Il Paziente Con Patologia Neurologica

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ICTUS CEREBRIDisordine cerebrovascolare che si instaura in seguito

a compromissione del rifornimento ematico del cervello.

Distinguiamo:Ictus ischemico – si verifica una occlusione

vascolare con successiva significativa ipoperfusioneIctus emorragico – si ha stravaso di sangue nel

cervelloLe due diverse situazioni cliniche richiedono un

trattamento medico e un’assistenza infermieristica diversa

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ICTUS ISCHEMICOSono distinti in 5 categorie correlate alla causa:Trombosi delle grosse arterieTrombosi delle piccole arterie perforantiEmbolia di origine cardiacaCriptogenici (di origine sconosciuta)Altre cause ( uso di cocaina, coagulopatie, dissezione

spontanea delle arterie vertebrale o carotide)Sono maggiormente esposti a rischio gli uomini over 55 aa, di

razza afroamericana ed ispanica.Sono fattori di rischio l’ipertensione, la vita sedentaria,

l’ipercolesterolemia, l’obesità, il fumo, il diabete.L’ischemia si innesca quando il flusso ematico cerebrale è

<25 ml/100g/min. L’ipossia cellulare determina la formazione di un’area infartuata, circondata da un’area con scarso afflusso cerebrale, detta regione penombra, che può essere recuperata con un intervento tempestivo; l’obiettivo è quello di limitare il più possibile l’estensione del danno cerebrale permanente

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ICTUS ISCHEMICOManifestazioni cliniche.Dipendono dalla localizzazione della lesione. Possono

comparire i seguenti sintomi:Formicolii o ipostenia che interessa un emilato del

corpo, emiplegia, emiparesiConfusione mentaleDisartria, Disfasia – afasia motoria e/o sensitiva,

aprassia (incapacità di ripetere un’azione imparata in precedenza)

Disturbi visivi: emianopsia omonimaVertigini, atassia, perdita dell’equilibrio e della

coordinazioneCefalee improvvise e intense

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ICTUS ISCHEMICOL’ICTUS ischemico viene classificato secondo il

tempo di evoluzione:Attacco ischemico transitorio: dura pochi minuti,

possono esserci più eventi nelle 24 ore, con recupero completo tra un attacco e l’altro

Deficit ischemico neurologico reversibile, dura più di 24 ore, la sintomatologia regredisce senza lasciare esiti

Ictus in evoluzione: la sintomatologia peggiora nel tempo

Ictus completato: stabilizzazione dei segni e sintomi neurologici.

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ICTUS ISCHEMICOAccertamentoTAC cerebrale senza m.d.c.AngioTACAngiografia cerebraleDoppler transcranicoEcografia carotideaTrattamentoIn caso di TIA di causa embolica o trombotica il

trattamento è medico con anticoagulanti (Coumadin), o con inibitori dei trombociti (aspirina o ticlopidina)

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ICTUS CEREBRITrattamentoTerapia trombotica. Viene praticata quando un coagulo

blocca il flusso ematico al cervello attraverso la somministrazione di rtPA (attivatore tissutale di plasmogeno). Una rapida diagnosi e l’inizio del trattamento entro 3 ore dall’esordio della sintomatologia riduce le dimensioni dell’area colpita e migliora la funzionalità generale a 3 mesi. In caso di ritardo la terapia non è più praticabile perché aumenta il rischio di emorragia cerebrale ed edema. In questi casi vengono utilizzati anticoagulanti (eparina), coadiuvati da farmaci (mannitolo) e trattamenti (assistenza respiratoria, monitoraggio emodinamico) per ridurre l’ipertensione endocranica

Endoarterectomia carotidea ed angioplastica: Vengono praticate nei pazienti con placca aterosclerotica o trombo in carotide per prevenire l’ICTUS

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

AccertamentoRilevazione dei seguenti parametri durante la fase acuta:Stato di coscienza, orientamento spazio-temporale e

risposta motoria, la presenza/assenza di movimenti volontari degli arti; rigidità/flaccidità del collo; apertura degli occhi, diametro e forma pupillare, reazione delle pupille alla luce;

Colorito, temperatura e umidità della cuteFR, FC, PA, emogasanalisiDopo la fase acuta gli stessi parametri vanno valutati e

comparati, ed inoltre va valutata la capacità di linguaggio, di deglutizione, le funzioni vescicale ed intestinale

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ASSISTENZA INFERMIERISTICADiagnosi infermieristicheCompromissione della mobilità correlata ad

emiparesi, atassia, danno cerebraleDolore acuto della spalla da disusoDeficit della cura di sé correlato agli esiti dell’ICTUSDisturbo della percezione sensoriale correlato agli

esiti dell’ICTUSCompromissione della deglutizioneIncontinenza urinaria correlata a flaccidità

vescicale, difficoltà di comunicazione o confusione

Compromissione della comunicazione verbale correlata a danno cerebrale

Rischio di compromissione dell’integrità cutanea correlata ad immobilità

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Problemi collaborativi/ complicanzeAumento della PIC con ridotto flusso ematicoIschemia cerebralePolmoniteObiettiviMiglioramento della mobilitàMiglioramento del dolore della spallaCapacità di autocuraControllo sfintericoRecupero della capacità percettivo-sensorialeMantenimento dell’integrità cutaneaAssenza di complicazioni

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ASSITENZA INFERMIERISTICA

Interventi

Migliorare la mobilità. Attivare precocemente un programma di riabilitazione mirato; mobilizzare il paziente nel letto ogni 2 ore; posizionare il corpo allineato con gli arti in leggera flessione per evitare le contratture; non appena possibile favorire il passaggio dal letto alla sedia, e successivamente alla stazione eretta

Prevenire il dolore della spalla. Oltre alla mobilizzazione precoce e alla postura corretta dell’arto, possono somministrarsi analgesici sotto prescrizione medica

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

InterventiPromuovere l’autocura. Il programma riabilitativo

dovrà comprendere anche un progressivo recupero dell’autocura, insegnando al paziente a come provvedere a sé in relazione alle proprie limitazioni, la vestizione dovrà partire sempre dall’emilato colpito dalla paresi

Gestione delle difficoltà sensoriali-percettive. Il caso di restringimento del campo visivo, gli oggetti utili al paziente devono essere posti a vista; in caso di emianopsia, ricordare continuamente al paziente di utilizzare l’altra estremità del corpo

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

InterventiTrattare la disfagia. La riabilitazione foniatrica

deve essere attivata precocemente. Inizialmente il paziente potrebbe aver bisogno di alimentarsi in NE; successivamente la capacità di deglutizione potrà essere recuperata almeno parzialmente: si somministreranno cibi semisolidi piuttosto che i liquidi, il paziente deve essere messo ben seduto per mangiare, e deve essere pronto un aspiratore.

Ripristinare il controllo sfinterico. Il mancato controllo può dipendere da difficoltà di comunicare, alterato controllo motorio e posturale, vescica atonica. Inizialmente è necessario utilizzare pannoloni, condom o catetere vescicale; facilitare l’uso della padella o del pappagallo in caso di difficoltà di espressione o di mobilità

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Migliorare la comunicazione e i processi di pensiero. L’infermiere valuterà i risultati dei test neuropsicologici, favorirà la comunicazione con il paziente in atteggiamento di confidenza e di speranza, favorirà iniziative volte a stimolare i processi di pensiero. In caso di afasia, verrà valutato il tipo e l’entità del disturbo, si favoriranno le capacità espressive del paziente, stimolandolo ad utilizzare le parole, e tranquillizzandolo negli insuccessi

Mantenere l’integrità cutanea. Utilizzare materassi antidecubito, mobilizzare il paziente ogni 2 ore, garantire un’attenta igiene cutanea, favorire un’alimentazione iperproteica. Controllare assiduamente le condizioni della cute, per attuare tempestivamente interventi mirati in caso di iniziale danno.

Promuovere l’autocura. Nella fase di recupero il paziente deve essere stimolato a riacquistare progressivamente la propria autonomia nelle attività di autocura. L’infermiere insegnerà soluzioni per ovviare ai deficit residui e supporterà il paziente nelle attività che non è in grado di fare.

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VALUTAZIONEIl paziente acquista una migliore mobilitàRiferisce assenza di dolore alla spallaProvvede autonomamente alla cura di séDimostra di deglutire meglioRiesce a comunicare meglioMantiene una normale funzione vescicale e

intestinaleMantiene l’integrità cutanea

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ICTUS EMORRAGICOE’ il risultato di un sanguinamento all’interno del

parenchima cerebrale, del ventricolo o dello spazio sub-aracnoideo. Distinguiamo l’emorragia in:

Primaria rottura spontanea di un piccolo vaso

(ipertensione incontrollata)

Secondaria MAV aneurismi intracranici farmaci anticoagulanti e

amfetamine

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ICTUS EMORRAGICOManifestazioni cliniche. Deficit neurologici variabili in relazione

all’estensione dell’ICTUS e ai nervi compressiCefalea intensaRigidità nucaleDisturbi visiviAcufeni, vertigini, emiparesiPrevenzioneControllo dell’ipertensione, dell’ipercolesterolemiaNo fumo ed alcool

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ICTUS EMORRAGICOTrattamento medico.Riposo a letto in sedazioneGestione del vasospasmo e dell’edema

cerebralePrevenzione delle trombosi con l’applicazione

di calze elasticheAntidolorifici per la cefaleaTrattamento chirurgico (evacuazione di

ematoma cerebrale; clipping o by-pass di aneurisma)

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Accertamento. Si effettua una valutazione neurologica che evidenzi:

Le alterazioni dello stato di coscienzaLa reazione pupillareDisfunzioni neurologiche e sensorialiLesioni dei nervi craniciDisartria, disturbi visiviCefalea, rigidità nucale o altri segni

neurologici

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DIAGNOSI INFERMIERISTICHE

Inefficace perfusione tissutale cerebrale correlata a sanguinamento dell’aneurisma

Disturbo della percezione sensoriale correlato alle restrizioni mediche imposte

Ansia correlata alla malattia o alle restrizioni mediche imposte

Problemi collaborativi:VasospasmoConvulsioniIdrocefaloNuova emorragia

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DIAGNOSI INFERMIERISTICHE

ObiettiviMigliorare la perfusione cerebraleRecuperare i deficit percettivo-sensorialiAssenza dell’ansiaPrevenire le complicanzeInterventiMigliorare la perfusione cerebrale. Monitorare i

parametri vitali, lo stato di coscienza, le reazioni pupillari, le funzioni motorie. Somministrare Nimodipina dietro prescrizione medica in pompa per infusione continua. Mantenere un ambiente tranquillo, in assoluto riposo, limitare le visite ; mantenere la testata del letto alzata di 15-30° per favorire il ritorno venoso. Evitare ogni sforzo e sostanze eccitanti

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Ridurre l’ansia. Informare il paziente sulle sue condizioni e sugli interventi attuati, su quelli da attuare. Garantire un clima tranquillo e positivo.

Monitorare e trattare possibili complicanze.Vasospasmo: evidenziare i segni di possibile vasospasmo

(aumento della cefalea, confusione, disorientamento, letargia, afasia, peggioramento del deficit motorio) Riferire tempestivamente al medico

Idrocefalo. Si manifesta con stupore o coma, incontinenza sfinterica, cambiamenti del comportamento o andatura atassica

Risanguinamento dell’aneurisma. Si può avere più facilmente nelle prime due settimane dal primo sanguinamento. Si manifesta con cefalea intensa, vomito a getto, compromissione dello stato di coscienza.

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

ValutazioneLo stato neurologico è inalterato, i parametri

vitali sono stabili, la respirazione è normaleLa percezione sensoriale è conservataL’ansia è sotto controlloNon si realizzano complicanze

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CASO CLINICO N°14Il sig. Ugo è stato ricoverato in urgenza in

Stroke Unit per ictus. Presenta emiparesi dx, afasia, cefalea intensa. E’ stata riscontrata una emorragia cerebrale in sede temporale sn.

Sviluppa almeno una diagnosi infermieristica e il relativo piano di assistenza

Diagnosi reale dominio attività/riposoDiagnosi reale dominio percezione/cognizioneDiagnosi reale dominio benessere

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MORBO DI PARKINSONMalattia neurodegenerativa a decorso lento, progressiva, con

compromissione del movimento. Insorge prevalentemente oltre i 50 anni, ma ci sono casi di esordio precoce. E’ associato a una riduzione dei livelli di dopamina dovuta alla distruzione delle cellule neuronali pigmentarie nella sostanza nera dei gangli della base del cervello. Le cause sono sconosciute, ma sono stati individuati alcuni fattori di rischio:

GeneticaArteriosclerosiAccumulo di ossigeno nei radicali liberi Infezioni viraliTraumi craniciUtilizzo prolungato di antipsicoticiEsposizioni ambientaliLa sintomatologia compare quando sono compromessi più del

60% dei neuroni pigmentari e i livelli di dopamina striata diminuiscono dell’80%.

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MORBO DI PARKINSONManifestazioni cliniche.Tremore. E’ lento e unilaterale, caratteristico a riposo,

scompare con il movimento deciso, e si aggrava quando cammina, si concentra o è ansiosa.

Rigidità. Il movimento passivo di un arto può determinare l’incremento di movimenti a scatto. La rigidità dell’arto passivo aumenta quando l’altro è attivo. Spesso è presente anche rigidità del collo e della spalla.

Bradicinesia. La persona impiega molto tempo per compiere le normali attività ed ha difficoltà a iniziare i movimenti. L’ipocinesia è una transitoria incapacità di compiere i movimenti attivi, ed è accompagnata da trascinamento. Il volto perde espressione e compare disfonia

Questi sintomi possono essere accompagnati da depressione, demenza, disturbi del sonno. Rischio di infezioni del tratto respiratorio e urinario, rischio di cadute e lesioni cutanee.

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MORBO DI PARKINSONAccertamento diagnostico. Attualmente la malattia è

diagnosticata clinicamente, attraverso la storia del paziente e la presenza di almeno due dei segni caratteristici: tremore, rigidità muscolare e bradicinesia, attraverso un attento esame neurologico e la risposta alla terapia farmacologica

Terapia farmacologica. I farmaci antiparkinsoniani (levodopa e carbidopa)agiscono: aumentando l’attività dopaminergica striata; riducendo l’eccessiva influenza degli stimolatori colinergici neuronali del tratto extrapiramidale; agendo sulle vie dei neurotrasmettitori rispetto alle vie dopaminergiche. A lungo andare i benefici diminuiscono e aumentano gli effetti collaterali (confusione, agitazione, depressione, disturbi del sonno, discinesia). I farmaci anticolinergici sono efficaci per il controllo del tremore e della rigidità. Gli antagonisti della dopamina vengono somministrati in associazione con gli antiparkinsoniani, quando questi perdono efficacia. Gli inibitori delle monoaminossidasi inibiscono l’abbassamento della dopamina e si ritiene possano rallentare la progressione della malattia. Gli antidepressivi triciclici vengono somministrati per alleviare la depressione di questi soggetti; gli antistaminici hanno effetto anticolinergico e sedativo e possono ridurre i tremori

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MORBO DI PARKINSONTrattamento chirurgico. Ha lo scopo di ridurre il

tremore, la rigidità e la discinesia, ma non di modificare il decorso della malattia. Vengono candidati i pazienti con Parkinson idiopatico e che hanno raggiunto la dose massima di farmaco. Vengono effettuate pallidotomia o talamotomia con tecnica stereotassica, allo scopo di interrompere la conduzione nervosa che genera il tremore. Un altro tipo di pratica è l’impianto di stimolatore cerebrale profonda: un elettrodo viene posizionato sul talamo e collegato ad un generatore di impulsi impiantato in una tasca nel sottocute. L’elettrodo blocca la conduzione nervosa che genera il tremore. La procedura chirurgica può avere delle complicanze.

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Accertamento. Valutare gli effetti della patologia sull’attività e la funzionalità della persona: autonomia residua, risposta ai farmaci, variazioni delle risposte nell’arco della giornata, presenza di disfagia, disturbi del linguaggio, perdita dell’espressione facciale, confusione mentale. Valutare il rischio di caduta.

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Diagnosi infermieristicheCompromissione della mobilità correlata a rigidità e

debolezza muscolareDeficit della cura di sé correlato a tremore e ai disturbi

motoriStipsi correlata ai farmaci e alla riduzione dell’attivitàNutrizione inferiore al fabbisogno correlata a tremore,

alla lentezza, alla difficoltà di masticazione e deglutizione

Compromissione della comunicazione verbale correlata a diminuzione della voce, lentezza nel parlare perdita del controllo dei muscoli facciali

Coping inefficace correlato a depressione e alle difficoltà legate alla progressione della malattia

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

ObiettiviMiglioramento della mobilità funzionaleMantenimento dell’indipendenza nell’autocuraMantenimento di uno stato nutrizionale

soddisfacenteMantenimento della regolarità intestinaleRaggiungimento di un livello di comunicazione

efficaceSviluppo di meccanismi di coping positivi

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

InterventiMigliorare la mobilità. Favorire l’esercizio fisico, la

FKT attiva e passiva, l’attività sportiva, alternati ad adeguarti periodi di riposo

Migliorare la cura di sé. Incoraggiare, istruire e supportare l’assistito nelle attività di vita quotidiana. L’ambiente deve essere adattato per compensare i limiti funzionali dell’assistito.

Migliorare l’eliminazione intestinale. L’immobilità, la debolezza dei muscoli intestinali, un’idratazione insufficiente e i farmaci espongono alla stipsi. Deve essere fornita un’alimentazione ricca di fibre e un apporto adeguato di liquidi, e favorito il movimento

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Migliorare la nutrizione. La ridotta mobilità dei muscoli facciali, la secchezza delle mucose dovuta ai farmaci, la disfagia rendono difficoltosa l’alimentazione ed espongono al rischio di inalazione. Tenere il paziente seduto in posizione eretta quando mangia,fornire alimenti facilmente deglutibili, tenere a portata l’aspiratore. Quando la malattia avanza può essere necessario il SNG.

Migliorare la deglutizione. Insegnare a masticare tenendo chiuse labbra e denti,masticare da un lato e poi dall’altro, elevare la lingua e portare il bolo in gola: La testa deve stare eretta

Migliorare la comunicazione. Insegnare al paziente a porsi sempre di fronte all’ascoltatore, pronunciando bene le parole e facendo respiri profondi; attivare la logoterapia.

Supportare le abilità di coping. Stabilire un programma giornaliero di attività, ed incentivare il paziente a partecipare attivamente

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Valutazione.Il paziente cerca di migliorare la sua mobilitàAssume i farmaci prescrittiMigliora la capacità di cura di séMantiene una corretta funzionalità intestinaleMigliora il suo stato nutrizionaleRiesce a comunicare beneAffronta adeguatamente le limitazioni legate

alla malattia

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CASO CLINICO N°15Luciano ha 60 anni, e già da dieci è affetto da

morbo di Parkinson; la malattia è in fase avanzata, ed egli ha grosse difficoltà di movimento, è disfagico e inizia ad avere difficoltà respiratorie. E’ assistito in casa dalla moglie. Sei l’infermiere domiciliare che deve supportare la famiglia

Formula almeno una diagnosi infermieristica e il relativo piano di assistenza

Diagnosi reale dominio attività/riposoDiagnosi reale dominio nutrizioneDiagnosi potenziale dominio sicurezza/protezione

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MORBO DI ALZHEIMERDisfunzione cerebrale cronica progressiva e

degenerativa accompagnata da profondi effetti sulla memoria, sulla cognizione e sulla capacità di cura personale.

L’anamnesi familiare per morbo di Alzheimer e la sindrome di Down sono fattori predisponenti.

Nei pazienti affetti si realizzano delle modificazioni neuropatologiche e biochimiche specifiche, quali la formazione di intrecci neurofibrillari e di placche neuritiche o senili. Le cause della malattia sono tuttora sconosciute

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MORBO DI ALZHEIMERManifestazioni cliniche.Perdita di memoriaIncapacità progressiva di formulare concetti e

pensare in termini astrattiComportamento impulsivoDepressione, aggressività, paranoiaPerdita progressiva dell’autonomia nelle ADLDeperimento organico con insorgenza di

complicanze

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MORBO DI ALZHEIMERAccertamentoAnamnesi clinica e familiareEEGTAC encefaloRMN encefaloTest funzionali cognitivi ( Mini Mental State

Examination)Trattamento medicoTaurina idrocloridrato migliora l’azione

dell’acetilcolina, mantenendo le abilità mnemoniche, e ritardando la dmenza; deve essere monitorata la funzionalità epatica

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

AccertamentoValutare le capacità cognitive residueVerificare il grado di autonomia residua nelle

ADLVerificare la presenza di comportamenti

impulsivi, aggressivitàRilevare il rischio di caduteValutare lo stato nutrizionale

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Diagnosi infermieristicheRischio di lesione da caduta e possibile

alterazione dell’integrità cutanea determinate da movimenti continui e incontrollati

Nutrizione inferiore al fabbisogno dovuta ad inadeguata assunzione di alimenti e disidratazione

Disturbo dei processi di pensiero Compromissione della comunicazione e delle

interazioni sociali correlate a difficoltà di pensiero astratto

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

ObiettiviPrevenire il rischio di cadutaGarantire un adeguato apporto nutrizionaleFavorire le relazioni socialiFavorire i processi di pensiero

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

InterventiPrevenire le cadute. Imbottire le sponde del letto; usare

paracolpi per gomiti e ginocchia; incoraggiare la deambulazione assistita; garantire l’igiene cutanea; se necessario immobilizzare la persona con ausili protettivi

Garantire l’apporto nutrizionale. Offrire l’attenzione e un ambiente rilassante e confortevole durante il pasto; mostrare il cibo e stimolare il paziente a riconoscere cosa gli viene offerto; posizionarlo nel modo più adeguato per lui per alimentarsi; offrire bocconi piccoli ed assicurarsi che siano stati ingeriti prima di offrire il boccone successivo

Page 43: Il Paziente Con Patologia Neurologica

ASSISTENZA INFERMIERISTICA

Favorire le relazioni sociali. Individuare sistemi alternativi di comunicazione (immagini, oggetti familiari, gestualità), imparare a riconoscere le espressioni del paziente; evitare l’isolamento

Favorire i processi di pensiero. Interagire con l’assistito in maniera creativa; riorientare il paziente quando è sveglio, utilizzando anche l’orologio; utilizzare la musica e il contatto umano; far indossare al paziente un braccialetto con i dati identificativi, il telefono e la dicitura “disfunzione mnemonica”; mantenere il paziente occupato in attività sociali

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ASSISTENZA INFERMIERISTICA

ValutazioneNon si verificano cadute e lesioni da trauma; la

cute è integraIl paziente è adeguatamente nutrito ed idratatoIl paziente non è isolato e riesce a compiere

processi di pensiero semplice

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CASO CLINICO N°16Anna ha 70 anni ed è affetta da M. di Alzheimer.

Vive in casa con una badante. Ultimamente il quadro comportamentale è peggiorato: la donna è sempre meno in contatto con l’ambiente, vaga per la casa, rifiuta gli alimenti e gli interventi di cura. Sei l’infermiere domiciliare che deve supportare la famiglia

Formula almeno una diagnosi infermieristica con il relativo piano di assistenza

Diagnosi potenziale dominio sicurezza/protezioneDiagnosi reale dominio nutrizioneDiagnosi reale dominio ruoli e relazioni