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Ist ituto Comprensivo
“Giovanni Verga” www.icgvergafiumefreddodisicilia.it
~ Fiumefreddo di Sicilia ~
Dirigente Scolastico Maria Luisa Leotta
Anno Scolast ico 2008/2009
LA REDAZIONE ALUNNI : tutti gli alun-ni dell’Istituto Comprensivo “G. Verga” di Fiumefred-do di Sicilia
INSEGNANTI : Nicosia Giovanna Pennisi Roberta Strazzeri Sabrina
IL PIACERE DI VENIRE A SCUOLA
Provo sempre una grande emozione all’inizio di un nuovo anno scolastico. Quello che è da
poco iniziato, e che mi vede per il secondo anno fra di voi, dirigente di questo Istituto, susci-
ta in me particolare trasporto e trepidazione. Accanto alla gioia di ritrovare tutti voi, alunni,
genitori, docenti e personale tutto, vi è la consapevolezza di poter costruire, insieme, la
“nostra Scuola”: una Scuola che sia veramente luogo di formazione e di cui ciascuno può e
deve sentirsi parte. Lo scorso anno abbiamo avuto modo di conoscerci, di scoprirci, di con-
dividere scelte e metodi, alcune sono risultate vincenti, altre hanno evidenziato dei limiti e
necessitano di essere rivisti. Ci siamo già messi all’opera. Tante le aspettative per i mesi che
verranno e che ci vedranno impegnati a realizzare un ambiente di apprendimento che soddi-
sfi i diversi bisogni di voi alunni e che sia capace di offrire a ciascuno di voi valide opportu-
nità formative. Su questa strada ci siamo incamminati e su questa strada dobbiamo ritrovarci
tutti: i docenti che impegnati in prima linea la percorreranno nella quotidiana attuazione di
quanto programmato; i genitori che con la costante e fattiva presenza ne condivideranno il
cammino; ma soprattutto voi, bambini e ragazzi, che guidati da entrambi dovrete imparare a
camminare da soli nella società. Leggere, scrivere, ragionare ed operare sono gli strumenti
per comprendere gli altri e far sì che gli altri vi comprendano; la curiosità ed il desiderio di
sapere, di scoprire, di sperimentare, in un mondo sempre più tecnologicamente avanzato, i
mezzi per capire chi siete e dove volete arrivare; come relazionarsi, nel rispetto di sé, degli
altri, di ciò che ci circonda, ed, infine, il senso del dovere sono i modi attraverso cui impare-
rete a vivere nella società da cittadini consapevoli. Questo è ciò che la Scuola vuole darvi,
questi gli strumenti per la vostra libertà. Ed allora il venire a scuola deve essere per ciascuno
di voi ragazzi un piacere, il piacere di imparare che si accompagna alla certezza che in que-
sto luogo voi possiate essere ascoltati e compresi, consapevoli anche che vi si chiederà sem-
pre di assumervi la responsabilità delle vostre azioni. Questa è la meta a cui aspiro e a cui
aspirano i vostri docenti; questo l’augurio per l’anno scolastico già iniziato.
Buon anno a tutti ! Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Luisa Leotta
Il Dirigente Scolastico
PRIMO GIORNO DI SCUOLA
Il 15 Settembre 2008, alle ore 9.20, il cortile inter-
no del plesso di Gona, con palloncini, animatori
vestiti da Minnie e Topolino, musiche di cartoni
animati, era pronto, insieme alle insegnanti, ad ac-
cogliere gli alunni della classe prima. I piccoli di-
scenti, tenuti per mano dalla mamma, si sono radu-
nati vicino ai vecchi compagni della scuola
dell’infanzia e ai nuovi, nell’attesa di presentarsi e
di conoscere le loro maestre. Dopo l’appello e le
presentazioni ufficiali, alunni, insegnanti e genitori
hanno partecipato ai giochi organizzati, cantato
insieme e consumato i dolci preparati per
l’occasione. La conoscenza della classe e la scelta
del compagno o della compagna con cui sedersi ha
segnato il momento di separazione indolore dal
genitore. Tutti eccitati, dunque, ma soddisfatti di
aver vissuto nel miglior modo possibile il primo
giorno di scuola !
PLESSO GONA
SOMMARIO
Festa dell’accoglienza e della continuità
Colori e sapori dell’autunno
Percorsi natura
Continuiamo ad imparare u-scendo sul territorio e dintorni
Nuova organizzazione scola-stica e nuove metodologie alla Verga di Fiumefreddo
L’angolo della creatività
Lavorando in classe
Il Dirigente Scolastico risponde
SCHOOL NEWS
Anno 2 - Numero 1 Novembre 2008
IL PRIMO GIORNO DI
SCUOLA… OGGI E…
UN ANNO FA
Giorno 13 settembre 2007 nel cortile
della scuola media “G. Verga” mol-
tissimi bambini non vedevano l’ora di
entrare, perché quello per loro era un
giorno particolare: era il giorno
dell’ ingresso in prima media. Final-
mente la preside, anche lei al suo pri-
mo giorno da Dirigente Scolastico,
fece il suo discorso e accolse ad uno
ad uno i ragazzi; tra loro in attesa
c’era Aurora che entrava in 1ª A e
non vedeva l’ora di conoscere tutti i
professori. Quando sentì il suo nome
con un batticuore tremendo si fece
avanti e attese che tutti i compagni
fossero chiamati; appena la classe fu
al completo, si diressero in classe con
l’insegnante di storia; Aurora, presa
dalla confusione del primo giorno,
capì un nome per un altro, ma in fon-
do non era tanto importante il nome,
quanto il fatto che alla nuova studen-
tessa della scuola media sembrò una
persona dolce e sorridente. Arrivò la
seconda ora e con lei una nuova inse-
gnante che con aria seria salutò tutti,
domandò a ciascuno notizie sugli
argomenti di matematica svolti in
quinta elementare e dopo iniziò a
chiedere le tabelline… “Aiutooo” fu
il commento silenzioso di ognuno
degli alunni della 1ªA, ma per fortu-
na Aurora se la cavò, anche se la ma-
tematica non era il suo punto di for-
za ! Anche questa insegnante, sebbe-
ne quel giorno avesse sorriso poco, ad
Aurora piacque perchè dai suoi occhi
si capiva che ci teneva ai ragazzi e,
visto che “il buon giorno si vede dal
mattino”, quell’anno avrebbero lavo-
rato seriamente e col tempo avrebbe-
ro sicuramente sorriso-e perché no?-
riso insieme. La terza ora entrò in
classe l’insegnante di italiano, con un
sorriso a 32 denti! L’ora passò velo-
cemente e tutti provarono simpatia
per questa insegnante..
CHE EMOZIONE IL PRIMO
GIORNO DI SCUOLA MEDIA
Mentre frequentavo la classe quinta, già desideravo
essere in prima media. Volevo che il tempo passasse
in fretta, e adesso finalmente mi trovo qui in questa
scuola, in questa classe, nella 1ªA. Arrivò finalmente
sabato 6 settembre, il giorno del pubblico sorteggio
per l’assegnazione della sezione, ed il mio sogno si
realizzò. Da quel giorno cominciai a fare il conto alla
rovescia fino al primo giorno di scuola. Ricordo che,
mentre nel cortile della scuola aspettavo che il Diri-
gente chiamasse al microfono il mio nome per entrare
in classe, mi tremavano le gambe. Conoscevo quasi
tutti i compagni della mia nuova classe, ma non i pro-
fessori. Questa scuola mi piace un mondo, ma è anco-
ra tutta da scoprire !
Santina D’Urso 1ª A
Il primo giorno di scuola io, al contrario di qualcuno
che era impaurito, ero curioso. Quando la Dirigente
chiamò al microfono il mio nome ero molto felice.
Aspettavo da tempo quel momento! Appena entrato
nella scuola, mi sono guardato intorno.Tutto mi incu-
riosiva. In classe ho cercato subito un bel banco dove
sedermi, ma soprattutto un compagno simpatico.
Daniele Pierosara 1ª A
Il 15 Settembre 2008 alle ore 9,30 con la prima inse-
gnante che ho conosciuto, ho incominciato a salire gli
scalini della mia nuova avventura, che durerà tre anni.
Appena entrata, tutto mi è sembrato bello: la classe, i
banchi, anche i muri scarabocchiati. Mi sono seduta al
secondo banco della fila centrale, con una ragazza che
mi è sembrata simpatica. Nei primi tre o quattro giorni
di scuola sentivo male allo stomaco e provavo un fa-
stidioso senso di nausea a causa della forte emozione.
Mi sentivo un pesce fuor d’acqua, non mi sentivo a
mio agio, probabilmente perché non conoscevo la
maggior parte dei compagni ed ero dispiaciuta di non
essere in classe con le mie migliori amiche, ma col
passare dei giorni me ne sono fatta una ragione.
Martina Forzisi 1ª A
Qualche giorno prima dell’inizio della scuola, squillò
il telefono. Era Margherita, la mia amica del cuore che
mi comunicò una terribile notizia: non eravamo nella
stessa classe. La felicità si trasformò in malinconia.
Arrivò il primo giorno di scuola e, mentre il Dirigente
ci faceva un lungo discorso, la mia agitazione era alle
stelle. Avevo solo voglia di tornare a casa. Il giorno
dopo ci sono andata un po’ più decisa. Ho iniziato a
fare amicizia con i miei nuovi compagni, ma non mi
sono dimenticata di Margherita. Ogni giorno ci incon-
triamo prima di entrare in classe. Questa scuola co-
mincia a piacermi.
Martina Gambino 1ªA
“Beh – pensava Aurora- con
gli insegnanti finora mi è
andata bene, ma con i miei
“compagni di avventura”?” e
così guardava i compagni e
si chiedeva come si sarebbe
trovata con loro, alcuni li
conosceva altri era la prima
volta che li vedeva, alcuni
avevano un viso aperto e
disponibile, altri un po’ me-
no, ma in fondo non era mai
stato un problema per lei fare
amicizia… Un anno dopo, il
15 settembre, la classe 2ªA
si ritrova in quello stesso
cortile, ma l’atmosfera è
completamente diversa: qua-
si nessuno è accompagnato
dai genitori, nessuno ha
quell’espressione un po’
smarrita dell’anno preceden-
te, tutti si conoscono e ap-
profittano dei minuti prima
del suono della campanella,
per riabbracciarsi e raccon-
tarsi di tutte le belle cose
successe durante l’estate.
Giunti in classe ad attenderli
trovano l’insegnante di mate-
matica con un’altra docente,
la nuova insegnante specia-
lizzata che avrebbe seguito
Riccardo, un ragazzino
“speciale” che già si era fatto
amare l’anno precedente. Le
due insegnanti cominciarono
a parlare delle recenti norma-
tive scolastiche ministeriali
( voti etc) e del nuovo e più
rigido regolamento di istitu-
to; Aurora pensò “ Siamo
fritti”. Dopo un’ora di sup-
plenza, la terza ora entrò in
classe l’insegnante di italiano
che con il più allegro dei
sorrisi diede un caloroso
benvenuto ai ragazzi, ma
subito diede un test di ingres-
so di storia da svolgere…
“Oh, nooo! Iniziamo bene!”
fu il pensiero di 23 teste.
All’uscita da scuola ad Auro-
ra venne spontaneo confron-
tare quel giorno con quello
dell’anno precedente e arrivò
subito alla conclusione che
ogni inizio di anno scolastico
è emozionante e unico per
qualche motivo, ma tra i due
il più bello era stato quello
dell’anno precedente perché
era stato tutto una sorpresa e,
per fortuna, piacevole!!!
Mavilia Aurora 2ª A
PAGINA 2 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
1° NUMERO SCHOOL NEWS
FESTA DELL’ACCOGLIENZA CASTELLO — GONA
Come è ormai consuetudine, da parecchi anni gli alunni e i professori della scuola secondaria accolgono gli alunni delle classi
quinte. Lunedì 3 novembre 2008 è toccato a noi dei plessi di Castello e Gona. Verso le 9.30, con le nostre maestre, il pulmino
ci ha condotto alla scuola media dove c’erano ad attenderci i ragazzi delle classi prime. Appena entrati nel cortile ci hanno fatto
sedere sulle gradinate mentre loro erano disposti in coro e indossavano una maglietta bianca e un fiocchetto rosso. Al centro
c’era un professore della scuola media che ci ha dato il benvenuto. Dopo il coro ha cantato un divertentissima canzone dal titolo
“La classe degli asini”. Di seguito abbiamo intervistato i nostri compagni più grandi facendo loro numerose domande sui pro-
fessori e sulla scuola che tra un anno andremo a frequentare. Subito dopo c’è stato lo scambio di doni: loro ci hanno regalato
dei segnalibri e noi abbiamo ricambiato con altri segnalibri e matite colorate. Solo dopo aver mangiato le gustose torte
e i dolci prelibati, siamo entrati all’interno della scuola media per visitarla, guidati da due professori. La visita ci ha permesso
di scoprire la sistemazione delle classi, la palestra, l’aula di informatica e di musica nonché la presidenza e gli uffici di segrete-
ria. Insomma, al ritorno a scuola eravamo tutti un po’ più sereni e meno paurosi di affrontare il futuro anno scolastico!
Le classi quinte
PLESSI CASTELLO - GONA
FESTA DELL’ACCOGLIENZA
ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA
La festa dell’Accoglienza in continuità Scuola
dell’Infanzia e Scuola Primaria, svoltasi il 17 del
mese di ottobre, ha dato il via ai tanti momenti di
incontro, di collaborazione, di amicizia tra gli
alunni del plesso scolastico di Gona.
Nel corso della manifestazione, con la presenza
dei genitori, si è passati dal “tutoraggio”, allo
scambio di doni tra bambini, dalla visita
alla mostra realizzata dagli alunni, alla de-
gustazione dei dolci preparati dai genitori.
Inoltre, la presentazione di due fratellini prove-
nienti da etnie e culture differenti, è stato un mo-
mento importante per tutta la comunità scolasti-
ca. Proprio per costruire un percorso in cui
l’obiettivo principale è l’integrazione e l’amicizia,
lo slogan “star bene insieme” ha caratterizzato da
anni le nostre iniziative scolastiche.
Scuola dell’infanzia PLESSO GONA
… PRONTI A “PARTIRE”?
La mattina del 15 settembre la sveglia suonò un quarto d’ ora prima del
solito: doveva essere tutto perfetto per il grande giorno! Mi alzai subito
col sorriso stampato in faccia, feci colazione in pochi minuti e corsi a
cambiarmi; dopo essermi preparata alla perfezione mi misi subito lo
zaino sulle spalle e … via a scuola! Ero molto felice di tornare tra i ban-
chi, ma alla vista dell’ enorme cancello nero mi fermai a riflettere: ave-
vo pensato solo a tutti i momenti belli passati a scuola, ma quelli brutti
dove li avevo lasciati?! Un po’ perplessa, entrai nel cortile, all’ improv-
viso il mio sorriso si spense, il mio volto diventò bianco come il latte e
tutta la voglia di rivedere i miei amici si disperse nel nulla: la scuola mi
sembrava un’ enorme fabbrica e noi alunni sembravamo degli operai che
tornavano a lavorare dopo mesi di riposo passati con la nostra famiglia
ed i nostri amici; credevo di essere in un labirinto dal quale non sarei
più uscita. Subito, però, mi ricordai dell’esperienza positiva dell’anno
scorso, il mio primo anno di scuola media...Sapevo a cosa andavo incon-
tro: un nuovo anno pieno di compiti, tante materie da studiare, ma anche
di amicizie, scherzi e risate. E così ogni pensiero triste scomparve e
tutto a un tratto ritornai felice e pensai: “un nuovo anno, evviva! Una
nuova simpatica avventura ! E così salutai tutti i miei amici ed entrai
felice in classe.
Enrica Melita 2ª A
UNA NUOVA COMPAGNA
Caro diario, 25 ottobre 2008
oggi a scuola era una giornata
qualunque, ma all’improvviso
è venuta una nuova compa-
gnetta che ci ha rincuorati dopo
il trasferimento in un’altra
scuola del nostro compagno
Michele. Lei si chiama Wizden e viene dalla Tunisia.
Quando è entrata in classe a me sembrava che non
parlasse la nostra lingua e invece la parla benissimo e
questo ci ha permesso di comunicare subito con lei e
fare conoscenza. Ora te la descrivo: ha le sopracciglia
sottili come fili d’erba, gli occhi grandi come delle
arance che esplorano il mondo, un naso piccolo co-
me una ciliegia e la bocca sciropposa come una pe-
sca. È molto alta rispetto a noi compagni e robusta.
Noi già le vogliamo bene così com’è !
Elena La Fornara Classe 4ª PLESSO CASTELLO
PAGINA 3
PAGINA 4 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
VIII FESTA DELL’ACCOGLIENZA A GONA
Come ogni anno, il plesso di Gona organizza la festa
dell’accoglienza, dove noi ragazzi di 5ª diamo il benvenuto ai
bambini di prima e li aiutiamo ad adattarsi al nuovo ambiente,
mentre i bambini di cinque anni, frequentanti la scuola
dell’infanzia, fanno da tutor ai bambini di appena tre anni che
entrano per la prima volta nel mondo della scuola. Per questa
festa, ormai diventata per noi una tradizione, abbiamo realizza-
to, guidati dalle nostre insegnanti, tanti cartelloni sull’autunno e
costruito un trenino di legno. Con le pigne abbiamo realizzato
degli scoiattoli, con la paglia dei ricci e con la lana dei gufi.
Inoltre la costruzione dell’albero del tutoraggio è stata per noi di
grande importanza per aver appeso al posto dei frutti le foto con
i nostri bambini affidatici e aver trascritto le nostre riflessioni
sull’accoglienza e sulla continuità su delle foglie che il giorno
della festa alcuni di noi hanno appeso accanto alle foto. La festa,
appunto, si è svolta il 17 Ottobre, alle ore 16.00, nel cortile della
nostra scuola davanti a tutti i genitori e per questo eravamo mol-
to emozionati. La festa ha avuto inizio con i bimbi della scuola
dell’infanzia che, dopo aver intonato una canzone, hanno dato il
via all’investitura, scambiandosi i doni. A seguire noi ragazzi di
quinta abbiamo letto le riflessioni e incollato le foglie
sull’albero, per concludere il tutto con il momento più emozio-
nante: l’investitura! Ognuno di noi è andato al centro del cortile
col proprio bimbo affidato, ha offerto un dono e la foto, riceven-
do in cambio l’attestato ufficiale di tutoraggio. A conclusione
della manifestazione, i nostri genitori hanno avuto modo di am-
mirare i nostri lavori esposti, per finire con l’assaggio dei dolci
che le nostre mamme avevano con amore preparato per noi. Per
tutti quanti è stata una festa bellissima !
Giuliano Ciancio, Antonio Denaro e Alice Pafumi
Classe 5ª PLESSO GONA
FESTA … IN CONTINUITA’
Lunedì 3 Novembre 2008 si è svolta la Festa della Continui-
tà nel cortile dell’Istituto Comprensivo “G. Verga” di
Fiumefreddo di Sicilia. I ragazzi delle classi prime hanno
accolto i bambini delle classi quinte elementari di Castello e
Gona. Quella mattina ognuno di noi ha portato dolci, ciam-
belle, bibite e tutto l’occorrente per allestire uno splendido
buffet. La manifestazione è stata molto semplice. E’ iniziata
con l’introduzione fatta da uno dei nostri professori che ha
dato il benvenuto a tutti i presenti ed ha sottolineato
l’aspetto educativo, sociale e didattico di questa iniziativa.
Quindi noi ragazzi di prima media abbiamo cantato una
canzone allegra e simpatica dal titolo “La classe degli asi-
ni”, guidati dall’insegnante di musica. Dopo alcuni alunni
delle elementari hanno posto delle domande sulla scuola e
sugli insegnanti a noi ragazzi della scuola media. Quindi c’è
stato uno scambio di regali, che noi avevamo preparato con
la professoressa di arte. Infine gli alunni delle classi quinte
hanno visitato i locali scolastici guidati da alcuni insegnanti,
e penso che hanno provato la stessa emozione che ho prova-
to io lo scorso anno quando ancora frequentavo la quinta
elementare. Valentina Luca 1ª F
PAGINA 5 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
COLORI E SAPORI DELL’AUTUNNO
RACCOGLIERE CASTAGNE
E… NON SOLO
In autunno l’ambiente che ci circonda subisce un
profondo mutamento: cambia il clima, le giornate
si accorciano, ricominciano i nostri “impegni sco-
lastici” e cambia un po’ anche la nostra alimenta-
zione! Infatti, in questa splendida stagione, nasco-
no frutti che non ci sono in altri periodi dell’anno,
come le noci e le castagne che, nelle nostre zone
(se consideriamo i boschi che circondano l’Etna),
possiamo non solo mangiare ma anche raccoglie-
re. Io, ogni anno, infatti, verso la fine di Ottobre,
ho l’abitudine di andare per i boschi a raccogliere
castagne con la mia famiglia: un “appuntamento”
molto divertente (ognuno con il proprio sacchetto
facciamo a gara a chi prende le castagne più gros-
se) che ci dà anche la possibilità di fermarsi e sta-
re in silenzio ad ascoltare i suoni della natura co-
me il fruscio delle foglie ingiallite che cadono
dagli alberi, lo scricchiolio sotto i nostri piedi, il
tonfo ovattato delle pigne sul terreno umido, il
cinguettio di piccoli uccelli… A volte, però, la
natura ci riserva anche delle sorprese…non a tutti
gradite, anche se in fondo innocue, come quella
volta in cui, seduti sotto un albero a fare merenda,
mio padre, contento della nuova possibile scoperta
per me, mi fece notare la presenza di vermi…
Non ne avevo mai visti, non riuscii subito a veder-
li, ma, quando, come mi diceva mio padre, guar-
dai esattamente davanti a me, rimasi paralizzata
per il ribrezzo: a circa 1cm dal mio naso, c’era
appeso un piccolo verme che si divincolava ! Io
credo che il mio urlo l’abbiano sentito fino in Au-
stralia ! Ero così disgustata che balzai in piedi e
mi misi a piangere. Durante la strada verso casa
mia madre trovò piccoli vermi anche sui vestiti di
mio padre !Beh…castagne sì, ma…senza vermi !
Irene Vecchio 2ª A
AUTUNNO ...
LA STAGIONE
DELL’ABBONDANZA
L’autunno è già arrivato col suo vento
leggero e la terra umidiccia che produ-
ce un odore piacevole. In questo perio-
do le lucertole, i ghiri e le tartarughe
vanno in letargo, mentre le chiocciole
si risvegliano da un sonno profondo.
Gli alberi dei cachi sfumano di meravi-
gliosi colori e incominciano a produrre
i loro splendidi frutti arancioni, che io
mangio piacevolmente. In campagna,
quando vado a fare una passeggiata, a
volte mi capita di vedere i chiodini,
molto buoni da mangiare. Nel bosco
spunta una varietà di funghi: le mazze
di tamburo, i gallinacci e i prataioli.
L’autunno mi piace perché cadono le
foglie danzando e formano un tappeto
coloratissimo, anche se la mia stagione
preferita è l’estate perché vado sempre
al mare.
Maria Concetta Azzia Classe 4ª
PLESSO CASTELLO
DALL’UVA AL VINO
Il 13 Ottobre 2008 gli alunni di 5 anni della scuola
dell’infanzia insieme a quelli della classe prima di
Gona, come programmato nel progetto d’Istituto
di Educazione Alimentare, si sono recati a Via-
grande (CT) presso l’azienda agricola “Blandano”
per conoscere il processo della vinificazione. Ac-
colti dalle guide e trasportati da traballanti vagon-
cini trainati da un trattore, gli alunni sono arrivati
nel vigneto ordinatamente per raccogliere i grap-
poli d’uva, successivamente pigiati dentro capienti
vasche. L’eccitazione, la meraviglia e la curiosità
dei bambini è culminata quando, sistemati in cer-
chio intorno al torchio, aspettavano col bicchiere
in mano di gustare il mosto da loro prodotto. La
partecipazione attiva ha garantito
l’apprendimento.
PLESSO GONA
PAGINA 6 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
VENDEMMIA A PIEDIMONTE
ETNEO
Giorno 27 Settembre 2008 noi bambini
delle classi quinte dei plessi di Castello e
Gona siamo stati invitati dal comune di
Piedimonte Etneo per animare la festa della
vendemmia. Appena arrivati siamo scesi
dallo scuolabus e abbiamo proseguito a
piedi, guidati da una vigilessa, per raggiun-
gere la piazza centrale. Camminando abbia-
mo potuto osservare tanti vivacissimi car-
retti siciliani e soprattutto ci siamo accorti
della presenza di tante altre scuole,
anch’esse presenti per partecipare alla ven-
demmia. In piazza c’era ad attenderci
un’atmosfera tipicamente campagnola crea-
ta dalla presenza di una costruzione antica
con un focolare, recinti con oche, conigli,
galline e maiali e una stalla con un dolcissi-
mo asinello, nonché un palco che rappre-
sentava il palmento dove a breve saremmo
saliti per pigiare l’uva. Infatti, arrivati sul
posto, gli organizzatori ci hanno regalato
dei cappellini e a gruppi di cinque ci hanno
aiutato a mettere gli stivali per poi salire sul
palco dove c’erano ad attenderci delle per-
sone che, tenendoci per mano, ci hanno
permesso di pigiare l’uva senza scivolare a
terra. Dopo aver partecipato tutti quanti alla
pigiatura, gli organizzatori ci hanno offerto
lo zucchero filato e la mostarda calda. Alla
fine ci siamo incamminati verso il nostro
scuolabus per tornare, soddisfatti di questa
emozionante esperienza, a scuola.
Quinte classi
PLESSI CASTELLO - GONA
LA SCOPERTA
DELLA
VENDEMMIA
Ho 12 anni, frequento la seconda media
e…vi sembrerà strano, ma non avevo mai
partecipato ad una vera vendemmia fino al
12 ottobre 2008, una domenica che non
dimenticherò facilmente ! Quella mattina,
appena sveglia mi alzai di scatto dal letto,
come un grillo quando spicca un salto, ve-
locemente feci colazione e mi preparai per
partire alla volta di Linguaglossa. Arrivati
lì, iniziò la mia avventura, la scoperta di un
mondo quasi incantato: posteggiata la mac-
china, entrammo in una stradina alberata
dove non poteva passare più di una persona
alla volta. Mi sembrava di essere una
fata in mezzo alla foresta che sentiva a
momenti l’odore della menta e a momenti quella dell’erba. Alla fine di que-
sta stradina c’era la casa del proprietario, ma io fui subito attratta dalla vigna
lì accanto da cui spiccavano dei bellissimi e grossi grappoli d’uva che mi
sembravano perle viola al sole… Il tempo del caffè e si dette il via alla rac-
colta: a me e ai miei familiari toccò raccogliere l’uva alla nostra destra, men-
tre gli altri signori si occuparono del lato sinistro. Iniziammo a tagliare con i
coltelli e per me fu emozionante prendere tra le mani quei bei grappoli, ta-
gliarli e metterli in un recipiente. Finita la raccolta, tutti insieme, attraverso
un’altra strada di campagna colorata ed ornata da funghi, ricci, castagne e
foglie secche, andammo al palmento dove si macina l’uva e ancora una volta
rimasi a bocca aperta: c’era un recipiente enorme in cui poteva entrare anche
un elefante e sopra una macchinetta macina-uva di colore rosso. Arrivammo
giusto in tempo perché subito il proprietario l’accese e in meno di dieci se-
condi fu macinata una cesta d’uva. Verso le undici fu l’ora della merenda e
divorammo tutti insieme una buona ciambella fatta in casa, mentre le mam-
me già iniziavano a preparare il pranzo e… che pranzo ! Come è tradizione
in queste occasioni il pranzo fu, infatti, ricchissimo di ogni delizia tipica della
nostra zona, dalla pasta al forno alla salsiccia ai dolci fatti in casa. La ven-
demmia vera e propria era finita, eravamo pronti per andare ma io ne appro-
fittai per fare ancora una bella passeggiata ed “assaporare” ancora una volta
quei luoghi. Tornai a casa soddisfatta della giornata e sicura che proverò a
ripetere ogni anno questa bella esperienza .
Ciancio Lorenza 2ª A
PAGINA 7 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
PERCORSI NATURA
AL BOSCO CERRITA …
CI SIAMO DIVERTITI IMPARANDO
Giorno 21 ottobre noi alunni della prima E insie-
me ai nostri compagni delle sezioni A e B
dell’Istituto Comprensivo “ G. Verga ” ci siamo re-
cati al bosco Cerrita, un luogo immerso nel verde e
popolato tanto da piante quanto da animali.
Abbiamo avuto modo di vedere i cerri, grossi alberi
dalle foglie lobate, che sono diversi dalle roverelle le
quali hanno i lobi piccolissimi; questi due magnifici
alberi producono ghiande di cui si nutrono tantissi-
mi animali, esse talvolta cadono a terra germo-
gliando ma non riescono a crescere troppo per via
dell’ombra prodotta dagli altri alberi.
Al bosco Cerrita però non c’è solo questa vegetazio-
ne ma ci sono anche piante erbacee e arbustive come: la festuca, lo zafferano e la carlina, una pianta molto simile alla margheri-
ta. Il sottosuolo poi è popolato dalla pedo fauna, una catena di insetti e micro organismi che elaborano le sostanze nutritive per
le piante. Altre piante molto resistenti invece vivono sulle rocce: il muschio e i licheni su cui si trovano piccoli organismi; tra
una roccia e l’altra spunta qualche ombellico di venere. Nella zona che abbiamo visitato sono presenti grandi alberi come: il
ginepro, la betulla e il pino laricio. Abbiamo scoperto, inoltre, che i funghi di cui noi ci cibiamo non sono altro che il frutto del
fungo che si trova sotto terra e si chiama saprofita, il quale si nutre principalmente di corpi morti, quindi ha il ruolo di decompo-
sitore. Il bosco Cerrita è anche popolato da tantissimi animali che purtroppo non siamo riusciti a vedere; i predatori più noti in
questa zona sono: il serpente, tra cui il più velenoso la vipera, subito riconoscibile per la testa triangolare; il biacco (in dialetto
serpe); un altro carnivoro importante è la volpe, un’opportunista perchè mangia ciò che trova. Infine gli altri predatori più pic-
coli sono: il topo ragno per lo più insettivoro e il ghiro. Abbiamo notato inoltre che gli uccelli che abitano il bosco Cerrita sono
numerosi: il picchio che si costruisce la tana bucando i tronchi col becco, la cinciallegra e infine la ghiandaia dalle piume mar-
roni e azzurre che buca le ghiande per non farle germogliare. La guida, infine, ci ha fatto vedere che invece molti altri piccolis-
simi insetti vivono sotto le pietre: il ragno opilione ad esempio con le sue lunghe zampe sonda il terreno. In conclusione al no-
stro percorso natura siamo andati al Centro animali imbalsamati dove abbiamo visto civette, barbagianni e gufi, abbiamo visto
il riccio, con i suoi peli dorsali che quando si gonfia diventano appuntiti e infine i serpenti immersi in un liquido che li mantie-
ne intatti. Possiamo dire che questa esperienza è stata fantastica in quanto ci siamo divertiti imparando.
Giulia Curcuruto 1ª E
ALLE GURNE DELL'ALCANTARA
E AL LAGO GURRIDA
Dopo aver affrontato in classe l'argomento, giorno
11 novembre 2008, le classi 2ªA, 2ª B, 2ªC e 2ªE
dell’Istituto Comprensivo “ G.Verga” di Fiume-
freddo, tra cui io e i miei compagni di clas-
se, abbiamo partecipato alla gita tanto attesa
alle gurne dell'Alcantara e al lago Gurrida.
Il raduno era previsto verso le ore 8.15 in
Piazza XXV Aprile; da lì siamo partiti alle ore
8.30 e dopo un po’, circa alle 9.45, siamo
arrivati a Francavilla e ci siamo fermati a Piazza
San Francesco. Dopo aver fatto merenda ci siamo
avviati verso il percorso natura con la nostra gui-
da Violetta, una geologa. Lei ci ha illustrato
subito attraverso una grande mappa orientativa,
il percorso che dovevamo fare per osservare
alcune bellezze del Parco dell’Etna.
La guida, inoltre, ci ha spiegato che il sen-
tiero è segnato da pannelli, i quali oltre
PAGINA 8 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
ad indicare quale direzione prendere,
danno informazioni su diversi argomenti;
inoltre, ci ha detto che esistono anche
alcuni simboli che identificano il parco
fluviale dell'Alcantara, come la trota
bianca e la famosa rana cristallina, un
personaggio immaginario, considerato la
mascotte del fiume. Dopo qualche pas-
so abbiamo incontrato il primo pan-
nello, che indicava alcuni scavi arche-
ologici recenti, essi hanno consentito
il ritrovamento di vasi e altri reperti
storici del periodo greco; grazie ad
essi il Comune di Francavilla ha pen-
sato di aprire un Museo. I Greci, in-
fatti, in passato avevano abitato que-
sti luoghi perché avevano trovato l'ac-
qua del fiume Alcantara. Violetta poi ci
ha spiegato che il parco del fiume Al-
cantara, istituito nel 2001, divide le
province di Catania e Messina, inoltre,
esso ricade nel territorio di diversi paesi
delle due province. Camminando cammi-
nando, abbiamo incontrato un altro car-
tello riguardante il "flish", cioè una frana
sottomarina costituita da detriti e ciottoli
che nel tempo sono stati portati a valle.
Continuando il percorso con Violetta,
abbiamo osservato le saie, sistemi di ca-
nalizzazione che servivano a portare
l'acqua nelle campagne lontane dal fiu-
me; inoltre, la guida ci ha spiegato che il
sistema delle saie è stato inventato dagli
Arabi. Nei dintorni, inoltre, abbiamo
potuto osservare piante di vario tipo quali
olivi, arance, limoni e spaccasassi, chia-
mati così perche hanno delle radici
molto forti che spaccano tutto quello
che capita. Violetta ci ha fatto osservare
poi di fronte a noi un tipo di collina chia-
mata " f r a n a -p o g g io " p o i c hé g u a r -
d a nd o l a s e mb ra c h e i l t e r r e no
f r a n i . Spostandoci sotto una quercia
abbiamo notato le galle, delle palline
create da alcuni insetti per deporre le
uova, quando le larve sono pronte, esco-
no facendo un buco. Inoltre la guida ci ha
illustrato che cosa è veramente il lichene:
esso è un tipo di pianta misto tra il
fungo e l’alga che resiste al freddo.
Successivamente abbiamo fatto un
percorso in discesa che conduceva
alla passerella Enel, chiamata così
perché in questa zona l’Ente aveva
costruito uno stabilimento per sfrut-
tare la forza delle acque del fiume per
la produzione di energia: Milano e Fran-
cavilla sono stati i primi Comuni a pro-
durre energia idroelettrica. Insieme alla
guida, inoltre, siamo saliti a piccoli
gruppi su questa passerella sospesa sul-
le acque del fiume per osservare
il magnifico spettacolo naturale delle gurne dell’Alcantara; perso-
nalmente mi è piaciuto moltissimo anche perchè abbiamo potuto am-
mirare due aironi che volteggiavano sulle acque. Violetta, inoltre, ci ha spie-
gato che l'Alcantara, da sinistra, ha molti affluenti, infatti in questa zona il
terreno è più friabile, mentre sulla sponda destra il terreno è lavico e roccio-
so. La nostra guida, camminando camminando, ci ha anche spiegato il per-
ché del nome “gurne”, si tratta, infatti, di grandi conche d'acqua accumula-
te attraverso le cascate, le quali attraverso la pressione formano quasi dei
piccoli vortici. Dopo aver visto tali meraviglie della natura ed aver
ascoltato le varie spiegazioni prontamente forniteci dalla nostra bravissima
guida, abbiamo rifatto per tornare indietro la stessa strada di prima.
Continuando a camminare abbiamo trovato un altro pannello, sul quale si
parlava dei resti a Francavilla di un antico castello, poi pochi passi dopo ci
siamo trovati davanti ad una pianta di salsa pariglia, famosa tra noi adole-
scenti perchè veniva mangiata dai Puffi nell’omonimo cartone animato.
PAGINA 9 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
Ad un certo punto ci siamo ritrovati sotto tanti begli
alberi di noci. Successivamente abbiamo continuato
lungo un piccolo sentiero che conduceva più vicino
all’Alcantara e il suono delle acque che scorrevano era
divenuto più forte e qui Violetta ci ha spiegato che la
parola Alcantara in arabo ( Al Quantara ) significa
ponte costruito dal guerriero Said. A questo punto una
piacevole sorpresa si è aperta dinanzi ai nostri occhi: la
Preside, come lo scorso anno, era venuta a trovarci ma
questa volta non per “salvarci dalla pioggia” bensì per
condividere con noi questo momento educativo come
le piace spesso fare. Continuando a camminare siamo
arrivati laddove si trovano ancora le rovine del mulino
Ciappa, che serviva in passato per la produzione di
energia idroelettrica. Dopo di ciò ci siamo diretti verso
i pullman, i quali ci aspettavano già da un pò per por-
tarci al lago Gurrida, che si trova a Randazzo; dopo
circa un quarto d'ora, siamo arrivati all'azienda Gurri-
da, dove abbiamo pranzato a sacco immersi nel verde
della pineta e dei vigneti.
Qui sono stata davvero bene in quanto ho avuto un contatto diretto con la natura e, grazie a quella meravigliosa quiete, mi
sono rilassata. Dopo pranzo ci siamo incamminati verso il lago Gurrida, un lago di sbarramento lavico; in passato qui non
c'era un lago ma un fiume, il quale venne poi tagliato in due a causa di una colata lavica dando origine a due
laghi. Uno è quello in cui non c'è quasi mai l'acqua, in quanto il suo terreno è impermeabile e l'acqua accumulata evapora;
solo in inverno il lago torna a riempirsi d’acqua a causa delle piogge e ricopre il vigneto circostante. Le acque di questo
“periodico” lago proteggono l’uva che altrimenti non potrebbe resistere al freddo dell'inverno e fanno in modo che si abbia
un buon raccolto. L'altro lago invece, è quello che abbiamo avuto modo di ammirare nella sua varietà di colori, esso, anche se
in passato qui si cacciava, è sempre stato punto di ristoro per uccelli migratori e altri animali. Varie specie di uccelli, infatti,
sono visibili da diversi punti di veduta segnalati da pilieri in pietra lavica, questi ultimi, inoltre, consentono di vedere anche i
conetti vulcanici di eruzione, i quali sono più di 250. Infine abbiamo visto anche il pioppo tremulo, chiamato così perchè
quando c'è un po' di vento sembra tremare mostrando i due colori delle sue foglie, inoltre il suo legno, non utilizzabile come
combustibile, viene usato per fare le gabbiette della frutta. A conclusione del percorso natura, Violetta ci ha fatto osservare
anche diverse piante selvatiche e spontanee, come il cardo, il finocchio, ecc. Verso le 17.00 siamo partiti per Linguaglossa
dove ci aspettava la simpatica visita ad un negozio di minerali; qui molti di noi hanno acquistato qualche ricordino
della splendida giornata naturalistica. Dopo un po’, stanchi ma soddisfatti, siamo ripartiti per tornare a casa e verso le
18.00, siamo arrivati in Piazza XXV Aprile, dove ci aspettavano i nostri genitori. Questa gita a contatto diretto con la natura
mi è piaciuta tantissimo in quanto ho potuto conoscere e ammirare alcune bellezze mai viste prima del mio territorio.
Rita Gambino 2ª E
PARCO DELL’ETNA: MONTI
SARTORIUS
Giorno 24 ottobre 2008 noi alunni della 3ªC insie-
me ai nostri compagni della 3ªB e 3ªE dell’Istituto
Comprensivo “G. Verga” abbiamo preso parte
alla gita al Parco dell’Etna. La prima sosta della
mattinata è avvenuta a Fornazzo dove abbiamo
consumato la colazione e incontrato le nostre gui-
de. Durante il tragitto in autobus verso i monti Sar-
torius, le guide hanno iniziato a fornire delle noti-
zie istruttive sui vulcani. Tra le varie informazioni
ricordo con particolare attenzione la descrizione
della cosiddetta “bottoniera” che costituisce
l’allineamento di vari coni vulcanici che ricordano
la fila dei bottoni di una camicia. Arrivati al sentie-
ro natura, dopo aver spiegato che i Monti Sartorius
si sono formati nel 1876 da una frattura della cro-
sta, le guide hanno organizzato due gruppi. Duran-
te la passeggiata ciascuna delle guide ha fornito
informazioni dettagliate riguardo la flora e la fau-
na del
PAGINA 10 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
parco. Percorrendo il sentiero abbiamo potuto ammirare la
presenza di piante “endemiche”, tra cui ricordo la Betulla, e
piante “pioniere” (muschi e licheni). Per quanto riguarda la
fauna, tra gli esemplari tipici della zona ricordo il gatto sel-
vatico che è molto schivo e diffidente, difficile da incontrare,
esso utilizza la tecnica dell’agguato per cacciare i conigli e
la volpe, inoltre, animale onnivoro che tende ad avvicinarsi
agli insediamenti umani per la ricerca del cibo. Durante la
lezione abbiamo potuto osservare vari tipi di rocce:
l’ossidiana, roccia vulcanica di colore nero che subisce un
processo di solidificazione velocissimo che le conferisce il
tipico aspetto lucido e compatto; la pomice, che presenta
un aspetto poroso a causa degli spazi vuoti lasciati dalla
liberazione dei gas inglobati. La guida poi ha mostrato anche
frammenti di lava che erano riusciti ad inglobare, durante il
tragitto verso il cratere, altri tipi di rocce provenienti dal
camino vulcanico.
Dopo pranzo siamo andati a Viagrande, al Museo della Lava, suddiviso in aree tematiche; nelle varie stanze si possono osser-
vare foto e proiezioni multimediali che aiutano a comprendere visivamente la nascita, l’evoluzione di vulcani e i movimenti
geologici. Al Museo sono presenti anche degli spazi in cui è possibile osservare la simulazione di fenomeni di vulcanesimo
secondario; inoltre, una zona ricca di foto e video, è stata dedicata ad Angelo D’Arrigo e alle sue straordinarie imprese sporti-
ve. Finita la visita al Museo della lava siamo tornati a Fiumefreddo. Questa giornata all’insegna della natura è stata molto inte-
ressante dal punto di vista didattico ed è stato un momento stupendo di aggregazione.
Grasso Cristina 3ª C
NOI PICCOLI ESPLORATORI
Siete pronti bambini? Si parte! Quest’anno, infatti, grazie al progetto “Noi
piccoli esploratori…” destinato agli alunni di cinque anni frequentanti la
scuola dell’infanzia di Castello e Gona, ce ne andremo tutti a spasso alla
scoperta delle bellezze naturali ed artistiche di Fiumefreddo e dintorni. Per
terra e per mare, per tradizioni e per leggende, mille avventure ci aspettano
di già. Dai allora! Vieni con noi…finché il viaggio nel mondo reale non
finirà!
Scuola dell’infanzia
PLESSI CASTELLO — GONA
LA COCCINELLA “NELLA”
La coccinella Nella
non si sentiva bella.
A casa se ne stava
e un poco si annoiava;
la sua mamma e il suo papà
puntini neri a volontà,
invece Nella neanche uno,
non è colpa di nessuno.
Un giorno uscì a fare una passeggiata
e un’ amica l’ha trovata
Nella, tutta emozionata,
saluta lesta la Dorata.
E le dice :-Ci vediamo un’altra giornata.
Noemi Leotta e Alice Pafumi
Classe 5ª PLESSO GONA
PAGINA 11 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
CONTINUIAMO AD IMPARARE …
ATTRAVERSO ALTRE USCITE DIDATTICHE SUL TERRITORIO E DINTORNI
PER NON DIMENTICARE...
NICHOLAS GREEN
Domenica 5 Ottobre 2008 io e altri miei compa-
gni, insieme ad altre classi del nostro Istituto sia-
mo andati ad assistere alla premiazione del con-
corso “Nicholas Green” che si è tenuta a Catania.
Alle ore 8.00, puntuali ed entusiasti, eravamo tutti
in piazza XXV Aprile; sul pullman ci siamo messi
a cantare fino a che siamo arrivati a Catania; qui
non appena scesi, siamo andati subito in piazza
Università, accompagnati da alcuni nostri inse-
gnanti. Ad aspettare noi, come tutti gli alunni delle
altre scuole partecipanti, c’erano alcuni rappresen-
tanti dell’AIDO che ci hanno prontamente dato
una bandierina ed un cappello con il simbolo
dell’Associazione, una pianta con le foglie a
di cuore. Mentre aspettavamo l’arrivo delle altre scuole, ci siamo fatti delle foto con i bellissimi
cartelloni che avevamo preparato in occasione di questa premiazione. Dopo un paio di minuti,
sfilando insieme ad alunni di altri Istituti, tutti in corteo ci siamo diretti verso la sala consiliare
dove si sarebbe svolta la premiazione del concorso. Alle 10.45 circa, dopo aver preso posto, è
iniziata la manifestazione, io non sapevo cosa aspettarmi, anche se la nostra insegnante ci ave-
va detto che sarebbe stato un fantastico momento di riflessione su un argomento di grande at-
tualità. Sul palco c’era la giuria che aveva selezionato i lavori da premiare e c’era anche un
coro di ragazzi che durante la cerimonia ci ha allietati con canzoni di vario genere. Prima di
iniziare, ci siamo alzati tutti perché è stato cantato l’inno d’ Italia, poi ha preso la parola un
signore dicendo che questo concorso è alla sua dodicesima edizione. Egli, oltre ad essere Presi-
de di una scuola, era anche il padre di un ragazzo di nome Luigi, morto in un incidente. Quan-
do questo bambino era piccolo, aveva sentito parlare a scuola della donazione degli organi e
tornando a casa aveva detto ai suoi genitori che se fosse morto avrebbe voluto donare i suoi
organi. Naturalmente i suoi genitori gli avevano detto di pensare solo a giocare e di non pensa-
re alla morte in quanto era ancora troppo giovane. Qualche mese dopo Luigi è morto e i suoi
genitori hanno donato i suoi organi; grazie al loro gesto d’amore sono sbocciate molte vite,
come un fiore che pur malato, guarisce grazie ad un fertilizzante miracoloso. Il padre di Luigi
da qual momento in poi ha deciso di far parte dell’ Associazione Italiana Donatori Organi.
Inoltre sempre lui ha ricordato a tutti noi lì presenti la tragica storia di Nicholas Green, morto
sull’autostrada Salerno - Reggio Calabria mentre ritornava dalle vacanze con i suoi genitori. Un
proiettile entrato dal finestrino, in quanto nelle vicinanze era in corso una sparatoria, colpì mor-
talmente il bambino; i suoi genitori, anziché provare odio verso gli italiani, hanno deciso di
donare i suoi organi, e hanno fatto di Nicholas il nostro eroe. Ascoltando le varie testimonianze
dei soci dell’AIDO, mi sono resa conto che questa Associazione si rivolge in particolar modo a
noi giovani affinché già da piccoli capiamo l’importanza della donazione e portiamo nelle no-
stre case le conoscenze acquisite, trasmettendo anche agli adulti le stesse emozioni e la stessa
sensibilità. Ad un certo punto è iniziata la premiazione dei ragazzi vincitori del concorso; mol-
te sono state le scuole primarie che hanno ottenuto riconoscimenti e per le scuole secondarie di
primo grado sono stati premiati gli Istituti di Belpasso, Gravina e Maltoglio ed infine noi. Ab-
biamo ottenuto la vittoria grazie ad un disegno in cui era raffigurato un mago che estraeva dal
suo cilindro un cuore e grazie alla canzone “ Dona di cuore” interpretata da un piccolo coro; è
stata una grande emozione vedere i nostri compagni e la nostra Preside salire sul palco, mi sono
sentita parte di una grande famiglia. Infine ho avuto modo di apprezzare anche altri lavori pre-
miati, tra cui dei quadri fantastici che rappresentavano il nostro organo vitale, il cuore, con di-
verse forme e colori. E’ stata una mattinata molto intensa e ricca di emozioni, che ci ha coin-
volti tutti arricchendo le nostre conoscenze e la nostra sensibilità in rapporto al tema della do-
nazione degli organi quale gesto d’amore che può salvare tanta vite e può restituire un po’ di
serenità a molte famiglie devastate dal dolore. Trippiedi Giulia
Giulia Circhirillo 2ª E
PAGINA 12 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
IL NOSTRO PRIMO SUCCESSO
DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO
DONA DI CUORE
La nostra creazione musicale intitolata Dona di cuore è
una canzone apparentemente semplice ma
dal significato molto profondo. L’idea ci è
venuta già lo scorso anno quando abbiamo
partecipato alla precedente premiazione.
All’inizio pensavamo di non riuscirci per-
ché il tempo per preparare il lavoro era
molto limitato ma la nostra insegnante di musica ha insi-
stito perché portassimo avanti l’idea del brano musicale.
Questa attività ci ha coinvolti intensamente e abbiamo trat-
to ispirazione da una poesia composta da una di noi; nel
testo musicale, inoltre, abbiamo inserito le nostre conside-
razioni personali sul tema. Abbiamo scelto il linguaggio
metaforico, anziché quello diretto, perché ci sembrava più
appropriato per esprimere due concetti estremamente im-
portanti legati ad un momento di profondo dolore: dona-
zione e generosità. Con il ritornello, infine, è nato quasi
uno “slogan ( …dona di cuore… dona col cuore ). Quando
all’inizio dell’anno ci è stata comunicata la vittoria della
nostra canzone, la soddisfazione è stata incontenibile, poi il
giorno della premiazione a Catania, al momento di salire
sul palco, abbiamo provato una profonda gioia e anche un
certo stupore, perché significava che avevamo fatto nostra
l’idea della donazione e della solidarietà verso gli altri
anche nei momenti più dolorosi della vita.
Bonanno Natalia, Catalano Deborah e
D’Amico Antonella 3ª B
IL 4 NOVEMBRE
La festa nazionale ( poi soppressa) del 4 Novembre è stata istituita per ricorda-
re e celebrare un importante momento storico della nostra Patria, la vittoria
italiana a Vittorio Veneto, che pose fine alla Prima Guerra Mondiale.
Quest’anno, in tale data, una rappresentanza di alunni delle classi terze della
nostra scuola ha partecipato ad una cerimonia in ricordo di questa giornata.
Alle ore 10,30 circa, accompagnati da alcuni insegnanti e dal Dirigente Scola-
stico, ci siamo recati al luogo del raduno, cioè al Municipio del nostro paese.
Da lì, insieme al sindaco e a rappresentanti delle forze dell’ordine e di altre
associazioni, accompagnati dalla banda municipale, ci siamo recati in chiesa
dove abbiamo assistito alla santa Messa. Dopo la celebrazione siamo andati a
depositare una corona al monumento dei caduti, dove il sindaco ha tenuto un
breve discorso in ricordo dei caduti in guerra e di ringraziamento dei militari.
A fine cerimonia, dopo la benedizione da parte del parroco, padre Gianbatti-
sta, della bandiera della nostra scuola, siamo ritornati in classe. In questa
giornata il nostro pensiero è andato a coloro che con la loro sofferenza e la
loro vita lottarono per la realizzazione di una Italia “unita libera e democrati-
ca”. Il nostro augurio è che possa questa ricorrenza ritornare ad essere un gior-
no di festa nazionale, per non dimenticare.
Panarello Simona, Giuseppe Vecchio e Giovanna Cirulla 3ª A
1° NUMERO SCHOOL NEWS
GREASE
On November 11th we went to the theatre Metropolitan in Catania to see the musical Grease
along with some of our classmates (the mythical IInd E) and some of the students of the second
and third grades of our school. Of course we didn’t go there alone, but we were "strictly con-
trolled" by our teachers of foreign languages. After the usual greetings, kisses and recommenda-
tions from our parents, we left from Fiumefreddo at nine o’clock (punctual as a Swiss watch!)
and after an hour we arrived in Catania. During the journey bus we talked and played and
amused ourselves a lot. Once there, since we had to wait for an hour the end of the first show,
we went in a square where we “raided” a bar, we " socialized” and had breakfast. Ah! We also took some photos. Finally we
went to the theatre and, before entering, our English teacher gave us some collection cards, to collect autographs of the actors,
and pins. At about eleven we entered the theatre. The musical began after 15 minutes. The actors were only seven, but they were
good and beautiful. The music was electrifying and there were different rhythms. The sketches were acted very well, even if time
was not enough to act all the scenes in the movie and the actors played only the most important ones. Unfortunately we do not
understand very well what they said. Live songs were more beautiful and someone sang softly. After the musical was over the
actors went among us and we were given the opportunity to talk with them and we asked questions about their lives and how
they have become actors: they come from London and work for Erasmus. Finally we obtained their signatures (someone ob-
tained a “bacetto” too).When we came from the theatre our companion Paola “felt” Danny’s smell of on her hands. Towards
1:30 we returned to Fiumefreddo. On the bus we sang, slept and above all we thought about the unforgettable day we had spent;
we also thought about bullying and the stupid behavior resulting, a current problem among adolescents. We enjoyed very
much and we hope to see again comedies like this as soon as possible.
Chiara Gambacorta, Rita Gambino, Dovara Rosalinda,
Giulia Nobile, Giulia Trippiedi e Simone Vasta 2ª E
SAPOREDAZZURRO
Giorno 14 Novembre 2008 alcuni alunni delle
seconde medie accompagnati dai nostri inse-
gnanti siamo andati a Riposto per assistere ad
una conferenza sull’educazione alimentare, che
vedeva come protagonista il pesce azzurro e
aveva lo scopo di farci riflettere sul tipo di ali-
mentazione che specialmente noi ragazzi abbia-
mo. Siamo partiti verso le nove del mattino e
visto che il tragitto era alquanto breve siamo
arrivati quasi subito a destinazione.La conferen-
za sull’importanza del pesce azzurro nella no-
stra alimentazione si svolgeva all’interno di un
grande stand, dove abbiamo trovato anche una
piccola rappresentanza di alunni delle scuole
primarie e superiori. Dopo essere entrati e aver
preso posto è iniziata la conferenza, il relatore
era il signor Puccio Corona, organizzatore del-
la manifestazione “Saporedazzurro”, che subito
ha introdotto il tema della giornata e ha presentato i diversi relatori che avremmo ascoltato dopo di lui. Subito dopo ha dato la
parola ad un anziano pescatore, Antonino Lo Giudice che ci ha spiegato alcune tecniche per pescare molti pesci, tra cui quella a
traino, quella con il bolentino e altre. Egli ci ha detto, inoltre, che la sua tecnica preferita è quella con il bolentino con cui prende
i sauri, infine, ci ha fatto notare che saper pescare vuol dire anche conoscer i fondali e avere buon occhio per trovare i posti giu-
sti. Conoscere queste tecniche di pesca e l’esperienza dell’anziano pescatore ci ha affascinato. A sua volta egli ha passato la pa-
rola ad una dietologa, Arianna Bombara, che ci ha parlato delle qualità nutrizionali del pesce azzurro, catturando la nostra atten-
zione attraverso un fantastico video. La nutrizionista ci ha spiegato che dobbiamo mangiare il pesce azzurro almeno tre volte a
settimana, esso contiene omega tre, grassi e proteine; ci ha detto, inoltre, che esistono due tipi di grassi, quelli dannosi per le
nostre arterie e quelli salutari e ci ha fatto capire che gli omega tre contenuti nel pesce azzurro prevengono molte malattie, ecco
perché il pesce azzurro è preziosissimo per la nostra alimentazione e noi dobbiamo mangiarlo spesso in quanto ci fa crescere
forti e sani. Alla fine della conferenza abbiamo consumato la nostra merenda sul lungomare di Riposto e poi siamo tornati a Fiu-
mefreddo soddisfatti di aver trascorso alcune ore interessanti imparando alcuni segreti per una corretta alimentazione.
Giulia Circhirillo e Paola Lo Giudice 2ª E
PAGINA 13
PAGINA 14 SCHOOL NEWS
NUOVA ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA E NUOVE
METODOLOGIE ALLE “VERGA” DI FIUMEFREDDO
STOP ALLA SESTA ORA
DI LEZIONE E... VIA AI
LABORATORI
Fino all’anno scorso, nel nostro
Istituto era prevista la sesta ora.
Nei giorni di lunedì, mercoledì,
venerdì le lezioni duravano dalle
8:20 alle ore 14:20. I ragazzi usci-
vano da scuola molto stanchi e …
affamati. Era faticoso restare atten-
ti nell’ultima ora della giornata e
per questo c’erano molti disagi. I professori si lamentavano per la poca voglia e la distrazione degli alunni. In teoria la sesta
ora doveva essere un’ora di laboratorio con attività creative e poco stressanti, che non richiedevano grandi sforzi. Nella mag-
gior parte dei casi, però, non era così anzi, essendo anche i professori stanchi e poco propensi a spiegare, dopo una giornata di
lavoro, spesso ci venivano assegnati esercizi su esercizi fino a che l’ora non finiva. Quest’anno le cose sono cambiate: la presi-
de, infatti, comprendendo i disagi causati agli alunni e ai professori, ha proposto l’abolizione della sesta ora, stabilendo un
rientro pomeridiano di 2 ore una volta a settimana, il martedì. Le materie non sono le stesse per tutti, ad esempio le prime clas-
si hanno un laboratorio di italiano a scadenza settimanale, le seconde svolgono attività di italiano e musica e le terze di italiano
e tecnologia, a settimane alterne. I laboratori attivati rientrano all’interno del curricolo e permettono di approfondire gli argo-
menti studiati. La scelta di avvalersi di tale momento formativo non è stata obbligatoria. Infatti sono stati distribuiti dei fogli
alle famiglie dove venivano illustrate le attività pomeridiane e si firmava scegliendo le 30 o le 32 ore. Secondo noi, questa
decisione è molto sensata e siamo contenti che il gruppo docenti abbia azzeccato la scelta giusta!
Crisafulli Alessia, Ragonesi Vanessa e Raiti Chiara 3ª B
L’INGLESE NELLA SCUOLA
DELL’INFANZIA
A partire dai primi giorni di scuola, gli alunni di 5 anni frequentanti
l’ultimo anno della scuola dell’infanzia dei plessi di Castello e Gona,
sono stati coinvolti, e lo saranno per tutto l’anno scolastico 2008/09,
per un’ora settimanale, nell’apprendimento della lingua inglese.
Il progetto nasce dalla volontà di offrire ai bambini più piccoli
l’opportunità di familiarizzare con una lingua e una cultura diversa
dalla propria allo scopo di ampliare i loro orizzonti umani, sociali e
culturali e di creare solide basi per il futuro apprendimento della
lingua straniera, presupposto fondamentale per crescere come
cittadini europei del mondo. Aver ideato, fin dal primo incontro,
un ambiente sociale e affettivo ricco, interessante e stimolante,
ha reso molto piacevole il primo contatto con la lingua inglese.
Non si può, infatti, non tener conto delle caratteristiche dei bambini in
età prescolare, delle particolari strategie di apprendimento e
del breve periodo di concentrazione di cui sono capaci.
Ecco perché gli apprendimenti proposti sono centrati al loro interesse,
partono dalle esperienze proprie della prima infanzia e le attività di-
dattiche proposte sono sempre esclusivamente ludiche.
L’approccio comunicativo, i canti e soprattutto le attività di Total
Physical Response, che stimolano la mimica e l’espressione corporea,
permettendo un’attenzione individualizzata, hanno finora dato vita ad
un entusiasmo e ad un coinvolgimento non indifferenti.
1° NUMERO
1° NUMERO SCHOOL NEWS
GIOCHIAMO AD IMPARARE
Oggi a scuola è venuta, da Bologna, la Professoressa Maria Fami-
glietti. Come prima cosa ha fatto raccontare delle storie molto diver-
tenti a noi bambini; poi abbiamo scritto una delle storie, arricchendola
di tanti particolari. In modo molto divertente ci ha spiegato pure
quando si mette l’accento sulla E o l’’H davanti alla A e alla O. Inve-
ce, dopo la ricreazione, la professoressa ci ha fatto leggere una picco-
la storiella. Insomma, oggi si può dire che ci siamo divertiti studian-
do !
Alessia Curcuruto
Classe 3ª PLESSO GONA
UNA GIORNATA SPECIALE
Era una giornata tranquilla come tutte le altre, in classe tutto si svolgeva come sempre, spiega-
zioni, interrogazioni...ma durante l'ora di italiano all'improvviso si sentì bussare alla porta; tutti
noi rimanemmo in silenzio in attesa di vedere chi fosse. Dopo pochi secondi la porta si aprì ed
entrò una signora che subito mi ispirò molta simpatia. Dopo essere entrata, la signora richiuse
la porta, ci salutò e si sedette alla cattedra accanto alla professoressa di italiano. Infine si pre-
sentò, disse di chiamarsi Maria Famiglietti, di essere una professoressa di Bologna e di trovarsi
nel nostro Istituto per tenere un corso di aggiornamento ai nostri professori. Subito dopo ci
fece una domanda molto strana: voi di solito come apparecchiate la tavola? Dopo un primo
momento di sorpresa, facemmo quello che ci veniva richiesto, cioè scrivere su un foglio come
noi effettivamente apparecchiavamo la tavola. Dopo aver scritto, leggemmo a turno i nostri
lavori e lei ci spiegò che tutte le nostre descrizioni erano incomplete e che se qualcuno avesse
provato ad apparecchiare la tavola basandosi soltanto sulle nostre indicazioni avrebbe combi-
nato un bel disastro! La Famiglietti andò quindi alla lavagna e costruì una tabella, chiamata
modello OVEST, e la analizzò con noi facendoci ragionare. Alla fine quando rileggemmo la
tabella completa venne fuori una descrizione molto precisa. Dopo quella volta non l'ho più
rivista però mi è rimasta impressa la sua lezione, il metodo di studio che ha cercato di farci
capire. La professoressa Famiglietti, anche se simpatica, è però molto severa ed esigente forse
perché è abituata ad insegnare a ragazzi più grandi di noi. Spero di poterla incontrare
di nuovo e magari, da grande, assistere alle sue lezioni all'Università.
Monte Rosylenia 2ª F LEZIONE CON LA
PROFESSORESSA FAMIGLIETTI
Durante i primi giorni di scuola io e i miei compa-
gni abbiamo avuto ospite nella nostra classe, per
qualche giorno, la professoressa Famiglietti. Il
primo giorno abbiamo fatto matematica assieme a
lei. La professoressa ci ha misurati facendoci ap-
poggiare al muro e scrivendo sul muro i nostri
nomi. Dopo ci ha fatto prendere il quaderno dove
abbiamo scritto i nostri nomi e la nostra altezza.
Il secondo giorno abbiamo eseguito dei problemi,
che non erano i soliti problemi, tant’è che ci sia-
mo divertiti un sacco a ragionare ! Di seguito la
professoressa ci ha spiegato le cartine geografiche
e, finita la lezione, è andata via e noi le abbiamo
chiesto di ritornare a trovarci. Io mi sono trovata
molto bene con la professoressa Famiglietti e so-
no stata felice di averla conosciuta e di aver fatto
lezione con lei.
Manuela Cimino
Classe 4ª PLESSO CASTELLO
I DIRITTI DEI BAMBINI
SECONDO RETETNA
Per il secondo anno consecutivo, le
sezioni di Castello e Gona aderiscono
a RETETNA, progetto integrato in
rete (polo di Giarre), volto a sviluppa-
re e migliorare la cultura dell’infanzia
nelle istituzioni. L’argomento princi-
pale attorno al quale si svilupperà
l’attività educativo - didattica per
l’anno scolastico 2008/09, è quello
d e i “ d i r i t t i d e i b a m b i -
ni…apprendisti cittadini”. Ogni
bambino è cittadino dal momento in
cui nasce ed è, di conseguenza, tito-
lare di diritti innegabili, sanciti
anche dalla Convenzione Interna-
zionale del 1989. In questo
caso, la scuola dell’Infanzia
rappresenta il primo gradino
per formare persone auto-
nome, critiche, libere, capaci di
opporsi alla tendenza tipica dei
giorno nostri, ad uniformarsi al
gruppo solo perché “lo fanno tut-
ti”. La responsabilità educativa di
noi insegnanti diventa, dunque, un
dovere etico, secondo cui è neces-
sario far partecipare alla vita reale
i bambini, coinvolgendoli nelle
decisioni che li riguardano e per-
mettendo loro di esprimere idee e
opinioni, per costruire un vero
senso di cittadinanza anche nel
rispetto dei diritti degli altri. Ri-
conosciamo allora ai nostri bambi-
ni il diritto di essere ascoltati e,
come dice una nota pubblicità
progresso, RISCRIVIAMO IN-
SIEME IL FUTURO.
PAGINA 15
PAGINA 16 SCHOOL NEWS
L’ANGOLO DELLA CREATIVITA’
“ SECONDA STELLA A DESTRA QUESTO È IL CAMMINO... ”
L’ISOLA CHE NON C’È
Un giorno, non so come e non so perché, mi ritrovai insieme ai miei amici a bordo di un veliero stupendo a girovagare per i ma-
ri; il sole, alto nel cielo, si rifletteva sulle limpide acque del mare, ad un certo punto vidi la terra ferma e subito gridai: “Ragazzi
guardate là”, avevamo avvistato un’isola; entusiasti, senza pensarci due volte approdammo. Mettevamo piede per terra dopo un
lungo viaggio; passato il primo momento di incertezza, ci guardammo intorno, l’isola non era niente male ed incuriositi iniziam-
mo ad esplorarla: i cespugli erano di un verde acceso e le palme erano colme di banane e noci di cocco. Spostai lo sguardo più
in là e rimasi incantata nel vedere una meravigliosa cascata che andava a sfociare in un laghetto, dove si trovavano delle ranoc-
chie che saltellavano allegramente qua e là. Alcuni pappagalli dai colori vivaci svolazzavano volteggiando nel cielo azzurro e
degli uccellini fischiettavano. Camminando, camminando vedemmo qualcosa che mai ci saremmo aspettati di trovare su
un’isola così piccola, una stazione, e pensammo: ”Una stazione in un luogo come questo? “ Il treno era piccolo e di colore scu-
ro, con dei cuoricini rossi disegnati su ogni vagone, non so dove portasse, forse in un universo parallelo, non vidi nessuno, però,
quando udii un fischio, mi voltai di scatto, vidi un signore che indossava una divisa color marrone e verde scuro, il suo cappello
era a righe e di forma cilindrica, più che un capostazione sembrava un prestigiatore da circo. Gli dissi: ”Buonasera signore, io mi
chiamo Giulia e sono appena approdata insieme ad alcuni miei amici; le carte nautiche non segnalavano la presenza di un’isola
in questa zona, quindi immagini la nostra sorpresa nel vedere questa magnificenza dopo tanti giorni di navigazione, non abbia-
potuto trattenere la curiosità !”. Lui mi rispose:” Piacere di conoscervi, io
sono Kevin, il capostazione dell’isola che non c’è e che si incrocia soltan-
to seguendo la seconda stella a destra…”. “Ma a destra di che?” Chiesi
io. “A destra… a destra… “ rispose il capostazione sorridendo, quasi a
prenderci bonariamente in giro. Insomma alla fine facemmo la sua cono-
scenza, era davvero simpatico ma ad un certo punto guardando l’orologio
esclamai: ” E’ tardi, sarà meglio trovare un posto per dormire prima che
faccia buio”. Kevin disse: ”Se volete posso ospitarvi a casa mia, per me
sarà un piacere dal momento che l’unica persona sull’isola sono io e non
parlo con altri miei simili da un bel po’ di tempo”. “ Non so proprio co-
me ringraziarla”, risposi io e il capostazione aggiunse: ”Non c’è alcun
problema, la mia casa è molto grande e starete benissimo”. Sopraggiunse
la sera e Kevin ci portò nella sua accogliente casa con la promessa
l’indomani di farci esplorare l’isola a bordo del suo treno colorato, e così
fu. Il giorno seguente, di buon mattino, dopo aver fatto un’ insolita cola-
zione a base di latte di cammello versato in simpatiche noci di cocco
svuotate, con l’aggiunta di qualche biscottino al nero di seppia, partimmo
alla scoperta dell’isola abitata esclusivamente da animali straordinari.
Vedemmo dei posti incantevoli, animali mai visti sulla terra, incroci tra
varie specie. Mi colpì particolarmente un animale dal corpo di cervo e
dalla testa di struzzo, Kevin ci disse che era una delle specie più rare
sull’isola. Subito dopo passammo vicino ad un albero maestoso con ca-
stagne giganti e sui suoi rami appollaiati uccelli enormi con il becco di
falco e le zampe di gatto. Ma la cosa più bella in assoluto fu sicuramente
l’ultima tappa del nostro lungo e affascinante viaggio; giunti al centro
un monte, il capostazione fermò il treno e ci accompagnò all’ingresso di una ca-
verna. Dopo aver percorso uno stretto sentiero sotterraneo, giungemmo alla sor-
gente segreta di cioccolata, nutrimento per tutte le specie animali. Le pareti della
caverna in cui eravamo entrati erano tutte di liquirizia intercalate da stelline bian-
che di zucchero a velo, sembrava di essere sotto un bel cielo stellato in una fanta-
stica notte d’estate e sotto i nostri piedi, intorno alla sorgente, si stendeva un verde
prato di marzapane. Era un paesaggio da fiaba e noi ci stavamo dentro con grande
stupore ma anche con tanta gioia. Il tempo sull’isola passò velocemente e per me
ed i miei amici giunse l’ora di ritornare sul veliero per riprendere la rotta di casa.
Con un pò di dispiacere, salutammo il simpatico capo stazione, il quale ci pregò di
non aprir bocca con nessuno su quanto avevamo visto. E noi, dopo tanta gentilez-
za, non potevamo certo deludere la sua richiesta e ci lasciammo con la promessa di
non raccontare mai a nessuno le meraviglie dell’isola che non c’è ! “
Giulia Circhirillo 2ª E
1° NUMERO
1° NUMERO SCHOOL NEWS
LA BIMBA E IL SOLE
C’era una volta una bimbetta
Che si sentiva sola soletta.
Un giorno guardò il sole
E pensò: “Forse potrà essere mio amico, sì o no?
Poverino, chissà come si sente
Tutto il giorno a non fare niente”.
Allora lo chiamò e gli chiese se voleva giocare a nascondino.
“Sì - le disse - ma solo un pochino“.
Invece giocarono quasi tutto il giorno
Dal pomeriggio fino al tramonto.
Finché il sole le disse: “Ora devo andare a riposare
Ma ci potremmo vedere anche altre settimane ,
tanto il sole sempre in cielo rimane”.
Alice Pafumi 5ª Classe
PLESSO GONA
SINESTRINA E DESTRETTA
Ciao, noi siamo le mezzepunte che usa Serena per fare ginnastica ritmica. Di solito
siamo sempre chiuse al buio nel borsone Palestrone insieme a tanti altri amici: le signo-
rine Clavettine, le salviettine profumate, la fune Funettina, il nastro Azzurrino e
l’elastico Verdone. A dire la verità siamo sempre molto annoiate e non vediamo l’ora
che inizi la settimana per metterci a lavoro. I giorni in cui veniamo utilizzate sono solo
quattro(lunedi, martedi, venerdi e sabato), però dobbiamo ammettere che sono dei gior-
ni faticosi, di duro lavoro. La giornata tipica per noi in palestra inizia con il cambio ne-
gli spogliatoi: finalmente usciamo dal buio del borsone e veniamo messe puntualmente
e in fretta ai “piedini’’ di Serena. Subito iniziamo ad essere sballottate con una bella
corsetta di circa 30 minuti: nessuna fatica, anzi è piacevole… ma poi inizia l’allenamento vero e pro-
prio con gli esercizi e allora eccoci saltare, sbattere e strisciare per tutta la palestra che tra l’altro non è
mai molto pulita, e così diventiamo di un colore indefinibile tra il marrone, il grigio e il nero; per non
parlare di quando per sbaglio ci cade un attrezzo sul “naso”, cosa che purtroppo è probabile che accada
a Sinestrina. Quando facciamo gli esercizi con l’elastico Verdone, Serena ci fa proprio girare la testa!!
Tutto questo comunque riusciamo a sopportarlo, ma c’è una cosa che ci dà davvero fastidio, quel
“profumino’’- se vogliamo chiamarlo così- che si sprigiona dai piedi di Serena dopo 3 ore di pale-
stra…! Finalmente alle ore 20.00 arriva di nuovo il momento di andare nello spogliatoio e con tutta
fretta veniamo tolte dai piedi e messe dentro il borsone Palestrone e così, scaraventate insieme ad altre
cento cose, sentiamo tutte le chiacchiere delle ragazze, che alla loro età hanno davvero tanto da raccon-
tarsi. Ogni tanto anche per noi arriva il momento di un bagno rilassante: la mamma di Serena ci immer-
ge in tanta schiuma profumata e poi ci lascia ad asciugare con il sole che picchia sulla pelle… e che
bello vederci così pulite e candide ! A dire il vero tutto ciò non succede spesso, visto che le nostre vec-
chie sorelle sono state messe da parte perché con i troppi lavaggi e sfregamenti si sono consumate. Do-
po tanti sacrifici il momento più bello per noi è quando Serena partecipa ad una gara: facciamo di tutto
per aiutarla ad ottenere il punteggio più alto e quando salta noi ci alziamo leggere, leggere insieme a
lei e cerchiamo di non farle fare errori. Allora, avreste mai creduto che era così difficile la vita di un
paio di mezzepunte ?!
Serena Fiamingo 1ª B
PAGINA 17
LAVORANDO IN CLASSE ...
LA VERA AMICIZIA
In questo primo periodo dell’anno scolastico abbiamo affrontato un argomento a noi
molto vicino: la vera amicizia. Alla nostra età spesso si tende a confondere una sem-
plice conoscenza con l’ amicizia ma parlando e confrontandoci tra noi siamo riusciti a
cogliere il vero senso di questa parola che è paragonabile ad un tesoro. Ogni giorno
attraverso feste, interessi comuni e altri amici conosciamo tantissima gente ma quando
si parla di amicizia vera, abbiamo capito che bisogna essere cauti. Riflettendo insieme
ci siamo resi conto, infatti, che alla nostra età siamo circondati da tante persone ma
molti sono gli amici falsi e appiccicosi, che ti tradiscono alla prima occasione oppure
che ti stanno intorno finchè tutto và bene e non li ritrovi più quando hai veramente bisogno di loro. Trovare un amico vero dona
una gioia immensa, egli ti accetta con i tuoi pregi e i tuoi difetti, ti sta sempre accanto e ti ascolta con pazienza e se soffri è capa-
ce di rimanerti vicino e aiutarti anche con il suo silenzio, rispettando la tua riservatezza. Talvolta, tra noi adolescenti ma forse
anche tra i grandi, è facile commettere degli errori nei confronti degli altri ma quando l’amico è vero sa anche perdonare, purchè
non si ricada nello stesso errore. Ammettere i propri sbagli con l’amico e perdonarsi reciprocamente è frutto di un sincero e gran-
de affetto; talvolta, se ne vale la pena, mettere da parte l’orgoglio è la cosa migliore e denota carattere in una persona, più dello
stupido silenzio o dell’indifferenza che spesso subentra quando ci si rende conto di aver sbagliato nei confronti dell’altro. La
vera amicizia si esprime con un gesto, una parola, uno sguardo d’intesa… essa è come una fiamma che ci riscalda il cuore ma
che deve essere costantemente ravvivata senza dar nulla per scontato. L’amicizia è amore senza le sue ali.
Chiara Miriam Patanè
Giulia Circhirillo
2ªE
FILASTROCCA DELL’AMICIZIA
In fondo al nostro cuore, dove dimorano PACE e AMORE,
vive un altro bel sentimento; il più grande, il più contento...
è l’amicizia!
All’interno del nostro cervello, dove dimorano il FALSO e il VERO,
vive un altro bel pensiero; il più nobile, il più sincero…l’amicizia!
Fammi un sorriso, tendi la mano, vinci l’avarizia! Fai anche tu un gesto sincero, coraggioso, grande e…vero!!!
Irene Vecchio 2ª A
L’AMICO…
A volte pensando mi chiedo perchè
tra tante persone tu hai scelto me . . .
tutti dicono che chi trova un amico trova un tesoro
e io con te ho trovato l' oro !
Quando guardo il soffitto per un dolore,
so che ci sei tu a scaldarmi il cuore,
quando la solitudine mi attanaglia,
compari tu in una luce che abbaglia!
Sei l’ amico di tutte le ore
e hai un posto speciale nel mio cuore
Con te ho riso e pianto, e di tempo ne è passato tanto!
Ma quello che mi auguro più di tutto
è che tra noi non succeda niente di brutto. . .
che nessuno di noi procuri all' altro alcuna ferita
così da rimanere amici per tutta la vita.
Giannetto Marianna 2ª A
PAGINA 18 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
1° NUMERO SCHOOL NEWS PAGINA 19
I COLORI DELL’AMICIZIA
L’amicizia è bella davvero,
ti colora il momento più NERO;
L’amicizia è dipinta di ROSA,
ti rende in grado di fare ogni cosa;
L’amicizia è macchiata di BLU,
ti fa saltare su e giù!
L’amicizia è colorata
e rende allegra ogni giornata !!!
Irene Vecchio 2ª A
LA PACE, UN SOGNO
ANCORA LONTANO IN
MOLTI PAESI DEL MONDO
In un passato non troppo lontano, le
guerre duravano molti anni perché
venivano combattute con armi diverse
da quelle di cui disponiamo oggi, tut-
tavia le persone che rimanevano ucci-
se non erano in numero inferiore ri-
spetto alle vittime di cui ogni giorno
sentiamo parlare in televisione. Certo
oggi la guerra è per noi una realtà
piuttosto lontana ma i mass media ne
portano quotidianamente l’eco nelle
nostre case e ci fanno riflettere su
quanto siamo fortunati a vivere al si-
curo da atroci conflitti. Basta guarda-
re la televisione o ascoltare la radio
qualche minuto per rendersi conto di
come l’ essere umano, sia stato
capace di creare armi sempre più
sofisticate ed efficaci; talvolta l'uomo pur di dimostrare la propria superiorità, è disposto a sterminare intere popolazioni. Se è
vero che nel mio paese la guerra non c’è, è anche vero che quotidianamente assistiamo ad una forma di “guerra civile” tra partiti
politici, combattuta verbalmente. Le guerre solitamente scoppiano per motivi di interesse economico e sono alimentate da colo-
ro i quali hanno in mano il potere; quando essi non riescono a trovare un accordo civile, ricorrono alle armi mandando a morte
milioni di persone innocenti. Secondo me l'ingiustizia peggiore è quella che deve subire la popolazione civile dello Stato in guer-
ra, costretta a vivere per anni col terrore di morire, costretta a proteggersi nei rifugi e se, per qualche fortuna riesce a sopravvive-
re, costretta a ritrovare le macerie della propria casa. Purtroppo, a combattere spesso non sono solo i militari, ma anche i bambi-
ni, privati della loro infanzia, trattati con brutalità, costretti a mettere a rischio la propria vita, essi riporteranno per sempre ferite
psicologiche che non riusciranno più a rimarginarsi. Pensando a questi miei coetanei e alle sofferenze delle loro famiglie, mi
rendo conto di essere davvero fortunata e mi auguro che il sogno di tutti… la pace nel mondo, un giorno possa realizzarsi, inol-
tre, sono convinta che tutti noi dobbiamo maturare un'altra filosofia di vita basata sull’ altruismo, sulla generosità e
sull’amore verso il prossimo, solo così tutti insieme riusciremo davvero a migliorare la qualità della nostra vita.
Giulia Nobile 2ª E
LA SOCIETA’ MULTIETNICA
La società multietnica è una realtà con cui tutti oggi siamo chiamati a confrontar-
ci. Essa è l’insieme di persone di diversa etnia, cultura, razza e religione che cer-
cano di convivere insieme pacificamente . Anche a Fiumefreddo è presente ormai
una grande varietà di culture, basta guardarsi intorno per vedere cinesi che gesti-
scono negozi di abbigliamento, marocchini che vendono oggetti vari in fiera,
rumene ed ucraine che fanno le badanti. Tutta questa gente si sposta dal proprio
paese di origine per vari motivi: ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di
vita, fuga dalla guerra o dalle persecuzioni per motivi politici o religiosi.
Le emigrazioni o le immigrazioni possono essere momentanee o permanenti, ciò vuol dire che ci sono persone che si trasferisco-
no in posti diversi dal loro paese d’origine solo per un breve periodo, per guadagnare un po’ di più e mandare i soldi a casa dai
loro parenti, con la speranza sempre di ritornare ma ci sono anche persone che si trasferiscono definitivamente in un paese diver-
so dal loro e cercano di integrarsi, perchè non vogliono o non possono più tornare nel luogo d’origine. Dinanzi alle persone di
diversa cultura non dobbiamo avere atteggiamenti di intolleranza o di razzismo, inoltre, non dobbiamo aver paura e meno che
mai fare loro violenza, tutti questi atteggiamenti negativi che invece alcuni continuano ad avere nei confronti del “diverso” sono
soltanto frutto di ignoranza. Dobbiamo aprirci, invece, al dialogo ed al confronto, parlare e conoscerci e accogliere chi è diverso
da noi senza mai dimenticare però le nostre tradizioni e la nostra cultura; il rispetto tra le diverse culture, infatti, deve essere
sempre reciproco: ad esempio un mussulmano non deve pretendere che noi togliamo dalle nostre scuole e dalle nostre case i
segni delle nostra fede così come noi andando nel suo paese siamo pronti ad adottare dei comportamenti di rispetto per la sua
cultura. Ancora oggi, tuttavia, molte persone non hanno un giusto atteggiamento verso gli extracomunitari, li picchiano e li e-
marginano come già è stato fatto in passato, ricordiamo infatti che durante la Shoah, la minoranza degli ebrei venne perseguitata
e sterminata; in India poi gli inglesi sfruttarono per lungo tempo gli indiani prima che Ghandi li liberasse dall’oppressione attra-
verso una lotta non violenta; infine, i neri americani sono stati a lungo discriminati e ritenuti inferiori dai bianchi, finchè un uo-
mo coraggioso, M. Luter King, lottando per le pari opportunità, li ha aiutati a difendere il loro diritto di esseri umani. Oggi dopo
l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Obama i neri si sono veramente riscattati e il successo di quest’uomo di colore, dive-
nuto oggi l’uomo più potente del mondo, deve essere per noi tutti di insegnamento affinchè ciò che è accaduto nel passato, vio-
lenza e discriminazione verso il “diverso “ non accada mai più. Purtroppo, però, proprio in Italia, un paese che si dice
SOGNO DI UNA BAMBINA
In un piccolo paesino su una collina,
abita una bambina un po’ strana,
è piccola, molto graziosa e ricciolina,
e viene da una città molto lontana;
porta una veste alquanto curiosa,
e ha la pelle color del cioccolato,
va a scuola ed è molto laboriosa,
e gioca col suo fratellino dopo aver studiato.
Non ha amici ed è emarginata,
viene offesa continuamente,
per la sua carnagione è stata allontanata,
si sente sola, sicuramente;
“Sei brutta! Sei scura!”
le dicono tutti i bambini
resta tra le tue quattro mura
e non rovinarci i nostri giochini.
Non può giocare con le altre compagne,
né avere gli stessi diritti,
per questo vorrebbe gridare dalle montagne
“Non siamo diversi, non facciamo conflitti!”;
lei desidera un mondo migliore,
dove razzismo e pregiudizi sono solo illusioni,
un mondo in cui regni l’amore,
e non ci siano incomprensioni.
Questo sogno si potrebbe avverare,
ma tutti gli uomini dovrebbero apprendere
che dalla pelle non si può giudicare,
invece prima bisogna comprendere
che la diversità è un grande valore
che deve abbattere le frontiere,
senza tener conto del colore
e l’amicizia più di tutto deve valere.
Nobile Giulia 2ª E
democratico e per le pari opportunità, negli ultimi tempi il ministro della
pubblica istruzione Gelmini ha parlato di “classi ghetto” per gli alunni
extracomunitari, se ciò dovesse accadere sarà una gravissima forma di
razzismo e discriminazione. La “diversità” pertanto deve essere considera-
ta non come sinonimo di inferiorità o come un problema da risolvere ben-
sì come un valore, un dono. Già dallo scorso anno, quando nella nostra
classe ci sono stati numerosi problemi disciplinari, la nostra insegnante di
lettere ci ripeteva che tutti noi siamo uguali nel diritto ma siamo diversi
nella nostra specificità e come tali dobbiamo cercare di rispettarci recipro-
camente e convivere pacificamente. Anche la nostra Preside qualche gior-
no fa ce lo ha ricordato. “Il rispetto per la diversità”- ci ha detto-” inizia sui
banchi di scuola e quest’ultima è come uno sgabello con tre piedi ( la fa-
miglia, i docenti e noi alunni) e se soltanto uno di questi sostegni viene
meno al rispetto reciproco, la scuola non può raggiungere il suo principale
obiettivo cioè quello di farci diventare uomini e buoni cittadini”. “Il mon-
do è bello perché è vario” e che gusto ci sarebbe ad essere tutti uguali ?
Dalla diversità possiamo imparare usi costumi e tradizioni diverse e mi-
gliorarci, inoltre, non dobbiamo dimenticare che un giorno per qualche
motivo potremmo ritrovarci anche noi ad essere “diversi” in un paese sco-
nosciuto e vorremmo essere accolti e rispettati, pertanto “cerchiamo di non
fare agli altri quello che non vogliamo venga fatto a noi stessi”!
Rita Gambino, Giulia Nobile, Salvo Di Bella, Giulia Circhirillo, Chiara
Gambacorta e Giulia Trippiedi 2ª E
INSIEME NELLA DIVERSITA’
Non importa se sei “diverso”, soltanto insieme coloriamo l’universo, un mondo allegro e pieno di colori come un bel prato pieno di tanti fiori ! Non importa la tua lingua, la fede o la religione se insieme canteremo una splendida canzone,
dicendo a tutti con cuore sincero che l’amore è ciò che conta davvero ! Senza riserve ci scambieremo affetto perché ogni uomo merita rispetto. Insieme ad altri ragazzi di tutti i colori, faremo battere all’unisono i nostri cuori e danzeremo intorno al mondo un meraviglioso girotondo. Andremo poi in giro in allegria per portare a tutti l’armonia. Tra lingue, colori e paesi diversi se rimarremo vicini non ci sentiremo mai persi, anzi potremo gridare forte al mondo l’importante cos’è, non aver paura di chi è diverso da te !
Paola Lo Giudice 2ª E
PAGINA 20 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
LE OLIMPIADI : DALL’ANTICA GRECIA AI GIORNI NOSTRI
Solo pochi mesi fa tutti, chi più chi meno, abbiamo seguito in televisione l’evento sportivo mondiale delle Olimpiadi 2008 che si
sono svolte a Pechino. Ebbene, sembra assurdo, ma l’origine e il vero spirito delle Olimpiadi risale a quasi 3000 anni fa, all’età
dei greci. Le prime Olimpiadi si svolsero, infatti, nel lontano 776 a.C. e fu tale la loro importanza che a partire da questo mo-
mento furono usate come base per una datazione più generale. Erano dedicate ad una divinità, si svolgevano durante l’estate,
ogni 4-5 anni e duravano 7 giorni, di cui il primo dedicato ai giuramenti ed ai sacrifici degli atleti, i successivi 5 alle gare vere e
proprie e l’ultimo alla premiazione dei vincitori. Originariamente i giochi olimpici erano quattro e si dividevano in Olimpici
(dedicati a Zeus ), Pitici (dedicati ad Apollo), Nemei (dedicati a Zeus ), Istmici (dedicati a Poseidone). La partecipazione ai gio-
chi olimpici non era libera: i concorrenti dovevano essere solo maschi e greci (solo dopo la conquista romana furono ammessi ai
giochi anche i romani); dai giochi era escluso chi commetteva un omicidio o chi rubava in un tempio. Le principali gare erano la
gara di corsa di uno stadio, la prova del pentathlon (corsa, salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta) a cui si
aggiunsero nel tempo il pugilato, il "pancrazio" (una lotta senza esclusioni di colpi) e, la gara più estrema, quella con i cavalli e i
carri introdotta nella 25ª Olimpiade (680 a.C.). Subito dopo la vittoria tutti gli atleti indossavano una benda di lana color porpora
e nella mano destra tenevano un ramo di palma. Il premio per i vincitori era solo simbolico: era, infatti, costituito da un ramo-
scello d’ulivo selvatico intrecciato a mo’ di corona con cui si cingeva il vincitore. La vittoria aveva comunque un grande valore
perché il vincitore, tornato a casa era trattato da eroe e poteva rivestire importanti cariche nella vita sociale (a Sparta, ad esem-
pio, godeva del privilegio di far parte degli omoioi, di combattere, cioè, a fianco del re). Era tale l’importanza dell’evento che, in
occasione dei giochi olimpici, si sospendevano anche la guerre, con la cosiddetta “tregua sacra”. I giochi si svolsero così fino al
200 a.C. e successivamente si svolsero in maniera meno rigorosa fino alla sospensione definitiva nel 393 d.C., ad opera
dell’imperatore Teodosio, perchè ritenuti riti pagani, in contrasto con la religione cattolica. La ripresa dei giochi avvenne dopo
ben 2672 anni per merito del barone Pierre de Coubertin, grande appassionato dello sport che, con la sua perseveranza ed inve-
stendo buona parte dei suoi capitali, fece risorgere il mito delle olimpiadi nel 1892. Nel 1896 si tennero ad Atene le prime olim-
piadi dell’era moderna e da allora i giochi si svolgono ogni 4 anni e sono la manifestazione sportiva più attesa in tutto il mon-
alle olimpiadi estive di Parigi fu abbinata una settimana degli sport in-
vernali sul ghiaccio e sulla neve, nel 1926 fu riconosciuta la Prima Olim-
piade invernale fino a quando, nel 1996, si separarono i due eventi a
distanza di due anni. La attuale bandiera olimpica raffigurante cinque
anelli intrecciati in campo bianco non è una scelta casuale: i colori scelti
sono infatti presenti nelle bandiere di tutte le nazioni, quindi la loro com-
binazione simboleggia tutti i Paesi, mentre l’intreccio degli anelli rappre-
senta l’universalità dello spirito olimpico. Attualmente sono 203 i paesi
che partecipano alle olimpiadi e, a differenza dell’antica Grecia, senza
esclusione delle donne. Come nell’antica Grecia ancora oggi è importan-
te la cerimonia di apertura: si comincia con danze, canti e coreografie
ispirate al folklore e alla storia del paese ospitante; si continua con la
sfilata degli atleti che marciano nello stadio divisi per nazione; quindi si
sente l’inno olimpico e viene issata la bandiera olimpica vicino a quella
del paese ospitante e infine arriva il momento emozionante in cui entra
nello stadio la torcia con la fiamma olimpica che accende il braciere,
dove il fuoco olimpico arderà per tutta la durata dei giochi. Contempora-
neamente vengono liberate delle colombe, simbolo di pace. La cerimo-
nia di chiusura è più semplice e meno formale di quella di apertura: gli
atleti entrano nello stadio mescolati tra loro, senza distinzione per nazio-
ne, viene spento il fuoco olimpico e la bandiera olimpica viene calata e
consegnata al sindaco della città che ospiterà la successiva edizione delle
olimpiadi. Rispetto all’antica Grecia, le discipline sportive sono aumen-
tate (nel 2000 ce ne erano ben 28) e hanno visto l’inserimento di sport
“moderni” come, solo per citarne alcuni, lo snowboard, beach volley,
baseball, canoa, canottaggio, slalom, ciclismo, montainbike, nuoto, pal-
lanuoto, pallacanestro, palla a mano, pallavolo, tennis. Oggi, come ieri,
il sogno degli atleti olimpici è salire sul podio, vincere la medaglia d’oro
e, sebbene -a nostro avviso- giustamente il Coni abbia anche previsto un
premio in denaro, fortunatamente non si parla ancora dei guadagni da
capogiro di altri campioni sportivi (si pensi ai calciatori, ai piloti di for-
mula uno, etc…) e prevale lo spirito agonistico nel senso più nobile del
termine; lo sport, inoltre, alle olimpiadi viene inteso come momento di
incontro tra popoli di diversa nazionalità. Sappiamo che è impossibile,
ma sarebbe bello anche riprendere dall’antica Grecia un'altra caratteristi-
ca importante: la sospensione delle guerre, la “tregua sacra”.
Ciancio Lorenza, Giannetto Marianna , Landro Rachele,Patanè
Lidia e Di Bella Simona 2ª A
1° NUMERO SCHOOL NEWS PAGINA 21
CAMPIONI SI’ MA UMANI COME NOI
C’’ erano una volta e ci sono ancora delle persone forti, ammirate da tutti, invincibili nel loro lavoro...i cosiddetti “campioni
sportivi”. Purtroppo alcuni di loro si sono imbattuti nel peggior nemico dello sport: l’ infortunio. Calciatori, piloti, atleti... tutte
persone straordinarie, credute speciali, fortunate, irraggiungibili, “diverse” da noi, che davanti ad un incidente, però, diventano
esseri umani, comuni mortali, vulnerabili come noi. Tanti sono gli esempi: solo per citarne alcuni, l’atleta Federico Chiarugi,
amico del celebre Jury Chechi, che a causa di una capriola mal riuscita è rimasto paralitico; il pilota di formula 1 Alessandro
Zanardi che, a causa di un brutto incidente durante una gara nel 1999 in Canada, ha dovuto subire l’amputazione di entrambe le
gambe; Salvatore Gorritano, un calciatore che si è ammalato di leucemia, forse a causa di sostanze dopanti che gli sono state
somministrate dai medici di gara prima di una partita; Stefano Borgonovo affetto da Sla ( sclerosi laterale miotrofica). L’elenco
purtroppo sarebbe ancora lungo e ogni singola storia è la storia di uomini che da campioni, all’apice del successo e della carriera,
improvvisamente si sono trovati senza un lavoro, senza più fama, senza possibilità, a volte, di condurre una vita “normale”. Tanti
talenti sprecati... campioni sì, ma umani come noi !
Giannetto Adalgisa, Mauro Laura, Melita Enrica,
Musumeci Alessandra e Vecchio Irene 2ª A
DALL’UOMO PRIMITIVO AI
GIORNI NOSTRI: UN MONDO
DI SPORT
Conoscere la storia dello sport è come conoscere e
seguire la storia e le abitudini dell’uomo nei secoli.
Già l’uomo primitivo, poiché cacciava e inseguiva le
prede, poteva considerarsi sportivo, ma la sua attività
fisica era priva di agonismo, in quanto aveva il solo
obiettivo di procurarsi il cibo e lottare per la soprav-
vivenza. Attorno al IV millennio, presso gli Assiro-
Babilonesi, in Mesopotamia, si esercitava il nuoto,
l’equitazione e la lotta, mentre nel 2700 A.C., presso i
Cinesi, altre attività sportive (come il gioco della pal-
la) legate a cerimoniali religiosi e finalizzate a propi-
ziare la fertilità e l’abbondanza e poco più tardi, nel
2500 A.C., presso gli Egizi, si svolgevano incontri di
pugilato. I primi ad organizzare vere e proprie gare
sportive di competizione furono i Greci, prima dedi-
cate ai defunti e successivamente in onore delle divi-
nità (si pensi alle famose Olimpiadi), in occasione di
festività religiose e civili. Fu così che in Grecia lo
sport assunse le caratteristiche di un fenomeno di
larga diffusione, come ai giorni nostri, sia per il nu-
mero delle competizioni sia per la nascita dei primi
casi di professionismo e divismo da parte degli atleti
più famosi. Nel mondo greco, dalla prima alla diciot-
tesima Olimpiade, si aggiunsero via via sempre più
gare, da quella del “diaulo” (una prova di velocità
prolungata) alla lotta e al pentatlon (corsa, salto, lan-
cio del disco, getto del giavellotto, lotta in piedi).
Anche gli Etruschi (VII-IV sec. a.C.) celebravano
giochi sportivi soprattutto in occasione di cerimonie
funebri, ma anche all’interno di spettacoli organizzati
dalle comunità per solennità cittadine o particolari
eventi politici e gli atleti si cimentavano in specialità
come il lancio del giavellotto e il lancio del disco.
Tipiche del mondo romano furono, invece, le gare di
cavalli e di carri, ma la concezione dello sport cam-
biò: lo sport veniva praticato in forma cruenta e spet-
tacolare (pensiamo ad esempio ai ludi gladiatori) e
serviva a vincere la noia del popolo e a soffocare e-
ventuali rivolte contro l’impero; inoltre le singole
attività sportive erano praticate per esigenze militari:
i giovani si allenavano e gli esercizi comprendevano l’equitazione,
il tiro con l’arco, la lotta, il lancio del giavellotto, la scherma e la
corsa con le armi. Nel Medioevo la pratica sportiva faceva parte dei
principi della cavalleria, ma dobbiamo arrivare al periodo
dell’Umanesimo e del Rinascimento per intendere lo sport con le
sue caratteristiche attuali, cioè non più legato a presupposti di ordi-
ne etico-religioso. Dall’inizio del Seicento si moltiplicarono gli
studi e le riflessioni sull’attività fisica sportiva come attività deter-
minante ai fini della formazione completa ed equilibrata dell’essere
umano. Nell’Europa del XVIII sec. si va affermando una concezio-
ne dell’educazione fisica basata su tre scopi fondamentali: militare,
sportivo ed igienico. Alla fine dell’Ottocento si ebbe una prima
obbligatorietà degli esercizi fisici nelle scuole e, durante il regime
fascista, il compito delle scuole diventa predisporre, preparare e
conservare energie fisiche e morali necessarie alle esigenze belli-
che. L’educazione fisica e lo sport diventano così un fenomeno di
massa: tutti, ragazzi e ragazze, sono sollecitati a praticare attività
fisica. Nel 1928 le attività sportive vengono regolate all’interno del
Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e in questi anni nac-
que il primo Istituto ISEF per al formazione dei docenti di educa-
zione fisica. Dopo la seconda guerra mondiale la corsa e il cicli-
smo, in particolare, si svilupparono enormemente e inizia la spet-
tacolarizzazione dello sport, anche grazie ai mass-media e, purtrop-
po, anche all’uso di sostanze dopanti nocive all’organismo. Negli
ultimi decenni, infine, sembra che si faccia sport solo per
scolpire corpi atletici e per ottenere una linea perfetta e non per
ottenere un benessere fisico e psicologico.
Lombardo Antonio 2ª A
PAGINA 22 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
LO SPORT … IL MIGLIORE ALLEATO PER IL BENESSERE
FISICO E MENTALE
Durante il primo periodo dell’anno scolastico abbiamo riflettuto attraverso delle piacevoli conversazioni di gruppo sul nostro rap-
porto con lo sport e su quanto sia importante l’attività fisica per il nostro benessere fisico e mentale. Ci siamo resi conto che prati-
care sport quotidianamente è molto importante, esso deve rappresentare un momento di piacere e di divertimento perché nel fare
attività fisica si tende a dimenticare tutto pensando solo a quello che si fa. L’attività sportiva è un’ occasione per stare insieme ai
vecchi amici ma anche per dar vita a nuove amicizie; inoltre, essa aiuta a rilassare sia il corpo sia la mente, dopo una giornata
stressante e faticosa. Lo sport è utile per imparare il rispetto delle regole e vivere da buoni cittadini, in quanto nel suo piccolo esso
rappresenta la convivenza all’interno di una piccola società: come nella società, così all’interno di un qualsiasi gioco di squadra o
altra attività, ognuno ha i suoi compiti e il suo ruolo ben preciso e deve rispettare delle regole. La disciplina sportiva, inoltre, ci
educa anche ad accettare la sconfitta, perché nella vita non si può sempre vincere. Riflettendo ci siamo resi conto, inoltre, che fare
sport aiuta a mantenersi giovani, un po’ di moto è sempre consigliato anche se non si può andare in palestra, infatti, una passeg-
giata in bici o a piedi non ha mai fatto male a nessuno. Praticare qualche attività fisica poi è importante a tutte le età, non è raro,
infatti, vedere bambini inferiori ai cinque anni che vanno in palestra o anziani di oltre sessant’anni che fanno jogging. Per bambi-
ni e ragazzi è molto importante fare sport per meglio sviluppare le ossa e i muscoli, prevenendo alcune patologie che si presen-
tano durante la crescita quali scoliosi, cifosi, lordosi …. Leggendo alcuni brani antologici e facendo alcune ricerche
abbiamo scoperto che esiste addirittura una Carta Europea
dello sport, in cui sono indicati i diritti e i doveri degli atleti,
le norme degli impianti sportivi e le regole a cui sono soggetti
gli allenatori. Nello sport non ci dovrebbero essere persone
scorrette, purtroppo però, soprattutto nel calcio, dove ci sono
di mezzo forti interessi economici, le squadre cercano spesso
di vincere facendo un gioco sporco, ovvero pagando gli arbitri,
oppure facendo assumere droghe ai giocatori per aumentare le
loro prestazioni fisiche. Queste irregolarità naturalmente sono
assolutamente vietate e chi le compie viene severamente puni-
to dalla legge, tuttavia, esse sono ormai molto diffuse e per la
polizia è sempre più difficile scovare i colpevoli, infatti, la
maggior parte delle volte, si deve ricorrere alle intercettazioni
telefoniche, sperando di scoprire più imbrogli possibili. Discu-
tendo insieme e confrontando le nostre opinioni
sull’argomento, siamo arrivati quindi alla conclusione che la
parola sport deve essere sinonimo di svago, divertimento,
relax e sana competizione, anche se, talvolta, persone poco
intelligenti la fanno diventare espressione di violenza. Sono
molte, infatti, le vittime causate dalla violenza sportiva soprat-
tutto negli stadi nonostante lo Stato abbia cercato di fissare
delle pene severe e la polizia cerchi continuamente di interve-
nire laddove è necessario, anche grazie all’aiuto di telecamere
a circuito chiuso e la reclusione nei casi più gravi. Tuttavia
queste leggi sembrano risultare inadeguate, infatti, in Italia,
negli ultimi anni, sono aumentati del 118% i feriti, del 32% gli
episodi criminosi e del 43% le aggressioni alle forze
dell’ordine. Ci siamo convinti pertanto che prima di tutto biso-
gnerebbe educare noi giovani ad un maggiore grado di civiltà e
poi eventualmente applicare leggi molto più rigide e severe
come si fa da qualche anno in Inghilterra, dove una situazione
peggiore della nostra è stata in parte risolta. Comunque se cia-
scuno di noi nel suo piccolo dicesse basta alla violenza e allo
sciagurato teppismo e dicesse sì allo sport come svago, diverti-
mento e sana competizione, sicuramente esso si riapproprie-
rebbe definitivamente del suo vero significato e avrebbe il
valore che per fortuna ha ancora oggi per molti di noi.
Rita Gambino
Giulia Nobile
Salvo Di Bella
2ª E
“ UN DISASTRO AMBIENTALE ” A
POCHI PASSI DAL NOSTRO MARE
Abbiamo appreso, leggendo il giornale, che un grave disastro
ambientale è in atto sul nostro territorio di Fiumefreddo, presso
l’ex cartiera “SIACE”, e che nessuno ha fatto niente per evitar-
lo fino ad oggi. La nostra maestra ci ha spiegato che circa
vent’anni fa questa cartiera funzionava bene, c’era benessere
per tutti e, purtroppo, quando è stata chiusa non sono state a-
dottate le misure di sicurezza affinché tutti quei prodotti tossici
che venivano utilizzati fossero smaltiti. I capannoni, ricoperti
di eternit, un materiale che sappiamo quanto possa essere noci-
vo per la salute, è rimasto a deteriorarsi, polverizzandosi e di-
sperdendosi nell’ambiente per tutti questi anni. Noi bambini
siamo rimasti meravigliati da tutto questo perché a scuola ci
insegnano a rispettare la natura facendo la raccolta differenzia-
ta, ci insegnano a non sprecare l’acqua che è un bene prezioso
e non illimitato, a non buttare cartacce a terra, e tanti altri ac-
corgimenti per salvaguardare la natura. Noi pensavamo che la
“Bandiera Blu” la dessero solo a quei paesi che potessero van-
tare un “mare incontaminato”, “spiagge pulite”, “aria pulita”….
ma allora com’è possibile che l’abbiano data a noi? Forse non
se ne sono accorti, visto che questa estate il Comune ha predi-
sposto il parcheggio proprio nello spazio davanti alla cartiera.
Speriamo che al più presto si possa correre ai ripari e che tolga-
no tutto quel materiale che inquina il territorio, uno dei più
belli del nostro litorale! C’è una riserva naturale da salvare e
un mare stupendo, altrimenti rischiamo di non poterci più anda-
re e, purtroppo, anche di ammalarci.
Classe 5ª PLESSO GONA
1° NUMERO SCHOOL NEWS PAGINA 23
PAGINA 24 SCHOOL NEWS 1° NUMERO
1) Cosa ne pensa delle classi "ghetto" per gli extracomu-
nitari previste dal nuovo ministro? ( Nicotra Luca 2ª E )
Credo sia stata una grossa "svista" amplificata giusta-
mente dalla stampa. Chiunque vive nella scuola sa bene
che l'integrazione passa attraverso l'accettazione dell'al-
tro e la valorizzazione delle diversità. Il problema della
lingua lo si affronta all'interno delle classi e delle scuole
con altri interventi, primo fra tutti la presenza di un
mediatore linguistico-culturale. Ma una figura specifica
costa ed allora entrano in campo altri Ministeri.
2) Come è stato per lei questo nuovo inizio di anno scola-
stico dopo il superamento dell'anno di prova? ( Giulia
Circhirillo 2ª E )
Direi entusiasmante: ho ritrovato i "miei" docenti e tut-
to il personale pieno di fiducia nei confronti del modello
di scuola in cui credo, pronti a seguirmi ed a scommet-
tersi professionalmente; io, più sicura, spero di non de-
ludere nessuno.
3) Qual è la sua opinione riguardo ai nuovi criteri di valu-
tazione scolastici? ( Simone Vasta 2ª E )
Il problema dei voti, in sostituzione dei giudizi, è un
falso problema. Il vero problema è cosa si valuta, chi lo
valuta e che incidenza ha sulla promozione di un alunno
alla classe successiva. Io ritengo, e spero di non essere
smentita da nessuna norma ministeriale, che la valuta-
zione delle prestazioni debba essere un elemento della
valutazione globale e non l'unico che possa determinare
l'ammissione. Sarebbe estremamente riduttivo e certa-
mente non formativo non poter ammettere alla classe
successiva un alunno perché ha un 5 in una disciplina e
non potere valutare, caso per caso, come fino ad oggi ha
fatto il Consiglio di Classe.
4) E' d'accordo con i continui scioperi della scuola?
( Chiara Patanè 2ª E )
No, se a scioperare sono gli alunni. Lo sciopero è una
manifestazione di protesta legittima ed a volte, come
quello del 30 ottobre, indispensabile. Chi sciopera, se
parliamo di lavoratori, dovete sapere che paga di perso-
na in termini economici e lo fa perché ci crede. Ecco il
motivo per cui non condivido quello degli alunni ma
auspico in momenti importanti, come quello di questi
giorni, che la protesta sia forte e veda al fianco docenti e
genitori: la posta in gioco non è solo il posto di lavoro di
tanti ma il vostro futuro.
5) Come si sta trovando a dover gestire i diversi cambia-
menti fatti dal Ministro Gelmini? ( Giulia Nobile 2ª E )
Finora, di fatto, poco è cambiato: l'educazione civica,
nella nostra scuola, si è sempre studiata; i voti hanno
solo sostituito gli aggettivi. Diverso sarà quando saran-
no emessi i regolamenti attuativi: saranno questi che
codificheranno i cambiamenti. La mia preoccupazione è
però rivolta essenzialmente alla scuola primaria ed alla
scuola dell'infanzia: la riduzione di orario e l'introduzione
di un solo insegnante per tutte le discipline renderà più
difficile fornire un servizio di qualità a ciascun alunno.
6) Quali sono i miglioramenti che vuol fare nella nostra
scuola e come intende gestire eventuali lavori di ristruttu-
razione che il Comune potrebbe avviare ad anno scolastico
iniziato ? ( Giulia Trippiedi, Chiara Gambacorta, Stefania
Grasso, Laura Tropea, Manuel Crimi e Rossella Tomar-
chio 2ª E )
Se dipendesse dalla mia volontà e se avessi l'autorità per
fare tutti i miglioramenti che desidero per la nostra scuo-
la, comincerei con il sostituire i pavimenti, dipingerei le
pareti con tinte vivaci, sistemerei i bagni e proverei a cre-
are degli altri spazi restringendo il cortile. Sicuramente
sento la mancanza di un'aula magna, di una vera bibliote-
ca e di almeno un altro laboratorio oltre, ovviamente, una
sala docenti degna di questo nome. Ma questi sono sogni:
l'edificio scolastico è di proprietà del Comune e so bene
che questi è nell'impossibilità di realizzare i miei sogni.
Tuttavia sono stati appaltati dei lavori di ristrutturazione
per rendere più sicuro l'edificio e, di questo sono certa,
tutto ciò che sarà possibile migliorare sarà fatto. Su come
gestirò il periodo dei lavori non posso esprimermi perché
dipende dai tempi e dalle proposte che riceverò dall'Am-
ministrazione comunale, tuttavia, la tutela del servizio
scolastico e del benessere di voi alunni sarà di certo il
principio che ispirerà le mie decisioni, di questo potete
starne certi.
7) Questo è il secondo anno in cui si trova in questa scuola:
quali sono stati i problemi più gravi che ha dovuto affronta-
re e quali le più grandi soddisfazioni che ha avuto ? ( Laura
Mauro 2ª A )
Ad un anno dal mio ingresso in questa Scuola è giusto
che mi si chieda un bilancio. Quali i problemi più gravi:
sicuramente quelli legati a voi ragazzi e all’equilibrio nel
garantire il diritto allo studio di tutti voi, senza dimenti-
care gli alunni più difficili, che di questo diritto non sono
consapevoli; cercare, inoltre, di trovare l'equilibrio nel
sanzionare i comportamenti scorretti mantenendo però
alto il carattere formativo delle stesse sanzioni disciplina-
ri. Non è stato facile, spero però di esserci riuscita. Per
quanto riguarda poi le mie più grandi soddisfazioni
anch’esse sono legate a voi ed ai vostri docenti, a tutti i
miei ragazzi: piccoli e grandi! I vostri successi, le vostre
conquiste, i vostri sorrisi e, perché no, anche le lacrime di
tanti vostri compagni, sono state per me fonte di gioia e
soddisfazione. E poi i docenti: veder crescere giorno dopo
giorno la fiducia e la stima nel mio operare, vederli lavo-
rare insieme a progettare, a sperimentare, a costruire la
scuola per voi, per ciascuno di voi, il sentirli vicini a me
anche quando chiedo troppo, tutto questo è una grande
soddisfazione !
IL DIRIGENTE SCOLASTICO RISPONDE