Il Pg aveva chiesto il rigetto dei ricorsi Petrolio ...

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Giovedì 25 Febbraio 2016 - N. 55 p La VI sezione penale della Cassazione ha annullato il pro- scioglimento dell'ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, e del gruppo di San Donato Milanese in relazione al- l’accusa di corruzione internazio- nale e frode fiscale nell’ambito del procedimento sulla presunta tan- genteda198milionidieurochesa- rebbe stata pagata dal 2007 al 2010 da Saipem, controllata Eni, a pub- blici ufficiali algerini, in cambio di appalti petroliferi nel Paese nor- dafricano. Con questo verdetto, giunto nella tarda serata di ieri, la Suprema Corte ha annullato con rinvio il proscioglimento di Sca- roni e dell’Eni, emesso lo scorso 2 ottobre dal gup di Milano, Ales- sandra Clementi che aveva sca- gionato anche l’ex rappresentan- te per il Nordafrica della control- lata del azienda petrolifera di Sta- to, Antonio Vella, e l'avvocato francese Yam Atallah. La decisio- ne era stata impugnata in Cassa- zione dalla procura di Milano. Astrettogiro,inserata,sonoar- rivate le reazioni delle parti. L’Eni ha fatto sapere di aver preso atto del pronunciamento dei supremi giudicieribadiscel’estraneitàdel- la società e dei propri manager ri- spetto ai fatti oggetto del procedi- mento in corso. Eni ha ricordato che verifiche svolte da soggetti terzisulleattivitàalgerineoggetto diindagineemesseadisposizione delle autorità competenti non hanno evidenziato condotte ille- citedapartediEni.IlgruppodiSan Donato Milanese continuerà a fornire la massima collaborazio- ne alla magistratura affinché quanto prima sia fatta chiarezza sulla sua estraneità dalle vicende in questione. Sulla stessa linea an- cheunodeiduedifensoridiScaro- ni, Alberto Moro Visconti, rag- giunto telefonicamente dal Sole 24Ore.«Ilverdettoècontrolapre- cedente giurisprudenza della Cassazione. Se è così - spiega Mo- ro Visconti in attesa di leggere le motivazioni - c’è poco da com- mentare, vuol dire che hanno cambiato idea. Noi siamo convin- ti di aver ragione e quindi andre- mo avanti». Ilpronunciamentodellasupre- maCorteèarrivatoalterminedel- l’udienza nel corso della quale il procuratoregeneraledellaCassa- zione, Paolo Canevelli, aveva chiesto il rigetto dei ricorsi pre- sentati sostenendo che «la sen- tenza sul non luogo a procedere è stata un corretta applicazione dei principi di giurisprudenza». Ana- loga richiesta era arrivata anche dalla difesa dell’Eni, nell’arringa dell’avvocato Franco Coppi. «Ci sonopagineepaginedellasenten- za del Gup in cui cade l’accusa che Scaroni dominasse non solo Eni ma anche Saipem e dimostrano cheSaipemavevaunasuaautono- mia. Non c’è evidenza di un pro- gramma corruttivo unico facente capo a Scaroni. La sentenza affer- ma perentoriamente che non vi è alcunaindicazionecheilcompor- tamento corruttivo possa essere ricondotto a Scaroni ed Eni». Ce. Do. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA POSIZIONE DELL’ENI Il gruppo ha ribadito l’estraneità ai fatti contestati e continuerà a fornire massima collaborazione ai magistrati IL LEGALE DI SCARONI L’avvocato Moro Visconti: «Verdetto contrario alla precedente giurisprudenza. Noi siamo convinti di aver ragione e andremo avanti» Inchiesta Algeria. Il Pg aveva chiesto il rigetto dei ricorsi Cassazione annulla il proscioglimento di Scaroni e dell’Eni Giovedì 25 Febbraio 2016 - N. 55 . p p La VI sezione penale della Cassazione ha annullato il pro- scioglimento dell'ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, e del gruppo di San Donato Milanese in relazione al- l’accusa di corruzione internazio- nale e frode fiscale nell’ambito del procedimento sulla presunta tan- genteda198milionidieurochesa- rebbe stata pagata dal 2007 al 2010 da Saipem, controllata Eni, a pub- blici ufficiali algerini, in cambio di appalti petroliferi nel Paese nor- dafricano. Con questo verdetto, giunto nella tarda serata di ieri, la Suprema Corte ha annullato con rinvio il proscioglimento di Sca- roni e dell’Eni, emesso lo scorso 2 ottobre dal gup di Milano, Ales- sandra Clementi che aveva sca- gionato anche l’ex rappresentan- te per il Nordafrica della control- lata del azienda petrolifera di Sta- to, Antonio Vella, e l'avvocato francese Yam Atallah. La decisio- ne era stata impugnata in Cassa- zione dalla procura di Milano. Astrettogiro,inserata,sonoar- rivate le reazioni delle parti. L’Eni ha fatto sapere di aver preso atto del pronunciamento dei supremi giudicieribadiscel’estraneitàdel- la società e dei propri manager ri- spetto ai fatti oggetto del procedi- mento in corso. Eni ha ricordato che verifiche svolte da soggetti terzisulleattivitàalgerineoggetto diindagineemesseadisposizione delle autorità competenti non hanno evidenziato condotte ille- citedapartediEni.IlgruppodiSan Donato Milanese continuerà a fornire la massima collaborazio- ne alla magistratura affinché quanto prima sia fatta chiarezza sulla sua estraneità dalle vicende in questione. Sulla stessa linea an- cheunodeiduedifensoridiScaro- ni, Alberto Moro Visconti, rag- giunto telefonicamente dal Sole 24Ore.«Ilverdettoècontrolapre- cedente giurisprudenza della Cassazione. Se è così - spiega Mo- ro Visconti in attesa di leggere le motivazioni - c’è poco da com- mentare, vuol dire che hanno cambiato idea. Noi siamo convin- ti di aver ragione e quindi andre- mo avanti». Ilpronunciamentodellasupre- maCorteèarrivatoalterminedel- l’udienza nel corso della quale il procuratoregeneraledellaCassa- zione, Paolo Canevelli, aveva chiesto il rigetto dei ricorsi pre- sentati sostenendo che «la sen- tenza sul non luogo a procedere è stata un corretta applicazione dei principi di giurisprudenza». Ana- loga richiesta era arrivata anche dalla difesa dell’Eni, nell’arringa dell’avvocato Franco Coppi. «Ci sonopagineepaginedellasenten- za del Gup in cui cade l’accusa che Scaroni dominasse non solo Eni ma anche Saipem e dimostrano cheSaipemavevaunasuaautono- mia. Non c’è evidenza di un pro- gramma corruttivo unico facente capo a Scaroni. La sentenza affer- ma perentoriamente che non vi è alcunaindicazionecheilcompor- tamento corruttivo possa essere ricondotto a Scaroni ed Eni». Ce. Do. © RIPRODUZIONE RISERVATA LA POSIZIONE DELL’ENI Il gruppo ha ribadito l’estraneità ai fatti contestati e continuerà a fornire massima collaborazione ai magistrati IL LEGALE DI SCARONI L’avvocato Moro Visconti: «Verdetto contrario alla precedente giurisprudenza. Noi siamo convinti di aver ragione e andremo avanti» 5 a 4 5 5 4 5 Inchiesta Algeria. Il Pg aveva chiesto il rigetto dei ricorsi Cassazione annulla il proscioglimento di Scaroni e dell’Eni

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Giovedì 25 Febbraio 2016 - N. 55

Bilancio 2015 chiuso con fatturato a 11,5 miliardi e perdite per 806 milioni - Il gruppo torna ai profitti nel quarto trimestre

Saipem conferma i target per il 2016Ricavi stimati in tenuta a oltre 11 miliardi di euro e utile netto atteso a 300 milioni

pLa VI sezione penale della Cassazione ha annullato il pro-scioglimento dell'ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, e del gruppo di San Donato Milanese in relazione al-l’accusa di corruzione internazio-nale e frode fiscale nell’ambito delprocedimento sulla presunta tan-gente da 198 milioni di euro che sa-rebbe stata pagata dal 2007 al 2010 da Saipem, controllata Eni, a pub-blici ufficiali algerini, in cambio di appalti petroliferi nel Paese nor-dafricano. Con questo verdetto, giunto nella tarda serata di ieri, la Suprema Corte ha annullato con rinvio il proscioglimento di Sca-roni e dell’Eni, emesso lo scorso 2 ottobre dal gup di Milano, Ales-sandra Clementi che aveva sca-gionato anche l’ex rappresentan-te per il Nordafrica della control-lata del azienda petrolifera di Sta-to, Antonio Vella, e l'avvocato francese Yam Atallah. La decisio-ne era stata impugnata in Cassa-zione dalla procura di Milano.

A stretto giro, in serata, sono ar-rivate le reazioni delle parti. L’Eni ha fatto sapere di aver preso atto del pronunciamento dei supremi giudici e ribadisce l’estraneità del-la società e dei propri manager ri-spetto ai fatti oggetto del procedi-mento in corso. Eni ha ricordato che verifiche svolte da soggetti terzi sulle attività algerine oggettodi indagine e messe a disposizionedelle autorità competenti non hanno evidenziato condotte ille-cite da parte di Eni. Il gruppo di SanDonato Milanese continuerà a fornire la massima collaborazio-ne alla magistratura affinché quanto prima sia fatta chiarezza sulla sua estraneità dalle vicende in questione. Sulla stessa linea an-che uno dei due difensori di Scaro-ni, Alberto Moro Visconti, rag-giunto telefonicamente dal Sole 24 Ore. «Il verdetto è contro la pre-cedente giurisprudenza della Cassazione. Se è così - spiega Mo-

ro Visconti in attesa di leggere le motivazioni - c’è poco da com-mentare, vuol dire che hanno cambiato idea. Noi siamo convin-ti di aver ragione e quindi andre-mo avanti».

Il pronunciamento della supre-ma Corte è arrivato al termine del-l’udienza nel corso della quale il procuratore generale della Cassa-zione, Paolo Canevelli, aveva

chiesto il rigetto dei ricorsi pre-sentati sostenendo che «la sen-tenza sul non luogo a procedere è stata un corretta applicazione dei principi di giurisprudenza». Ana-loga richiesta era arrivata anche dalla difesa dell’Eni, nell’arringa dell’avvocato Franco Coppi. «Ci sono pagine e pagine della senten-za del Gup in cui cade l’accusa cheScaroni dominasse non solo Eni ma anche Saipem e dimostrano che Saipem aveva una sua autono-mia. Non c’è evidenza di un pro-gramma corruttivo unico facente capo a Scaroni. La sentenza affer-ma perentoriamente che non vi è alcuna indicazione che il compor-tamento corruttivo possa essere ricondotto a Scaroni ed Eni».

Ce. Do.

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LA POSIZIONE DELL’ENI

Il gruppo ha ribadito l’estraneità ai fatticontestati e continuerà a fornire massima collaborazione ai magistrati

IL LEGALE DI SCARONI

L’avvocato Moro Visconti:«Verdetto contrario alla precedente giurisprudenza. Noi siamo convinti di aver ragione e andremo avanti»

Inchiesta Algeria. Il Pg aveva chiesto il rigetto dei ricorsi

Cassazione annullail proscioglimentodi Scaroni e dell’Eni

30 Finanza & Mercati Giovedì 25 Febbraio 2016 - N. 55

Petrolio. Bilancio 2015 chiuso con fatturato a 11,5 miliardi e perdite per 806 milioni - Il gruppo torna ai profitti nel quarto trimestre

Saipem conferma i target per il 2016Ricavi stimati in tenuta a oltre 11 miliardi di euro e utile netto atteso a 300 milioni

Celestina Dominelli

u Continua da pagina 29

p fatto, hanno consentito a Saipem di chiudere il quarto trimestre con indicatori in miglioramento e di conseguire risultati 2015 in linea con i target forniti al mercato conla semestrale. Il gruppo ha così mandato in archivio l’ultimo tri-mestre del 2015 con ricavi a 3,06 miliardi di euro (contro i 3,3 del 2014), un Ebit adjusted a 182 mi-lioni di euro (a fronte dei 22 milio-ni del quarto trimestre del 2014), un Ebit di 188 milioni (negativoper 388 milioni nello stesso peri-odo dell’anno prima), un risulta-to netto di 60 milioni (a fronte della perdita di 442 milioni sul-l’anno prima)e nuovi ordini per 1,15 miliardi di euro.

Un’inversione di tendenza cheil gruppo, come detto, ascrive allevarie tessere della ricetta targata Cao: dall’ottimizzazione dei costioperativi e degli investimenti, al-la revisione delle poste di bilan-cio in chiave prudenziale, alla ri-focalizzazione del business con ilcontenimento della presenza in alcuni Paesi, fino al progressivo completamento dei contratti a bassa marginalità nell’E&C on-

shore. I cui effetti sono dunque particolarmente evidenti nell’ul-tima parte dell’anno, ma hanno altresì consentito a Saipem la so-stanziale tenuta sui target 2015 co-municati nei mesi scorsi: i ricavi, già corretti in occasione dell’au-mento di capitale, si fermano quindi a 11,5 miliardi di euro (12,8 miliardi nel 2014), l’Ebit adjusted è negativo per 254 milioni (era

+465 milioni l’anno prima) e tieneconto dei 718 milioni di svaluta-zioni annunciate con la semestra-le, l’Ebit è a -452 milioni (55 milioninel 2014) e include i 916 milioni disvalutazioni tra capitale d’eserci-zio e capitale immobilizzato indi-cate nei conti dei sei mesi, mentreil risultato netto, come da copio-ne, è negativo per 806 milioni (contro i 230 milioni del 2014). Gliinvestimenti tecnici, rimodulati

per tener conto del cambiamentodello scenario, si fermano invece a 561 milioni (-19% rispetto al 2014), i nuovi ordini sono pari a 6,5miliardi (con un portafoglio resi-duo, al netto della cancellazione del South Stream, di 15,8 miliardi),mentre il debito, a fine 2015, am-monta a 5,3 miliardi di euro. Ma, a valle dell’aumento di capitale, il dato pro-forma per il 2015 è attesoa 2 miliardi di euro, come ricorda anche Cao. «Disponiamo ora di un debito contenuto - chiarisce ancora il top manager - e abbiamoun piano che ci garantisce visibi-lità e ci permette di confermare gli obiettivi del 2016 con un pro-gramma estremamente aggressi-vo sulla struttura dei costi. Dob-biamo adesso continuare a mi-gliorare l’efficienza in modo da poter avvicinare i clienti con un approccio diverso e in linea con lemutate condizioni del mercato».

Le opportunità per potenzialicommesse, d’altro canto, nonmancano e il ceo, nelle slide pre-sentate agli analisti in conferen-ce call, affiancato dal cfo Alber-

in 38 miliardi di euro, non prima di aver ribadito «che non ci aspet-tiamo cambiamenti nella gui-

dance 2016». Quella tabella, pre-cisa ancora l’ad, «voleva dare l’idea che il mondo non si è fer-mato per fortuna. E ci sono dellepotenzialità che sono più vicine,a partire da Zohr dell’Eni. Poi,tra le opportunità da cogliere abreve, c’è il progetto per il ga-sdotto Tap e il progetto Tang-guh in Indonesia. Senza dimen-ticare che stiamo aspettando la decisione finale d’investimentoper l’acquedotto in Cile, che nonè incluso nel backlog».

Insomma, lo sguardo è già pun-tato sul futuro. E, dietro l’angolo, come ha spiegato ieri il cfo Chia-rini, confermando quanto antici-pato dal Sole 24 Ore (si veda l’edi-zione del 9 febbraio), c’è già un primo step con l’estinzione del debito infragruppo con Eni che avverrà «entro la fine della pros-sima settimana». Poi si spera arri-vi un cambio di rotta del settore zavorrato dal calo del prezzo del greggio. «Sono convinto - chiosa Cao - che il rimbalzo ci sarà e soloin pochi sopravviveranno. Sai-pem sarà tra questi perché abbia-mo fatto tutto quanto necessario e in passato il gruppo è sempre uscito dalle crisi rafforzato».

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Gas. Il governo mozambicano approva la prima fase di implementazione della scoperta giant

Eni incassa l’ok al piano di sviluppo di Coral

M&A. Oggi la decisione del board

Ansaldo Sts, cda divisosulla politica dei dividendiROMA

pDopo la guerra dell’Opa c’è

un confronto serrato ai vertici di Ansaldo Sts, la società di se-gnalamento ferroviario di cui Finmeccanica ha ceduto il pac-chetto di controllo (40%) allagiapponese Hitachi, insieme alla sofferente AnsaldoBreda.

La questione dividendo saràoggetto del consiglio di ammi-nistrazione di oggi. Fino a ieri non era stata definita. Il cda diAnsaldo Sts è convocato a Mi-lano per approvare il progettodi bilancio 2015 e stabilire il di-videndo da proporre all’as-semblea degli azionisti. Se-condo i dati preliminari la so-cietà ha ottenuto ottimi risul-tati, l’utile netto consolidato è aumentato del 15,3% a 93 milio-ni di euro.

L’aspettativa dei soci di mi-noranza e dei loro rappresen-tanti nel cda, tre battagliericonsiglieri «indipendenti», èche il dividendo segua l’anda-mento dei profitti. Con gli uti-li del 2014 Sts ha distribuitouna cedola di 15 centesimi lor-di per azione, pari a 30 milionicomplessivi. Applicando lapercentuale media di distri-buzione degli utili, il «payout», seguita da Sts nel quin-quennio 2010-2014 la cedola2015 dovrebbe stare tra i 17 e 18centesimi lordi.

Il discorso sembrerebbe li-neare se non ci fosse di mezzo l’Opa obbligatoria totalitaria che Hitachi ha lanciato sul 60%di capitale flottante di Sts. L’obiettivo del gruppo giappo-nese era rastrellare tutto il ca-pitale per togliere la società dalla Borsa entro questo mese eintegrarla nelle sue attività.

i piani di Hitachi sonosaltati, a causa del contenziososcatenato di alcuni fondi (Am-ber e Bluebell, che è ancheadvisor di Elliott) che hannochiesto alla Consob di alzare ilprezzo dell’Opa a 14-15 euro,anziché i 9,5 euro per azioneoriginari. Questi soci ritengo-no che tra Hitachi e Finmecca-nica vi sia stato un accordo se-greto per sottovalutare Sts e sopravvalutare Breda, a danno

dei piccoli azionisti di AnsaldoSts.

Il 3 febbraio la Consob ha ri-conosciuto la «collusione» e alzato il prezzo di quasi 40 cen-tesimi, a 9,899 euro e ha pro-lungato l’Opa di due settimane,fino al 19 febbraio. Il 18 febbraioun giudice del Tar ha accolto il ricorso di Hitachi e ha sospeso il rialzo del prezzo in via caute-lare provvisoria. E la Consob haprolungato di altre due setti-mane l’Opa, su richiesta di Hi-tachi, che ha raccolto pochissi-me adesioni all’Opa (finora so-lo il 3,2% del capitale) e ora pun-ta almeno ad arrivare al 50,1%, per evitare che i fondi, che stan-no accumulando pacchetti consistenti, possano raggiun-gere la maggioranza azionaria.

Le discussioni sul dividendosono accese. Da quanto trapela,il manager di Hitachi che è pre-sidente di Sts, Alistair Dormer, non ha comunicato agli uffici della Sts la posizione del socio giapponese, avrebbe spiegato che Hitachi non ha ancora defi-nito il dividendo. Secondo in-discrezioni Hitachi avrebbe valutato anche di non dare un dividendo, per non togliere ri-sorse dalla cassa di Sts (che è positiva al netto dei debiti fi-nanziari per 338,7 milioni a di-cembre) e per non dare un pre-mio ai soci che non aderiscono all’Opa.

Nelle carte preparatorie delcda inviate ai consiglieri dal Cfo di Sts, Roberto Carassai, viene indicata l’ipotesi di un di-videndo di 18 centesimi. Que-st’ipotesi però non ha la conva-lida di Hitachi. Ieri sera da fontiqualificate è stato riferito che ilcda oggi potrebbe deliberare un dividendo in linea con gli ul-timi anni, sui 15 centesimi. Ogginel cda si andrà alla conta. Hita-chi ha due rappresentanti di-retti, il presidente Dormer e la vicepresidente Karen Boswell.Gli altri sono l’a.d. Stefano Sira-gusa e sei «indipendenti», seb-bene solo tre di essi votati dai soci di minoranza. Il titolo Sts ieri ha chiuso a 10 euro (+0,30%).

G.D.

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u Continua da pagina 29

pL’approvazione del governo è il frutto di oltre un anno di negozia-ti con l’Istituto nazionale del pe-trolio (Inp) e la scorsa settimana una delegazione del gruppo di SanDonato Milanese, guidata dall’ad Claudio Descalzi, è volata a Ma-puto a incontrare il presidente Fili-pe Nyusi per concludere le tratta-tive. «L’approvazione del piano disviluppo di Coral - ha commenta-to ieri il ceo di Eni Descalzi - è un passo storico per lo sviluppo dei 2400 miliardi di metri cubi di gas che abbiamo scoperto nel bacino di Rovuma e rappresenta una tap-pa fondamentale verso la final in-vestment decision (Fid), che pre-vede l’installazione del primo

floating Lng nel continente africa-no e uno dei primi al mondo. Sia-mo orgogliosi della nostra part-nership con il Mozambico, paese chiave nelle nostre strategie».

L’Eni aveva presentato inizial-mente nel dicembre 2014 il piano per Coral - il cui progetto di svilup-po ha un valore stimato di 5-7 mi-liardi di dollari - ma c’erano diversiaspetti da sciogliere nel confronto

tra il gruppo e l’Inp che è dunque andato avanti per alcuni mesi. Il progetto è anche il primo, nel baci-no di Rovuma, ad aver conseguito la licenza ambientale concessa nelsettembre 2015 alla fine di un accu-rato processo che ha coinvolto le comunità locali e le autorità nazio-nali e che è derivato da uno studio di valutazione di impatto ambien-tale e sociale.

Il Mozambico è uno dei tassellicruciali nel business di Eni che, con i suoi partner, sta perseguen-do anche lo sviluppo delle impor-tanti riserve di gas della scoperta di Mamba, per la quale, come no-to, nel dicembre 2015, è stato rag-giunto l’accordo di unitizzazione con l’Area 1 che fa capo ad Ana-

darko Mozambique. L’accordo, soggetto all’approvazione del go-verno africano, riguarda gli strad-dling reservoir a gas Mamba e Prosperidade, che si trovano, ri-spettivamente, nell’Area 4 e nel-l’Area 1 e che sono tra loro comu-nicanti.

Il disco verde del governo mo-zambicano rappresenta quindi un ulteriore tassello nel percorsodi consolidamento di Eni in Mo-zambico, come ha sottolineato anche Simone Santi, presidente del Business Council Mozambi-co-Italia (Ccmi) e già console onorario del Mozambico a Mila-no. «È un ottimo segnale di fidu-cia da parte del Mozambico per ilgruppo di Descalzi e una dimo-

strazione ulteriore dell’interesse di Eni a investire nel paese, ma so-prattutto una importante notizia per le imprese italiane presenti inMozambico e per l’indotto del-l’oil e gas».

Ieri, poi, l’ad Descalzi è stato ri-cevuto, nella sede del Mise, insie-me al ceo di Gazprom, Alexey Mil-ler, dal ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi. Al centro del colloquio, la situazione e le prospettive del mercato del gas in Europa. Miller avrebbe quindi illustrato al ministro i piani del colosso russo, che ieri ha poi firmato con Edison e la greca Depaun memorandum of understan-ding (si veda anche articolo a pagi-na 40) in relazione alle forniture digas dalla Russia attraverso il Mar Nero verso Grecia e Italia per lo sviluppo di un progetto di gasdot-to tra Grecia e Italia.

Ce. Do.

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pÈ stato assegnato a Eni, peril settimo anno consecutivo, il premio nazionale per l’Inno-vazione (”Premio dei premi”),iniziativa del Governo pro-mossa con decreto del presi-dente del Consiglio dei Mini-stri. Il premio, istituito su con-cessione del presidente della Repubblica italiana presso il Cotec, Fondazione Nazionale per l’Innovazione Tecnologi-ca, sarà consegnato oggi a Ro-ma dal ministro dell’Istruzio-ne, Stefania Giannini.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

RICERCA

A Eni il premionazionale per l’Innovazione

IL CONFRONTO

Il ministro Guidiha incontrato l’ad Descalzie il ceo di Gazprom Millerper un punto sulle prospettivedel mercato europeo del gas

LO SCENARIO

Stefano Cao: «Aumento di capitale scelta giusta. Avanti per centrare gli obiettivie implementare le azioni che abbiamo messo in campo»

pLa VI sezione penale della Cassazione ha annullato il pro-scioglimento dell'ex ad dell’Eni, Paolo Scaroni, e del gruppo di San Donato Milanese in relazione al-l’accusa di corruzione internazio-nale e frode fiscale nell’ambito delprocedimento sulla presunta tan-gente da 198 milioni di euro che sa-rebbe stata pagata dal 2007 al 2010 da Saipem, controllata Eni, a pub-blici ufficiali algerini, in cambio di appalti petroliferi nel Paese nor-dafricano. Con questo verdetto, giunto nella tarda serata di ieri, la Suprema Corte ha annullato con rinvio il proscioglimento di Sca-roni e dell’Eni, emesso lo scorso 2 ottobre dal gup di Milano, Ales-sandra Clementi che aveva sca-gionato anche l’ex rappresentan-te per il Nordafrica della control-lata del azienda petrolifera di Sta-to, Antonio Vella, e l'avvocato francese Yam Atallah. La decisio-ne era stata impugnata in Cassa-zione dalla procura di Milano.

A stretto giro, in serata, sono ar-rivate le reazioni delle parti. L’Eni ha fatto sapere di aver preso atto del pronunciamento dei supremi giudici e ribadisce l’estraneità del-la società e dei propri manager ri-spetto ai fatti oggetto del procedi-mento in corso. Eni ha ricordato che verifiche svolte da soggetti terzi sulle attività algerine oggettodi indagine e messe a disposizionedelle autorità competenti non hanno evidenziato condotte ille-cite da parte di Eni. Il gruppo di SanDonato Milanese continuerà a fornire la massima collaborazio-ne alla magistratura affinché quanto prima sia fatta chiarezza sulla sua estraneità dalle vicende in questione. Sulla stessa linea an-che uno dei due difensori di Scaro-ni, Alberto Moro Visconti, rag-giunto telefonicamente dal Sole 24 Ore. «Il verdetto è contro la pre-cedente giurisprudenza della Cassazione. Se è così - spiega Mo-

ro Visconti in attesa di leggere le motivazioni - c’è poco da com-mentare, vuol dire che hanno cambiato idea. Noi siamo convin-ti di aver ragione e quindi andre-mo avanti».

Il pronunciamento della supre-ma Corte è arrivato al termine del-l’udienza nel corso della quale il procuratore generale della Cassa-zione, Paolo Canevelli, aveva

chiesto il rigetto dei ricorsi pre-sentati sostenendo che «la sen-tenza sul non luogo a procedere è stata un corretta applicazione dei principi di giurisprudenza». Ana-loga richiesta era arrivata anche dalla difesa dell’Eni, nell’arringa dell’avvocato Franco Coppi. «Ci sono pagine e pagine della senten-za del Gup in cui cade l’accusa cheScaroni dominasse non solo Eni ma anche Saipem e dimostrano che Saipem aveva una sua autono-mia. Non c’è evidenza di un pro-gramma corruttivo unico facente capo a Scaroni. La sentenza affer-ma perentoriamente che non vi è alcuna indicazione che il compor-tamento corruttivo possa essere ricondotto a Scaroni ed Eni».

Ce. Do.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LA POSIZIONE DELL’ENI

Il gruppo ha ribadito l’estraneità ai fatticontestati e continuerà a fornire massima collaborazione ai magistrati

IL LEGALE DI SCARONI

L’avvocato Moro Visconti:«Verdetto contrario alla precedente giurisprudenza. Noi siamo convinti di aver ragione e andremo avanti»

Dati in milioni di euro

Fonte: dati societari

vi

12.873

2014

11.507

2015

0

5.000

10.000

15.000

Ebitda

1.212

2014

508

2015

0

1.000

1.500

500

Risultato

operativo

55

2014

-452

2015

-1.000

-500

0

500

-1.000

-500

0

500

Risultato

netto

-230

2014

-806

2015

I conti Saipem

Inchiesta Algeria. Il Pg aveva chiesto il rigetto dei ricorsi

Cassazione annullail proscioglimentodi Scaroni e dell’Eni

e pe pdepositiCassadepositi

AVVISO

Cassa deposi e

pres

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Capitale sociale€ 3.500.000.000,00 i.v.• Iscri a presso CCIAAdi Roma al n. REA1053767• C.F. e iscrizione alregistro delle impresedi Roma 80199230584• Par+ta IVA07756511007

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AVVISOai Possessori di Buoni Fru*f Postali indicizza all’inflazione italiana

e Buoni Fru*f Postali indicizza all’inflazione italiana EXTRA

Ribasamento dei valori dell’Indice FOI senza ta t chiabac

A decorrere dal mese di gennaio 2016, l’ISTAT ha avviato la pubblicazione della nuova serie dell’Indice FOI senza tabacchi, con base di

rif to 2015=100 (c.d. ribasamento); la base di rif to precedentemente u+lizzata poneva pari a 100 la media dei valori del 2010.

Tale ribasamento comporta unicamente che, da gennaio 2016, i valorimensili degli Indici FOI pubblica+ dall’ISTAT non sono più dire amente

confrontabili con quelli precedentemente pubblica+. Per eff uare il confronto tra il valore dell’Indice FOI rif o a un mese precedente

gennaio 2016 e il valore del medesimo Indice rif o al mese di gennaio 2016 o successivo è necessario u+lizzare il coefficiente di raccordo,

comunicato e pubblicato dall’ISTAT ari a 1,071.

Il cambio di base dell’Indice

NON INCIDE IN ALCUNMODO SUL RENDIMENTO DEI

BFP indicizza all’inflazione italiana e

BFP indicizza all’inflazione italiana EXTRA

emessi dalla Cassa deposi+ e pres++ e colloca+ da Poste Italiane.

Il ribasamento dei valori dell’Indice FOI interessa dire=amente tu=e le serie di BFP indicizza all’inflazione italiana e BFP indicizza

all’inflazione EXTRA emesse da aprile 2006.

Le tabelle con i valori iniziali ricalcola+ dell’Indice FOI sono disponibili sul sito di Poste Italianewww.risparmiopostale.it nella sezione dedicata

ai BFP indicizza+ all’inflazione italiana e ai BFP indicizza+ all’inflazione italiana EXTRA e sul sito della Cassa deposi+ e pres++ www.cdp.it.