Il Paese tra pensieri e azioni

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CASTELSARACENO TRA ANTICHI RITI E TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA D opo un lungo e tedioso peri- odo, che a volte ha rasenta- to il letargo, c‟è stato un vivace risveglio, che ha permesso alla comunità di uscire dal proprio guscio e di partecipare alle varie manifestazioni religiose, scolasti- che e folkloristiche, che si sono avvicendate nei mesi di maggio e di giugno in un crescendo di e- mozioni e di euforie. Solo le ele- zioni amministrative ed europee sono state vissute sottotono, anche se c‟erano due candidati locali alla Pro- vincia. Gli appuntamenti della Par- rocchia sono stati vari: dalle celebra- zioni solenni della prima Confessio- ne, della Santa Cresima e della prima Comunione al pellegrinaggio al Sa- cro Monte del Gelbison, al Giubileo sacerdotale di don Mario Nuzzi ed alle festività della Madonna del Car- melo e dell‟Assunta a Frusci. L‟Istituto Comprensivo è stato occu- pato nella preparazione della XIII Edizione delle Saraceniadi e nei saggi di fine anno. La Pro Loco è stata impegnata ad organizzare ed a pubblicizzare al massimo le varie fasi del rito della „Ndenna. Il giorno della festa del Santo Patrono, Sant‟Antonio era davvero confuso tra il motoraduno della mattina e il foto raduno pale- strato del pomeriggio. Numerosi, infatti, erano i fotografi giunti dalla vicina Puglia, dalla Cam- pania e dalla Basilicata con vistose attrezzature per catturare i momenti dell‟innalzamento della „Ndenna tra gli issa e gli applausi. La piazzetta di Sant‟Antonio si era trasformata all‟improvviso in un set cinematogra- fico: tutti con videocamere, fotocame- re, telefonini e altre diavolerie tecno- logiche. L‟antica tradizione, che ha subito alcuni cambiamenti con l‟introduzione del sistema di sicurez- za ed il divieto degli spari, è stata assediata dalla società liquida, dove tutto scorre. Corre d‟obbligo una domanda: dentro di noi riusciamo a conservare questi momenti attraver- so l‟occhio interiore, riusciamo a sa- perli raccontare, oppure li affidiamo al semplice scatto digitale che può essere tranquillamente resettato? Molteplici sono stati gli apprezza- menti alla Pro Loco per il pregevole lavoro svolto, ma non sono mancate neppure le critiche per lo spostamen- to del palco in piazza e dell‟illuminazione in via Alcide De Gasperi. E‟ facile, comunque, per chi sta alla finestra ad osservare, puntare il dito contro gli organizzatori quan- do qualcosa non va. Il problema della comunità di Castel- saraceno è proprio questo: si prova gusto a demolire e non ad apprezza- re. A volte ci si lascia dominare dai rancori, causati soprattutto dalla po- litica, e non si opera all‟unisono, per (Continua a pagina 2) Quando doni dimentica, quando ricevi ricorda. Boileau ATTIVITÀ PRODUTTIVE INTERVISTA AD ANGELO CONTINANZA BAR BLOB D. Signor Angelo, lei esercita l‟attività di barista da diversi anni; cosa ci può dire in ordine all‟esercizio che gestisce con compe- tenza e continuità? R. Ho iniziato l‟attività nel lontano 1992, dopo aver lavorato come di- pendente in vari locali del Nord e del Sud Italia. Ricordo: Rimini, Cat- tolica, Portofino, Prato Nevoso, Pia- neta Maratea, Hotel Villa del Mare ed altre località turistiche. Essendo legato al mio paese ed avendo avuto l‟opportunità di rilevare un locale già esistente e ceduto della proprie- (Continua a pagina 2) Sommario Analisi del voto provinciale, pagg. 3/4/5 Fantasia Sorriso e Creatività, pag. 6 A ‘Ndenna i Sant’Antonio, pagg. 7/8 Poesie postume di A. D’Alessio, pag. 9 Protezione Civile, pag. 10 Grazie: ..., pag. 11 Saraceniadi, pag. 14 La scuola allo scoperto, pag. 15

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CASTELSARACENO TRA ANTICHI RITI

E TECNOLOGIE D’AVANGUARDIA

D opo un lungo e tedioso peri-odo, che a volte ha rasenta-

to il letargo, c‟è stato un vivace risveglio, che ha permesso alla comunità di uscire dal proprio guscio e di partecipare alle varie manifestazioni religiose, scolasti-che e folkloristiche, che si sono avvicendate nei mesi di maggio e di giugno in un crescendo di e-mozioni e di euforie. Solo le ele-zioni amministrative ed europee sono state vissute sottotono, anche se c‟erano due candidati locali alla Pro-vincia. Gli appuntamenti della Par-rocchia sono stati vari: dalle celebra-zioni solenni della prima Confessio-ne, della Santa Cresima e della prima Comunione al pellegrinaggio al Sa-cro Monte del Gelbison, al Giubileo sacerdotale di don Mario Nuzzi ed alle festività della Madonna del Car-melo e dell‟Assunta a Frusci. L‟Istituto Comprensivo è stato occu-pato nella preparazione della XIII Edizione delle Saraceniadi e nei saggi di fine anno. La Pro Loco è stata impegnata ad organizzare ed a pubblicizzare al massimo le varie fasi del rito della „Ndenna. Il giorno della festa del Santo Patrono, Sant‟Antonio era davvero confuso tra il motoraduno della mattina e il foto raduno pale-strato del pomeriggio. Numerosi, infatti, erano i fotografi giunti dalla vicina Puglia, dalla Cam-pania e dalla Basilicata con vistose attrezzature per catturare i momenti dell‟innalzamento della „Ndenna tra gli issa e gli applausi. La piazzetta di Sant‟Antonio si era trasformata all‟improvviso in un set cinematogra-

fico: tutti con videocamere, fotocame-re, telefonini e altre diavolerie tecno-logiche. L‟antica tradizione, che ha subito alcuni cambiamenti con l‟introduzione del sistema di sicurez-za ed il divieto degli spari, è stata assediata dalla società liquida, dove tutto scorre. Corre d‟obbligo una domanda: dentro di noi riusciamo a conservare questi momenti attraver-so l‟occhio interiore, riusciamo a sa-perli raccontare, oppure li affidiamo al semplice scatto digitale che può essere tranquillamente resettato? Molteplici sono stati gli apprezza-menti alla Pro Loco per il pregevole lavoro svolto, ma non sono mancate neppure le critiche per lo spostamen-to de l p alco i n p iazz a e dell‟illuminazione in via Alcide De Gasperi. E‟ facile, comunque, per chi sta alla finestra ad osservare, puntare il dito contro gli organizzatori quan-do qualcosa non va. Il problema della comunità di Castel-saraceno è proprio questo: si prova gusto a demolire e non ad apprezza-re. A volte ci si lascia dominare dai rancori, causati soprattutto dalla po-litica, e non si opera all‟unisono, per

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Quando doni dimentica, quando ricevi ricorda.

Boileau

ATTIVITÀ PRODUTTIVE

INTERVISTA AD

ANGELO CONTINANZA

BAR BLOB

D. Signor Angelo, lei esercita l‟attività di barista da diversi anni; cosa ci può dire in ordine all‟esercizio che gestisce con compe-tenza e continuità? R. Ho iniziato l‟attività nel lontano 1992, dopo aver lavorato come di-pendente in vari locali del Nord e del Sud Italia. Ricordo: Rimini, Cat-tolica, Portofino, Prato Nevoso, Pia-neta Maratea, Hotel Villa del Mare ed altre località turistiche. Essendo legato al mio paese ed avendo avuto l‟opportunità di rilevare un locale già esistente e ceduto della proprie-

(Continua a pagina 2)

Sommario

Analisi del voto provinciale,

pagg. 3/4/5

Fantasia Sorriso e Creatività,

pag. 6

A ‘Ndenna i Sant’Antonio,

pagg. 7/8

Poesie postume di A.

D’Alessio, pag. 9

Protezione Civile, pag. 10

Grazie: ..., pag. 11

Saraceniadi, pag. 14

La scuola allo scoperto,

pag. 15

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 2

il bene del paese. Ogni Istitu-zione, ogni Associazione agisce per conto proprio, non intera-gisce con l‟altra, anzi fa di tut-to per disertare gli inviti e per favorire “i forestieri”, come amava chiamarli il poeta luca-no Vito Riviello, scomparso da poco. Agendo in questo modo, non facciamo altro che accelerare la nostra autodistruzione. Invece, se ci sostenessimo a vicenda, riusciremmo, in un certo qual modo, a portare avanti le ini-ziative programmate con mag-giore entusiasmo, senza la-sciarci prendere dallo scorag-giamento, riusciremmo a pre-parare un futuro migliore ai nostri giovani, 14 dei quali hanno terminato da pochi gior-ni gli esami di stato con esiti positivi. Contrariamente ai disastrosi risultati nazionali, i nostri studenti non hanno avu-to grossi scossoni: pochi sono stati i non ammessi alla classe successiva, pochi i promossi con pieni voti, molti gli am-messi con debiti. Ci sarebbe da fare un discorso lungo e com-plesso sulla Scuola, sulla valu-tazione più seria e selettiva, ma lo rimandiamo a settembre. Ora è tempo di vacanze, di di-stensione, di escursioni, di viaggi, purtroppo rischiosi, lungo il fondovalle, tappezzato da toppe e buche, sorvegliato da recenti cumuli di sabbia, che attende pazientemente di esse-re adoperata. La Redazione augura Buone Vacanze a tutti, giovani ed a-dulti, da trascorrere in armoni-a, senza dimenticarci, però, della solitudine forzata e sof-ferta dei nostri numerosi an-ziani, nonostante il proliferare di associazioni e circoli nel no-stro territorio.

La Redazione

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tà, mi sono imbarcato a tempo pieno nella gestione del locale sito in zona centralissima ed in una struttura idonea allo scopo. D. Avendo ormai consolidato la cliente-la, cosa può dire circa i movimenti pe-riodici e che tipo di consistenza le ga-rantisce l‟attività? R. La clientela abituale è costituita mas-simamente dai giovani del posto; vi è, poi, una certa presenza eterogenea nelle occasioni festive ed in particolare nel mese di agosto. In ogni caso, posso co-munque contare su un movimento con-tinuo caratterizzato da studenti e da giovani praticanti attività sportive, stan-te anche la mia appartenenza a club sportivo di ampissima diffusione. Prati-camente, faccio il tifo per la Iuventus, spesso entriamo in discussioni animate con i tifosi interisti e milanisti, natural-mente nel rispetto reciproco e nei limiti della decenza e del sano confronto. D. Senza voler entrare nei dettagli circa i ricavi per la continuità dell‟attività e della sopravvivenza, ci può dire come riesce a mandare avanti la famiglia e quali prospettive lei ha per il futuro? R. Gli introiti consentono di vivere di-gnitosamente nel nostro ambiente dove i costi sono piuttosto contenuti, ma non mancano le difficoltà soprattutto nel periodo invernale. Rispetto agli inizi dell‟attività, quando ero entusiasta ed ero incline ad investire non solo il mio tempo ma in entusiasmi e speranze, ora sono un po‟ spaventato circa il prosie-guo dell‟impegno a causa del calo demo-grafico e della crisi economica, che inve-ste tutta l‟Italia ed, in particolare, l‟entroterra lucano per mancanza di pro-gettualità e di serio impegno della classe politica dirigente. D. A Castelsaraceno esistono parecchi locali concorrenti; lei pensa che siano troppi oppure sono adeguati al numero dei residenti? R. Credo che i locali presenti sul territo-rio siano troppi; oltre ai bar, esistono

circoli così detti culturali che fanno somministrazione di alimenti e bevande a costi concorrenziali, per il privilegio di non avere spese e oneri fiscali. Esistono poi trattorie e ristoranti che nel loro interno agiscono da bar e, quindi, le pre-senze di punti di ristoro sono molteplici e forse anche in eccesso. D. Ha qualche suggerimento per garan-tire una migliore efficienza del servizio oppure le sta bene così come è organiz-zato? R. Nell‟arco di circa un ventennio in cui sono sulla breccia, si sono succedute diverse amministrazioni; personalmente avrei sperato che almeno un assessore al commercio ci avesse convocato per sta-bilire delle linee di comportamento del comparto commerciale per il periodo estivo, prefestivo, festivo, invernale e per assumere iniziative atte ad elaborare programmi di intervento concordati dalle sintesi emerse da fruttuosi con-fronti degli addetti. Niente di tutto que-sto. Ci sentiamo abbandonati a noi stessi e ci sentiamo isolati ed incompresi. Il confronto e non lo scontro serve a cre-scere e ad assumere in concerto progetti di sviluppo non sono ai fini prettamente economici, ma anche sul piano dell‟immagine e della qualità delle pre-stazioni a servizio sempre della comuni-tà nella quale operiamo e della quale testardamente vado fiero. La Redazione la ringrazia per la conces-sione dell‟intervista e le augura di pro-cedere ad maiora, sempre nell‟interesse suo personale e di quanti beneficiano dei suoi servizi.

Prof. Vincenzo Cicchelli

(Continua da pagina 1)

DIRETTORE RESPONSABILE: SALVATORE LOVOI LA REDAZIONE: V. CICCHELLI, T. ARMENTI, C. DE MARE, M. TEMPONE, C. LARDO, R. GIOVINAZZO, G. LARDO

DISTRIBUZIONE A CURA DI G. CANDIA

GLI ARTICOLI RISPECCHIANO LE IDEE DEGLI AUTORI CHE NE ASSUMONO LA RESPONSABILITÀ

INTERVISTA AD ANGELO CONTINANZA

BAR BLOB

Politica Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 3

UN’ANALISI SUL VOTO DI GIUGNO

TRA QUESTIONI ETICHE E MORALI

D ovendo effettuare una analisi sul voto ultimo di giugno, ritengo necessario partire dal dato della

chiusura di un ciclo, per il centro sinistra in Basilicata; cioè, la fine di una lunga stagione che ha espresso fasi di brillantezza politica ma anche tratti di criticità connessi soprattutto al mancato avvio dello sviluppo delle aree interne, malgrado l‟ausilio di strumenti, anche straordi-nari, come il Programma Operativo Val d‟Agri o il Pro-gramma per il Senisese, per citarne alcuni. Questo è, a mio giudizio, l‟elemento saliente derivante dal voto e (in parte) confermato dalla sensibile riduzione del vantaggio elettorale, rispetto alle scorse provinciali, oltre che dal ballottaggio cui è stata chiamata la città capoluogo (anche grazie al mancato apparentamento di IdV al pri-mo turno). Affermare la chiusura di un ciclo politico non significa, tuttavia, decretare l‟esaurimento di una funzio-ne per il centro sinistra stesso: semmai l‟avvio di una fase nuova, si spera. E ciò, per almeno due ordini di ra-gione: 1. il centro destra lucano, per come oggi si pre-senta, appare privo di un gruppo dirigente propriamente detto e, soprattutto, privo di un vero progetto politico; 2. il centro sinistra possiede ancora, in Basilicata, risorse umane e politiche in grado di rilanciare una stagione di governo all‟altezza dei tempi migliori delle presidenze Di Nardo e Bubbico, sicché gli é posto di realizzare uno sforzo per adeguare se stesso ai mutati contesti socio – economici, di sviluppo e culturali attraverso una coordi-nata e armonica programmazione di investimenti mate-riali e immateriali sul territorio cui si accompagni la so-luzione di due questioni divenute ormai inderogabili: il rinnovamento delle classi dirigenti e la liberazione della società lucana dall‟asservimento alla politica. Da questo, innanzi tutto, si misureranno l‟autorevolezza e la qualità della sua leadership. In questo senso, anche, è giustifica-to l‟impegno di tutta la Sinistra (a eccezione del PRC) entro la coalizione di centro sinistra, in vista di un impe-gno concreto volto alla costruzione del cambiamento

possibile anche in Pro-vincia, su un terreno di praticabilità politica che il Partito Democratico, più di altri, deve contri-buire a definire, laddove intenda continuare a stringere alleanze future di governo. Il voto pro-vinciale, d‟altra parte, restituisce alla Sinistra per la Basilicata una buona affermazione e-lettorale (oltre il 5% dei consensi) e quindi il do-vuto peso specifico en-tro gli equilibri della coalizione, donde la pie-na legittimazione a in-traprendere specifiche

iniziative, in tal senso. Lo stesso dicasi per il voto europeo, il quale evidenzia la presenza forte di una sinistra di alternativa, nella socie-tà italiana, malgrado il mancato approdo nel Parlamento Europeo, grazie all‟espediente dello sbarra-mento elettorale voluto principal-mente dal Partito Democratico, nell‟intento di non concedere spazi di affermazione ad altre sogget-tualità politiche autonome, alla propria sinistra. Peccato che il PD non si sia ancora ac-corto del fatto che Berlusconi abbia vinto non già una competizione elettorale (quella delle scorse politiche) ma una ben più importante e, vale a dire, l‟affermazione di una cultura che ha largamente pervaso il senso comune, donde la necessità di non subire il comune sentire ma di condizionarlo ingaggiando nella società, prima che nelle istituzioni, una campagna culturale che veda coinvolto un fronte vasto di forze democratiche, compresa la sini-stra, in alcun modo surrogabile dal Partito Democratico. Di qui, l‟errore strategico della ostinazione con cui si cerca di cancellare la presenza di una sinistra politica in Italia. È anche nel quadro di un progetto complessivo di ricostruzione di una Sinistra, dunque, che va intesa la mia personale candidatura alle elezioni provinciali del 6 e 7 giugno, oltre che nell‟ottica più propriamente locale di un contributo alla crescita di questa comunità, laddo-ve essa fosse riuscita a eleggere il proprio sindaco in se-no al Consiglio Provinciale di Potenza. Il voto, tuttavia, ha premiato altre scelte, e tutti siamo chiamati a rispet-tarle, pur senza nascondere il rammarico per il mancato raggiungimento di un obiettivo comunque a portata di mano. Ma ciò non è accaduto e, sulle ragioni, è in primis lo scrivente a doversi interrogare. Al netto di detta ri-flessione, comunque, sarebbe il caso che venissero abiu-rate già sul nascere alcune opinioni capziose di cui, ogni tanto, giunge eco. Fra tutte, quella che vedrebbe nel vo-to di giugno una misura del gradimento dell‟Amministrazione Comunale. Così non è, ovviamen-te, e non solo perché la mia candidatura non è stata frut-to di un volere unanime della attuale maggioranza, quanto anche perché buona parte di essa ha orientato la propria preferenza verso il Partito Democratico o verso la Lista del Presidente, pure figlia del PD. In secondo luogo, mai come in questa competizione elettorale, si è assistito a una convergenza di voti sul candidato del PD, anche di fette di elettorato non tradizionalmente vicine a DS e Margherita: di centrosinistra e anche di centrode-stra, quasi come in una competizione bypartisan ingag-giata contro lo scrivente a mo di ri - rivincita (quale?). In terzo luogo, il peso di aspettative occupazionali di molti che, preoccupati per il futuro proprio o per quello dei figli, si sono impegnati, come non mai, in una campagna al voto rispetto al cui esito hanno inteso misurare il pro-

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Politica Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 4

I nnanzitutto voglio ringraziare tutti coloro che nel solo nome della stima,

del rispetto e dell'amicizia hanno creduto in una giovane donna, lontana da poteri ma vicina ai veri valori dell'onestà, della trasparenza e della coerenza. 338 uomini e donne, liberi e forti, hanno premiato la cultura del fare e non la politica della menzogna e della mediocrità. Un ottimo quinto posto (su 23 candidati), arrivando prima di tanti altri autorevoli candidati nel nostro collegio, premia il mio impe-gno. Questo risultato testimonia la volon-tà che c'è in tante persone di volersi libe-rare da questo grumo di potere che sta attanagliando la nostra regione e la nostra gente. I veri sconfitti delle ultime elezioni non sono i candidati e sostenitori del cen-trodestra. Chi perde fa sempre degli errori ed è inutile, oggi, dieci mesi prima delle elezioni regionali, sindacare sulle colpe di qualcuno. I veri sconfitti sono gli elettori e gli alleati dell' ultima ora del centrosini-stra che, attraverso il loro consenso, han-no premiato ancora una volta questo siste-ma malato che da decenni sta rovinando la nostra regione e umiliando la nostra gen-te. Hanno sostenuto una classe dirigente che negli ultimi decenni ha dimostrato di non essere capace di amministrare una realtà come la nostra che conta meno di 600.000 anime, pur avendo a disposizione risorse come il PETROLIO e L'ACQUA. La nostra regione poteva diventare il sim-bolo della crescita nazionale, il cuore bat-tente del Sud e, forse, di tutta l'Italia. In-vece, siamo stati condannati ad essere una delle regioni più povere della nostra na-zione, trascinandoci nell'inferno della di-soccupazione. Hanno sostenuto un'ammi-nistrazione comunale (città di Potenza) e provinciale che non punta sulle proprie risorse umane ma che deprime i promet-tenti e capaci a vantaggio dei mediocri. Hanno sostenuto coloro che con questo modo di amministrare in tutti questi anni hanno violato l'intelligenza e la dignità dei giovani migliori che speravano nella rea-lizzazione dei loro progetti professionali, nella propria terra, deprimendo altresì la loro volontà di investire le proprie capaci-tà professionali in una realtà, dove non conta il SAPERE, ma dove contano le co-noscenze e i numeri. Chi ha sostenuto il centrosinistra in Basilicata si è reso com-plice di tutto il malessere che il centrosini-stra ha prodotto in questi anni, legitti-mando attraverso il proprio consenso le sciagure del loro operato. Chi ha sostenu-to il centrosinistra in Basilicata ha dimo-

strato di non amare la propria terra, ma di a-mare i Generali che gestiscono il potere. La cosa peggiore, però, in questa torna-ta politica, è sta-ta la messa in vendita dei cosi tanti predicati valori degli uomini dell'UDC. Un partito che in tutti questi anni ha contestato questo modo di ammi-nistrare, condannando fino a poche setti-mane fa questo sistema malato, i protago-nisti che lo hanno creato e l'esercito che lo ha sostenuto, oggi invece, per la pura vo-glia di posizionarsi e di assicurarsi una prestigiosa poltrona nella giunta comuna-le di Santarsiero, quella provinciale di La-corazza oppure un posticino nel listino per le prossime regionali, si sono dimenticati della loro storia, hanno svenduto i loro valori, hanno calpestato la loro dignità, stringendo un'alleanza di convenienza, non valoriale, con quel centrosinistra che loro stessi in tutti questi anni hanno dele-gittimato. Cosa lega un uomo che crede nei valori dell'Udc ad un uomo che crede nei valori di Vendola, o nei valori di Di Pietro, o nei valori della Bonino? La pura voglia di gestire il potere! Il potere è un‟ arma nobile e gestirlo significa assumersi una grande responsabilità. Il potere non va né chiesto, né elemosinato, come hanno fatto gli uomini dell'UDC, né preteso. Il potere è un dono che ti dà il popolo e che va rispettato ed onorato come la propria vita. Non mi pare che in Basilicata fino ad oggi di questo dono sia stato fatto buon uso. Il vero potere, invece, è il piacere di guardarsi la mattina allo specchio e vedere attraverso il nostro volto la voglia e la determinazione di combattere contro tutti coloro che in questi decenni hanno di-strutto le speranze delle nostre mamme che speravano in un futuro diverso per i loro figli in Basilicata, nella assoluta con-sapevolezza che questa battaglia va con-dotta sempre nell'insegna dell' onestà, del-la lealtà, della trasparenza e della coeren-za. Oggi, per me personalmente, ci sono 338 motivi in più per continuare questa battaglia. Non abbandonerò mai la gente che mi ha dato fiducia. Il loro consenso per me rappresenta la base per un futuro impegno ancora più concreto.

Carmela Iannella

Carmela Iannella: “ I veri sconfitti sono

gli elettori del centrosinistra e gli uomini dell'UDC” prio credito verso il reale o presunto benefattore. S‟intenda: questo ci può stare; ma quando si parla di nuovo centro sinistra si parla anche di una diversa e più etica pratica politica, che abiuri la mortificazio-ne della dignità del citta-dino in attesa di lavoro come pure fatti rievocativi di stili latinoamericani, come la consegna, in as-senza di contratto, dei la-vori del fondovalle del Racanello. Anche qui, nes-suna obiezione, se non quella per cui una siffatta procedura sia consentita solo in condizioni di som-ma urgenza, cui dovrebbe conseguire l‟applicazione di un protocollo rigido per realizzare lavori urgenti tesi a eliminare il pericolo “immediato, imprevedibile e imprevisto” alla pubblica e privata incolumità e, non già, a infiggere al suolo due cartelloni di cantiere. Tanto sarebbe valso se-guire la legge, visto che, ad oggi, non si è dato av-vio all‟effettivo inizio dei lavori. E poi, che dire di un concorso per soli 5 po-sti di autista: l‟esito sarà noto (guarda caso) dopo il voto … Solo questione di stile? Non credo. Il rilan-cio del centro sinistra in Basilicata parte anche dal-la centralità di una que-stione etica e di una que-stione morale. Per questo lavoreremo. E anche a questo subordiniamo la nostra permanenza entro questa coalizione. Per il resto, si ricomincia, come abbiamo già altre volte fatto, non essendo ancora al giudizio universale.

Ing. Domenico Muscolino Sindaco di Castelsaraceno

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Politica Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 5

I l 26% dei voti e 21 eurodeputati. É il bilancio definiti-vo delle elezioni europee per il Partito Democratico

che ha raccolto 8.007.854 milioni di voti e il 26,1%, di-ventando il primo partito di centrosinistra in Europa, a fronte di un calo molto più drastico in diversi paesi. Franceschini:"Abbiamo raggiunto 2 obiettivi: la confer-ma del progetto del PD e l‟alt alla destra". Le elezioni europee per il Pd non sono andate poi così male. Il pro-getto di costruire un nuovo partito di centro sinistra si rafforza. Bisogna cambiare un po‟ di realtà e recuperare consenso, soprattutto bisogna organizzare il Partito che ha pensato più a “posizionamenti” di uomini che ad una idea condivisa di futuro del Paese. Sono fiduciosa, ho sempre creduto in questo progetto, forse perché da quando sono arrivata a Roma come funzionario alla Di-rezione Nazionale Ds, ho in realtà sempre lavorato per la creazione del Partito Democratico. Mi auguro che ciò non rimanga una illusione di chi, come me, ancora crede che la politica può cambiare i paesi e lavorare per la gen-te, quella che ogni giorno fa i conti con la propria vita e spesso con la propria miseria. Oltre alle elezioni Europe-e, quest‟anno c‟è stata la tornata, più importante, delle elezioni amministrative. In Basilicata, oltre a numerosi comuni, come Potenza, si è votato anche per le assemble-e delle Province di Matera e Potenza. I risultati li sap-piamo tutti: il Pd si riconferma in tutte le realtà, anche se in termini di voti ha perso molto. Sono contenta che Pie-ro Lacorazza sia stato eletto alla presidenza della provin-

cia di Potenza, perché, oltre che essere per me una persona cara che conosco da quando era il giovane segretario della Sinistra Giovanile, è anche una persona giovane e qualificata, tenace e intelligente, che non ha mai per-so il legame con il suo, il nostro territorio. Un anno fa, in occa-sione delle elezioni politiche, gli consigliai di candidarsi al Parla-mento; non seguì il mio consiglio. Quando si è candidato alla presidenza della provincia, gli ho chiesto perché a-vesse deciso di candidarsi alla carica più “piccola”, lui che da segretario Regionale del Pd poteva scegliersi una “poltrona più ambita”; mi ha risposto che la politica deve ricominciare a lavorare dal basso e che noi giovani dob-biamo essere i primi a ricominciare. La sua scelta, che ho ammirato, è un esempio di buona politica, un messaggio ai nostri politici: a qualsiasi carica si è eletti, l‟importante non è il prestigio della “poltrona” ma la serietà con cui si compie l‟esercizio della propria funzione. Sono convinta che Lacorazza non tradirà le aspettative dei suoi tanti elettori, del suo territorio! Auguri di buon lavoro al nuo-vo Presidente.

Alessandra De Santis Direzione Provinciale Pd di Potenza

LE ELEZIONI VISTE DAL PD

REDAZIONE INFORMA

P resso l‟Università degli Studi di Milano, alla Facoltà di Lettere e Filosofia, ha

conseguito la laurea Magistrale in Archeolo-gia Cristina Iacovino, con la votazione di 100/110. Titolo della Tesi “La casa rurale in Grecia”. Relatore il Prof. Giorgio Bejor. Alla neolaureata, ai genitori che abitano a Varese, alla nonna Carmela e allo zio Giulio, vive congratulazioni dalla Redazione.

P resso l‟Università di Perugia si è laurea-to con lode in Scienze Politiche e Rela-

zioni Internazionali, Giovanni Capodiferro, discutendo la tesi sul Federalismo Fiscale.

Al neolaureato, ai genitori che abitano a Po-tenza, alla non-na Carmela, a zia Maria Capo-diferro, zia Car-mela Lardo e zio Antonio Fulco felicita-zioni ed auguri.

A l termine del pellegrinaggio al Sacro Monte del Gelbison, giorno 21 giugno, don Paolo

Pataro ha dato in dono alla comunità di Castelsa-raceno il bellissimo quadro della Madonna di Novi Velia, realizzato da Angela Muscolino.

L a Madonna dell‟Addolorata

di San Chirico Ra-paro è stata incoro-nata solennemente

con un prezioso lavoro realizzato da Daniela Iannella, la nostra orafa del “Piccolo Gioiello” che sta creando an-che le arpe per il comune di Viggiano.

A fianco al circolo per gli anziani è stato aperto di recente il circolo per i giovani “Vivere insieme”. Daremo maggiori infor-

mazioni nel prossimo numero.

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 6

“FANTASIA-SORRISO-CREATIVITÀ” TERZA EDIZIONE DEL CONCORSO PROMOSSO DAL PRIMO CIRCOLO DI LAURIA

Premiato Lardo Rocco e la classe V di Castelsaraceno

N ella tendostruttura parrocchiale di Lauria Superiore si è svolta, il 12 maggio, alla pre-

senza delle autorità civili, religiose e militari e di un folto pubblico di bambini e di adulti, la terza edizione del concorso “Fantasia, sorriso, creativi-tà” dedicato all‟insegnante Carmelita Genga. L‟iniziativa, nata con la dirigente scolastica Maria Giovanna Chiorazzo e continuata dalla dirigente Mariapina Miraglia del primo Circolo “Marconi”, ogni anno si presenta con una veste nuova, si ar-

ricchisce di nuovi contenuti. Nel-la terza edizione è stato proposto il tema dell‟amicizia, che nella frettolosa e superficiale vita moderna, è stata sva-lutata ed ha perduto il suo profondo significato, come ha sottolineato il pro-fessore Antonio La Valle, che ha con-dotto la serata con il suo solito piglio da abile intrattenitore. Egli ha precisato che due sono gli scopi del concorso: ricordare Carmelita Gen-ga, per la sua contagiosa simpatia, la sua umanità e professionalità, e stimo-lare nei bambini l‟amore alla creatività, al fine di educarli alla libera espressio-ne delle loro emozioni e dei loro affetti. La dirigente Mariapina Miraglia ha

parlato della manifestazione come festa dei colori e dei bambini, ma ha colto anche l‟occasione per definire il concorso una particolare forma di didattica, sofferman-dosi su tre importanti aspetti, che investono il dibattito culturale e formativo: lavoro, tempo e primarietà. La scrittura ed il disegno – ha precisato - diventano un mezzo con cui disseminare la scuola di un clima affetti-vo cosparso di dense cifre di felicità, gioia, emozione, nonché di toni diffusi di serenità e di armonia, mezzi con cui concorrere alla dilatazione della sfera creativa, intesa come spazio personale di libera trascrizione - tramite i linguaggi espressivi - delle motivazioni, dei sentimenti, dei problemi, delle idee. Dopo i saluti del sindaco, avv. Antonio Pisani, che ha apprezzato le manifestazioni che il mondo scolastico mette in campo nel corso dell‟anno, don Vincenzo Iaco-vino, il nuovo parroco di Lauria Superiore, nel suo in-tervento semplice, chiaro ed efficace, ha fatto una di-stinzione tra l‟amico (colui che ti entra nel cuore) e il compagno (colui che ti sta accanto). Tre gli elementi fondamentali su cui si costruisce l‟amicizia: la fiducia, la lealtà e il saper rischiare per l‟amico. Il giornalista Luigi Di Lauro si è soffermato sulla possibilità di costruirsi fin da piccoli il proprio fu-turo e sull‟importanza del gioco. Attraverso il gioco si costruiscono le amicizie, attraverso le amicizie si co-struisce la pace. La manifestazione è stata animata dagli intermezzi del comico cabarettista Giovanni Napolitano

che ha fatto divertire molto tutta l‟assemblea. Si è passa-ti, successivamente, alla premiazione. Alla segreteria del concorso sono giunte 164 poesie, 40 racconti e 134 ela-borati grafici da 17 scuole della provincia di Potenza. I componenti delle tre sezioni della giuria, dopo un‟attenta valutazione degli elaborati, anonimi, hanno assegnato tre premi per ogni sezione oltre a due segna-lazioni per la poesia e l‟arte pittorica. Sono stati premiati gli alunni di Rivello, accompagnati dal dirigente scola-stico Nicola Pungitore, di Lavello, di Cardinal Brancato di Lauria, rappresentati dalla professoressa Lina Carlo-magno, del V e VII Circolo di Potenza, del Primo Circo-lo di Lauria. A Lardo Rocco, della classe quinta di Ca-stelsaraceno è stato assegnato il secondo premio per la sezione C “Produzioni pittorico plastiche”, con la se-guente motivazione: “Pochi segni ma chiari e i colori giusti proiettati sul foglio rappresentano i desideri e le emozioni del piccolo autore che in questo modo dialoga con gli adulti. Egli disegna la casa e la disegna grande, esprimendo attraverso di essa allegria ed accoglienza. Di carattere immediato e caloroso, l‟autore è capace di dare affetto e ospitalità. La casa, dotata all‟esterno di un giardino in cui si possa giocare, è sempre aperta ai suoi amici. Il comignolo fumante sul tetto vuol dire che all‟interno è acceso un fuoco che scalda e attraverso il quale si riu-nisce la famiglia e gli animali domestici. Anche il sole esprime un sorriso di complicità e di grande partecipa-zione”. Anche l‟intera classe quinta di Castelsaraceno è stata segnalata “per aver interpretato il tema proposto e per la campitura quasi compatta ottenuta attraverso la tec-nica utilizzata: pennarelli, matite e carta velina sovrap-posta a strati su diversi livelli. Negli elaborati si rileva ancora un‟espressività carica di gioia e di buoni sentimenti tipici dell‟età evolutiva dei giovani artisti”. Al piccolo Lardo Rocco, alla classe Vª, all‟insegnante Vita D‟Errico e alle famiglie, vive congratulazioni dalla Redazione.

Teresa Armenti

A „Ndenna „i Sant‟Antonio

D. Signor Giuseppe, lei è la persona più anziana che partecipa alla scelta, al taglio, al trasporto e all‟innalzamento dell‟a „Ndenna; cosa ci può dire circa la tradizione del rito? R. Personalmente ho vissu-to lavorando nel bosco: dal 1945 fino a qualche anno fa ho provveduto personal-mente all‟abbattimento dell‟albero selezionato per i festeggiamenti del Santo Patrono. Nell‟anno 1946, all‟età di soli 15 anni, ini-ziai la procedura, usando una pesante scure e con la forza della gioventù riusci-vo ad aver ragione della pianta in mezz‟ora circa di asciate. Devo ringraziare Iddio per non aver subito mai né procurato danni ad alcuno, per circa 60 anni ho ripetuto le operazioni e sono soddisfatto per l‟esito felice e per avere in colla-borazione con altri pilotato il trasporto dal bosco Favi-no alla piazza dedicata a Sant‟Antonio.

D. Lei ricorda di aver sempre tagliato al bosco Favi-no la „ndenna o di averla presa in altri siti? R. Sono certo di averla tagliata per almeno tre anni con-secutivi in zona Parco Parisi con grandissima difficoltà, si provvedeva al trasporto con coppie di buoi, ed un anno ricordo che rientrammo a tarda sera per via del percorso impervio e della scarsa partecipazione del popolo che serviva per favorire il rientro. D. Da quanto tempo la pratica del taglio e del tra-sporto si è modificata rispetto agli inizi della sua partecipazione? R. Non ricordo con puntualità quando è intervenuto l‟aggiornamento all‟uso degli strumenti tecnologici, ma penso di poter affermare che dagli anni 60 in poi il costu-me e la tradizione hanno subito una notevole trasforma-zione; io stesso ho provveduto all‟abbattimento usando la motosega che in un batter d‟occhio ha risolto la prati-ca dell‟abbattimento e con potenti trattori si è provvedu-to ad iniziare il trasporto per lungo tratto del tracciato che ob torto collo si è dovuto modificare ed orientarsi per le strade carrozzabili. D. Allora, la tradizione si può dire che sia stata sop-piantata?

R. In effetti, delle antiche usanze è rimasto ben poco, è aumentata solo la partecipazione della gente che viene soltanto non per supportare quanti si dedicano al lavoro così detto essenziale, ma per aggregarsi in un clima fe-stoso e alzare il gomito oltre il lecito, per vivere inebriati una manifestazione di gruppo, allargata a chiunque in-tende parteciparvi. D. Il protocollo conserva qualche elemento di conti-nuità almeno per la parte conclusiva della manifesta-zione, mi riferisco al ristoro successivo alla messa a dimora della grossa pianta e delle pertiche? R. Effettivamente, dopo la collocazione della pianta nella piazzetta, i partecipanti ricevono in offerta dai concitta-dini biscotti, vino, salumi, pizzette, formaggi e quant‟altro per una solenne abbuffata. D. Lei, che è un veterano, può dirmi se la partecipa-zione di massa è motivata da un minimo di senti-mento religioso oppure è un‟occasione di incontro non affatto sollecitata da religiosità e che è solo spi-rito goliardico e gusto sfrenato di esibizione e di divertimento fine a se stesso? R. Di religioso, al momento, non riesco a vederci quasi niente. Nel passato, prima di avviarsi nel giorno destina-to all‟approvvigionamento della preziosa pianta, ci si univa in chiesa per ascoltare messa, al rientro si tornava in chiesa per cantare le litanie all‟uopo predisposte dal parroco e dalle anziane, gelose custodi dei canti in onore del Santo Patrono. Ora niente di tutto questo! Il rito si ripete in spirito di assoluta laicità. D. Signor Giuseppe, cosa rimpiange del passato? E che cosa gradisce del medesimo che è intervenuto in questa così apprezzata celebrazione? R. Rimpiango il clima severo di un tempo, in cui le cose dovevano andare in un certo modo, i giovani dovevano ascoltare gli anziani e vi erano delle gerarchie ricono-sciute e non messe assolutamente in discussione. Ora è una babilonia, tutti vogliono imporre il proprio punto di vista e l‟incompetenza regna sovrana. Di ciò che si consi-dera moderno non voglio neanche parlarne, trovo i gio-vani privi di valori, svogliati e irriconoscenti. Dipendesse soltanto da loro, credo si svuoterebbe completamente di significato una tradizione che deve avere delle regole per legittimare la sua continuità. Signor Giuseppe, a nome della Redazione, la ringrazio per la disponibilità a concedere l‟intervista e le siamo grati per il servizio reso alla comunità con la sua assidua e importante presenza alla manifestazione ininterrotta-mente fino ai nostri giorni. Grazie e le auguriamo tante altre presenze. Noi viviamo il rito con gioia ed apprez-ziamo le fatiche di quanti provvedono a perpetuarlo; con-sideriamo l‟entusiasmo dei giovani un ingrediente ed un valore aggiunto alla tradizione; condividiamo le sue con-siderazioni e, benché il rito sia di natura pagana, ci piace coniugarlo con la ricorrenza delle festività in onore del Santo Patrono di Castelsaraceno.

Prof. Vincenzo Cicchelli

INTERVISTA A GIUSEPPE GIOVINAZZO

CUSTODE DELLE TRADIZIONI ARBOREE

Fiera delle Città di Sant’Antonio - Ginosa Marina 12 Luglio 2009

Rassegna stampa

Alcuni momenti della manifestazione

Domenica 14 giugno a Castelsaraceno si è tenuta la giornata conclusiva della manifestazione deno-minata "A 'Ndenna di Sant'Antonio". Grande affluenza di turisti, soprattutto da fuori regione, per assistere all'antico rituale celebrato insieme agli altri culti arborei presenti ancora in Basilicata nei paesi di Castelmezzano, Oliveto Lucano, Accettura, Pietrapertosa, Gorgoglione, con l'uso del cerro e dell'agrifoglio e Rotonda, Viggianello, Terra-nova del Pollino, con l'uso del faggio. Nella mattinata è stato celebrato il matrimonio arboreo della Cunocchia con la 'Ndenna, mentre dal primo pomeriggio si è proceduto all'innalzamento con le apposite proffiche disposte a caval-letto e con la guida delle corde. Spettacolare l'arrampicata a mani nude di un gruppo di giovani di Accettura che han-no contribuito ad aumentare il pathos e l'entusiasmo tra il pubblico. In sèrata altra grande cornice di pubblico per il concerto degli Alla bua, uno dei migliori gruppi di pizzica salentina attualmente sulla scena nazionale. (Seven dal 19 al 25 giugno 2009)

Martedì 2 giugno 2009 - ... e la Cunocchia si tinge di Rosa, .... tanta la partecipazione di coloro che curiosi hanno voluto parteci-pare al rito ... Gli alberi sono stati scelti do-menica 23 maggio dagli anziani del paese, e il gruppo, giunto a destinazione, è pronto per operare. Non c‟è tempo da perdere an-che perché le condizioni atmosferiche non rassicurano, i boscaioli sono all‟opera men-tre i cittadini continuano ad incitarli con cori. .... Pian piano il cielo si copre e ci si avvia in paese dove finalmente la Cunocchia raggiungerà la „Ndenna ... (Il Quotidiano della Basilicata 03/06/09)

Domenica 31 Maggio 2009 - dopo la San-ta Messa mattutina, ci si riunisce in piazza e ci si reca al bosco Favino sul Monte Alpi, si va alla ricerca del Faggio più diritto e mae-stoso che supera i 20 metri di altezza e pesa tra le 13 e le 15 tonnellate ... Contempora-neamente si scelgono altri faggi più piccoli ... Le c.d. “proffiche” ... Nel primo pomerig-gio inizia la discesa verso il paese ... (Agrifoglio ALSIA Giugno 2009)

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 9

L’ADOLESCENZA INFINITA ED ESTROSA

NELLE POESIE POSTUME DI ANTONIO D’ALESSIO

L ‟ Adolescenza mai finita (1991-1994) è una raccolta di poesie postume di Antonio D‟Alessio, figlio di

Vincenzo D‟Alessio, una grande voce di poesia, di arte e di cultura della cara Irpinia, ne La sede dell‟estro, Mon-toro 2009, edita dalle edizioni Guarini. È una raccolta di spoglie che un padre raccoglie del figlio perduto. E que-ste spoglie sono i semi infiniti dell‟adolescenza. La gio-vinezza è la madre della poesia. È quella “età più bella” nelle emanazioni leopardiane, è “il giorno d‟allegrezza pieno”, quel “giorno chiaro, sereno”, dal quale sgorga nella sua purezza e fecondità ogni luce. E da questo Sa-bato della vita di Antonio è potuto sgorgare in questa raccolta significativa tutto il senso pieno del respiro, dell‟anelito di un giovane che esprime in tutta destrezza di immagini e di scrittura l‟infinità dell‟essere. Quella “mai finita” adolescenza dà allora il significato ed il valo-re all‟infinito, un infinito che nella sua duplicità è anche “male di vivere”, indefinito, limite, ostacolo. Lo si gusta in quei laconici ed ermetici passaggi che esprimono ap-pieno il senso dell‟incompiutezza profonda dell‟infinito della giovinezza: “Cosa faccio con i piedi per terra” (p.29); “Solitudine; e io” (p. 20); Sono io, una/ carta/ sfruttata/ da gettare!” (p. 17). Ma oltre a quel senso di mancanza, di non-essere, ecco apparire in tutta la sua apofantica manifestazione il sentimento della plenitudi-ne, del vitalismo, della passione tipica del giovane uomo: “Da piccolo cercavo calore;/ oggi ho capito che il fuoco/ è dentro di me” (p. 21); “L‟ultimo tramonto/ mi svelti-sco nei momenti/ mi presto a godere;/ inizio a scrivere/. Qui è tutto,/ tutto, e com‟è;/… e così oltre. Il paradosso della gioventù incompresa, perduta, infranta: “Mi ritrovo da solo nei miei/ stretti pantaloni,/ cercan-do un/ mondo di gente,/ diversa/ (da quella che …) (p. 22). È lo smarrimento del giovane, dell’età dell‟idealismo di fronte alla dura “res” del mondo. L‟età degli eroi, come nella tripartizione di un nostro grande pensatore, che è napoletano ed vicino alla terra nostra, il Vico, si contrappone con tutta la sua verve e la sua forza a quella degli uomini. E se ciò è vero per la storia del mondo, lo è anche per la storia del singolo uomo. La filogenesi è l‟ontogenesi. In ogni giovane poeta si ritrovano con lo stesso tenore, con la stessa vivacità, con lo stesso movimento sinfonico che passa a più riprese da un tema all‟altro, ora lievemente, ora con fierezza e ve-locità, le stesse note, pur nella diversità dei contesti e delle persone. Il mondo del sentimento, al giovane caro e propinquo, è la fonte inesauribile dell‟espressione arti-stica di ogni grado e di ogni genere. Se come asseriva Croce “l‟arte è espressione del sentimento”, è vero anche che il sentimento è espressione di arte, che la vita stessa è arte. Questa corrispondenza è ancor più vera nell‟essere gio-vane, nell‟essere libero, fiero. E meditando sui versi di Antonio mi sovviene subito alla mente qualche poeta giovane stroncato dalla “acerba morte”. Riporto, giusto per completare qualche espressione di alcuno. E come

non ricordare Sergio Corazzini, il “Fanciullo poeta”? Le “defunte pri-mavere,/ gli ideali mor-tali, i grandi pianti/ de gli ignoti, le anime sognanti/ che hanno sete, ma non sanno be-re”. È la “Vita che pian-ge”, la “Morte che cam-mina”. O Guido Gozza-no? “L‟arte è paga di sé, preclusa ai molti,/ a que-gli data che di lei si muo-re”. Allora quel giorno di allegrezza, “che precorre alla festa di tua vita”, quel Sabato non è sempre calmo e sereno, è a volte inve-ce furente e tempestoso, solo così si compie quella pie-nezza di essere, di cui fa parte anche il male, il finito, il brutto, l‟opposto. Il sentimento è piacere e dispiacere, gioia e dolore, odio e amore. “Muor giovane colui che al cielo è caro”, con questi pensieri era mio intento espri-mere tutto il dolore per la dipartita del giovane Antonio, ma anche il più vivo apprezzamento per quell‟estro, quella “Adolescenza mai finita”, che ha potuto lasciarci. Sentendomi pienamente figlio della terra Irpino-lucana, che non ho considerato mai disgiunta, non ho da ultimo che manifestare tutto il mio rammarico e la mia delusio-ne per la morte del premio nazionale di poesia “Città di Solofra”. Con questo atto è stato ucciso il sud della cul-tura, dell‟emancipazione, del progresso e della coscienza civile e morale, che in trenta anni questo punto d‟incontro ha saputo suscitare in tutte le menti, istillan-do, soprattutto nei giovani figli, come Antonio, come noi, dispersi in un mondo lontano, quell‟anelito di spe-ranza, di amore, di “passione”, di “lotta” e di coraggio. Non torneremo mai al sud più con la testa alta, vedendo i nostri intellettuali trafitti, oltraggiati, vilipesi, a qualsi-asi fazione politica essi appartengano. Ma torneremo con le mani tese ad elemosinare pani di pensieri e di azioni. Il sud poteva innalzare forse la bandiera della miseria, dell‟emigrazione, della disoccupazione, di ogni sorte di male e di servitù, ma negli ultimi tempi, possiamo profe-rirlo con voce altissima, non la bandiera dell‟ignoranza. Questo sud dalla miseria e dall‟analfabetismo ha saputo trarre i più proficui vantaggi della ricchezza culturale, umana, politica e sociale. Oggi ci sentiamo ancora di più figli senza Patria. Ringrazio l‟amica e scrittrice Teresa Armenti per aver-mi fatto dono de “La sede dell‟estro”, ho sentito di dover significare tutto il mio rimpianto e la mia amarezza.

Vincenzo Capodiferro

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 10

I VOLONTARI IN ABRUZZO CONTINUANO

LA LORO OPERA DI SOLIDARIETÀ

A ncora una volta la Protezione Civile Lucana, con il suo coordinatore regionale Giuseppe Priore, ha messo in moto la colonna mobile ed è partita dalla sede di Viggiano alla volta dei terremotati in Abruzzo con 54 volon-

tari. Anche il gruppo di Castelsaraceno ha continuato l‟opera di soccorso con 9 volontari (Giuseppe Bisignano, Vin-cenzo Candia, Carlo Cascini, Chiara Cirigliano, Rosario Continanza, Anna Maria Fittipaldi, Egidio Iacovino, Euge-nio La Camera, Felice Ponzio). Il campo è allestito a Aquila ovest, ex palazzo Italtel che ospita circa 600 civili, la cui assistenza viene data proprio dal Gruppo Lucano. Ci siamo messi subito a disposizione per qualsiasi tipo di lavoro, poiché lì c‟è bisogno di tutto: pulizia del campo, cucina, lavori da idraulico e da elettricista, ecc. Il compito più fati-coso è, senza dubbio, proprio la cucina che fornisce circa 1200 pasti al giorno. Siamo rimasti in Abruzzo 8 giorni e il rientro è stato contrassegnato da forti emozioni, soprattutto quando, al momento della partenza, ci è stata dedicata una lettera che ci ha commossi tutti.

Vincenzo Candia

A tutti i componenti del Gruppo Lucano

della Protezione Civile

Avremmo voluto trovare

parole nuove e diverse

per esprimervi tutta la nostra

gratitudine per quello che

avete fatto per noi.

Ma abbiamo capito che non

servono parole nuove e diverse

ma solo un grande grandissimo

GRAZIE

per la vostra presenza,

per le vostre parole,

per il vostro costante impegno,

per l‟umanità che avete sempre dimostrato,

per l‟affetto che ci avete manifestato,

per la pazienza e la comprensione

anche nei momenti di attrito.

Nulla ci era dovuto.

Tutto ci avete dato.

E per questo vi ringraziamo

con immensa riconoscenza.

Non vi dimenticheremo mai

e vi porteremo per sempre

nei vostri cuori.

Che Dio vi benedica,

Angeli Gialli

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 11

C ari miei lettori, chi di noi ha mai sentito parlare della

interiezione “grazie”? La parola GRAZIE piccola perché breve e facile da pronunziare; ed è ma-gica perché racchiude il segreto che può cambiare il mondo; é il sostantivo che corrisponde al verbo “RINGRAZIARE”, che raccoglie molti significati non univoci e fra loro complementa-ri. Il termine GRAZIE diventa così sinonimo di: gratitudine, riconoscenza, glorificazione, lode, onore, benedizione, com-prensione, esaltazione, celebrazione... parole che corrispondono ai verbi: gratificare, riconoscere, glorificare, lodare, onorare, benedire, compren-dere, esaltare, celebrare... che sono così frequenti nel linguaggio comune e in quello biblico. Nella parola GRAZIE si concentrano tali e tanti sentimenti da dover essere spesso accompagnata da aggettivi ed espres-sioni rafforzative, come tante GRA-ZIE, mille GRAZIE, infinite GRA-ZIE, GRAZIE di cuore, GRAZIE di tutto, ecc. Il termine GRAZIE è quindi una parola onnicomprensiva che racchiude una ricca gamma di sentimenti legati a un bene ricevuto; e viene usata per onorare, in qualche modo, il donatore, riconoscendone la bontà e la generosità La parola “GRAZIE” presuppone un dono. Non si può parlare di gra-titudine dovuta, se non con la co-scienza di aver ricevuto qualcosa di utile e di gradito, da parte di qualcu-no. Ovviamente il GRAZIE diviene doveroso nel momento in cui si viene a conoscere il dono ricevuto e si di-venta consapevoli di essere stati og-getto di attenzione e di generosità. Non si può esigere la gratitudine do-ve non ci si è resi conto del dono o non se ne è conosciuto il suo effettivo valore. La parola GRAZIE, etimolo-gicamente, richiama il latino “GRATIS”, che significa gratuito, forse per sottolineare che la vera gra-titudine supera sempre i confini dello stretto dovuto. Del resto, è risaputo che solo chi ha il cuore grande sa dire

GRAZIE, e sa spesso moltiplicare i motivi per ringraziare e ricambiare oltre il necessario. “GRAZIE”: una parola nella quale si concentrano virtù e cortesia Nella piccola parola GRAZIE si con-centrano le fondamentali virtù umane e cristiane, e le elementari norme del retto convivere civile. La gratitudine è virtù e cortesia. É virtù, anzi un insieme di virtù che discendono dalle virtù cardinali: prudenza, giustizia, fortezza, temperanza. Dalle virtù teo-logali: fede, speranza, carità. Le virtù cardinali formano l‟uomo equilibrato e completo. Le virtù teologali forma-no il cristiano vero e adulto. Solo l‟uomo cresciuto, e quindi pienamen-te realizzato, è capace di trarre dal proprio cuore quei sentimenti e quel-le parole improntate al riconoscimen-to e al rispetto degli altri. È cortesia, perché. il GRAZIE, nelle diverse for-me in cui può essere espresso, è ma-nifestazione esteriore di sentimenti interiori di riconoscenza. È gesto di lodevole cortesia saper tradurre in forme esterne gradevoli quelle sensa-zioni che, partecipate, hanno il magi-co effetto di creare simpatia, armonia, comunione e gioia di stare insieme. “GRAZIE”: la parola più disattesa e dimenticata. La riconoscenza, co-me virtù, è una delle virtù meno eser-citate; e, come cortesia, è così poco praticata che, a ragione, si può affer-mare che la scortesia dilaga ovunque a macchia d‟olio, anche fra le persone socialmente e religiosamente più im-pegnate ed elevate. Davvero la parola

GRAZIE è la più disattesa e dimenticata! Lo esperimentia-mo nella vita di ogni giorno, tutta piena di amarezze e di d e l u s i o n i d e r i v a n t i dall‟ingratitudine diffusa. Ci lamentiamo di vivere fra degli ingrati e non ci accorgiamo che gli ingrati spesso siamo pro-prio noi. Avvertiamo la me-schinità di certi comportamen-ti, e, inconsapevolmente, diven-tiamo noi stessi aridi, ingrati, insensibili al bene ricevuto. L‟ingratitudine è comune agli

uomini di ieri e di oggi. Per docu-mentarla, alla nostra personale espe-rienza si uniscono le innumerevoli voci di tutti i tempi. Eccone alcune: Aristotele: Qual è dunque la cosa che invecchia prima? È La gratitudi-ne! Un antico proverbio: Amico benefi-cato, è nemico dichiarato. Anonimo: Passata la pioggia, ci si dimentica dell‟ombrello. Proverbio: A far del bene agli asini, si prendono dei calci. Proverbio georgiano: Furono dona-ti gli occhi a un cieco... e lui pretese le sopracciglia! Proverbio turco: Finita la cena, non si apprezza più il cucchiaio. Seneca: Ingrato è chi nega il benefi-cio ricevuto; ingrato chi lo dissimula; più ingrato chi non lo restituisce; ma di tutti il più ingrato è chi lo dimenti-ca. A. Manzoni: L‟errore delle anime generose è di credere e di attendere una qualche ricompensa. “GRAZIE”: la parola che può cam-biare e far bella la vita. È incredibi-le ma vero: questa piccola parola con-tiene tutto ciò che può cambiare e far bella la vita. E perchè? Perchè capo-volge completamente il comune mo-do di viverla! Se impari a ripeterla abitualmente, con misura e convin-zione, tutto improvvisamente cambia in te e attorno a te: da introverso, divieni aperto e disponibile; da pre-suntuoso, divieni umile; da brontolo-

(Continua a pagina 12)

C’è un solo modo per essere amati: quello di essere grati. (Antico proverbio)

GRAZIE: LA PAROLA CHE PUÒ CAMBIARE E FAR BELLA LA VITA …

“Grazie”: una piccola, magica parola.

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 12

ne, divieni equilibrato e prudente; da antipatico, divieni simpatico; da pes-simista, divieni ottimista; da misan-tropo, ti apri a ogni uomo, conside-randolo come immagine di Dio e fra-tello da amare. Se incominci a eserci-tarti nel dire sempre e a tutti un do-veroso e sentito GRAZIE, senza ac-corgertene e progressivamente, ti scopri diverso e avverti una felicità mai provata. Nel momento nel quale riesci a dire GRAZIE e ti accingi a far felice l‟altro, scatta un meccani-smo interiore che ti porta a far felice te stesso. Quel GRAZIE che rivolgi a lui ti ritorna ingigantito e arricchito. E più GRAZIE sai pronunciare, più felicità vieni a donare e ad acquistare. La parola GRAZIE è la PAROLA-CHIAVE che ti apre, senza eccessivo sforzo, la porta del cuore di chi ti cir-conda. é la piccola, preziosa chiave che apre un gran tesoro: il tesoro dell‟amore, della concordia, della sop-p o rt az io ne , de l l a pa z i e nz a ,

dell‟accettazione, della gioia di stare insieme. Anche se non sempre appa-re, il GRAZIE è di importanza capi-tale, é alla base di ogni ulteriore virtù rivolta allo sviluppo della tua perso-nalità. Tutte le altre virtù e tutti i vari comportamenti, anche i migliori, senza l‟esercizio della riconoscenza, sono come il cibo senza sale che nes-suno gradisce mangiare; é bella la vita quando si accetta come dono e si vive con sentimento di gratitudine! E‟ bello lo stare con gli altri, sapen-done accogliere gli aspetti positivi e riuscendo a gratificarli per tutto quello che, poco o molto che sia, ti sanno dare! Perché tanta fatica a dire “GRAZIE?” È semplice: perché comporta il superamento di molti conflitti interni dovuti alla nostra condizione umana ferita e stravolta dalle conseguenze del peccato. Il cuo-re dell‟uomo non è l‟ordinata sede di soli sentimenti belli, puri, disinteres-sati e riconoscenti, ma anche l‟oscura dimora di innumerevoli istinti disor-dinati, ribelli e contraddittori. Sono

le conseguenze del peccato originale, che fu l‟incredibile gesto di ribellione e di ingratitudine del primo uomo nei confronti di Dio. Quel primo peccato deturpò la natura umana uscita limpi-da e perfetta dalle mani del Creatore, e diede origine a quelle tendenze di-sordinate dette vizi capitali, che sono sette: superbia, avarizia, lussuria, ira, gola, invidia, accidia. Il superamento di queste tendenze e il ristabilimento dell‟ordine morale perduto, comportano un lento e fati-coso cammino di conversione deter-minato dalla buona volontà e soste-nuto dall‟aiuto della Grazia. Solo quando ti sarai pienamente converti-to, cioè divenuto una persona equili-brata e libera, sarai in grado di cono-scere i tuoi veri limiti e comprenderai la necessità di rapportarti in modo giusto con tutti, evitando di continu-are a considerarti l‟unico centro del mondo. Allora avrai imparato a dire GRAZIE!

Don Paolo Pataro

(Continua da pagina 11)

Maggio: mese dell'amore, delle rose, della Madonna.

Mese dei bambini e dei ragazzi. L‟anno catechistico, iniziato solennemente a novembre con il mandato catechistico e proseguito ogni sabato con le lezioni svolte con impegno, compe-tenza ed entusiasmo agli alunni del secondo ciclo della scuola ele-mentare e della scuola media dalle catechiste veterane Angela Casci-ni, Maria Duarte, Ro-sangela Giovinazzo, Carla Lardo, alle quali si sono affiancate Anna Maria Cirigliano, Eva De Stefano, Mario D‟Orsi e Angela Lauria, a maggio ha visto la sua con-clusione. Maggio, infatti, è stato il mese dedicato alla somministrazione dei sacramenti: cresime, prime con-fessioni, prima comunione. Sabato, 16, presso la chiesa Madre si è svolto il rito della Confermazione, che per-feziona la grazia battesimale attra-verso il dono dello Spirito Santo che aiuta a testimoniare la fede cristiana

con la parola accompagnata dalle opere. I 18 cresimandi hanno ricevu-to sulla fronte dal Vicario del Vesco-vo l'unzione con il sacro Crisma. La Domenica, 17, è stata dedicata al Sacramento della prima Confessione dei bambini e delle bambine di quarta elementare. La celebrazione è stata improntata sul brano del vangelo di Giovanni (Gv 15,1-8) della vite e dei tralci. Gesù è la vite, noi i tralci. Se

si crede alla Parola di Dio, si è innestati in questa vite e porteremo frutti abbondanti di be-ne e di salvezza nella misura in cui rimarremo uniti al Signore. I bam-bini, al termine della confessione, hanno at-taccato il loro grappolo alla vite predisposta su un cartellone ai piedi dell‟altare. Infine, do-menica 24, i bambini e le bambine di quinta si sono accostati per la prima volta al Sacra-mento dell'Eucaristia.

Accompagnati dalle catechiste, segui-ti con una sentita e commossa parte-cipazione dai genitori, hanno vissuto questo giorno con emozione e solen-nità, consapevoli del dono che si ap-prestavano a ricevere, consci dell‟amore di Cristo per loro, consci del rapporto puro ed autentico che hanno instaurato con Lui.

Rosangela e Carla

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 13

DON MARIO NUZZI FESTEGGIA IL SUO GIUBILEO

N ella ridente cittadina di Rocca Imperiale Marina, impreziosita da 8 anni dalla bel-

lissima moderna chiesa dalla forma di una na-ve, l‟11 luglio don Mario Nuzzi ha festeggiato il suo Giubileo: 50 anni di vita sacerdotale, di cui 23 trascorsi a Castelsaraceno. Un fiume in piena di fedeli, giunti, con i loro sindaci, anche da Oriolo, dai paesi limitrofi e da Castelsarace-no, si sono riversati nell‟interno disposto ad anfiteatro dell‟edificio sacro e nell‟oratorio sot-tostante ed hanno ammirato le pregevoli opere artistiche, come il Tabernacolo a mosaico, il Paliotto dell‟altare, l‟ambone e il battistero in bronzo, il colle del calvario in marmo su cui domina il maestoso crocifisso dall‟espressione sorridente. La solenne celebrazione eucaristica è stata officiata dal vescovo di Cassano Ionio, S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, circondato da 26 presbiteri, tra i quali don Paolo Pataro, don Biagio Giovinazzo e don Adelmo Iacovino. Intensa è stata la partecipazione dell‟assemblea, emozionati il fratello, la cognata ed i nipoti, tutti con gli occhi lucidi, mentre il coro intonava le lodi al Signore, facendo vibrare le corde dell‟anima. Mons Bertolone, con semplicità e chiarezza, ha manifestato la sua riconoscenza a don Mario per la sua amicizia e per “la Parola di Dio annunciata con entu-siasmo e coraggio e per essere stato un seminatore di speranza portando la sua croce, pure nei momenti di grande difficoltà, sempre con ammirevole serenità.” Toc-cante è stato l‟ingresso, con le bandierine sventolanti e con la scritta “Sei il papà di tutti”, dei bambini della scuola dell‟infanzia, istituita da don Mario. Numerosi sono stati gli interventi delle autorità politiche, delle suore, delle catechiste e dei responsabili nei vari settori: dal Grest ai vari gruppi istituiti nella Parrocchia, ai turi-sti estivi, che hanno messo in evidenza il suo instancabile dinamismo e la sua efficiente organizzazione derivata dal suo spirito pragmatico, che lo ha sempre contraddistinto. Carla Lardo, come rappresentante della comunità di Ca-stelsaraceno, nel ringraziare don Mario per l‟invito, che da don Paolo è stato esteso a tutta la Parrocchia, ha fatto un excursus del periodo trascorso a Castelsaraceno (2 ottobre 1961-17 giugno 1984), sottolineando non solo la sua fervida azione di parroco, ma anche quella di valido educatore, di organizzatore di viaggi, di consigliere di-

screto, con il suo continuo sostegno ed aiuto alle fami-glie in difficoltà. Ha ricordato anche l‟ordinazione sacer-dotale di don Vincenzo Iacovino e di don Biagio Giovi-nazzo e la costruzione della chiesetta dell‟Assunta ai pie-di dell‟Alpi. Sulla scia dei ricordi gli è stato portato in dono un CD ed un poster (90x135) che riporta i momen-ti più caratteristici della sua vita parrocchiale attraverso una serie di fotografie messe a disposizione della popola-zione. Si coglie l‟occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato per la riuscita del lavoro. L‟amministrazione comunale , rappresentata dall‟assessore Anna Maria Cirigliano, ha donato una tar-ga, con incise le parole del Salmo 109, così pure un‟altra targa è giunta dalla comunità di Frusci-Miraldo, il cui delegato, Francesco La Banca, ha offerto un crocifisso realizzato dalle sue abili mani. Carla Lardo ha concluso, augurandogli di continuare ad indirizzare per le vie della fede e del dovere, della bontà e della carità, quanti incon-trerà nel suo cammino sacerdotale, così come aveva an-nunciato il 12 luglio 1959, giorno della sua ordinazione sacerdotale. Alla celebrazione in Chiesa, durata 3 ore, è seguito in piazza il momento di convivialità, allietato dalla musica e dal luccichio delle luminarie allestite per l‟occasione. Una vera festa, vissuta nella gioia, nell‟armonia della Grazia, nell‟esaltazione dell‟anno sa-cerdotale, con il fervore della “caritas in veritate”.

Teresa Armenti

La Redazione si unisce, commossa, al dolore profondo che ha colpito le fami-glie Latronico - Gallo per la prematura scomparsa di Domenica, fedele abbo-nata del nostro periodico “Il Paese”.

DOMENICA, c‟è un giardino, lassù,

dove ci sono i fiori più belli. Ce ne sono di tutti i tipi

e di diversa età. Chi è alto, chi basso,

chi ha il gambo delicato, chi ha la corolla vellutata

e le foglie seghettate,

ma sono tutti pronti a schiudersi ai raggi dell‟Amore.

La tenerezza, la gioia e il sorriso si inchinano all‟unisono.

La fedeltà coniugale e la maternità all‟edera si stringono.

La sofferenza alla Croce si abbraccia e riceve celestiali carezze.

Domenica, tu, con i tuoi petali, li rappresenti tutti,

sei il fiore più completo che si muove con grazia e semplicità

anche nella dura prova. Il Signore ti ha voluto

nel suo giardino, perché col tuo profumo,

che sa d‟incenso, vuole stordire le miserie del mondo.

Ha mandato in soccorso la Madonna del Carmelo

che dolcemente ti ha addormentata. Al risveglio ti sei trovata accanto al tuo Silvano.

Ora, la vostra fragranza squarcia l‟infinito

e distilla aromi di conforto sui vostri cari affranti dal dolore.

Teresa Armenti

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 14

LE SARACENIADI - XIII EDIZIONE -

O rmai siamo arrivati al XIII anno. Può sembrare il solito cliché, una routine ripetuta e noiosa; invece è

tutto il contrario. Ogni volta ci sono novità, ogni volta c‟è impegno. Le Saraceniadi, le Olimpiadi dello Sport a Castelsaraceno, ideate e portate avanti con tenacia ed entusiasmo dal dirigente scolastico, Prospero Cascini, hanno coinvolto, come al solito, le varie istituzioni ed associazioni presenti sul territorio, gli operatori civili e sanitari, i responsabili dell‟ordine pubblico, le famiglie degli alunni e, in primo luogo, la scuola con i suoi com-ponenti: dai docenti di ed. fisica, a quelli di ed. musicale, ai collaboratori del dirigente, al D.S.G.A al personale di segreteria e A.T.A e agli alunni delle classi terze della scuola media. Si è svolto tutto in nome dello sport, che rappresenta un importante agente di inclusione sociale, di partecipazione alla vita di gruppo, con l‟allestimento dello stand della Pro Loco e l‟attenta vigilanza della Protezione Civile. E‟ lo sport che è spirito di confronto e voglia di incontro in una festa che unisce la comunità; è lo sport che si lascia sponsorizzare da Carmela ed Enzo De Mare con i cappellini colorati, che abbatte le barriere e spinge alla sana competizione. Ben 14 sono state le scuole che hanno partecipato, provenienti da Agromon-te, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castel-saraceno, Castronuovo S. Andrea, Episcopia, Francavilla, Gallicchio, Roccanova, Rotonda, San Chirico Raparo, Senise, Spinoso, Viggiano. La giornata è iniziata con il giro per il paese della Fiaccola inaugurale portata dagli alunni di Castelsaraceno che si sono improvvisati tedofo-ri e dalla docente di ed. fisica Stefania Lo Tierzo. Le ra-gazze si sono esibite in una danza coreografica preparata con competenza dall‟insegnante di ed. musicale Maria Teresa De Santo. In mattinata, le competizioni si sono svolte nell‟ampio campo sportivo, sotto la guida accorta dei professori Stefano Rito Marcone, Pantaleone Del Regno, giunti dalla vicina Campania, dei rispettivi do-centi di ed. fisica, di AnticSanja, e del tecnico comunale, Egidio Iacovino. Nella tarda mattinata, l‟arrivo del diri-gente scolastico Giovanni Robertella, in rappresentanza dell‟Ufficio Scolastico Provinciale, ha dato maggiore ri-levanza alla manifestazione. Il lauto pranzo, preparato dai lavoratori socialmente utili, è stato offerto dall‟amministrazione comunale nei locali dell‟edificio scolastico. Nel pomeriggio, le gare di calcetto si sono svolte al centro sociale. Di sera, la premiazione è avve-nuta in piazza, alla presenza del sindaco, Domenico Mu-scolino e dei dirigenti scolastici Prospero Cascini, Maria Giovanna Chiorazzo e Maria Pina Miraglia. I vari mo-menti della giornata sono stati animati dagli interventi,

anche musicali, del bravo ed incompa-rabile Rocco De Pierro. Hanno rag-giunto la prima posizione: Ragazze ‟97: Vali-noti Giusi di Spi-noso, per la cate-goria 60 metri; Ciancia Enza di S. Chirico Raparo, per la categoria 800 metri; Castelluccio Inferiore ha fatto il pienone: Gioia Lorena per il salto in lungo; Bruno Daniela per il salto in alto; Gioia Marika per il vortex; Bruno, Gioia, Gioia, Verbicaro per il 4x100 staffetta: Ragazzi ‟97: Cupparo Antonio di Francavilla per la cate-goria 60 metri; Lardo Federico di Castelsaraceno, per la categoria di 800 metri e per il salto in alto; Gatta Jona-than di Spinoso per il salto in lungo; Bonvegnia Alessan-dro di Viggiano per il vortex; Cupparo, Melfi, De Luca, Perretta di Francavilla per la staffetta 4x100. Cadetti 95/96: Di Francavilla, Placanico Luca per gli 80 e i 1000 metri; De Marco, Rossi, Lofrano, Placanico per la staffetta 4x100; Di Tomaso Vincenzo di Rotonda per il salto in lungo; Funaro Giannantonio di Viggiano per il salto in alto; Bellizio Antonio di Roccanova per il peso. Cadette 95/96: Di Spinoso: Bruno Francesca per gli 80 metri e Robortella Sara per il salto in lungo; di Castelluccio Inferiore: Plastina Marica per il salto in al-to; Plastina, Orlando, D‟Armento, Vladean per la staf-fetta 4x100;. Gioia Carmen di Castelluccio Superiore per il peso. Il torneo della dama è stato vinto dalla scuola di Senise con Amendolara, Tuzio, Dragonetti. Per il torneo del calcio, il Francavilla è arrivato al primo posto, seguito dal Senise. De Marco Mattia di Francavil-la è stato premiato come migliore giocatore. Sono state distribuite coppe, medaglie e targhe ai vincitori ed ai partecipanti. Così, ancora una volta, l‟Istituto Compren-sivo di Castelsaraceno e, in particolar modo, il dirigente scolastico Prospero Cascini, a cui va il nostro grazie, può essere soddisfatto della giornata delle Saraceniadi, per-ché si é posto come centro di aggregazione culturale, sociale e civile, favorendo negli adolescenti il dominio di sé, il senso della solidarietà ed uno stile di vita salutare, con la promozione della cultura della responsabilità e della legalità, attraverso la valorizzazione del ruolo di tutti ed il rispetto del ruolo di ciascuno.

Teresa Armenti

LA SCUOLA ESCE ALLO SCOPERTO

G li inizi di giugno sono stati con-trassegnati da alcune manife-

stazioni scolastiche, che si sono svol-te sia all‟interno che all‟esterno dell‟edificio. Mostre e recite, accom-pagnate da balletti e canti, hanno interessato i vari ordini di scuola, a conclusione dei progetti portati a-vanti durante l‟anno. I bambini della scuola dell‟infanzia sono stati avviati all‟educazione stradale con il proget-to “La strada amica” (referente l‟insegnante Carmela Lardo) che li ha visti anche mettere in pratica le com-petenze acquisite con una uscita di-dattica al parco di Teggiano. Nel laboratorio espressivo, proposto agli alunni della scuola dell‟infanzia e a quelli della scuola primaria, in una prospettiva di continuità didattica tra i due Ordini di Scuola, curato dall‟insegnante responsabile Carmela Titolo, sono state stimolate le doti creative e le abilità espressive dei discenti con il coinvolgimento delle immagini, della lettura e della scrit-tura, del canto e della musica. Tali attività si sono concluse con un sag-gio dimostrativo in cui è stata offerta all‟alunno l‟esperienza del palcosceni-co e il confronto con il pubblico. An-che l‟inglese ha fatto la sua parte con canti, balli e recitazioni. “Risparmia mondo E‟ a scuola che si fa la diffe-renza…ma solo dei rifiuti”, il proget-to sulla raccolta differenziata, finan-ziato dall‟ATO, in collaborazione con il comune e con Lega Ambiente, è stato portato avanti da alcuni anni con impegno dalla scuola primaria di Castelsaraceno e di Miraldo, con il proposito di creare efficaci sinergie tra istituzioni, famiglie, cittadini, scuole, per costruire nuovi atteggia-

menti rispetto all‟ambiente ed alla sua gestione. I risultati si sono visti: in seguito alla campagna di sensibi-lizzazione, a Castelsaraceno dal 23 aprile 2007 la raccolta differenziata viene fatta porta a porta con il ritiro a giorni alterni di carta, plastica, ve-tro-alluminio da parte degli operato-ri ecologici. I ruoli questa volta si sono invertiti: sono stati i bambini a sensibilizzare i genitori e continuano ancora a farlo, per far diventare Ca-stelsaraceno “un paese virtuoso”. Per sviluppare un‟etica della responsabi-lità, il problema “rifiuti” è stato af-frontato, durante l‟anno, da un esper-to di Legambiente; visite guidate sono state fatte all‟impianto di sele-zione di Tito e al termovalorizzatore “La Fenice” di Melfi. A conclusione del percorso, è stata allestita una mo-stra delle esperienze e dei materiali realizzati, è stata distribuita anche una brochure di pubblicità sociale e tutti gli alunni, dai più piccoli ai più grandi, si sono esibiti in un recital ecologico nel Gioco dell‟Oca, natura-le scenario per questo genere di rap-presentazioni ed incontri. I bambini hanno incantato con la loro genuina bravura la numerosa platea costituita da genitori, nonni, parenti ed autorità intervenute, tra i quali il dirigente scolastico Prospero Cascini, il sindaco Domenico Musco-lino e la rappresentante di Legam-biente Valeria Tempone. Sotto la direzione dell‟insegnante Marisa D‟Elia, referente del progetto, sup-portata da tutte le sue colleghe di lavoro, i bambini si sono, a dir poco, divertiti in un fantastico girovagare e piroettare tra la Terra e i Marziani, h a n n o l a n c i a t o m e s s a g g i

sul l ‟ inquinamento , sul buco nell‟ozono, dando preziosi consigli sul riciclo. Dal titolo “Una città pulita”, il recital musicale, coordinato da Rocco De Pierro, che ha messo a disposizio-ne il suo impianto musicale, è stato seguito da tutti con attenzione. Gli alunni sono stati eccezionali! E a considerare la loro verde età, grande merito va alle insegnanti che hanno sicuramente dovuto lavorare parec-chio, con professionalità e pazienza, per riuscire a trasformare i piccoli allievi in attori, perché loro hanno dominato la scena con disinvoltura e padronanza, senza lasciarsi affatto intimorire dal tantissimo pubblico intervenuto. Gli spettatori hanno avuto la gioia di trascorrere un paio d'ore nella più completa allegria, trascinati e immer-si nel mondo meraviglioso e magico dell'Infanzia.

Mensile d’informazione Castelsaraceno - Giu./Luglio 2009 N. 46 Pagina 15

Oro i paglia

S'è fatto oro „u grano.

A core i cavuro tremmula chiano chiano.

Chiecata a capo s'è miso a fa bbene

ma longa ponge a spica contramano.

Striculato s'annaca a li cirnicchi

e u tacataca ra trebbia l' canda a canzone.

Chi traglia, chi ssoglie, chi 'nzacca, chi piscicula ,

„a iosca a l'aria vola, „a paglia resta sola.

Rungatore

Durmia sopa „a iosca , parav'a l'acqua a mosca,

„nduvinava „a furtuna e alluccava „a luna.

Sunava l'organetto „nda chiesa cu rispetto

e a ogni matrimonio sbendava a furnacetta.

Pisava gregne a chiazza,cu favucione, paccio,

„u superchio rungava e „u cuperchio ci „ncuppulava.

Valerio Cascini