IL PIÙ IMPORTANTE CONTENITORE DI POESIA BERNESCA: IL …

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DANILO ROMEI IL PIÙ IMPORTANTE CONTENITORE DI POESIA BERNESCA: IL COD. LANDAU FINALY 136 DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE Banca Dati “Nuovo Rinascimento” www.nuovorinascimento.org immesso in rete il 25 marzo 2015

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DANILO ROMEI

IL PIÙ IMPORTANTE CONTENITORE DI POESIA BERNESCA:

IL COD. LANDAU FINALY 136DELLA BIBLIOTECA NAZIONALE CENTRALE DI FIRENZE

Banca Dati “Nuovo Rinascimento”www.nuovorinascimento.org

immesso in rete il 25 marzo 2015

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Il cod. Landau Finaly 136 della Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (d’o-ra in poi LF) non è solo il più importante, ma in assoluto il più esteso contenitore diterze rime bernesche del Cinquecento: un’imponente silloge di 146 capitoli1 (più 3sonetti e un componimento ibrido). Non pochi, se si considera che il primo canonegiuntino del 1548 ne conta 79 e il secondo del 1555 ne conta 66 (attingendo entram-bi a piene mani alle stampe anteriori).2 Ma più dei numeri conta la sostanza, ovveroil fatto che il testo appare indipendente dalla tradizione editoriale. Il fatto è già statoaccertato per Francesco Maria Molza e per Giovanni Mauro d’Arcano. Infatti FrancoPignatti colloca l’attestazione del capitolo Dell’Insalata del Molza contenuto nel co-dice (cc. 290r-294v) a un piano molto alto dello stemma da lui ipotizzato e ben al disopra delle stampe.3 Ma la conferma più importante viene dal Mauro: Francesca Jos-sa ha dimostrato che il testo di LF non solo è alternativo al textus receptus ma addi-rittura poziore (in particolare rispetto a G1, che appare, al confronto, non solo de-scritto da stampe anteriori, ma oggetto di arbitrarie e nefaste innovazioni) e quindida privilegiare in sede ecdotica.4 Sondaggi condotti da me sul testo del Berni mo-strano se non altro una variantistica inesplorata.5 Mi azzarderei ad affermare altret-tanto per i capitoli di Anton Francesco Grazzini detto il Lasca, pur nella limitatezzadel campione disponibile.6 Naturalmente il materiale testuale raccolto in LF è tal-mente vasto che accertamenti completi, sempre auspicabili, saranno possibili soltan-to con il beneficio del tempo.

In ogni caso si può già additare nei 54 inediti ospitati in LF un radicale motivodi divergenza dalla tradizione a stampa. Si tratta di 33 capitoli anonimi, opera per lopiù di modesti imitatori, ma anche di 21 capitoli con attribuzione esplicita: 4 di An-drea Mancinelli, 3 di Mattio Franzesi, 2 di Cesare da Fano, Fermo da Pisa, GiovanniMauro, 1 di Giovanni Andrea dell’Anguillara, Mino Celsi, Lelio [?] Capilupi, Iaco-po Sellaio, Pietro Nelli, Alessandro Piccolomini, Tarpeo [?], Toscano [?]. E alcunidi questi nomi sono piuttosto stuzzicanti, a cominciare da Giovanni Mauro d’Arca-no, che con conosce novità dal 1548, proseguendo con Lelio Capilupi (se, come cre-do, il Capilupo di c. 166v è lui), Alessandro Piccolomini, Pietro Nelli, Mattio Fran-

1 Tre di questi, peraltro, risultano mutili a causa di interventi censori: il capitolo di [Papa Adriano] delBerni, del quale sopravvivono le ultime tre terzine e il verso di chiusura biffato a c. 53r, e l’anonimocapitolo [Della Merda] del quale sopravvivono la prima e l’ultima pagina (cc. 318v e 319r) con la par-te centrale stracciata. Risulta mancante del tutto il capitolo [Delle lodi del menarsi il cazzo], che com-pare nell’indice manoscritto con riferimento alla cc. 378-380 della vecchia numerazione. A questi siaggiunge il capitolo Al Naldino (O buona gente che ui dilettate) incompleto alle cc. 45r-46r, seguiteda un pagina bianca e quindi non terminato di esemplare.

2 Il riferimento bibliografico è – ovviamente – a G1 e G2.3 Cfr. PIGNATTI 2013, pass. e in part. pp. 49-53.4 Cfr. Nota al testo, in JOSSA 2015, pp. 55-93.5 Nessuno degli editori del Berni ha finora recensito LF; il codice non è recensito in CORSARO 1997

neppure per Giovanni Della Casa.6 LF non è recensito da Carlo Verzone in GRAZZINI 1882.

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zesi, Iacopo sellaio; altri nomi sono affatto sconosciuti o incerti e richiederanno unapprofondimento. E si devono aggiungere le attribuzioni talvolta in conflitto conquelle delle stampe.

Detto questo a guisa di proslogio per inquadrare la questione nel suo comples-so, entriamo nella selva delle precisazioni codicologiche.

Di LF, che reca il titolo fittizio Poesie burlesche del sec. XVI, esiste un’ampiascheda firmata da Maura Rolih Scarlino.7 La ritengo in larga misura insoddisfacentee procedo a una nuova analisi.

Si tratta di un ms. cart. del sec. XVI, un in folio di misure massime 285 × 205mm., di cc. I, 444, modernamente numerate a lapis nell’angolo inferiore sinistro.Un’antica numerazione a penna, locata nell’angolo superiore destro a partire dallamoderna c. 4, conta da 1 a 451, con molti ritocchi e con omissione dei numeri 6, 50-53 (4 carte tagliate con perdita di gran parte del son. Dal piu profondo, e tenebrosocentro e soprattutto del cap. di [Papa Adriano], entrambi di Francesco Berni), 55,319 (i numeri 317-318 sono stati corretti su 318-319), 322-323 (2 carte tagliate: par-te centrale del cap. Della Merda), 332, 378-380 (che dovevano contenere il cap. Del-le lodi del menarsi il cazzo, come si evince dall’indice a c. 3r), e omissione delcomputo di una carta (perché bianca al recto e secata da due linee diagonali) dopo c.355; sono computate due volte le cc. 67 e 407 (la prima bianca al recto). Una nume-razione ancora anteriore e malamente dilavata, più in alto rispetto alla precedente,comincia a c. 56 e conta da 15 a 102 fino all’attuale c. 140r. Sono bianche le cc. 49v,349v-350r, 398v-399r, 444. Si riscontra infine un 104 a penna (biffato) nell’angoloinferiore destro di c. 398r. Due carte di guardia grigiastre si trovano in principio e infine. La legatura moderna è in cartone ricoperto di carta marmorizzata e mezza pellemarrone; sul dorso, oltre a modeste decorazioni, è impresso in oro il titolo POESIE /BURLESCHE / SEC. XVI. Sul dorso e sulla controguardia anteriore è incollato il

7 In LAZZI-ROLIH 1994, pp. 243-252. Il fondo Landau Finaly è costituito da 310 manoscritti, incunabo-li, stampe, stampe musicali, di proprietà del Comune di Firenze, in deposito permanente presso laBNCF dal 1949. A parte LAZZI-ROLIH, ne esistono vari mezzi di corredo:– Catalogue des livres manuscrits et imprimés composant la bibliothèque de M. Horace de Landau, acura di Franz Roediger, Florence, [s.n.t.], 1885-1890, 2 voll. (descrive 295 mss.)– Inventario topografico ms. (Sala Manoscitti della BNCF, Cat. 75)– Manoscritti Landau Finaly, dattiloscritto, 1947 (Archivio BNCF 41.I) (contiene le concordanze trale segnature del catalogo Roediger e le attuali)– Catalogo alfabetico a schede (cumulativo insieme ai mss. N.A. e Tordi) (Ufficio Manoscritti dellaBNCF, cassette 21-25)– [Elenco dei manoscritti, libri ed oggetti legati alla Città di Firenze dal Signor Horace Finaly]. 1947(Archivio BNCF 41.I)– ANITA MONDOLFO, La Biblioteca Landau-Finaly, in Studi di bibliografia e di argomento romano inmemoria di Luigi de Gregori, Roma, Palombi, [1949], pp. 265-285– Iter Italicum. A finding list of uncatalogued or incompletely catalogued humanistic manuscripts ofthe Renaissance in Italian and other librairies compiled by Paul Oskar Kristeller, vol. I, London-Leiden, E. J. Brill, 1963, pp. 169-172.

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cartellino della BNCF; ancora nella controguardia anteriore si notano l’ex-librisLandau Finaly e i numeri 1046-1067; a c. 1r il timbro della biblioteca di GustavoCamillo Galletti (scudo sormontato da corona comitale con scritta: BIBL. / GVST.C. / GALLETTI / FLOR. / [linea]) dichiara l’origine accertata del cod. La conserva-zione sarebbe discreta (con qualche minimo forellino di tarlo, qualche brunitura,qualche macchia), se non intervenissero estesi danni causati dall’acidità dell’inchio-stro, soprattutto nella parte centrale del volume.

La fascicolazione risulta costituita prevalentemente da sesterni, con le eccezio-ni che si indicano nell’elenco:

* cc. I e 8[bis] mancante, alla quale corrispondeva la c. 6 della seconda numerazione a pen-na

1 1-8 (legatura 3-4) (quaderno)2 9-20 (legatura 14-15) richiamo: Come uan tutti i fiumi3 21-32 (legatura 26-27) richiamo: Mal sol leon4 33-44 (legatura 38-39) richiamo: O buona gente che5 45-52 (legatura 50-51) richiamo: Ho perduto per lei; il fascicolo comprende 4 carte ta-

gliate tra 51 e 52 (la parte finale del son. Dal piu profondo, e tenebroso centro e il Ca-pitolo di papa Adriano del Berni, di cui restano le ultime 3 terzine e il verso di chiusu-ra biffato a c. 52r)

6 53-64 (legatura 58-59) richiamo: Con essi alzai7 65-76 (legatura 70-71) richiamo: Lequai poi di sicili8 77-88 (legatura 82-83) richiamo: Ad ogni altro che a me9 89-100 (legatura 94-95) richiamo: S’io mi leuassi un hora10 101-112 (legatura 106-107) richiamo: Non sol fra noi11 113-126 (legatura 119-120) richiamo: Gli sconciatori che12 127-136 (legatura 131-132) richiamo: Io ui indirizzo questo13 137-148 (legatura 143-144) richiamo: Se nanzi pasto14 149-156 (legatura 152-153) richiamo: A me pare un mirac-15 157-168 (legatura 164-165) richiamo: Lamorotto sial primo16 169-180 (legatura 174-175) richiamo: Pero lingegno17 181-192 (legatura 186-187) richiamo: Per che pur d(e)lhonor18 193-204 (legatura 198-199) richiamo: Laspogliai di mia19 205-216 (legatura 210-211) richiamo: Ne cierco se le20 217-228 (legatura 222-223) richiamo: Mai no(n) e stata21 229-240 (legatura 234-235) richiamo: Eglie mia ferma22 241-252 (legatura 246-247) richiamo: Et Lucretia Romana23 253-264 (legatura 210-211) richiamo: Non ciercon il24 265-276 (legatura 270-271)25 277-288 (legatura 282-283)26 289-298 (legatura 294-295)27 299-312 (legatura 304-305)28 313-318[bis] (legatura 315-316) (quaderno); due carte fra 318 e 319 sono state tagliate

via: gran parte del cap. [Della Merda] che inizia a c. 318v e termina a c. 319r biffatis-simo)

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29 318[ter]-329 (legatura 323-324)30 330-340[bis] (legatura 335-336) richiamo: Ma lassero (orizzontale, inchiostro diverso,

a c. 340v); l’ultima carta (340[bis]) è ritagliata fino a ridurla a una strisciolina vertica-le; conserva tracce di pergamena incollata, probabilmente il rinforzo per un dorso

31 341-352 (legatura 346-347)32 353-364 (legatura 358-359)33 367-372 (legatura 369-370); segue una lacuna di tre numeri nella numerazione a pen-

na: il fasc. termina con la fine del cap. Del giuco della morra; il fasc. seguente iniziacon il cap. Della Villa di Jo bonj; risulta stralciato il cap. [Delle lodi del menarsi ilcazzo], che compare nell’indice con riferimento alla cc. 378-380 della vecchia numera-zione (ternione)

34 373-382 (legatura 377-378) (quinterno)35 383-392 (legatura 387-388) richiamo: Fra i bassi fra i mezza- (quinterno)36 393-402 (legatura 397-398) (quinterno)37 403-412 (legatura 407-408)38 413-424 (legatura 418-419)39 425-434 (legatura 429-430) (quinterno)40 435-444 (legatura 439-440) (quinterno)

La carta, che non presenta difformità troppo marcate, mostra cinque filigrane:

A = figura umana con cappello e un tratto obliquo (probabilmente un san Cristofo-ro con bordone) inscritta in un cerchio, assimilabile alla serie Briquet 7564-7603, ma senza corrispondenti precisi: cc. I, 241, 242, 243, 244, 245, 246

B = uccello in scudo trilobato sormontato da stella a sei punte, simile a Briquet12235 (Napoli 1513, Roma 1534-36, Sermoneta 1536): cc. 19, 22, 24, 26, 28,30, 32, 33, 34, 39, 40, 41, 42, 45, 47, 51, 253, 254, 256, 258, 260, 262, 265,267, 269, 271, 273, 277, 278, 280, 283, 284, 289, 292, 294, 296, 297, 301, 303,304, 307, 309, 310, 311, 313, 316, 318, 319, 321, 322, 324, 327, 329, 333, 334,335, 339, 340

C = stella a sei punte inscritta in un cerchio sormontato da una piccola croce gre-ca, simile a Briquet 6088 (Marigliano 1532): cc. 53, 54, 55, 56, 57, 59, 65, 66,67, 68, 69, 70, 77, 78, 79, 83, 85, 89, 92, 93, 95, 99, 102, 103, (104?), 105, 106,112, 117, 118, 119, 123, 124, 126, 128, 129, 130, 131, 136, 138, 142, 144, 145,148, 152, 154, 155, 156, 157, 162, 164, 165, 166, 167, 169, 171, 172, 173, 175,179, 182, 183, 185, 186, 189, 192, 194, 195, 197, 198, 201, 206, 208, 211, 212,214, 218, 219, 221, 223, 225, 228, 230, 231, 232, 235, 236, 240

D = giglio, vagamente simile a Briquet 6990 (Lautrec 1570): cc. 373, 374, 375,376, 377, 383, 384, 386, 387, 390, 397, 399, 400, 401, 402, 404, 406, 408, 410,412, 413, 415, 416, 417, 419, 423, 425, 426, 428, 430, 435, 437, 443

E = aquila inscritta in un cerchio, simile a Briquet 208 (Pisa 1575-79): cc. 342,346, 348, 350, 355, 357, 358, 361, 363, 364, 365, 368, 369, 372

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Le date di produzione fornite da Briquet che appaiono più credibili in rapportoalla datazione del codice sono quelle relative al quarto decennio, anche se quelle cheappartengono agli anni settanta e che tendono a connotare gli ultimi fascicoli non sipossono escludere.

L’impaginazione è in genere abbastanza regolare, con uno specchio di scritturaaccentrato e ampi margini, 27-28 linee per pagina, che possono scendere fino a 24verso il fondo del volume, con la grafia che cresce di modulo e con l’interlinea cheaumenta di spazio. Quasi sempre i capitoli partono a inizio pagina e terminano conuna linea serpentina verticale che arriva fino al bordo inferiore del foglio; spesso iltitolo è nel margine superiore (talvolta in inchiostro diverso). Fanno eccezione le cc.442v-443v che per far entrare nel fascicolo finale il cap. [De’ Coglioni] (biffato) a-dottano una grafia molto più minuta e a c. 443 una disposizione su due colonne.

La scrittura è in gran parte da attribuire a una sola mano (che chiamo α): piut-tosto regolare all’inizio, con qualche pretesa calligrafica, si fa poi più incerta e tra-sandata e anche più corsiva ed obliqua, forse per l’invecchiamento del copista.

Mano α (c. 4r)

Le altre mani sono poco significative.

Alla mano β compete un abbozzo di versi in inchiostro molto sbiadito (pocoleggibile) a c. Ir: con tutta evidenza un foglio riciclato:

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Mano β (c. Ir)

La mano γ trascrive a c. 297v la prima pagina del cap. Del cauolo (il titolo è diα in inchiostro più chiaro; il testo continua normalmente alla carta successiva esem-plato da α):

Mano γ (c. 297v)

Una dubbia mano δ scrive c. 406v (dopo che α ha scritto il titolo e l’incipit delCapitol secondo della Zucca):

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Mano δ (c. 406v)

Più importante (in negativo) risulta la mano ε: più tarda e più corsiva, è la manoresponsabile di alcune cancellature di natura censoria e di correzioni eufemistichenell’interlinea o in margine.

Mano ε (c. 366r)

I nomi degli autori compaiono (con molte omissioni e vari errori) soltantonell’indice iniziale (cc. 1r-3v), che qui si trascrive:

[c. 1r]Pesche Bernia c. 1Pescare Bernia c. 3Ghiozzi Bernia c. 5Diluuio Bernia c. 6Anguille Bernia c. 8Cardi Bernia c. 10Gielatina Bernia c. 12Orinale Bernia c. 13Peste il primo Bernia c. 15

10 Peste il secondo Bernia c. 18Dun Ragazzo Bernia c. 21Al Compare Bernia c. 22Lode di Aristotele Bernia c. 24Al fra Castoro Bernia c. 26Andata di Nizza Bernia c. 30

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A fra Bastiano vinitiano Bernia c. 33Risposta di fra Bastiano8 c. 35A m(esser) francesco milanese Bernia c. 36A m(esser) Marco Vinitiano Bernia c. 38

20 Di Gradasso Bernia c. 39Al Car(dina)le de Medici Bernia c. 41Al Naldino Bernia c. 439

Del Agho Bernia c: 45Nomi d’homini bolognesi Bernia c. 48Alcuni sonetti Bernia c. 50Papa Adriano c 5110

Al s(ignor) Duca di Malfi Mauro c. 55A m(esser) Carlo da fano Mauro c 57A m(esser) Vberto Strozzi Mauro c. 59Andata di Tunizi Mauro c 61

[c. 1v]30 A m(esser) Pietro Carnesecchi Mauro c. 64

A Mons(ignor) Carnesecchi Mauro c. 66Al s(ignor) Duca di Malfi Mauro c. 67A m(esser) Saluo Mauro c. 73Della Menzogna Mauro c. 76Della Carestia Mauro c. 82Della Caccia Mauro c. 85Alla s(ignora) violante Torniella Mauro c. 89Mal franzese M(esser) Bino c. 91Del legno Firenzuola c. 9611

40 Della sete Firenzuola c. 98A m(esser) Io. della Casa et m(esser) Agustino Mauro c. 101Del forno M(esser) Ioan d(e)lla Casa c 103Tasche del Varchi Varchi c 106Peducci Varchi c 108Finocchio Varchi c 111Sonno c 113Marzapane c 115Mele M(esser) Mattio c. 117Pappafichi M(esser) Mattio c 119

50 Notare M(esser) Mattio c 121Bugie c 123Pilo M(esser) Bino c 125Palla M(esser) Mattio c 128Baci c 131Giardino M(esser) Bino c 133Steccho da nettar d(e)nti M(esser) Mattio c 13912

8 Bastiano su rasura.9 Il numero su rasura.10 Il titolo (forse di altra mano) è stato aggiunto nel margine sinistro; il resto nell’interlinea.11 Fra questa linea e la precedente un tratto obliquo nel margine sinistro.

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Gotti M(esser) Mattio c 141Tossa M(esser) Mattio c 144Pennello c. 146

60 Rauanello il primo Do(n) pietro nellj13 c 149[c. 2r]

Rauanello Il secondo Don pietro nellj14 c 151Pasquino afra Martino c 153Grillo Don pietro nellj15 c 155Huoua sode c. 158Contro lhuoua sode c. 160Ricotte c. 162Martello M(esser) Ioannj dalla casa c. 164Pensiero c. 167Al Capilupo c. 169

70 Nome di giouannj M(esser) Io(annj) dalla Casa c. 172Al Como M(esser) Bart(olome)o

Panciatichi c. 173A m(esser) Vberto strozza Mauro c 176Letto Mauro c 178Faua ilprimo Mauro c 182Faua Il secondo Mauro c 186Contro alhonore Mauro c 193Contro alhonore ilseco(n)do Mauro c 198Donne di Montagna Mauro c 202Al Cardinal di mantua d(e)l pigliare il legno c 205

80 Frati de Zoccholi Mauro c. 208Stizza M(esser) Io(annj) dalla Casa c. 212Faua menata c 214Tre dubij c 218Dello officio d(e)l scalco c 221Piua c 223Di duoi Giouanni c 227Contro la testa c 228Del Orto M(esser) Bino c 237Contro le Calze M(esser) Bino c 237

[c. 2v]90 Priapo Mauro c 242

Fango d(e)l Carlo c 251Altela [corretto poi in Altelena] Del Martello c 253Mele Tarpeo c 257Pappafico Toscano c 256Caualcare c 260Vita de villani Sansedonio c 265

12 Il titolo è marcato nel margine sinistro da due tratti obliqui.13 L’attribuzione (forse di altra mano) è stata aggiunta in un secondo tempo.14 L’attribuzione (forse di altra mano) è stata aggiunta in un secondo tempo. In seguito è stata biffata.15 L’attribuzione (forse di altra mano) è stata aggiunta in un secondo tempo.

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Hosteria Sansedonio c 268Contro alcauarsi laberretta [M(esser) Mattio]16 c 273Del Naso17 c 276.

100 Delle nuoue c 280.Dello Humore c. 282.De Poponi c. 284.A m(esser) Aluigi prioli sopra una tela pitta fiandresca c. 287.Della Insalata del Molza c 29318

Del Pambollito c 297Del Cauolo c 300Delle Mosche c 304Delle cose dolci c. 313Del Sparuiere c 316

110 Della Pera c. 320[Della Merda]19 c. 322Duna Cattiua notte a m(esser) Luigi giugni c 325Del passeggiare alhumor da bologna c 325Della salsiccia c. 32920

Della pen(n)a del fermo dapisa c. 345.Della Rogna d(e)l Mancinello al Compare c. 348.Della Cipolla del Mancinello c. 351.Della prosumptione del Mancinello c. 352.21

[c. 3r]Prima frateria c. 333.Seconda frateria c. 335.

120 Terza frateria c. 340.Della caccia il Dispregio c. 354.Lode del nome di giouannj c. 338.Dello Amore et suoi uarij effetti c. 361Lode della barba allo Stradino del Lasca c. 366Lode de Coglioni c 371.Del giuoco della Morra c. 374[Delle lodi del menarsi il cazzo]22 c. 378Della uilla di gian bonj c 381.Della fatica di Cesare da fano c 392

130 Della padella di Cesare da fano c 398

16 L’attribuzione, cancellata con una forte inchiostratura, risulta quasi illeggibile.17 Su rasura.18 A partire da questa linea il colore dell’inchiostro muta sensibilmente (più diluito e rugginoso); anche

la scrittura di α sembra evolvere, facendo pensare a un copista malato o invecchiato (anche se più sot-to si registra un certo recupero). Muta anche l’impaginazione, non più su tre colonne, ma su due.

19 Il titolo, cancellato con una forte inchiostratura tanto da risultare illeggibile, si supplisce a senso.20 A questo punto l’indice salta le tre Fraterie, che saranno riprese all’inizio della pagina successiva.21 Segue una riga erasa e illeggibile.22 Il titolo, già attenuato da una correzione eufemistica (...menarsi la rilla), è stato infine sovrascritto;

anche il testo del capitolo è stato soppresso per mezzo della sottrazione delle cc. 378-380 della nume-razione antica.

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Cap(itol)o al car(dina)le di Trento23 c 401Al Cardinal Farnese24 c 407Della Zucca il Primo25 c 410.Della Zucca il Secondo c 414Della penna Il secondo c. 415.A m(esser) Tiburtio c. 422Della Torta c 424.Del giuco et sue lode c 43026

Della Furfanteria c 432140 Delli Presciuttj c 434

Del mangiar da se al Tauolino c. 437Contro à l’esser grande dipersona c 440Al gran Car(dina)le di Trento l’anguillara c 40127

Al gran Car(dina)le Farnese l’anguillara c 407[c. 3v]

Della zuccha il primo c 410Della zuccha il secono [sic] c. 414Della Penna c. 418A M(esser) Burtio c 423Della torta c 424

Come si vede, α ha numerato i testi per decine nel margine sinistro.

Indice

c. Ir [abbozzo di versi in inchiostro molto sbiadito e poco leggibili:] [...] / [...] mirzia [?][...] / [...] bo[s]cheto / damor [...] al pie dunolmo / a laparir del Jorno / con liochi a[...] canto con questi [?] arditi [?] / [litura] spunta pur [...] / phoebo da liti eoi //[scritta moderna a matita centrata:] POESIE DEL / LASCA

c. Iv [4 numeri incolonnati]c. 1r-3v [indice]c. 4r Delle Pesche // Tutte le frutte in tutte le stagioni / [...]c. 5r [...] / Colui che può le Pesche dare e Torre ῀c. 5v Del Pescare // Che bella vita al mondo un pescatore / [...] [attribuito al Berni

nell’indice]c. 7r [...] / Nun gran monte di merda sotterrare ῀c. 7v De Ghiozzj // O sacri excelsi, et gloriosi ghiozzi / [...]

23 Il titolo sembra di una mano diversa da α.24 Corretto poi per errore in Cardinal di Trento.25 L’ordinale è aggiunta seriore.26 Il numero è malamente corretto su un altro illeggibile.27 Questa e le linee seguenti, in grafia incerta e in inchiostro pallido, sono mere ripetizioni (tranne le

precisazioni circa i capitolo dell’Anguillara).

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c. 8v Caldi, Freddi, intocchetto, et Marinati ῀c. 9r Diluuio // Iui Ciascun di loro spauentato / [...] [acefalo]c. 9v [...] / Et guardiui dal foco & da lepiene ῀c. 10r Delle Anguille // Sio hauessi le lingue a mille a mille / [...]c. 11r [...] / Et facciti in effetto un uom dabbene ῀c. 11v De Cardi // Poi ch’io ho detto di Matteo Lombardi / [...]c. 13r [...] / Et per lamor di Dio dacci d(e)l Cardo ῀c. 13v Della Gielatina // E no(n) e mai ne sera, ne mattina, / [...]c. 14v [...] / O che tu sei Poeta o, Imperadore ῀c. 15r Del Orinale // Chi non ha molto ben del Naturale / [...]c. 16r [...] / Come fanno i Todeschi col Boccale ῀c. 16v Della peste il Primo // Non ti marauigliar Maestro Piero / [...]c. 19r [...] / El’ piu bel tempo che sian tutto lanno ῀c. 19v Della Peste il secondo // Anchor no(n) ho io detto della peste / [...]c. 22r [...] / Et chi crede altrimenti e un balordo ῀c. 22v Dun Ragazzo // Io ho sentito dir che Mecenate / [...]c. 23v [...] / Poi che gridar co(n) altri no(n) mi vale ῀c. 24r Al Compare // Se uoi andate drieto a questa vita / [...]c. 25r [...] / Dateui inanzi a lauorar di Mano ῀c. 25v Lode di Aristotele // Non so Maestro pier quelche ti pare / [...]c. 27r [...] / Come a te di Castagne far pasticci ῀c. 27v Al Fra Castoro // Vdite fra Castoro un Caso strano / [...]c. 31v [...] / Fateli fare un seruitial di nchiostro ῀c. 32r Andata di Nizza // Questa per aduisarui Baccio mio / [...]c. 34r [...] / Miraccomando a Vostra Signoria ῀c. 34v A Frate Bastiano Vinitiano // Padre ame piu che molti Reuerendo / [...]c. 36r [...] / Arriuederci ad hostia a prima laccia ῀c. 36v Risposta di Fra Bastiano // Come io hebbi la Vostra signor mio / [...]c. 37v [...] / Comandatemi et fate poi da Voi ῀c. 38r A m(esser) Franc(es)co Milanese // Messer Francesco se uoi siate uiuo / [...]c. 39r [...] / Che laltrier senandó nel Veronese ῀c. 39v A m(esser) Marcho vinitiano // Quanto io uo piu dirieto alapazzia / [...]c. 40v [...] / Et mi reseruo a bocca a dire il resto ῀c. 41r Di Gradasso // Voi mhauete signor mandato a dire / [...]c. 42r [...] / Viua gradasso Berrettaio da Norcia ῀c. 42v Del Car(dina)le de Medici // Non crediate però signor ch’io taccia / [...]c. 44v [...] / Di farui qualche cosa di mia mano ῀c. 45r Al Naldino // O buona gente che ui dilettate / [...]c. 46r [...] / Vn tratto ei ua piu volentierj alpane [incompleto dopo due terzine nella pagina,

seguito da una p. bianca]c. 46v [b.]c. 47r Del Ago // Fra tutte le scientie, e tutte larti / [...]c. 49r [...] / E lo instrumento d(e)lli altri strumenti ῀c. 49v [b.]c. 50r Listra di homini bolognesi [...] // El Conte Lodouico Bentiuogli / [...]c. 51r [...] / Christofano dalla Calcine / Post has uidi turbam magna(m) quam nemo dinu-

merare poterat

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c. 51v La corte no(n) puo far senza s(er) Cieccho / [...] / Che nel suo loco rimarrà Trifone //Sonetto / Dal piu profondo, e tenebroso centro / [...] / Tanto el ben ch’io gli uoglio eito adrento[tre carte tagliate]

c. 52r L’usanza mia no(n) fu mai di dir male / [...] / [...] / [A dir di Christo e di Domened-dio]:~ [ultimi 10 vv. del Capitolo di papa Adriano, l’ultimo cancellatissimo] ῀ [pre-cedono 3 cc. tagliate]

c. 52v Al S(igno)re Duca di Malfi // Non per oblio di uoi ma di me stesso / [...]c. 54r [...] / Perpetuo seruitor Maur di Archano ῀ / A m(esser) Carlo da Fano et m(esser)

Gandolfo // Carlo e gandolfo Messeri ambi doi / [...]c. 56r [...] / Hoggi fornito, et cominciar dicembre ῀ // A m(esser) Vberto Strozzi // Magnifi-

co messer uberto mio / [...]c. 57r [...] / Questo ui scriue Maur di suo pugno ῀c. 57v Della Andata Di Tunizi al s(ignor) Marchese del vasto // Donque voi andrete pur

signor Marchese / [...]c. 60v [...] / El Ciel ui meni, et ui torni felice ῀c. 61r A m(esser) Piero Carnesechi // Messer piero che hauete dadovero / [...]c. 62v [...] / Hor qui mi fermo et piu oltre non dico ῀c. 63r A Mons.re Carneseccha // Monsignor Carneseccha un Vesco matto / [...]v. 63v [...] / E co(n)tenta sera la voglia mia ῀c. 64r Al s.or Duca di Malphi // Vscito dalle gran mura di Roma / [...]c. 70r [...] / Oue bramo uedere il sole et voi ῀c. 70v A m(esser) Salvo // Saluo se siete saluo da dovero / [...]c. 73v [...] / Voi guardate la Testa, et state sano: ῀c. 74r A m(esser) Piero Ghinucci della Menzogna // Tutti iuolumi e tutti li Quinterni, / [...]c. 79r [...] / Voi fussi anchora .o. papa o. Cardinale ῀c. 79v Della Carestia // E ui parrà pur strana fantasia / [...]c. 82v [...] / Che quanto piu si gioua piu innamora ῀c. 83r Della Caccia // Signor s’io fussi qualche gran poeta / [...]c. 86v [...] / L’impressa forma della vostra stampa ῀c. 87r Alla s.ra Violante Torniella // Signora uiolante Torniella / [...]c. 88v [...] / Vostro schiauo co(n)tinuo & seruitore ῀c. 89r Del mal franzese // Ad ogni altro che a me forse dorrebbe / [...]c. 93r [...] / Et sempre fin che uoi sareste Morto ῀c. 94v Del legno // S’io hauessi piu tempo chel Disitte / [...]c. 95v [...] / Dapoi che mi ha Cauato dello Auello ῀c. 96r Della sete // Perch’io so uarchi mio che uoi sapete / [...]c. 98v [...] / Ch’han buona entrata Come uoi sapete ῀c. 99r A m(esser) Io: della Casa, et m(esser) Agostino // Vera coppia di Amici aitempi no-

stri / [...]c. 100v [...] / E tutti ibolognesi primieranti ῀c. 101r Del forno // S’io mi leuassi un’hora in nanzi giorno / [...]c. 103v [...] / Ch’io no(n) ho detto nulla & son gia stanco ῀c. 104r Delle Tasche // Il dormire interreno achi ha padre / [...]c. 105v [...] / Da lasciarne la sete, il fresco, el bere ῀c. 106r De Peducci // Per ch’un che al mondo mi puo Comandare / [...]c. 108r [...] / Io per me uorrei esser ne lor piedi ῀c. 108v Del finocchio // S’io douessi bronzin perdere un occhio / [...]

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c. 110r [...] / Bronzin senza dir piu, e da buon bere ῀c. 110v Del sonno // Hor anch’io uoglio pur co(n) quello stile / [...]c. 112r [...] / Tu sei lamiglior parte della uita ῀c. 112v Del Marzapane // Come chi Cierca co(n) arte et parole / [...]c. 114r [...] / Ché nel .O. retto ogni ben si nasconde ῀c. 114v Delle Mele // Ben ch’io no(n) sia il Bernio, il varchi, il Giello / [...]c. 116v [...] / Et vorrele hauer buone in sin nel letto ῀c. 117r De Pappafichi // Tutti ipoeti moderni et Antichi / [...]c. 118v [...] / Chel pappafico e delli Agi un modello ῀c. 119r Del Notare // I philosophi anchor fan(n)o alle pugna / [...]c. 120v [...] / Chen lui si truoua ogni piacer giocondo ῀c. 121r Delle Bugie // Soglion quei che apigion tolgon parnaso / [...]c. 122r [...] / A fuggir lunge dalla veritade ῀c. 122v Del Pilo // Non e molto ch’io uiddi un Certo pilo / [...]c. 125r [...] / Pur che dato mi sia quelche domando ῀c. 125v Della Palla // Io no(n) posso pensar come si sia / [...]c. 128v [...] / Et glorioso il Cielo, et bello il mondo ῀c. 129r De baci // Io stetti gia per Creder chel popone / [...]c. 130v [...] / Bacio la man di vostra signoria ῀c. 131r Del Giardino Al Car(dina)le Farnese // Da uoi et me e si gran differenza / [...]c. 136r [...] / Mentre che glista l’ pilo, et io sto Quine ῀c. 137r Dello stecco // Io uindirizzo questo mio Cotale / [...]c. 138v [...] / Ma sempre habbiatene un nella berretta ῀c. 139r Delle Gotti // Tengo per Cierto etho sempre tenuto / [...]c. 141v [...] / Godete donque il ben che Dio ui manda ῀c. 142r Della Tossa // Saltri loda la peste el mal franzese / [...]c. 143v [...] / O uero un pantanaccio di Eloquenza ῀c. 144r Del Pennello // Io uiddi aquesti giorni un buon ritratto / [...]c. 146r [...] / Io ui farei ueder doue io no(n) posso ῀c. 146v Del Rauanello // Compar per un instinto Naturale / [...]c. 148r [...] / Ch’a Giunon piace, a Ganimede, a Gioue ῀c. 148v Del Rauanello Il secondo // Sendo del Rauanel detto una parte / [...]c. 150r [...] / Che gli apre la vescica et fa pisciare ῀c. 150v Pasquino a Fra Martino // Lo suenturato et misero pasquino / [...]c. 152r [...] / A suoi liberatori un popol Rende ῀c. 152v Del grillo // Sio hauessi bistolfo un altra Testa / [...]c. 155r [...] / Et ho pegno al giudeo fino alle brache ῀c. 155v Delle huoua sode // Luca Martin come l’opinioni / [...]c. 157r [...] / Che dirne poco et mal uoi mi intendete ῀c. 157v Contro alhuoua sode // Chi hauessi am(m)azzato co(n) sua mano / [...]c. 159v [...] / Che ognun direbbe uello uello vello ῀c. 160r Delle Ricotte // Io ho fantasticato tutta notte / [...]c. 161v [...] / Et di piu ingegno che far gliarcolai ῀c. 162r Martello // Tutte le infirmita duno spedale / [...]c. 164r [...] / Mal peggior mal ditutti ful Martello ῀c. 164v Pensiero // Sen lodare il pensier pongo ipensieri / [...]c. 166r [...] / Ma chi no(n) pensa a nulla, e buon da nulla ῀c. 166v Del Capilupo // Come gia io uiscrissi breuemente / [...]

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c. 169r [...] / Saluterete il Cauallier mainoldo ῀c. 169v Del nome di giouanni // Sio hauessi manco quindici o, uenti anni / [...]c. 170v [...] / Che glie Cattiuo inter ma peggior mozzo ῀c. 171r Al Como, m(esser) Bart(olome)o Panciatico // Gientil mio Como io mi parti da uoi /

[...]c. 173r [...] / Et la padrona mia Cortese vostro ῀c. 173v A m(esser) vberto strozza // Ho risceuuta la lettera vostra / [...]c. 175v [...] / Et donerete al foco queste carte ῀c. 176r Del Letto. // Molte lodate parti et ingegnose / [...]c. 179r [...] / Aspettatemi qui fin ch’io ritorno ῀c. 179v Della Faua // Signora egli e gran tempo ch’io pensaua / [...]c. 183v [...] / In fra lhora di Cena et di merenda.c. 184r Della faua il secondo // Questo leggiadro et glorioso frutto / [...]c. 190r [...] / Ch’ella piu cresce quanto piu si mena ῀c. 190v Contro alhonore // Voi sapete prior che uoi et io / [...]c. 195v [...] / Che gli humani Ciervelli son diuersi ῀c. 196r Dello Honore il secondo // Io no(n) ui misi à tauola Priore / [...]c. 199r [...] / Buona notte prior miraccomando ῀c. 199v Don(n)e di Montagna // Io ui descriuerrò Messer Giouanni / [...]c. 202r [...] / Miraccomando a uoi Con queste Ciancie ῀c. 202v Al Car(dina)le di Mantua // Credo che hauiate inteso signor mio / [...]c. 204r [...] / Resto baciando luna et laltra mano ῀c. 204v Al strozza // Nel dolce tempo che si pelon l’oche / [...]c. 205r [...] / E tornai indrieto quasi a mezzo l’giorno ῀c. 205v Frati de Zoccholi // Molte et diuerse son le opinioni / [...]c. 209r [...] / Solcherá un Mar che no(n) ha fin, ne fondo ῀c. 209v Stizza // Tutti poeti e tutte le persone / [...]c. 211r [...] / Et nimica mortal di patienza ῀c. 211v Faua menata, // Per trar di errore il mondo el desio sciorre / [...]c. 215v [...] / Per Cui sol no(n) uincresce d’esser Viuo ῀c. 216r Quesito di Tre dubij // Ho piu uolte pensato fra me stesso / [...]c. 218r [...] / Resterian tutte, saluo che la Vostra ῀c. 218v Del Scalco // Per ueder Roma et le memorie antiche / [...]c. 220v [...] / Incolpate no(n) me, mal mio Ceruello ῀c. 221r Della Piua // Nessuna in sino ad hor persona uiua / [...]c. 224r [...] / Accio ui [...] il studio un huom galante ῀c. 224v Di duoi Giouanni // Mandauisi una coppia di giouanni / [...]c. 225v [...] / Se uoi douessi farli con le forme ῀c. 226r Contro la Testa // Lasca gientil e co(n)uien ch’io ti dicac. 228v [...] / Ch’han(n)o le Corna in testa Come ibecchi ῀c. 229r Contro alle Calze // Mai no(n) e stata, se ben mi ricordo / [...]c. 234v [...] / Iscalzo, et gnudo, assai piu che a lantica ῀c. 235r Del Orto // Hor che Tunizi e preso et Barbarossa / [...]c. 239r [...] / Andassi a galla el mio restassi al fondo ῀c. 239v Priapo // Quel io, che gia cantai co(n) humil uerso / [...]c. 248r [...] Honorate laltissimo priapo ῀c. 248v Del Fango // Spesso aduien che le cose paion triste / [...]c. 250v [...] / Et sien queste poltriglie benedette ῀

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c. 251r Della Altelena // Pien di dolce desio di dirui in rima / [...]c. 253r [...] / Ch’han(n)o fitti ilor uersi nel uulgare ῀c. 253v Pappafico // Madon(n)a Laura io ho desiderato / [...]c. 254v [...] / Che insom(m)a e glie da Papi et Cardinali ῀c. 255r Delle Mele // Ho pensato fra me gia mille uolte / [...]c. 257v [...] / Che per lui sempre nhabbi et pel Compagno ῀c. 258r Caualcare // Vorrei poter tanto al fondo pescare / [...]c. 262r [...] / Materia da stiuali et no(n) da zoccholi ῀c. 262v Vita de villani // Quand’io riguardo a’ la uita beata / [...]c. 265v [...] / Ouer sial’ caffo lui d’ogni Ribaldo ῀c. 266r Della Hosteria // Io mi curiccio ognhor co(n) la natura / [...]c. 270v [...] / Le puttane, la stufa, et lhosteria ῀c. 271r Contro al cauarsi la berretta // Signor Molza et che si sio melancapo / [...]c. 273v [...] / Poi che ci e questa usanza Traditora ῀c. 274r Del naso. Parla l’Orto // Dice un prouerbio che pare assai bello / [...]c. 277v [...] / Debba, Viua il Re Gneo Fabio Nasone ῀c. 278r Delle nuoue. // Poi che adesso busino ognun mi affronta / [...]c. 279v [...] / Chi neuuol piu doman mifaccia motto ῀c. 280r Del Humore // Humore, e mi si e desto un Certo humore / [...]c. 281r [...] / Che possiate uoi ridere et Crepare ῀c. 281v De poponi // Io no(n) uò in fin morir co(n) questa uoglia / [...]c. 284r [...] / Et uiuo et sano ogni Anno pe Poponi ῀c. 284v A m(esser) luigi prioli l’orto doma(n)da una Tela pitta // Magnifico signor Messer

Luigi / [...]c. 289v [...] / Senza (come si dice) il pegno in mano ῀c. 290r Della Insalata // Vn poeta ualente mi promisse / [...]c. 294v [...] / Felice e chin lei pone ogni speranza ῀c. 295r Del pambollito. // Chiunque del [litura] sacro monte in Cima e gito / [...]c. 297r [...] / Io ne mangierei piu a menadito ῀c. 297v Del cauolo // Io no(n) so ben’ Mag.co s’a uoi / [...]c. 301r [...] / E tenghine abbundante ogni persona ῀c. 301v Delle Mosche // Molti han(n)o speso il tempo et lafatica / [...]c. 310v [...] / Et saria pien di marauiglial’ mondo ῀c. 311r Delle cose Dolci // Io sono a questi giorni Anton mio caro / [...]c. 313r [...] / Si dice Amor mio dolce et no(n) Amaro ῀c. 313v Del sparuiere // S’io ui uedessi dieci uolte, lhora / [...]c. 316r [...] / Darò la Colpa alla Signoria Vostra ῀c. 316v Della Pera // Io uolea dir le laudi della Pera / [...]c. 318r [...] / Che buona anzi miglior fin quando28 e guasta ῀c. 318v [Della Merda] // Gia mille penne, et mille ingegni stanchi / [...]

[il titolo è sovrascritto; il testo è biffato da tratti obliqui; ne sopravvive, del resto,soltanto la prima e l’ultima pagina: sono state sottratte le cc. 322-323 della numera-zione a penna]

c. 319r [...] / [explicit illeggibile] ῀c. 319v A m(esser) Bart(olome)o Giugni // Vn tempo buio buio et strano strano / [...]

28 fin quando su rasura.

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c. 321v [...] / Hor pensate s’io hebbi un bel piacere ῀c. 322r Allo humor di Bologna sopra il / passeggiare / Humore io mel potrei sdimenticare /

[...]c. 323r [...] / Non chen uoi, no(n) sta ben nun’ Mariuolo ῀c. 323v Della Salsiccia // Ben saria colui goffo et senza sale / [...]c. 326r [...] / A tutti i cibi darà scaccho Matto ῀c. 326v [b.]c. 327r Prima frateria // Sio no(n) ui conoscessi buon Compagno / [...]c. 329r [...] / Piul mostrate co(n) fattj che co(n) boccha ῀ // Frateria Seconda. // Se uoi haues-

si al men laterza parte / [...]c. 334r [...] / Dirò poi quelche resta unaltra volta ῀ // Frateria Terza // Credo laltrier ch’io ui

uenissi a noia / [...]c. 337v [...] / Non co(n) dispiacer uostro, ne con [m]io29 / Adio Don Riccardoc. 338r Sonetto di Cantori, // Prior uoi Creperesti delle risa / [...]c. 338v [...] / Et mangiono i ranocchi in lapeschiera ῀c. 339r Della Pen(n)a a Pietro Galerano da Siena // Pietro io no(n) só se siete morto o, uiuo /

[...]c. 341v [...] / Mettiate spesso la mia pen(n)a in opra ῀c. 342r Della Rogna // Io gli ho tenute sempre per beati / [...]c. 344r [...] / Che in terra ui facessi esser rognoso ῀c. 344v Della Cipolla // Gran torto mi par fare alla natura / [...]c. 345v [...] / Meglio no(n) si trouar che la Cipolla ῀c. 347r Della prosumptione // Hor uenghino ipoeti tanti e tanti / [...]c. 347v [...] / In questa etate afarsi grande almondo ῀ // In Dispregio / Della Caccia /

M(esser) Pandolfo hon(orando) Perche uoi tanto lodaste il Capitolo della Caccia alLasca, pare hauer fatto qualche bella cosa, visimanda hora il presente in dishonor diquella, acciò uoi leggiendolo conosciate come han(n)o da esser fatti i Capitoli chemeriton lode, et il Lasca ueggiendoli gli impari a Comporre: ÷

c. 348r Dispregio della Caccia // Quant’io Cipenso piu, piu mi confondo / [...]vv. 4-6: So dir chel Lasca lha fatta Marchiana / Lodar la caccia, che per Antichristo /Non lharia fatto un figliuol di Puttanacc. 349v-350r: bb.

c. 352r [...] / Senza disagio et co(n) un gran Diletto ῀ / Del nome di giouannj / Al uirtuosoM(esser) Giouan(n)i Mazzuoli altrimenti / lo stradino o, il Consagrata. // Bello ue-ramente honorandiss(i)mo stradino [...]

c. 352v [...] Cio e al corpo et à lanima uostra // Il Lascac. 353r A giouan(n)i Mazzuoli altrimenti lo stradino / o, il consagrata Capitolo in lode di /

giouannj / Tra lopere di Dio marauigliose / [...]c. 355v [...] / A Dio uilascio et mene uò nel Letto ῀c. 356r A m(esser) Io(an) Bap(tis)ta Cieruino Andrea Man- / cinello dello Amor uero // Cie-

ruin gia molte uolte mison messo / [...]c. 361r [...] / Che questo el uero, el piu perfetto Amore ῀c. 361v Al Virtuoso et Bonario m(esser) Giouannj / Mazzuoli altrimentj lo stradino o, il

Consagrata // Ben siete uoi sopra ogni altro animal che uiua [...]

29 ne con sovrascritto (in inchiostro più scuro) su qualcosa di leggibile; a questo punto il relitto io a fineverso non può che essere corretto in [m]io.

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c. 362v [...] Di fiorenza lultimo di Agosto M. D. X X X X ij // Il Lascac. 363r Lode della Barba // Se bene haueste qualche gran faccenda / [...]c. 365r [...] / Torrei piu tosto che la pelatina ῀c. 365v Lode de [Coglioni]30 // Questi nostri Poeti Cicaloni / [...]c. 368r [...] / Godendo lieto d(e)lla uostra altezza ῀c. 368v Del giuoco della Morra // Messer Vital del giuoco della Morra / [...]c. 372v [...] / Poter cosi giucar mille annj Integri ῀c. 373r Della Villa di Io(anni) bonj // Hora mai Monsignor ch’io mi ritruouo / [...]c. 383r [...] / Ne persona che habbia lhic ∙ et lhocche: ῀c. 383v Della fatica // O Madre di Virtu Cara fatica / [...]c. 389v [...] / Tal che per lei u’e l’ mondo el Cielo aperto: ῀c. 390r Le lode della padella // O del berna gentil Anima bella / [...]c. 392v [...] / Col mondo a tener gli occhi alle Padelle ῀c. 393r Al gran’ Cardinal’ di Trento // Fra i bassi fra i mezzani et fra gli herroi / [...]c. 398r [...] / Che io uenga a Trento a farui riuerenza ῀c. 398v [b.]c. 399r [b.]c. 399v Al Car(dina)le Farnese // Monsignore illustrissimo Farnese / [...]

[di Jacopo Sellaio, come risulta dagli ultimi versi]c. 402r [...] / Dal Borghetto d’ottobre a dui sette ῀c. 402v Della Zucca // Non sara la mia bocca mai ristucca / [...]c. 406r [...] / Per ir gridando Zuccha, Zuccha, Zucca ῀c. 406v Capitol secondo della Zucca // Apollo anchor miride, et poi mi accenna / [...]c. 410r [...] / Che uà gridando Zuccha Zuccha Zuccha ῀c. 410v Capitol della penna // Laltrier scriuendo un mio Capriccio strano / [...]c. 415r [...] / Ch’ella si adiri quando in mano io lhaggio ῀c. 415v A m(esser) Burtio Amico // Burtio mio Car dio ui mantenga uiuo / [...]c. 416r [...] / Resta nel spirto, et lalma acceso et Viuo: ῀c. 416v Della Torta // Miser Iacopo mio siate pur certo / [...]c. 422v [...] / Che infatti a’ Capo no(n) ne uerrei mai: ῀ // Del giuco // Dicon molti che Amo-

re et Charitá, / [...]c. 424v [...] / Che spenta é, Charità mancando Il giuoco: ῀c. 425r Della Furfanteria // El mi e, uenuta una gran fantasia / [...]c. 426v [...] / Et ch’al suon mi create di Sonagli: ῀c. 427r De Prosciuttj // Monsignor no(n) uorrei che li Prosciuttj / [...]c. 429v [...] / Se son miglior di questi d(e)l paese: ῀c. 430r Del mangiar dase // Chi mi dicessi che uuoi tu piu tosto / [...]c. 432v [...] / Distenderei tra libri un Touagliuolo: ῀ // ÷ Contro al’esser grande // Quanto piu

ueggo et pruouo a’ lagiornata / [...]c. 436r [...] / Et sentirò per fin ch’io saró uiuo: ῀ // Al car(dina)le Bellai. // Monsignor Illu-

strissimo Bellai / [...] [dell’Anguillara, che firma alla fine]c. 437v [...] / Il giorno che Ando Christo in eMausse ῀c. 438r Della pigritia il Primo // M(esser) Bartolomeo molto honorando / [...]c. 442r [...] / Che girar la persona hor quindi hor Quincic. 442v Cap. / [De Coglioni]31 // Lignorantia e, cagion di tanti Mali / [...]

30 [Coglioni] cancellato.

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c. 443v [...] / Che beato è, quel sol ch’ha del [coglione]32῀

c. 444 [b.]

Incipitario normalizzato[non comprende la Listra di homini bolognesi di F. Berni]

[...] (expl. [A dir di Christo e di Domeneddio]) (c. 52r)cap. [di Papa Adriano] (acefalo, mutilo) di F. Berni

Ad ogni altro che a me forse dorrebbe (expl. E sempre fin che voi sareste morto) (cc. 89r-93r)cap. del Mal franzese di G.F. Bini

Ancor non ho io detto della peste (expl. E chi crede altrimenti è un balordo) (cc. 19v-22r)cap. della Peste 2 di F. Berni

Apollo ancor mi ride e poi mi accenna (expl. Che va gridando zucca zucha zucca) (cc. 406v-410r)cap. della Zucca 2 adesp. ined.

Ben ch’io non sia il Bernio, il Varchi, il Gello (expl. E vorre’le aver buone insin nel letto) (cc.114v-116v)cap. delle Mele attr. a M. Franzesi ined.

Ben saria colui goffo e senza sale (expl. A tutti i cibi darà scacco matto) (cc. 323v-326v)cap. della Salsiccia adesp. [ma di A.F. Grazzini]

Burzio mio car, Dio vi mantenga vivo (expl. Resta nel spirto e l’alma acceso e vivo) (cc.415v-416r)cap. A Burzio amico adesp. ined.

Carlo e Gandolfo, messeri ambi doi (expl. Oggi fornito e cominciar dicembre) (cc. 56r-57r)cap. A messer Carlo da Fano e messer Gandolfo [Porrino]di G. Mauro

Cervin, già molte volte mi son messo (expl. Che questo è ’l vero e ’l più perfetto amore) (cc.356r-361r)cap. dell’Amore di A. Mancinelli ined. (cap. grave)

Che bella vita al mondo un pescatore (expl. ’N un gran monte di merda sotterrare) (cc. 5v-7r)cap. del Pescare attr. a F. Berni [ma ritenuto apocrifo]

Chi avessi ammazzato con sua mano (expl. Che ognun direbbe vello! vello! vello!) (cc. 157v-159v)cap. Contro a l’uova sode adesp. [ma di B. Varchi]

Chi mi dicessi che vuoi tu più tosto (expl. Distenderei tra’ libri un tovagliuolo) (cc. 430r-432v)cap. del Mangiar da sé adesp. ined.

Chi non ha molto ben del naturale (expl. Come fanno i Todeschi col boccale) (cc. 15r-16v)cap. dell’Orinale di F. Berni

31 [De Coglioni] cancellato.32 [coglione] cancellato.

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Chiunque del sacro monte in cima è gito (expl. Io ne mangerei più a menadito) (cc. 295r-297r)cap. del Pambollito adesp. ined.

Come chi cerca con arte e parole (expl. Che nell’O retto ogni ben si nasconde) (cc. 112v-114r)cap. del Marzapane [o Torte marzapane] adesp. [ma di A.F. Grazzini]

Come già io vi scrissi brevemente (expl. Saluterete il cavallier Mainoldo) (cc. 166v-169r)cap. sine titulo [lettera in versi] di [Lelio?] Capilupi33 ined.

Come io ebbi la vostra, signor mio (expl. Comandatemi e fate poi da voi) (cc. 36v-37v)Risposta di fra Bastiano adesp. [ma di M. Buonarroti]

Compar, per un instinto naturale (expl. Ch’a Giunon piace, a Ganimede, a Giove) (cc. 146v-148r)cap. del Ravanello 1 attr. a P. Nelli [ma altrove anche ad A. Bronzino]

Credo che aviate inteso, signor mio (expl. Resto baciando l’una e l’altra mano) (cc. 202v-204v)cap. Al cardinale di Mantua [Del pigliare il legno] adesp. ined.

Credo l’altr’ier ch’io vi venissi a noia (expl. Non con dispiacer vostro, né con [m]io) (cc.334r-337v)cap. Frateria 3 adesp. ined.

Dal più profondo e tenebroso centro (expl. Tanto el ben ch’io gli voglio è ito adrento) (c. 51v)son. [della Mula] (mutilo) di F. Berni

Da voi e me è sì gran differenza (expl. Mentre che gli sta ’l pilo ed io sto quine) (cc. 131r-136r)cap. del Giardino [ovvero Orto 2] di G.F. Bini

Dice un proverbio che pare assai bello (expl. Debba, viva il re Gneo Fabio Nasone) (cc. 274r-277v)cap. del Naso adesp.

Dicon molti che amore e carità (expl. Che spenta è carità, mancando il giuoco) (cc. 422v-424v)cap. del Giuco adesp. ined.

Donque voi andrete pur, signor marchese (expl. El ciel vi meni e vi torni felice) (cc. 57v-60v)cap. Al marchese del Vasto [Andata di Tunizi] di G. Mauro

El Conte Lodouico Bentiuogli (expl. Post has vidi turbam magnam quam nemo dinumerarepoterat)Listra di omini bolognesi [frammento dell’Entrata dell’Imperatore in Bologna] di F. Ber-ni (cc. 50r-51r)

El mi è venuta una gran fantasia (expl. E ch’al suon mi create di sonagli) (cc. 425r-426v)cap. della Furfanteria adesp. ined.

E’ non è mai né sera né mattina (expl. O che tu sei poeta o imperadore) (cc. 13v-14v)cap. della Gelatina di F. Berni

E’ vi parrà pur strana fantasia (expl. Che quanto più si giova più innamora) (cc. 79v-82v)cap. della Carestia di G. Mauro

33 Il cap. è uno dei pochi che abbiano il nome dell’autore nel testo; nell’indice, invece, Al Capilupi.Sembra più ragionevole ritenerlo del che non al Capilupi, dal momento che l’autore allude giocosa-mente a se stesso come «il lupo». Quanto all’identificazione con Lelio piuttosto che con gli altri fratel-li Capilupi, si fa preferire Lelio perché è lui quello del quale è documentata la frequentazione dei ber-neschi di prima generazione.

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Fra i bassi, fra i mezzani e fra gli erroi (expl. Che io venga a Trento a farvi riverenza) (cc.393r-398r)cap. Al cardinale di Trento di [G.A. dell’Anguillara]

Fra tutte le scienzie e tutte l’arti (expl. È lo instrumento delli altri strumenti) (cc. 47r-49r)cap. dell’Ago (mutilo) di F. Berni

Gentil mio Como, io mi parti’ da voi (expl. E la padrona mia cortese. Vostro) (cc. 171r-173r)cap. Al Como di B. Panciatichi

Già mille penne e mille ingegni stanchi (expl. illeggibile) (cc. 318v-319r)cap. della [Merda] adesp. ined.

Gran torto mi par fare alla natura (expl. Meglio non si trovar che la cipolla) (cc. 344v-345v)cap. della Cipolla di A. Mancinelli ined.

Ho pensato fra me già mille volte (expl. Che per lui sempre n’abbi e pel compagno) (cc. 255r-257v)cap. delle Mele di [?] Tarpeo [o Tarpei] ined.

Ho più volte pensato fra me stesso (expl. Resterian tutte, salvo che la vostra) (cc. 216r-218r)cap. Quesito di tre dubii adesp. ined.

Ho riscevuta la lettera vostra (expl. E donerete al foco queste carte) (cc. 173v-175v)cap. A messer Uberto Strozzi di G. Mauro

I filosofi ancor fanno alle pugna (expl. Che ’n lui si truova ogni piacer giocondo) (cc. 119r-120v)cap. del Notare attr. a M. Franzesi ined.

Il dormire in terreno a chi ha padre (expl. Da lasciarne la sete, il fresco, el bere) (cc. 104r-105v)cap. delle Tasche di B. Varchi

Io gli ho tenuti sempre per beati (expl. Che in terra vi facessi esser rognoso) (cc. 342r-344r)cap. della Rogna di A. Mancinelli ined.

Io ho fantasticato tutta notte (expl. E di più ingegno che far gli arcolai) (cc. 160r-161v)cap. delle Ricotte adesp. [ma di B. Varchi]

Io ho sentito dir che Mecenate (expl. Poi che gridar con altri non mi vale) (cc. 22v-23v)cap. di un Ragazzo di F. Berni

Io mi curiccio ognor con la natura (expl. Le puttane, la stufa e l’osteria) (cc. 266r-270v)cap. dell’Osteria di A. Sansedoni

Io non posso pensar come si sia (expl. E glorioso il cielo e bello il mondo) (cc. 125v-128v)cap. della Palla attr. a M. Franzesi

Io non so ben, magnifico, s’a voi (expl. E tenghine abbundante ogni persona) (cc. 297v-301r)cap. del Cavolo adesp. ined.

Io non vi misi a tavola, priore (expl. Buona notte, prior. Mi raccomando) (cc. 196r-199r)cap. dell’Onore 2 di G. Mauro

Io non vo’ in fin morir con questa voglia (expl. E vivo e sano ogni anno pe’ poponi) (cc.281v-284r)cap. dei Poponi adesp. [ma di A.F. Grazzini]

Io sono a questi giorni, Anton mio caro (expl. Si dice amor mio dolce et non amaro) (cc.311r-313r)cap. delle Cose dolci adesp. ined.

Io stetti già per creder che ’l popone (expl. Bacio la man di vostra signoria) (cc. 129r-130v)cap. dei Baci [o Bacio] adesp. [ma di G. Della Casa]

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Io viddi a questi giorni un buon ritratto (expl. Io vi farei veder dove io non posso) (cc. 144r-146v)cap. del Pennello adesp. [ma di A. Bronzino]

Io vi descriverrò, messer Giovanni (expl. Mi raccomando a voi con queste ciance) (cc. 199v-202r)cap. delle Donne di montagna [1] di G. Mauro

Io v’indirizzo questo mio cotale (expl. Ma sempre abbiatene un nella berretta) (cc. 137r-138v)cap. dello Stecco [o Steccadenti] di M. Franzesi

Io volea dir le laudi della pera (expl. Ch’è buona, anzi miglior, fin quando è guasta) (cc. 316v-318r)cap. della Pera adesp. ined.

Ivi ciascun di loro spaventato (expl. E guardivi dal foco e da le piene) (cc. 9r-9v)cap. del Diluvio (acefalo) di F. Berni

La corte non può far senza ser Cecco (expl. Che nel suo loco rimarrà Trifone) (c. 51v)son. [di Ser Cecco] di F. Berni

L’altr’ier, scrivendo un mio capriccio strano (expl. Ch’ella si adiri quando in mano io l’aggio)(cc. 410v-415r)cap. della Penna 2 adesp. [ma evidentemente di Fermo da Pisa] ined.

Lasca gentil, e’ convien ch’io ti dica (expl. Ch’hanno le corna in testa come i becchi) (cc.226r-228v)cap. Contro la testa adesp. ined.

L’ignorantia è cagion di tanti mali (expl. Che beato è quel sol ch’ha del [coglione]) (cc. 442v-443v)cap. dei Coglioni adesp. ined.

Lo sventurato e misero Pasquino (expl. A’ suoi liberatori un popol rende) (cc. 150v-152r)cap. Pasquino a fra Martino adesp. ined.

Luca Martin, come l’opinioni (expl. Che dirne poco e mal. Voi mi intendete) (cc. 155v-157r)cap. delle Uova sode adesp. [ma di B. Varchi]

Madonna Laura, io ho desiderato (expl. Che insomma egli è da papi e cardinali) (cc. 253v-254v)cap. del Pappafico di [?] Toscano ined.

Magnifico messer Uberto mio (expl. Questo vi scrive Maur di suo pugno) (cc. 56r-57r)cap. A messer Uberto Strozzi di G. Mauro

Magnifico signor messer Luigi (expl. Senza (come si dice) il pegno in mano) (cc. 284v-289v)cap. A messer Luigi Priuli adesp. [ma di G.F. Bini?] ined.

Mai non è stata, se ben mi ricordo (expl. Iscalzo e gnudo, assai più che a l’antica) (cc. 229r-234v)cap. di Contro alle calze di G.F. Bini

Mandavisi una coppia di Giovanni (expl. Se voi dovessi farli con le forme) (cc. 224v-225v)cap. di Duoi Giouanni adesp. ined.

Messer Bartolomeo molto onorando (expl. Che girar la persona or quindi or quinci) (cc. 438r-442r)cap. della Pigrizia adesp. ined.

Messer Francesco, se voi siate vivo (expl. Che l’altr’ier se n’andò nel Veronese) (cc. 38r-39r)cap. A messer Francesco Milanese di F. Berni

Messer Piero, che avete dadovero (expl. Or qui mi fermo e più oltre non dico) (cc. 61r-62v)cap. A messer Piero Carnesecchi di G. Mauro

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Messer Vital, del giuoco della morra (expl. Poter così giucar mille anni integri) (cc. 368v-372v)cap. della Morra [Giuoco della Morra] adesp. [ma di A. Piccolomini?] ined.

Miser Iacopo mio, siate pur certo (expl. Che infatti a capo non ne verrei mai) (cc. 416r-422v)cap. della Torta adesp. ined.

Molte e diverse son le opinioni (expl. Solcherà un mar che non ha fin né fondo) (cc. 205r-209r)cap. dei Frati de zoccoli [o Frati] di G. Mauro

Molte lodate parti ed ingegnose (expl. Aspettatemi qui fin ch’io ritorno) (cc. 176r-179r)cap. del Letto di G. Mauro

Molti hanno speso il tempo e la fatica (expl. E saria pien di maraviglia ’l mondo) (cc. 301v-310v)cap. delle Mosche adesp. ined.

Monsignor Carnesecca, un vesco matto (expl. E contenta serà la voglia mia) (cc. 63r-63v)cap. A monsignor Carnesecchi di G. Mauro

Monsignor illustrissimo Bellai (expl. Il giorno che andò Cristo in Emausse) (cc. 436r-437v)cap. contro l’Esser grande adesp. [ma di G.A. dell’Anguillara] ined.

Monsignore illustrissimo Farnese (expl. Dal Borghetto, d’ottobre a dui sette) (cc. 399v-402r)cap. Al cardinal Farnese attr. a G.A. dell’Anguillara [ma di Iacopo Sellaio] ined.

Monsignor, non vorrei che li prosciutti (expl. Se son miglior di questi del paese) (cc. 427r-429v)cap. dei Prosciutti adesp. ined.

Nel dolce tempo che si pelon l’oche (expl. E tornai indrieto quasi a mezzo ’l giorno) (cc.204r-205v)cap. Al Strozza adesp. ined.

Nessuna in sino ad or persona viva (expl. Acciò vi [...] il studio un uom galante) (cc. 221r-224r)cap. dello Scalco adesp. ined.

Non crediate però, signor, ch’io taccia (expl. Di farvi qualche cosa di mia mano) (cc. 42v-44v)cap. Al cardinale de’ Medici di F. Berni

Non è molto ch’io viddi un certo pilo (expl. Pur che dato mi sia quel che domando) (cc. 122v-125r)cap. del Pilo di G.F. Bini

Non per oblio di voi ma di me stesso (expl. Perpetuo servitor Maur di Arcano) (cc. 52v-54r)cap. Al duca di Malfi di G. Mauro

Non sarà la mia bocca mai ristucca (expl. Per ir gridando zucca, zucca, zucca) (cc. 402v-406r)cap. della Zucca [1] adesp. ined.

Non so, maestro Pier, quel che ti pare (expl. Come a te di castagne far pasticci) (cc. 25v-27r)cap. in lode di Aristotele di F. Berni

Non ti maravigliar, maestro Piero (expl. È ’l più bel tempo che sia ’n tutto l’anno) (cc. 16v-19r)cap. della Peste 1 di F. Berni

O buona gente che vi dilettate (expl. Un tratto ei va più volentieri al pane) (cc. 45r-46r)cap. di Naldino [o Nardino o del Cornacchino] (mutilo) di F. Berni

O del Berna gentil anima bella (expl. Col mondo a tener gli occhi alle padelle) (cc. 390r-392v)cap. della Padella di Cesare da Fano ined.

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O madre di virtù, cara fatica (expl. Tal che per lei v’è ’l mondo e ’l cielo aperto) (cc. 383v-389v)cap. della Fatica di Cesare da Fano ined.

Oramai, monsignor, ch’io mi ritruovo (expl. Né persona che abbia l’hic e l’hocche) (cc. 373r-383r)cap. della Villa di G. Boni

Or anch’io voglio pur con quello stile (expl. Tu sei la miglior parte della vita) (cc. 110v-112r)cap. del Sonno adesp. [da R39 attribuito a Giovan Battista Belli]

Or che Tunizi è preso e Barbarossa (expl. Andassi a galla e ’l mio restassi al fondo) (cc. 235r-239r)cap. dell’Orto di G.F. Bini

Or venghino i poeti tanti e tanti (expl. In questa etate a farsi grande al mondo) (cc. 347r-347v)cap. della Prosunzione di A. Mancinelli ined.

O sacri eccelsi e gloriosi ghiozzi (expl. Caldi, freddi, in tocchetto e marinati) (cc. 7v-8v)cap. dei Ghiozzi di F. Berni

Padre, a me più che molti reverendo (expl. Arrivederci ad Ostia a prima laccia) (cc. 34v-36r)cap. A frate Bastiano Viniziano di F. Berni

Perch’io so, Varchi mio, che voi sapete (expl. Ch’han buona entrata, come voi sapete) (cc.96r-98r)cap. della Sete di A. Firenzuola

Perch’un che al mondo mi può comandare (expl. Io per me vorrei esser ne’ lor piedi) (cc.106r-108r)cap. dei Peducci di B. Varchi

Per trar di errore il mondo e ’l desio sciorre (expl. Per cui sol non v’incresce d’esser vivo) (cc.211v-215v)cap. della Fava menata adesp. ined.

Per veder Roma e le memorie antiche (expl. Incolpate non me, ma ’l mio cervello) (cc. 218v-220v)cap. dello Scalco adesp. ined.

Pien di dolce desio di dirvi in rima (expl. Ch’hanno fitti i lor versi nel vulgare) (cc. 251r-253r)cap. dell’Altelena di L. Martelli

Pietro, io non so se siete morto o vivo (expl. Mettiate spesso la mia penna in opra) (cc. 339r-341v)cap. della Penna [1] di Fermo da Pisa ined.

Poi che adesso, Busino, ognun mi affronta (expl. Chi ne vuol più doman mi faccia motto) (cc.278r-279v)cap. delle Nuove [biasimo] adesp. [ma di M. Franzesi]

Poi ch’io ho detto di Matteo Lombardi (expl. E per l’amor di Dio dacci del cardo) (cc. 11v-13r)cap. dei Cardi di F. Berni

Prior, voi creperesti delle risa (expl. E mangiono i ranocchi in la peschiera) (cc. 338r-338v)son. dei Cantori adesp. ined.

Quand’io riguardo a la vita beata (expl. Over sia ’l caffo lui d’ogni ribaldo) (cc. 262v-265v)cap. della Vita de’ villani [o Felicità de’ villani] di A. Sansedoni

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Quant’io ci penso più, più mi confondo (expl. Senza disagio et con un gran diletto) (cc. 348r-352r)cap. in dispregio della Caccia adesp. [ma attr. a A.F. Grazzini «in nome d’un altro»]34

Quanto io vo più dirieto a la pazzia (expl. E mi reservo a bocca a dire il resto) (cc. 39v-40v)cap. A messer Marco Viniziano di F. Berni

Quanto più veggo e pruovo a la giornata (expl. E sentirò per fin ch’io sarò vivo) (cc. 432v-436r)cap. contro l’Esser grande adesp. ined.

Quel io, che già cantai con umil verso (expl. Onorate l’altissimo Priapo) (cc. 205r-209r)cap. di Priapo di G. Mauro

Questa per avvisarvi, Baccio mio (expl. Mi raccomando a vostra signoria) (cc. 32r-34r)cap. dell’Andata di Nizza [o Gita di Nizza] di F. Berni

Questi nostri poeti cicaloni (expl. Godendo lieto della vostra altezza) (cc. 365v-368r)cap. dei [Coglioni] di A.F. Grazzini

Questo leggiadro e glorioso frutto (expl. Ch’ella più cresce quanto più si mena) (cc. 184r-190r)cap. della Fava 2 di G. Mauro

S’altri loda la peste e ’l mal franzese (expl. O vero un pantanaccio di eloquenza) (cc. 142r-143v)cap. della Tossa di M. Franzesi

Salvo, se siete salvo dadovero (expl. Voi guardate la testa e state sano) (cc. 70v-73v)cap. A messer Salvo di G. Mauro

Se bene aveste qualche gran faccenda (expl. Torrei più tosto che la pelatina) (cc. 363r-365r)cap. della Barba [o Barbe] di A.F. Grazzini

Sendo del ravanel detto una parte (expl. Che gli apre la vescica e fa pisciare) cc. 148v-150rcap. del Ravanello 2 attr. a P. Nelli ined.

Se ’n lodare il pensier pongo i pensieri (expl. Ma chi non pensa a nulla è buon da nulla) cc.164v-166rcap. del Pensiero adesp. [ma di A.F. Grazzini]

Se voi andate drieto a questa vita (expl. Datevi inanzi a lavorar di mano) (cc. 24r-25r)cap. Al compare di F. Berni

Se voi avessi almen la terza parte (expl. Dirò poi quel che resta un’altra volta) (cc. 329r-334r)cap. Frateria 2 adesp. ined.

Signora egli è gran tempo ch’io pensava (expl. In fra l’ora di cena e di merenda) (cc. 179v-183v)cap. della Fava 1 di G. Mauro

Signora Violante Torniella (expl. L’impressa forma della vostra stampa) (cc. 83r-86v)cap. della Caccia di G. Mauro

Signor Molza, e che sì, s’io me la ’ncapo (expl. Poi che ci è questa usanza traditora) (cc. 271r-273v)cap. contro il Cavarsi la berretta [ovvero Contro lo sberrettare] di M. Franzesi

Signor, s’io fussi qualche gran poeta (expl. Vostro schiavo continuo e servitore) (cc. 87r-88v)cap. Alla signora Violante Torniella di G. Mauro

34 Cfr. Grazzini 1882, p. 548.

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S’io avessi, Bistolfo, un’altra testa (expl. Ed ho pegno al giudeo fino alle brache) (cc. 152v-155r)cap. del Grillo attr. a P. Nelli

S’io avessi le lingue a mille a mille (expl. E facciti in effetto un uom dabbene) (cc. 10r-11r)cap. delle Anguille di F. Berni

S’io avessi manco quindici o venti anni (expl. Che gli è cattivo inter ma peggior mozzo) (cc.169v-170v)cap. del Nome di Giovanni di G. Della Casa

S’io avessi più tempo che ’l disitte (expl. Dapoi che mi ha cavato dello avello) (cc. 89r-93r)cap. del Legno [santo] di A. Firenzuola

S’io dovessi, Bronzin, perdere un occhio (expl. Bronzin, senza dir più, e’ da buon bere) (cc.108v-110r)cap. del Finocchio di B. Varchi

S’io mi levassi un’ora innanzi giorno (expl. Ch’io non ho detto nulla e son già stanco) (cc.101r-103v)cap. del Forno di G. Della Casa

S’io non vi conoscessi buon compagno (expl. Più ’l mostrate con fatti che con bocca) (cc.327r-329r)cap. Frateria 1 adesp. ined.

S’io vi vedessi dieci volte l’ora (expl. Darò la colpa alla signoria vostra) (cc. 313r-316r)cap. dello Sparviere adesp. ined.

Soglion quei che a pigion tolgon Parnaso (expl. A fuggir lunge dalla veritade) (cc. 121r-122r)cap. delle Bugie adesp. [ma di V. Martelli]

Spesso avvien che le cose paion triste (expl. E sien queste poltriglie benedette) (cc. 248v-250v)cap. del Fango di B. Carli Piccolomini

Tengo per certo ed ho sempre tenuto (expl. Godete donque il ben che Dio vi manda) (cc.139r-141v)cap. delle Gotti [o Gotte] di M. Franzesi

Tra l’opere di Dio maravigliose (expl. A Dio vi lascio e me ne vo nel letto) (cc. 353r-355v)cap. di Giovanni [o Nome di Giovanni] di A.F. Grazzini

Tutte le frutte in tutte le stagioni (expl. Colui che può le pesche dare e torre) (cc. 4r-5r)cap. delle Pesche di F. Berni

Tutte le infirmità d’uno spedale (expl. Ma ’l peggior mal di tutti fu ’l martello) (cc. 162r-164r)cap. del Martello di G. Della Casa

Tutti poeti e tutte le persone (expl. E nimica mortal di pazienza) (cc. 209v-211r)cap. della Stizza di G. Della Casa

Tutti i poeti moderni ed antichi (expl. Che ’l pappafico è delli agi un modello) (cc. 117r-118v)cap. dei Pappafichi attr. a M. Franzesi ined.

Tutti i volumi e tutti li quinterni (expl. Voi fussi ancora o papa o cardinale) (cc. 74r-79r)cap. della Menzogna [o delle Bugie] di G. Mauro

Udite, Fracastoro, un caso strano (expl. Fateli fare un servizial di ’nchiostro) (cc. 27v-31v)cap. Al Fracastoro [o del Prete di Povigliano] di F. Berni

Umore, e’ mi si è desto un certo umore (expl. Che possiate voi ridere e crepare) (cc. 280r-281r)cap. dell’Umore [o Umore malinconico] adesp. [ma di M. Franzesi]

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Umore, io mel potrei sdimenticare (expl. Non che ’n voi, non sta ben ’n un mariuolo) (cc.322r-323r)cap. del Passeggiare adesp. [ma di M. Franzesi]

Un poeta valente mi promisse (expl. Felice è chi ’n lei pone ogni speranza) (cc. 290r-294v)cap. dell’Insalata di F.M. Molza

Un tempo buio buio e strano strano (expl. illeggibile) (cc. 319v-321v)cap. della Cattiva notte [o Mala notte] adesp. [ma di M. Franzesi]

Uscito dalle gran mura di Roma (expl. Ove bramo vedere il sole et voi) (cc. 64r-70r)cap. Al duca di Malfi [Viaggio di Roma] di G. Mauro

Vera coppia di amici ai tempi nostri (expl. E tutti i bolognesi primieranti) (cc. 99r-100v)cap. A messer Giovanni Della Casa e messer Agostino [ovvero Donne di montagna 2] diG. Mauro

Voi m’avete, signor, mandato a dire (expl. Viva Gradasso Berrettaio da Norcia) (cc. 41r-42r)cap. di Gradasso di F. Berni

Voi sapete, prior, che voi ed io (expl. Che gli umani cervelli son diversi) (cc. 190v-195v)cap. Contro a l’onore [o In disonor dell’onore] di G. Mauro

Vorrei poter tanto al fondo pescare (expl. Materia da stivali et non da zoccoli) (cc. 258r-262r)cap. del Cavalcare adesp. [ma di Mino Celsi]35 ined.

Indice dei titoli dei capitoli(normalizzati e semplificati)

A frate Bastiano Viniziano (Padre, a me più che molti reverendo) di F. Berni (cc. 34v-36r)Ago (Fra tutte le scienzie e tutte l’arti) di F. Berni (cc. 47r-49r)Al cardinale de’ Medici (Non crediate però, signor, ch’io taccia) di F. Berni (cc. 42v-44v)Al cardinale di Trento (Fra i bassi, fra i mezzani e fra gli erroi) di G.A. dell’Anguillara (cc.

393r-398r)Al cardinale di Mantua [Del pigliare il legno] (Credo che aviate inteso, signor mio) adesp.

(cc. 202v-204v)Al cardinal Farnese (Monsignore illustrissimo Farnese) attr. a G.A. dell’Anguillara [ma di

Iacopo Sellaio] (cc. 399v-402r)Al Como (Gentil mio Como, io mi parti’ da voi) di B. Panciatichi (cc. 171r-173r)Al compare (Se voi andate drieto a questa vita) di F. Berni (cc. 24r-25r)Al duca di Malfi (Non per oblio di voi ma di me stesso) di G. Mauro (cc. 52v-54r)Al duca di Malfi [Viaggio di Roma] (Uscito dalle gran mura di Roma) di G. Mauro (cc. 64r-

70r)Al Fracastoro [o del Prete di Povigliano] (Udite, Fracastoro, un caso strano) di F. Berni (cc.

27v-31v)Alla signora Violante Torniella (Signor, s’io fussi qualche gran poeta) di G. Mauro (cc. 87r-

88v)

35 A lui (l’Asciutto Intronato: 1514-1575?) lo attribuisce SALZA 1900, p. 117.

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Al marchese del Vasto [Andata di Tunizi] (Donque voi andrete pur, signor marchese) di G.Mauro (cc. 57v-60v)

Al Strozza (Nel dolce tempo che si pelon l’oche) adesp. ined. (cc. 204r-205v)Altelena (Pien di dolce desio di dirvi in rima) di L. Martelli (cc. 251r-253r)A messer Burzio [o Tiburzio] (Burzio mio car, Dio vi mantenga vivo) adesp. (cc. 415v-416r)A messer Carlo da Fano e messer Gandolfo [Porrino] (Carlo e Gandolfo, messeri ambi doi)

di G. Mauro (cc. 56r-57r)A messer Francesco Milanese (Messer Francesco, se voi siate vivo) di F. Berni (cc. 38r-39r)A messer Giovanni Della Casa e messer Agostino [ovvero Donne di montagna 2] (Vera cop-

pia di amici ai tempi nostri) di G. Mauro (cc. 99r-100v)A messer Luigi Priuli (Magnifico signor messer Luigi) adesp. [ma di G.F. Bini?] (cc. 284v-

289v)A messer Marco Viniziano (Quanto io vo più dirieto a la pazzia) di F. Berni (cc. 39v-40v)A messer Piero Carnesecchi (Messer Piero, che avete dadovero) di G. Mauro (cc. 61r-62v)A messer Salvo (Salvo, se siete salvo dadovero) di G. Mauro (cc. 70v-73v)A messer Uberto Strozzi (Magnifico messer Uberto mio) di G. Mauro (cc. 56r-57r)A messer Uberto Strozzi (Ho riscevuta la lettera vostra) di G. Mauro (cc. 173v-175v)A monsignor Carnesecchi (Monsignor Carnesecca, un vesco matto) di G. Mauro (cc. 63r-63v)Amor vero (Cervin, già molte volte mi son messo) di A. Mancinelli (cc. 356r-361r)Andata di Nizza [o Gita di Nizza] (Questa per avvisarvi, Baccio mio) di F. Berni (cc. 32r-34r)Anguille (S’io avessi le lingue a mille a mille) di F. Berni (cc. 10r-11r)Aristotele (Non so, maestro Pier, quel che ti pare) di F. Berni (cc. 25v-27r)Baci [o Bacio] (Io stetti già per creder che ’l popone) adesp. [ma di G. Della Casa] (cc. 129r-

130v)Barba (Se bene aveste qualche gran faccenda) di A.F. Grazzini (cc. 363r-365r)Berretta vedi Cavarsi la berretta [biasimo] [o Contro lo sberrettare]Bugie (Soglion quei che a pigion tolgon Parnaso) adesp. [ma di V. Martelli] ed. OB2 (cc.

121r-122r)[Bugie] vedi MenzognaCaccia (Signor, s’io fussi qualche gran poeta) di G. Mauro (cc. 83r-86v)Caccia [biasimo] (Quant’io ci penso più, più mi confondo) adesp. [ma di A.F. Grazzini «in

nome d’un altro»] (cc. 348r-352r)Calze [biasimo] (Mai non è stata, se ben mi ricordo) di G.F. Bini (cc. 229r-234v)Cardi (Poi ch’io ho detto di Matteo Lombardi) di F. Berni (cc. 11v-13r)Carestia (E’ vi parrà pur strana fantasia) di G. Mauro (cc. 79v-82v)Cattiva notte [o Mala notte] (Un tempo buio buio e strano strano) adesp. [ma di M. Franzesi]

(cc. 319v-321v)Cavalcare (Vorrei poter tanto al fondo pescare) adesp. [ma di M. Celsi] (cc. 258r-262r)Cavarsi la berretta [biasimo] [o Contro lo sberrettare] (Signor Molza, e che sì, s’io me la

’ncapo) di M. Franzesi (cc. 271r-273v)Cavolo (Io non so ben, magnifico, s’a voi) adesp. (cc. 297v-301r)Cipolla (Gran torto mi par fare alla natura) di A. Mancinelli (cc. 344v-345v)[Coglioni] (L’ignorantia è cagion di tanti mali) adesp. (cc. 442v-443v)[Coglioni] (Questi nostri poeti cicaloni) di A.F. Grazzini (cc. 365v-368r)Come già io vi scrissi brevemente Al/Del Capilupo (cc. 166v-169r)Cose dolci (Io sono a questi giorni, Anton mio caro) adesp. (cc. 311r-313r)Diluvio (Ivi ciascun di loro spaventato) (acefalo) di F. Berni (cc. 9r-9v)Donne di montagna [1] (Io vi descriverrò, messer Giovanni) di G. Mauro (cc. 199v-202r)

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[Donne di montagna 2] vedi A Giovanni Della Casa e messer AgostinoDuoi Giouanni (Mandavisi una coppia di Giovanni) adesp. (cc. 224v-225v)Esser grande (Monsignor illustrissimo Bellai) adesp. [ma di G.A. dell’Anguillara] (cc. 436r-

437v)Esser grande (Quanto più veggo e pruovo a la giornata) adesp. (cc. 432v-436r)Fango (Spesso avvien che le cose paion triste) di B. Carli Piccolomini (cc. 248v-250v)Fatica (O madre di virtù, cara fatica) di Cesare da Fano (cc. 383v-389v)Fava 1 (Signora egli è gran tempo ch’io pensava) di G. Mauro (cc. 179v-183v)Fava 2 (Questo leggiadro e glorioso frutto) di G. Mauro (cc. 184r-190r)Fava menata (Per trar di errore il mondo e ’l desio sciorre) adesp. (cc. 211v-215v)Finocchio (S’io dovessi, Bronzin, perdere un occhio) di B. Varchi (cc. 108v-110r)Forno (S’io mi levassi un’ora innanzi giorno) di G. Della Casa (cc. 101r-103v)Frateria 1 (S’io non vi conoscessi buon compagno) adesp. (cc. 327r-329r)Frateria 2 (Se voi avessi almen la terza parte) adesp. (cc. 329r-334r)Frateria 3 (Credo l’altr’ier ch’io vi venissi a noia) adesp. (cc. 334r-337v)Frati de zoccoli (Molte e diverse son le opinioni) di G. Mauro (cc. 205r-209r)Furfanteria (El mi è venuta una gran fantasia) adesp. (cc. 425r-426v)Gelatina (E’ non è mai né sera né mattina) di F. Berni (cc. 13v-14v)Ghiozzi (O sacri eccelsi e gloriosi ghiozzi) di F. Berni (cc. 7v-8v)Giardino: vedi OrtoGiovanni [o Nome di Giovanni] (Tra l’opere di Dio maravigliose) di A.F. Grazzini (cc. 353r-

355v)Giuco (Dicon molti che amore e carità) adesp. (cc. 422v-424v)Gotti [o Gotte] (Tengo per certo ed ho sempre tenuto) di M. Franzesi (cc. 139r-141v)Gradasso (Voi m’avete, signor, mandato a dire) di F. Berni (cc. 41r-42r)Grillo (S’io avessi, Bistolfo, un’altra testa) attr. a P. Nelli (cc. 152v-155r)Insalata (Un poeta valente mi promisse) di F.M. Molza (cc. 290r-294v)Legno [santo] (S’io avessi più tempo che ’l disitte) di A. Firenzuola (cc. 89r-93r)Letto (Molte lodate parti ed ingegnose) di G. Mauro (cc. 176r-179r)Mal franzese (Ad ogni altro che a me forse dorrebbe) di G.F. Bini (cc. 89r-93r)Mangiar da sé (Chi mi dicessi che vuoi tu più tosto) adesp. (cc. 430r-432v)Martello (Tutte le infirmità d’uno spedale) di G. Della Casa (cc. 162r-164r)Marzapane [o Torte marzapane] (Come chi cerca con arte e parole) adesp. [ma di A.F. Graz-

zini] (cc. 112v-114r)Mele (Ben ch’io non sia il Bernio, il Varchi, il Gello) attr. a M. Franzesi (cc. 114v-116v)Mele (Ho pensato fra me già mille volte) di [?] Tarpeo (cc. 255r-257v)Menzogna [o delle Bugie] (Tutti i volumi e tutti li quinterni) di G. Mauro (cc. 74r-79r)[Merda] (Già mille penne e mille ingegni stanchi) adesp. (cc. 318v-319r)Morra [Giuoco della Morra] (Messer Vital, del giuoco della morra) adesp. [ma di A. Picco-

lomini?] (cc. 368v-372v)Mosche (Molti hanno speso il tempo e la fatica) adesp. (cc. 301v-310v)Naldino [o Nardino o del Cornacchino] (O buona gente che vi dilettate) di F. Berni (cc. 45r-

46r)Naso (Dice un proverbio che pare assai bello) adesp. (cc. 274r-277v)Nome di Giovanni [lode] (Tra l’opere di Dio maravigliose) di G. Della Casa (cc. 169v-170v)Notare (I filosofi ancor fanno alle pugna) attr. a M. Franzesi (cc. 119r-120v)Nuove [biasimo] (Poi che adesso, Busino, ognun mi affronta) adesp. [ma di M. Franzesi] (cc.

278r-279v)

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Onore 1 [biasimo] [o In disonor dell’onore] (Voi sapete, prior, che voi ed io) di G. Mauro (cc.190v-195v)

Onore 2 [biasimo] (Io non vi misi a tavola, priore) di G. Mauro (cc. 196r-199r)Orinale (Chi non ha molto ben del naturale) di F. Berni (cc. 15r-16v)Orto 1 (Or che Tunizi è preso e Barbarossa) di G.F. Bini (cc. 235r-239r)Orto 2 [Giardino] (Da voi e me è sì gran differenza) di G.F. Bini (cc. 131r-136r)Osteria (Io mi curiccio ognor con la natura) di A. Sansedoni (cc. 266r-270v)Padella (O del Berna gentil anima bella) di Cesare da Fano (cc. 390r-392v)Palla (Io non posso pensar come si sia) attr. a M. Franzesi (cc. 125v-128v)Pambollito (Chiunque del sacro monte in cima è gito) adesp. (cc. 295r-297r)[Papa Adriano] ([...]) di F. Berni (c. 52r)Pappafichi (Tutti i poeti moderni ed antichi) attr. a M. Franzesi (cc. 117r-118v)Pappafico (Madonna Laura, io ho desiderato) di [?] Toscano (cc. 253v-254v)Pasquino a fra Martino (Lo sventurato e misero Pasquino) adesp. (cc. 150v-152r)Passeggiare (Umore, io mel potrei sdimenticare) adesp. [ma di M. Franzesi] (cc. 322r-323r)Peducci (Perch’un che al mondo mi può comandare) di B. Varchi (cc. 106r-108r)Penna [1] (Pietro, io non so se siete morto o vivo) di Fermo da Pisa (cc. 339r-341v)Penna 2 (L’altr’ier, scrivendo un mio capriccio strano) adesp. [ma di Fermo da Pisa] (cc.

410v-415r)Pennello (Io viddi a questi giorni un buon ritratto) adesp. [ma di A. Bronzino] (cc. 144r-146v)Pensiero (Se ’n lodare il pensier pongo i pensieri) adesp. (cc. 164v-166v)Pera (Io volea dir le laudi della pera) adesp. (cc. 316v-318r)Pescare (Che bella vita al mondo un pescatore) attr. a F. Berni [ma apocrifo] (cc. 5v-7r)Pesche (Tutte le frutte in tutte le stagioni) di F. Berni (cc. 4r-5r)Peste 1 (Non ti maravigliar, maestro Piero) di F. Berni (cc. 16v-19r)Peste 2 (Ancor non ho io detto della peste) di F. Berni (cc. 19v-22r)Pigrizia 1 (Messer Bartolomeo molto onorando) adesp. (cc. 438r-442r)Pilo (Non è molto ch’io viddi un certo pilo) di G.F. Bini (cc. 122v-125r)Piva (Nessuna in sino ad or persona viva) adesp. [attr. a G. Mauro] (cc. 221r-224v)Poponi (Io non vo’ in fin morir con questa voglia) adesp. [ma di A.F. Grazzini] (cc. 281v-

284r)Priapo (Quel io, che già cantai con umil verso) di G. Mauro (cc. 205r-209r)Prosciutti (Monsignor, non vorrei che li prosciutti) adesp. (cc. 427r-429v)Prosunzione (Or venghino i poeti tanti e tanti) di A. Mancinelli (cc. 347r-347v)Quesito di tre dubii (Ho più volte pensato fra me stesso) adesp. (cc. 216r-218r)Ragazzo (Io ho sentito dir che Mecenate) di F. Berni (cc. 22v-23v)Ravanello 1 (Compar, per un instinto naturale) attr. a P. Nelli [ma anche ad A. Bronzino] (cc.

146v-148r)Ravanello 2 (Sendo del ravanel detto una parte) attr. a P. Nelli (cc. 148v-150r)Ricotte (Io ho fantasticato tutta notte) adesp. [ma di B. Varchi] (cc. 160r-161v)Risposta di fra Bastiano (Come io ebbi la vostra, signor mio) adesp. [ma di M. Buonarroti]

(cc. 36v-37v)Rogna (Io gli ho tenuti sempre per beati) di A. Mancinelli (cc. 342r-344r)Salsiccia (Ben saria colui goffo e senza sale) [di A.F. Grazzini] (cc. 323v-326v)Scalco (Nessuna in sino ad or persona viva) adesp. (cc. 221r-224r)Scalco (Per veder Roma e le memorie antiche) adesp. (cc. 218v-220v)Sete (Perch’io so, Varchi mio, che voi sapete) di A. Firenzuola (cc. 96r-98r)

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Sonno (Or anch’io voglio pur con quello stile) adesp. (cc. 110v-112r) [da R39 attribuito aGiovan Battista Belli]

Sparviere (S’io vi vedessi dieci volte l’ora) adesp. (cc. 313r-316r)Stecco [o Steccadenti] (Io v’indirizzo questo mio cotale) di M. Franzesi (cc. 137r-138v)Stizza (Tutti poeti e tutte le persone) di G. Della Casa (cc. 209v-211r)Tasche (Il dormire in terreno a chi ha padre) di B. Varchi (cc. 104r-105v)Testa [biasimo] (Lasca gentil, e’ convien ch’io ti dica) adesp. (cc. 226r-228v)Torta (Miser Iacopo mio, siate pur certo) adesp. (cc. 416r-422v)Tossa (S’altri loda la peste e ’l mal franzese) di M. Franzesi (cc. 142r-143v)Umore [o Umore malinconico] (Umore, e’ mi si è desto un certo umore) adesp. [ma di M.

Franzesi] (cc. 280r-281r)Uova sode (Luca Martin, come l’opinioni) adesp. [ma di B. Varchi] (cc. 155v-157r)Uova sode [biasimo] (Chi avessi ammazzato con sua mano) adesp. [ma di B. Varchi] (cc.

157v-159v)[Viaggio di Roma]: vedi Al duca di MalfiVilla (Oramai, monsignor, ch’io mi ritruovo) di G. Boni (cc. 373r-383r)Villani (Vita de’) [o Felicità de’ villani] Quand’io riguardo a la vita beata) di A. Sansedoni

(cc. 262v-265v)Zucca [1] (Non sarà la mia bocca mai ristucca) adesp. (cc. 402v-406r)Zucca 2 (Apollo ancor mi ride e poi mi accenna) adesp. (cc. 406v-410r).

A parte si riportano i sonetti:

La corte non può far senza ser Cecco (expl. Che nel suo loco rimarrà Trifone) (c. 51v)son. [di Ser Cecco] di F. Berni

Dal più profondo e tenebroso centro (expl. Tanto el ben ch’io gli voglio è ito adrento) (c. 51v)son. [della Mula] (mutilo) di F. Berni

Prior, voi creperesti delle risa (expl. E mangiono i ranocchi in la peschiera) (cc. 338r-338v)son. dei Cantori adesp. ined.

E il componimento misto:

El Conte Lodouico Bentiuogli (expl. Post has vidi turbam magnam quam nemo dinumerarepoterat)Listra di omini bolognesi [frammento dell’Entrata dell’Imperatore in Bologna] di F. Ber-ni (cc. 50r-51r)

Indice degli autori

Anguillara (della), Giovanni Andrea– Al cardinale di Trento (Fra i bassi, fra i mezzani e fra gli erroi) (cc. 393r-398r)– Esser grande (Monsignor illustrissimo Bellai) adesp. (cc. 436r-437v)

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Belli, Giovan Battista– Sonno (Or anch’io voglio pur con quello stile) adesp. (cc. 110v-112r) [attribuito da

R39]

Berni, Francesco– A frate Bastiano Viniziano (Padre, a me più che molti reverendo) (cc. 34v-36r)– Ago (Fra tutte le scienzie e tutte l’arti) (cc. 47r-49r)– Al cardinale de’ Medici (Non crediate però, signor, ch’io taccia) di F. Berni (cc. 42v-

44v)– Al compare (Se voi andate drieto a questa vita) (cc. 24r-25r)– Al Fracastoro [o del Prete di Povigliano] (Udite, Fracastoro, un caso strano) (cc. 27v-

31v)– A messer Francesco Milanese (Messer Francesco, se voi siate vivo) (cc. 38r-39r)– A messer Marco Viniziano (Quanto io vo più dirieto a la pazzia) (cc. 39v-40v)– Andata di Nizza [o Gita di Nizza] (Questa per avvisarvi, Baccio mio) (cc. 32r-34r)– Aristotele (Non so, maestro Pier, quel che ti pare) (cc. 25v-27r)– Anguille (S’io avessi le lingue a mille a mille) (cc. 10r-11r)– Cardi (Poi ch’io ho detto di Matteo Lombardi) (cc. 11v-13r)– Diluvio (Ivi ciascun di loro spaventato) (acefalo) (cc. 9r-9v)– Gelatina (E’ non è mai né sera né mattina) (cc. 13v-14v)– Ghiozzi (O sacri eccelsi e gloriosi ghiozzi) (cc. 7v-8v)– Gradasso (Voi m’avete, signor, mandato a dire) di F. Berni (cc. 41r-42r)– Naldino [o Nardino o del Cornacchino] (O buona gente che vi dilettate) (cc. 45r-46r)– Orinale (Chi non ha molto ben del naturale) (cc. 15r-16v)– [Papa Adriano] ([...]) (c. 52r)– Pescare (Che bella vita al mondo un pescatore) attr. a F. Berni [ma apocrifo] (cc. 5v-

7r)– Pesche (Tutte le frutte in tutte le stagioni) (cc. 4r-5r)– Peste 1 (Non ti maravigliar, maestro Piero) (cc. 16v-19r)– Peste 2 (Ancor non ho io detto della peste) (cc. 19v-22r)– Ragazzo (Io ho sentito dir che Mecenate) di F. Berni (cc. 22v-23v)

Bini, Giovan Francesco– A messer Luigi Priuli (Magnifico signor messer Luigi) adesp. (cc. 284v-289v)– Calze [biasimo] (Mai non è stata, se ben mi ricordo) (cc. 229r-234v)– Mal franzese (Ad ogni altro che a me forse dorrebbe) (cc. 89r-93r)– Orto 1 [Del Orto] (Or che Tunizi è preso e Barbarossa) (cc. 235r-239r)– Orto 2 [Giardino] (Da voi e me è sì gran differenza) (cc. 131r-136r)– Pilo (Non è molto ch’io viddi un certo pilo) (cc. 122v-125r)

Boni, Giovanni– Villa (Oramai, monsignor, ch’io mi ritruovo) (cc. 373r-383r)

Bronzino, Agnolo [A. Allori, detto il B.]– Pennello (Io viddi a questi giorni un buon ritratto) adesp. (cc. 144r-146v)– Ravanello 1 (Compar, per un instinto naturale) attr. a P. Nelli [ma di A. Bronzino] (cc.

146v-148r)

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Buonarroti, Michelangelo– Risposta di fra Bastiano (Come io ebbi la vostra, signor mio) adesp. (cc. 36v-37v)

Capilupi, Lelio [?]– Sine titulo [lettera in versi] (Come già io vi scrissi brevemente) (cc. 166v-169r)

Carli Piccolomini, Bartolomeo– Fango (Spesso avvien che le cose paion triste) (cc. 248v-250v)

Celsi, Mino– Cavalcare (Vorrei poter tanto al fondo pescare) adesp. (cc. 258r-262r)

Cesare da Fano– Fatica (O madre di virtù, cara fatica) (cc. 383v-389v)– Padella (O del Berna gentil anima bella) (cc. 390r-392v)

Della Casa, Giovanni– Baci [o Bacio] (Io stetti già per creder che ’l popone) adesp. (cc. 129r-130v)– Forno (S’io mi levassi un’ora innanzi giorno) (cc. 101r-103v)– Martello (Tutte le infirmità d’uno spedale) (cc. 162r-164r)– Nome di Giovanni [biasimo] (S’io avessi manco quindici o venti anni) (cc. 169v-170v)

Fermo da Pisa [?]– Penna [1] (Pietro, io non so se siete morto o vivo) (cc. 339r-341v)– Penna 2 (L’altr’ier, scrivendo un mio capriccio strano) adesp. (cc. 410v-415r)

Firenzuola, Agnolo– Legno [santo] (S’io avessi più tempo che ’l disitte) (cc. 89r-93r)– Sete (Perch’io so, Varchi mio, che voi sapete) (cc. 96r-98r)

Franzesi, Mattio [o Francesi, Matteo]– Cattiva notte [o Mala notte] (Un tempo buio buio e strano strano) adesp. (cc. 319v-

321v)– Cavarsi la berretta [biasimo] [o Contro lo sberrettare] (Signor Molza, e che sì, s’io

me la ’ncapo) (cc. 271r-273v)– Gotti [o Gotte] (Tengo per certo ed ho sempre tenuto) (cc. 139r-141v)– Mele (Ben ch’io non sia il Bernio, il Varchi, il Gello) attr. a M. Franzesi (cc. 114v-

116v)– Notare (I filosofi ancor fanno alle pugna) attr. a M. Franzesi (cc. 119r-120v)– Nuove [biasimo] (Poi che adesso, Busino, ognun mi affronta) adesp. (cc. 278r-279v)– Pappafichi (Tutti i poeti moderni ed antichi) attr. a M. Franzesi (cc. 117r-118v)– Passeggiare (Umore, io mel potrei sdimenticare) adesp. (cc. 322r-323r)– Stecco [o Steccadenti] (Io v’indirizzo questo mio cotale) (cc. 137r-138v)– Tossa (S’altri loda la peste e ’l mal franzese) (cc. 142r-143v)– Umore [o Umore malinconico] (Umore, e’ mi si è desto un certo umore) adesp. (cc.

280r-281r)

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Grazzini, Anton Francesco– Caccia [biasimo] (Quant’io ci penso più, più mi confondo) adesp. [ma trad. A.F.

Grazzini «in nome d’un altro»] (cc. 348r-352r)– [Coglioni] (Questi nostri poeti cicaloni) (cc. 365v-368r)– Marzapane [o Torte marzapane] (Come chi cerca con arte e parole) adesp. (cc. 112v-

114r)– Poponi (Io non vo’ in fin morir con questa voglia) adesp. (cc. 281v-284r)– Salsiccia (Ben saria colui goffo e senza sale) adesp. (cc. 323v-326v)

Iacopo Sellaio– Al cardinal Farnese (Monsignore illustrissimo Farnese) attr. a G.A. dell’Anguillara

(cc. 399v-402r)

Mancinelli, Andrea [?]– Amore (Cervin, già molte volte mi son messo) (cc. 356r-361r)– Cipolla (Gran torto mi par fare alla natura) (cc. 344v-345v)– Prosunzione (Or venghino i poeti tanti e tanti) (cc. 347r-347v)– Rogna (Io gli ho tenuti sempre per beati) (cc. 342r-344r)

Martelli, Ludovico– Altelena (Pien di dolce desio di dirvi in rima) di L. Martelli (cc. 251r-253r)

Martelli, Vincenzo– Bugie (Soglion quei che a pigion tolgon Parnaso) adesp. (cc. 121r-122r)

Mauro, Giovanni– Al duca di Malfi (Non per oblio di voi ma di me stesso) (cc. 52v-54r)– Al duca di Malfi [Viaggio di Roma] (Uscito dalle gran mura di Roma) (cc. 64r-70r)– Al marchese del Vasto (Donque voi andrete pur, signor marchese) (cc. 57v-60v)– A messer Carlo da Fano e messer Gandolfo (Carlo e Gandolfo, messeri ambi doi) (cc.

56r-57r)– A messer Giovanni Della Casa e messer Agostino [ovvero Donne di montagna 2] (Ve-

ra coppia di amici ai tempi nostri) (cc. 99r-100v)– A messer Piero Carnesecchi (Messer Piero, che avete dadovero) (cc. 61r-62v)– A messer Salvo (Salvo, se siete salvo dadovero) (cc. 70v-73v)– A messer Uberto Strozzi (Ho riscevuta la lettera vostra) (cc. 173v-175v)– A monsignor Carnesecchi (Monsignor Carnesecca, un vesco matto) (cc. 63r-63v)– Caccia (Signora Violante Torniella) (cc. 83r-86v)– Carestia (E’ vi parrà pur strana fantasia) (cc. 79v-82v)– Donne di montagna [1] (Io vi descriverrò, messer Giovanni) (cc. 199v-202r)– Fava 1 (Signora egli è gran tempo ch’io pensava) (cc. 179v-183v)– Fava 2 (Questo leggiadro e glorioso frutto) (cc. 184r-190r)– Frati (Molte e diverse son le opinioni) (cc. 205r-209r)– Letto (Molte lodate parti ed ingegnose) (cc. 176r-179r)– Menzogna [o delle Bugie] (Tutti i volumi e tutti li quinterni) (cc. 74r-79r)– Onore 1 [biasimo] [o In disonor dell’onore] (Voi sapete, prior, che voi ed io) (cc.

190v-195v)– Onore 2 [biasimo] (Io non vi misi a tavola, priore) (cc. 196r-199r)

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– Priapo (Quel io, che già cantai con umil verso) (cc. 205r-209r)

Molza, Francesco Maria– Insalata (Un poeta valente mi promisse) (cc. 290r-294v)

Nelli, Pietro– Grillo (S’io avessi, Bistolfo, un’altra testa) (cc. 152v-155r)

Panciatichi, Bartolomeo– Al Como (Gentil mio Como, io mi parti’ da voi) (cc. 171r-173r) [ma V42 lo intitola

CAPITOLO DEL B. A. M. B. COMO.]

Piccolomini, Alessandro [?]– Morra [Giuoco della Morra] (Messer Vital, del giuoco della morra) adesp. (cc. 368v-

372v)

Sansedoni, Alessandro– Osteria (Io mi curiccio ognor con la natura) (cc. 266r-270v)– Villani (Vita de’) [o Felicità de’ villani] Quand’io riguardo a la vita beata) (cc. 262v-

265v)

Tarpeo [?]– Mele (Ho pensato fra me già mille volte) (cc. 255r-257v)

Toscano [?]– Pappafico (Madonna Laura, io ho desiderato) (cc. 253v-254v)

Varchi, Benedetto– Finocchio (S’io dovessi, Bronzin, perdere un occhio) (cc. 108v-110r)– Peducci (Perch’un che al mondo mi può comandare) (cc. 106r-108r)– Ricotte (Io ho fantasticato tutta notte) adesp. (cc. 160r-161v)– Tasche (Il dormire in terreno a chi ha padre) (cc. 104r-105v)– Uova sode (Luca Martin, come l’opinioni) adesp. (cc. 155v-157r)– Uova sode [biasimo] (Chi avessi ammazzato con sua mano) adesp. (cc. 157v-159v)

Restano anonimi:– A Burzio amico (Burzio mio car, Dio vi mantenga vivo) adesp. (cc. 415v-416r)– Al cardinale di Mantua [Del pigliare il legno] (Credo che aviate inteso, signor mio)

adesp. (cc. 202v-204v)– Al Strozza (Nel dolce tempo che si pelon l’oche) adesp. (cc. 204r-205v)– Cavolo (Io non so ben, magnifico, s’a voi) adesp. (cc. 297v-301r)– [Coglioni] (L’ignorantia è cagion di tanti mali) adesp. (cc. 442v-443v)– Cose dolci (Io sono a questi giorni, Anton mio caro) adesp. (cc. 311r-313r)– Duoi Giouanni (Mandavisi una coppia di Giovanni) adesp. (cc. 224v-225v)– Esser grande (Quanto più veggo e pruovo a la giornata) adesp. (cc. 432v-436r)– Fava menata (Per trar di errore il mondo e ’l desio sciorre) adesp. (cc. 211v-215v)– Frateria 1 (S’io non vi conoscessi buon compagno) adesp. (cc. 327r-329r)

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– Frateria 2 (Se voi avessi almen la terza parte) adesp. (cc. 329r-334r)– Frateria 3 (Credo l’altr’ier ch’io vi venissi a noia) adesp. (cc. 334r-337v)– Furfanteria (El mi è venuta una gran fantasia) adesp. (cc. 425r-426v)– Giovanni [o Nome di Giovanni] (Tra l’opere di Dio maravigliose) di A.F. Grazzini

(cc. 353r-355v)– Giuco (Dicon molti che amore e carità) adesp. (cc. 422v-424v)– Mangiar da sé (Chi mi dicessi che vuoi tu più tosto) adesp. (cc. 430r-432v)– [Merda] (Già mille penne e mille ingegni stanchi) adesp. (cc. 318v-319r)– Mosche (Molti hanno speso il tempo e la fatica) adesp. (cc. 301v-310v)– Naso (Dice un proverbio che pare assai bello) adesp. (cc. 274r-277v)– Pambollito (Chiunque del sacro monte in cima è gito) adesp. (cc. 295r-297r)– Pasquino a fra Martino (Lo sventurato e misero Pasquino) adesp. (cc. 150v-152r)– Pera (Io volea dir le laudi della pera) adesp. (cc. 316v-318r)– Pigrizia (Messer Bartolomeo molto onorando) adesp. (cc. 438r-442r)– Prosciutti (Monsignor, non vorrei che li prosciutti) adesp. (cc. 427r-429v)– Quesito di tre dubii (Ho più volte pensato fra me stesso) adesp. (cc. 216r-218r)– Scalco (Nessuna in sino ad or persona viva) adesp. (cc. 221r-224r)– Scalco (Per veder Roma e le memorie antiche) adesp. (cc. 218v-220v)– Sparviere (S’io vi vedessi dieci volte l’ora) adesp. (cc. 313r-316r)– Testa [biasimo] (Lasca gentil, e’ convien ch’io ti dica) adesp. (cc. 226r-228v)– Torta (Miser Iacopo mio, siate pur certo) adesp. (cc. 416r-422v)– Zucca [1] (Non sarà la mia bocca mai ristucca) adesp. (cc. 402v-406r)– Zucca 2 (Apollo ancor mi ride e poi mi accenna) adesp. (cc. 406v-410r)

Sono inediti (oltre a tutti gli anonimi):

Anguillara (della), Giovanni Andrea– Esser grande (Monsignor illustrissimo Bellai) adesp. (cc. 436r-437v)

Capilupi, Lelio [?]– Sine titulo [lettera in versi] (Come già io vi scrissi brevemente) (cc. 166v-169r)

Celsi, Mino– Cavalcare (Vorrei poter tanto al fondo pescare) adesp. (cc. 258r-262r)

Cesare da Fano– Fatica (O madre di virtù, cara fatica) (cc. 383v-389v)– Padella (O del Berna gentil anima bella) (cc. 390r-392v)

Fermo da Pisa [?]– Penna [1] (Pietro, io non so se siete morto o vivo) (cc. 339r-341v)– Penna 2 (L’altr’ier, scrivendo un mio capriccio strano) adesp. (cc. 410v-415r)

Franzesi, Mattio– Mele (Ben ch’io non sia il Bernio, il Varchi, il Gello) attr. a M. Franzesi (cc. 114v-

116v)

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– Notare (I filosofi ancor fanno alle pugna) attr. a M. Franzesi (cc. 119r-120v)– Pappafichi (Tutti i poeti moderni ed antichi) attr. a M. Franzesi (cc. 117r-118v)

Iacopo Sellaio– Al cardinal Farnese (Monsignore illustrissimo Farnese) attr. a G.A. dell’Anguillara

(cc. 399v-402r)

Mancinelli, Andrea [?]– Amore (Cervin, già molte volte mi son messo) (cc. 356r-361r)– Cipolla (Gran torto mi par fare alla natura) (cc. 344v-345v)– Prosunzione (Or venghino i poeti tanti e tanti) (cc. 347r-347v)– Rogna (Io gli ho tenuti sempre per beati) (cc. 342r-344r)

Mauro, Giovanni– Al duca di Malfi (Non per oblio di voi ma di me stesso) (cc. 52v-54r)– Alla signora Violante Torniella (Signor, s’io fussi qualche gran poeta) (cc. 87r-88v)

Nelli, Pietro– Grillo (S’io avessi, Bistolfo, un’altra testa) (cc. 152v-155r)

Piccolomini, Alessandro [?]– Morra [Giuoco della Morra] (Messer Vital, del giuoco della morra) adesp. (cc. 368v-

372v)

Tarpeo [?]– Mele (Ho pensato fra me già mille volte) (cc. 255r-257v)

Toscano [?]– Pappafico (Madonna Laura, io ho desiderato) (cc. 253v-254v)

*

Cerchiamo adesso di trarre qualche conclusione.Tutti gli elementi codicologici convergono a dimostrare che il manoscritto è

stato esemplato in più tempi, anche se risulta difficile precisare quanto siano dilatati.La data più tarda che vi compare si reperisce nella chiusa del cap. Al car(dina)-

le Bellai36 (Monsignor Illustrissimo Bellai) di Giovanni Andrea dell’Anguillara:

Ma uo far fine in, in [sic] Roma se pur doueChi scrisse ó, quando noto non ui fusse

36 Il francese Jean du Bellay (1492-1560), vescovo di varie diocesi, cardinale prete del titolo di SantaCecilia nel 1535, uomo politico, umanista e mecenate, protettore di Rabelais.

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Fu l’Anguilara nel quarantanoueIl giorno che Ando Christo in emausse.

Il giorno sembra essere il lunedì di Pasqua (quando Cristo risorto apparve a due di-scepoli nel villaggio di Emmaus secondo Luca 24 13-35), cioè il 22 aprile 1549. Edè anche una delle ultime carte del volume (c. 437v). In precedenza, come si è visto,compariva la data «Di fiorenza lultimo di Agosto M. D. X X X X ij» (c. 362v) nelladedica della Lode della Barba del Lasca.37

È senz’altro più aleatorio cercare di fissare una data per l’inizio dell’impresa. Inquesto caso non ci assiste nessuna annotazione esplicita.

Delle numerazioni antiche la più estesa esclude l’indice, aggiunto in un secon-do momento o redatto a latere (ma sempre dalla mano α), iniziando a c. 4r con ilprimo capitolo del nucleo berniano e persistendo con una certa regolarità fin quasialla fine. Non è dunque di nessun aiuto. Così come non è di nessun aiuto l’altra nu-merazione a penna, ancor più antica e malamente dilavata, che occupa un centinaiodi carte (56-140) senza identificare una sezione che abbia un senso. Sembra piùpromettente il rimasuglio di pergamena incollata sul verso di c. 340[bis], che po-trebbe essere il rinforzo di una coperta e quindi potrebbe segnare un’antica barriera,di certo la fine di un fascicolo, forse la fine di un volume primitivo; ma anche inquesto caso non si riesce ad associarla a una cesura di qualche genere nel testo.

L’unico elemento su cui possiamo contare è il fatto che il codice esordisce conun nucleo compatto in cui si concentrano tutti i versi del Berni, il solo autore cheabbia questo segno di distinzione. Tutti gli altri sono dispersi e mescolati quasi cao-ticamente, fatta eccezione per una consistente serie di terze rime del Mauro che tienedietro a quella del Berni. Ma anche parte della produzione del Mauro risulta disper-sa.

Non stupisce – ovviamente – l’associazione Berni-Mauro in posizione premi-nente, giacché i due risultano appaiati, con alterne vicende, fin dalle prime stampeveneziane alla fine degli anni trenta e si contendono il campo fino all’affermarsi delcanone giuntino, che sancisce la primazia del Berni consacrata dall’omaggio delGrazzini. L’evidenza che qui il Berni sia interamente compattato e il Mauro non losia dipende forse dalla localizzazione geografica del copista, sicuramente toscano,che, come gli altri letterati toscani, può aver privilegiato i nativi “sali della lingua”del poeta di Lamporecchio a scapito dell’eleganza da molti riconosciuta ai versi delpoeta “forlano”. Ma più di questo mi sembra interessante il fatto che la poesia delBerni appaia ormai compiuta ed acquisita, che porta a ipotizzare che il copista abbiacominciato la sua opera quando il Berni era ormai morto (26 maggio 1535) e cheabbia continuato aggregando via via gli altri, a mano a mano che veniva a disporredei testi, e cominciando, com’è naturale, con il suo principale competitore, che inve-ce non appare ancora fissato in altrettanta compattezza. Non sarà soltanto un pro-blema di date, visto che il Mauro muore l’11 agosto sempre del 1535, appena tre

37 La data, per altro, è oscillante nei diversi testimoni mss. delle Rime del Lasca (cfr. GRAZZINI 1882, p.477).

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mesi dopo il suo maestro.38 Probabilmente per un toscano procurarsi i testi del Mau-ro era più difficile.

Il nostro copista (che lavora certamente per sé) sembra accompagnare le vicen-de della prima generazione tosco-romana dei berneschi, sui quali in genere sembrasaperne più delle tipografie. In particolare sembra sapere qualcosa di più sui poeti diarea senese (Mino Celsi, Bartolomeo Carli Piccolomini, Pietro Nelli, AlessandroPiccolomini), poco rappresentati nelle stampe e in parte ancora sicuramente da sco-prire. La stessa opzione quasi esclusiva a favore del capitolo ternario, a danno delsonetto caudato e della sonettessa o di altre forme metriche burlesche, è parallelaalla scelta operata dalla maggioranza dei primi berneschi, che farà da filtro per legenerazioni future (fatta eccezione per i fiorentini, che resteranno affezionati a unasecolare eredità locale). In seguito il circuito delle acquisizioni testuali sembra allar-garsi e diversificarsi, prolungandosi fino a toccare la metà del secolo, quando la col-lezione di LF si arresta.

C’è da chiedersi se il nostro collezionista-copista sia arrivato ad assistere alloscempio che della poesia burlesca perpetrò l’indice “romano” del 1559.39 Di certonon ha assistito allo scempio perpetrato sul suo stesso manoscritto da un ignoto cen-sore (mano ε) forse della seconda metà del secolo. Ho già evidenziato nel corsodell’indicizzazione gli interventi più pesanti, ma per coglierne il senso nella sua pie-nezza sarà opportuno riassumerli.

Le censure per sottrazione materiale sono le seguenti:

– quattro carte resecate tra c. 51 e c. 52 (corrispondenti alle cc. 50-53 dell’antica nume-razione a penna), che contenevano la parte finale del son. Dal piu profondo, e tene-broso centro e il Capitolo di papa Adriano del Berni; di quest’ultimo restano le 3 ter-zine finali (tagliate da un frego obliquo) e il verso di chiusura (accuratamente sovra-scritto) a c. 52r

– due carte resecate fra c. 318 e c. 319 (corrispondenti alle cc. 322-323 della numera-zione primitiva): gran parte del cap. [Della Merda], che inizia a c. 318v e termina a c.319r biffatissimo

– tre carte mancanti (corrispondenti alle cc. 378-380 dell’antica numerazione) alla finedel ternione costituito dalle cc. 367-372; risulta stralciato il cap. [Delle lodi del me-narsi il cazzo], che compare nell’indice a c. 3r.

È probabile invece che il cap. Al Naldino (O buona gente che ui dilettate), chenella vulgata giuntina compare con il titolo di Lamento di Nardino e altrove con iltitolo di Capitolo del Cornacchino, e che si arresta al v. 60, lasciando bianco il restodella pagina e bianca tutta la pagina successiva, pertenga a una diversa fenomenolo-gia. Sembra che il copista si sia arrestato non per una sorta di autocensura, ma perqualche ragione ignota, riservandosi lo spazio per completare l’opera.

Gli interventi più minuti della mano ε si rivolgono a testi evidentemente consi-derati recuperabili con qualche limatura. Il censore si occupa esclusivamente della

38 La puntuale precisazione della data si trova nella citata tesi di dottorato di Francesca Jossa, alla qualevanno i miei ringraziamenti.

39 In merito vedi ROMEI 2006 e ROMEI 2012.

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decenza sessuale e mostra tolleranza per le metafore, mentre ripudia le espressionidirette e crude (i verba propria). Si tratta quindi di interventi che colpiscono il lin-guaggio, non la sostanza.

L’area d’intervento è piuttosto circoscritta. A parte due cancellature disperse ac. 299r40 e a c. 306r,41 interessa soltanto due capitoli di identico argomento: alle cc.365v-368r la Lode de [Coglioni] (Questi nostri Poeti Cicaloni) del Lasca42 e alle cc.442v-443v l’anonimo Cap. [De Coglioni] (Lignorantia e, cagion di tanti Mali), chechiude la raccolta e non compare nell’indice del ms.43 Nel primo i lessemi sessualisono sostituiti con varianti metaforiche o eufemistiche: coglioni con mocciconi, so-nagli, granelli, minchioni; cazzo con naso (in GRAZZINI 1882 fallo); coglia con bor-sa; chiavatura con creatura (in GRAZZINI 1882 abbracciatura); c’è poi una locuzio-ne che non riesco a leggere (in GRAZZINI 1882 l’andar raso) sostituita con ber uincaldo. Nel secondo capitolo è questione soltanto di coglioni, con le stesse sostituzio-ni del precedente; ma in questo caso gli interventi sono discontinui: sembra che ilcensore a un certo punto si stanchi, lasciando intatta qualche occorrenza, poi si limi-ta a cancellare, poi riprende a correggere.

Nel complesso il manoscritto resta abbastanza enigmatico per molti aspetti del-la sua genesi e della sua natura. Non è dubbia, invece, la sua importanza culturale etestuale, che lo colloca in primissima fila nella tradizione della poesia bernesca. Sideve imputare all’insiepienza e all’inettitudine degli italianisti se fino a poco fa è ri-masto illibato.

40 Due parole accuratamente cancellate del cap. Del cauolo (Io no(n) so ben’ Mag.co s’a uoi).41 Due parole cancellate del cap. Delle Mosche (Molti han(n)no speso il tempo et lafatica).42 Il capitolo fu edito da Carlo Verzone in GRAZZINI 1882, pp. 602-606, peraltro in una versione lessi-

calmente attenuata.43 La grafia sembra essere quella di α, ma in una variante piuttosto incerta. Si tratta con tutta probabilità

di un’aggiunta più tarda, in uno spazio insufficiente, tanto da indurre ad adottare un carattere più mi-nuto e un’impaginazione su due colonne.

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REGESTO BIBLIOGRAFICO

CORSARO 1997 = ANTONIO CORSARO, Giovanni Della Casa poeta comico. Intorno al testo eall’interpretazione dei “Capitoli”, in Per Giovanni Della Casa. Ricerche econtributi, Atti del Convegno di Gargnano del Garda (3-5 ottobre 1996), a cu-ra di Gennaro Barbarisi e Claudia Berra, Milano, Cesalpino («Quaderni diAcme», 27), 1997, pp. 123-178

G1 = IL / PRIMO LIBRO / DELL’OPERE BVR / LESCHE. / Di M. FrancescoBerni, di M. Gio. della Casa, / del Varchi, del Mauro, di M. Bino, / del Molza,del Dolce, & del Firenzuola. / ricorretto, & con diligenza / ristampato. / INFIRENZE. / MDXLVIII. [colophon: STAMPATO IN FIRENZE / appressoBernardo Iunta / M D XLVIII.]

G2 = IL / SECONDO LIBRO / Dell’opere Burlesche, di M. / FRANCESCOBERNI. / Del Molza, di M. Bino, di M. / Lodovico Martelli. / Di Mattio Fran-cesi, dell’Aretino, / Et di diuersi Autori. / Nuouamente posto in Luce, Et con /diligenza Stampato. // IN FIORENZA, MDLV. / Con Priuilegio. [colophon:IN FIORENZA / Appresso li Heredi di / Bernardo Giunti. / MDLV.]

GRAZZINI 1882 = Le rime burlesche edite e inedite di ANTONFRANCESCO GRAZZINI detto ilLasca, per cura di Carlo Verzone, Firenze, Sansoni («Raccolta di opere inediteo rare di ogni secolo della letteratura italiana»), 1882

JOSSA 2015 = FRANCESCA JOSSA, «La povera e fallita poesia»: edizione e commento delleterze rime di Giovanni Mauro d’Arcano, tesi di dottorato discussa pressol’Università di Firenze il 19 marzo 2015

LAZZI-ROLIH 1994 = I manoscritti Landau Finaly della Biblioteca Nazionale Centrale di Fi-renze. Catalogo a cura di Giovanna Lazzi e Maura Scarlino Rolih, Prefazionidi Luciana Mosiici e Maria Grazia Ciardi Duprè Dal Poggetto, I-II, Firenze,Giunta Regionale Toscana – Editrice Bibliografica («Inventari e CataloghiToscani», 46-47), 1994

PIGNATTI 2013 = FRANCO PIGNATTI, I capitoli di Francesco Maria Molza. Storia esterna erestauri testuali, in Poésie italienne de la Renaissance, a cura di Chiara La-straioli, numero tematico di «Italique», XVI (2013), pp. 11-67 pass. e in part.pp. 49-53

R39 = CAPITOLI DEL MAV / RO, DEL BERNIA, DEL VAR / chi & daltri Ec-cellenti Poeti, nuoua= / mente in oltre all’altre Im= / pressioni ritrouati. /Come nella ta= / uola ap= / pare. / [foglia] // M. D. X X X I X. [colophon:Stampata in Roma. / Del. M. DXXXIX.)

ROMEI 2006 = DANILO ROMEI, Ironia e irrisione, cap. V di Storia letteraria d’Italia, Nuo-va edizione a c. di Armando Balduino, Il Cinquecento, a c. di Giovanni DaPozzo, Padova, Piccin-Vallardi, 2006, t. III, pp. 1655-1688

ROMEI 2012 = DANILO ROMEI, Ricezione della poesia del Cinquecento: la “fortuna” edito-riale, in Il poeta e il suo pubblico. Lettura e commento dei testi lirici nel Cin-quecento, Convegno internazionale di studi (Ginevra, 15-17 maggio 2008), a

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cura di Massimo Danzi e Roberto Leporatti, Genève, Librairie Droz («Tra-vaux d’Humanisme et Renaissance», CDLXXXII), 2012, pp. 273-291

SALZA 1900 = ABD-EL-KADER SALZA, Francesco Coppetta dei Beccuti, poeta perugino delsecolo XVI, in «Giornale storico della letteratura italiana», suppl. 3 (1900), pp.1-158