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PARROCCHIA DEI SS. NAZARO E CELSO BAREGGIO ANNO XV APRILE 2006 PONTE IL INFORMATORE LA COMUNICAZIONE PER LA COMUNIONE PARROCCHIALE 4 Elezioni 2006 S. Caterina da Siena Lettera da Kabul

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PARROCCHIA DEI

SS. NAZARO E CELSO

BAREGGIO

ANNO XV

APRILE 2006PONTEILINFORMATORE

LA COMUNICAZIONE PER LA COMUNIONEPARROCCHIALE

4

Elezioni 2006

S. Caterina da Siena

Lettera da Kabul

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Sede: Piazza Cavour, 37 - Telefono 02.9013317 www.parrocchiabareggio.it E-mail: [email protected]

Sacerdoti: • don Gerolamo Castiglioni parroco Tel. e Fax 029013317 • don Giovanni Beltramini coadiutore Tel. 0290362399 • don Giuseppe Morstabilini coadiutore Tel. 029013270 - Fax 02.9027287

Sante Messe: Feriali ore 8 - 18 Giovedì ore 8 - 9 - 18 Festive ore 8 - 9.30 - 11 - 18.00 Prefestiva sabato sera ore 18

Orari delle confessioni: Tutti i giorni prima e dopo le S. Messe, giovedì mattina, sabato pomeriggio dalle 14.30 alle 18.30

Centro di Consulenza per la famiglia del Decanato di Magenta Via S. Martino 13 - 20013 MAGENTA - tel. 02.97.90.949

IL PONTEMensile di vita della Chiesa e attualità

Registrazione presso il Tribunale di MilanoN 954 del 16 dicembre 2005

Direttore Responsabile:Gerolamo Castiglioni

Impaginazione e stampa:Il Guado s.c.r.l. - Corbetta (MI)tel. 02.972111

PARROCCHIA SANTI NAZARO E CELSO, BareggioDecanato di Magenta, Zona Pastorale di Rho, Diocesi di Milano

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La speranza dell’uomo trova nella Pasqua di Cristo il suo fondamento: tutto quello che Dio ha fatto è destinato a una definitiva positività “perché nulla vada perduto di quanto egli mi ha dato”!Questa non è una favola consolatoria come sostengono i non credenti; questo è un av-venimento che sta già cambiando il mondo. La risurrezione è già avvenuta per Cristo e avverrà per tutti coloro che sono incorporati in lui per il battesimo.Noi uomini vogliamo saperlo. Ebbene: dopo, di là, alla fine, c’è Cristo. E all’ultimo

saremo giudicati sull’amore! Che cosa grande il mattino di Pasqua quando Cristo è apparso alla Maddalena, quando si è fatto incontrare a Emmaus, quando ha man-giato il pesce sulla spiaggia di Galilea.Non un fantasma, ma un uomo, un uomo vero che ha vinto!La Pasqua è la vittoria di Cristo sulla men-zogna, sul peccato e sulla morte.Perché l’uomo viva e porti a compimento le esigenze più autentiche del suo cuore.Santa Pasqua!

Don Gerolamo

La vittoria di Cristo. Buona Pasqua!

EDITORIALE3

Andrea Mantegna, Resurrezione

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VITA SOCIALE

Elezioni politiche 2006

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È da troppo tempo che siamo in campagna elettorale e molti si sono anche stancati dei toni che spesso vengono usati dai cosiddetti politici, tanto che hanno quasi deciso di non andare a votare. E questo è il primo errore che si può compiere. Lasciare che siano gli altri a decidere per te. Sono molti a sottovalutare che i risultati di queste elezioni potranno cambiare una mentalità e dei comportamenti sociali di rilevante importanza per la nostra società. Non dobbiamo fermarci sui due principali contendenti, più o meno simpatici o antipatici; quello che è in gioco, innanzitutto, è uno scontro di civiltà.Io vado a votare per difendere la mia libertà e quella del mio popolo! Io vado a votare per difendere la dottrina sociale della Chiesa, in particolare la difesa della vita, della famiglia, della scuola con la parità scolastica tra scuola statale e scuola non statale.L’anno prossimo festeggeremo il centenario della nostra scuola materna. Mi interessa anche una economia nella quale si possano creare le condizioni per una vita più dignitosa

per i più deboli e i più poveri!Sono per una politica internazionale nella qua-le l’Europa riconosca la sue radici cristiane, non permetta il terrorismo fondamentalista e sappia stabilire rapporti con altre nazioni e popoli sul principio di una solidarietà per lo sviluppo dei popoli più poveri.In sintesi, come ha detto il Papa, non voglio uno Stato che regoli e domini tutto, ma uno Stato che applichi il principio della sussidia-rietà e della solidarietà.Bisogna anche avere il coraggio di affermare l’urgenza di una responsabilità educativa che faccia crescere nei giovani un vero senso di responsabilità per il bene comune più che una corsa sfrenata al bene proprio; è necessario un senso civico che riproponga il rispetto e la memoria di tutto il bene di coloro che ci hanno preceduto e che spesso hanno pagato con i loro sacrifici e la loro stessa vita il benessere che noi abbiamo.Queste elezioni sono molto più importanti di quello che si pensi!

Don Gerolamo

Vado a votare per difendere la libertà di educare e costruire

I 100 anni di Angelina Lazzaroni

Sabato 11 marzo 2006, Angelina Lazzaroni, nostra parrocchiana, ha compiuto 100 anni. La Comunità tutta si unisce nel formulare gli auguri a questa nostra sorella nella fede, ringraziando il Signore per il dono di una così lunga vita.

Gli articoli da pubblicare sul prossimo numero de “Il Ponte” dovranno pervenire in Parrocchia entro sabato 15 aprile.

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Cari fratelli e sorelle,dopo le catechesi sui Salmi e sui Cantici delle Lodi e dei Vespri, vorrei dedicare i prossimi incontri del mercoledì al mistero del rapporto tra Cristo e la Chiesa, considerandolo a partire dall’esperienza degli Apostoli, alla luce del compito ad essi affidato. La Chiesa è stata costituita sul fondamento degli Apostoli come comunità di fede, di speranza e di carità. At-

traverso gli Apostoli, risaliamo a Gesù stesso. La Chiesa cominciò a costituirsi quando al-cuni pescatori di Galilea incontrarono Gesù, si lasciarono conquistare dal suo sguardo, dalla sua voce, dal suo invito caldo e forte: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini!” (Mc 1, 17; Mt 4, 19). Il mio amato Predecessore,

LE PAROLE DEL PAPA

Udienza Generale del 15 marzo 2006

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Non separiamo Cristo dalla Chiesa!

Guido di Graziano, Chiamata di Pietro e Andrea

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LE PAROLE DEL PAPA6

Giovanni Paolo II, ha proposto alla Chiesa, all’inizio del terzo millennio, di contemplare il volto di Cristo (cfr Novo millennio ineunte, 16 ss). Muovendomi nella stessa direzione, nelle catechesi che oggi comincio vorrei mostrare come proprio la luce di quel Volto si rifletta sul volto della Chiesa (cfr Lumen gentium, 1), nonostante i limiti e le ombre della nostra umanità fragile e peccatrice. Dopo Maria, riflesso puro della luce di Cristo, sono gli Apostoli, con la loro parola e la loro testi-monianza, a consegnarci la verità di Cristo. La loro missione non è tuttavia isolata, ma si colloca dentro un mistero di comunione, che coinvolge l’intero Popolo di Dio e si realizza a tappe, dall’antica alla nuova Alleanza.

Va detto in proposito che si fraintende del tutto il messaggio di Gesù se lo si separa dal contesto della fede e della speranza del po-polo eletto: come il Battista, suo immediato precursore, Gesù si rivolge anzitutto a Israele (cfr Mt 15, 24), per farne la “raccolta” nel tempo escatologico giunto con lui. E come quella di Giovanni, così la predicazione di Gesù è al tempo stesso chiamata di grazia e segno di contraddizione e di giudizio per l’intero popolo di Dio. Pertanto, sin dal primo momento della sua atti-vità salvifica Gesù di Nazaret tende a radunare il Popolo di Dio. Anche se la sua predicazione è sempre un appello alla conversione perso-nale, egli in realtà mira continuamente alla costituzione del Popolo di Dio che è venuto a radunare, a purificare ed a salvare. Risulta perciò unilaterale e priva di fondamento l’in-terpretazione individualistica, proposta dalla teologia liberale, dell’annuncio che Cristo fa

del Regno. Essa è così riassunta nell’anno 1900 dal grande teologo liberale Adolf von Harnack nelle sue lezioni su L’essenza del cristianesimo: “Il regno di Dio viene, in quanto viene in singoli uomini, trova accesso alla loro anima ed essi lo accolgono. Il regno di Dio è la signoria di Dio, certo, ma è la signoria del Dio santo nei singoli cuori” (Lezione Terza, 100s). In realtà, que-sto individualismo della teologia liberale è un’accentuazione tipicamente moderna: nella prospettiva della tradizione biblica e nell’orizzonte dell’ebraismo, in cui l’opera di Gesù si colloca pur con tutta la sua novità, risulta chiaro che tutta la missione del Figlio fatto carne ha una finalità comunitaria: Egli è venuto proprio per unire l’umanità dispersa, è venuto proprio per raccogliere, per unire il popolo di Dio.

Un segno evidente dell’intenzione del Naza-reno di radunare la comunità dell’alleanza, per manifestare in essa il compimento delle promesse fatte ai Padri, che parlano sempre di convocazione, di unificazione, di unità, è l’istituzione dei Dodici. Abbiamo sentito il Vangelo su questa istitu-zione dei Dodici. Ne leggo ancora una volta la parte centrale: “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che egli volle ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici che stessero con lui e anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici...” (Mc 3, 13-16; cfr Mt 10, 1-4; Lc 6, 12-16). Nel luogo della rivelazione, “il monte”, Gesù, con iniziativa che manifesta assoluta consapevolezza e determinazione, costituisce i Dodici perché

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LE PAROLE DEL PAPA7

siano con lui testimoni e annunciatori del-l’avvento del Regno di Dio. Sulla storicità di questa chiamata non ci sono dubbi, non solo in ragione dell’antichità e della molteplicità delle attestazioni, ma anche per il semplice motivo che vi compare il nome di Giuda, l’apostolo traditore, nonostante le difficoltà che questa presenza poteva comportare per la comunità nascente. Il numero Dodici, che richiama evidentemente le dodici tribù d’Israele, rivela già il significato di azione profetico-simbolica implicito nella nuova iniziativa di rifondare il popolo santo. Tramontato da tempo il sistema delle dodici tribù, la speranza d’Israele ne attendeva la ricostituzione come segno dell’avvento del tempo escatologico (si pensi alla conclusione del libro di Ezechiele: 37, 15-19; 39, 23-29; 40-48). Scegliendo i Dodici, introducendoli ad una comunione di vita con sé e rendendoli partecipi della sua missione di annuncio del Regno in parole ed opere (cfr Mc 6, 7-13; Mt 10, 5-8; Lc 9, 1-6; Lc 6, 13), Gesù vuol dire che è arrivato il tempo definitivo in cui si costituisce di nuovo il popolo di Dio, il popolo delle dodici tribù, che diventa adesso un popolo universale, la sua Chiesa.

Con la loro stessa esistenza i Dodici - chia-mati da provenienze diverse - diventano un appello a tutto Israele perché si converta e si lasci raccogliere nell’alleanza nuova, pieno e perfetto compimento di quella antica. L’aver affidato ad essi nella Cena, prima della sua Passione, il compito di celebrare il suo memoriale, mostra come Gesù volesse trasferire all’intera comunità nella persona dei suoi capi il mandato di essere, nella storia, segno e strumento del raduno escatologico, in lui iniziato. In un certo senso possiamo dire che proprio l’Ultima Cena è l’atto della fondazione della Chiesa, perché Egli dà se stesso e crea così una nuova comunità, una comunità unita nella comunione con Lui stesso. In questa luce, si comprende come il Risorto conferisca loro - con l’effusione dello Spirito - il potere di rimettere i peccati (cfr Gv 20, 23). I dodici Apostoli sono così il segno più evidente della volontà di Gesù riguardo all’esistenza e alla missione della

sua Chiesa, la garanzia che fra Cristo e la Chiesa non c’è alcuna contrapposizione: sono inseparabili, nonostante i peccati degli uomini che compongono la Chiesa. È pertanto del tutto inconciliabile con l’intenzione di Cristo uno slogan di moda alcuni anni fa: “Gesù sì, Chiesa no”. Questo Gesù individualistico scelto è un Gesù di fantasia. Non possiamo avere Gesù senza la realtà che Egli ha creato e nella quale si comunica. Tra il Figlio di Dio fatto carne e la sua Chiesa v’è una profonda, inscindibile e misteriosa continuità, in forza della quale Cristo è presente oggi nel suo popolo. È sempre contemporaneo a noi, è sempre contemporaneo nella Chiesa costruita sul fondamento degli Apostoli, è vivo nella successione degli Apostoli. E questa sua pre-senza nella comunità, nella quale Egli stesso si dà sempre a noi, è motivo della nostra gioia. Sì, Cristo è con noi, il Regno di Dio viene.

Caravaggio, Vocazione di S. Matteo (part.)

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IL SANTO DEL MESE

29 Aprile: SANTA CATERINA DA SIENA

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Un amore ardente per Cristo e la sua Chiesa

Andrea Vanni, Santa Caterina (part.)

“La testimonianza e le opere di donne cri-stiane hanno avuto significativa incidenza sulla storia della Chiesa, come anche su quella della società. Anche in presenza di gravi discriminazioni sociali le donne sante hanno agito in “modo libero”, fortificate dalla loro unione con Cristo. Una simile unione e libertà radicata in Dio spiegano, ad esempio, la grande opera di Santa Caterina da Siena nella vita della Chiesa”.

Così Papa Giovanni Paolo II scriveva nella lettera Mulieris dignitatem del 1988.Lo stesso Papa l’ha proclamata, il 1° ottobre 1999, Compatrona d’Europa insieme ad altre due grandi donne cristiane: S. Brigida

di Svezia e Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein).

Caterina era di origini popolane: nata a Siena nel lontano 1347, era figlia di un modesto tintore, insieme con altri ben venticinque fra fratelli e sorelle.Fu favorita sin dalla prima infanzia da straor-dinarie grazie che le permisero di compiere, sulla via spirituale tracciata da san Dome-nico, un rapido cammino di perfezione tra preghiera, austerità e opere di carità. Aveva vent’anni quando Cristo le manifestò la sua predilezione attraverso il mistico simbolo dell’anello sponsale. Era il coronamento di un’intimità maturata nel nascondimento e nella contemplazione, grazie alla costante permanenza, pur al di fuori delle mura di un monastero, entro quella spirituale dimora che ella amava chiamare la «cella interiore». Il silenzio di questa cella, rendendola docilissima alle divine ispirazioni, poté coniugarsi ben presto con un’operosità apostolica che ha dello straordinario.

Del tutto priva di istruzione, al punto di non saper né leggere né scrivere, Caterina fu in grado di svolgere un’azione incisiva fino alle più alte autorità della politica e delle istituzioni civili ed ecclesiastiche di allora, come riporta la ricca bibliografia ed iconografia su di lei, al fine di riportare la concordia e la pace fra i popoli. Caterina inoltre non era certo favorita dal suo stato femminile, in un’epoca dove le donne non erano per nulla considerate. Eppure questa giovane di così modeste condizioni raggiunse, nei brevi trentatrè anni di vita terrena che le furono concessi, vertici che ancora oggi ci sorprendono: toccò le vette della perfezione spirituale, fu chiamata maestra da un numero consi-

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IL SANTO DEL MESE9

derevole di discepoli fra cui si annoverano illustri teologi, docenti universitari, nobili di elevata cultura.Fu ricevuta ed ascoltata da Papi, Cardinali, sovrani e capi di stato dell’intera Europa. Instancabile fu l’impegno che Caterina pro-fuse per la soluzione dei molteplici conflitti che laceravano la società del suo tempo. La sua opera pacificatrice raggiunse sovrani europei quali Carlo V di Francia, Carlo di Durazzo, Elisabetta di Ungheria, Ludovico il Grande di Ungheria e di Polonia, Giovanna di Napoli. Significativa fu la sua azione per riconciliare Firenze con il Papa. Additando «Cristo crocifisso e Maria dolce» ai contendenti, ella mostrava che, per una società ispirata ai valori cristiani, mai poteva darsi motivo di contesa tanto grave da far preferire il ricorso alla ragione delle armi piuttosto che alle armi della ragione.

Caterina tuttavia sapeva bene che a tale conclusione non si poteva efficacemente pervenire, se gli animi non erano stati prima plasmati dal vigore stesso del Vangelo. Di qui l’urgenza della riforma dei costumi, che ella proponeva a tutti, senza eccezione. Ai re ricordava che non potevano governare come se il regno fosse loro «proprietà»: consapevoli di dover rendere conto a Dio della gestione del potere, essi dovevano piuttosto assumere il compito di mantenervi «la santa e vera giustizia», facendosi «padri dei poveri». L’esercizio della sovranità non poteva infatti essere disgiunto da quello della carità, che è insieme anima della vita personale e della responsabilità politica.

Con la stessa forza Caterina si rivolgeva agli ecclesiastici di ogni rango, per chiedere la più severa coerenza nella loro vita e nel loro ministero pastorale. Fa una certa impressione il tono libero, vigoroso, tagliente, con cui ella ammonisce preti, vescovi, cardinali. Occorreva sradicare - ella diceva - dal giardino della Chiesa le piante fradicie sostituendole con «piante novelle» fresche e olezzanti. E forte della sua intimità con Cristo, la

santa senese non temeva di indicare con franchezza allo stesso Pontefice, che amava teneramente come «dolce Cristo in terra», la volontà di Dio che gli imponeva di sciogliere le esitazioni dettate dalla prudenza terrena e dagli interessi mondani, per tornare da Avi-gnone a Roma, presso la tomba di Pietro.Con altrettanta passione, Caterina si prodigò poi per scongiurare le divisioni che soprag-giunsero nell’elezione papale successiva alla morte di Gregorio XI: anche in quella vicenda fece ancora una volta appello con ardore appassionato alle ragioni irrinuncia-bili della comunione. Era quello l’ideale supremo a cui aveva ispirato tutta la sua vita spendendosi senza riserva per la Chiesa. Sarà lei stessa a testi-moniarlo ai suoi figli spirituali sul letto di morte: «Tenete per fermo, carissimi, che io ho dato la vita per la santa Chiesa».

Le sue opere, le famose “Lettere”, delle quali ben 381 sono giunte fino a noi, le “Preghiere” ed il “Dialogo della divina provvidenza”, che questa indotta analfabeta dettava ai suoi scrivani, sono uno dei migliori esempi della prosa italiana del Trecento: gli studi di lei, della sua opera, sulla sua spiritualità, sono continuati incessantemente nel corso dei secoli, fino ai nostri giorni.

La Chiesa l’ha proclamata santa, il Pontifi-cato Romano, riconoscente per l’opera da lei svolta in sua difesa, l’ha nominata Compa-trona di Roma e, per la carità nella cura degli ammalati, Compatrona delle infermiere; la sua azione pacificatrice fra gli staterelli della nostra penisola la fa venerare Patrona d’Italia; la sua dottrina, acquisita per divina ispirazione e per le sue doti eccezionali di intelligenza, volontà, santità, che ha nutrito generazioni di persone avide di raggiungere quella perfezione spirituale alla quale tutti siamo chiamati, è stata riconosciuta esatta, valida, ortodossa dalla Chiesa, che l’ha nominata Dottore il 4 ottobre 1970.Mai una donna, nei quasi due millenni di cristianesimo, era stata insignita di tale

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IL SANTO DEL MESE10

titolo: Caterina da Siena e Teresa d’Avila sono le prime che hanno aperto la via per l’ottenimento di un tale titolo alle donne. In aggiunta Caterina, come terziaria, era pur sempre laica e quindi la prima laica fra i Dottori, tutti appartenenti alla gerarchia ecclesiastica. Soprattutto nel nostro tempo, ancora contrassegnato da sanguinose lotte fratricide, la grande santa senese appare portatrice dell’accorato messaggio di pace e concordia fra i popoli e di un esempio di cui gli uomini di oggi hanno particolare bisogno: amore e fedeltà a Dio e alla Chiesa.

Oggi l’esempio della nostra santa è sempre ricco di insegnamenti: l’obbedienza alla Chiesa è ispirata dalla fede, perché è a Dio che si obbedisce nella persona che da Dio deriva l’autorità di comandare. L’obbedien-za tuttavia non deve essere sinonimo di ottusa cecità, ma va inquadrata quale atto responsabile di consapevole collaborazione con l’autorità: una delle cause dell’attuale disorientamento, anche all’interno della Chiesa, è da ricercarsi proprio nella crisi dell’obbedire, che è crisi di carità e non può essere curata senza un ritorno all’Amore.L’ardente amore di Caterina per Cristo è autentico amore per la Verità, che s’identifica in Cristo ed ha conseguentemente per sua guida suprema il magistero della Chiesa.

Le spoglie di questo grande, indimenticabile personaggio della cristianità, morto il 29 aprile 1380 a soli 33 anni, riposano nella Chiesa domenicana di S. Maria sopra Mi-nerva, a Roma, dove il suo corpo è custodito, ancor oggi, incorrotto.

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VITA DELLA PARROCCHIA

Testimonianza

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Un papà della Scuola Materna scrive da Kabul...

Ciao Elisa, grazie per le belle parole che hai speso per i bambini e per me. Il 12/02/2006 ho avuto la possibilità di andare da quei meravi-gliosi bambini. E credimi è stata un’esperienza unica ed ineguagliabile dal punto di vista uma-no. Siamo andati in un orfanotrofio alle porte di Kabul, ed io mi sono truccato da Clown Ciuchino. Dovevi vederli, i loro occhi erano speciali, le smorfie dei lori visi erano luce per il mio cuore. Mi era stato chiesto di fare lo spettacolo muto, perché loro non avrebbero avuto modo di comprendere quello che avrei detto. Ed è stato il mio spettacolo più bello... Quando sono entrato c’erano dei banchi di scuola visibilmente nuovi che avevamo rega-lato noi, ed erano tutti seduti con insegnanti e alcuni genitori per i più piccoli. Erano tutti vestiti con abiti decorosi ma visibilmente usati o rimediati in qualche modo. Avevano lo sguardo e lo spirito che credo abbiamo gli Angeli, carico della loro innocenza e del loro fardello di sofferenza. Mi sono ritrovato davanti a loro, ma ero io che ero felice di poter regalare un momento, uno spiraglio di luce, di fantasia e che per un momento nei loro cuori e nelle loro menti nascesse l’idea che la vita ed il mondo possono essere diversi. Man mano che facevo le mie gag e giochi osservavo con stupore e meraviglia le loro reazioni, e rimanevo stupito nel vedere che erano le stesse dei nostri bambini. Ridevano se facevo cadere una pallina, applaudivano quando facevo comparire un foulard e mi cor-reggevano quando capivano che il trucco era troppo evidente. Come mi capita in Italia, mi ripetevo, ma poi ho riflettuto ed un messaggio è arrivato al mio cuore: “MA COSA DICI! LORO SONO COME LA TUA BAMBINA, COME I NOSTRI BAMBINI. SONO DI CARNE ED OSSA, HANNO SPIRITO ED ANIMA, SONO... SIAMO UGUALI”.E tutto questo mi faceva sentire ancora più triste perché mi ripetevo: “Allora perché loro non possono e non avranno mai le stesse op-

portunità dei nostri bambini. Questo pensiero mi ha accompagnato sulla strada del ritorno, mentre dal finestrino blindato della jeep, con addosso elmetto, giubbotto antiproiettile, arma carica e pronta, osservavo le strade di Kabul sporche e rotte, i negozi che chiamarli tali è una grossa parola, un insieme di lamiere arrugginite e pezzi di legno recuperati da casse di imballaggio e alberi secchi. Non si vedevano le nostre vetrine e si vendeva di tutto, anche frutta che noi avremmo gettato nella spazzatura perché marcia. Vedevo altri bambini ormai adulti che erano diventati uomini e donne, che dovevano combattere con la miseria e la necessità di portare a casa qualcosa per le loro famiglie, ma come puoi cercare qualcosa dove non esiste? E tutto l’insieme di ciò che vedevo mi dava la risposta “LA SOCIETÀ, IL SISTEMA DI VITA IN CUI TI RITROVI PURTROPPO DETERMINANO IL TUO FUTURO ED IL TUO DESTINO!” e ora comprendo la frase “cerca di apportare un semplice ma concreto gesto per migliorare la nostra società perché è quella che condizionerà il futuro dei nostri figli”. Per questo motivo credo che dobbiamo imparare ad amare di più ed apprezzare tutto ciò che riceviamo, anche un semplice sorriso... loro non hanno nemmeno quello.Ciao e grazie per avermi dato l’opportunità di parlare di LORO.

Enzo Ugrote

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VITA DELLA PARROCCHIA

Testimonianze

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Da molti mesi tantissima gente ha pregato per la guarigione del piccolo Filippo Cam-marano di 6 anni, stringendosi attorno ai suoi genitori Milena e Lucio e al fratello maggiore Diego.Diversi pellegrinaggi hanno avuto questa intenzione.Il 18 marzo, alle 5 di mattina, mentre la zia Mariella vegliava e pregava su di lui... è venuto S. Giuseppe e lo ha preso con sé, per portarlo nella sua casa.Alla Scuola Materna Fracassi tutti lo ricordano così come le sue maestre della prima elemen-tare che, per alcune settimane (nel periodo in cui è stato meglio) gli hanno fatto lezione a casa (lui ha potuto frequentare la scuola un solo giorno per qualche ora).Filippo voleva vivere, studiare e giocare.Adesso nella casa di Giuseppe proseguirà un’altra scuola.È già nelle braccia della sua nonna, sotto lo sguardo della Madonna.

San Giuseppe è venuto a prendere Filippo...

Quando abbiamo deciso in Consiglio pasto-rale di vivere qualche domenica dell’anno in modo più comunitario sapevamo di andare incontro ad una esperienza che avrebbe in qualche modo misurato il senso di appar-tenenza alla propria parrocchia dei nostri fedeli. Abituati a riferimenti come l’oratorio, il gruppo sportivo, la propria associazione, il proprio coro o gruppo di teatro o il proprio movimento.. queste domeniche avrebbero messo a nudo quanto il senso di appartenenza alla parrocchia si misurasse anche, non solo, dal condividere un pomeriggio insieme!

E qui i risultati sono sotto gli occhi di tutti! Facciamo fatica a vivere questa appartenenza e la Commissione famiglia che si è assunto il compito di tirare il carro... potrebbe do-cumentare tanti fatti in proposito. Stiamo attenti a parlare di comunità e poi quando si pone un reale gesto comunitario... Certo siamo all’inizio, ma dopo alcune do-meniche qualcosa già si intravede e si avvera il detto del vangelo “gli ultimi diventeranno i primi e i primi diventeranno gli ultimi”.

Il Parroco

La Domenica comunitaria... chiede il senso di appartenenza

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VITA DELLA PARROCCHIA

Incontro pubblico del 21 febbraio 2006

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Quando, in un incontro di Comunità Educante (associazione di genitori che da oltre 30 anni si impegna nelle scuole di Bareggio), abbiamo letto l’appello intitolato “Se ci fosse un’edu-cazione del popolo tutti starebbero meglio” (già pubblicato su questo informatore), ci siamo resi conto che il contenuto era talmente evidente e condivisibile, da sollecitare in noi un impellente bisogno di comunicarci le nostre esperienze e le nostre difficoltà nel delicato compito di educare.Abbiamo pensato che, come noi, molti altri genitori ed educatori potessero avere lo stesso desiderio di confronto, così è nata l’idea di proporre una serata pubblica in cui, con molta semplicità, le persone potessero incontrarsi e parlare di educazione.Per essere aiutati nella riflessione, abbiamo invitato don Carlo Rossini, coadiutore del-l’oratorio di S. Martino ed insegnante presso le scuole medie del nostro paese e Annalisa Bertani, direttrice della scuola elementare Gianna Beretta Molla dei padri Somaschi di Corbetta.La serata si è svolta il 21 febbraio in biblioteca con una nutrita quanto inaspettata presenza di genitori.Nelle loro relazioni don Carlo e Annalisa hanno sottolineato che oggi si tende sempre più a delegare l’educazione dei propri figli alle istituzioni (scuola, oratorio...) e che spesso si chiede ad esse più di occuparne il tempo, che di trasmettere dei significati, così i ragazzi restano senza punti di riferimento, crescono senza certezze e questo genera in essi insicurezza e fragilità.È evidente che l’educazione è la vera emergen-za della nostra società, i cui problemi derivano principalmente da questa latitanza.Educare però e possibile ed anche entusia-smante, ci hanno detto i nostri due relatori, ed hanno indicato il metodo attraverso il quale l’adulto torna ad essere maestro e guida per l’educato, a patto che egli stesso sappia chi è e a cosa ha deciso di affidare la propria vita (il dramma è che spesso non ci si pone neppure

la domanda).Non si educa se non si propone un’ipotesi, un significato, capace di spiegare e dare senso a tutta l’esistenza, capace di dare una ragione per cui alzarsi al mattino e cominciare una giornata.Colui che educa consegna ciò che a sua volta ha ricevuto e sperimentato come buono per sé.Certo l’esito di questo processo non dipen-de da noi: è affidato alla libertà del ragazzo verificare l’ipotesi che gli viene proposta, per valutare se corrisponde alle esigenze del suo cuore, ma quanto più vera è la posizione dell’adulto di fronte alle domande della vita, tanto più il ragazzo ne avvertirà la lealtà e la ragionevolezza e le troverà adeguate a sé.Dopo le due splendide relazione gli interventi si susseguivano incalzanti: abbiamo dovuto in-terromperli, ma era evidentemente percepibile il desiderio delle persone di dire e ascoltare ancora tanto; forse questo è solo l’inizio di un cammino che potrebbe proseguire leggendo insieme il libro di don Giussani “Il rischio educativo” che spiega con chiarezza questo metodo educativo.

Emergenza educazione

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VITA DELLA PARROCCHIA

Iniziative

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È attiva la Radio Parrocchiale:un’opportunità di comunione

per gli ammalati

Sono circa 80 gli apparecchi distribuiti in que-ste settimane agli ammalati. Stiamo parlando della cosiddetta “radio parrocchiale”, termine improprio per indicare un sistema di comu-nicazione via etere che permette di seguire da casa tutte le celebrazioni che si svolgono nella nostra Chiesa Parrocchiale.Su proposta del Consiglio Pastorale, la Parroc-chia ha deciso di distribuire, gratuitamente, a tutti gli ammalati che sono impossibilitati ad uscire di casa, questo piccolo strumento che ,attraverso un semplice tasto di accensione,

diffonde le S. Messe quotidiane e tutto quello che viene celebrato in Chiesa (in particolare in questo periodo la Via Crucis e il quaresimale del venerdì).È un’iniziativa che il Consiglio Pastorale ha voluto, per permettere alle persone con problemi d’età e di salute, di rimanere in comunione con la nostra comunità seguendo quello che vi si svolge. Chi desidera avere questo apparecchio perché si trova nelle condizioni citate, può contattare don Giovanni Beltramini.

Un angolo di Bareggio...

Chi lo desidera, può far pervenire in Parrocchia disegni, acquerelli, stampe, schizzi... di angoli del no-stro paese.Nel limite dello spazio disponibile saranno pubblicati sui numeri suc-cessivi de IL PONTE.

L’autrice dell’acquerello qui pubblicato è Rosangela Ferri.

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VITA DELLA PARROCCHIA

Iniziazione cristiana - I media

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100 Giorni Cresimandi

In tutta la diocesi di Milano i gruppi dei Cresi-mandi hanno intrapreso in queste settimane il cammino dei 100 GIORNI, che è un’occasione di arricchimento dell’itinerario di educazione alla fede cristiana e rappresenta una traccia per collegare il loro cammino annuale all’incontro diocesano con l’Arcivescovo. Il cammino si inserisce inoltre nella più ampia proposta dell’anno pastorale in corso “SIETE SALE” e propone due aspetti fondamentali della catechesi in preparazione alla Cresima: - la vita della Chiesa e la sua missione nel mondo; - i doni dello Spirito Santo, che guidano la testimonianza.In quaresima i nostri 91 cresimandi saranno chiamati ad “accumulare sapori” per poi, nel tempo pasquale, raggiungere la città di NosmaK, la città che ha perso il sapore. Per arrivare a questa città i ragazzi useranno un mezzo di trasporto speciale “IL SALE”, un particolare tipo di ascensore di cristallo, mul-

tidirezionale, a turboreazione, che permette di spostarsi nello spazio in tutte le direzioni. “IL SALE” si muove grazie alla forza dei sapori.Sarà questa la metafora attraverso la quale i cresimandi potranno fare esperienza della parola del Vangelo e della presenza dello Spirito Santo nella Chiesa.L’ultima tappa del nostro cammino, come già anticipato, sarà l’incontro con l’Arcivescovo Card. Diogini Tettamanzi allo Stadio Meaz-za, il prossimo 2 giugno 2006. Lo scorso 5 marzo i cresimandi con i loro genitori hanno ricevuto un invito speciale “direttamente” dal nostro Cardinale. Speriamo che tutta la nostra comunità parrocchiale accompagni con la preghiera i nostri ragazzi e le nostre ragazze affinché lo Spirito Santo li aiuti ad assaporare il gusto pieno della vita.

I catechisti del gruppo dei cresimandi

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VITA DELLA PARROCCHIA

Omaggio a Giovanni Paolo II nel 1° anniversario della sua morte - 2 aprile 2006

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Quando torniamo in Terrasanta?...

Il nomeNacque il tuo nome tra la genteche per prima vide il sentiero che tu percorrevi,dove ti aprivi un varco.Nella folla in camminoverso il luogo del Supplizio - ti apristiun varco a un tratto o te lo aprivi dall’inizio?E da quando? - dimmelo tu, Veronica.Nacque il tuo nome nello stesso istantein cui il cuore divenne l’effige: effige di verità.Nacque il tuo nome da ciò che fissavi.

K. Wojtyla

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RISTORANTELa Locanda dei GemelliVia Concordia, 5Tel. 02.902.72.9020010 Bareggio (Mi)

Specialità carne, pesce, funghi porcini

CHIUSO IL MARTEDÌ

www.parrocchiabareggio.it

Avvisi settimanali e novità della vita

della nostra Parrocchia

e-mail: [email protected]

CINE-TEATRO SAN LUIGI

Calendario della programmazione

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Cineforum 2005 - 200621 APRILE:OGNI COSA È ILLUMINATAdi Liev Schereiber con Elijah Wood, Eugene HutzAlex, un ragazzo americano di religione ebraica, un giorno, dopo aver ascoltato tante volte suo nonno raccontare storie della guerra e della follia nazista, decide di partire per l’Ucraina per andare a cercare la donna che un giorno di sessanta anni prima ha salvato la vita a suo nonno. Tra incom-prensioni linguistiche (pochi sanno l’inglese, e comunque non perfettamente...) e ricerca di persone coinvolte in una storia lontana, Alex co-

noscerà tragici fatti e scoprirà l’importanza della memoria. Interessante.

28 APRILE: “Cose dell’altro mondo...”FERRO 3. LA CASA VUOTAdi Kim Ki-duk con Jae Hee, Lee Seung-yeonTae-suk si muove in città, cercando case vuote in cui stabilirsi temporaneamente in assenza dei proprietari. In uno di questi appartamenti incontra Sun-hwa, una giovane moglie reclusa e maltrat-tata da un marito ricco e violento. Lei decide di seguirlo. Unico.

In programmazione:1-2 APRILE: MATCH POINT di W. Allen

NOTTE PRIMA DEGLI ESAMI di Fausto Brizzi

L’ERA GLACIALE 2 (Animazione)

LA PANTERA ROSA con Steve Martin

Ottica di Bareggio

Sergio SeratiOttico optometrista

Via Concordia, 1520010 Bareggio (Mi)

tel./fax 02.90.362.185e.mail:

[email protected]

Cinememoria“Le radici cristiane d’Europa”

Ultimo appuntamento

GIOVEDÌ 6 APRILE 2006

IL VANGELO SECONDO MATTEO(1964) di P. P. Pasolini

(pellicola della Cineteca Nazionale del Cinema)

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VITA DELLA PARROCCHIA

Anagrafe Parrocchiale

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BATTESIMITorres BradlyeBresciani CristianLo Meo Simone AngeloPani GianpaoloPirovano ChiaraSangiorgi Laura

DEFUNTIColombi Luciano 57Sanna Giuseppino 60Quartieri Celestino 84Montani Pierangelo 64

Opere EdiliRipristino FacciateRistrutturazione internePavimenti e rivestimentiVerniciatura e imbiancaturaPersonalizzazione ModerneStucchi Antichi

Corso Italia, 28/36 - BareggioTel. 02.902.76.424 - Cell. 335.143.36.50

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Scuola Materna Parrocchiale

“Don Severino Fracassi”

Verso il Centenario1907 - 2007

Via Matteotti, 1420010 Bareggio (Mi)

tel. 02. 901.32.56

Percorso in preparazione al matrimonio:

elenco fidanzati 2006ANASTASIA Romolo - ACQUAVIVA AngelaBOMBONATI Gianluca - AUGUSTO MariaCHILA’ Demetrio - VASTA AlessandraCOLOMBO Fulvio - ROSU AnisoaraCOSENTINO Luca - TAMBONE AnnamariaDI PADOVA Erik - SANNINO TerziaFERRO Daniele - MILANI VincenzaMALUSARDI Alessandro - MANCINI AnnaMARINO Pietro - ALBERTI SilviaMATTAINI Andrea - MALINI MartaMORGESE Simone - FASSI PaolaPELLICANI Simone - FRABETTI MichelaRADAELLI Ivan - LA PORTA ValeriaRESTELLI Eusebio - BIETU DanielaROSATO Cristian - PERIN FrancescaRUGGERI Graziano - GAROFALO KatusciaSERGI Antonino - CIAMPI LeonildeVESCERA Tommaso - AZZOLINA Claudia

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Calendario delle S. Messe - Aprile 20061 Sabato ore 8 Beretta Carlo e Folli Teresa ore 18 Bollini Luigi e Cavrini Maria

2 Domenica ore 8 Fam. Dughi Giovanni ore 9.30 Pedroli Ernestina, Virginio e Cozzi Virginia ore 11 Vincenzo ore 18 Fam. Costa Angelico

3 Lunedì ore 8 Gambini Angelina e Fagnani Carlo ore 18 Marnati Giuseppe e Giuseppina

4 Martedì ore 8 Restelli Pietro e Bonfanti Luigia ore 18 Franchetto Bruno

5 Mercoledì ore 8 Severa Olga ore 18 Carchidi Maria

6 Giovedì ore 8 Fam. Bresciami ore 9 S. Messa ore 18 Stampini Liliana

7 Venerdì ore 8 Lodi e Riflessione ore 15 Via Crucis ore 21 Quaresimale

8 Sabato ore 8 Olgiati Enrico ore 18 Beretta Mario e Bonfanti Teresa

9 Domenica ore 8 Carenzi Giancarlo ore 9.30 Bettanin Gino ore 11 Magistrelli Mario, Elisa, Adele ore 18 Oriani Angelo, Teresina, Enzo

10 Lunedì ore 8 Saracino Antonio ore 18 Cislaghi Ezio, Primo, Celestina

11 Martedì ore 8 Toselli Francesca ore 18 Giacomo, Carmela, Mario

12 Mercoledì ore 8 Re Giuseppe ore 18 Lionetti Arturo

13 Giovedì ore 20.45 MESSA IN COENA DOMINI

14 Venerdì ore 15 MEMORIA DELLA PASSIONE ore 20.45 VIA CRUCIS PER LE VIE DEL PAESE

15 Sabato CONFESSIONI ore 20.30 VEGLIA PASQUALE

16 Domenica PASQUA NELLA RESURREZIONE DEL SIGNORE ore 8 Fam. Camisasca ore 9.30 Teresa e Sante ore 11 S. Messa ore 18 Colombi Luciano

17 Lunedì ore 8 Oldani Ester ore 10 Maggioni Maria

18 Martedì ore 8 Lazzaroni Luigi ore 18 Pierino, Cesarina, Amelia

19 Mercoledì ore 8 Lonati Camilla e Figli ore 18 Lonati Lina e Imboldi Giovanni

20 Giovedì ore 8 Lazzaroni Valerio, Pierangelo, Ernesto ore 9 S. Messa ore 18 Carmela e Bartolomeo

21 Venerdì ore 8 Fam. Magni ore 18 Camolese Manlio

22 Sabato ore 8 Rosa e Giuseppe ore 11 matr. Bombonati Gianluca / Augusto Maria ore 18 Tagliavini Angelo e Lucia

23 Domenica ore 8 Ravelli Carlo, Gesuina e Fam. ore 9.30 Pirovano Pina ore 11 Fam. Montani Davide e Carlo ore 18 Cislaghi Eugenio e Fam. SANTO BATTESIMO

24 Lunedì ore 8 Lonati Pierino ore 18 Mariani Luigia e Fam. Oldani

25 Martedì ore 8 Ravelli Carlo ore 18 Ruggiero Francesco

26 Mercoledì ore 8 Toselli Francesca ore 18 Bignami Francesco e Maddalena

27 Giovedì ore 8 Tagliavini Ada ore 9 S. Messa ore 18 Colombo Rosa e Famiglia Gussoni

28 Venerdì ore 8 Arnardi Adriano e Fam. ore 18 Grassotti Carlo

29 Sabato ore 8 Marchetti Celso ore 11 matr. Terraneo Simone / Oldani Paola ore 18 Arnardi Franco e Fam.

30 Domenica Ore 8 Sisti Angelo e Colombo Natalina ore 9.30 Tina e Antonio ore 11 Defunti Classe 1926 ore 12.15 matr. Paitone Andrea / Cannizzaro Simona ore 18 Beltrami Carlo e Rosa

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