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IL PIANO NAZIONALE ANTICORRUZIONE 2016 DEL. 831 DEL 3 AGOSTO 2016

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IL PIANO NAZIONALE

ANTICORRUZIONE 2016

DEL. 831 DEL 3 AGOSTO 2016

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PARTE GENERALE

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PARTE GENERALE

Modifiche legislative avvenute o in corso:

Dlgs. 97/2016 « Disposizioni in materia di

prevenzione della corruzione, pubblicità e

trasparenza, correttivo del D.Lgs 33/13»;

D. Lgs. 50/2016 « Codice dei contratti pubblici»;

Decreti delegati di prossima approvazione

Società partecipate delle PA;

Riforma della Dirigenza Pubblica;

Testo Unico sul lavoro nelle PA;

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PARTE GENERALE

Dlgs. 97/2016 « Disposizioni in materia di

prevenzione della corruzione, pubblicità e

trasparenza, correttivo del D.Lgs 33/13»;

Principali novità:

- Definizione dell’ambito soggettivo di

applicazione della disciplina (ampliato)

- Revisione degli obblighi di pubblicazione nei

siti delle PA

- Nuovo accesso civico generalizzato ad atti,

documenti e informazioni non oggetto di

pubblicazione

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PARTE GENERALE

La nuova disciplina del PNA 2016:

Tende a rafforzare il ruolo del RPC quale

soggetto titolare del potere di predisposizione e

proposta del PTPC all’organo di indirizzo;

Maggior coinvolgimento dell’OIV nella fase di

raccordo tra misure anticorruzione, funzionalità

della Performance;

Obiettivo di semplificare le attività delle

amministrazioni in materia (PTPC documento

unico con all’interno sezione PTTI);

Guida nell’individuazione delle misure di

prevenzione della corruzione;

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PARTE GENERALE

PNA 2016:

Parte generale

Parte approfondimenti (in seguito a tavoli di

lavoro con i principali operatori del settore)

Piccoli Comuni (inf. 15.000 ab)

Città Metropolitane

Ordini Professionali

Istituzioni Scolastiche

Istituti di Alta Formazione Artistica, Musicale e

Coreutica

Beni Culturali

Governo del Territorio

Sanità

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PARTE GENERALE

PNA 2013 – 2016:

Il PNA 2013 deve ritenersi superato per quanto

riguarda:

Ambito di applicazione

Misura della rotazione

Disciplina relativa alla tutela del dipendente che

segnala illeciti (Whistleblower)

Trasparenza e Codici di Comportamento: Alcuni

nuovi indirizzi interpretativi, seguiranno Linee

Guida

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PARTE GENERALE

ORGANO DI INDIRIZZO

Nomina il RPC

Adotta il PTPC (e conseguentemente Codice di

Comportamento)

Adozione PTPC: CHI?

EE.LL: Giunta

Province: in seguito alle ridefinizioni dei ruoli e

l’assenza della Giunta l’adozione del PTPC

prevede un doppio passaggio:

Consiglio Provinciale: approvazione di un documento

di carattere generale sul contenuto del PTPC

Presidente: adozione del PTPC ( Soggetto

responsabile in caso di omessa adozione)

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PARTE GENERALE

Città Metropolitane: in seguito alle ridefinizioni

dei ruoli e l’assenza della Giunta l’adozione del

PTPC prevede un doppio passaggio:

Consiglio Metropolitano: approvazione di un

documento di carattere generale sul contenuto del

PTPC

Sindaco Metropolitano: adozione del PTPC ( Soggetto

responsabile in caso di omessa adozione)

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PARTE GENERALE

Per quanto riguarda gli enti territoriali con

due organi di indirizzo politico, uno generale

(Consiglio) e uno esecutivo (Giunta) restano valide

le indicazioni previste dall’aggiornamento PNA

2015

«… è utile l’approvazione da parte dell’assemblea

di un documento di carattere generale sul

contenuto del PTPC, mentre l’organo esecutivo

resta competente all’adozione finale. In questo

modo l’organo esecutivo (e il suo vertice, il

Sindaco/Presidente) avrebbe più occasioni di

esaminare e condividere il contenuto del PTPC»

(PNA 2015 par. 4.1)

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PARTE GENERALE

COMPITI ORGANO DI INDIRIZZO

Prestare attenzione alla presenza nel PTPC degli

obiettivi strategici

( Mancanza obiettivi strat. Può configurare elemento ai

fini irrogazione sanzioni art. 19 co. 5 lett. b DL 90/14

ovvero « sanzione amministrativa non inferiore nel

minimo a euro 1.000 e non superiore nel massimo a euro

10.000, nel caso in cui il soggetto obbligato ometta

l'adozione dei piani triennali di prevenzione della

corruzione, dei programmi triennali di trasparenza o dei

codici di comportamento.»)

Approvare eventuali modifiche necessarie per garantire

RPC funzioni e poteri adeguati per svolgere il ruolo in

autonomia

Riceve la relazione annuale del RPC e può chiamarlo

per discutere di eventuali disfunzioni

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PARTE GENERALE

DA RPC A RPCT

Vengono unificati i soggetti al fine di rafforzare

il ruolo ( Gli organi di indirizzo formalizzano con

apposito atto l’integrazione indicando la

decorrenza)

CRITERI DI SCELTA

Nelle PA:

- Dirigente di Prima Fascia (nomina dipendente con

qualifica non dirigenziale deve essere motivata)

Non è coerente nomina a RPCT di:

- dirigente che provenga da uffici di diretta

collaborazione con l’organo di indirizzo laddove

esista un vincolo fiduciario

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PARTE GENERALE

- dirigente che sia assegnato a uffici che svolgono

attività nei settori a più elevato rischio

- dirigente che si occupa dell’Ufficio procedimenti

disciplinari

EE.LL. : la nuova normativa prevede la previsione che

decada sulla figura del Segretario. Considerate le

modifiche normative previste dalla L. 124/2005 il

D.Lgs 97/16 ha contemplato la possibilità di affidare

l’incarico anche a un dirigente apicale. In caso di

Comuni senza dirigenza, può essere affidato ad un

dipendente con PO

La nomina va fissata tenendo conto della non

esclusività della funzione.

Il RASA (Responsabile Anagrafe Unica) può

coincidere con il RPCT

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PARTE GENERALE

INDIPENDENZA ED AUTONOMIA DEL RPCT

Gli organi di indirizzo devono prevedere misure

dirette ad assicurare che il RPCT svolga il suo

compito in modo imparziale, regolamentando la

materia in atti organizzativi generali (Es. Negli

EE.LL. all’interno del Regolamento Uffici e Servizi)

Al fine di aumentare le garanzie del ruolo, va

comunicata ad ANAC la revoca del ruolo ed

eventuali discriminazioni dirette od indirette nei

confronti del RPCT

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PARTE GENERALE

SUPPORTO PERATIVO AL RPCT

E’ altamente auspicabile che il RPCT sia dotato di

una struttura organizzativa di supporto adeguata,

anche da un punto di vista della collaborazione della

struttura intera (anche prevendendo atti

organizzativi che consentono al RPCT di avvalersi di

personale di altri uffici).

Nel PTPC è prevista una sezione relativa agli

«obblighi di informazione» al RPC, si consiglia di

prevedere delle regole procedurali che incentivino la

collaborazione, in una sorta di «modello a rete» che

permetta all’RPCT di svolgere i propri compiti

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PARTE GENERALE

OIV

Validano la relazione sulle performance

Promuovono e attestano l’assolvimento degli

obblighi di trasparenza

Sono tenuti a verificare la coerenza tra gli obiettivi

di trasparenza e quelli presenti nel piano della

Performance

Controlla gli adempimenti di pubblicazione, a

supporto del RPCT

Esprime parere obbligatorio sul codice di

comportamento

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PARTE GENERALE

GESTIONE DEL RISCHIO DI CORRUZIONE

Le misure devono essere:

Adeguatamente progettate

Sostenibili

Verificabili

Devono essere individuati:

I soggetti attuatori

Le modalità di attuazione di monitoraggio

I termini

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PARTE GENERALE

TRASPARENZA

Con D.Lgs. 97/16 è cambiato l’ambito soggettivo di

applicazione. Nel D.Lgs. Presenti anche due misure

di semplificazione:

Art. 3 co. 1bis D.Lgs. 33/13: possibilità

pubblicazione informazioni riassuntive per

aggregazione (ANAC individuerà quali dati

possono essere riassunti)

Art. 3 co 1 ter D.Lgs. 33/13: Modulazione obblighi

di pubblicazione in ottica di semplificazione per

comuni > 15.000 ab., ordini e collegi professionali

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PARTE GENERALE

In più :

Art. 9 bis D.Lgs. 33/13: qualora dati da pubblicare

corrispondano a quelli già presenti in banche dati

presenti nell’allegato B, le amministrazioni e gli

enti possono adempiere inserendo un mero

collegamento ipertestuale

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PARTE GENERALE

TRASPARENZA

Con D.Lgs. 97/16 è stato ampliato l’accesso civico,

riconoscendo a chiunque, indipendentemente dalla

titolarità delle situazioni giuridicamente rilevanti,

l’accesso ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche

amministrazioni.

L’ANAC si riserva di intervenire con appositi atti di

regolazione (presumibilmente entro 23 dicembre 2016,

data entro la quale gli Enti devono adeguarsi al 97/16)

Il confluimento del PTTI nel PTPC non implica una

perdita di importanza della trasparenza, quanto previsto

all’interno del PTTI (es. referenti trasparenza,

tempistiche ecc.) restano invariate, e devono essere

rispettate le norme a tutela della privacy

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PARTE GENERALE ROTAZIONE

Misura organizzativa preventiva finalizzata a limitare il consolidarsi di relazioni che possano alimentare dinamiche improprie conseguenti alla permanenza nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione.

Non valenza punitiva

Sostenuta da percorsi di formazione e qualificazione professionale

Evitare l’isolamento di certe mansioni

Rotazione ordinaria: quella prevista da 190/12 art. 1 co 10 lett. B

Rotazione straordinaria: in caso di avvio procedimenti penali o disciplinari per condotte di natura corruttiva

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PARTE GENERALE

ROTAZIONE ORDINARIA

Ambito soggettivo: anche enti controllati, tutti i

dipendenti pubblici

Non valenza punitiva

Sostenuta da percorsi di formazione e

qualificazione professionale

Evitare l’isolamento di certe mansioni

Vincoli soggettivi: diritti sindacali, congedi

parentali, L. 104.

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PARTE GENERALE

VINCOLI OGGETTIVI

Infungibilità: es. appartenenza categorie

professionali, abilitazione albi.

Se categorie omogenee, valutare le capacità del

singolo, prevedendo adeguate attività di

affiancamento propedeutiche alla rotazione e

formazione

ALTERNATIVE

Frazionamento del procedimento tra più

dipendenti e relativa condivisione delle valutazioni

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PARTE GENERALE

ROTAZIONE NEL PTPC

Chiarire i criteri (es. uffici coinvolti, periodicità

della rotazione, caratteristiche se funzionale o

territoriale)

Prevedere atti organizzativi che discipiplinino la

rotazione (es. Regolamenti di organizzazione del

personale)

Su base pluriennale, partendo dagli uffici

maggiormente esposti (fondamentale la

collaborazione di tutti i dirigenti e referenti del

RPCT)

Gradualità della rotazione per evitare

rallentamento dell’attività

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PARTE GENERALE Non simultaneità della rotazione per le varie

figure presenti negli uffici (es. personale dirigente e personale non dirigente)

Rotazione dirigenza: è opportuno venga programmata e prevista nell’ambito dell’atto generale approvato dall’organo di indirizzo politico a cui il PTPC deve fare riferimento. Nell’atto approvato dall’organo di indirizzo politico devono essere indicati i criteri e le modalità per la rotazione dirigenziale. La rotazione dirigenziale dovrebbe essere una prassi «fisiologica», applicata anche a quei dirigenti che non operano nelle aree a rischio, al fine di evitare che nelle stesse ruotino sempre gli stessi dirigenti. Devono ruotare anche i dipendenti con posizione di PO

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PARTE GENERALE

Rotazione «Funzionale» interna: organizzazione

del lavoro basata su una modifica periodica dei

compiti affidati ai dipendenti

In prospettiva: Rotazione tra amministrazioni

differenti

ROTAZIONE STRAORDINARIA

In caso di procedimenti penali o disciplinari, il

dipendente viene assegnato ad altro ufficio, il

Dirigente vede revocato l’incarico dirigenziale e, se

nel caso, la ri-attribuzione ad altro incarico.

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PARTE GENERALE

WHISTLEBLOWING

L’ANAC sta provvedendo all’adozione di una

piattaforma Open Source che tuteli l’anonimato di

chi segnala, consentendo inoltre un risparmio di

risorse umane e finanziarie delle Amministrazioni

che potranno usufruirne.

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PARTE GENERALE ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

L’Autorità ha potuto rilevare alcune criticità:

a) la minore garanzia di imparzialità di coloro che operano presso gli enti, sia per quanto riguarda gli amministratori che per quanto riguarda i funzionari, soprattutto quando gli enti siano chiamati a svolgere attività di pubblico interesse di particolare rilievo (si pensi allo svolgimento di funzioni pubbliche affidate, ovvero allo svolgimento di attività strumentali strettamente connesse con le funzioni pubbliche principali dell’amministrazione). Per gli amministratori valgono norme attenuate quanto ai requisiti di nomina e norme solo civilistiche di responsabilità. Per i dipendenti (con qualifica dirigenziale o meno) viene aggirato il principio del pubblico concorso;

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PARTE GENERALE

ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O

CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

b) la maggiore distanza tra l’amministrazione

affidante e il soggetto privato affidatario, con

maggiori difficoltà nel controllo delle attività di

pubblico interesse affidate; il problema è aggravato

dal fatto che in molti casi l’esternalizzazione delle

attività è motivata proprio dall’assenza,

nell’amministrazione, di competenze professionali

adeguate; in questi casi l’attività è svolta dall’ente

privato e l’amministrazione si può trovare nella

difficoltà di controllarne l’operato perché non è nelle

condizioni di costituire adeguati uffici allo scopo;

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PARTE GENERALE

ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O

CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

c) il moltiplicarsi di situazioni di conflitto di interessi

in capo ad amministratori che siano titolari anche di

interessi in altre società e enti di diritto privato;

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PARTE GENERALE

ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O

CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

d) la maggiore esposizione delle attività di pubblico

interesse affidate agli enti privati alle pressioni di

interessi particolari, spesso dovuta al fatto obiettivo

dello svolgimento di compiti rilevanti ai fini dello

svolgimento di funzioni pubbliche (si pensi ad

attività istruttorie svolte a favore degli uffici

dell’amministrazioni) senza le garanzie di

imparzialità e di partecipazione della legge sul

procedimento amministrativo

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PARTE GENERALE ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Le amministrazioni titolari di partecipazioni è opportuno che:

Considerino i profili della prevenzione della corruzione tra quelli da tenere in conto ai fini dei piani di riassetto e razionalizzazione delle partecipazioni. In questa prospettiva le amministrazioni valutano, ai fini dell’analitica motivazione per la costituzione di nuovi enti o del mantenimento di partecipazione in essere, se la forma privatistica sia adeguata alla garanzia dell’imparzialità e della trasparenza delle funzioni affidate. In caso di valutazione negativa, si dovrebbe procedere alla “reinternalizzazione” dei compiti riportandoli alla competenza di uffici dell’amministrazione.

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PARTE GENERALE ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Le amministrazioni valutano se sia necessario limitare la esternalizzazione dei compiti di interesse pubblico. Ciò vale in particolare con riferimento alle attività strumentali. Le amministrazioni dovrebbero vigilare perché siano affidate agli enti privati partecipati le sole attività strumentali più “lontane” dal diretto svolgimento di funzioni amministrative. Ad esempio, se possono essere utilmente esternalizzate attività di manutenzione o di pulizia, maggiore attenzione dovrebbe porsi per attività quali lo svolgimento di accertamenti istruttori relativi a procedimenti amministrativi o le stesse attività di informatizzazione di procedure amministrative.

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PARTE GENERALE

ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O

CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Laddove si ritenga utile costituire una società

mista secondo la vigente normativa in materia, le

amministrazioni individuano il socio privato con

procedure concorrenziali, vigilando attentamente

sul possesso, da parte dei privati concorrenti, di

requisiti non solo economici e professionali, ma

anche di quelli attinenti la moralità e onorabilità.

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PARTE GENERALE ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Le amministrazioni sottopongono gli enti partecipati a più stringenti e frequenti controlli sugli assetti societari e sullo svolgimento delle attività di pubblico interesse affidate. In particolare, occorre avere riguardo alle procedure di affidamento di lavori, servizi e forniture, alle procedure di espropriazione di pubblico interesse, all’erogazione di servizi di interesse generale e di interesse economico generale. L’esternalizzazione può, infatti, giustificarsi in termini di maggiore efficienza, efficacia e economicità, ma non in termini di attenuazione delle garanzie di imparzialità. Nella valutazione di scelte organizzative tra esternalizzazione o reinternalizzazione va considerato anche il profilo della capacità dell’amministrazione di svolgere adeguati controlli

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PARTE GENERALE

ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O

CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Sempre qualora si ritenga di mantenere in vita

enti di diritto privato a controllo pubblico destinati

allo svolgimento di attività di pubblico interesse, le

amministrazioni promuovono negli statuti di

questi enti, la separazione, anche dal punto di

vista organizzativo, di tali attività da quelle svolte

in regime di concorrenza e di mercato. Qualora la

separazione organizzativa sia complessa, è

necessario adottare il criterio della separazione

contabile tra le due tipologie di attività.

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ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Occorre promuovere l’introduzione negli enti di diritto privato a controllo pubblico (così come definiti dal decreto legislativo attuativo dell’art. 18 della l. 124/2015), quanto alla disciplina del personale, di regole che avvicinino tale personale a quello delle pubbliche amministrazioni, ai fini della garanzia dell’imparzialità. Ciò comporta l’adozione di procedure concorsuali per il reclutamento, sottratte alla diretta scelta degli amministratori degli enti, nonché procedure di affidamento di incarichi equivalenti agli incarichi dirigenziali nelle pubbliche amministrazioni che diano analoghe garanzie di imparzialità, soprattutto qualora tali incarichi siano relativi ad uffici cui sono affidate le attività di pubblico interesse (nella misura in cui è stato possibile separare organizzativamente tali uffici).

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PARTE GENERALE

ENTI DI DIRITTO PRIVATO (SOCIETÀ,

ASSOCIAZIONI, FONDAZIONI) PARTECIPATE O

CONTROLLATE

DA PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI

Comporta altresì il riconoscimento in capo ai

responsabili di tali uffici (comunque delle attività di

pubblico interesse) di garanzie di autonomia

gestionale comparabili con quelle riconosciute ai

dirigenti delle pubbliche amministrazioni.

Comporta, poi, l’applicazione a questo personale

delle regole sulla trasparenza del d.lgs. 33/2013