Il Palpito dell’Esistenza

4
Pagina 33 Confluenze RIVISTA CULTURALE QUADRIMESTRALE 9hj[+H_jjkhW I l messaggio dell’arte di Assunta Mollo sublima la vita e arriva in modo distinto e chiaro. Non c’è bisogno di un’ermeneutica dell’esegesi. La vera arte è quella che ri- esce a trasmettere emozioni, emozioni che turbano, emo- zioni empatiche senza mediazione, letture complicate e, spesso, fuorvianti, conducendo per quei sentieri che por- tano l’uomo a indagare se stesso, il senso della vita, della malattia e dei rapporti umani. Lungo questo cammino è facile perdersi, così come è facile ritrovarsi, ed individuare dei compagni di viaggio a cui il “verbo” non serve, basta uno sguardo o un dipinto che tocca l’animo, senza biso- gno di “parole-rebus” che diventano pesanti, come maci- gni, ed incomprensibili, come punti di domanda senza ri- sposta. Assunta Mollo, che insegna matematica presso il loca- le Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “S. Qua- simodo”, è il Presidente dell’Associazione Parkinsoniani Italiani che ha sede legale, unica per la Calabria, a Cosen- za. Al suo attivo ha numerose mostre ed il suo contributo si è espresso con impegno ed originalità anche in convegni di carattere medico-scientifico, che, attraverso l’espressio- ne dei suoi qua- dri e della sua te- stimonianza og- gettiva, hanno re- so visibile l’im- portanza dell’arte nella cura e nel processo di inte- grazione e recu- pero dalla malat- tia. È stata pro- prio la Malattia di Parkinson che ci ha fatto incon- trare, in occasio- ne della presenta- zione del libro dell’attore argen- tino Javier Lom- bardo 1 – anch’e- gli affetto dal Morbo di Parkin- son – di cui mi sono occupata lo scorso anno. Dunque, per quanto il fardello della malattia possa pesare nella vita di Assunta, sicuramente ha portato a lei nuovi amici, nuo- ve prospettive, nuove acquisizioni… Ha portato, prima fra tutte, la pittura ed un universo che si è disvelato nella sua prepotente urgenza di prendere forma e colore: di esistere al di sopra di ogni dato esteriore. La Malattia di Parkinson ha condotto Assunta, ormai da più di dieci anni, verso la pittura, una pittura che è si è trasformata nel linguaggio elettivo in cui far convergere il suo nuovo mondo di emozioni, le sue nuove scoperte, le sue paure e la bellezza del suo animo. Grazie a questo nuo- vo “sentire” la sua arte espressiva ha trovato un canale per comunicare sensazioni, emozioni, pensieri che da tempo giacevano nella profondità del suo animo e non trovavano il sentiero della giusta condivisione. La pittura è diventata specchio, uno specchio che ri- flette la sua anima e fa luce sulle sue emozioni segrete. Uno specchio che ha infranto il muro dell’isolamento ed ha portato fuori l’universo inespresso del suo sentire e vivere tra la gente che non sa, non conosce e non comprende il mondo dietro cui la malattia l’aveva costretta e ci costrin- ge, anche da “sani”. La pittura è diventata tela, tela le cui trame incontrano i colori, si fondono e si sublimano in figure, prendendo forma e dimensione in un’apoteosi di vita, unendosi nel- l’incarnarsi sotto le dita ed i pennelli di un individuo che ora sa e ora vede… Vede la realtà senza i veli dell’ignoran- za di spirito, che ci rende gretti affabulatori di sterili fin- zioni. I miracoli avvengono ed è l’uomo che, spesso, è in gra- do di compierli. Assunta non si è fermata davanti al disa- gio della malattia, ripiegando su di sé e offendendo la sua natura d’individuo. Anzi, ha saputo cogliere il messaggio più alto che dava senso e rilievo a questa sua sofferenza ed alla vita stessa. I suoi occhi hanno visto un panorama nuo- vo ed inedito, mai colto prima, nella condizione di benes- sere fisico. “La paralisi agitante” – un bell’ossimoro – l’ha indotta a rallentare il passo e qui, per la prima volta nella sua vita, si è fermata a go- dere dell’orizzonte sconfi- nato che si apriva ai suoi sensi increduli, sbigotti- ti… come quelli puri di un bimbo, che per la pri- ma volta osserva la volta celeste e ne comprende il prodigio ed il mistero. E così, con la stessa enfasi che nel suo cuore trionfa, vuole condividere questa bellezza infinita con il re- sto del mondo che tace, invece, e si ritira spesso verso le maglie dell’in- comprensione; di quel di- stacco che ferisce, chiu- dendosi dietro il sipario DIVINA LAPPANO* Il Palpito dell’Esistenza Una lettura antropologico-esistenziale della pittura di Assunta Mollo Le amazzoni, tecnica mista su tela, cm 100x100 1 Javier Lombardo, POèMI, Comet Editor Press, Marzi (Cs), 2012. Sodales, tecnica mista su tela, cm 70x120

description

Una lettura antropologico-esistenziale della pittura di Assunta Mollo

Transcript of Il Palpito dell’Esistenza

Page 1: Il Palpito dell’Esistenza

PPaaggiinnaa 3333

Confluenze RIVISTA CULTURALE QUADRIMESTRALE 99hhjj[[++HH__jjjjkkhhWW

Il messaggio dell’arte di Assunta Mollo sublima la vita earriva in modo distinto e chiaro. Non c’è bisogno diun’ermeneutica dell’esegesi. La vera arte è quella che ri-

esce a trasmettere emozioni, emozioni che turbano, emo-zioni empatiche senza mediazione, letture complicate e,spesso, fuorvianti, conducendo per quei sentieri che por-tano l’uomo a indagare se stesso, il senso della vita, dellamalattia e dei rapporti umani. Lungo questo cammino èfacile perdersi, così come è facile ritrovarsi, ed individuaredei compagni di viaggio a cui il “verbo” non serve, bastauno sguardo o un dipinto che tocca l’animo, senza biso-gno di “parole-rebus” che diventano pesanti, come maci-gni, ed incomprensibili, come punti di domanda senza ri-sposta.

Assunta Mollo, che insegna matematica presso il loca-le Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri “S. Qua-simodo”, è il Presidente dell’Associazione ParkinsonianiItaliani che ha sede legale, unica per la Calabria, a Cosen-za. Al suo attivo ha numerose mostre ed il suo contributosi è espresso con impegno ed originalità anche in convegnidi carattere medico-scientifico, che, attraverso l’espressio-

ne dei suoi qua-dri e della sua te-stimonianza og-gettiva, hanno re-so visibile l’im-portanza dell’artenella cura e nelprocesso di inte-grazione e recu-pero dalla malat-tia.

È stata pro-prio la Malattiadi Parkinson checi ha fatto incon-trare, in occasio-ne della presenta-zione del librodell’attore argen-tino Javier Lom-bardo1 – anch’e-gli affetto dalMorbo di Parkin-

son – di cui mi sono occupata lo scorso anno. Dunque,per quanto il fardello della malattia possa pesare nella vitadi Assunta, sicuramente ha portato a lei nuovi amici, nuo-ve prospettive, nuove acquisizioni… Ha portato, prima fratutte, la pittura ed un universo che si è disvelato nella suaprepotente urgenza di prendere forma e colore: di esistereal di sopra di ogni dato esteriore.

La Malattia di Parkinson ha condotto Assunta, ormai

da più di dieci anni, verso la pittura, una pittura che è si ètrasformata nel linguaggio elettivo in cui far convergere ilsuo nuovo mondo di emozioni, le sue nuove scoperte, lesue paure e la bellezza del suo animo. Grazie a questo nuo-vo “sentire” la sua arte espressiva ha trovato un canale percomunicare sensazioni, emozioni, pensieri che da tempogiacevano nella profondità del suo animo e non trovavanoil sentiero della giusta condivisione.

La pittura è diventata specchio, uno specchio che ri-flette la sua anima e fa luce sulle sue emozioni segrete. Unospecchio che ha infranto il muro dell’isolamento ed haportato fuori l’universo inespresso del suo sentire e viveretra la gente che non sa, non conosce e non comprende ilmondo dietro cui la malattia l’aveva costretta e ci costrin-ge, anche da “sani”.

La pittura è diventata tela, tela le cui trame incontranoi colori, si fondono e si sublimano in figure, prendendoforma e dimensione in un’apoteosi di vita, unendosi nel-l’incarnarsi sotto le dita ed i pennelli di un individuo cheora sa e ora vede… Vede la realtà senza i veli dell’ignoran-za di spirito, che ci rende gretti affabulatori di sterili fin-zioni.

I miracoli avvengono ed è l’uomo che, spesso, è in gra-do di compierli. Assunta non si è fermata davanti al disa-gio della malattia, ripiegando su di sé e offendendo la suanatura d’individuo. Anzi, ha saputo cogliere il messaggiopiù alto che dava senso e rilievo a questa sua sofferenza edalla vita stessa. I suoi occhi hanno visto un panorama nuo-vo ed inedito, mai colto prima, nella condizione di benes-sere fisico.

“La paralisi agitante” – un bell’ossimoro – l’ha indottaa rallentare il passo e qui,per la prima volta nellasua vita, si è fermata a go-dere dell’orizzonte sconfi-nato che si apriva ai suoisensi increduli, sbigotti-ti… come quelli puri diun bimbo, che per la pri-ma volta osserva la voltaceleste e ne comprende ilprodigio ed il mistero. Ecosì, con la stessa enfasiche nel suo cuore trionfa,vuole condividere questabellezza infinita con il re-sto del mondo che tace,invece, e si ritira spessoverso le maglie dell’in-comprensione; di quel di-stacco che ferisce, chiu-dendosi dietro il sipario

DIVINA LAPPANO*Il Palpito dell’Esistenza

Una lettura antropologico-esistenziale della pittura di Assunta Mollo

Le amazzoni,tecnica mista su tela, cm 100x100

1 Javier Lombardo, POèMI, Comet Editor Press, Marzi (Cs), 2012.Sodales,

tecnica mista su tela, cm 70x120

Page 2: Il Palpito dell’Esistenza

PPaaggiinnaa 3344

Confluenze RIVISTA CULTURALE QUADRIMESTRALE99hhjj[[++HH__jjjjkkhhWW

lugubre dellacommiserazione,priva di ogni tipodi comunicazioneefficace e reale,privo del signifi-cato dell’essere edell’esistere.

Come nonpensare a Leopar-di?Sempre caro mi fuquest’ermo colle,e questa siepe, cheda tanta partedell’ultimo oriz-zonte il guardoesclude.Ma sedendo e mi-

rando, interminatispazi di là da quella, e sovrumanisilenzi, e profondissima quieteio nel pensier mi fingo, ove per pocoil cor non si spaura. E come il ventoodo stormir tra queste piante, io quelloinfinito silenzio a questa vocevo comparando: e mi sovvien l’eterno,e le morte stagioni, e la presentee viva, e il suon di lei. Così tra questa iimmensità s’annega il pensier mio:e il naufragar m’è dolce in questo mare2.

Come non rievocare Quasimodo?Ognuno sta solo sul cuor della terratrafitto da un raggio di sole: ed è subito sera3.

E come non sentire il fremito di Dante? Nel mezzo del cammin di nostra vitami ritrovai per una selva oscuraché la diritta via era smarrita.Ahi quanto a dir qual era è cosa duraesta selva selvaggia e aspra e forteche nel pensier rinova la paura!4

E ancora:tanto ch’i’ vidi de le cose belleche porta ‘l ciel, per un pertugio tondo.E quindi uscimmo a riveder le stelle5.

Zarathustra aggiunge: bisogna avere ancora un caos den-tro di sé per partorire una stella danzante6.

Ma in una notte fredda e senza stelle, in cui il silenziotrionfa ed incute timore, mentre lo spirito annichilisce inun piccolo essere che si sente impotente e indifeso, tornia-mo indietro nel tempo… Trentaduemila anni fa. Una not-te buia, una grotta in cui ripararsi ed il bisogno indifferi-bile di portare fuori di sé l’urlo dello spirito. Le Grotte diChauvet, la più antica testimonianza che l’uomo abbia la-sciato della voluttà di celebrare le proprie emozioni, sensa-zioni incontenibili che non potevano trovare espressionein nessun’altra forma di linguaggio. I pittogrammi chel’uomo del paleolitico superiore ha impresso sulle pareti diuna caverna nella Francia sud-orientale, quale messaggionella bottiglia per salvarsi dal naufragio della sua anima, eche miracolosamente sono giunte fino a noi, ci conferma-no l’archetipo della pittura, che è la prima forma di scrit-tura mai esistita. Una testimonianza che ci accompagnaverso i percorsi perscrutabili delle emozioni umane e, nel-lo specifico, verso il bisogno di comunicare e condividereil mondo interiore di immagini e suggestive rivelazioni chepopolano, dal paleolitico fino a noi, l’universo di AssuntaMollo.

Ebbene, in questa lunga e oscura notte dell’anima7, co-me il mistico Juan de la Cruz la definirebbe, nella notteoscura che narra il viaggio dell’anima verso il divino, nel-la notte, che diviene appuntamento ineludibile con quellavoce interiore, che trasfigura le avversità e gli ostacoli neimostri sovrumani del mondo sensibile, Assunta è lì con isuoi limiti, le sue paure, il suo mondo… E, come l’uomodi trentaduemila anni fa, suo parente prossimo, nel silen-zio combatte la sua battaglia di conoscenza, di sopravvi-venza e raccoglie la grande Chance di Giovanni della Cro-ce8, per fare di quel momento, unico ed esclusivo, creazio-ne artistica. Creazione che, attraverso la pittura, raggiungel’essenza di sé, si ricongiunge alla sfera interiore per tra-scendere e toccare il sacro, il divino, e, come ispirato daNietzsche, partorisce una stella danzante.

Proprio attraverso i pennelli, che a volte sono le suestesse mani, impotenti al fremito che la pervade e la scuo-te, l’artista ritrova se stessa e colloca nello spazio della telail suo tempo e traduce in colori quelle parole, che non tro-vano forma nella linguadi tutti i giorni. Il Chaos,di cui ci parla Esiodonella Teogonia9, diventaCosmos, che in greco si-gnifica appunto “ordi-ne”. La pittrice, come ildemiurgo platonico10,vivifica la materia e larende anima del cosmo.L’universo, che la pitturaè diventata, ordina l’esi-

2 Giacomo Leopardi, L’infinito, (1819).3 Salvatore Quasimodo, Ed è subito sera, (1930).4 Dante Alighieri, Inferno, Canto I, vv. 1-6, (1304-1321).5 Dante Alighieri, Inferno, Canto XXXIV, vv. 137-140. 6 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Così parlò Zarathustra. Un libro per tutti e per nessuno, (1883-

85).7 Juan de la Cruz, La notte oscura dell’anima, (1584).8 Ibidem.9 Esiodo, Teogonia, (700 a.C.).10 Platone, Timeo, (360 a.C.).

Donne,tecnica mista su legno, cm 90x80

Amicizia,acrilico su cartoncino, cm 70x100

Page 3: Il Palpito dell’Esistenza

Confluenze RIVISTA CULTURALE QUADRIMESTRALE 99hhjj[[++HH__jjjjkkhhWW

PPaaggiinnaa 3355

stenza e rappresenta ilsuo diario visivo, undiario di viaggio in cuinon esistono limiti, chesiano del pensiero o delcorpo, e comunica tan-to e meglio di quantomolti di noi, al sicurooltre la frontiera dellamalattia, sono in gradodi fare, perché Assunta,sebbene costretta neiconfini fisici del males-sere, NON È la sua ma-lattia. Assunta NON Èil Parkinson. Assunta ÈAssunta, straordinaria-mente e potentementese stessa.

La sua nuova consa-pevolezza risolve il pro-blema ontologico su cuil’uomo indaga dagli al-bori della storia e si ele-

va al di sopra delle comuni categorie concettuali poiché,come afferma Schopenhauer, mentre per l’uomo comune ilproprio patrimonio conoscitivo è la lanterna che illumina lastrada, per l’uomo geniale è il sole che rivela il mondo11. Co-sì avviene il miracolo: attraverso pennelli, colori e formeAssunta ritrova se stessa e la luce dell’universo, che non èpiù oscura tenebra, si divincola dalle pesanti catene cheimprigionano l’individuo, così come Platone ben descrivenel Mito della caverna12, liberando se stessa ed il suo mon-do da una schiavitù di pensiero e di azione. Qui il piaceredella pittura diventa gioia e catarsi: libertà… Assunta è fi-nalmente “libera” e “governa” se stessa ed il mondo circo-stante.

L’arte pittorica è diventata arte maieutica e Assunta dàalla luce se stessa, secondo l’insegnamento socratico. In talmodo l’emotività prende forma e si concretizza, conqui-stando la tela in un susseguirsi di cromie dai toni caleido-scopici, corporei e materiali quanto eterei e delicati. L’im-patto esteriore è spesso forte, la comunicazione diretta edimmediata. I tratti del suo pennello consacrano la visionedi un mondo interiore che brama, esulta, urla… “Palpita”.Vive prepotente il bisogno di esistere e affermare la pro-pria identità di individuo.

Gli occhi si riempiono di immagini, le immagini evo-cano sensazioni ed in esse pullulano i sentimenti, i ricordi,le suggestioni. La musica corale del suo animo sensibile as-sume dimensione e colore nell’inesauribile ispirazione delsuo ingegno di artista, che, al pari di un direttore d’orche-stra, armonizza e concilia la pittura per farne sinfonia visi-bile e condivisa su tela vergine. Qui si comprende bene co-

me il cuore esulti e come Beethoven, ormai sordo, potécomporre l’Inno alla Gioia13 e sconfinare nel tripudio diun sentire che oltrepassa orizzonti umani.

Come soggetto dei suoi quadri l’artista predilige l’uni-verso femminile, soprattutto quello delle donne che sof-frono, mettendo in evidenza la loro femminilità, una fem-minilità a volte ostentata, a volte mortificata ed in certi ca-si idealizzata. Un microcosmo di emozioni che animano lascena sociale del mondo contemporaneo, con le sue brut-ture, le sue effimere certezze, la confusione di valori, maanche la determinazione ad essere donna, sempre e co-munque, con la sua sensualità, a volte persino grottesca. Ilfemmineo che si modula nella fragilità di uno sguardo as-sente, nell’intensità di una sofferenza mal camuffata, diuna bocca che urla muta, nella forza dell’unione che lacomplicità e la solidarietà fra donne rende simili a guerrie-re: moderne amazzoni della storia.

La tecnica usata per la realizzazione dei quadri è quellamista, che vede accanto all’uso dei colori acrilici quello dimateriali plastici come lo stucco, la carta, la stoffa.

Oltre a lavori su tela, su legno e su carta, la pittrice harealizzato anche dipinti digitali. A questa forma espressivaricorre quando è impossibilitata fisicamente ad usare ilpennello.

Insomma, un universo da esplorare, attraverso il qualeesplorarsi, conoscersi e oltrepassare il limite – sia esso lamalattia, il ruolo familiare, la condizione sociale – per as-surgere alle vette più elevate dell’esperienza umana, in cuitutto diventa possibile, in cui tutto è magicamente reale econcreto, in cui la vita si trasforma in meraviglioso miste-ro: il mondo come volontà e rappresentazione14, così caro aSchopenhauer, per concludere con lui che l’unica originedell’arte è la conoscenza delle idee e il suo unico fine è la co-munione di tale conoscenza15.

Lì, sulla cima più alta della propria consapevolezza, sitocca il divino che è in ciascuno di noi e l’esistenza diven-ta sacra e inviolabile. Lì, in quel preciso punto, il pennelloinizia a Creare, lì l’astratto prende forma e colore, lì iniziala creazione della veraopera d’arte: la Creazio-ne dell’Io. Lì inizia il“governo” di sé e delmondo. Lì, per dirla conNietzsche16, “Assuntadiviene ciò che è”! Lasua arte è essenza erme-neutica, attività metafi-sica, arte maieutica checrea, produce e supera ilsensibile: volontà di po-tenza17 che dà rilievo al-l’autoaffermazione e al-

Dis-cinesie,acrilico su cartoncino, cm 70x100

11 Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, (1819).12 Platone, La Repubblica, libro VII, 514b-520°, (390-360 a.C.).13 Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 9 in Re minore Op. 125, (1824).14 Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, (1819).15 Ibidem.16 Sul concetto di “divenire ciò che si è” cfr. Friedrich Wilhelm Nietzsche, La gaia scienza,

(1882).17 Friedrich Wilhelm Nietzsche, La volontà di potenza, (postuma, 1893).

Canta che ti passa,acrilico su cartoncino, cm 70x100

Page 4: Il Palpito dell’Esistenza

99hhjj[[++HH__jjjjkkhhWW

PPaaggiinnaa 3366

Confluenze RIVISTA CULTURALE QUADRIMESTRALE

l’autopotenziamento del-l’essere, in continua ascesiverso il superamento dellefrontiere e la forza espan-siva della vita.

La malattia, allora,può, secondo il principiodi Aristotele di causa-ef-fetto18, trasformarsi in ri-sorsa. Un’elaborazioneconcettuale di singolareimpatto etico e sociale,che porta alla rivalutazio-ne ed al recupero di valo-ri, il cui significato è benoltre un limite fisico.Concetto apparentemen-te semplice, ma di diffici-le comprensione, sia perchi vive la sofferenza inprima persona, sia percoloro che sono intornoed affrontano l’impoten-za e l’incapacità di rela-

zionarsi ad una persona nuova e sconosciuta, così come in-cisivamente sottolineano i versi di Javier Lombardo:

È come il bianco e il nerol’acqua e l’olionon ci mescoliamonon ci uniamonon ci capiamocosì ci sono loro sanie noi malatiun muro ci separaquello del doloreche ci nascondeci riempie di colpae di vergognaloro si affacciano discretici guardano con diffidenzacon compassione, con ribrezzoci lasciano un buongiornoe ci augurano di guariresi fermano appenaci sorridono, ci coccolanoci sopportano, ci curano con le medicinema ci vogliono lontanosiamo come la pestenoi li guardiamo con invidiacome fossero bambini all’asilo infantileperché continuano a giocare?non si sono accorti per casoche la vita è oscura

che in qualunque angoloti aspetta l’asciaper caderti addosso imperturbabileper tagliarti in dueper lasciarti cieco19.

È evidente che la collettività ha molto da imparare dacoloro che sono a contatto con il travaglio della malattia,con la morte e con la vita, nel senso pieno del termine. Giàduemilacinquecento anni fa Eschilo scriveva che la saggez-za si conquista attraverso la sofferenza20. Bisognerebbe,dunque, riportare un certo ordine nella visione, nota a po-chi, del grande privilegio di potersi abbeverare alla fonte dicoloro che sono andati al di là della mediocre percezionedel vivere un’esistenza “piccola” e “banale” e far sì che ilChaos diventi Cosmos.

Proprio perché, come asserisce Schopenhauer, solo laluce che uno accende a se stesso, risplende in seguito anche pergli altri21 è opportuno, attraverso il linguaggio di AssuntaMollo, i suoi quadri, i suoi volti, le espressioni ed i suoi co-lori, riuscire a trasferire l’idea che l’individuo nello stato dimalattia, avendo superato la soglia della comune dimen-sione quotidiana, sia portatore di un messaggio etico digrande spiritualità e comprensione dell’essenza delle cose edel mondo, da cui tutti potremmo apprendere per miglio-rare noi stessi e la società in cui viviamo.

L’arte, come traspare mirabilmente attraverso le ope-re di Assunta Mollo, è un grande veicolo di comunicazio-ne matetica, che elargisce una preziosa lezione di vita, di-gnità, eccellenza sul piano etico ed estetico. Pertanto, allaluce di una lettura antropologico-esistenziale sarebbe lu-singhiero, auspicare che, come suggerito da Nietzsche22,qualcosa possa nascere dal suo contrario e, quindi, la ve-rità dall’errore e la salute dalla malattia.

Se una vita felice è impossibile e il massimo che l’uomopuò raggiungere è la vita eroica23, come esorta Schopen-hauer… Se l’arte, come sostiene Gogol24, può elevarsi alconcetto di divino, che è bellezza suprema... E se, come af-ferma Dostoevskij, la Bellezza salverà il mondo25: AssuntaMollo è “Eroica”, è “Bella” ed è “Salva”.

* Presidente Associazione ÁntropôsServizi per la Cultura e i Beni Culturali - Cosenzae.mail: [email protected]

Maternità,acrilico su cartoncino, cm 70x100

18 Aristotele, La metafisica, (IV sec. a.C.).19 Javier Lombardo, op. cit., p. 21.20 Eschilo, Agamennone, vv. 176 ss. (458 a.C.).21 Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, (1851).22 Friedrich Wilhelm Nietzsche, Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi (1878-79).23 Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena, (1851).24 Nikolaj Vasil’evic Gogol’, Il ritratto, (1833-42).25 Fëdor Michajlovic Dostoevskij, L’idiota, (1869).

Stand-by,tecnica mista su legno, cm 70x100