IL PIACERE DI VENIRE A SCUOLA - icvergafiumefreddodisicilia.it · 1° NUMERO SCHOOL NEWS FESTA...

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Istituto Comprensivo “Giovanni Verga” www.icgvergafiumefreddodisicilia.it [email protected] ~ Fiumefreddo di Sicilia ~ Dirigente Scolastico Maria Luisa Leotta Anno Scolastico 2008/2009 LA REDAZIONE ALUNNI : tutti gli alun- ni dell’Istituto Comprensivo “G. Verga” di Fiumefred- do di Sicilia INSEGNANTI : Nicosia Giovanna Pennisi Roberta Strazzeri Sabrina IL PIACERE DI VENIRE A SCUOLA Provo sempre una grande emozione all’inizio di un nuovo anno scolastico. Quello che è da poco iniziato, e che mi vede per il secondo anno fra di voi, dirigente di questo Istituto, susci- ta in me particolare trasporto e trepidazione. Accanto alla gioia di ritrovare tutti voi, alunni, genitori, docenti e personale tutto, vi è la consapevolezza di poter costruire, insieme, la “nostra Scuola”: una Scuola che sia veramente luogo di formazione e di cui ciascuno può e deve sentirsi parte. Lo scorso anno abbiamo avuto modo di conoscerci, di scoprirci, di con- dividere scelte e metodi, alcune sono risultate vincenti, altre hanno evidenziato dei limiti e necessitano di essere rivisti. Ci siamo già messi all’opera. Tante le aspettative per i mesi che verranno e che ci vedranno impegnati a realizzare un ambiente di apprendimento che soddi- sfi i diversi bisogni di voi alunni e che sia capace di offrire a ciascuno di voi valide opportu- nità formative. Su questa strada ci siamo incamminati e su questa strada dobbiamo ritrovarci tutti: i docenti che impegnati in prima linea la percorreranno nella quotidiana attuazione di quanto programmato; i genitori che con la costante e fattiva presenza ne condivideranno il cammino; ma soprattutto voi, bambini e ragazzi, che guidati da entrambi dovrete imparare a camminare da soli nella società. Leggere, scrivere, ragionare ed operare sono gli strumenti per comprendere gli altri e far sì che gli altri vi comprendano; la curiosità ed il desiderio di sapere, di scoprire, di sperimentare, in un mondo sempre più tecnologicamente avanzato, i mezzi per capire chi siete e dove volete arrivare; come relazionarsi, nel rispetto di sé, degli altri, di ciò che ci circonda, ed, infine, il senso del dovere sono i modi attraverso cui impare- rete a vivere nella società da cittadini consapevoli. Questo è ciò che la Scuola vuole darvi, questi gli strumenti per la vostra libertà. Ed allora il venire a scuola deve essere per ciascuno di voi ragazzi un piacere, il piacere di imparare che si accompagna alla certezza che in que- sto luogo voi possiate essere ascoltati e compresi, consapevoli anche che vi si chiederà sem- pre di assumervi la responsabilità delle vostre azioni. Questa è la meta a cui aspiro e a cui aspirano i vostri docenti; questo l’augurio per l’anno scolastico già iniziato. Buon anno a tutti ! Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Luisa Leotta Il Dirigente Scolastico PRIMO GIORNO DI SCUOLA Il 15 Settembre 2008, alle ore 9.20, il cortile inter- no del plesso di Gona, con palloncini, animatori vestiti da Minnie e Topolino, musiche di cartoni animati, era pronto, insieme alle insegnanti, ad ac- cogliere gli alunni della classe prima. I piccoli di- scenti, tenuti per mano dalla mamma, si sono radu- nati vicino ai vecchi compagni della scuola dell’infanzia e ai nuovi, nell’attesa di presentarsi e di conoscere le loro maestre. Dopo l’appello e le presentazioni ufficiali, alunni, insegnanti e genitori hanno partecipato ai giochi organizzati, cantato insieme e consumato i dolci preparati per l’occasione. La conoscenza della classe e la scelta del compagno o della compagna con cui sedersi ha segnato il momento di separazione indolore dal genitore. Tutti eccitati, dunque, ma soddisfatti di aver vissuto nel miglior modo possibile il primo giorno di scuola ! PLESSO GONA SOMMARIO Festa dell’accoglienza e della continuità Colori e sapori dell’autunno Percorsi natura Continuiamo ad imparare u- scendo sul territorio e dintorni Nuova organizzazione scola- stica e nuove metodologie alla Verga di Fiumefreddo L’angolo della creatività Lavorando in classe Il Dirigente Scolastico risponde SCHOOL NEWS Anno 2 - Numero 1 Novembre 2008

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Ist ituto Comprensivo

“Giovanni Verga” www.icgvergafiumefreddodisicilia.it

[email protected]

~ Fiumefreddo di Sicilia ~

Dirigente Scolastico Maria Luisa Leotta

Anno Scolast ico 2008/2009

LA REDAZIONE ALUNNI : tutti gli alun-ni dell’Istituto Comprensivo “G. Verga” di Fiumefred-do di Sicilia

INSEGNANTI : Nicosia Giovanna Pennisi Roberta Strazzeri Sabrina

IL PIACERE DI VENIRE A SCUOLA

Provo sempre una grande emozione all’inizio di un nuovo anno scolastico. Quello che è da

poco iniziato, e che mi vede per il secondo anno fra di voi, dirigente di questo Istituto, susci-

ta in me particolare trasporto e trepidazione. Accanto alla gioia di ritrovare tutti voi, alunni,

genitori, docenti e personale tutto, vi è la consapevolezza di poter costruire, insieme, la

“nostra Scuola”: una Scuola che sia veramente luogo di formazione e di cui ciascuno può e

deve sentirsi parte. Lo scorso anno abbiamo avuto modo di conoscerci, di scoprirci, di con-

dividere scelte e metodi, alcune sono risultate vincenti, altre hanno evidenziato dei limiti e

necessitano di essere rivisti. Ci siamo già messi all’opera. Tante le aspettative per i mesi che

verranno e che ci vedranno impegnati a realizzare un ambiente di apprendimento che soddi-

sfi i diversi bisogni di voi alunni e che sia capace di offrire a ciascuno di voi valide opportu-

nità formative. Su questa strada ci siamo incamminati e su questa strada dobbiamo ritrovarci

tutti: i docenti che impegnati in prima linea la percorreranno nella quotidiana attuazione di

quanto programmato; i genitori che con la costante e fattiva presenza ne condivideranno il

cammino; ma soprattutto voi, bambini e ragazzi, che guidati da entrambi dovrete imparare a

camminare da soli nella società. Leggere, scrivere, ragionare ed operare sono gli strumenti

per comprendere gli altri e far sì che gli altri vi comprendano; la curiosità ed il desiderio di

sapere, di scoprire, di sperimentare, in un mondo sempre più tecnologicamente avanzato, i

mezzi per capire chi siete e dove volete arrivare; come relazionarsi, nel rispetto di sé, degli

altri, di ciò che ci circonda, ed, infine, il senso del dovere sono i modi attraverso cui impare-

rete a vivere nella società da cittadini consapevoli. Questo è ciò che la Scuola vuole darvi,

questi gli strumenti per la vostra libertà. Ed allora il venire a scuola deve essere per ciascuno

di voi ragazzi un piacere, il piacere di imparare che si accompagna alla certezza che in que-

sto luogo voi possiate essere ascoltati e compresi, consapevoli anche che vi si chiederà sem-

pre di assumervi la responsabilità delle vostre azioni. Questa è la meta a cui aspiro e a cui

aspirano i vostri docenti; questo l’augurio per l’anno scolastico già iniziato.

Buon anno a tutti ! Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Maria Luisa Leotta

Il Dirigente Scolastico

PRIMO GIORNO DI SCUOLA

Il 15 Settembre 2008, alle ore 9.20, il cortile inter-

no del plesso di Gona, con palloncini, animatori

vestiti da Minnie e Topolino, musiche di cartoni

animati, era pronto, insieme alle insegnanti, ad ac-

cogliere gli alunni della classe prima. I piccoli di-

scenti, tenuti per mano dalla mamma, si sono radu-

nati vicino ai vecchi compagni della scuola

dell’infanzia e ai nuovi, nell’attesa di presentarsi e

di conoscere le loro maestre. Dopo l’appello e le

presentazioni ufficiali, alunni, insegnanti e genitori

hanno partecipato ai giochi organizzati, cantato

insieme e consumato i dolci preparati per

l’occasione. La conoscenza della classe e la scelta

del compagno o della compagna con cui sedersi ha

segnato il momento di separazione indolore dal

genitore. Tutti eccitati, dunque, ma soddisfatti di

aver vissuto nel miglior modo possibile il primo

giorno di scuola !

PLESSO GONA

SOMMARIO

Festa dell’accoglienza e della continuità

Colori e sapori dell’autunno

Percorsi natura

Continuiamo ad imparare u-scendo sul territorio e dintorni

Nuova organizzazione scola-stica e nuove metodologie alla Verga di Fiumefreddo

L’angolo della creatività

Lavorando in classe

Il Dirigente Scolastico risponde

SCHOOL NEWS

Anno 2 - Numero 1 Novembre 2008

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IL PRIMO GIORNO DI

SCUOLA… OGGI E…

UN ANNO FA

Giorno 13 settembre 2007 nel cortile

della scuola media “G. Verga” mol-

tissimi bambini non vedevano l’ora di

entrare, perché quello per loro era un

giorno particolare: era il giorno

dell’ ingresso in prima media. Final-

mente la preside, anche lei al suo pri-

mo giorno da Dirigente Scolastico,

fece il suo discorso e accolse ad uno

ad uno i ragazzi; tra loro in attesa

c’era Aurora che entrava in 1ª A e

non vedeva l’ora di conoscere tutti i

professori. Quando sentì il suo nome

con un batticuore tremendo si fece

avanti e attese che tutti i compagni

fossero chiamati; appena la classe fu

al completo, si diressero in classe con

l’insegnante di storia; Aurora, presa

dalla confusione del primo giorno,

capì un nome per un altro, ma in fon-

do non era tanto importante il nome,

quanto il fatto che alla nuova studen-

tessa della scuola media sembrò una

persona dolce e sorridente. Arrivò la

seconda ora e con lei una nuova inse-

gnante che con aria seria salutò tutti,

domandò a ciascuno notizie sugli

argomenti di matematica svolti in

quinta elementare e dopo iniziò a

chiedere le tabelline… “Aiutooo” fu

il commento silenzioso di ognuno

degli alunni della 1ªA, ma per fortu-

na Aurora se la cavò, anche se la ma-

tematica non era il suo punto di for-

za ! Anche questa insegnante, sebbe-

ne quel giorno avesse sorriso poco, ad

Aurora piacque perchè dai suoi occhi

si capiva che ci teneva ai ragazzi e,

visto che “il buon giorno si vede dal

mattino”, quell’anno avrebbero lavo-

rato seriamente e col tempo avrebbe-

ro sicuramente sorriso-e perché no?-

riso insieme. La terza ora entrò in

classe l’insegnante di italiano, con un

sorriso a 32 denti! L’ora passò velo-

cemente e tutti provarono simpatia

per questa insegnante..

CHE EMOZIONE IL PRIMO

GIORNO DI SCUOLA MEDIA

Mentre frequentavo la classe quinta, già desideravo

essere in prima media. Volevo che il tempo passasse

in fretta, e adesso finalmente mi trovo qui in questa

scuola, in questa classe, nella 1ªA. Arrivò finalmente

sabato 6 settembre, il giorno del pubblico sorteggio

per l’assegnazione della sezione, ed il mio sogno si

realizzò. Da quel giorno cominciai a fare il conto alla

rovescia fino al primo giorno di scuola. Ricordo che,

mentre nel cortile della scuola aspettavo che il Diri-

gente chiamasse al microfono il mio nome per entrare

in classe, mi tremavano le gambe. Conoscevo quasi

tutti i compagni della mia nuova classe, ma non i pro-

fessori. Questa scuola mi piace un mondo, ma è anco-

ra tutta da scoprire !

Santina D’Urso 1ª A

Il primo giorno di scuola io, al contrario di qualcuno

che era impaurito, ero curioso. Quando la Dirigente

chiamò al microfono il mio nome ero molto felice.

Aspettavo da tempo quel momento! Appena entrato

nella scuola, mi sono guardato intorno.Tutto mi incu-

riosiva. In classe ho cercato subito un bel banco dove

sedermi, ma soprattutto un compagno simpatico.

Daniele Pierosara 1ª A

Il 15 Settembre 2008 alle ore 9,30 con la prima inse-

gnante che ho conosciuto, ho incominciato a salire gli

scalini della mia nuova avventura, che durerà tre anni.

Appena entrata, tutto mi è sembrato bello: la classe, i

banchi, anche i muri scarabocchiati. Mi sono seduta al

secondo banco della fila centrale, con una ragazza che

mi è sembrata simpatica. Nei primi tre o quattro giorni

di scuola sentivo male allo stomaco e provavo un fa-

stidioso senso di nausea a causa della forte emozione.

Mi sentivo un pesce fuor d’acqua, non mi sentivo a

mio agio, probabilmente perché non conoscevo la

maggior parte dei compagni ed ero dispiaciuta di non

essere in classe con le mie migliori amiche, ma col

passare dei giorni me ne sono fatta una ragione.

Martina Forzisi 1ª A

Qualche giorno prima dell’inizio della scuola, squillò

il telefono. Era Margherita, la mia amica del cuore che

mi comunicò una terribile notizia: non eravamo nella

stessa classe. La felicità si trasformò in malinconia.

Arrivò il primo giorno di scuola e, mentre il Dirigente

ci faceva un lungo discorso, la mia agitazione era alle

stelle. Avevo solo voglia di tornare a casa. Il giorno

dopo ci sono andata un po’ più decisa. Ho iniziato a

fare amicizia con i miei nuovi compagni, ma non mi

sono dimenticata di Margherita. Ogni giorno ci incon-

triamo prima di entrare in classe. Questa scuola co-

mincia a piacermi.

Martina Gambino 1ªA

“Beh – pensava Aurora- con

gli insegnanti finora mi è

andata bene, ma con i miei

“compagni di avventura”?” e

così guardava i compagni e

si chiedeva come si sarebbe

trovata con loro, alcuni li

conosceva altri era la prima

volta che li vedeva, alcuni

avevano un viso aperto e

disponibile, altri un po’ me-

no, ma in fondo non era mai

stato un problema per lei fare

amicizia… Un anno dopo, il

15 settembre, la classe 2ªA

si ritrova in quello stesso

cortile, ma l’atmosfera è

completamente diversa: qua-

si nessuno è accompagnato

dai genitori, nessuno ha

quell’espressione un po’

smarrita dell’anno preceden-

te, tutti si conoscono e ap-

profittano dei minuti prima

del suono della campanella,

per riabbracciarsi e raccon-

tarsi di tutte le belle cose

successe durante l’estate.

Giunti in classe ad attenderli

trovano l’insegnante di mate-

matica con un’altra docente,

la nuova insegnante specia-

lizzata che avrebbe seguito

Riccardo, un ragazzino

“speciale” che già si era fatto

amare l’anno precedente. Le

due insegnanti cominciarono

a parlare delle recenti norma-

tive scolastiche ministeriali

( voti etc) e del nuovo e più

rigido regolamento di istitu-

to; Aurora pensò “ Siamo

fritti”. Dopo un’ora di sup-

plenza, la terza ora entrò in

classe l’insegnante di italiano

che con il più allegro dei

sorrisi diede un caloroso

benvenuto ai ragazzi, ma

subito diede un test di ingres-

so di storia da svolgere…

“Oh, nooo! Iniziamo bene!”

fu il pensiero di 23 teste.

All’uscita da scuola ad Auro-

ra venne spontaneo confron-

tare quel giorno con quello

dell’anno precedente e arrivò

subito alla conclusione che

ogni inizio di anno scolastico

è emozionante e unico per

qualche motivo, ma tra i due

il più bello era stato quello

dell’anno precedente perché

era stato tutto una sorpresa e,

per fortuna, piacevole!!!

Mavilia Aurora 2ª A

PAGINA 2 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

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1° NUMERO SCHOOL NEWS

FESTA DELL’ACCOGLIENZA CASTELLO — GONA

Come è ormai consuetudine, da parecchi anni gli alunni e i professori della scuola secondaria accolgono gli alunni delle classi

quinte. Lunedì 3 novembre 2008 è toccato a noi dei plessi di Castello e Gona. Verso le 9.30, con le nostre maestre, il pulmino

ci ha condotto alla scuola media dove c’erano ad attenderci i ragazzi delle classi prime. Appena entrati nel cortile ci hanno fatto

sedere sulle gradinate mentre loro erano disposti in coro e indossavano una maglietta bianca e un fiocchetto rosso. Al centro

c’era un professore della scuola media che ci ha dato il benvenuto. Dopo il coro ha cantato un divertentissima canzone dal titolo

“La classe degli asini”. Di seguito abbiamo intervistato i nostri compagni più grandi facendo loro numerose domande sui pro-

fessori e sulla scuola che tra un anno andremo a frequentare. Subito dopo c’è stato lo scambio di doni: loro ci hanno regalato

dei segnalibri e noi abbiamo ricambiato con altri segnalibri e matite colorate. Solo dopo aver mangiato le gustose torte

e i dolci prelibati, siamo entrati all’interno della scuola media per visitarla, guidati da due professori. La visita ci ha permesso

di scoprire la sistemazione delle classi, la palestra, l’aula di informatica e di musica nonché la presidenza e gli uffici di segrete-

ria. Insomma, al ritorno a scuola eravamo tutti un po’ più sereni e meno paurosi di affrontare il futuro anno scolastico!

Le classi quinte

PLESSI CASTELLO - GONA

FESTA DELL’ACCOGLIENZA

ALLA SCUOLA DELL’INFANZIA

La festa dell’Accoglienza in continuità Scuola

dell’Infanzia e Scuola Primaria, svoltasi il 17 del

mese di ottobre, ha dato il via ai tanti momenti di

incontro, di collaborazione, di amicizia tra gli

alunni del plesso scolastico di Gona.

Nel corso della manifestazione, con la presenza

dei genitori, si è passati dal “tutoraggio”, allo

scambio di doni tra bambini, dalla visita

alla mostra realizzata dagli alunni, alla de-

gustazione dei dolci preparati dai genitori.

Inoltre, la presentazione di due fratellini prove-

nienti da etnie e culture differenti, è stato un mo-

mento importante per tutta la comunità scolasti-

ca. Proprio per costruire un percorso in cui

l’obiettivo principale è l’integrazione e l’amicizia,

lo slogan “star bene insieme” ha caratterizzato da

anni le nostre iniziative scolastiche.

Scuola dell’infanzia PLESSO GONA

… PRONTI A “PARTIRE”?

La mattina del 15 settembre la sveglia suonò un quarto d’ ora prima del

solito: doveva essere tutto perfetto per il grande giorno! Mi alzai subito

col sorriso stampato in faccia, feci colazione in pochi minuti e corsi a

cambiarmi; dopo essermi preparata alla perfezione mi misi subito lo

zaino sulle spalle e … via a scuola! Ero molto felice di tornare tra i ban-

chi, ma alla vista dell’ enorme cancello nero mi fermai a riflettere: ave-

vo pensato solo a tutti i momenti belli passati a scuola, ma quelli brutti

dove li avevo lasciati?! Un po’ perplessa, entrai nel cortile, all’ improv-

viso il mio sorriso si spense, il mio volto diventò bianco come il latte e

tutta la voglia di rivedere i miei amici si disperse nel nulla: la scuola mi

sembrava un’ enorme fabbrica e noi alunni sembravamo degli operai che

tornavano a lavorare dopo mesi di riposo passati con la nostra famiglia

ed i nostri amici; credevo di essere in un labirinto dal quale non sarei

più uscita. Subito, però, mi ricordai dell’esperienza positiva dell’anno

scorso, il mio primo anno di scuola media...Sapevo a cosa andavo incon-

tro: un nuovo anno pieno di compiti, tante materie da studiare, ma anche

di amicizie, scherzi e risate. E così ogni pensiero triste scomparve e

tutto a un tratto ritornai felice e pensai: “un nuovo anno, evviva! Una

nuova simpatica avventura ! E così salutai tutti i miei amici ed entrai

felice in classe.

Enrica Melita 2ª A

UNA NUOVA COMPAGNA

Caro diario, 25 ottobre 2008

oggi a scuola era una giornata

qualunque, ma all’improvviso

è venuta una nuova compa-

gnetta che ci ha rincuorati dopo

il trasferimento in un’altra

scuola del nostro compagno

Michele. Lei si chiama Wizden e viene dalla Tunisia.

Quando è entrata in classe a me sembrava che non

parlasse la nostra lingua e invece la parla benissimo e

questo ci ha permesso di comunicare subito con lei e

fare conoscenza. Ora te la descrivo: ha le sopracciglia

sottili come fili d’erba, gli occhi grandi come delle

arance che esplorano il mondo, un naso piccolo co-

me una ciliegia e la bocca sciropposa come una pe-

sca. È molto alta rispetto a noi compagni e robusta.

Noi già le vogliamo bene così com’è !

Elena La Fornara Classe 4ª PLESSO CASTELLO

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PAGINA 4 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

VIII FESTA DELL’ACCOGLIENZA A GONA

Come ogni anno, il plesso di Gona organizza la festa

dell’accoglienza, dove noi ragazzi di 5ª diamo il benvenuto ai

bambini di prima e li aiutiamo ad adattarsi al nuovo ambiente,

mentre i bambini di cinque anni, frequentanti la scuola

dell’infanzia, fanno da tutor ai bambini di appena tre anni che

entrano per la prima volta nel mondo della scuola. Per questa

festa, ormai diventata per noi una tradizione, abbiamo realizza-

to, guidati dalle nostre insegnanti, tanti cartelloni sull’autunno e

costruito un trenino di legno. Con le pigne abbiamo realizzato

degli scoiattoli, con la paglia dei ricci e con la lana dei gufi.

Inoltre la costruzione dell’albero del tutoraggio è stata per noi di

grande importanza per aver appeso al posto dei frutti le foto con

i nostri bambini affidatici e aver trascritto le nostre riflessioni

sull’accoglienza e sulla continuità su delle foglie che il giorno

della festa alcuni di noi hanno appeso accanto alle foto. La festa,

appunto, si è svolta il 17 Ottobre, alle ore 16.00, nel cortile della

nostra scuola davanti a tutti i genitori e per questo eravamo mol-

to emozionati. La festa ha avuto inizio con i bimbi della scuola

dell’infanzia che, dopo aver intonato una canzone, hanno dato il

via all’investitura, scambiandosi i doni. A seguire noi ragazzi di

quinta abbiamo letto le riflessioni e incollato le foglie

sull’albero, per concludere il tutto con il momento più emozio-

nante: l’investitura! Ognuno di noi è andato al centro del cortile

col proprio bimbo affidato, ha offerto un dono e la foto, riceven-

do in cambio l’attestato ufficiale di tutoraggio. A conclusione

della manifestazione, i nostri genitori hanno avuto modo di am-

mirare i nostri lavori esposti, per finire con l’assaggio dei dolci

che le nostre mamme avevano con amore preparato per noi. Per

tutti quanti è stata una festa bellissima !

Giuliano Ciancio, Antonio Denaro e Alice Pafumi

Classe 5ª PLESSO GONA

FESTA … IN CONTINUITA’

Lunedì 3 Novembre 2008 si è svolta la Festa della Continui-

tà nel cortile dell’Istituto Comprensivo “G. Verga” di

Fiumefreddo di Sicilia. I ragazzi delle classi prime hanno

accolto i bambini delle classi quinte elementari di Castello e

Gona. Quella mattina ognuno di noi ha portato dolci, ciam-

belle, bibite e tutto l’occorrente per allestire uno splendido

buffet. La manifestazione è stata molto semplice. E’ iniziata

con l’introduzione fatta da uno dei nostri professori che ha

dato il benvenuto a tutti i presenti ed ha sottolineato

l’aspetto educativo, sociale e didattico di questa iniziativa.

Quindi noi ragazzi di prima media abbiamo cantato una

canzone allegra e simpatica dal titolo “La classe degli asi-

ni”, guidati dall’insegnante di musica. Dopo alcuni alunni

delle elementari hanno posto delle domande sulla scuola e

sugli insegnanti a noi ragazzi della scuola media. Quindi c’è

stato uno scambio di regali, che noi avevamo preparato con

la professoressa di arte. Infine gli alunni delle classi quinte

hanno visitato i locali scolastici guidati da alcuni insegnanti,

e penso che hanno provato la stessa emozione che ho prova-

to io lo scorso anno quando ancora frequentavo la quinta

elementare. Valentina Luca 1ª F

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PAGINA 5 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

COLORI E SAPORI DELL’AUTUNNO

RACCOGLIERE CASTAGNE

E… NON SOLO

In autunno l’ambiente che ci circonda subisce un

profondo mutamento: cambia il clima, le giornate

si accorciano, ricominciano i nostri “impegni sco-

lastici” e cambia un po’ anche la nostra alimenta-

zione! Infatti, in questa splendida stagione, nasco-

no frutti che non ci sono in altri periodi dell’anno,

come le noci e le castagne che, nelle nostre zone

(se consideriamo i boschi che circondano l’Etna),

possiamo non solo mangiare ma anche raccoglie-

re. Io, ogni anno, infatti, verso la fine di Ottobre,

ho l’abitudine di andare per i boschi a raccogliere

castagne con la mia famiglia: un “appuntamento”

molto divertente (ognuno con il proprio sacchetto

facciamo a gara a chi prende le castagne più gros-

se) che ci dà anche la possibilità di fermarsi e sta-

re in silenzio ad ascoltare i suoni della natura co-

me il fruscio delle foglie ingiallite che cadono

dagli alberi, lo scricchiolio sotto i nostri piedi, il

tonfo ovattato delle pigne sul terreno umido, il

cinguettio di piccoli uccelli… A volte, però, la

natura ci riserva anche delle sorprese…non a tutti

gradite, anche se in fondo innocue, come quella

volta in cui, seduti sotto un albero a fare merenda,

mio padre, contento della nuova possibile scoperta

per me, mi fece notare la presenza di vermi…

Non ne avevo mai visti, non riuscii subito a veder-

li, ma, quando, come mi diceva mio padre, guar-

dai esattamente davanti a me, rimasi paralizzata

per il ribrezzo: a circa 1cm dal mio naso, c’era

appeso un piccolo verme che si divincolava ! Io

credo che il mio urlo l’abbiano sentito fino in Au-

stralia ! Ero così disgustata che balzai in piedi e

mi misi a piangere. Durante la strada verso casa

mia madre trovò piccoli vermi anche sui vestiti di

mio padre !Beh…castagne sì, ma…senza vermi !

Irene Vecchio 2ª A

AUTUNNO ...

LA STAGIONE

DELL’ABBONDANZA

L’autunno è già arrivato col suo vento

leggero e la terra umidiccia che produ-

ce un odore piacevole. In questo perio-

do le lucertole, i ghiri e le tartarughe

vanno in letargo, mentre le chiocciole

si risvegliano da un sonno profondo.

Gli alberi dei cachi sfumano di meravi-

gliosi colori e incominciano a produrre

i loro splendidi frutti arancioni, che io

mangio piacevolmente. In campagna,

quando vado a fare una passeggiata, a

volte mi capita di vedere i chiodini,

molto buoni da mangiare. Nel bosco

spunta una varietà di funghi: le mazze

di tamburo, i gallinacci e i prataioli.

L’autunno mi piace perché cadono le

foglie danzando e formano un tappeto

coloratissimo, anche se la mia stagione

preferita è l’estate perché vado sempre

al mare.

Maria Concetta Azzia Classe 4ª

PLESSO CASTELLO

DALL’UVA AL VINO

Il 13 Ottobre 2008 gli alunni di 5 anni della scuola

dell’infanzia insieme a quelli della classe prima di

Gona, come programmato nel progetto d’Istituto

di Educazione Alimentare, si sono recati a Via-

grande (CT) presso l’azienda agricola “Blandano”

per conoscere il processo della vinificazione. Ac-

colti dalle guide e trasportati da traballanti vagon-

cini trainati da un trattore, gli alunni sono arrivati

nel vigneto ordinatamente per raccogliere i grap-

poli d’uva, successivamente pigiati dentro capienti

vasche. L’eccitazione, la meraviglia e la curiosità

dei bambini è culminata quando, sistemati in cer-

chio intorno al torchio, aspettavano col bicchiere

in mano di gustare il mosto da loro prodotto. La

partecipazione attiva ha garantito

l’apprendimento.

PLESSO GONA

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PAGINA 6 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

VENDEMMIA A PIEDIMONTE

ETNEO

Giorno 27 Settembre 2008 noi bambini

delle classi quinte dei plessi di Castello e

Gona siamo stati invitati dal comune di

Piedimonte Etneo per animare la festa della

vendemmia. Appena arrivati siamo scesi

dallo scuolabus e abbiamo proseguito a

piedi, guidati da una vigilessa, per raggiun-

gere la piazza centrale. Camminando abbia-

mo potuto osservare tanti vivacissimi car-

retti siciliani e soprattutto ci siamo accorti

della presenza di tante altre scuole,

anch’esse presenti per partecipare alla ven-

demmia. In piazza c’era ad attenderci

un’atmosfera tipicamente campagnola crea-

ta dalla presenza di una costruzione antica

con un focolare, recinti con oche, conigli,

galline e maiali e una stalla con un dolcissi-

mo asinello, nonché un palco che rappre-

sentava il palmento dove a breve saremmo

saliti per pigiare l’uva. Infatti, arrivati sul

posto, gli organizzatori ci hanno regalato

dei cappellini e a gruppi di cinque ci hanno

aiutato a mettere gli stivali per poi salire sul

palco dove c’erano ad attenderci delle per-

sone che, tenendoci per mano, ci hanno

permesso di pigiare l’uva senza scivolare a

terra. Dopo aver partecipato tutti quanti alla

pigiatura, gli organizzatori ci hanno offerto

lo zucchero filato e la mostarda calda. Alla

fine ci siamo incamminati verso il nostro

scuolabus per tornare, soddisfatti di questa

emozionante esperienza, a scuola.

Quinte classi

PLESSI CASTELLO - GONA

LA SCOPERTA

DELLA

VENDEMMIA

Ho 12 anni, frequento la seconda media

e…vi sembrerà strano, ma non avevo mai

partecipato ad una vera vendemmia fino al

12 ottobre 2008, una domenica che non

dimenticherò facilmente ! Quella mattina,

appena sveglia mi alzai di scatto dal letto,

come un grillo quando spicca un salto, ve-

locemente feci colazione e mi preparai per

partire alla volta di Linguaglossa. Arrivati

lì, iniziò la mia avventura, la scoperta di un

mondo quasi incantato: posteggiata la mac-

china, entrammo in una stradina alberata

dove non poteva passare più di una persona

alla volta. Mi sembrava di essere una

fata in mezzo alla foresta che sentiva a

momenti l’odore della menta e a momenti quella dell’erba. Alla fine di que-

sta stradina c’era la casa del proprietario, ma io fui subito attratta dalla vigna

lì accanto da cui spiccavano dei bellissimi e grossi grappoli d’uva che mi

sembravano perle viola al sole… Il tempo del caffè e si dette il via alla rac-

colta: a me e ai miei familiari toccò raccogliere l’uva alla nostra destra, men-

tre gli altri signori si occuparono del lato sinistro. Iniziammo a tagliare con i

coltelli e per me fu emozionante prendere tra le mani quei bei grappoli, ta-

gliarli e metterli in un recipiente. Finita la raccolta, tutti insieme, attraverso

un’altra strada di campagna colorata ed ornata da funghi, ricci, castagne e

foglie secche, andammo al palmento dove si macina l’uva e ancora una volta

rimasi a bocca aperta: c’era un recipiente enorme in cui poteva entrare anche

un elefante e sopra una macchinetta macina-uva di colore rosso. Arrivammo

giusto in tempo perché subito il proprietario l’accese e in meno di dieci se-

condi fu macinata una cesta d’uva. Verso le undici fu l’ora della merenda e

divorammo tutti insieme una buona ciambella fatta in casa, mentre le mam-

me già iniziavano a preparare il pranzo e… che pranzo ! Come è tradizione

in queste occasioni il pranzo fu, infatti, ricchissimo di ogni delizia tipica della

nostra zona, dalla pasta al forno alla salsiccia ai dolci fatti in casa. La ven-

demmia vera e propria era finita, eravamo pronti per andare ma io ne appro-

fittai per fare ancora una bella passeggiata ed “assaporare” ancora una volta

quei luoghi. Tornai a casa soddisfatta della giornata e sicura che proverò a

ripetere ogni anno questa bella esperienza .

Ciancio Lorenza 2ª A

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PAGINA 7 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

PERCORSI NATURA

AL BOSCO CERRITA …

CI SIAMO DIVERTITI IMPARANDO

Giorno 21 ottobre noi alunni della prima E insie-

me ai nostri compagni delle sezioni A e B

dell’Istituto Comprensivo “ G. Verga ” ci siamo re-

cati al bosco Cerrita, un luogo immerso nel verde e

popolato tanto da piante quanto da animali.

Abbiamo avuto modo di vedere i cerri, grossi alberi

dalle foglie lobate, che sono diversi dalle roverelle le

quali hanno i lobi piccolissimi; questi due magnifici

alberi producono ghiande di cui si nutrono tantissi-

mi animali, esse talvolta cadono a terra germo-

gliando ma non riescono a crescere troppo per via

dell’ombra prodotta dagli altri alberi.

Al bosco Cerrita però non c’è solo questa vegetazio-

ne ma ci sono anche piante erbacee e arbustive come: la festuca, lo zafferano e la carlina, una pianta molto simile alla margheri-

ta. Il sottosuolo poi è popolato dalla pedo fauna, una catena di insetti e micro organismi che elaborano le sostanze nutritive per

le piante. Altre piante molto resistenti invece vivono sulle rocce: il muschio e i licheni su cui si trovano piccoli organismi; tra

una roccia e l’altra spunta qualche ombellico di venere. Nella zona che abbiamo visitato sono presenti grandi alberi come: il

ginepro, la betulla e il pino laricio. Abbiamo scoperto, inoltre, che i funghi di cui noi ci cibiamo non sono altro che il frutto del

fungo che si trova sotto terra e si chiama saprofita, il quale si nutre principalmente di corpi morti, quindi ha il ruolo di decompo-

sitore. Il bosco Cerrita è anche popolato da tantissimi animali che purtroppo non siamo riusciti a vedere; i predatori più noti in

questa zona sono: il serpente, tra cui il più velenoso la vipera, subito riconoscibile per la testa triangolare; il biacco (in dialetto

serpe); un altro carnivoro importante è la volpe, un’opportunista perchè mangia ciò che trova. Infine gli altri predatori più pic-

coli sono: il topo ragno per lo più insettivoro e il ghiro. Abbiamo notato inoltre che gli uccelli che abitano il bosco Cerrita sono

numerosi: il picchio che si costruisce la tana bucando i tronchi col becco, la cinciallegra e infine la ghiandaia dalle piume mar-

roni e azzurre che buca le ghiande per non farle germogliare. La guida, infine, ci ha fatto vedere che invece molti altri piccolis-

simi insetti vivono sotto le pietre: il ragno opilione ad esempio con le sue lunghe zampe sonda il terreno. In conclusione al no-

stro percorso natura siamo andati al Centro animali imbalsamati dove abbiamo visto civette, barbagianni e gufi, abbiamo visto

il riccio, con i suoi peli dorsali che quando si gonfia diventano appuntiti e infine i serpenti immersi in un liquido che li mantie-

ne intatti. Possiamo dire che questa esperienza è stata fantastica in quanto ci siamo divertiti imparando.

Giulia Curcuruto 1ª E

ALLE GURNE DELL'ALCANTARA

E AL LAGO GURRIDA

Dopo aver affrontato in classe l'argomento, giorno

11 novembre 2008, le classi 2ªA, 2ª B, 2ªC e 2ªE

dell’Istituto Comprensivo “ G.Verga” di Fiume-

freddo, tra cui io e i miei compagni di clas-

se, abbiamo partecipato alla gita tanto attesa

alle gurne dell'Alcantara e al lago Gurrida.

Il raduno era previsto verso le ore 8.15 in

Piazza XXV Aprile; da lì siamo partiti alle ore

8.30 e dopo un po’, circa alle 9.45, siamo

arrivati a Francavilla e ci siamo fermati a Piazza

San Francesco. Dopo aver fatto merenda ci siamo

avviati verso il percorso natura con la nostra gui-

da Violetta, una geologa. Lei ci ha illustrato

subito attraverso una grande mappa orientativa,

il percorso che dovevamo fare per osservare

alcune bellezze del Parco dell’Etna.

La guida, inoltre, ci ha spiegato che il sen-

tiero è segnato da pannelli, i quali oltre

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PAGINA 8 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

ad indicare quale direzione prendere,

danno informazioni su diversi argomenti;

inoltre, ci ha detto che esistono anche

alcuni simboli che identificano il parco

fluviale dell'Alcantara, come la trota

bianca e la famosa rana cristallina, un

personaggio immaginario, considerato la

mascotte del fiume. Dopo qualche pas-

so abbiamo incontrato il primo pan-

nello, che indicava alcuni scavi arche-

ologici recenti, essi hanno consentito

il ritrovamento di vasi e altri reperti

storici del periodo greco; grazie ad

essi il Comune di Francavilla ha pen-

sato di aprire un Museo. I Greci, in-

fatti, in passato avevano abitato que-

sti luoghi perché avevano trovato l'ac-

qua del fiume Alcantara. Violetta poi ci

ha spiegato che il parco del fiume Al-

cantara, istituito nel 2001, divide le

province di Catania e Messina, inoltre,

esso ricade nel territorio di diversi paesi

delle due province. Camminando cammi-

nando, abbiamo incontrato un altro car-

tello riguardante il "flish", cioè una frana

sottomarina costituita da detriti e ciottoli

che nel tempo sono stati portati a valle.

Continuando il percorso con Violetta,

abbiamo osservato le saie, sistemi di ca-

nalizzazione che servivano a portare

l'acqua nelle campagne lontane dal fiu-

me; inoltre, la guida ci ha spiegato che il

sistema delle saie è stato inventato dagli

Arabi. Nei dintorni, inoltre, abbiamo

potuto osservare piante di vario tipo quali

olivi, arance, limoni e spaccasassi, chia-

mati così perche hanno delle radici

molto forti che spaccano tutto quello

che capita. Violetta ci ha fatto osservare

poi di fronte a noi un tipo di collina chia-

mata " f r a n a -p o g g io " p o i c hé g u a r -

d a nd o l a s e mb ra c h e i l t e r r e no

f r a n i . Spostandoci sotto una quercia

abbiamo notato le galle, delle palline

create da alcuni insetti per deporre le

uova, quando le larve sono pronte, esco-

no facendo un buco. Inoltre la guida ci ha

illustrato che cosa è veramente il lichene:

esso è un tipo di pianta misto tra il

fungo e l’alga che resiste al freddo.

Successivamente abbiamo fatto un

percorso in discesa che conduceva

alla passerella Enel, chiamata così

perché in questa zona l’Ente aveva

costruito uno stabilimento per sfrut-

tare la forza delle acque del fiume per

la produzione di energia: Milano e Fran-

cavilla sono stati i primi Comuni a pro-

durre energia idroelettrica. Insieme alla

guida, inoltre, siamo saliti a piccoli

gruppi su questa passerella sospesa sul-

le acque del fiume per osservare

il magnifico spettacolo naturale delle gurne dell’Alcantara; perso-

nalmente mi è piaciuto moltissimo anche perchè abbiamo potuto am-

mirare due aironi che volteggiavano sulle acque. Violetta, inoltre, ci ha spie-

gato che l'Alcantara, da sinistra, ha molti affluenti, infatti in questa zona il

terreno è più friabile, mentre sulla sponda destra il terreno è lavico e roccio-

so. La nostra guida, camminando camminando, ci ha anche spiegato il per-

ché del nome “gurne”, si tratta, infatti, di grandi conche d'acqua accumula-

te attraverso le cascate, le quali attraverso la pressione formano quasi dei

piccoli vortici. Dopo aver visto tali meraviglie della natura ed aver

ascoltato le varie spiegazioni prontamente forniteci dalla nostra bravissima

guida, abbiamo rifatto per tornare indietro la stessa strada di prima.

Continuando a camminare abbiamo trovato un altro pannello, sul quale si

parlava dei resti a Francavilla di un antico castello, poi pochi passi dopo ci

siamo trovati davanti ad una pianta di salsa pariglia, famosa tra noi adole-

scenti perchè veniva mangiata dai Puffi nell’omonimo cartone animato.

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PAGINA 9 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

Ad un certo punto ci siamo ritrovati sotto tanti begli

alberi di noci. Successivamente abbiamo continuato

lungo un piccolo sentiero che conduceva più vicino

all’Alcantara e il suono delle acque che scorrevano era

divenuto più forte e qui Violetta ci ha spiegato che la

parola Alcantara in arabo ( Al Quantara ) significa

ponte costruito dal guerriero Said. A questo punto una

piacevole sorpresa si è aperta dinanzi ai nostri occhi: la

Preside, come lo scorso anno, era venuta a trovarci ma

questa volta non per “salvarci dalla pioggia” bensì per

condividere con noi questo momento educativo come

le piace spesso fare. Continuando a camminare siamo

arrivati laddove si trovano ancora le rovine del mulino

Ciappa, che serviva in passato per la produzione di

energia idroelettrica. Dopo di ciò ci siamo diretti verso

i pullman, i quali ci aspettavano già da un pò per por-

tarci al lago Gurrida, che si trova a Randazzo; dopo

circa un quarto d'ora, siamo arrivati all'azienda Gurri-

da, dove abbiamo pranzato a sacco immersi nel verde

della pineta e dei vigneti.

Qui sono stata davvero bene in quanto ho avuto un contatto diretto con la natura e, grazie a quella meravigliosa quiete, mi

sono rilassata. Dopo pranzo ci siamo incamminati verso il lago Gurrida, un lago di sbarramento lavico; in passato qui non

c'era un lago ma un fiume, il quale venne poi tagliato in due a causa di una colata lavica dando origine a due

laghi. Uno è quello in cui non c'è quasi mai l'acqua, in quanto il suo terreno è impermeabile e l'acqua accumulata evapora;

solo in inverno il lago torna a riempirsi d’acqua a causa delle piogge e ricopre il vigneto circostante. Le acque di questo

“periodico” lago proteggono l’uva che altrimenti non potrebbe resistere al freddo dell'inverno e fanno in modo che si abbia

un buon raccolto. L'altro lago invece, è quello che abbiamo avuto modo di ammirare nella sua varietà di colori, esso, anche se

in passato qui si cacciava, è sempre stato punto di ristoro per uccelli migratori e altri animali. Varie specie di uccelli, infatti,

sono visibili da diversi punti di veduta segnalati da pilieri in pietra lavica, questi ultimi, inoltre, consentono di vedere anche i

conetti vulcanici di eruzione, i quali sono più di 250. Infine abbiamo visto anche il pioppo tremulo, chiamato così perchè

quando c'è un po' di vento sembra tremare mostrando i due colori delle sue foglie, inoltre il suo legno, non utilizzabile come

combustibile, viene usato per fare le gabbiette della frutta. A conclusione del percorso natura, Violetta ci ha fatto osservare

anche diverse piante selvatiche e spontanee, come il cardo, il finocchio, ecc. Verso le 17.00 siamo partiti per Linguaglossa

dove ci aspettava la simpatica visita ad un negozio di minerali; qui molti di noi hanno acquistato qualche ricordino

della splendida giornata naturalistica. Dopo un po’, stanchi ma soddisfatti, siamo ripartiti per tornare a casa e verso le

18.00, siamo arrivati in Piazza XXV Aprile, dove ci aspettavano i nostri genitori. Questa gita a contatto diretto con la natura

mi è piaciuta tantissimo in quanto ho potuto conoscere e ammirare alcune bellezze mai viste prima del mio territorio.

Rita Gambino 2ª E

PARCO DELL’ETNA: MONTI

SARTORIUS

Giorno 24 ottobre 2008 noi alunni della 3ªC insie-

me ai nostri compagni della 3ªB e 3ªE dell’Istituto

Comprensivo “G. Verga” abbiamo preso parte

alla gita al Parco dell’Etna. La prima sosta della

mattinata è avvenuta a Fornazzo dove abbiamo

consumato la colazione e incontrato le nostre gui-

de. Durante il tragitto in autobus verso i monti Sar-

torius, le guide hanno iniziato a fornire delle noti-

zie istruttive sui vulcani. Tra le varie informazioni

ricordo con particolare attenzione la descrizione

della cosiddetta “bottoniera” che costituisce

l’allineamento di vari coni vulcanici che ricordano

la fila dei bottoni di una camicia. Arrivati al sentie-

ro natura, dopo aver spiegato che i Monti Sartorius

si sono formati nel 1876 da una frattura della cro-

sta, le guide hanno organizzato due gruppi. Duran-

te la passeggiata ciascuna delle guide ha fornito

informazioni dettagliate riguardo la flora e la fau-

na del

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PAGINA 10 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

parco. Percorrendo il sentiero abbiamo potuto ammirare la

presenza di piante “endemiche”, tra cui ricordo la Betulla, e

piante “pioniere” (muschi e licheni). Per quanto riguarda la

fauna, tra gli esemplari tipici della zona ricordo il gatto sel-

vatico che è molto schivo e diffidente, difficile da incontrare,

esso utilizza la tecnica dell’agguato per cacciare i conigli e

la volpe, inoltre, animale onnivoro che tende ad avvicinarsi

agli insediamenti umani per la ricerca del cibo. Durante la

lezione abbiamo potuto osservare vari tipi di rocce:

l’ossidiana, roccia vulcanica di colore nero che subisce un

processo di solidificazione velocissimo che le conferisce il

tipico aspetto lucido e compatto; la pomice, che presenta

un aspetto poroso a causa degli spazi vuoti lasciati dalla

liberazione dei gas inglobati. La guida poi ha mostrato anche

frammenti di lava che erano riusciti ad inglobare, durante il

tragitto verso il cratere, altri tipi di rocce provenienti dal

camino vulcanico.

Dopo pranzo siamo andati a Viagrande, al Museo della Lava, suddiviso in aree tematiche; nelle varie stanze si possono osser-

vare foto e proiezioni multimediali che aiutano a comprendere visivamente la nascita, l’evoluzione di vulcani e i movimenti

geologici. Al Museo sono presenti anche degli spazi in cui è possibile osservare la simulazione di fenomeni di vulcanesimo

secondario; inoltre, una zona ricca di foto e video, è stata dedicata ad Angelo D’Arrigo e alle sue straordinarie imprese sporti-

ve. Finita la visita al Museo della lava siamo tornati a Fiumefreddo. Questa giornata all’insegna della natura è stata molto inte-

ressante dal punto di vista didattico ed è stato un momento stupendo di aggregazione.

Grasso Cristina 3ª C

NOI PICCOLI ESPLORATORI

Siete pronti bambini? Si parte! Quest’anno, infatti, grazie al progetto “Noi

piccoli esploratori…” destinato agli alunni di cinque anni frequentanti la

scuola dell’infanzia di Castello e Gona, ce ne andremo tutti a spasso alla

scoperta delle bellezze naturali ed artistiche di Fiumefreddo e dintorni. Per

terra e per mare, per tradizioni e per leggende, mille avventure ci aspettano

di già. Dai allora! Vieni con noi…finché il viaggio nel mondo reale non

finirà!

Scuola dell’infanzia

PLESSI CASTELLO — GONA

LA COCCINELLA “NELLA”

La coccinella Nella

non si sentiva bella.

A casa se ne stava

e un poco si annoiava;

la sua mamma e il suo papà

puntini neri a volontà,

invece Nella neanche uno,

non è colpa di nessuno.

Un giorno uscì a fare una passeggiata

e un’ amica l’ha trovata

Nella, tutta emozionata,

saluta lesta la Dorata.

E le dice :-Ci vediamo un’altra giornata.

Noemi Leotta e Alice Pafumi

Classe 5ª PLESSO GONA

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PAGINA 11 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

CONTINUIAMO AD IMPARARE …

ATTRAVERSO ALTRE USCITE DIDATTICHE SUL TERRITORIO E DINTORNI

PER NON DIMENTICARE...

NICHOLAS GREEN

Domenica 5 Ottobre 2008 io e altri miei compa-

gni, insieme ad altre classi del nostro Istituto sia-

mo andati ad assistere alla premiazione del con-

corso “Nicholas Green” che si è tenuta a Catania.

Alle ore 8.00, puntuali ed entusiasti, eravamo tutti

in piazza XXV Aprile; sul pullman ci siamo messi

a cantare fino a che siamo arrivati a Catania; qui

non appena scesi, siamo andati subito in piazza

Università, accompagnati da alcuni nostri inse-

gnanti. Ad aspettare noi, come tutti gli alunni delle

altre scuole partecipanti, c’erano alcuni rappresen-

tanti dell’AIDO che ci hanno prontamente dato

una bandierina ed un cappello con il simbolo

dell’Associazione, una pianta con le foglie a

di cuore. Mentre aspettavamo l’arrivo delle altre scuole, ci siamo fatti delle foto con i bellissimi

cartelloni che avevamo preparato in occasione di questa premiazione. Dopo un paio di minuti,

sfilando insieme ad alunni di altri Istituti, tutti in corteo ci siamo diretti verso la sala consiliare

dove si sarebbe svolta la premiazione del concorso. Alle 10.45 circa, dopo aver preso posto, è

iniziata la manifestazione, io non sapevo cosa aspettarmi, anche se la nostra insegnante ci ave-

va detto che sarebbe stato un fantastico momento di riflessione su un argomento di grande at-

tualità. Sul palco c’era la giuria che aveva selezionato i lavori da premiare e c’era anche un

coro di ragazzi che durante la cerimonia ci ha allietati con canzoni di vario genere. Prima di

iniziare, ci siamo alzati tutti perché è stato cantato l’inno d’ Italia, poi ha preso la parola un

signore dicendo che questo concorso è alla sua dodicesima edizione. Egli, oltre ad essere Presi-

de di una scuola, era anche il padre di un ragazzo di nome Luigi, morto in un incidente. Quan-

do questo bambino era piccolo, aveva sentito parlare a scuola della donazione degli organi e

tornando a casa aveva detto ai suoi genitori che se fosse morto avrebbe voluto donare i suoi

organi. Naturalmente i suoi genitori gli avevano detto di pensare solo a giocare e di non pensa-

re alla morte in quanto era ancora troppo giovane. Qualche mese dopo Luigi è morto e i suoi

genitori hanno donato i suoi organi; grazie al loro gesto d’amore sono sbocciate molte vite,

come un fiore che pur malato, guarisce grazie ad un fertilizzante miracoloso. Il padre di Luigi

da qual momento in poi ha deciso di far parte dell’ Associazione Italiana Donatori Organi.

Inoltre sempre lui ha ricordato a tutti noi lì presenti la tragica storia di Nicholas Green, morto

sull’autostrada Salerno - Reggio Calabria mentre ritornava dalle vacanze con i suoi genitori. Un

proiettile entrato dal finestrino, in quanto nelle vicinanze era in corso una sparatoria, colpì mor-

talmente il bambino; i suoi genitori, anziché provare odio verso gli italiani, hanno deciso di

donare i suoi organi, e hanno fatto di Nicholas il nostro eroe. Ascoltando le varie testimonianze

dei soci dell’AIDO, mi sono resa conto che questa Associazione si rivolge in particolar modo a

noi giovani affinché già da piccoli capiamo l’importanza della donazione e portiamo nelle no-

stre case le conoscenze acquisite, trasmettendo anche agli adulti le stesse emozioni e la stessa

sensibilità. Ad un certo punto è iniziata la premiazione dei ragazzi vincitori del concorso; mol-

te sono state le scuole primarie che hanno ottenuto riconoscimenti e per le scuole secondarie di

primo grado sono stati premiati gli Istituti di Belpasso, Gravina e Maltoglio ed infine noi. Ab-

biamo ottenuto la vittoria grazie ad un disegno in cui era raffigurato un mago che estraeva dal

suo cilindro un cuore e grazie alla canzone “ Dona di cuore” interpretata da un piccolo coro; è

stata una grande emozione vedere i nostri compagni e la nostra Preside salire sul palco, mi sono

sentita parte di una grande famiglia. Infine ho avuto modo di apprezzare anche altri lavori pre-

miati, tra cui dei quadri fantastici che rappresentavano il nostro organo vitale, il cuore, con di-

verse forme e colori. E’ stata una mattinata molto intensa e ricca di emozioni, che ci ha coin-

volti tutti arricchendo le nostre conoscenze e la nostra sensibilità in rapporto al tema della do-

nazione degli organi quale gesto d’amore che può salvare tanta vite e può restituire un po’ di

serenità a molte famiglie devastate dal dolore. Trippiedi Giulia

Giulia Circhirillo 2ª E

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PAGINA 12 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

IL NOSTRO PRIMO SUCCESSO

DEL NUOVO ANNO SCOLASTICO

DONA DI CUORE

La nostra creazione musicale intitolata Dona di cuore è

una canzone apparentemente semplice ma

dal significato molto profondo. L’idea ci è

venuta già lo scorso anno quando abbiamo

partecipato alla precedente premiazione.

All’inizio pensavamo di non riuscirci per-

ché il tempo per preparare il lavoro era

molto limitato ma la nostra insegnante di musica ha insi-

stito perché portassimo avanti l’idea del brano musicale.

Questa attività ci ha coinvolti intensamente e abbiamo trat-

to ispirazione da una poesia composta da una di noi; nel

testo musicale, inoltre, abbiamo inserito le nostre conside-

razioni personali sul tema. Abbiamo scelto il linguaggio

metaforico, anziché quello diretto, perché ci sembrava più

appropriato per esprimere due concetti estremamente im-

portanti legati ad un momento di profondo dolore: dona-

zione e generosità. Con il ritornello, infine, è nato quasi

uno “slogan ( …dona di cuore… dona col cuore ). Quando

all’inizio dell’anno ci è stata comunicata la vittoria della

nostra canzone, la soddisfazione è stata incontenibile, poi il

giorno della premiazione a Catania, al momento di salire

sul palco, abbiamo provato una profonda gioia e anche un

certo stupore, perché significava che avevamo fatto nostra

l’idea della donazione e della solidarietà verso gli altri

anche nei momenti più dolorosi della vita.

Bonanno Natalia, Catalano Deborah e

D’Amico Antonella 3ª B

IL 4 NOVEMBRE

La festa nazionale ( poi soppressa) del 4 Novembre è stata istituita per ricorda-

re e celebrare un importante momento storico della nostra Patria, la vittoria

italiana a Vittorio Veneto, che pose fine alla Prima Guerra Mondiale.

Quest’anno, in tale data, una rappresentanza di alunni delle classi terze della

nostra scuola ha partecipato ad una cerimonia in ricordo di questa giornata.

Alle ore 10,30 circa, accompagnati da alcuni insegnanti e dal Dirigente Scola-

stico, ci siamo recati al luogo del raduno, cioè al Municipio del nostro paese.

Da lì, insieme al sindaco e a rappresentanti delle forze dell’ordine e di altre

associazioni, accompagnati dalla banda municipale, ci siamo recati in chiesa

dove abbiamo assistito alla santa Messa. Dopo la celebrazione siamo andati a

depositare una corona al monumento dei caduti, dove il sindaco ha tenuto un

breve discorso in ricordo dei caduti in guerra e di ringraziamento dei militari.

A fine cerimonia, dopo la benedizione da parte del parroco, padre Gianbatti-

sta, della bandiera della nostra scuola, siamo ritornati in classe. In questa

giornata il nostro pensiero è andato a coloro che con la loro sofferenza e la

loro vita lottarono per la realizzazione di una Italia “unita libera e democrati-

ca”. Il nostro augurio è che possa questa ricorrenza ritornare ad essere un gior-

no di festa nazionale, per non dimenticare.

Panarello Simona, Giuseppe Vecchio e Giovanna Cirulla 3ª A

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1° NUMERO SCHOOL NEWS

GREASE

On November 11th we went to the theatre Metropolitan in Catania to see the musical Grease

along with some of our classmates (the mythical IInd E) and some of the students of the second

and third grades of our school. Of course we didn’t go there alone, but we were "strictly con-

trolled" by our teachers of foreign languages. After the usual greetings, kisses and recommenda-

tions from our parents, we left from Fiumefreddo at nine o’clock (punctual as a Swiss watch!)

and after an hour we arrived in Catania. During the journey bus we talked and played and

amused ourselves a lot. Once there, since we had to wait for an hour the end of the first show,

we went in a square where we “raided” a bar, we " socialized” and had breakfast. Ah! We also took some photos. Finally we

went to the theatre and, before entering, our English teacher gave us some collection cards, to collect autographs of the actors,

and pins. At about eleven we entered the theatre. The musical began after 15 minutes. The actors were only seven, but they were

good and beautiful. The music was electrifying and there were different rhythms. The sketches were acted very well, even if time

was not enough to act all the scenes in the movie and the actors played only the most important ones. Unfortunately we do not

understand very well what they said. Live songs were more beautiful and someone sang softly. After the musical was over the

actors went among us and we were given the opportunity to talk with them and we asked questions about their lives and how

they have become actors: they come from London and work for Erasmus. Finally we obtained their signatures (someone ob-

tained a “bacetto” too).When we came from the theatre our companion Paola “felt” Danny’s smell of on her hands. Towards

1:30 we returned to Fiumefreddo. On the bus we sang, slept and above all we thought about the unforgettable day we had spent;

we also thought about bullying and the stupid behavior resulting, a current problem among adolescents. We enjoyed very

much and we hope to see again comedies like this as soon as possible.

Chiara Gambacorta, Rita Gambino, Dovara Rosalinda,

Giulia Nobile, Giulia Trippiedi e Simone Vasta 2ª E

SAPOREDAZZURRO

Giorno 14 Novembre 2008 alcuni alunni delle

seconde medie accompagnati dai nostri inse-

gnanti siamo andati a Riposto per assistere ad

una conferenza sull’educazione alimentare, che

vedeva come protagonista il pesce azzurro e

aveva lo scopo di farci riflettere sul tipo di ali-

mentazione che specialmente noi ragazzi abbia-

mo. Siamo partiti verso le nove del mattino e

visto che il tragitto era alquanto breve siamo

arrivati quasi subito a destinazione.La conferen-

za sull’importanza del pesce azzurro nella no-

stra alimentazione si svolgeva all’interno di un

grande stand, dove abbiamo trovato anche una

piccola rappresentanza di alunni delle scuole

primarie e superiori. Dopo essere entrati e aver

preso posto è iniziata la conferenza, il relatore

era il signor Puccio Corona, organizzatore del-

la manifestazione “Saporedazzurro”, che subito

ha introdotto il tema della giornata e ha presentato i diversi relatori che avremmo ascoltato dopo di lui. Subito dopo ha dato la

parola ad un anziano pescatore, Antonino Lo Giudice che ci ha spiegato alcune tecniche per pescare molti pesci, tra cui quella a

traino, quella con il bolentino e altre. Egli ci ha detto, inoltre, che la sua tecnica preferita è quella con il bolentino con cui prende

i sauri, infine, ci ha fatto notare che saper pescare vuol dire anche conoscer i fondali e avere buon occhio per trovare i posti giu-

sti. Conoscere queste tecniche di pesca e l’esperienza dell’anziano pescatore ci ha affascinato. A sua volta egli ha passato la pa-

rola ad una dietologa, Arianna Bombara, che ci ha parlato delle qualità nutrizionali del pesce azzurro, catturando la nostra atten-

zione attraverso un fantastico video. La nutrizionista ci ha spiegato che dobbiamo mangiare il pesce azzurro almeno tre volte a

settimana, esso contiene omega tre, grassi e proteine; ci ha detto, inoltre, che esistono due tipi di grassi, quelli dannosi per le

nostre arterie e quelli salutari e ci ha fatto capire che gli omega tre contenuti nel pesce azzurro prevengono molte malattie, ecco

perché il pesce azzurro è preziosissimo per la nostra alimentazione e noi dobbiamo mangiarlo spesso in quanto ci fa crescere

forti e sani. Alla fine della conferenza abbiamo consumato la nostra merenda sul lungomare di Riposto e poi siamo tornati a Fiu-

mefreddo soddisfatti di aver trascorso alcune ore interessanti imparando alcuni segreti per una corretta alimentazione.

Giulia Circhirillo e Paola Lo Giudice 2ª E

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PAGINA 14 SCHOOL NEWS

NUOVA ORGANIZZAZIONE SCOLASTICA E NUOVE

METODOLOGIE ALLE “VERGA” DI FIUMEFREDDO

STOP ALLA SESTA ORA

DI LEZIONE E... VIA AI

LABORATORI

Fino all’anno scorso, nel nostro

Istituto era prevista la sesta ora.

Nei giorni di lunedì, mercoledì,

venerdì le lezioni duravano dalle

8:20 alle ore 14:20. I ragazzi usci-

vano da scuola molto stanchi e …

affamati. Era faticoso restare atten-

ti nell’ultima ora della giornata e

per questo c’erano molti disagi. I professori si lamentavano per la poca voglia e la distrazione degli alunni. In teoria la sesta

ora doveva essere un’ora di laboratorio con attività creative e poco stressanti, che non richiedevano grandi sforzi. Nella mag-

gior parte dei casi, però, non era così anzi, essendo anche i professori stanchi e poco propensi a spiegare, dopo una giornata di

lavoro, spesso ci venivano assegnati esercizi su esercizi fino a che l’ora non finiva. Quest’anno le cose sono cambiate: la presi-

de, infatti, comprendendo i disagi causati agli alunni e ai professori, ha proposto l’abolizione della sesta ora, stabilendo un

rientro pomeridiano di 2 ore una volta a settimana, il martedì. Le materie non sono le stesse per tutti, ad esempio le prime clas-

si hanno un laboratorio di italiano a scadenza settimanale, le seconde svolgono attività di italiano e musica e le terze di italiano

e tecnologia, a settimane alterne. I laboratori attivati rientrano all’interno del curricolo e permettono di approfondire gli argo-

menti studiati. La scelta di avvalersi di tale momento formativo non è stata obbligatoria. Infatti sono stati distribuiti dei fogli

alle famiglie dove venivano illustrate le attività pomeridiane e si firmava scegliendo le 30 o le 32 ore. Secondo noi, questa

decisione è molto sensata e siamo contenti che il gruppo docenti abbia azzeccato la scelta giusta!

Crisafulli Alessia, Ragonesi Vanessa e Raiti Chiara 3ª B

L’INGLESE NELLA SCUOLA

DELL’INFANZIA

A partire dai primi giorni di scuola, gli alunni di 5 anni frequentanti

l’ultimo anno della scuola dell’infanzia dei plessi di Castello e Gona,

sono stati coinvolti, e lo saranno per tutto l’anno scolastico 2008/09,

per un’ora settimanale, nell’apprendimento della lingua inglese.

Il progetto nasce dalla volontà di offrire ai bambini più piccoli

l’opportunità di familiarizzare con una lingua e una cultura diversa

dalla propria allo scopo di ampliare i loro orizzonti umani, sociali e

culturali e di creare solide basi per il futuro apprendimento della

lingua straniera, presupposto fondamentale per crescere come

cittadini europei del mondo. Aver ideato, fin dal primo incontro,

un ambiente sociale e affettivo ricco, interessante e stimolante,

ha reso molto piacevole il primo contatto con la lingua inglese.

Non si può, infatti, non tener conto delle caratteristiche dei bambini in

età prescolare, delle particolari strategie di apprendimento e

del breve periodo di concentrazione di cui sono capaci.

Ecco perché gli apprendimenti proposti sono centrati al loro interesse,

partono dalle esperienze proprie della prima infanzia e le attività di-

dattiche proposte sono sempre esclusivamente ludiche.

L’approccio comunicativo, i canti e soprattutto le attività di Total

Physical Response, che stimolano la mimica e l’espressione corporea,

permettendo un’attenzione individualizzata, hanno finora dato vita ad

un entusiasmo e ad un coinvolgimento non indifferenti.

1° NUMERO

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1° NUMERO SCHOOL NEWS

GIOCHIAMO AD IMPARARE

Oggi a scuola è venuta, da Bologna, la Professoressa Maria Fami-

glietti. Come prima cosa ha fatto raccontare delle storie molto diver-

tenti a noi bambini; poi abbiamo scritto una delle storie, arricchendola

di tanti particolari. In modo molto divertente ci ha spiegato pure

quando si mette l’accento sulla E o l’’H davanti alla A e alla O. Inve-

ce, dopo la ricreazione, la professoressa ci ha fatto leggere una picco-

la storiella. Insomma, oggi si può dire che ci siamo divertiti studian-

do !

Alessia Curcuruto

Classe 3ª PLESSO GONA

UNA GIORNATA SPECIALE

Era una giornata tranquilla come tutte le altre, in classe tutto si svolgeva come sempre, spiega-

zioni, interrogazioni...ma durante l'ora di italiano all'improvviso si sentì bussare alla porta; tutti

noi rimanemmo in silenzio in attesa di vedere chi fosse. Dopo pochi secondi la porta si aprì ed

entrò una signora che subito mi ispirò molta simpatia. Dopo essere entrata, la signora richiuse

la porta, ci salutò e si sedette alla cattedra accanto alla professoressa di italiano. Infine si pre-

sentò, disse di chiamarsi Maria Famiglietti, di essere una professoressa di Bologna e di trovarsi

nel nostro Istituto per tenere un corso di aggiornamento ai nostri professori. Subito dopo ci

fece una domanda molto strana: voi di solito come apparecchiate la tavola? Dopo un primo

momento di sorpresa, facemmo quello che ci veniva richiesto, cioè scrivere su un foglio come

noi effettivamente apparecchiavamo la tavola. Dopo aver scritto, leggemmo a turno i nostri

lavori e lei ci spiegò che tutte le nostre descrizioni erano incomplete e che se qualcuno avesse

provato ad apparecchiare la tavola basandosi soltanto sulle nostre indicazioni avrebbe combi-

nato un bel disastro! La Famiglietti andò quindi alla lavagna e costruì una tabella, chiamata

modello OVEST, e la analizzò con noi facendoci ragionare. Alla fine quando rileggemmo la

tabella completa venne fuori una descrizione molto precisa. Dopo quella volta non l'ho più

rivista però mi è rimasta impressa la sua lezione, il metodo di studio che ha cercato di farci

capire. La professoressa Famiglietti, anche se simpatica, è però molto severa ed esigente forse

perché è abituata ad insegnare a ragazzi più grandi di noi. Spero di poterla incontrare

di nuovo e magari, da grande, assistere alle sue lezioni all'Università.

Monte Rosylenia 2ª F LEZIONE CON LA

PROFESSORESSA FAMIGLIETTI

Durante i primi giorni di scuola io e i miei compa-

gni abbiamo avuto ospite nella nostra classe, per

qualche giorno, la professoressa Famiglietti. Il

primo giorno abbiamo fatto matematica assieme a

lei. La professoressa ci ha misurati facendoci ap-

poggiare al muro e scrivendo sul muro i nostri

nomi. Dopo ci ha fatto prendere il quaderno dove

abbiamo scritto i nostri nomi e la nostra altezza.

Il secondo giorno abbiamo eseguito dei problemi,

che non erano i soliti problemi, tant’è che ci sia-

mo divertiti un sacco a ragionare ! Di seguito la

professoressa ci ha spiegato le cartine geografiche

e, finita la lezione, è andata via e noi le abbiamo

chiesto di ritornare a trovarci. Io mi sono trovata

molto bene con la professoressa Famiglietti e so-

no stata felice di averla conosciuta e di aver fatto

lezione con lei.

Manuela Cimino

Classe 4ª PLESSO CASTELLO

I DIRITTI DEI BAMBINI

SECONDO RETETNA

Per il secondo anno consecutivo, le

sezioni di Castello e Gona aderiscono

a RETETNA, progetto integrato in

rete (polo di Giarre), volto a sviluppa-

re e migliorare la cultura dell’infanzia

nelle istituzioni. L’argomento princi-

pale attorno al quale si svilupperà

l’attività educativo - didattica per

l’anno scolastico 2008/09, è quello

d e i “ d i r i t t i d e i b a m b i -

ni…apprendisti cittadini”. Ogni

bambino è cittadino dal momento in

cui nasce ed è, di conseguenza, tito-

lare di diritti innegabili, sanciti

anche dalla Convenzione Interna-

zionale del 1989. In questo

caso, la scuola dell’Infanzia

rappresenta il primo gradino

per formare persone auto-

nome, critiche, libere, capaci di

opporsi alla tendenza tipica dei

giorno nostri, ad uniformarsi al

gruppo solo perché “lo fanno tut-

ti”. La responsabilità educativa di

noi insegnanti diventa, dunque, un

dovere etico, secondo cui è neces-

sario far partecipare alla vita reale

i bambini, coinvolgendoli nelle

decisioni che li riguardano e per-

mettendo loro di esprimere idee e

opinioni, per costruire un vero

senso di cittadinanza anche nel

rispetto dei diritti degli altri. Ri-

conosciamo allora ai nostri bambi-

ni il diritto di essere ascoltati e,

come dice una nota pubblicità

progresso, RISCRIVIAMO IN-

SIEME IL FUTURO.

PAGINA 15

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PAGINA 16 SCHOOL NEWS

L’ANGOLO DELLA CREATIVITA’

“ SECONDA STELLA A DESTRA QUESTO È IL CAMMINO... ”

L’ISOLA CHE NON C’È

Un giorno, non so come e non so perché, mi ritrovai insieme ai miei amici a bordo di un veliero stupendo a girovagare per i ma-

ri; il sole, alto nel cielo, si rifletteva sulle limpide acque del mare, ad un certo punto vidi la terra ferma e subito gridai: “Ragazzi

guardate là”, avevamo avvistato un’isola; entusiasti, senza pensarci due volte approdammo. Mettevamo piede per terra dopo un

lungo viaggio; passato il primo momento di incertezza, ci guardammo intorno, l’isola non era niente male ed incuriositi iniziam-

mo ad esplorarla: i cespugli erano di un verde acceso e le palme erano colme di banane e noci di cocco. Spostai lo sguardo più

in là e rimasi incantata nel vedere una meravigliosa cascata che andava a sfociare in un laghetto, dove si trovavano delle ranoc-

chie che saltellavano allegramente qua e là. Alcuni pappagalli dai colori vivaci svolazzavano volteggiando nel cielo azzurro e

degli uccellini fischiettavano. Camminando, camminando vedemmo qualcosa che mai ci saremmo aspettati di trovare su

un’isola così piccola, una stazione, e pensammo: ”Una stazione in un luogo come questo? “ Il treno era piccolo e di colore scu-

ro, con dei cuoricini rossi disegnati su ogni vagone, non so dove portasse, forse in un universo parallelo, non vidi nessuno, però,

quando udii un fischio, mi voltai di scatto, vidi un signore che indossava una divisa color marrone e verde scuro, il suo cappello

era a righe e di forma cilindrica, più che un capostazione sembrava un prestigiatore da circo. Gli dissi: ”Buonasera signore, io mi

chiamo Giulia e sono appena approdata insieme ad alcuni miei amici; le carte nautiche non segnalavano la presenza di un’isola

in questa zona, quindi immagini la nostra sorpresa nel vedere questa magnificenza dopo tanti giorni di navigazione, non abbia-

potuto trattenere la curiosità !”. Lui mi rispose:” Piacere di conoscervi, io

sono Kevin, il capostazione dell’isola che non c’è e che si incrocia soltan-

to seguendo la seconda stella a destra…”. “Ma a destra di che?” Chiesi

io. “A destra… a destra… “ rispose il capostazione sorridendo, quasi a

prenderci bonariamente in giro. Insomma alla fine facemmo la sua cono-

scenza, era davvero simpatico ma ad un certo punto guardando l’orologio

esclamai: ” E’ tardi, sarà meglio trovare un posto per dormire prima che

faccia buio”. Kevin disse: ”Se volete posso ospitarvi a casa mia, per me

sarà un piacere dal momento che l’unica persona sull’isola sono io e non

parlo con altri miei simili da un bel po’ di tempo”. “ Non so proprio co-

me ringraziarla”, risposi io e il capostazione aggiunse: ”Non c’è alcun

problema, la mia casa è molto grande e starete benissimo”. Sopraggiunse

la sera e Kevin ci portò nella sua accogliente casa con la promessa

l’indomani di farci esplorare l’isola a bordo del suo treno colorato, e così

fu. Il giorno seguente, di buon mattino, dopo aver fatto un’ insolita cola-

zione a base di latte di cammello versato in simpatiche noci di cocco

svuotate, con l’aggiunta di qualche biscottino al nero di seppia, partimmo

alla scoperta dell’isola abitata esclusivamente da animali straordinari.

Vedemmo dei posti incantevoli, animali mai visti sulla terra, incroci tra

varie specie. Mi colpì particolarmente un animale dal corpo di cervo e

dalla testa di struzzo, Kevin ci disse che era una delle specie più rare

sull’isola. Subito dopo passammo vicino ad un albero maestoso con ca-

stagne giganti e sui suoi rami appollaiati uccelli enormi con il becco di

falco e le zampe di gatto. Ma la cosa più bella in assoluto fu sicuramente

l’ultima tappa del nostro lungo e affascinante viaggio; giunti al centro

un monte, il capostazione fermò il treno e ci accompagnò all’ingresso di una ca-

verna. Dopo aver percorso uno stretto sentiero sotterraneo, giungemmo alla sor-

gente segreta di cioccolata, nutrimento per tutte le specie animali. Le pareti della

caverna in cui eravamo entrati erano tutte di liquirizia intercalate da stelline bian-

che di zucchero a velo, sembrava di essere sotto un bel cielo stellato in una fanta-

stica notte d’estate e sotto i nostri piedi, intorno alla sorgente, si stendeva un verde

prato di marzapane. Era un paesaggio da fiaba e noi ci stavamo dentro con grande

stupore ma anche con tanta gioia. Il tempo sull’isola passò velocemente e per me

ed i miei amici giunse l’ora di ritornare sul veliero per riprendere la rotta di casa.

Con un pò di dispiacere, salutammo il simpatico capo stazione, il quale ci pregò di

non aprir bocca con nessuno su quanto avevamo visto. E noi, dopo tanta gentilez-

za, non potevamo certo deludere la sua richiesta e ci lasciammo con la promessa di

non raccontare mai a nessuno le meraviglie dell’isola che non c’è ! “

Giulia Circhirillo 2ª E

1° NUMERO

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1° NUMERO SCHOOL NEWS

LA BIMBA E IL SOLE

C’era una volta una bimbetta

Che si sentiva sola soletta.

Un giorno guardò il sole

E pensò: “Forse potrà essere mio amico, sì o no?

Poverino, chissà come si sente

Tutto il giorno a non fare niente”.

Allora lo chiamò e gli chiese se voleva giocare a nascondino.

“Sì - le disse - ma solo un pochino“.

Invece giocarono quasi tutto il giorno

Dal pomeriggio fino al tramonto.

Finché il sole le disse: “Ora devo andare a riposare

Ma ci potremmo vedere anche altre settimane ,

tanto il sole sempre in cielo rimane”.

Alice Pafumi 5ª Classe

PLESSO GONA

SINESTRINA E DESTRETTA

Ciao, noi siamo le mezzepunte che usa Serena per fare ginnastica ritmica. Di solito

siamo sempre chiuse al buio nel borsone Palestrone insieme a tanti altri amici: le signo-

rine Clavettine, le salviettine profumate, la fune Funettina, il nastro Azzurrino e

l’elastico Verdone. A dire la verità siamo sempre molto annoiate e non vediamo l’ora

che inizi la settimana per metterci a lavoro. I giorni in cui veniamo utilizzate sono solo

quattro(lunedi, martedi, venerdi e sabato), però dobbiamo ammettere che sono dei gior-

ni faticosi, di duro lavoro. La giornata tipica per noi in palestra inizia con il cambio ne-

gli spogliatoi: finalmente usciamo dal buio del borsone e veniamo messe puntualmente

e in fretta ai “piedini’’ di Serena. Subito iniziamo ad essere sballottate con una bella

corsetta di circa 30 minuti: nessuna fatica, anzi è piacevole… ma poi inizia l’allenamento vero e pro-

prio con gli esercizi e allora eccoci saltare, sbattere e strisciare per tutta la palestra che tra l’altro non è

mai molto pulita, e così diventiamo di un colore indefinibile tra il marrone, il grigio e il nero; per non

parlare di quando per sbaglio ci cade un attrezzo sul “naso”, cosa che purtroppo è probabile che accada

a Sinestrina. Quando facciamo gli esercizi con l’elastico Verdone, Serena ci fa proprio girare la testa!!

Tutto questo comunque riusciamo a sopportarlo, ma c’è una cosa che ci dà davvero fastidio, quel

“profumino’’- se vogliamo chiamarlo così- che si sprigiona dai piedi di Serena dopo 3 ore di pale-

stra…! Finalmente alle ore 20.00 arriva di nuovo il momento di andare nello spogliatoio e con tutta

fretta veniamo tolte dai piedi e messe dentro il borsone Palestrone e così, scaraventate insieme ad altre

cento cose, sentiamo tutte le chiacchiere delle ragazze, che alla loro età hanno davvero tanto da raccon-

tarsi. Ogni tanto anche per noi arriva il momento di un bagno rilassante: la mamma di Serena ci immer-

ge in tanta schiuma profumata e poi ci lascia ad asciugare con il sole che picchia sulla pelle… e che

bello vederci così pulite e candide ! A dire il vero tutto ciò non succede spesso, visto che le nostre vec-

chie sorelle sono state messe da parte perché con i troppi lavaggi e sfregamenti si sono consumate. Do-

po tanti sacrifici il momento più bello per noi è quando Serena partecipa ad una gara: facciamo di tutto

per aiutarla ad ottenere il punteggio più alto e quando salta noi ci alziamo leggere, leggere insieme a

lei e cerchiamo di non farle fare errori. Allora, avreste mai creduto che era così difficile la vita di un

paio di mezzepunte ?!

Serena Fiamingo 1ª B

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LAVORANDO IN CLASSE ...

LA VERA AMICIZIA

In questo primo periodo dell’anno scolastico abbiamo affrontato un argomento a noi

molto vicino: la vera amicizia. Alla nostra età spesso si tende a confondere una sem-

plice conoscenza con l’ amicizia ma parlando e confrontandoci tra noi siamo riusciti a

cogliere il vero senso di questa parola che è paragonabile ad un tesoro. Ogni giorno

attraverso feste, interessi comuni e altri amici conosciamo tantissima gente ma quando

si parla di amicizia vera, abbiamo capito che bisogna essere cauti. Riflettendo insieme

ci siamo resi conto, infatti, che alla nostra età siamo circondati da tante persone ma

molti sono gli amici falsi e appiccicosi, che ti tradiscono alla prima occasione oppure

che ti stanno intorno finchè tutto và bene e non li ritrovi più quando hai veramente bisogno di loro. Trovare un amico vero dona

una gioia immensa, egli ti accetta con i tuoi pregi e i tuoi difetti, ti sta sempre accanto e ti ascolta con pazienza e se soffri è capa-

ce di rimanerti vicino e aiutarti anche con il suo silenzio, rispettando la tua riservatezza. Talvolta, tra noi adolescenti ma forse

anche tra i grandi, è facile commettere degli errori nei confronti degli altri ma quando l’amico è vero sa anche perdonare, purchè

non si ricada nello stesso errore. Ammettere i propri sbagli con l’amico e perdonarsi reciprocamente è frutto di un sincero e gran-

de affetto; talvolta, se ne vale la pena, mettere da parte l’orgoglio è la cosa migliore e denota carattere in una persona, più dello

stupido silenzio o dell’indifferenza che spesso subentra quando ci si rende conto di aver sbagliato nei confronti dell’altro. La

vera amicizia si esprime con un gesto, una parola, uno sguardo d’intesa… essa è come una fiamma che ci riscalda il cuore ma

che deve essere costantemente ravvivata senza dar nulla per scontato. L’amicizia è amore senza le sue ali.

Chiara Miriam Patanè

Giulia Circhirillo

2ªE

FILASTROCCA DELL’AMICIZIA

In fondo al nostro cuore, dove dimorano PACE e AMORE,

vive un altro bel sentimento; il più grande, il più contento...

è l’amicizia!

All’interno del nostro cervello, dove dimorano il FALSO e il VERO,

vive un altro bel pensiero; il più nobile, il più sincero…l’amicizia!

Fammi un sorriso, tendi la mano, vinci l’avarizia! Fai anche tu un gesto sincero, coraggioso, grande e…vero!!!

Irene Vecchio 2ª A

L’AMICO…

A volte pensando mi chiedo perchè

tra tante persone tu hai scelto me . . .

tutti dicono che chi trova un amico trova un tesoro

e io con te ho trovato l' oro !

Quando guardo il soffitto per un dolore,

so che ci sei tu a scaldarmi il cuore,

quando la solitudine mi attanaglia,

compari tu in una luce che abbaglia!

Sei l’ amico di tutte le ore

e hai un posto speciale nel mio cuore

Con te ho riso e pianto, e di tempo ne è passato tanto!

Ma quello che mi auguro più di tutto

è che tra noi non succeda niente di brutto. . .

che nessuno di noi procuri all' altro alcuna ferita

così da rimanere amici per tutta la vita.

Giannetto Marianna 2ª A

PAGINA 18 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

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1° NUMERO SCHOOL NEWS PAGINA 19

I COLORI DELL’AMICIZIA

L’amicizia è bella davvero,

ti colora il momento più NERO;

L’amicizia è dipinta di ROSA,

ti rende in grado di fare ogni cosa;

L’amicizia è macchiata di BLU,

ti fa saltare su e giù!

L’amicizia è colorata

e rende allegra ogni giornata !!!

Irene Vecchio 2ª A

LA PACE, UN SOGNO

ANCORA LONTANO IN

MOLTI PAESI DEL MONDO

In un passato non troppo lontano, le

guerre duravano molti anni perché

venivano combattute con armi diverse

da quelle di cui disponiamo oggi, tut-

tavia le persone che rimanevano ucci-

se non erano in numero inferiore ri-

spetto alle vittime di cui ogni giorno

sentiamo parlare in televisione. Certo

oggi la guerra è per noi una realtà

piuttosto lontana ma i mass media ne

portano quotidianamente l’eco nelle

nostre case e ci fanno riflettere su

quanto siamo fortunati a vivere al si-

curo da atroci conflitti. Basta guarda-

re la televisione o ascoltare la radio

qualche minuto per rendersi conto di

come l’ essere umano, sia stato

capace di creare armi sempre più

sofisticate ed efficaci; talvolta l'uomo pur di dimostrare la propria superiorità, è disposto a sterminare intere popolazioni. Se è

vero che nel mio paese la guerra non c’è, è anche vero che quotidianamente assistiamo ad una forma di “guerra civile” tra partiti

politici, combattuta verbalmente. Le guerre solitamente scoppiano per motivi di interesse economico e sono alimentate da colo-

ro i quali hanno in mano il potere; quando essi non riescono a trovare un accordo civile, ricorrono alle armi mandando a morte

milioni di persone innocenti. Secondo me l'ingiustizia peggiore è quella che deve subire la popolazione civile dello Stato in guer-

ra, costretta a vivere per anni col terrore di morire, costretta a proteggersi nei rifugi e se, per qualche fortuna riesce a sopravvive-

re, costretta a ritrovare le macerie della propria casa. Purtroppo, a combattere spesso non sono solo i militari, ma anche i bambi-

ni, privati della loro infanzia, trattati con brutalità, costretti a mettere a rischio la propria vita, essi riporteranno per sempre ferite

psicologiche che non riusciranno più a rimarginarsi. Pensando a questi miei coetanei e alle sofferenze delle loro famiglie, mi

rendo conto di essere davvero fortunata e mi auguro che il sogno di tutti… la pace nel mondo, un giorno possa realizzarsi, inol-

tre, sono convinta che tutti noi dobbiamo maturare un'altra filosofia di vita basata sull’ altruismo, sulla generosità e

sull’amore verso il prossimo, solo così tutti insieme riusciremo davvero a migliorare la qualità della nostra vita.

Giulia Nobile 2ª E

LA SOCIETA’ MULTIETNICA

La società multietnica è una realtà con cui tutti oggi siamo chiamati a confrontar-

ci. Essa è l’insieme di persone di diversa etnia, cultura, razza e religione che cer-

cano di convivere insieme pacificamente . Anche a Fiumefreddo è presente ormai

una grande varietà di culture, basta guardarsi intorno per vedere cinesi che gesti-

scono negozi di abbigliamento, marocchini che vendono oggetti vari in fiera,

rumene ed ucraine che fanno le badanti. Tutta questa gente si sposta dal proprio

paese di origine per vari motivi: ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di

vita, fuga dalla guerra o dalle persecuzioni per motivi politici o religiosi.

Le emigrazioni o le immigrazioni possono essere momentanee o permanenti, ciò vuol dire che ci sono persone che si trasferisco-

no in posti diversi dal loro paese d’origine solo per un breve periodo, per guadagnare un po’ di più e mandare i soldi a casa dai

loro parenti, con la speranza sempre di ritornare ma ci sono anche persone che si trasferiscono definitivamente in un paese diver-

so dal loro e cercano di integrarsi, perchè non vogliono o non possono più tornare nel luogo d’origine. Dinanzi alle persone di

diversa cultura non dobbiamo avere atteggiamenti di intolleranza o di razzismo, inoltre, non dobbiamo aver paura e meno che

mai fare loro violenza, tutti questi atteggiamenti negativi che invece alcuni continuano ad avere nei confronti del “diverso” sono

soltanto frutto di ignoranza. Dobbiamo aprirci, invece, al dialogo ed al confronto, parlare e conoscerci e accogliere chi è diverso

da noi senza mai dimenticare però le nostre tradizioni e la nostra cultura; il rispetto tra le diverse culture, infatti, deve essere

sempre reciproco: ad esempio un mussulmano non deve pretendere che noi togliamo dalle nostre scuole e dalle nostre case i

segni delle nostra fede così come noi andando nel suo paese siamo pronti ad adottare dei comportamenti di rispetto per la sua

cultura. Ancora oggi, tuttavia, molte persone non hanno un giusto atteggiamento verso gli extracomunitari, li picchiano e li e-

marginano come già è stato fatto in passato, ricordiamo infatti che durante la Shoah, la minoranza degli ebrei venne perseguitata

e sterminata; in India poi gli inglesi sfruttarono per lungo tempo gli indiani prima che Ghandi li liberasse dall’oppressione attra-

verso una lotta non violenta; infine, i neri americani sono stati a lungo discriminati e ritenuti inferiori dai bianchi, finchè un uo-

mo coraggioso, M. Luter King, lottando per le pari opportunità, li ha aiutati a difendere il loro diritto di esseri umani. Oggi dopo

l’elezione a Presidente degli Stati Uniti di Obama i neri si sono veramente riscattati e il successo di quest’uomo di colore, dive-

nuto oggi l’uomo più potente del mondo, deve essere per noi tutti di insegnamento affinchè ciò che è accaduto nel passato, vio-

lenza e discriminazione verso il “diverso “ non accada mai più. Purtroppo, però, proprio in Italia, un paese che si dice

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SOGNO DI UNA BAMBINA

In un piccolo paesino su una collina,

abita una bambina un po’ strana,

è piccola, molto graziosa e ricciolina,

e viene da una città molto lontana;

porta una veste alquanto curiosa,

e ha la pelle color del cioccolato,

va a scuola ed è molto laboriosa,

e gioca col suo fratellino dopo aver studiato.

Non ha amici ed è emarginata,

viene offesa continuamente,

per la sua carnagione è stata allontanata,

si sente sola, sicuramente;

“Sei brutta! Sei scura!”

le dicono tutti i bambini

resta tra le tue quattro mura

e non rovinarci i nostri giochini.

Non può giocare con le altre compagne,

né avere gli stessi diritti,

per questo vorrebbe gridare dalle montagne

“Non siamo diversi, non facciamo conflitti!”;

lei desidera un mondo migliore,

dove razzismo e pregiudizi sono solo illusioni,

un mondo in cui regni l’amore,

e non ci siano incomprensioni.

Questo sogno si potrebbe avverare,

ma tutti gli uomini dovrebbero apprendere

che dalla pelle non si può giudicare,

invece prima bisogna comprendere

che la diversità è un grande valore

che deve abbattere le frontiere,

senza tener conto del colore

e l’amicizia più di tutto deve valere.

Nobile Giulia 2ª E

democratico e per le pari opportunità, negli ultimi tempi il ministro della

pubblica istruzione Gelmini ha parlato di “classi ghetto” per gli alunni

extracomunitari, se ciò dovesse accadere sarà una gravissima forma di

razzismo e discriminazione. La “diversità” pertanto deve essere considera-

ta non come sinonimo di inferiorità o come un problema da risolvere ben-

sì come un valore, un dono. Già dallo scorso anno, quando nella nostra

classe ci sono stati numerosi problemi disciplinari, la nostra insegnante di

lettere ci ripeteva che tutti noi siamo uguali nel diritto ma siamo diversi

nella nostra specificità e come tali dobbiamo cercare di rispettarci recipro-

camente e convivere pacificamente. Anche la nostra Preside qualche gior-

no fa ce lo ha ricordato. “Il rispetto per la diversità”- ci ha detto-” inizia sui

banchi di scuola e quest’ultima è come uno sgabello con tre piedi ( la fa-

miglia, i docenti e noi alunni) e se soltanto uno di questi sostegni viene

meno al rispetto reciproco, la scuola non può raggiungere il suo principale

obiettivo cioè quello di farci diventare uomini e buoni cittadini”. “Il mon-

do è bello perché è vario” e che gusto ci sarebbe ad essere tutti uguali ?

Dalla diversità possiamo imparare usi costumi e tradizioni diverse e mi-

gliorarci, inoltre, non dobbiamo dimenticare che un giorno per qualche

motivo potremmo ritrovarci anche noi ad essere “diversi” in un paese sco-

nosciuto e vorremmo essere accolti e rispettati, pertanto “cerchiamo di non

fare agli altri quello che non vogliamo venga fatto a noi stessi”!

Rita Gambino, Giulia Nobile, Salvo Di Bella, Giulia Circhirillo, Chiara

Gambacorta e Giulia Trippiedi 2ª E

INSIEME NELLA DIVERSITA’

Non importa se sei “diverso”, soltanto insieme coloriamo l’universo, un mondo allegro e pieno di colori come un bel prato pieno di tanti fiori ! Non importa la tua lingua, la fede o la religione se insieme canteremo una splendida canzone,

dicendo a tutti con cuore sincero che l’amore è ciò che conta davvero ! Senza riserve ci scambieremo affetto perché ogni uomo merita rispetto. Insieme ad altri ragazzi di tutti i colori, faremo battere all’unisono i nostri cuori e danzeremo intorno al mondo un meraviglioso girotondo. Andremo poi in giro in allegria per portare a tutti l’armonia. Tra lingue, colori e paesi diversi se rimarremo vicini non ci sentiremo mai persi, anzi potremo gridare forte al mondo l’importante cos’è, non aver paura di chi è diverso da te !

Paola Lo Giudice 2ª E

PAGINA 20 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

Page 21: IL PIACERE DI VENIRE A SCUOLA - icvergafiumefreddodisicilia.it · 1° NUMERO SCHOOL NEWS FESTA DELL’ACCOGLIENZA CASTELLO — GONA Come è ormai consuetudine, da parecchi anni gli

LE OLIMPIADI : DALL’ANTICA GRECIA AI GIORNI NOSTRI

Solo pochi mesi fa tutti, chi più chi meno, abbiamo seguito in televisione l’evento sportivo mondiale delle Olimpiadi 2008 che si

sono svolte a Pechino. Ebbene, sembra assurdo, ma l’origine e il vero spirito delle Olimpiadi risale a quasi 3000 anni fa, all’età

dei greci. Le prime Olimpiadi si svolsero, infatti, nel lontano 776 a.C. e fu tale la loro importanza che a partire da questo mo-

mento furono usate come base per una datazione più generale. Erano dedicate ad una divinità, si svolgevano durante l’estate,

ogni 4-5 anni e duravano 7 giorni, di cui il primo dedicato ai giuramenti ed ai sacrifici degli atleti, i successivi 5 alle gare vere e

proprie e l’ultimo alla premiazione dei vincitori. Originariamente i giochi olimpici erano quattro e si dividevano in Olimpici

(dedicati a Zeus ), Pitici (dedicati ad Apollo), Nemei (dedicati a Zeus ), Istmici (dedicati a Poseidone). La partecipazione ai gio-

chi olimpici non era libera: i concorrenti dovevano essere solo maschi e greci (solo dopo la conquista romana furono ammessi ai

giochi anche i romani); dai giochi era escluso chi commetteva un omicidio o chi rubava in un tempio. Le principali gare erano la

gara di corsa di uno stadio, la prova del pentathlon (corsa, salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta) a cui si

aggiunsero nel tempo il pugilato, il "pancrazio" (una lotta senza esclusioni di colpi) e, la gara più estrema, quella con i cavalli e i

carri introdotta nella 25ª Olimpiade (680 a.C.). Subito dopo la vittoria tutti gli atleti indossavano una benda di lana color porpora

e nella mano destra tenevano un ramo di palma. Il premio per i vincitori era solo simbolico: era, infatti, costituito da un ramo-

scello d’ulivo selvatico intrecciato a mo’ di corona con cui si cingeva il vincitore. La vittoria aveva comunque un grande valore

perché il vincitore, tornato a casa era trattato da eroe e poteva rivestire importanti cariche nella vita sociale (a Sparta, ad esem-

pio, godeva del privilegio di far parte degli omoioi, di combattere, cioè, a fianco del re). Era tale l’importanza dell’evento che, in

occasione dei giochi olimpici, si sospendevano anche la guerre, con la cosiddetta “tregua sacra”. I giochi si svolsero così fino al

200 a.C. e successivamente si svolsero in maniera meno rigorosa fino alla sospensione definitiva nel 393 d.C., ad opera

dell’imperatore Teodosio, perchè ritenuti riti pagani, in contrasto con la religione cattolica. La ripresa dei giochi avvenne dopo

ben 2672 anni per merito del barone Pierre de Coubertin, grande appassionato dello sport che, con la sua perseveranza ed inve-

stendo buona parte dei suoi capitali, fece risorgere il mito delle olimpiadi nel 1892. Nel 1896 si tennero ad Atene le prime olim-

piadi dell’era moderna e da allora i giochi si svolgono ogni 4 anni e sono la manifestazione sportiva più attesa in tutto il mon-

alle olimpiadi estive di Parigi fu abbinata una settimana degli sport in-

vernali sul ghiaccio e sulla neve, nel 1926 fu riconosciuta la Prima Olim-

piade invernale fino a quando, nel 1996, si separarono i due eventi a

distanza di due anni. La attuale bandiera olimpica raffigurante cinque

anelli intrecciati in campo bianco non è una scelta casuale: i colori scelti

sono infatti presenti nelle bandiere di tutte le nazioni, quindi la loro com-

binazione simboleggia tutti i Paesi, mentre l’intreccio degli anelli rappre-

senta l’universalità dello spirito olimpico. Attualmente sono 203 i paesi

che partecipano alle olimpiadi e, a differenza dell’antica Grecia, senza

esclusione delle donne. Come nell’antica Grecia ancora oggi è importan-

te la cerimonia di apertura: si comincia con danze, canti e coreografie

ispirate al folklore e alla storia del paese ospitante; si continua con la

sfilata degli atleti che marciano nello stadio divisi per nazione; quindi si

sente l’inno olimpico e viene issata la bandiera olimpica vicino a quella

del paese ospitante e infine arriva il momento emozionante in cui entra

nello stadio la torcia con la fiamma olimpica che accende il braciere,

dove il fuoco olimpico arderà per tutta la durata dei giochi. Contempora-

neamente vengono liberate delle colombe, simbolo di pace. La cerimo-

nia di chiusura è più semplice e meno formale di quella di apertura: gli

atleti entrano nello stadio mescolati tra loro, senza distinzione per nazio-

ne, viene spento il fuoco olimpico e la bandiera olimpica viene calata e

consegnata al sindaco della città che ospiterà la successiva edizione delle

olimpiadi. Rispetto all’antica Grecia, le discipline sportive sono aumen-

tate (nel 2000 ce ne erano ben 28) e hanno visto l’inserimento di sport

“moderni” come, solo per citarne alcuni, lo snowboard, beach volley,

baseball, canoa, canottaggio, slalom, ciclismo, montainbike, nuoto, pal-

lanuoto, pallacanestro, palla a mano, pallavolo, tennis. Oggi, come ieri,

il sogno degli atleti olimpici è salire sul podio, vincere la medaglia d’oro

e, sebbene -a nostro avviso- giustamente il Coni abbia anche previsto un

premio in denaro, fortunatamente non si parla ancora dei guadagni da

capogiro di altri campioni sportivi (si pensi ai calciatori, ai piloti di for-

mula uno, etc…) e prevale lo spirito agonistico nel senso più nobile del

termine; lo sport, inoltre, alle olimpiadi viene inteso come momento di

incontro tra popoli di diversa nazionalità. Sappiamo che è impossibile,

ma sarebbe bello anche riprendere dall’antica Grecia un'altra caratteristi-

ca importante: la sospensione delle guerre, la “tregua sacra”.

Ciancio Lorenza, Giannetto Marianna , Landro Rachele,Patanè

Lidia e Di Bella Simona 2ª A

1° NUMERO SCHOOL NEWS PAGINA 21

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CAMPIONI SI’ MA UMANI COME NOI

C’’ erano una volta e ci sono ancora delle persone forti, ammirate da tutti, invincibili nel loro lavoro...i cosiddetti “campioni

sportivi”. Purtroppo alcuni di loro si sono imbattuti nel peggior nemico dello sport: l’ infortunio. Calciatori, piloti, atleti... tutte

persone straordinarie, credute speciali, fortunate, irraggiungibili, “diverse” da noi, che davanti ad un incidente, però, diventano

esseri umani, comuni mortali, vulnerabili come noi. Tanti sono gli esempi: solo per citarne alcuni, l’atleta Federico Chiarugi,

amico del celebre Jury Chechi, che a causa di una capriola mal riuscita è rimasto paralitico; il pilota di formula 1 Alessandro

Zanardi che, a causa di un brutto incidente durante una gara nel 1999 in Canada, ha dovuto subire l’amputazione di entrambe le

gambe; Salvatore Gorritano, un calciatore che si è ammalato di leucemia, forse a causa di sostanze dopanti che gli sono state

somministrate dai medici di gara prima di una partita; Stefano Borgonovo affetto da Sla ( sclerosi laterale miotrofica). L’elenco

purtroppo sarebbe ancora lungo e ogni singola storia è la storia di uomini che da campioni, all’apice del successo e della carriera,

improvvisamente si sono trovati senza un lavoro, senza più fama, senza possibilità, a volte, di condurre una vita “normale”. Tanti

talenti sprecati... campioni sì, ma umani come noi !

Giannetto Adalgisa, Mauro Laura, Melita Enrica,

Musumeci Alessandra e Vecchio Irene 2ª A

DALL’UOMO PRIMITIVO AI

GIORNI NOSTRI: UN MONDO

DI SPORT

Conoscere la storia dello sport è come conoscere e

seguire la storia e le abitudini dell’uomo nei secoli.

Già l’uomo primitivo, poiché cacciava e inseguiva le

prede, poteva considerarsi sportivo, ma la sua attività

fisica era priva di agonismo, in quanto aveva il solo

obiettivo di procurarsi il cibo e lottare per la soprav-

vivenza. Attorno al IV millennio, presso gli Assiro-

Babilonesi, in Mesopotamia, si esercitava il nuoto,

l’equitazione e la lotta, mentre nel 2700 A.C., presso i

Cinesi, altre attività sportive (come il gioco della pal-

la) legate a cerimoniali religiosi e finalizzate a propi-

ziare la fertilità e l’abbondanza e poco più tardi, nel

2500 A.C., presso gli Egizi, si svolgevano incontri di

pugilato. I primi ad organizzare vere e proprie gare

sportive di competizione furono i Greci, prima dedi-

cate ai defunti e successivamente in onore delle divi-

nità (si pensi alle famose Olimpiadi), in occasione di

festività religiose e civili. Fu così che in Grecia lo

sport assunse le caratteristiche di un fenomeno di

larga diffusione, come ai giorni nostri, sia per il nu-

mero delle competizioni sia per la nascita dei primi

casi di professionismo e divismo da parte degli atleti

più famosi. Nel mondo greco, dalla prima alla diciot-

tesima Olimpiade, si aggiunsero via via sempre più

gare, da quella del “diaulo” (una prova di velocità

prolungata) alla lotta e al pentatlon (corsa, salto, lan-

cio del disco, getto del giavellotto, lotta in piedi).

Anche gli Etruschi (VII-IV sec. a.C.) celebravano

giochi sportivi soprattutto in occasione di cerimonie

funebri, ma anche all’interno di spettacoli organizzati

dalle comunità per solennità cittadine o particolari

eventi politici e gli atleti si cimentavano in specialità

come il lancio del giavellotto e il lancio del disco.

Tipiche del mondo romano furono, invece, le gare di

cavalli e di carri, ma la concezione dello sport cam-

biò: lo sport veniva praticato in forma cruenta e spet-

tacolare (pensiamo ad esempio ai ludi gladiatori) e

serviva a vincere la noia del popolo e a soffocare e-

ventuali rivolte contro l’impero; inoltre le singole

attività sportive erano praticate per esigenze militari:

i giovani si allenavano e gli esercizi comprendevano l’equitazione,

il tiro con l’arco, la lotta, il lancio del giavellotto, la scherma e la

corsa con le armi. Nel Medioevo la pratica sportiva faceva parte dei

principi della cavalleria, ma dobbiamo arrivare al periodo

dell’Umanesimo e del Rinascimento per intendere lo sport con le

sue caratteristiche attuali, cioè non più legato a presupposti di ordi-

ne etico-religioso. Dall’inizio del Seicento si moltiplicarono gli

studi e le riflessioni sull’attività fisica sportiva come attività deter-

minante ai fini della formazione completa ed equilibrata dell’essere

umano. Nell’Europa del XVIII sec. si va affermando una concezio-

ne dell’educazione fisica basata su tre scopi fondamentali: militare,

sportivo ed igienico. Alla fine dell’Ottocento si ebbe una prima

obbligatorietà degli esercizi fisici nelle scuole e, durante il regime

fascista, il compito delle scuole diventa predisporre, preparare e

conservare energie fisiche e morali necessarie alle esigenze belli-

che. L’educazione fisica e lo sport diventano così un fenomeno di

massa: tutti, ragazzi e ragazze, sono sollecitati a praticare attività

fisica. Nel 1928 le attività sportive vengono regolate all’interno del

Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e in questi anni nac-

que il primo Istituto ISEF per al formazione dei docenti di educa-

zione fisica. Dopo la seconda guerra mondiale la corsa e il cicli-

smo, in particolare, si svilupparono enormemente e inizia la spet-

tacolarizzazione dello sport, anche grazie ai mass-media e, purtrop-

po, anche all’uso di sostanze dopanti nocive all’organismo. Negli

ultimi decenni, infine, sembra che si faccia sport solo per

scolpire corpi atletici e per ottenere una linea perfetta e non per

ottenere un benessere fisico e psicologico.

Lombardo Antonio 2ª A

PAGINA 22 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

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LO SPORT … IL MIGLIORE ALLEATO PER IL BENESSERE

FISICO E MENTALE

Durante il primo periodo dell’anno scolastico abbiamo riflettuto attraverso delle piacevoli conversazioni di gruppo sul nostro rap-

porto con lo sport e su quanto sia importante l’attività fisica per il nostro benessere fisico e mentale. Ci siamo resi conto che prati-

care sport quotidianamente è molto importante, esso deve rappresentare un momento di piacere e di divertimento perché nel fare

attività fisica si tende a dimenticare tutto pensando solo a quello che si fa. L’attività sportiva è un’ occasione per stare insieme ai

vecchi amici ma anche per dar vita a nuove amicizie; inoltre, essa aiuta a rilassare sia il corpo sia la mente, dopo una giornata

stressante e faticosa. Lo sport è utile per imparare il rispetto delle regole e vivere da buoni cittadini, in quanto nel suo piccolo esso

rappresenta la convivenza all’interno di una piccola società: come nella società, così all’interno di un qualsiasi gioco di squadra o

altra attività, ognuno ha i suoi compiti e il suo ruolo ben preciso e deve rispettare delle regole. La disciplina sportiva, inoltre, ci

educa anche ad accettare la sconfitta, perché nella vita non si può sempre vincere. Riflettendo ci siamo resi conto, inoltre, che fare

sport aiuta a mantenersi giovani, un po’ di moto è sempre consigliato anche se non si può andare in palestra, infatti, una passeg-

giata in bici o a piedi non ha mai fatto male a nessuno. Praticare qualche attività fisica poi è importante a tutte le età, non è raro,

infatti, vedere bambini inferiori ai cinque anni che vanno in palestra o anziani di oltre sessant’anni che fanno jogging. Per bambi-

ni e ragazzi è molto importante fare sport per meglio sviluppare le ossa e i muscoli, prevenendo alcune patologie che si presen-

tano durante la crescita quali scoliosi, cifosi, lordosi …. Leggendo alcuni brani antologici e facendo alcune ricerche

abbiamo scoperto che esiste addirittura una Carta Europea

dello sport, in cui sono indicati i diritti e i doveri degli atleti,

le norme degli impianti sportivi e le regole a cui sono soggetti

gli allenatori. Nello sport non ci dovrebbero essere persone

scorrette, purtroppo però, soprattutto nel calcio, dove ci sono

di mezzo forti interessi economici, le squadre cercano spesso

di vincere facendo un gioco sporco, ovvero pagando gli arbitri,

oppure facendo assumere droghe ai giocatori per aumentare le

loro prestazioni fisiche. Queste irregolarità naturalmente sono

assolutamente vietate e chi le compie viene severamente puni-

to dalla legge, tuttavia, esse sono ormai molto diffuse e per la

polizia è sempre più difficile scovare i colpevoli, infatti, la

maggior parte delle volte, si deve ricorrere alle intercettazioni

telefoniche, sperando di scoprire più imbrogli possibili. Discu-

tendo insieme e confrontando le nostre opinioni

sull’argomento, siamo arrivati quindi alla conclusione che la

parola sport deve essere sinonimo di svago, divertimento,

relax e sana competizione, anche se, talvolta, persone poco

intelligenti la fanno diventare espressione di violenza. Sono

molte, infatti, le vittime causate dalla violenza sportiva soprat-

tutto negli stadi nonostante lo Stato abbia cercato di fissare

delle pene severe e la polizia cerchi continuamente di interve-

nire laddove è necessario, anche grazie all’aiuto di telecamere

a circuito chiuso e la reclusione nei casi più gravi. Tuttavia

queste leggi sembrano risultare inadeguate, infatti, in Italia,

negli ultimi anni, sono aumentati del 118% i feriti, del 32% gli

episodi criminosi e del 43% le aggressioni alle forze

dell’ordine. Ci siamo convinti pertanto che prima di tutto biso-

gnerebbe educare noi giovani ad un maggiore grado di civiltà e

poi eventualmente applicare leggi molto più rigide e severe

come si fa da qualche anno in Inghilterra, dove una situazione

peggiore della nostra è stata in parte risolta. Comunque se cia-

scuno di noi nel suo piccolo dicesse basta alla violenza e allo

sciagurato teppismo e dicesse sì allo sport come svago, diverti-

mento e sana competizione, sicuramente esso si riapproprie-

rebbe definitivamente del suo vero significato e avrebbe il

valore che per fortuna ha ancora oggi per molti di noi.

Rita Gambino

Giulia Nobile

Salvo Di Bella

2ª E

“ UN DISASTRO AMBIENTALE ” A

POCHI PASSI DAL NOSTRO MARE

Abbiamo appreso, leggendo il giornale, che un grave disastro

ambientale è in atto sul nostro territorio di Fiumefreddo, presso

l’ex cartiera “SIACE”, e che nessuno ha fatto niente per evitar-

lo fino ad oggi. La nostra maestra ci ha spiegato che circa

vent’anni fa questa cartiera funzionava bene, c’era benessere

per tutti e, purtroppo, quando è stata chiusa non sono state a-

dottate le misure di sicurezza affinché tutti quei prodotti tossici

che venivano utilizzati fossero smaltiti. I capannoni, ricoperti

di eternit, un materiale che sappiamo quanto possa essere noci-

vo per la salute, è rimasto a deteriorarsi, polverizzandosi e di-

sperdendosi nell’ambiente per tutti questi anni. Noi bambini

siamo rimasti meravigliati da tutto questo perché a scuola ci

insegnano a rispettare la natura facendo la raccolta differenzia-

ta, ci insegnano a non sprecare l’acqua che è un bene prezioso

e non illimitato, a non buttare cartacce a terra, e tanti altri ac-

corgimenti per salvaguardare la natura. Noi pensavamo che la

“Bandiera Blu” la dessero solo a quei paesi che potessero van-

tare un “mare incontaminato”, “spiagge pulite”, “aria pulita”….

ma allora com’è possibile che l’abbiano data a noi? Forse non

se ne sono accorti, visto che questa estate il Comune ha predi-

sposto il parcheggio proprio nello spazio davanti alla cartiera.

Speriamo che al più presto si possa correre ai ripari e che tolga-

no tutto quel materiale che inquina il territorio, uno dei più

belli del nostro litorale! C’è una riserva naturale da salvare e

un mare stupendo, altrimenti rischiamo di non poterci più anda-

re e, purtroppo, anche di ammalarci.

Classe 5ª PLESSO GONA

1° NUMERO SCHOOL NEWS PAGINA 23

Page 24: IL PIACERE DI VENIRE A SCUOLA - icvergafiumefreddodisicilia.it · 1° NUMERO SCHOOL NEWS FESTA DELL’ACCOGLIENZA CASTELLO — GONA Come è ormai consuetudine, da parecchi anni gli

PAGINA 24 SCHOOL NEWS 1° NUMERO

1) Cosa ne pensa delle classi "ghetto" per gli extracomu-

nitari previste dal nuovo ministro? ( Nicotra Luca 2ª E )

Credo sia stata una grossa "svista" amplificata giusta-

mente dalla stampa. Chiunque vive nella scuola sa bene

che l'integrazione passa attraverso l'accettazione dell'al-

tro e la valorizzazione delle diversità. Il problema della

lingua lo si affronta all'interno delle classi e delle scuole

con altri interventi, primo fra tutti la presenza di un

mediatore linguistico-culturale. Ma una figura specifica

costa ed allora entrano in campo altri Ministeri.

2) Come è stato per lei questo nuovo inizio di anno scola-

stico dopo il superamento dell'anno di prova? ( Giulia

Circhirillo 2ª E )

Direi entusiasmante: ho ritrovato i "miei" docenti e tut-

to il personale pieno di fiducia nei confronti del modello

di scuola in cui credo, pronti a seguirmi ed a scommet-

tersi professionalmente; io, più sicura, spero di non de-

ludere nessuno.

3) Qual è la sua opinione riguardo ai nuovi criteri di valu-

tazione scolastici? ( Simone Vasta 2ª E )

Il problema dei voti, in sostituzione dei giudizi, è un

falso problema. Il vero problema è cosa si valuta, chi lo

valuta e che incidenza ha sulla promozione di un alunno

alla classe successiva. Io ritengo, e spero di non essere

smentita da nessuna norma ministeriale, che la valuta-

zione delle prestazioni debba essere un elemento della

valutazione globale e non l'unico che possa determinare

l'ammissione. Sarebbe estremamente riduttivo e certa-

mente non formativo non poter ammettere alla classe

successiva un alunno perché ha un 5 in una disciplina e

non potere valutare, caso per caso, come fino ad oggi ha

fatto il Consiglio di Classe.

4) E' d'accordo con i continui scioperi della scuola?

( Chiara Patanè 2ª E )

No, se a scioperare sono gli alunni. Lo sciopero è una

manifestazione di protesta legittima ed a volte, come

quello del 30 ottobre, indispensabile. Chi sciopera, se

parliamo di lavoratori, dovete sapere che paga di perso-

na in termini economici e lo fa perché ci crede. Ecco il

motivo per cui non condivido quello degli alunni ma

auspico in momenti importanti, come quello di questi

giorni, che la protesta sia forte e veda al fianco docenti e

genitori: la posta in gioco non è solo il posto di lavoro di

tanti ma il vostro futuro.

5) Come si sta trovando a dover gestire i diversi cambia-

menti fatti dal Ministro Gelmini? ( Giulia Nobile 2ª E )

Finora, di fatto, poco è cambiato: l'educazione civica,

nella nostra scuola, si è sempre studiata; i voti hanno

solo sostituito gli aggettivi. Diverso sarà quando saran-

no emessi i regolamenti attuativi: saranno questi che

codificheranno i cambiamenti. La mia preoccupazione è

però rivolta essenzialmente alla scuola primaria ed alla

scuola dell'infanzia: la riduzione di orario e l'introduzione

di un solo insegnante per tutte le discipline renderà più

difficile fornire un servizio di qualità a ciascun alunno.

6) Quali sono i miglioramenti che vuol fare nella nostra

scuola e come intende gestire eventuali lavori di ristruttu-

razione che il Comune potrebbe avviare ad anno scolastico

iniziato ? ( Giulia Trippiedi, Chiara Gambacorta, Stefania

Grasso, Laura Tropea, Manuel Crimi e Rossella Tomar-

chio 2ª E )

Se dipendesse dalla mia volontà e se avessi l'autorità per

fare tutti i miglioramenti che desidero per la nostra scuo-

la, comincerei con il sostituire i pavimenti, dipingerei le

pareti con tinte vivaci, sistemerei i bagni e proverei a cre-

are degli altri spazi restringendo il cortile. Sicuramente

sento la mancanza di un'aula magna, di una vera bibliote-

ca e di almeno un altro laboratorio oltre, ovviamente, una

sala docenti degna di questo nome. Ma questi sono sogni:

l'edificio scolastico è di proprietà del Comune e so bene

che questi è nell'impossibilità di realizzare i miei sogni.

Tuttavia sono stati appaltati dei lavori di ristrutturazione

per rendere più sicuro l'edificio e, di questo sono certa,

tutto ciò che sarà possibile migliorare sarà fatto. Su come

gestirò il periodo dei lavori non posso esprimermi perché

dipende dai tempi e dalle proposte che riceverò dall'Am-

ministrazione comunale, tuttavia, la tutela del servizio

scolastico e del benessere di voi alunni sarà di certo il

principio che ispirerà le mie decisioni, di questo potete

starne certi.

7) Questo è il secondo anno in cui si trova in questa scuola:

quali sono stati i problemi più gravi che ha dovuto affronta-

re e quali le più grandi soddisfazioni che ha avuto ? ( Laura

Mauro 2ª A )

Ad un anno dal mio ingresso in questa Scuola è giusto

che mi si chieda un bilancio. Quali i problemi più gravi:

sicuramente quelli legati a voi ragazzi e all’equilibrio nel

garantire il diritto allo studio di tutti voi, senza dimenti-

care gli alunni più difficili, che di questo diritto non sono

consapevoli; cercare, inoltre, di trovare l'equilibrio nel

sanzionare i comportamenti scorretti mantenendo però

alto il carattere formativo delle stesse sanzioni disciplina-

ri. Non è stato facile, spero però di esserci riuscita. Per

quanto riguarda poi le mie più grandi soddisfazioni

anch’esse sono legate a voi ed ai vostri docenti, a tutti i

miei ragazzi: piccoli e grandi! I vostri successi, le vostre

conquiste, i vostri sorrisi e, perché no, anche le lacrime di

tanti vostri compagni, sono state per me fonte di gioia e

soddisfazione. E poi i docenti: veder crescere giorno dopo

giorno la fiducia e la stima nel mio operare, vederli lavo-

rare insieme a progettare, a sperimentare, a costruire la

scuola per voi, per ciascuno di voi, il sentirli vicini a me

anche quando chiedo troppo, tutto questo è una grande

soddisfazione !

IL DIRIGENTE SCOLASTICO RISPONDE