dedicata. Seguono tre densi capitoli di analisi storio-grafica e storica. Il primo (Ammiano e Roma) affronta i vari aspetti delcomplesso rapporto di Ammiano con l’antica capitale dell’impero. Ilsecondo (La securitas dell’impero: la frontiera settentrionale) analizza leiniziative diplomatiche e militari di Valentiniano I per la difesa dellafrontiera settentrionale dell’impero durante gli undici anni del suo re-gno ( – ). Al giudizio positivo di Ammiano sulla politica militaree diplomatica e sulla tolleranza religiosa di Valentiniano si contrap-pone il giudizio negativo sull’autocrazia dispotica del suo governo:di qui l’esigenza, nel terzo capitolo (Ammiano e Valentiniano), di unesame complessivo dell’imperatore, quale appare nelle Res gestae. Lavalutazione dell’imperatore proposta da Ammiano risulta equilibratae sostanzialmente autonoma, solo in piccola parte condizionata daisentimenti dell’aristocrazia senatoria. Anche più significativa, nellaconclusione del lavoro (Ammiano e l’impero alla fine del IV secolo), laposizione dello storico sulla realtà e sul destino dell’impero: pur do-po l’epocale sconfitta di Adrianopoli (), il realistico timore per ilpresente non impedisce ad Ammiano di sperare nella ripresa, anzinell’eternità di un impero che egli identificava con la civiltà stessa.

Più della caratteristica articolazione del lavoro, sono ovviamenteimportanti i risultati, specifici e d’assieme. Il presentatore non può

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Presentazione

non lasciare ad altri, in altra sede, il loro giudizio. Rileva, ad ogni mo-do, che l’impostazione problematica e la prospettiva rigorosamentestorica dell’indagine di Bocci la fanno apparire, in certo modo, com-plementare al prezioso apporto fornito dal commento «philologicaland historical» dei libri delle Res gestae di Ammiano, condotto ormaiquasi a termine dal solerte team di Leida ( J. den Boeft, J. W. Drijvers,D. den Hengst, H. C. Teitler). Il commento del libro è uscitoalla fine del , e si annuncia prossima la pubblicazione del libro. La pubblicazione di questa serie di commenti è la migliore provadell’attuale interesse per Ammiano Marcellino, che a sua volta rifletteil molteplice interesse degli storici per il IV secolo (e, più in genera-le, per l’età tardoantica). In questo quadro, storiografico e storico, sicolloca degnamente la ricerca di Stefano Bocci.

Quella che ora egli pubblica è la sua seconda tesi di dottorato. Laprima, condotta nel quadro del Dottorato di ricerca in Storia (Storiaantica) promosso dalle Università di Pisa, Pavia e Perugia, discussail luglio , ebbe l’onore di essere accolta negli «Studi pubblicatidall’Istituto italiano per la storia antica» (è il fascicolo ): L’Umbrianel Bellum Gothicum di Procopio, Roma . Ma l’interesse di Bocciper la storiografia tardoantica risale già alla tesi di laurea (L’anno nella Historia Augusta), discussa nella Facoltà di Lettere e Filosofia del-l’Università di Siena il giugno e parzialmente pubblicata, dueanni dopo, negli «Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Uni-versità di Perugia». Alla storiografia tardoantica e alla storia dei secoliIII – VI egli ha dedicato anche la maggior parte delle pubblicazioniche hanno accompagnato il suo costante impegno didattico (è profes-sore di Latino e Greco nel Liceo classico «Enea Silvio Piccolomini» diSiena). Ammiano Marcellino, e : problemi storici e storiografici è,insomma, il frutto di una lunga, impegnata, intelligente esperienza distudio e d’insegnamento.

Leandro Polverini

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Premessa

Si avvicina alla conclusione il progetto olandese di un commento «filo-logico e storico» (in realtà, più filologico che storico) ai diciotto libriconservati ( – ) delle Res gestae di Ammiano Marcellino. Sene era fatto promotore ed artefice Pieter de Jonge, che curò perso-nalmente i commenti ai libri – , apparsi fra il ed il .Quando lo studioso abbandonò l’impresa, subentrò un gruppo disuoi giovani connazionali: tre in un primo momento, Jan den Boeft,Daniël den Hengst e Hans Teitler, ai quali si è poi aggiunto un quar-to, Jan Willem Drijvers. Essi hanno portato avanti il progetto conla pubblicazione, ad intervalli di tre o quattro anni, dei commentialla seconda esade della parte conservata dell’opera di Ammiano: ilibri – , in cui campeggia la figura di Giuliano, prima rivale diCostanzo II, poi unico imperatore. Questa parte del progetto ha vistola sua conclusione nel , quando è apparso il commento al libro, con cui termina la narrazione ammianea dell’esemplare regno diGiuliano.

In quell’anno i quattro responsabili del progetto olandese si feceropromotori di un convegno aperto alla partecipazione di un gruppo di

. P. J, Sprachlicher und historischer Kommentar zu Ammianus Marcellinus ,Groningen : il libro era la ristampa di una precedente edizione in due volumi, cheerano stati pubblicati nel e nel . Nello stesso apparve il secondo volume dellaserie: I., Philological and historical commentary on Ammianus Marcellinus , Groningen :anche questo era la ristampa di una precedente edizione in due volumi, pubblicati nel e nel . Con identico titolo de Jonge curò poi in successione il commento ai libri (), (), () e ().

. I tre hanno curato il commento al libro (J. B – D. H – H.C.T, Philological and historical commentary on Ammianus Marcellinus , Groningen )e ().

. Il gruppo di quattro studiosi che si è così formato ha curato dapprima il commentoal libro : J. B – J.W. D – D. H – H.C. T, Philologicaland historical commentary on Ammianus Marcellinus , Groningen . Sono seguiti icommenti ai libri (), (), ().

. Il breve regno di Gioviano ( – ), pure narrato nei capitoli finali ( – ) dellibro , conferma il carattere esemplare del governo di Giuliano.

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Premessa

specialisti della tarda antichità. L’intento era di sollecitare l’attenzionedegli esperti sull’ultima parte (libri – ) delle Res gestae, quellain cui Ammiano si occupa dei regni dei due imperatori pannonici,Valentiniano I e Valente. I contributi del convegno sarebbero stati unutile ausilio ai futuri commenti degli ultimi libri ammianei.

L’ultima esade delle Res gestae, infatti, presenta alcune peculiari-tà che la diversificano non poco dalla parte precedente dell’opera.Gli avvenimenti narrati erano ormai sempre meglio noti ai lettoricontemporanei e mancavano di una figura centrale e positiva comeera stata in precedenza Giuliano: ciò indusse l’autore a modificare lastruttura della sua narrazione, non più centrata sulla persona dell’im-peratore regnante, ma basata su un metodo espositivo al tempo stessotopografico e cronologico. L’andamento della narrazione subì unasensibile accelerazione: se la seconda esade (libri – ) copre unarco cronologico di appena quattro anni (dalla proclamazione di Giu-liano ad Augusto, nella primavera del , alla morte di Gioviano nelfebbraio ), gli ultimi sei libri trattano un periodo di quattordici anni( – ). Per il periodo successivo alla morte di Giuliano, inoltre,Ammiano non ebbe a disposizione nessuna opera storica generale giàpubblicata: ancor più che nei libri precedenti, pertanto, egli dovettefar tesoro dei propri ricordi, delle testimonianze orali di chi partecipòagli avvenimenti, dei documenti a cui riuscì ad avere accesso graziealle proprie amicizie e conoscenze.

Questa dissertazione si propone di studiare alcuni temi importantied insistentemente presenti nell’ultima esade dell’opera ammianea,in particolare all’interno dei libri e . Questi due libri, sceltiinizialmente in funzione di un possibile commento storico, si sonorivelati particolarmente significativi, perché le vicende che ne costi-tuiscono il contenuto, strettamente intrecciate, sono paradigmatichedell’epoca dei due imperatori pannonici, Valentiniano I e Valente:un’epoca che, nel volgere di appena quattordici anni ( – ), vide

. Il convegno internazionale si tenne in Olanda, a Wassenaar presso il NetherlandsInstitute for Advanced Study, fra il ed il giugno . I tredici contributi presentati inquell’occasione sono stati pubblicati nel volume miscellaneo J. B – J.W. D –D. H – H.C. T (a cura di), Ammianus after Julian. The reign of Valentinianand Valens in Books – of the Res Gestae (“Mnemosyne”. Bibliotheca Classica Batava,), Leiden – Boston .

. Sono apparsi in seguito i commenti ai libri (), () e ().

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Premessa

il rapido precipitare dell’impero dal felice regno di Giuliano all’acutacrisi provocata e testimoniata dalla sconfitta romana di Adrianopoli.Nelle vicende di quegli anni convulsi Ammiano vide i segni premoni-tori di una crisi forse irreversibile, ma anche gli ultimi brillanti successidi un impero che aveva personalmente servito ed in cui si identificavaper lui la civiltà stessa del genere umano.

In primo luogo è sembrato necessario ricapitolare le nostre cono-scenze sulla figura di Ammiano e sulla sua opera: notizie biografiche,epoca e fasi della composizione delle Res gestae, modelli storiogra-fici e metodo di lavoro, ricorso a fonti scritte, testimonianze orali edocumenti; ho dedicato un’attenzione particolare all’ultima sezionedell’opera, di cui i libri e sono parte: in quel contesto, in-fatti, crebbero il ruolo ed il peso dei documenti e degli informatoridirettamente consultati dallo storico.

La lunga digressione su Roma che occupa il capitolo èstata il punto di partenza di un’analisi del rapporto di Ammiano conl’antica capitale dell’impero: una città che lo storico descrive sia comepromotrice ed artefice di una civiltà che egli spera immortale, siacome residenza di una popolazione ormai decadente e corrotta, inlarga misura disinteressata alle sorti stesse dello Stato.

L’ampio spazio che nei libri e hanno le iniziative volte alladifesa della frontiera settentrionale dell’impero ha suggerito l’esamedell’atteggiamento di Ammiano nei confronti della politica estera edella strategia militare di Valentiniano, un imperatore che trascorsesulla frontiera del Reno e dell’alto Danubio quasi tutti i suoi undicianni di regno.

I controversi giudizi che Ammiano esprime su Valentiniano, alter-nando apprezzamenti che lo avvicinano all’optimus princeps Giulianoe critiche severe che ne fanno quasi un despota privo di autocontrollo,hanno fatto sembrare opportuno un esame complessivo della figuradi questo imperatore nelle Res gestae, alla ricerca non tanto di una

. Introduzione. Ammiano nella storia e nella storiografia.. È il contenuto del capitolo I, Ammiano e Roma.. Tre dei sei capitoli in cui si articola il libro ed altrettanti fra i sei del libro

hanno, infatti, per argomento la difesa della frontiera settentrionale dell’impero e la figuradi Valentiniano, promotore di quella strategia.

. È il contenuto del capitolo II, La securitas dell’impero: la frontiera settentrionale.. È l’argomento del capitolo III, Ammiano e Valentiniano.

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Premessa

sintesi quanto piuttosto delle ragioni e dei criteri che determinaronole differenti valutazioni dello storico.

Da ultimo, in un capitolo finale, ho cercato di utilizzare le conclu-sioni cui di volta in volta sono giunto nello studio dei diversi argomentiper delineare un quadro articolato e, spero, convincente delle speranzee delle paure che accompagnarono Ammiano mentre procedeva allastesura dell’opera ed in particolare dell’ultima esade della sua fatica.

. Conclusione. Ammiano e l’impero alla fine del IV secolo.

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Introduzione

Ammiano nella storia e nella storiografia

La vita

Nella seconda metà dell’anno il sofista Libanio di Antiochiaindirizzò ad un Marcellino, suo concittadino ed amico, una lettera

in cui si congratulava per il grande successo conseguito a Romacon pubbliche letture, cui altre sarebbero seguite, della sua opera:un successo che faceva onore all’autore, ma anche alla loro comunecittà natale. Destinatario della lettera, secondo una communis opinio,era lo storico di Antiochia Ammiano Marcellino, sotto il cui nomeci è giunta un’ampia parte dei Rerum gestarum libri : i libri –.

. Vissuto fra il ed il circa, Libanio di Antiochia fu il maggiore esponentedella Seconda Sofistica nel suo periodo più tardo. Maestro di oratoria, aprì una suascuola a Costantinopoli attorno al , ma insegnò anche a Nicomedia, per poi sta-bilirsi definitivamente nella sua città natale. Si è conservata un’ampia parte della suaproduzione letteraria comprendente orazioni, declamazioni di scuola e soprattutto unavasta raccolta di Lettere che tratteggiano un quadro vivace e realistico delle condizionidello Stato e della società. Cfr. R. C, The school of Libanius in late antique Antioch,Princeton – Oxford , specialmente pp. – (vita e personalità di Libanio) e – (valutazione conclusiva della sua attività di educatore).

. Ep. W = F. La cronologia della lettera, scritta molto probabil-mente negli ultimi giorni dell’anno , fu definitivamente accertata da O. S, DieBriefe des Libanius, Leipzig , pp. e . La lettera è il principale e quasi unicodocumento che ci parla dello storico Ammiano. Oltre a Libanio, il solo altro autoredella tarda antichità che cita l’opera di Ammiano è il grammatico latino Prisciano,all’inizio del VI secolo: Inst. gramm., IX . Si potrebbe aggiungere la Historia Augusta,la cui dipendenza da Ammiano in almeno dieci casi significativi fu dimostrata da R.S, Ammianus and the Historia Augusta, Oxford , specialmente pp. – : perSyme l’autore delle biografie della Historia Augusta potrebbe aver scritto sotto l’impattoimmediato della pubblicazione dell’opera di Ammiano: ibid., p. . Per il resto tuttociò che conosciamo sulla vita, sulla provenienza geografica e sociale, sulle idee diAmmiano, sulla stesura dell’opera storica ci è testimoniato solo dalle sue Res gestae.

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Introduzione

Occorre però dire che la communis opinio è stata inaspettatamenteed audacemente contestata da un contributo di Charles W. Fornara,che ha così messo in dubbio la sola testimonianza esterna che posse-diamo sulla vita di Ammiano e sulla composizione della sua opera. Lostudioso, infatti, ha sostenuto che il destinatario della lettera di Libanionon sia Ammiano Marcellino, ma un giovane retore antiocheno cheteneva allora conferenze in greco a Roma. Di conseguenza la stessaorigine antiochena di Ammiano è parsa a Fornara solo un’ipotesi daabbandonare, tanto più che lo storico nella sua opera mostrerebbeuna cultura più latina che greca.

Negandone l’origine antiochena Fornara metteva in discussionetante solidificate conclusioni della moderna ricerca a proposito diAmmiano: sui suoi referenti culturali, sulle radici della sua ideologia,sulla sua metodologia nel lavoro di storico, sulle fonti da lui utiliz-zate, sulla cronologia dei libri conservati. Inevitabilmente la tesi diFornara è andata incontro a critiche severe,che ne hanno contestatol’inconsistenza dei principali argomenti ed hanno riaffermato i legamidi Ammiano con Antiochia, con la cultura greco – orientale, con lanobiltà locale siriaca. Non sono mancati gli apprezzamenti, ma è stato

. C.W. F, Studies in Ammianus Marcellinus. I: the letter of Libanius and Ammianus’connection with Antioch, in “Historia”, XLI (), pp. – .

. Egli ha infatti proposto che lo storico fosse un Macedone, originario di Tessalonica:ibid., pp. – .

. Come ha cercato di dimostrare in un secondo articolo, complementare al primo:C.W. F, Studies in Ammianus Marcellinus. II: Ammianus’ knowledge and use of Greekand Latin literature, in “Historia”, XLI (), pp. – .

. La demolizione della tesi di Fornara è venuta in particolare da J.F. M,The origin of Ammianus, in “CQ”, n.s. XLIV (), pp. – e da G. S, AmmienMarcellin, Libanius, Antioche et la date des derniers livres des Res Gestae, in “Cassiodorus”, III(), pp. – e specialmente – : i due studiosi arrivano a conclusioni convergentipur con argomentazioni in parte diverse. Matthews aveva potuto citare brevemente la tesidi Fornara, prendendone le distanze, già in una nota del suo libro su Ammiano, fondatosulla sicura origine antiochena dello storico: J. M, The Roman Empire of Ammianus,London , n. , pp. – . Fornara, infatti, aveva anticipato le proprie convinzioni suldestinatario della lettera di Libanio in un seminario, ad Oxford, già nel : per questo leprese di posizione contro, ma anche in favore (cfr. sotto, n. ), della sua tesi sono cominciateprima ancora della pubblicazione del contributo del .

. G.W. B, Rec. J. M, The Roman Empire of Ammianus, London ,in “JRS”, LXXX (), pp. – : lo studioso ha proposto di identificare il destinatariodella lettera di Libanio in un omonimo Marcellino, iatrosofista e corrispondente di Magnodi Nisibi, che insegnava allora retorica e medicina ad Alessandria; e nativo di Alessandriasarebbe per Bowersock anche Ammiano, che a quella città ed all’Egitto dedica molte pagine

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Introduzione

fatto osservare che, sebbene Ammiano non dica mai esplicitamente diessere nativo e cittadino di Antiochia, è comunque lecito dedurlo conalta probabilità dalla frequenza e dal carattere delle citazioni della cittàsiriaca e che in ogni caso antiochena o siriaca deve essere stata lasua formazione culturale, come risulta da una molteplicità di indi-zi sparsi nell’opera: indizi di natura linguistico – lessicale o stilistica,ma anche derivanti da quanto Ammiano scrive di se stesso, delle sueesperienze e conoscenze. L’interpretazione tradizionale della letteradi Libanio è presto tornata a prevalere e con essa la tesi dell’origineantiochena di Ammiano, un dato di fatto da tempo consolidato nellavasta produzione scientifica che ha studiato la sua opera.

L’autore, nato dunque ad Antiochia verso il da famiglia di

piene di ammirazione: a cominciare dalla lunga digressione in – . T.D. B,Ammianus Marcellinus and his world, in “CPh”, LXXXVIII (), pp. – e soprattutto – (anche questo contributo è una recensione al libro di Matthews): pienamente convintodella demolizione del punto di vista tradizionale operata da Fornara, Barnes non condividené l’origine macedone proposta per Ammiano da quest’ultimo (cfr. sopra, n. ), né l’originealessandrina ipotizzata da Bowersock; pensa che se non da Antiochia lo storico provenissecomunque dalla Siria o dalla Fenicia: ibid., pp. – ; cfr. I., Ammianus Marcellinus and therepresentation of historical reality, Ithaca (New York) – London , pp. – .

. Poteva forse farlo nei libri perduti o nella prefazione, pure perduta, che è la parteove solitamente gli storici antichi facevano spazio ai dati autobiografici.

. Come già affermava A. M, The lonely historian Ammianus Marcellinus, in“ASNP”, Serie III, IV (), p. , poi in I., Sesto contributo alla storia degli studi classici edel mondo antico, I, Roma , p. .

. Per questi indizi, frutto dell’esegesi del testo di Ammiano, si vedano i contributicitati sopra in n. .

. Destinatario della lettera di Libanio è «zweifellos» Ammiano a giudizio di K. R,Ammianus Marcellinus, in DNP, I (), col. .

. Cfr. D. R, The historians of late antiquity, London – New York , pp. – . Del resto nessuno afferma categoricamente che Ammiano sia nato ad Antiochia.Sembra però estremamente probabile che ad Antiochia egli abbia trascorso una partealmeno della sua giovinezza, che la città sia stata il suo punto di riferimento affettivo espirituale durante e dopo la carriera militare, che là abbia concepito l’idea della sua operastorica ed iniziato le prime, necessarie ricerche: cfr. S, Ammien Marcellin, p. .

. Una comoda sintesi dei non molti dati di fatto in nostro possesso su Ammianoè in A.H.M. J – J.R. M – J. M, The prosopography of the later RomanEmpire, I, A.D. – , Cambridge , pp. – (Ammianus Marcellinus ). Per unapiù dettagliata ricostruzione della vita e della carriera dello storico si vedano: O. S,Ammianus (), in RE, I (), coll. – ; W. E, Zur Geschichtsschreibung undWeltanschauung des Ammiamus Marcellinus (“Klio” Beiheft, XVI), Leipzig , pp. – ;E.A. T, The historical work of Ammianus Marcellinus, Cambridge , pp. – ;K. R, Ammianus Marcellinus (Erträge der Forschung, ), Darmstadt , pp. –; M, The Roman Empire, pp. – ; B, Ammianus (), pp. – e –

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Introduzione

rango curiale, non era sempre stato un intellettuale. Al contrarioaveva fatto la carriera militare, forse anche per sottrarsi ai gravosiobblighi che pesavano sui membri dell’ordo decurionum. Era entratogiovanissimo, probabilmente attorno al , fra i protectores domestici,un privilegio frequentemente concesso, almeno nel IV secolo, ai figlidi ufficiali militari d’alto rango.

Sulle tappe della carriera militare di Ammiano sappiamo solo quelloche lui stesso racconta di sé nella sua opera storica. Qui egli fa la sua

; R, The historians, pp. – . La nostra conoscenza di Ammiano si basa suquanto egli dice di se stesso nella sua opera: cfr. R, ibid., p. .

. Nell’opera di Ammiano è facile cogliere una particolare attenzione alle esigenzedella classe dei curiales e ciò ha indotto a pensare che quella fosse la sua origine sociale,almeno remota: cfr. Ensslin, Zur Geschichtsschreibung, pp. – ; T, The historicalwork, p. , p. , n. e pp. , – , – ; R, Ammianus (), pp. – ;M, The Roman Empire, pp. – ; B, Ammianus (), pp. – . I curialeserano l’aristocrazia locale delle città dell’impero: i membri dei consigli cittadini e i lorofamiliari. Spettava a loro l’onore di amministrare e rappresentare le comunità locali, maanche l’onere di rispondere personalmente, talvolta pure con i propri redditi, allo Statocentrale della riscossione dei tributi, della coscrizione delle reclute per l’esercito, dellacostruzione e dell’efficienza di strade o altre opere pubbliche; di qui la comprensibiletendenza, molto diffusa in tutto il tardo impero, a sottrarsi all’appartenenza a quella classeo almeno agli obblighi che ne derivavano. Sull’argomento si veda A.H.M. J, The laterRoman Empire, – . A social economic and administrative survey, II, Oxford , pp. – (sui curiales), – e – (sulla tendenza ad evitare gli obblighi curiali), – (sulle ragioni per cui tale tendenza ebbe spesso successo).

. Cfr. T, The historical work, pp. – ; M, The Roman Empire, pp. – . È probabile che la famiglia di Ammiano si fosse elevata oltre la classe curiale e gliobblighi ad essa connessi già con il padre o il nonno dello storico: cfr. B, Ammianus(), p. .

. Si trattava di un corpo di ufficiali cadetti, esistito per lo meno dai tempi di Diocle-ziano, impiegati in mansioni amministrative o in missioni di varia natura nelle province:potevano prestare servizio nel comitatus, l’esercito mobile dell’impero, o agli ordini dialti ufficiali. Se inizialmente al corpo dei protectores giungevano soldati semplici promossiper merito dopo molti anni di servizio, alla metà del IV secolo risultano in servizio frai protectores i giovani figli di alti ufficiali dell’esercito, probabilmente privi di una seriaesperienza militare precedente: cfr. J, The later Roman Empire, II, pp. – ; F.T, Ammianus Marcellinus and fourth – century warfare. A protector’s approach tohistorical narrative, in J.W. D – D. H (a cura di), The late Roman World and itshistorian. Interpreting Ammianus Marcellinus, London – New York , pp. – .

. In generale è stato osservato che il punto di vista di Ammiano nella narrazione dellevicende militari sembra quello di un membro dello stato maggiore del quartier generalepiuttosto che quello di un comandante sul campo e che egli deve essere stato un ufficiale di statomaggiore aggregato a vari comandanti e non impegnato in compiti di combattimento: cfr. N.J.E.A, Ammianus on warfare: an investigation into Ammianus’ military knowledge (CollectionLatomus, ), Bruxelles , pp. – . È per questo che nelle Res gestae egli dimostra una

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Introduzione

prima apparizione nell’anno , come ufficiale aggregato allo statomaggiore di Ursicino, allora magister equitum dell’Oriente. Al seguitodi Ursicino lo storico partecipò a numerose iniziative militari e politiche,sia in Occidente che in Oriente, fino a trovarsi ad Amida, quando questaimportante fortezza romana fu presa d’assalto dal re dei Persiani SaporeII nel . Il lungo resoconto della campagna mesopotamica del

ci fornisce le migliori informazioni sui compiti assolti abitualmente daAmmiano nella sua qualità di protector. Si occupò del dispiegamentodell’artiglieria e delle truppe in caso di assedio, ma anche di progettazionedelle operazioni in senso moderno: per esempio la pianificazione dellamarcia dell’esercito in modo da dirigere le truppe su ponti, guadi ecentri di rifornimento. Ad Amida lo storico scampò fortunosamentealla cattura, ma la sua carriera fu forse danneggiata dalla cordiale amiciziacon Ursicino, caduto in disgrazia agli occhi dell’imperatore CostanzoII e costretto a congedarsi perché ritenuto responsabile del negativoandamento delle operazioni militari in Oriente.

Ammiano riappare nella sua narrazione storica nel , quandopartecipò come ufficiale all’invasione della Mesopotamia da partedell’imperatore Giuliano. Fallita la spedizione e morto Giuliano(giugno del ), egli tornò ad Antiochia al seguito dell’esercito ro-

conoscenza insolitamente organica delle operazioni, con particolare attenzione per il personalemilitare, il servizio informazioni ed i movimenti sincronizzati di rifornimenti e truppe: cfr.T, ibid., p. .

. , : Inter has ruinarum varietates a Nisibi quam tuebatur accitus Ursicinus, cui nosobsecuturos iunxerat imperiale praeceptum.

. Su questo personaggio cfr. J – M – M, The prosopography, I, pp. – (Ursicinus ). Sul suo rapporto con Ammiano, cfr. T, The historical work, pp. –; M, The Roman Empire, pp. – , , e .

. All’assedio ed alla presa di Amida (oggi Djarbechir), importante piazzaforte romanasull’alto corso del Tigri, Ammiano dedica ampio spazio ( – ) ed alcune delle sue pagineletterariamente più vivide ed apprezzate: cfr. A. R, Storia della letteratura latina, III,L’Impero. Parte seconda: dai Flavi al principio del secolo V, Torino , pp. – . Il raccontodell’assedio di Amida da parte di Ammiano è giudicato «one of the high points of his narrativeand a classic passage in Roman historical writing» da M, The Roman Empire, p. .

. Un resoconto che comincia in e termina in .. Tutte attività comunemente eseguite dai protectores, spesso in maniera collegiale: cfr.

T, Ammianus, p. .. Cfr. B, Ammianus (), p. . Tuttavia nessuna testimonianza esplicita avvalora

l’ipotesi che Ammiano abbia lasciato i protectores a seguito dell’allontanamento di Ursicino: cfr.T, ibid., pp. – .

. , : Profecti exinde Zaithan venimus locum, qui olea arbor interpretatur.

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Introduzione

mano sconfitto. Forse, ma non è sicuro, lasciò il servizio dopo laconclusione, da parte del nuovo imperatore Gioviano, di un accordo dipace tanto sfavorevole quanto necessario in quel momento allo Statoromano, costretto a cedere ampi territori alla Persia.

Per i successivi venti anni la ricostruzione della vita di Ammianoè solo ipotetica, poiché egli scompare quasi completamente dalla suanarrazione storica. Antiochia deve essere stata la sua residenza per lamaggior parte del tempo. Qui egli poté coltivare gli studi, ma fu anchetestimone di una drammatica serie di processi per pratiche magichee tradimento che, se non misero in pericolo la sua stessa persona,coinvolsero certo suoi conoscenti. Furono anche anni di viaggi: inEgitto, in Grecia, lungo le coste della Tracia e del Mar Nero, neiBalcani dove vide le ossa di Goti e Romani caduti in uno degli scontriminori combattuti prima della grande battaglia di Adrianopoli.

Seguì il soggiorno a Roma, dove egli giunse certo dopo Adriano-poli ( agosto ), probabilmente poco dopo il . È possibile cheAmmiano sia stato indotto a trasferirsi a Roma dal suo amico Ipazio,originario della Siria, che proprio in quegli anni ricoprì prima lacarica di prefetto dell’Urbe (fra il ed il ), poi quella di prefettodel pretorio dell’Italia e dell’Illirico (fra il ed il ). Ipazio potrebbeaverlo introdotto nella società romana.

Ammiano non fornisce informazioni sulle proprie amicizie e fre-quentazioni durante la permanenza a Roma. Il punto di vista fon-damentalmente aristocratico che si coglie nelle Res gestae ha fatto

. , : His hoc modo peractis discursisque itineribus Antiochiam venimus.. Cfr. S, Ammianus, p. .. L’ampio resoconto di queste vicende è nei capitoli – .. , : Humatis denique . . . honoratis quibusdam inter defunctos reliqua peremptorum

corpora dirae volucres consumpserunt assuetae illo tempore cadaveribus pasci, ut indicant nuncusque albentes ossibus campi.

. Ipazio è considerato antiocheno di elezione, se non di nascita, da M, Thelonely historian, p. , poi in I., Sesto contributo, p. , che interpreta nella maniera piùovvia l’amichevole espressione con cui, in un’occasione, lo appella Ammiano ( , ):noster Hypatius. Per la discussa interpretazione dell’aggettivo noster cfr. L. A B, Notes complémentaires, in G. S (a cura di), Ammien Marcellin. Histoire, VI,Livres – , Paris , n. , pp. – . Sul personaggio, cfr. J – M –M, The prosopography, I, p. (Flavius Hypatius ).

. Quest’ipotesi è considerata una certezza da B, Ammianus (), p. . Piùprudentemente un’amicizia di Ammiano con Ipazio fin dall’inizio della permanenza aRoma era giudicata indimostrabile da E, Zur Geschichtsschreibung, p. .

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Introduzione

supporre una sua vicinanza agli ambienti della nobiltà senatoriale ro-mana, in particolare a Simmaco ed al suo circolo politico – letterario.Le prove di un legame fra Ammiano e Simmaco sono state cercatenel testo stesso dello storico, ma sono stati trovati per lo più indizi,che non tutti gli studiosi giudicano univoci e significativi. Se non c’èmotivo di credere che lo storico abbia fatto parte integrante di qualchecircolo particolare della Roma di quegli anni, nemmeno del circolo diSimmaco, sembra tuttavia strano che, dopo una lunga carriera milita-re che lo aveva portato a contatto con personaggi influenti, dopo i suoinumerosi viaggi, Ammiano, giunto a Roma, si sia del tutto isolatodalla società in mezzo alla quale aveva scelto di stabilirsi. E del restosono numerose le personalità di estrazione senatoria che lo storicoricopre di elogi e verso le quali manifesta stima ed amicizia. Il cosid-

. Questa opinione, sostenuta con prudenza da S, Ammianus (), col. , furipresa da W. K, Studien zu Ammianus Marcellinus (“Klio” Beiheft, XIII), Leipzig , p.: lo studioso, però, non si preoccupava di addurre prove desunte dal testo di Ammiano.Sulla rinascita degli ideali tradizionali e degli studi che si determina a Roma fra la metà delIV secolo e l’inizio del V, movimento che ebbe al suo centro l’aristocrazia senatoria, cfr.R, Storia della letteratura, III, pp. – ed in particolare – (Q. AurelioSimmaco e la sua famiglia), – (Vettio Agorio Pretestato), – (NicomacoFlaviano).

. Il primo ad individuare nel testo di Ammiano argomentazioni significative a soste-gno della sua vicinanza a Simmaco fu E, Zur Geschichtsschreibung, pp. – . Piùprudente T, The historical work, pp. – : convinto della stima di Ammiano perSimmaco, lo studioso non riusciva a vedere prove significative della vicinanza dello storicocon quell’ambiente politico – culturale.

. Una rilettura critica della documentazione su cui poggia l’opinione di una contiguitàspirituale fra Ammiano e Simmaco fu fatta da A. C, The Roman friends of Ammianus,in “JRS”, LIV (), pp. – : lo studioso concludeva che, sulla base dei testi in nostropossesso, quella contiguità è per lo meno dubbia e se Ammiano ottenne il favore e l’amiciziadell’aristocrazia romana, ciò avvenne solo in seguito alla pubblicazione della sua operastorica, non prima: ibid., p. . Le principali argomentazioni di Cameron sono condivise daM, The lonely historian, pp. – , poi in I., Sesto contributo, I, pp. – e M, The Roman Empire, n. , p. e n. , p. ; quest’ultimo (ibid., p. ) pensache Ammiano sia stato vicino ad ambienti non necessariamente senatori ed a personaggidi altra provenienza sociale.

. In proposito tutti i passi più significativi dell’opera di Ammiano sono stati ripercorsie commentati, spesso con conclusioni opposte a quelle di Cameron, da A. S, A propositodegli amici romani di Ammiano, in “Annali della libera Università della Tuscia”, III ( – ),pp. – . Lo studioso ha inteso dimostrare che, se è certo difficile stabilire con sicurezzacon quali personaggi lo storico ebbe rapporti di amicizia, non è meno arbitrario il tentativodi negare i legami di Ammiano con l’ambiente senatorio ed in particolare con il gruppo diSimmaco.

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Introduzione

detto circolo di Simmaco non era altro che un gruppo di aristocratici,uniti da una comune devozione verso il passato e verso la letteratura,ma distinti l’uno dall’altro per idee e tipo di impegno, sia in politicache negli studi. Ammiano poté dunque avere rapporti con alcunepersonalità di quell’ambiente senza condividerne totalmente i principie senza giustificare acriticamente l’operato di tutti i suoi membri.

Se è vero che l’autore delle Res gestae non esprime mai un appoggioalle aspirazioni politiche del senato della sua epoca, non ci sonomotivi per dubitare che Ammiano abbia conosciuto personalmentemolti dei grandi personaggi della Roma di fine IV secolo che cita conrispetto ed ammirazione nella sua opera. Lo storico, però, non dà maila sensazione di identificarsi con le convinzioni politiche o religiose diqualcuno dei politici che elogia: egli non appartenne a nessun partitoo fazione. Tanto meno Ammiano si prestò a pubblicizzare nella suaopera le idee degli amici di Simmaco o di altri gruppi dell’aristocraziasenatoria romana e non ebbe paura di esprime giudizi sgraditi ai suoiamici o conoscenti romani.

Quasi all’inizio del suo soggiorno romano, Ammiano subì unaffronto che non riuscì mai a dimenticare. Nel o nel , per

. Questa lettura del carattere del circolo di Simmaco, basata fondamentalmente suiSaturnalia di Macrobio, è stata proposta da S, Ammianus, pp. – .

. È la conclusione del contributo di S, A proposito, p. .. Come fa notare A. D, Zeitkritik und Geschichtsbild im Werk Ammians (Habelts

Dissertationsdrucke. Reihe Alte Geschichte, ), Bonn , p. . Ma si vedano anche leargomentazioni di segno opposto addotte da S, ibid., pp. – .

. Vengono solitamente fatti i nomi di Vettio Agorio Pretestato, Virio NicomacoFlaviano, Euprassio, Ipazio, Aurelio Vittore: M, The lonely historian, p. , poiin I., Sesto contributo, I, p. . Al contrario è assolutamente riduttivo ed inesatto affermareche solo due personaggi dell’aristocrazia senatoriale romana — Simmaco padre e Pretestato– sono giudicati favorevolmente da Ammiano: F. P, Roma aeterna. Études sur lepatriotisme romain dans l’occident latin a l’époque des grandes invasions (Bibliotheca HelveticaRomana, VII), Rome , p. ; l’analisi della figura di Ammiano proposta da Paschoudnel suo studio (ibid., pp. – ) è per altro acuta e quasi sempre convincente.

. M, ibid., p. , poi in I., ibid., p. : al contrario Ammiano sembraaver fatto del suo meglio per dare l’impressione di essere «intellectually isolated». Cfr.M, The Roman Empire, p. : Ammiano rimase sempre «obstinately unattached» edegli non si legò «to any particular intellectual or social circle of which we know».

. Si vedano le opinioni, in questo caso convergenti, di C, The Roman friends,p. e di S, A proposito, p. .

. Entrambe le date sono plausibili: cfr. S, Ammianus, pp. – , M, TheRoman Empire, p. (dove tuttavia l’anno è giudicato «perhaps better») e p. . Taluni