Il paesaggio nell’ arte

48
IL PAESAGGIO NELL’ ARTE PROTAGONISTA E COMPRIMARIO

Transcript of Il paesaggio nell’ arte

Page 1: Il  paesaggio nell’ arte

IL PAESAGGIO NELL’ ARTEPROTAGONISTA E COMPRIMARIO

Page 2: Il  paesaggio nell’ arte

La percezione del paesaggio ci comunica dello spaziodel luogo - del tempo – degli elementi naturali e del costruito.

Ponendoci una serie di domande che attivano le curiosità del sapere concorrendo a definire l’universo della cultura.

Aratura a Nevers -Rosa Bonheur, 1849

Page 3: Il  paesaggio nell’ arte

Nella sua "Storia della bellezza", Umberto Eco ha provato a convincerci che ogni epoca storica ha avuto la propria idee di bellezza basata sulla cultura del tempo. Dalla metà del ventesimo secolo gli

studiosi tendono ad interpretare l'arte in termini del contesto storico e culturale della sua produzione;

una sorta di nature versus nurture.

Vista dal monte Holyoke Northampton-Thomas Cole

Page 4: Il  paesaggio nell’ arte

nature versus nurture riguarda l'importanza relativa delle qualità innate di un individuo ("natura" cioè nativism, o Innatismo) versus esperienze personali

("nurture" cioè empirismo o comportamentismo) nel determinare o causare le differenze individuali nei tratti fisici e di comportamento.

Isaac Ilitch Levitan – Autunno dorato,1895

Page 5: Il  paesaggio nell’ arte

Per millenni dall’età preistorica, si ècompiuto il lungo processo di sviluppo e diffusione degli insediamenti abitativi,

senza sostanziali alterazionidella conformazione “naturale” del territorio.

La limitatezza degli interventi operati dall’uomo, sul paesaggio, si spiega considerando la relativa modestia degli insediamenti stabili e la marginale incidenza

delle pratiche agricole sul contesto ambientale.Anche se alcune civiltà arrivarono a modificare in misura significativa alcuni caratteri del

territorio posto sotto il loro diretto controllo, si trattò comunque di situazionisempre circoscritte a un comprensorio locale, non estese su vasta scala e in genere

prive di una pianificazione che oltrepassasse la ristretta dimensione regionale.

G. Fattori-Riposo in Maremma

Page 6: Il  paesaggio nell’ arte

Solo in epoca romana si realizzarono interventi profondi e di più ampia portata,con i quali si iniziò a connotare in maniera sostanziale

il paesaggio naturale e, soprattutto, a considerarlo in stretta relazione alle esigenze e alle necessità dell’insediamento umano.

« In tutte queste cose che si hanno da fare devesi avere per scopo la solidità, l'utilità, e la bellezza. » Vitruvio

Appia Antica - Roma - Acquedotto

Page 7: Il  paesaggio nell’ arte

Il forte processo di inurbamento delle popolazioni seguito alla fondazione di nuove città determinò cambiamenti radicali nella vita economica e sociale

di queste regioni, mutamenti che ebbero modo di ripercuotersi in maniera significativa anche sulla struttura stessa del territorio.

Ponte del Gard-17 a.C.

Page 8: Il  paesaggio nell’ arte

Cambia significativamente anche la percezione della natura da parte degli artisti che cominciarono ad interpretare i singoli elementi come soggetto slegato dalla

realtà, riproducendoli in senso allegorico e propiziatorio .

Tomba di Nakht-Tebe, 139 a.C

Page 9: Il  paesaggio nell’ arte

L'esempio più antico di pittura romana di

giardino lo troviamo negli affreschi del

ninfeo sotterraneo della villa di Livia, dove viene

ricreata con accurata precisione una varietà di piante (23 specie) e di uccelli ( 69 varietà)

Page 10: Il  paesaggio nell’ arte

Generalmente si ritiene che Il primo medioevo abbia eliminato dai manufatti artistici l’immagine del paesaggio,

lasciando che una patina dorata facesse da fondale alle iconografie religiose, dai mosaici

ravennati alle pale d’altare dei pittori pregiotteschi.Non mancano tuttavia esempi significativi anche se fortemente simbolici

di paesaggio.

Ravenna-Basilica di San Vitale

Page 11: Il  paesaggio nell’ arte

Nel secondo medioevo una ridefinizione “simbolica” del paesaggio,volutamente rinunciataria della rappresentazione realistica, accentua l’abissale

distanza tra i valori eterni del divino e quelli effimeri dell’umano:non ritrae la mutevole realtà, ma l'eterno ideale.

Palazzo dei Normanni-stanza di Ruggero

Page 12: Il  paesaggio nell’ arte

Con la Scuola Senese del primo trecento si riscopre la bellezza dello spazio aperto all’umano godimento, ad opera di Simone Martini riaffiora la

rappresentazione pressoché realistica del paesaggio medioevale. Nel celebre affresco “Guidoriccio da Fogliano”

ritroviamo una veduta che mette a confronto un nucleo insediativo fortificato ed un territorio aperto

esaltato nelle sue caratterizzazioni morfo-geologiche.

Page 13: Il  paesaggio nell’ arte

Ambrogio Lorenzetti negli affreschi “Effetti del buono e del cattivo governo”

conferisce al paesaggio urbano un ruolo protagonistico e significativamente documentario, esaltandone le valenze di ambientamento di vita dalle reali

proporzioni.

Page 14: Il  paesaggio nell’ arte

 Negli affreschi di Lorenzetti si vede l’opposizione drammatica tra la ricerca del benessere proprio (origine di ogni violenza ) e la tensione al bene comune, che mentre realizza una convivenza armonica, salva l’io, conservandone le dimensioni proprie, non riconducibili

a un piccolo possesso, sproporzionato al suo animo.

Page 15: Il  paesaggio nell’ arte

Nell’Europa centro settentrionale saranno i maestri fiamminghi

Hubert e Jan van Eych ad inaugurare il nuovo corso della rappresentazione paesistica che,

dal meticoloso disegno miniaturistico approderà

all’esaltazione cromatica della luminosità attraverso l’impiego

della pittura ad olio.

Polittico di Gand 1432 (particolare)

Page 16: Il  paesaggio nell’ arte

Albert Dǖrer completerà il ciclo di

rappresentazione realistico intuitiva,

del paesaggio fiammingo

inaugurato da Jan van Eyck,

con la meticolosa definizione dei suoi

acquerelli topografici.

Page 17: Il  paesaggio nell’ arte

Di grande rilievo, nella cultura paesaggistica del Rinascimento,l’opera di Giovanni Bellini, dotato di una straordinaria sensibilità nel cogliere i

movimenti della luce solare nelle diverse ore del giorno, ne seppe magistralmente catturare gli effetti cromatici a piena esaltazione dell’ambiente rappresentato.

Orazione nell orto-Giovanni Bellini

Page 18: Il  paesaggio nell’ arte

Antonello da Messina

Nella Crocifissione di Anversa, lo sfondo è composto da un paesaggio con uno specchio d’acqua che si perde in lontananza, popolato da numerosi animali e tracce della presenza umana, come le rovine di un edificio antico, un castello, delle mura abbandonate. Si tratta di richiami al mondo classico che all'epoca erano frequenti nelle rappresentazioni dell'Italia settentrionale, mentre l’ iconografia proviene da modelli nordici.Il paesaggio potrebbe essere ispirato dalla reale visione dello stretto di Messina ripreso dalle colline della valle del torrente Camaro, che sfociava nello stretto.

Page 19: Il  paesaggio nell’ arte

Resurrezione

Nel celebre dipinto realizzato da Piero della Francesca per il Palazzo dei Conservatori (attuale Museo Civico di Sansepolcro. Il paesaggio immerso nella luce dell’alba ha una valenza simbolica: il contrasto tra gli alberi spogli alla destra del Cristo e gli alberi frondosi alla sua sinistra vuole significare il rinnovamento dell’umanità attraverso la luce della Resurrezione.

Page 20: Il  paesaggio nell’ arte

Ritratto di Battista Sforza

Il punto di fuga della rappresentazione, a “volo d’uccello”, si trova sulla Rupe di Pietracuta.Battista era particolarmente legata a quel luogo poiché nel 1462, sorpresa da un improvviso inverno, soggiornò al castello sopra la Rupe. Piero della Francesca, quindi, non avrebbe potuto scegliere luogo simbolicamente più idoneo per rappresentare il fondale del ritratto della Duchessa.Dalla Rupe, Piero abbraccia un territorio molto esteso che, risalendo il fiume Marecchia sfuma lentamente fino alle cime della confinante Toscana,restituendoci corrispondenze paesaggistiche sorprendenti.

Page 21: Il  paesaggio nell’ arte

Una nuova concezione della rappresentazione realistico scientifica del paesaggio “di sfondo” lo troviamo nelle sperimentazioni di

Antonio Benci (detto il Pollaiolo) che supera il realismo intuitivo di derivazione Fiamminga

per consolidare quello scientifico del Rinascimento Italiano.

Ratto di dejanira Antonio del Pollaiolo 1480

Page 22: Il  paesaggio nell’ arte

Leonardo da Vinci , con il "primo disegno di puro paesaggio" dell'arte occidentale, trattato cioè con dignità autonoma, e svincolato dal soggetto sacro o profano.

Introduce innovazioni anche nella rappresentazione prospettica e realistico scientifica del paesaggio .

Leonardo da Vinci paesaggio con fiume 1473

Page 23: Il  paesaggio nell’ arte

Mantegna ci mostra il virtuosismo delle rappresentazioni prospettiche che impiegò soprattutto nelle vedute paesaggistiche che fanno da sfondo allerappresentazioni sacre proposte con monumentale enfasi, pur nella loro

realistica definizione.

Pala di San Zeno a Verona

Page 24: Il  paesaggio nell’ arte

Giorgione Tramonto 1505

Giorgione è ritenuto il maestro della svolta nella rappresentazione iconografico paesaggistica veneta , dove il colore struttura la composizione, raffigurando, come

scrive il Vasari. “le cose vive e naturali...senza far disegno”.

Page 25: Il  paesaggio nell’ arte

Giorgione-La Tempesta

Dove alcuni vedono la tempesta come la manifestazione della potenza e la vendetta di un Dio, altri vedono solo la forza della natura. La natura è indiscriminata, non giudica, non cerca di punirti. È in grado di distruggere, ma non è il caso di preoccuparsi per questo; è semplicemente il senso delle cose e nessun uomo può indurre un fulmine a non colpirlo con la preghiera, con la devozione o con qualsiasi altra azione analoga.

Page 26: Il  paesaggio nell’ arte

Tiziano sviluppò la pittura di tono, sulla quale si fondava il nuovo corso di rappresentazione paesaggistica della scuola veneta, ma guardò anche alle

innovazioni introdotte da Mantegna, Durer e Raffaello, nella realistica definizione dei paesaggi “di sfondo”.

Tiziano - Concerto campestre

Page 27: Il  paesaggio nell’ arte

I suoi paesaggi, nella rappresentazione di scenemitologiche, diventano evocativi e celebrativi, quasi sconfinando nel

fiabesco, immersi in un clima surreale che sarà fonte di ispirazione alla rappresentazione manieristica e barocca.

Tre età dell’uomo-Tiziano, 1512

Page 28: Il  paesaggio nell’ arte

Raffaello, nella realistica definizione dei

paesaggi “di sfondo”.Pone i protagonisti della

scena ( la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista) in un paesaggio

naturale, con uno scorcio di un fiume e qualche albero. Mentre la Vergine è seduta sulle rocce, i due bambini

giocano.

Page 29: Il  paesaggio nell’ arte

Allusione al proverbio fiammingo "nessun aratro si ferma perché muore un uomo". Il tema stesso del dipinto, quello più profondo, sembra ispirarsi a questa massima, leggibile in chiave didascalica, ma anche politica: per

quanto si stia verificando un evento di importanza eccezionale, la vita e le fatiche degli uomini comuni proseguono senza stravolgimenti.

IcarusPieter Bruegel il Vecchio1558

Page 30: Il  paesaggio nell’ arte

Fienagione - 1565

Il dipinto ha il ritmo e l’allegria della festa campestre, Il punto di vista dall’alto verso il basso mette in evidenza gli straordinari valori paesaggistici che Bruegel originario delle Fiandre, regione quasi totalmente pianeggiante, ha ricevuto nell’attraversamento delle alpi durante un suo viaggio in Italia. La memoria delle vette e dei picchi rocciosi prende forma in immagini dove realtà e fantasia si mescolano in modo suggestivo.

Page 31: Il  paesaggio nell’ arte

E’ il paesaggio «ideale» per eccellenza: ogni elemento è accuratamente selezionato ma reso in una sintesi pittorica che trascura il singolo dettaglio; la costruzione è razionale ma genera un effetto di grande naturalezza. Annibale

inventa un linguaggio assolutamente moderno, guarda alla campagna romana con occhi nuovi, distante dai descrittivi ricordi di viaggio propri dei pittori

fiamminghi, rappresenta la natura non quale è ma quale “dovrebbe essere”

Fuga in Egitto

Page 32: Il  paesaggio nell’ arte

I paesaggi, nelle opere del Domenichino sono caratterizzati da un’apertura spaziale che l’occhio coglie nella sua interezza, senza che la profondità venga scandita da

quinte teatrali e prospettiche. Un nuovo modo di interpretare il paesaggio che influenzerà la visione spaziale di numerosi artisti a partire da Poussin.

Erminia tra i pastori

Page 33: Il  paesaggio nell’ arte

Il ritorno all’antichità classica, nel Seicento, significa rifarsi a quegli ideali di equilibrio, di ordine e di misura che sono l’essenza stessa dell’idea di “classico”. Il “vero” e il

“naturale”, pur rimanendo i presupposti della rappresentazione, per i classicisti devono essere subordinati al filtro dell’idea, che consiste nella capacità dell’artista di conferire

perfezione a ciò che è imperfetto, ordine al caos, bellezza al deforme. Il processo di imitazione idealizzante diviene il cardine della rappresentazione artistica; il fine di quest’ultima è quello di selezionare il meglio della natura, comunicando un senso di

bellezza e di delizia meglio di quanto possa fare la natura stessa.

Paesaggio con un uomo ucciso da un serpente

Page 34: Il  paesaggio nell’ arte

Con l’idea del giardino inglese che secondo William Kent, architetto capo dei giardini reali, doveva essere l’opposto del giardino all’italiana, ovvero doveva ricreare paesaggi irregolari, movimentati, “fit for the pencil of Salvator”. Così la pittura di Rosa ebbe fortuna, esaltata dai sostenitori del pictoresque gardening. Tale idea di una natura non forzata dall’uomo si collegava perfettamente all’idea del Sublime di Burke e i paesaggi del Salvator Rosa, in cui l’uomo non è che una piccola apparizione in mezzo ad una natura soverchiante, divennero modello del paesaggio romantico.

Page 35: Il  paesaggio nell’ arte

Nel Settecento il paesaggio si espresse nelle forme idealizzate, di ispirazione classica. Il sentimento del luogo settecentesco ha creato una varietà di invenzioni, di capricci, di ricostruzioni sceniche, di vedute ideate, in cui l'artista si appagava e si commuoveva. La corrente estetica del vedutismo artificioso sollecitava l'immaginario e coincideva con il gusto dello spettacolo in sé: cogliere dal vero quanto serve a trasferire l'immagine nel sentire interiore.

Canaletto-Il Bacino di San Marco verso est

Page 36: Il  paesaggio nell’ arte

Secondo i romantici, l'infinito genera nell'uomo

un senso di terrore e impotenza, definito

sublime, che non sono tuttavia recepiti in modo

violento, tali da deprimere il soggetto, ma al contrario l'incapacità e la paralisi nei

confronti dell'assoluto si traduce nell'uomo in un

piacere indistinto, dove ciò che è orrido, spaventevole e

incontrollabile diventa bello.

Page 37: Il  paesaggio nell’ arte

La natura è stato un soggetto assai caro agli artisti dell'Ottocento: C.D. Friedrich, si interessava a scoprire il lato mistico, simbolico, visionario della natura e a

trovarvi la potenza imperiosa che spaventa e atterrisce l'uomo. Constable, invece, si accostò alla natura con animo diverso, preoccupandosi piuttosto di scoprirvi angoli piacevoli ed accoglienti, in cui gli elementi naturali e quelli

artificiali coesistono armonicamente, confrontandosi in un sereno equilibrio.

John ConstableIl carro di fieno

Page 38: Il  paesaggio nell’ arte

Turner si servì di figure umane in molti dei suoi dipinti, da un lato per mostrare il suo amore per l'umanità (indicative le frequenti scene di persone che bevono,

festeggiano o lavorano ritratte in primo piano), dall'altro per evidenziare la vulnerabilità e la volgarità dell'umanità al confronto con la suprema natura del

mondo, una natura che ispira soggezione, di una selvaggia grandiosità, un mondo naturale che l'uomo non può dominare, segno evidente del potere di Dio

La valle di Ashburnham- W.Turner

Page 39: Il  paesaggio nell’ arte

Gustave CourbetIl bello è nella natura, e si incontra nella realtà sotto le forme più diverse. Non appena lo si trova, esso appartiene all'arte o piuttosto all'artista che sa vedervelo. Il bello, come la verità è una cosa relativa al tempo in cui si vive ed all'individuo atto a concepirlo. L'espressione del bello è in proporzione diretta alla potenza di percezione acquisita dall'artista.

Page 40: Il  paesaggio nell’ arte

Camille Corot – Volterra 1834

La decisa intenzione del pittore di trascrivere la realtà come si presenta allo sguardo dell'osservatore, senza abbellimenti o riferimenti letterari, traspare sempre più

prepotente nelle opere di Corot, attraverso lo studio realistico della luce, la solida costruzione plastica e la semplicità della composizione; per fissare l’attimo significativo e,

come sosteneva Corot , «mai perdere la prima impressione che ci ha commossi».

Page 41: Il  paesaggio nell’ arte

Per Cesanne il paesaggio è armatura, struttura e quindi durata, e intorno alla sua montagna Sainte -Victoire i pini storniscono appena alla luce tremula del meriggio per meglio sottolineare il tempo lungo, se non l’eternità, dell’architettura dei calcari che il pittore mette in evidenza quasi come farebbe un geologo. Non più comunione o effusione, bensì ricerca delle leggi comuni all’oggetto e al soggetto che lo osserva.

Page 42: Il  paesaggio nell’ arte

Nella metà del XIX secolo, il paesaggio diventa un genere preponderante ; attratti in un primo tempo dalla foresta e dai sottoboschi, gli artisti, affascinati dallo studio delle

vibrazioni luminose, hanno una naturale propensione per il mare. La costa normanna - facilmente raggiungibile in treno -, con i suoi "soli bagnati" ed i suoi "cieli offuscati", con

una luce che muta di continuo, affascina in modo particolare i pittori e li spinge a studiarne una trascrizione pittorica.

Claude Monet – "Burrasca a Etretat"

Page 43: Il  paesaggio nell’ arte

Nel 1862, Boudin inaugura un tema particolare, quello delle spiagge di Deauville e Trouville affollate da una moltitudine di persone eleganti e spensierate. Ricorrendo ad una pennellata leggera e rapida, l'artista raffigura le vibrazioni luminose e riproduce il lato effimero di una ventosa giornata d'estate. L'artista dedica all'" incantevole vista delle nubi" evanescenti una

serie di studi eseguiti a pastello molto ammirati da Charles Baudelaire che parla della sua "collezione di cieli"

Boudin – Deauville

Page 44: Il  paesaggio nell’ arte

"Sono rapito da questo paesaggio selvaggio, il mare è incredibilmente bello e circondato da scogliere fantastiche ; sono estasiato da questo paesaggio infinito, soprattutto perché

mi costringe ad andare oltre a ciò che facevo abitualmente mentre raffiguravo la Manica. L'Oceano, però, è tutta un'altra cosa", scrive Claude Monet, da Belle-île,

all'amico Gustave Caillebotte. Ogni tipologia di mare ha le sue specifiche caratteristiche che comportano una trasformazione dello stile e delle equivalenze pittoriche.

Claude Monet – Scogliera di Etretat

Page 45: Il  paesaggio nell’ arte

Van Gogh – Campi di grano

Nella pittura di Van Gogh in Provenza troviamo una variegata gamma di verdi per i campi, ocre per le foglie e le case, e sopra di esse modellate in azzurro/viola le montagne e in un verde/giallo il cielo, formando un lieve contrasto di colori complementari, che prosegue nel breve passaggio di toni che conduce al meraviglioso anti naturalismo degli alberi. A questo dunque aveva condotto Van Gogh il paesaggio impressionista. Scavare con un colore che non rappresentava ormai quasi più il visibile, ma si addentrava tra le più graffiate profondità dell’anima lacerata, dove insieme si consumano il tempo e il destino.

Page 46: Il  paesaggio nell’ arte

Il fauvismo anticipa il passaggio fra la pittura figurativa e la pittura del XX secolo, che cerca di superare l’arte figurativa per tentare di uscire dai limiti del realismo. La natura si propone come

il riflesso dell’irrazionale tentativo di sfuggire alle regole fisiche del visibile, per approdare ad una coscienza interiorizzante dell’essere.

Derain

Page 47: Il  paesaggio nell’ arte

Si conclude, con l’intento di affrontare in un altro ambito il paesaggio nell’arte del novecento e contemporanea, la nostra breve indagine nella storia dell’arte, delle

testimonianze dall’epoca romana fino all’arte del ‘900: espressioni diverse che hanno come tema comune la rappresentazione del paesaggio, trattato, nel corso dei secoli, come dato oggettivo, simbolico (religioso o laico) , oppure come stato

d’animo.

Alberto Burri - Il grande cretto di Gibellina

Page 48: Il  paesaggio nell’ arte

PRESENTAZIONE a cura diANTONIO CURRELI

«La gente con lo sguardo innocente non ha difficoltà a vederci chiaro…».

Max Ernst

Jules Bastien-Lepage-Fienagione - 1877