Il Passaggio Generazionale nelle Aziende
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Nei prossimi anni questo passag-
gio dovra essere affrontato dal
50% delle aziende italiane e di-
ventera ancora piu problematico
in considerazione di alcune ca-
ratteristiche delle piccole e me-
die industrie, quali la struttura
dimensionale organizzativa e la
marcata connotazione familiare.
Al fine di comprendere al meglio
le proporzioni del fenomeno so-
cio-economico legato al passag-
gio generazionale, consideriamo
alcuni dati elaborati da «Union-
camere», ovvero:
— in Italia sono circa 5 milioni
gli imprenditori iscritti ai registri
delle Camere di Commercio, il
cui assetto di base e al 93% di
tipo familiare, contro una media
europea del 50%;
— di questi il 43% supera i 60
anni ed il numero di imprese
che nei prossimi 10 anni dovran-
no affrontare il problema risulta
essere il 40% del totale, mentre
gli imprenditori che manifestano
l’intenzione di lasciare l’azienda
ad un familiare e nell’ordine del
68% (Tavola 1);
— solo il 20% delle imprese ar-
riva alla terza generazione; la
parte restante e capace solo di
passare il testimone, in qualche
modo, da padre a figlio, ma non
da nonno a nipote (Tavole 1 e 2).
— oltre il 95% delle aziende ita-
liane si caratterizza, sul piano
dell’impiego medio, per un orga-
nico inferiore ai dieci addetti;
— dalle statistiche si rileva che
il 10% dei fallimenti annui delle
aziende e derivante dalla man-
cata pianificazione e gestione
del passaggio generazionale
(Tavola 1);
— due aziende su tre scompaio-
no entro 5 anni dal passaggio
dalla prima alla seconda genera-
zione;
— per il 30% delle aziende ilprocesso di ricambio generazio-nale coincide con la fine dellarealta aziendale.
Le aree di interventonelle fasi di ricambiogenerazionale
Aspetti organizzativi, gestionalie finanziari
Nelle fasi di cambio generaziona-le le persone che subentrano equelle che lasciano si trovanospesso in fasi differenti del lorociclo di vita con riferimento alsuccesso e alla soddisfazione.Questo puo portare ad atteggia-menti diversi nei confronti delledelicate fasi di un passaggiod’impresa e, quindi, renderenon agevole la presenza contem-poranea di ambedue all’internodell’organizzazione.Per agevolare, pertanto, il pas-saggio generazionale occorre te-ner presente che tra la personache lascia l’impresa e quella chesubentra vi possono essere note-volissime differenze riguardo aivalori e gli stili di vita che posso-no influire sia sul passaggio d’im-presa, sia sull’organizzazione fu-tura.Il passaggio d’impresa deve esse-re progettato con largo anticipoe puo chiedere un arco di tempopiuttosto ampio, affinche il su-bentrante possa sviluppare almeglio le caratteristiche neces-sarie a svolgere il suo ruolo im-prenditoriale.Per quanto concerne l’azienda difamiglia si evidenziano distorsio-ni nella definizione dei ruoli edelle funzioni ricoperte all’inter-no degli organigrammi aziendali,acuite dalla presenza di padri,
Il passaggiogenerazionalenelle aziendeIl passaggio generazionale o successione aziendale in un’impresa e ilmomento nel quale i fondatori cedono il passo e forze nuovesubentrano nella gestione dell’attivita. Il tema del passaggiodell’impresa alla generazione successiva non viene colto nella giustamisura, infatti, non si tratta solo di un passaggio di quote o di cariche,ma e il trasferimento del know how aziendale, delle conoscenze e dellecompetenze manageriali di gestione d’azienda. Il processo disuccessione ha l’obiettivo di garantire la continuita dell’azienda,prepara l’inserimento della nuova generazione e permette diconoscere e pianificare lo sviluppo aziendale, tramite l’osservazione el’analisi approfondita dei punti di forza e di debolezza dell’impresa.Occorre sottolineare che la cattiva o inesistente gestione dellasuccessione, e una delle principali cause di mortalita dell’azienda
di Cristiano Benazzi - Partner di GMB Consulting
PMI n. 11/2007 19
Societa
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madri e figli nei settori premi-nenti od a capo delle funzioniaziendali strategiche.L’organigramma dell’impresa fa-miliare, pertanto, mantieneun’impostazione verticale, percui il padre assume il ruolo diAmministratore Delegato conelevata propensione all’esercizio
dell’attivita commerciale con-nessa al focus aziendale; alla ma-dre, ove coinvolta in azienda, erelegata parte della gestione am-ministrativa, sempre con la su-pervisione del pater familias;mentre ai figli sono sempre riser-vati i ruoli commerciali (respon-sabile o capoarea) o di marke-
ting (nelle organizzazioni piu
evolute).
L’organigramma, pertanto, puo
essere:
— organigramma di Staff&Line
od orizzontale;
— organigramma verticale;
— organigramma gerarchico ac-
centuato (o «di fatto»).
Tale fenomeno conduce ad una
serie di conseguenze estrema-
mente negative sotto il profilo
dell’ottimizzazione organizzati-
va, ovvero:
1. invalidazione del sistema me-
ritocratico familiare: la presenza
di figli non verrebbe meno anche
ove non evidenziassero partico-
lare acume e spessore imprendi-
toriale;
2. svalutazione di figure azienda-
li meritevoli; la circostanza per
cui in merito al decision ma-
king, verrebbero a trovarsi in
aperto contrasto con il compo-
nente della famiglia imprendito-
riale costituisce un forte disin-
centivo a sostenere tesi disalli-
neate;
3. la creazione di colli di botti-
glia, frutto di un incompleto flus-
so di informazioni dalla famiglia
alle figure di staff, teso a proteg-
gere un ipotetico ambito di riser-
vatezza.
Un ulteriore aspetto molto diffu-
so e, inoltre, il fenomeno della
sottocapitalizzazione, che causa
instabilita finanziaria per l’azien-
da. Specie tra le PMI, e ancor di
piu nelle imprese familiari, vi e
una diffusa inadeguatezza del
capitale di rischio (mezzi propri)
rispetto alle reali esigenze eco-
nomiche - aziendali (fattore in-
terno) nonche di una incerta
credibilita verso gli interlocutori
aziendali (fattore esterno), quali
TAVOLA 1 - IMPRESA E PASSAGGIO GENERAZIONALE
IMPRESA E PASSAGGIO GENERAZIONALE
Imprenditori che considerano il passaggio generazionale come fasecritica da gestire
80%
Imprenditori intenzionati a trasmettere la gestione d’azienda adun discendente
68%
Percentuale di trasferimenti di imprese avvenuto tra soggetti le-gati da vincoli di parentela nell’anno 2003
60%
Imprese che arrivano alla terza generazione 20%
Percentuale di fallimenti annui derivanti dalla mancata pianifica-zione del passaggio generazionale
10%
Numero dipendenti coinvolti nel fenomeno del passaggio d’azienda 11 milioni
Imprese familiari coinvolte annualmente nei processi di passaggiogenerazionale
66 mila
Presenza di membri della famiglia nel management d’impresa 70%
Imprenditori con piu di 60 anni 43%
Azienda il cui assetto base e di tipo familiare su di un totale dicirca 5 milioni di iscritti al registro imprese
93%
Imprenditori che affronteranno il passaggio d’azienda nei prossimi10 anni
40%
TAVOLA 2 - TASSO DI SOPRAVVIVENZA
PMI n. 11/200720
Societa
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possono essere banche e altre
soggetti finanziari.
Tale patologia si manifesta e trovaevidenza attraverso la lettura del-
le poste di bilancio nonche rap-
portando valori economici e patri-
moniali e valutandone l’andamen-to da un esercizio all’altro, attra-
verso analisi per indici di correla-
zione od altri strumenti di moni-toraggio. La Tavola 3 riporta una
sintesi di tali evidenze.
Dal punto di vista strettamente
finanziario, invece, vi sono pro-blemi che possono generare ten-
sioni all’interno dell’azienda,
quali:
1. «confusione» tra finanza per-sonale dell’imprenditore e fi-nanza dell’impresa;2. l’azienda si trova costante-
mente in pieno affidamentoagli importi accordati dagliistituti di credito ( in fase
di negoziazione l’azienda ha sot-
tostimato il proprio fabbisogno);3. permanente carenza di liqui-dita ( sfasamento temporale
di incasso del credito e di paga-
mento del debito od assenza di
un approccio comportamentale
univoco e costante nella gestio-ne di crediti e debiti);
4. sovradimensionamentostrutturale ed organizzativorispetto alla capacita di generareredditivita aziendale;
5. pratica di politiche commer-
ciali allineate rispetto al merca-to, ma non rispetto alla necessita
di copertura dei costi fissi (un
innalzamento dei prezzi compor-
terebbe un’uscita dal mercato);6. gestione delle scorte di ma-gazzino dispersiva, smodata o
non attinente rispetto alle richie-
ste provenienti dal mercato disbocco;
7. erosione dei margini provo-cata da oneri finanziari su affida-
menti di brevi periodi e/o indebi-tamento di medio - lungo perio-
do (in tal caso vi e la necessita di
una repentina risposta in termini
di capitale di rischio e di auto-finanziamento).
In caso di passaggio generazio-
nale, la compagine entrante,
per porre rimedio alla perma-
nente carenza di liquidita, dovra
prima di tutto individuare ed av-viare sistemi di rimozione delle
cause alla base di tale inefficien-
za (obiettivo di medio periodo);
e provvedere all’immissione dirisorse finanziarie al fine di argi-
nare la dilagazione del fenomeno
(obiettivo di breve periodo).Le possibili opzioni per il trasferi-
mento generazionale del «bene
azienda» all’interno della famiglia,
alla luce dei recenti provvedimen-ti che hanno introdotto alcune no-
vita, prima non praticabili, sono:
— mantenimento del controllo
in ambito familiare, con la suddi-visione della proprieta tra gli
eredi (tra i quali e auspicabile
l’emersione di un leader in grado
di garantire la compattezza dellafamiglia nelle scelte strategiche)
e ricorso a manager esterni a cui
affidare la gestione operativa;
— nei casi di forti divergenze trai familiari, acquisto del controllo
dell’azienda di famiglia da parte
di un singolo familiare dotato di
TAVOLA 3 - LA SOTTOCAPITALIZZAZIONE
Fonte: «Il passaggio generazionale in azienda» - Cacciapaglia, Contin, De Vita - Editore SEAC
PMI n. 11/2007 21
Societa
![Page 4: Il Passaggio Generazionale nelle Aziende](https://reader031.fdocumenti.com/reader031/viewer/2022020306/5571f95249795991698f4e88/html5/thumbnails/4.jpg)
talento, mediante un’operazionedi family buy out (FBO), soste-nuta da enti finanziari esterni;— cessione di quote a fondi diprivate equity che, fornendo ca-pitali e know-how, sono in gradodi garantire lo sviluppo dell’im-presa.Nello specifico, il private equity(Tavola 4) comprende le opera-zioni di investimento realizzatein fase di ciclo di vita dell’azien-da, successive a quella iniziale;costituisce, infatti, l’attivita di in-vestimento nel capitale di ri-schio, attraverso l’ingresso delfondo di private equity nellacompagine societaria dell’impre-sa. Obiettivo primario dell’inve-stitore istituzionale e quello direalizzare, nel medio termine,maggior guadagno di capitale at-traverso la cessione della parte-cipazione acquisita (plusvalen-za). L’attivita di investimentoistituzionale e generalmenteconvogliata in attivita potenzial-mente in grado di generare valo-re aggiunto in funzione di siner-gie ancora inespresse, progettievoluti del business, organizza-zioni poco strutturate e poco ra-zionalizzate, e generalmente inquelle realta in cui l’ingresso del-
l’investitore puo agevolare i pro-cessi di efficientizzazione.L’investitore tendera a privilegia-re:— imprese dotate di un progettodi sviluppo e con prospettive dicrescita sia dimensionale, chereddituale;— imprese guidate da un im-prenditore fortemente motivatodalla realizzazione del progettodi sviluppo;— imprese dotate di manage-ment, caratterizzato da attitudi-ni di solidita professionale;— imprese generalmente in gra-do di fornire il capital gain.Sul piano operativo, l’investitoreistituzionale, utilizza i seguentistrumenti analitici:— valuta la competenza dell’im-prenditore e del management,incentivando il team che ha mag-giori capacita di proporre unprogetto di sviluppo;— valuta l’andamento del merca-to di riferimento in relazione allepotenziali reazioni derivanti dal-l’introduzione di prodotti/servizia carattere innovativo; il fine etracciare lo sviluppo potenziale;— utilizza sistemi di benchmarkal fine di valutare la singola ope-razione in relazione ad altre entita
aventi caratteristiche omologheper dimensione e prospettive dicrescita. Il fine e costituito dallamassimizzazione del capital gain.La partecipazione al capitale dirischio di investitori istituzionaliimplica stretta collaborazione traimprenditore e investitore istitu-zionale, quest’ultimo, inoltre,condivide il rischio d’impresa es-sendo cointeressato alla pienariuscita del progetto imprendito-riale.
Il progetto saturnosul ricambio generazionale
Sulla base delle considerazionisopra riportate, e necessariosensibilizzare gli imprenditorisul tema «passaggio generazio-nale», aiutandoli a comprender-ne i rischi e le opportunita.La Regione Lombardia, sottoquesto punto di vista, ha istituitoun progetto ad hoc, con un’azio-ne specifica sul ricambio genera-zionale: il Progetto Saturno.Tale progetto, promosso e co-fi-nanziato da Regione Lombardia,Ministero del Lavoro e delle Po-litiche Sociali e Fondo SocialeEuropeo, realizzato da Cameredi Commercio lombarde eUnioncamere Lombardia, inten-de supportare attraverso percor-si di sostegno nelle piccole e me-die imprese, la pianificazione egestione del delicato processodi ricambio generazionale ai finidella trasmissione e continuitadell’impresa.Il progetto mette a disposizione,tramite l’emissione di bandi, ri-sorse e servizi destinati alle pic-cole e medie imprese.Le aziende che hanno partecipa-to al Progetto appartengono aipiu svariati settori merceologici,
TAVOLA 4 - PRIVATE EQUITY
PMI n. 11/200722
Societa
![Page 5: Il Passaggio Generazionale nelle Aziende](https://reader031.fdocumenti.com/reader031/viewer/2022020306/5571f95249795991698f4e88/html5/thumbnails/5.jpg)
in particolare: costruzione mac-
chine agricole e impianti indu-
striali, automazione industriale,
costruzione pompe irroratrici e
a precompressione, commercio
prodotti siderurgici, produzione
e commercio di aceti, commer-
cio autoveicoli nuovi e usati, ri-
cambi e accessori, commercio al-
l’ingrosso di carte e cancelleria,
costruzione macchine, realizza-
zione e gestione impianti stradali
e marini di carburante, officina
meccanica, vinificazione delle
uve e commercializzazione del
prodotto finito, produzione del
calcestruzzo e manufatti in ce-
mento, macellazione pollame,
produzione tecnologie e prodotti
per acqua e ambiente, serigrafia,
tessile e maglieria, lavorazioni
metalliche (Tavola 5).
Il 67% delle imprese interessate
erano di piccole dimensioni;
mentre il 33% di medie dimen-
sioni. Tale dato e sottolineato
nella Tavola 6, che evidenzia la
forma societaria delle aziende
aderenti al progetto.
L’intervento e consistito nella
realizzazione di attivita di forma-
zione diretta agli imprenditori di
prima e seconda generazione, e
nella realizzazione di attivita di
consulenza specifica svolta pres-
so le singole aziende.
Nella quasi totalita delle aziende
aderenti al Progetto Saturno, la
successione, totale o parziale, e
gia avvenuta. Nel 44% dei casi,
pero la successione non e stata
programmata. Questo e sintomo
che ancora molte aziende, af-
frontano il passaggio come un
semplice processo naturale, sen-
za rendersi effettivamente conto
che la successione puo diventare
una causa di mortalita dell’azien-
da. C’e, percio, una scarsa cono-
scenza del problema. Gli impren-
ditori, comunque, sono disponi-
bili ad acquisire tutte le informa-
zioni necessarie per migliorare il
processo gia avviato o predispor-
re il processo da avviare. Dall’a-
nalisi effettuata risulta che il
100% degli imprenditori sostiene
il figlio in questo percorso, lo
coinvolge nel processo decisio-
nale, anche se alla fine la decisio-
ne definitiva spetta sempre al
padre. C’e, quindi, una scarsa
propensione alla delega.
Altri limiti riconosciuti agli im-
prenditori sono: conservatori-
smo e resistenza alle nuove tec-
nologie. L’imprenditore, quindi,
essendo poco disponibile all’a-
prirsi al «nuovo», puo entrare
in contrasto con la nuova gene-
razione, che grazie anche alla
sua scolarizzazione e, invece,
portatrice di novita.
In tutte le aziende del Progetto i
figli, pur avendo poca esperien-
za, sono interessati alle attivita
aziendali e disposti ad imparare
dall’esperienza del padre, a fre-
TAVOLA 5 - PROGETTO SATURNO: TIPOLOGIE DI AZIENDE
PMI n. 11/2007 23
Societa
![Page 6: Il Passaggio Generazionale nelle Aziende](https://reader031.fdocumenti.com/reader031/viewer/2022020306/5571f95249795991698f4e88/html5/thumbnails/6.jpg)
quentare corsi di formazione per
acquisire ulteriori nozioni da
esperti da poter applicare alla lo-
ro azienda.
Come gia detto in precedenza, in
molte aziende la successione e
gia avvenuta, ma in un solo caso
l’inserimento del successore ha
creato problemi.
Le tensioni sono state provocate
dalla mancanza di dialogo, dai di-
versi punti di vista con il mana-
ger e dall’andamento del settore
di riferimento.
A parte questo caso specifico,
negli altri, il rapporto tra padre
e figlio e buono, sia in termini di
dialogo tra le generazioni, sia in
termini di fiducia reciproca.
Il dialogo e la fiducia tra padre e
figlio sono molto importanti, per-
che se si presentano delle diffi-
colta, queste potranno essere af-
frontate e superate.
Nel progetto sono state effettua-
te analisi sulle singole aree
aziendali, cercando di mettere a
confronto le vision delle due ge-
nerazioni imprenditoria, junior e
senior.
Di seguito si riportano i principa-
li risultati:
— marketing: il figlio vorrebbe
globalizzare e utilizzare stru-
menti innovativi (e-commerce).
Questa funzione risulta essere
quella in cui c’e la maggior pre-
senza di imprenditori junior.
— gestione della produzione: dai
risultati ottenuti si evince che la
programmazione delle produzio-
ne non e effettuata da un’unita
organizzativa specifica, ma e ge-
stita dal caporeparto o dal re-
sponsabile della gestione tecnica
dei reparti produttivi. Non solo,
per tale programmazione non si
utilizzano strumenti informatici
specifici. Tale dato sottolinea la
scarsa propensione alle nuove
tecnologie dell’imprenditore se-
nior.
— programmazione e controllo:
l’area non presenta una struttura
dedicata, ma e gestita dall’ammi-
nistrazione, che presenta i dati
elaborati alla direzione (impren-
ditore senior). Si sottolinea, inol-
tre, che il costo dei prodotti e
costruito dall’imprenditore se-
nior spesso con dati extraconta-bili o comunque gestiti manual-mente.La maggior parte delle aziendeanalizzate, che producono siaper il mercato che su commessa,presentano livelli di standardiz-zazione dei prodotti elevati.Dall’esperienza del Progetto Sa-turno possiamo trarre le seguen-ti conclusioni:— le fasi di ricambio generazio-nale nell’azienda si ripercuotonosu tutta la struttura aziendale, suiruoli e sulle funzioni managerialipiu importanti, spesso con conse-guenze forti sui rapporti interper-sonali tra manager / responsabilidi funzione e proprieta;— occorre porre molta attenzio-ne alla pianificazione delle fasi diricambio generazionale, al pas-saggio di leadership tra impren-ditore uscente ed entrante, e alladefinizione di una nuova gover-nance riconosciuta dalle risorseumane;— il cambiamento di assetto so-cietario influisce come abbiamovisto a volte anche sulla dimen-sione delle risorse finanziarie(interventi di soggetti di privateequity od istituzionali);— nel contesto dell’economiaitaliana nei prossimi anni tuttele componenti (amministrazionestatale, banche, professionisti,associazioni di categoria, ecc.)dovranno porre massima atten-zione al fenomeno del ricambiogenerazionale, ognuno con leproprie leve a disposizione persostenere le imprese in questomomento straordinario della lorovita, e per impedire che ci siauna perdita di una parte impor-tante e vitale dell’imprenditoriaitaliana.
TAVOLA 6 - PROGETTO SATURNO: LA FORMA SOCIETARIA
PMI n. 11/200724
Societa