Il P.I.I. · Il Piano Integrato di Intervento è uno strumento urbanistico definito nel P.G.T. del...

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Aprile 2015 Anno XIII n° 30 Il Piano Integrato di Intervento è uno strumento urbanistico definito nel P.G.T. del 2008 SCOPO COME PERCHE’ Riqualificare aree dismesse ed in stato di abbandono Il P.I.I. di VIA SAN GIOVANNI: ovvero: “IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO…” Gli edifici da costruire devono avere più destinazione d’uso: Residenziale Commerciale Direzionale Pubblico Accordo tra Comune e privato con cambio di destinazione d’uso del terreno Il privato si impegna a costrui- re opere di pubblica utilità che il Comune difficilmente riusci- rebbe a fare viste le poche ri- sorse a disposizione: Strade Marciapiedi Edifici di proprietà Piste ciclabili Ecc. Il Comune ottiene una maggio- re utilità economica rispetto ai normali oneri di urbanizzazione I perché del nostro NO

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Aprile 2015 Anno XIII n° 30

Il Piano Integrato di Intervento è uno strumento urbanistico

definito nel P.G.T. del 2008

SCOPO COME PERCHE’

Riqualificare aree dismesse ed

in stato di abbandono

Il P.I.I.

di VIA SAN GIOVANNI:

ovvero:

“IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO…”

Gli edifici da costruire devono

avere più destinazione d’uso:

Residenziale

Commerciale

Direzionale

Pubblico

Accordo tra Comune e privato

con cambio di destinazione

d’uso del terreno

Il privato si impegna a costrui-

re opere di pubblica utilità che

il Comune difficilmente riusci-

rebbe a fare viste le poche ri-

sorse a disposizione:

Strade

Marciapiedi

Edifici di proprietà

Piste ciclabili

Ecc.

Il Comune ottiene una maggio-

re utilità economica rispetto ai

normali oneri di

urbanizzazione

I perché del nostro NO

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Il Grillo Parlante mottese

Anno XIII—Numero 30 Pagina 2.

N el Consiglio dello scorso 18 marzo è stata presentata la convenzione relativa al PII da

realizzarsi sull'area ex SGEA di via San Giovanni, già previsto dalla nostra amministra-

zione con l'approvazione del PGT nel 2008. Ancora una volta è andato in scena l'ennesimo "Io

speriamo che me la cavo"... Protagonista principale, il Sindaco che, supportato da slide, ha

voluto spiegare in cosa consistesse il PII ma, finito di mostrare le foto e i disegni dei progetti,

è crollato miseramente davanti alle nostre domande dimostrando di non aver letto una riga

dei documenti e, soprattutto, di non averne capito la ricaduta a danno della collettività.

Durante la discussione è emerso che probabilmente nessuno della maggioranza, dicasi

nessuno, aveva letto e neppure sfogliato i documenti presentati all'approvazione. Il gioco

dietro cui la maggioranza di centrodestra si nasconde, in primis l'ex assessore all'urbanistica

Bertolazzi, a cui ancora non si capisce perché sia stato tolto quell'assessorato e sia stato fatto

migrare al bilancio, è quello che loro sono 'politici' e non tecnici e quindi loro spargono

idee a piene mani, ma non sono tenuti a conoscere e capire quello che approvano.

Un bel trucchetto, non c'è che dire... alla faccia della elementare obbligatorietà di compren-

sione del testo e di assunzione di responsabilità dei consiglieri. Se fosse come sostenuto da

Bertolazzi, in Consiglio comunale non dovrebbero neppure arrivare i documenti, ma così non

è e la legge dice che i politici debbono approvare convenzione e progetti, quindi conoscerli

e, si suppone, comprenderli.

A loro, ce ne rendiamo conto, pia-

cerebbe poter venire in Consi-

glio limitandosi a dire: “facciamo il PII,

portiamo a casa il Sagrato della Chiesa

che porta e consolida il consenso po-

polare e tutto il resto lo faccia e lo de-

cida il Responsabile di settore”, scari-

cando sui funzionari ogni atto tecnico

ma, lo ripetiamo, così non è per legge

ed è dei politici la responsabilità di

approvare i documenti nella loro inte-

rezza.

Seguendo la loro logica, avremmo do-

vuto limitarci a mettere in discussione la decisione “politica” e a non segnalare quali decisio-

ni sbagliate stavano prendendo, ma siamo persone serie e il nostro unico scopo è ottenere il

meglio per la comunità ed il bilancio del Comune. Ci viene solo da sorridere ricordando

quando l'allora cittadino De Giuli ed i suoi consiglieri contestavano le pendenze della fogna-

tura di un Piano di Lottizzazione, giocando a fare gli ingegneri e gli architetti: altri tempi...

Ora potremmo tediarvi con tutte le questioni tecniche che abbiamo sollevato riguardo alla

convenzione che i lottizzanti hanno scritto e che De Giuli ha fatto approvare ai suoi consiglieri

impreparati: errori di somme, di contenuti, di trascrizione, polizze fidejussorie non chiare,

articoli che un domani potrebbero essere totalmente a svantaggio del comune. Ma sappiamo

che sono tecnicismi che poco interessano ai cittadini. (se ne avrete voglia, potrete ascoltare la

registrazione, cliccando su questo link:

http://www.comune.mottavisconti.mi.it/comune/consigli_com/CC_18_3_15.mp3).

P iuttosto vi proponiamo di ragionare su tre questioni che, invece, sono fondamentali per

le ricadute economiche sul bilancio comunale e sulle scelte politiche che questa ammini-

strazione attua.

1. Contrariamente a quanto avvenuto in passato, il costruttore “scala” dalle cifre che do-

vrebbe pagare al comune, gli allacci tra le 12 ville costruite e le reti presenti sulla via San

Giovanni (acqua, luce, gas, telefono, fogna): ben 72.000 euro! Domanda al cittadino: vi

pare normale che la collettività paghi ai lottizzanti gli allacci delle reti alle singole

case? Per noi non è normale e lo consideriamo un omaggio fatto a spese dei cittadini

mottesi. A nostro parere la maggioranza deve ridiscutere assolutamente questo punto e

far pagare ai lottizzanti questi costi che sono a totale loro beneficio.

CERCASI

ASSESSORI

COMPETENTI

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Il Grillo Parlante mottese

Anno XIII—Numero 30 Pagina 3.

2. La convenzione prevede che il privato, anziché pagare 134.000 €, costruisca un'opera

pubblica. La scelta politica della maggioranza è stata quella di intervenire sul sagrato del-

la chiesa parrocchiale. Progetto: eliminazione dei parcheggi, rifacimento della pavimen-

tazione con posizionamento di beole, possibilità di chiusura al traffico per mezzo di dis-

suasori stradali. Certamente la risistemazione del sagrato era uno degli interventi conte-

nuti nel PGT, tra i tanti tra cui l'amministrazione può scegliere dall'elenco allora fatto. La

nostra critica riguarda l'opportunità. A nostro parere, un'amministrazione seria do-

vrebbe intervenire prima su quelle situazioni che condizionano negativamente la vita di

tutti i cittadini, come i marciapiedi della via Borgomaneri (almeno il tratto da piazza San

Rocco all'incrocio con la San Giovanni) dove le condizioni di degrado e di inadeguatezza

delle dimensioni di quelli esistenti sono pessime ed evidenti.

Ora capiamo che annunciare, in occasione della Pasqua, che verrà rifatto il sagrato, signi-

fichi ottenere la "benedizione" di certa parte di Motta ma, nuovamente, poniamo la do-

manda ai cittadini: a vostro parere il sagrato della chiesa era la prima priorità tra le

cose da sistemare in paese? Ci rendiamo conto che in un mondo dove la superficialità e

l'apparenza sono tutto, si opti per quello che appare e non per quello che è utile, ma oc-

corre far capire al capogruppo Architetto Maggi che mettere le beole al posto dell'asfalto

non trasforma il sagrato in una piazza e in un centro di aggregazione!!!

3. Questo PII ha un altro peccato originale: l'obbligo di legge della diversa destinazione d'uso

degli edifici si traduce, stando alla dichiarazione del sindaco, nel fatto che una sola villet-

ta avrà un ufficio a piano terra e l'appartamento al piano superiore. I bambini è giusto cre-

dano alle favole e a Babbo Natale, gli adulti sarebbe meglio avessero occhi più critici. Nuo-

vamente, questa scelta del costruttore, è a tutto vantaggio suo e non della collettività.

S ull'opportunità, poi, che in un momento come quello attuale in

cui le parentopoli si sprecano, lo zio del progettista approvi il

progetto in commissione territorio e ambiente, stendiamo un velo

pietoso.

In conclusione: ben venga il Piano Integrato sull'area ex Sgea ma,

ricordiamo, che è il Comune che concede ai privati: cosa, come e

con quale ritorno per la collettività si costruisce; non il contrario.

Il PII è stato denominato “CO' D'URUC” (per i non mottesi: rione de-

gli allocchi): siamo convinti che più che per l'antico nidificare di

questi bei rapaci notturni, il nome sia perfetto per definire l'operazione urbanistica illustrataci

in Consiglio Comunale.

A ncora una volta la giunta De Giuli frana con le sue illusioni di ottenere finanziamenti dagli

"amici" della Regione...

E' andata così per le telecamere e ora, nonostante i santi in paradiso, va così per le scuole.

Il progetto, infatti, si è classificato 50° su 62 e nella graduatoria dei progetti ammissibili ma non finan-

ziati, risulta 31° su 43.

Q uindi, in soldoni, se anche la Regione in futuro mettesse nuovi soldi a bilancio, avremo davanti

ben 30 altri comuni. Campa cavallo...

Eppure, qualche domanda, dovrebbero farsela i nostri arguti amministratori. Perché, guardando le

tabelle regionali, il problema non erano i soldi richiesti (comuni come il nostro hanno avuto molti più

soldi di quelli che chiedeva Motta), ma proprio il progetto che ha preso solo 30 punti quando, tutti

quelli prima di noi, ovviamente punteggi ben maggiori.

Resta la delusione, in tutti noi, che si sia sprecata un'occasione importante.

M ancanza di progettualità, di coraggio hanno portato a ridurre l'obiettivo della nuova scuola me-

dia a qualcosa di raffazzonato che ha visto punire il nostro Comune, negandogli il finanzia-

mento.

Carnevale è passato… e la Quaresima continua!

??!!

Finanziamento della Regione per le nuove scuole medie?

Addio...

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Il Grillo Parlante mottese

Anno XIII—Numero 30 Pagina 4.

Direttore Responsabile: Laura Cazzola

Questo numero è stato scritto da:

Guglielmo Belloni, Barbara Bosatra, Carlo Bianchi, Bianca Bonfanti, Gerardo Casanova, Gemma Castiglioni, Laura Cazzola, Cristiana Fusi,

Luigi Gardini, Dante Gilardi, Cristina Grandi, Luigi Marchesi, Sonia Melis, Leonardo Morici, Luciano Nodari, Maria Piva, Adriano Radaelli, Gianni

Radici, Marialuisa Romito, Maria Sada, Ferruccio Torriani, Giacomo Zanolin

Redazione e sede legale: Via Don Casarico, 34 - Motta Visconti MI

Registrazione: Tribunale di Pavia n° 578 del 28.01.2003

Autofinanziato e distribuito gratuitamente

Chiuso in redazione il 3 aprile 2015 - Stampa: Ilaria Pascuzzi—Casorate Primo

La Scuola dell’Infanzia Statale, un Bene Comune dei Mottesi

N ei giorni scorsi sono stati scelti dalla Direzione scolastica i bambini che potranno frequentare la Scuola dell'Infanzia Statale nel prossimo anno scolastico. Lo scarso impegno politico dell’Ammini-

strazione a favore della scuola statale e il criterio per la selezione degli alunni adottato dal Dirigente Sco-lastico ha portato quest’anno all’esclusione di 13 bambini. L’attuale Amministrazione di destra, ha scelto di destinare una quota significativa del diritto allo studio alla scuola paritaria gestita dall’Ente Morale, sottraendo in questo modo risorse alla scuola Statale. Si tratta di decisioni politiche che noi non condividiamo e che riteniamo di dover denunciare, in quanto hanno comin-ciato fin da subito ad avere prevedibili effetti negativi, privando molte famiglie della possibilità di accedere a un servizio gratuito.

C ome detto, il Sindaco e la Giunta hanno deciso di trasferire i pochi soldi disponibili a un ente privato, mentre il Dirigente non è stato in

grado di fare nulla di meglio che affidare al caso il futuro dei figli dei mot-tesi. Segnalare all’Ufficio Scolastico Prov.le che a Motta ci sono quasi 160 famiglie che vogliono scegliere (ma non si parla sempre di libertà di scelta??) di far frequentare ai loro figli la scuola statale e laica; segnala-re che le cinque sezioni esistenti sono classi pollaio (29 bambini); se-gnalare che si dovevano escludere ben 13 bambini, forse, avrebbe da subito smosso l'attenzione dell’Ufficio Scolastico Provinciale. Niente di tutto questo sembra sia stato fatto, né l’Amministrazione né il Dirigente scolastico hanno ritenuto di farsi carico del problema dei molti bambini che si sarebbero trovati senza una scuola statale nella quale cominciare il proprio percorso educativo. Anzi, ai genitori esclusi si è consigliato di opzionare l'Ente Morale (col quale si dichiara di avere ottimi rap-porti) o di trasformare i propri figli in pendolari verso Besate già a tre anni. Nessun criterio di valutazione delle opportunità economiche delle famiglie, né di situazioni familiari criti-che, è stato preso in considerazione. Il Dirigente ha deciso di non pensare alle molte famiglie che non sono in grado di pagare la costosa retta dell’Ente Morale. Gli unici criteri che ha ritenuto di dover adottare sono quello dell’età (non si capisce perché dovrebbero essere favoriti i bambini più grandi che alla fine non avranno frequentato il ciclo completo) e della presenza di fratelli già iscritti alle nostre scuole, come se un fratello alle medie potesse fare la differenza. Priorità che, in conclusione, hanno visto il futuro dei più piccini affidato a un sorteggio.

Q uest’anno sono stati esclusi 13 bambini, tra i più piccoli e tra i figli delle giovani famiglie che presumi-bilmente hanno un solo figlio. Le scelte del Dirigente e dell’Amministrazione penalizzano quindi le

famiglie più deboli. Noi riteniamo che si tratti di un problema sociale, più che politico e riteniamo che tutti i cittadini Mottesi dovrebbero farsi carico dei problemi dei loro bambini e delle giovani famiglie. Noi ci stiamo impegnando nelle sedi istituzionali per difendere il valore universale del diritto all’istruzione pubblica e laica, però non basta, abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti!!

S e l’Amministrazione Comunale e il Dirigente Scolastico non vogliono o non sono in grado di affrontare il problema, tutti noi, assieme, possiamo farlo: nel 2010 abbiamo raccolto 800 firme e abbiamo otte-

nuto due classi, possiamo riuscirci di nuovo, ma solo con il vostro aiuto.

Noi siamo pronti a offrire il nostro impegno, a voi chiediamo sostegno e partecipazione, per questo vi aspettiamo in Piazza San Giovanni la mattina di SABATO 18/4 per

confrontarci su questa tematica, per avviare una riflessione condivisa e per cominciare assieme a raccogliere le firme da proporre all’Ufficio Scolastico Provinciale per chiedere

una nuova classe.

Ponzio Pilato dopo il sorteggio