Il PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS – SALINE

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Il Il PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS – SALINE PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS – SALINE Meeting del 01 LUGLIO 2011

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Il PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS – SALINE. Meeting del 01 LUGLIO 2011. IL TERRITORIO DEL PARCO. Terre emerse: 448 ha Is Arenas: 420 ha Resto: 28 ha. Acque salate: 874 ha Bellarosa Maggiore: 414 ha Saline: 437 ha Perdabianca: 23 ha. Acque dolci: 144 ha Bellarosa Minore: 90 ha - PowerPoint PPT Presentation

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IlIl PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS – SALINE PARCO NATURALE REGIONALE MOLENTARGIUS – SALINE

Meeting del 01 LUGLIO 2011

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IL TERRITORIO DEL PARCOIL TERRITORIO DEL PARCO

Acque salate: 874 haBellarosa Maggiore: 414 haSaline: 437 haPerdabianca: 23 ha

Acque dolci: 144 haBellarosa Minore: 90 haPerdalonga: 23 haEcosistema filtro: 40 ha

Terre emerse: 448 haIs Arenas: 420 haResto: 28 ha

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BREVI CENNI STORICI BREVI CENNI STORICI LE TAPPE ISTITUZIONALILE TAPPE ISTITUZIONALI

• Marzo 1976 – Inserimento come area umida di importanza internazionale nella Convenzione Ramsar

Convenzione relativa alle zone umide di importanza internazionale soprattutto come habitat degli uccelli acquatici

• Ottobre 1988 – Istituzione della ZPS ITB 044002 “Stagno del Molentargius”Zone a Protezione Speciale (ZPS) istituite ai sensi della Direttiva Uccelli (79/409/CEE) al fine di tutelare in modo rigoroso i siti in cui vivono le specie ornitiche contenute nell’allegato 1 della medesima Direttiva

• Febbraio 1999 – Promulgazione della legge istitutiva del Parco

La Regione Autonoma della Sardegna istituisce il Parco Naturale Regionale "Molentargius - Saline " con L.R. 26 febbraio 1999 n. 5

• Novembre 2003 – Istituzione del SIC ITB 04022 “Stagno del Molentargius e territori limitrofi”

Siti di Importanza Comunitaria (SIC) istituiti ai sensi della Direttiva Habitat (92/43/CEE) al fine di contribuire in modo significativo a mantenere o a ripristinare un habitat naturale (allegato 1 della direttiva) o una specie (allegato 2 della direttiva) in uno stato di conservazione soddisfacente

• 1985 – Chiusura dell’attività saliniera

A seguito dell’inquinamento da reflui urbani della vasca di prima evaporazione termina la produzione di sale

• 1990 – Inserimento nella Lista MontreuxL’area del Molentargius viene inserita nella lista temporanea di Montreux per problemi di inquinamento delle acque, discariche e abusivismo edilizio

• 1992 - 2005 – Realizzazione del PROGRAMMAPROGRAMMA DI SALVAGUARDIA DI SALVAGUARDIACon lo stanziamento di 120 miliardi di lire viene realizzato il complesso delle opere per il ripristino ambientale dell’area umida promosso dal Ministero dell’Ambiente nel 1990

• 2005 La L.R. 26 febbraio 1999 n. 5 affida la gestione del Parco ad un Consorzio tra Enti Locali da costituirsi fra la Provincia di Cagliari e i Comuni di Cagliari, Quartu S. Elena, Quartucciu e Selargius. Con Convenzione siglata in data 20 aprile 2005 viene costituito il Consorzio per la gestione del Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline, approvato lo Statuto e definita la sua delimitazione territoriale. Il Consorzio assume la denominazione Parco Naturale Regionale Molentargius-Saline. Nel 2006 si nomina il primo Direttore e nel 2007 l’Ente Parco inizia il suo lavoro di gestione, tutela e salvaguardia del territorio.

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PRIMA DEL PROGRAMMA DI SALVAGUARDIAPRIMA DEL PROGRAMMA DI SALVAGUARDIA

CRITICITA’ DEL SISTEMA IDRAULICOCRITICITA’ DEL SISTEMA IDRAULICO

• Limitazione della capacità dell’invaso del Bellarosa Minore ai fini della protezione delle piene del

Bellarosa maggiore a causa dell’aumento delle portate (sviluppo urbanistico) dovuto agli sversamenti fognari, con conseguenti possibili danni alla produzione del sale

• Diminuzione delle portate di alimentazione Bellarosa Minore non compensabili dai soli apporti naturali in seguito all’eliminazione degli scarichi fognari, alla realizzazione della rete fognaria e del depuratore di Is Arenas

• Pericoli di natura igienica derivanti dalla presenza di uno stagno formato da acque luride in un’area intensamente popolata

• Pericoli derivanti da un aumento eccessivo del tasso di inquinamento che rischiava di provocare il degrado del delicato ecosistema.

• INTERRUZIONE PRODUZIONE SALEINTERRUZIONE PRODUZIONE SALE

ALTRE CRITICITA’ALTRE CRITICITA’ • Discariche abusive• Abusivismo edilizio• Espansione dell’area urbanizzata in direzione del Molentargius• Mancanza di aree e percorsi naturalistici per la fruizione

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IL PROGRAMMA DI SALVAGUARDIAIL PROGRAMMA DI SALVAGUARDIA

Il Parlamento Nazionale all’art. 17, comma 20 della Legge 11 marzo 1988 n. 67 (finanziaria statale per l’anno 1988) autorizza una spesa di 120 miliardi di lire “per consentire la realizzazione di un programma di salvaguardia del litorale e delle retrostanti zone umide di interesse internazionale (secondo la convenzione di Ramsar) dell’area metropolitana di Cagliari”.

1992 affidamento lavori al Consorzio Ramsar Molentargius e inizio fase di studio preliminare

1995 approvazione progetto 1996 inizio lavori

1999 istituzione del Parco

2002 passaggio della gestione della concessione alla Regione Autonoma della Sardegna

2005 fine lavori (eccetto ESF – responsabilità di risultato)

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Le finalità di salvaguardia, tutela e recupero delle condizioni di naturalità dell’area sono state perseguite attraverso un’articolata azione di risanamento, che ha interessato principalmente:

• la riorganizzazione del sistema idraulico, • la modifica del sistema di approvvigionamento idrico delle Saline• il riutilizzo di acque depurate, tramite la realizzazione di un impianto di fitodepurazione per l’affinamento

delle acque del depuratore finalIzzato all’alimentazione degli stagni dolci con acque di qualità.

L’intervento di risanamento è stato suddiviso in dieci lotti funzionali, iniziati a luglio 1992 e completati a inizio 2005.

• PI.6050 – CanalizzazioniCanalizzazioni - completa separazione della circolazione idrica delle acque salate da quella delle acque dolci

• PI.6100 – Impianti di distribuzioneImpianti di distribuzione - opere necessarie per la distribuzione agli stagni del Bellarosa Minore e del Perdalonga delle acque trattate dall’ecosistema filtro

• PN.6200 – Bonifica zone umide Bonifica zone umide - per ridurre lo stato di ipertrofia conseguente all’ingresso di reflui e il progressivo interrimento dei bacini, sono stati rimossi i sedimenti di fondo

• PN.6300 – Risanamento di Is ArenasRisanamento di Is Arenas - selezione, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti abusivamente scaricati censiti in oltre 100 punti di accumulo

• PS.6400 – Affinamento e depurazione acque reflueAffinamento e depurazione acque reflue - per risolvere il problema della forte eutrofizzazione delle acque degli stagni del Bellarosa Minore e del Perdalonga è stato realizzato un impianto di fitodepurazione

• PP.6600 – Viabilità interna al ParcoViabilità interna al Parco• PP.6650 – Infrastrutture ParcoInfrastrutture Parco• PP.6700 – Assetto aree umideAssetto aree umide - creazione di aree di fruizione scientifiche, didattiche e ricreative• PF.6950 – Progetto speciale fenicotteriProgetto speciale fenicotteri - per favorire le attività di nidificazione sono state realizzate due

isole artificiali situate in zone protette dello stagno del Bellarosa Maggiore• PS.7000 – Interventi sul litoraleInterventi sul litorale - realizzazione di una nuova condotta sottomarina che apporta le acque

salate per l’approvvigionamento idrico delle saline

IL PROGRAMMA DI SALVAGUARDIA IL PROGRAMMA DI SALVAGUARDIA GLI INTERVENTI GLI INTERVENTI SINTETIZZARESINTETIZZARE

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ACQUE SALATE: IL SISTEMA OGGIACQUE SALATE: IL SISTEMA OGGI

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INTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE SALATEINTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE SALATE

Regolazione idraulica del sistema di prelievo e distribuzione delle acque di mare

Canale immissario ed emissario

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Aree verdi

Creazione della viabilità interna e dei parcheggi

Sentieri e punti

di avvistamento

Edificio Sali Scelti

INTERVENTI DELL’AREA DI IS ARENAS INTERVENTI DELL’AREA DI IS ARENAS

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Sede del Parco: Edificio Sali Scelti

INTERVENTI DELL’AREA DI IS ARENAS INTERVENTI DELL’AREA DI IS ARENAS

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INTERVENTIINTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE DOLCIDEL COMPARTO ACQUE DOLCI

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INTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE DOLCIINTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE DOLCILa realizzazione dell’ecosistema filtro

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INTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE DOLCIINTERVENTI DEL COMPARTO ACQUE DOLCI

I laghetti di nuova realizzazione

I canali Il dragaggio dei sedimenti di fondo nel Bellarosa Minore

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Il sistema delle acque salate

Le zone umide ad acqua salata sono costituite dall’ex sistema della Salina di Stato e si estendono per circa 874 ettari in tre zone distinte:

-Lo stagno del Bellarosa Maggiore (o Molentargius) ex vasca di I evaporazione

-Le vasche del retrolitorale compreso lo stagno di Quartu ex vasche di II, III evaporazione e salanti

-Gli stagni di La Palma (Perda Bianca)

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Lo stagno del Bellarosa Maggiore o MolentargiusPrima della interruzione dell’attività di estrazione del sale, il Bellarosa Maggiore si presentava suddiviso in numerose vasche da un reticolo di argini in terra che garantivano il progressivo aumento della concentrazione del sale a partire dalla parte più esterna dello stagno fino alla vasca di basso fondo delimitata da un argine in pietra e dalla quale l’acqua veniva prelevata al termine del processo di prima evaporazione.

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Lo stagno del Bellarosa Maggiore - criticità-Lo stagno del Bellarosa Maggiore si presenta come un unico corpo idrico per la totale assenza degli argini in terra ad eccezione dell’argine della vasca di bassofondo realizzato in muratura.-L’argine del canale immissario ha subito nel tempo diversi danneggiamenti con numerose falle che hanno causano l’alimentazione dello stagno in maniera incontrollata da diversi punti del canale. Lo stagno è stato oggetto, nel corso degli anni, di tracimazioni di acque dolci e cariche di nutrienti provenienti dal Bellarosa Minore e dal canale di guardia e di una assenza di adeguato ricambio idrico che hanno comportato la dolcificazione delle acque dello stagno e l’arricchimento di nutrienti delle acque stesse e dei sedimenti di fondo

Assenza degli argini interni allo stagnoAssenza dell’argine del canale immissario

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Lo stagno del Bellarosa Maggiore – interventi di manutenzioneA Novembre 2009 iniziarono i lavori di manutenzione straordinaria dell’argine di separazione che hanno previsto il ripristino di km 1,300 di argine. I lavori sono terminati a Febbraio 2010 e attualmente i due corpi idrici sono separati. Si sta procedendo al ricambio delle acque dello stagno.

Lavori di manutenzione straordinaria argine di separazione tra il Bellarosa Maggiore e il canale di deflusso del Bellarosa Minore

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Le saline – criticità stato attuale

Le criticità dell’attuale stato delle vasche del retrolitorale può essere riassunto nei seguenti punti:

• L’assenza di arginature non garantisce l’adeguata regimazione delle acque

• La necessità di ripristino funzionale dei canali di carico e scarico e delle idrovore del Rollone e di Palamontis non garantisce la necessaria circolazione idraulica

• La presenza di brecce in molti punti degli argini non permette la necessaria alimentazione e in diversi casi si verifica la commistione di acque dolci e acque salate o la stagnazione delle acque

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Le Riattivazione delle Saline – ipotesi di progettoSulla possibile riattivazione della Salina di Molentargius l’Ente Parco ha predisposto uno studio di fattibilità con differenti gradi di progetto sulla base dei finanziamenti disponibili:

Riattivazione della Salina e della filiera del Sale che prevede inoltre il recupero di una parte degli edifici per il termalismo, attività museali e di merchandising (Euro 30 Milioni)

Riattivazione della Salina: argini, vasche e canali del Bellarosa Maggiore e delle vasche del retrolitorale (Euro 16 Milioni)

Esecuzione di un primo lotto funzionale: argini, vasche e canali delle vasche del retrolitorale (Euro 6 Milioni)

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Le Riattivazione delle Saline - conclusioniLe conseguenze della riattivazione della Salina di Cagliari sarebbero:

•Il ripristino di una corretta circolazione idraulica, mantenimento costante di livelli idrici e tenori di salinità

•La garanzia di una continua e costante manutenzione

•La presenza di nuovi argini in terra

•Il recupero di aspetti paesaggistici, storici, ambientali e socio-economici propri del territorio di Cagliari

• Nascita di nuove opportunità di lavoro e sviluppo connesse anche alla filiera del Sale

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Le vasche del retrolitoraleCostituiscono il vecchio sistema di vasche e canali in cui si compiva il processo di seconda e terza evaporazione e di cristallizzazione del sale.

Le vasche erano suddivise da argini longitudinali e trasversali in terra con sponde rivestite da un intavolato in legno d’abete e il passaggio tra le vasche garantito da paratoie in legno.

I canali erano suddivisi in canali alti e bassi e utilizzati per il carico e lo scarico delle vasche.

L’alimentazione delle vasche salanti avveniva attraverso l’utilizzo di due stazioni idrovore del Rollone e di Palamontis.

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Le vasche del retrolitorale - criticità I canali di alimentazione e di scarico si trovano in cattivo stato di manutenzione . Inoltre lo stato attuale di molti argini è tale da non garantire una suddivisione delle vasche e una adeguata regimazione: in molti casi degli argini rimangono solo i paletti di sostegno.

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Le vasche del retrolitorale - conseguenzeLe conseguenze dell’attuale stato delle vasche del retrolitorale può essere riassunto nei seguenti punti:

• L’assenza di arginature non garantisce l’adeguata regimazione delle acque

• La necessità di ripristino funzionale dei canali di carico e scarico e delle idrovore del Rollone e di Palamontis non garantisce la necessaria circolazione idraulica

• La presenza di brecce in molti punti degli argini non permette la necessaria alimentazione e in diversi casi si verifica la commistione di acque dolci e acque salate o la stagnazione delle acque

• Lo stato attuale modifica l’importantissimo e fragile ecosistema dell’area costituito da vasche a differente salinità che costituiscono nicchie ecologiche per la flora e l’avifauna presente

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Il sistema delle acque dolciLa circolazione idraulica del sistema delle acque dolci a seguito del Programma di Salvaguardia avviene attraverso diversi steps:

-Depuratore Consortile di Is Arenas

Prelevamento di 300/400 litri al sec di refluo depurato dal Depuratore di Is Arenas

-Ecosistema Filtro

Trattamento di affinamento del refluo

-Stazione di sollevamento

Sollevamento e distribuzione del refluo trattato agli stagni

-Stagno del Bellarosa Minore e del Perdalonga

Stagni di acqua dolce nati come casse di espansione a protezione della Salina.

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L’ecosistema filtroL’impianto, situato tra lo stagno del Bellarosa Maggiore e il Bellarosa Minore, appartiene alla categoria degli “ecosistemi-filtro” a flusso superficiale con alofite ed assume la tipica fisionomia di un ecosistema palustre o wetland.

Nell'impianto si riproducono i processi di autodepurazione che avvengono naturalmente nelle zone umide naturali, favorendo un lungo tempo di contatto tra acqua, fondo e piante e creando le condizioni per la formazione di microhabitat idonei alla crescita della flora microbica adesa, responsabile di una buona parte della depurazione, tramite uno sviluppo adeguato della cannuccia di palude piantumata.

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AFFINAMENTO ACQUE ALIMENTAZIONE STAGNI

FUNZIONIFUNZIONI

Abbattimento nutrienti Fornire portate minime costanti

RIUSO IRRIGUO DELLE ACQUE

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L’ecosistema filtro - funzioniLe funzioni principali dell’ecosistema filtro sono quelle di:

•alimentare il Bellarosa Minore e il Perdalonga sostituendo le portate fognarie;

• garantire un’elevata stabilità della portata minima immessa durante tutto l’arco dell’anno per il mantenimento della vita acquatica;

•garantire la possibilità di avere concentrazioni medie e massime dei nutrienti (azoto e fosforo) tali da permettere una progressiva trasformazione verso condizioni di trofia ottimali al fine di supportare comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

Secondariamente l’ecosistema filtro potrebbe fornire acque compatibili con un riuso irriguo delle stesse ai sensi del D.M. 185 del 12 giugno 2003. e della Direttiva regionaleriutilizzo delle acque reflue depurate della Regione Sardegna

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L’ecosistema filtro - criticità

La fase di avvio dell’ecosistema filtro, non ancora collaudato, ha messo in luce una serie di criticità:

• debole abbattimento dei composti del P

•insufficiente conoscenza dei fenomeni di rilascio dal fondo di P e di ricircolo dei nutrienti

• mancanza di un modello predittivo relativo all’evoluzione degli stagni dulciacquicoli alimentati con le acque dell’ecosistema filtro

•Necessità di conciliare le esigenze di rendimento di un impianto con quelle di tutela e salvaguardia di un’area umida di primaria importanza per specie ornitiche protette che sono diventate l’obiettivo del progetto ZOUMgest - Zone Umide: sistemi gestionali per integrare le attività antropiche e la tutela della natura- finanziato nell'ambito del I bando per progetti semplici dal Programma Operativo marittimo Italia Francia 2007 - 2013

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Lo stagno del Bellarosa MinoreIl Bellarosa Minore costituiva il bacino di guardia delle Saline a protezione della vasca di prima evaporazione (Bellarosa Maggiore).

Si presenta come uno specchio d'acqua dolce lentico permanente, con una profondità variabile e in generale inferiore al metro e mezzo, spontaneamente naturalizzato.Al suo interno mantiene traccia di una originaria suddivisione in vasche delimitate da argini, attualmente sommersi o semisoffolti, che consentono una comunicazione idraulica tra le vasche appartenenti al medesimo sistema.Inizialmente lo stagno era formato da nove vasche soggette a inondazioni temporanee, diventate dodici con la realizzazione dell’argine mediano. A partire dall’inizio degli anni ’60 le aree prospicienti gli sbocchi dei rii iniziarono a interrarsi e a favorire lo sviluppo del canneto fino a chiudere gli specchi d’acqua più piccoli. Oggi il canneto, aumentato notevolmente, caratterizza tutto lo stagno creando l’ambiente per la sosta e la riproduzione di numerose specie avifaunistiche.

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Lo stagno del PerdalongaIl Perdalonga costituiva il bacino di guardia delle Saline a protezione delle vasche del retrolitorale.

Si presenta come uno specchio d'acqua dolce lentico permanente, con una profondità variabile e in generale inferiore al metro, spontaneamente naturalizzato.

La caratteristica saliente è quella di essere caratterizzato da un processo interno di autodepurazione delle acque che scorrendo dalla vasca 3 alla vasca 1 e passando attraverso zone intensamente vegetate a Phragmites e Thypha riducono progressivamente il carico di nutrienti. Se, infatti, in corrispondenza della vasca 3 nord e sud si riscontrano alti valori di azoto e fosforo totali, legati all’immissione di scarichi fognari abusivi, nella vasca 1 le acque presentano concentrazioni di nutrienti ridotte e condizioni di trasparenza tali da consentire lo sviluppo di idrofite sommerse.

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Gli stagni del Perdalonga e del Bellarosa Minore - criticità

Qualità delle acque

Le criticità degli stagni di acqua dolce sono una diretta conseguenza della loro genesi, legata agli incontrollati apporti fognari che nel tempo hanno permesso la formazione di specchi acquei permanenti colonizzati da un fitto canneto.

Se da un lato un certo apporto di nutrienti ha inizialmente permesso lo sviluppo rigoglioso di comunità idrofitiche ospitanti una ricca comunità zoobentonica e il crearsi di numerose nicchie ecologiche, rendendo l’ambiente ospitale per la sosta e la riproduzione di numerose specie di uccelli acquatici.

L’abbondanza di nutrienti, presenti in dosi eccessive, hanno portato nel tempo all’instaurarsi di condizioni di marcata eutrofia, caratterizzata da massicce fioriture algali, con accumulo di sostanza organica sul fondo in grado di portare il sistema al progressivo interrimento e al collasso.

•Eutrofizzazione

•Ricircolo dei nutrienti accumulati sul fondo

•Esigenza di un modello deterministico-previsionale

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LE INDAGINI AMBIENTALI IN CORSOLE INDAGINI AMBIENTALI IN CORSO

ACQUE SUPERFICIALI - livelliACQUE SUPERFICIALI - livelli

Il Parco esegue un monitoraggio delle diverse componenti ambientali finalizzato allo studio dell’evoluzione del sistema ambientale e alla gestione del comprensorio per mantenere l’equilibrio ecologico delle zone umide e la conservazione della biodiversità.A tale scopo vengono utilizzate le reti di monitoraggio fisse e organizzate campagne periodiche di raccolta dati e analisi chimiche, biologiche e microbiologiche.

Il monitoraggio dei livelli avviene tramite:

• 6 stazioni di livello collegate a pressurometri o a druck e localizzate in corrispondenza dei rii

afferenti agli stagni del Bellarosa Minore e del Perdalonga o ai canali di deflusso degli stessi– Livello idrometrico istantaneo

• 5 sensori di livello collegati alle stazioni di qualità e localizzati all’interno degli stagni di

acqua dolce e nell’ecosistema filtro– Livello idrometrico istantaneo

• 1 mulinello portatile che permette effetture la misura istantanea della velocità dell'acqua a

guado e da ponte in corrispondenza di sezioni di morfologia idraulica e pendenza dell'asta

fluviale nota, ubicate sugli affluenti e defluenti dagli stagni del Bellarosa Minore e Perdalonga

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Stazione di livello

Localizzazione delle stazioni di livello

ACQUE SUPERFICIALI - livelliACQUE SUPERFICIALI - livelli

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Rio Is Cungiaus Rio Is Cungiaus

Rio Selargius Terramaini

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Lo stagno del Bellarosa Minore – evento meteorico del 22/10/08

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Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

Lo stagno del Bellarosa Minore – evento meteorico del 22/10/08

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Il monitoraggio qualitativoqualitativo delle acque superficiali avviene per mezzo di:

• 5 stazioni di qualità collegate a sonde multiparametriche in continuo in corrispondenza degli stagni e dell’ecosistema

filtro– Temperatura– Conducibilità– pH– Potenziale redox– Ossigeno disciolto– Clorofilla “a”

• 1 sonda multiparametrica di qualità portatile– Temperatura– Conducibilità– pH– Potenziale redox– Ossigeno disciolto– Clorofilla “a”

• Campionamento puntuale cadenzato per la determinazione dei nutrienti in corrispondenza degli stagni e dell’ecosistema

filtro– Solidi sospesi– B.O.D.5– Composti dell’azoto (azoto ammoniacale, azoto nitrico, azoto nitroso, azoto Kjeldahl, azoto totale)– Composti del fosforo (fosforo ortofosfato, fosforo totale)– Analisi batteriologiche“a”

• Campionamento puntuale cadenzato per la determinazione della biocenosi– Plancton– Benthos

ACQUE SUPERFICIALI - qualitàACQUE SUPERFICIALI - qualità

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Stazione di qualità montata su zattera

Sonda multiparametrica

ACQUE SUPERFICIALI - qualitàACQUE SUPERFICIALI - qualità

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ACQUE SUPERFICIALI - qualitàACQUE SUPERFICIALI - qualità

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Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

La piana di Is ArenasLa fascia di Is Arenas è un antico cordone litorale costituito da ghiaie sabbiose medio grossolane e sabbie a stratificazione incrociata planare e basso angolo. I depositi, caratterizzati da un grado di cementazione variabile e ricchi di associazioni fossilifere, sono attualmente oggetto di due principali interpretazioni che li attribuiscono al Tirreniano piuttosto che al Versiliano.

Tali depositi ospitano, per porosità primaria, un acquifero costituito da sabbie e subordinatamente conglomerati costieri, con limi e argille palustri e alluvionali.

La falda freatica presente è localmente sostenuta da livelli argillosi più o meno continui che provocano, in corrispondenza di alcune cave per l’estrazione di inerti ormai abbandonate, la formazione di piccoli laghetti a scarsa profondità. A causa della localizzazione costiera dell’area metropolitana e dell’attività di emungimento che ha provocato il richiamo di acque a elevata salinità, la falda freatica presenta un importante contenuto salino, in parte da collegare anche con la genesi dei depositi costituenti l’acquifero.

Il territorio ha subito una pesante antropizzazione che ha influenzato i suoli con lavorazioni a varia profondità, spostamenti di terra, e un’estesa urbanizzazione di tipo nucleiforme.

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Il monitoraggio delle acque sotterranee avviene per mezzo di 16 piezometri che intercettano la falda freatica superficiale.

I parametri che vengono rilevati sono:

•Soggiacenza

•Temperatura

•Conducibilità /

Salinità

ACQUE SOTTERRANEEACQUE SOTTERRANEE

Rete piezometrica per il monitoraggio delle acque sotterranee

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F. 557 CAGLIARI della CARTA GEOLOGICA D’ITALIA

Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

La piana di Is Arenas: la falda freatica

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La salinità delle acque sotterranee in prossimità delle zone costiere costituisce un problema particolarmente diffuso, evidenziato dall’aumento del tenore dei sali in esse contenute.La causa principale è da ricondurre principalmente e nella maggior parte dei casi ad un elevato emungimento della falda dolce superficiale fino all’intercettamento di quella salmastra sottostante.Le altre cause sono il deficit idrologico e l’intercettazione dei deflussi da parte delle grandi opere di ritenuta.Le oscillazioni del livello piezometrico determinano l’intrusione di acqua salmastra e la progressiva salinizzazione della falda dolce superficiale.

La piana di Is Arenas, in passato intensamente coltivata, ha subito a partire dagli anni ’60 un progressivo abbandono con un aumento dell’aridità.Per ostacolare la progressiva desertificazione del comparto, il Parco ha avanzato la richiesta per il riutilizzo irriguo delle acque depurate del depuratore consortile ai sensi della normativa vigente (D.M. 185 del 12 giugno 2003) e la deroga per i parametri di conducibilità elettrica specifica e cloruri.

Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

La piana di Is Arenas: le criticità

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La Flora: secondo quanto descritto nei lavori sulla Flora del Parco (De Martis & Mulas 2008; De Martis, 2008), sono state rinvenute 512 entità di cui 364 di rango specifico, 146 subspecifico e 2 varietali, suddivise in 71 famiglie e 285 generi . 52

39

48

40

23

18 17

12

16 15

11 11

0

20

40

60

Poaceae

Asteraceae

Fabaceae

Apiaceae

Brassicaceae

Cariophyllaceae

TotaleAttuale

Le famiglie più rappresentative, sia per numero di generi che per numero di unità tassonomiche, sono le Poaceae, Asteraceae, Fabaceae, Brassicaceae e Apiaceae.

Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

Flora

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La Flora del Parco (De Martis & Mulas 2008; De Martis, 2008): 512 entità – circa 21% biodiversità vegetale della Sardegna

Area Parco 1470 ha circa

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Flora

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Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

Flora

Tra le principali specie endemiche presenti nell’area delle saline citiamo: Delphinium longipes Moris, Limonium dubium (Guss.) Litard.,Limonium glomeratum (Tausch) Erben,Limonium retirameum Greuter & Burdet subsp. caralitanum (Erben) Arrigoni,Nigella arvensis L. subsp. glaucescens (Guss.) Greuter & Burdet,Polygonum scoparium Req. ex Loisel.

Oltre agli endemismi, sono da segnalare alcune specie iscritte nelle “liste rosse” delle specie italiane che corrono pericoli di estinzione:Halopeplis amplexicaulis (Vahl) Ces., Pass. et Gibelli

Halocnemum strobilaceum (Pall.) M. Bieb. Cynomorium coccineum L. subsp. coccineum

Limonium avei (De Not.) Brullo & Erben

Parapholis marginata Runemark

Salicornia patula Duval-Jouve 

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Localizzazione delle principali specie di interesse nel territorio del Parco

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*Steppe salate mediterranee (Limonietalia)

Praterie Fruticeti alofili mediterranei e termo-atlanttici (Sarcocornetea fruticosi)[Presenza di elementi circoscritti - puntiformidell'Habitat 1430]

*Lagune costiere [Presenza di elementi circoscritti -puntiformi dell'Habitat 3150]

*Percorsi sub-steppici di graminacee e pianteannue dei Thero-Brachypodietea

Limite Parco LR 5 26-02-99 Art-2_1Limite SIC ITB 04002

Limite ZPS ITB04002

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Habitat relativi alle schede Natura 2000 Aree SIC e ZPS

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FAUNA

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Trithemis annulata

Sympetrum fonscolombei

Brachythemis leucosticta

Crocothemis erythraea

Anax parthenopeOrthetrum trinacria

Anax imperator

Ischnura genei

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INSETTI

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Colubro ferro di cavallo Hemorrhois hippocrepis All. II Convenzione di Berna All. IV Direttiva HabitatIUCN (CR)All. I L.R. n. 23/98 (Specie particolarmente

protetta)

Nelle rive dei laghetti e lungo il bordo degli stagni è possibile osservare le uniche due specie di anfibi presenti nell’ecosistema: la Raganella sarda Hyla sarda ed il Rospo smeraldino Bufo viridis.Sono presenti tra gli altri: Testuggine palustre europea Emys orbicularis e la Lucertola tirrenica Podarcis tiliguerta.

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ANFIBI E RETTILI

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Le vasche del retrolitorale – AvifaunaComunità ornitica delle Saline

Svernanti: 35 specie 5892 individui (59% del

totale)

Di cui: Fenicottero, Cavaliere d’Italia, Avocetta, Garzetta, Gabbiano roseo, Spatola, Gabbiano corso,

Beccapesci, Airone bianco maggiore, Martin pescatore in All.1 Direttiva “Uccelli”

Nidificanti: 21 specie Tra cui: Gabbiano roseo, Avocetta, Sterna comune, Sterna zampenere, Cavaliere d’Italia, Fraticello, Fratino, Pettegola, Corriere piccolo

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SPECIE NIDIFCANTI

Gelochelidon nilotica

Recurvirostra avosettaHimantopus himantopus

Porphyrio porphyrio

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Acqua (livelli idrici)

Persone (vaganti e non)

Animali (vaganti e non)

POSSIBILI FATTORI LIMITANTI

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FRUIZIONEE’ possibile svolgere delle visite guidate con il battello dell'Ente Parco, un modo diverso per conoscere il compendio naturalistico-industriale delle Saline di Molentargius

L'utilizzo della bicicletta è uno dei modi migliori per scoprire i percorsi del Parco di Molentargius, che si snodano all’interno di un territorio di rilevante interesse naturalistico, e conoscere l’ambiente e le sue caratteristiche senza arrecare danni alla flora, alla fauna e all’ambiente nelle sue diverse componenti. Al fine di facilitare l'uso della bicicletta, per chi è sprovvisto del mezzo proprio, presso l’Edificio Sali Scelti è attivo un servizio di noleggio biciclette

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Parco Naturale Regionale Molentargius - Saline

Produzione del saleL’estrazione del sale nelle saline di Cagliari ha origini molto antiche. Nel 1898 lo Stato decise di assumere la gestione diretta delle saline.. Negli anni '20 si formarono le prime cooperative di salinieri a Cagliari, Quartu, Quartucciu e Monserrato, che si consociarono per evitare la concorrenza nella assegnazione dei lotti di lavoro. Erano utilizzati anche i bambini, per lo più figli di salinieri, che portavano acqua da bere, perciò chiamati "acquaderisi" o toglievano il fango depositato insieme al sale nei cumuli, "politterisi".Dopo la seconda guerra mondiale il lavoro manuale fu sostituito dal trasporto su rotaia e la raccolta fu migliorata con l'impiego di pale meccaniche. Durante la storia delle saline sono stati eseguiti diversi lavori che hanno nel tempo modificato le forme delle vasche, dei canali e il modo stesso di produrre il sale.Il lavoro nella salina si suddivideva in più fasi :

•il prelievo e l’accumulo del sale nei bacini salanti;

•il trattamento del sale che consisteva nelle operazioni di lavaggio, purificazione, sofisticazione e controllo di qualità;

•il trasporto verso il Capannone Nervi che avveniva sino agli ’60 con barchette in ferro, dagli anni ’60 tramite trenini e dal 1975, quando il silos cadde in disuso, direttamente alle navi tramite camion;

•l’imbarco nelle navi.

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Produzione del sale del sale

Intorno agli anni ’20 e ’30 del XX secolo è stato costruito il "Villaggio del Sale o Città del Sale" e comprende un insieme di edifici tra cui le abitazioni dei dirigenti e degli impiegati delle saline, i locali dove avveniva la lavorazione del sale e gli spazi comunitari. La “Città del Sale” rappresentava a quei tempi un nuovo modello di complesso produttivo, costituito non solo da opere legate al ciclo industriale, ma dall’integrazione di luogo di lavoro e residenze e riprendeva il modello dei villaggi minerari e industriali edificati in altre zone della Sardegna in quegli anni.

Nel 1985 l’attività saliniera fu sospesa in seguito all’inquinamento delle acque della vasca di prima evaporazione.

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