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Ministero dell Ministero dell Interno Interno Corpo Nazionale Vigili del Fuoco Corpo Nazionale Vigili del Fuoco 1 “Il nuovo Decreto Ministeriale sugli Impianti di Protezione Attiva: cenni generali e impostazione di base” Dott. Ing. Piergiacomo Cancelliere, Ph.D. Funzionario Direttivo Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza Tecnica AREA VI – PROTEZIONE ATTIVA RIMINI, 28 novembre 2014

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“Il nuovo Decreto Ministeriale sugli Impianti di Protezione Attiva: cenni

generali e impostazione di base”

Dott. Ing. Piergiacomo Cancelliere, Ph.D.Funzionario Direttivo

Direzione Centrale per la Prevenzione e la Sicurezza TecnicaAREA VI – PROTEZIONE ATTIVA

RIMINI, 28 novembre 2014

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−− GeneralitGeneralitàà−− Progettazione, Progettazione,

installazione e installazione e manutenzionemanutenzione

−− DocumentazioneDocumentazione−− Disposizioni Disposizioni

particolariparticolari−− Aspetti di Aspetti di

vulnerabilitvulnerabilitàà al al sismasisma

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Sulla Gazzetta Ufficiale N. 3 del 4 Gennaio 2013:

DECRETO 20 dicembre 2012 

“Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di 

prevenzione incendi”

ENTRATO IN VIGORE IL 04 APRILE 2013

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Si disciplina (art. 1):

PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE,ESERCIZIO E MANUTENZIONE

degli  impianti  di  protezione  attiva  contro l'incendio  installati nelle attività soggette ai controlli  di  prevenzione  incendi  (DPR 151/2011).

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La  necessità di  installare  impianti  di  protezione attiva contro l’incendio può discendere da :

‐ disposizioni  legislative  specifiche  di prevenzione incendi  (regole tecniche);

‐ Valutazione del rischio relativo all’incendio;

‐ Indicazione  specifica  dei  Comandi  provincialidei vigili del fuoco nell’ambito dei procedimenti di prevenzione incendi (DPR 151/2011).

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Sono  considerati  impianti  di  protezione  attiva  o sistemi di protezione attiva    contro  l’incendio    (art. 1.2. dell’ allegato tecnico)

‐ Impianti di rivelazione  incendio e segnalazione allarme incendio;

‐ Impianti di estinzione o controllo dell’incendio (automatici o manuali);

‐ Impianti di controllo del fumo e del calore.

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Si applica  agli impianti(art. 2):

• di nuova costruzione• esistenti  alla  data  di  entrata  in  vigore    (4  aprile 

2013)  nel  caso  essi  siano  oggetto  di  interventi comportanti la loro modifica sostanziale (definita  come  trasformazione  della  tipologia dell’impianto  originale  – natura  dell’impianto  o dell’agente estinguente ‐ o ampliamento  della sua dimensione  tipica    ‐ es.  impianti di  rivelazione ed allarme incendio, numero dei rivelatori; impianti di estinzione  e  controllo,  numero  degli  erogatori, ecc.‐ oltre 50%)

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Sono esclusi dal campo di applicazione gli impianti installati in:

• attività RIR (D.Lg.vo 17.8.99, n. 334) ;• edifici interesse storico  e  artistico destinati a 

biblioteche ed archivi (DPR 30.6.95 n.418);• edifici  storici ed artistici destinati a musei, gallerie, 

esposizioni e mostre (DM 20.05.92 n. 569);• impianti  distribuzione stradale di GPL per 

autotrazione (DPR 24.10.2003, n. 340);• depositi di GPL in serbatoi fissi…;• depositi di soluzioni idroalcoliche (DM 18/5/95) • … .

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Negli  impianti  devono  essere  impiegati  prodotti regolamentati da disposizioni comunitarie (art. 3).

Possono  essere  impiegati  prodotti  non regolamentati  dalle  disposizioni  comunitarie, purché legalmente fabbricati e commercializzati  in uno  degli  Stati membri  dell’Unione  europea  o  in Turchia, o  legalmente  fabbricati  in uno degli Stati firmatari  dell’Associazione  Europea  di    liberi scambio  (EFTA)  – Islanda,  Norvegia,  Svizzera  e Liechtenstein. 

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OBIETTIVI (art. 4)Gli  impianti  costituiscono  accorgimenti  intesi  a ridurre  le  conseguenze  degli  incendi  a  mezzo  di rivelazione,  segnalazione  allarme,  controllo  o estinzione evacuazione di fumo e calore.

Gli  impianti devono essere progettati,  realizzati e mantenuti  a  regola  d'arte  secondo  quanto prescritto  dalle  specifiche  regolamentazioni,  dalle norme di buona tecnica e dalle istruzioni fornite dal fabbricante. 

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Al p.to 1.2 dell’allegato  tecnico    si  stabilisce cosa debba intendersi per regola dell’arte :

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RESPONSABILITA’ (art. 4)

RESPONSABILITÀ DEI PROGETTISTII  parametri  e  le  caratteristiche  utilizzati  per  la 

progettazione  degli  impianti  sono  individuati  daisoggetti  responsabili della valutazione del  rischio di incendio e della progettazione

RESPONSABILITÀ DEI TITOLARI ATTIVITÀ/D.D.L.Gli  enti  e  i  privati  hanno  l'obbligo  di mantenere  le condizioni  che  sono  state  valutate  per l'individuazione dei parametri e delle caratteristiche.

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ABROGAZIONI ED AGGIORNAMENTI  (art. 6)

Sono  abrogate  le  disposizioni  di  prevenzione incendi  in  contrasto  con  le previsioni del presente decreto. Il decreto si aggiorna con  l’emanazione di Decreti Ministeriali….perciò…..MENO SNELLO DEL DM 7.08.12: che si aggiorna con decreti direttoriali.

ENTRATA IN VIGORE  (art. 7)Entrata  in  vigore  (90° giorno dalla pubblicazione sulla G.U.)

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• se progetto relativo ad impianto da realizzare in  conformità alle  norme  pubblicate  da  un ente di normalizzazione europea  (CEN, UNI o altro ente normatore appartenente agli Stati membri UE  o  contraenti  SEE):  professionista iscritto ad albo professionale

• se progetto relativo ad impianto da realizzare secondo  norme  di  organismi internazionalmente  riconosciuti  nel  settore antincendio (es. NFPA): professionista  iscritto ad  albo  ed  anche elenchi    del  Ministero Interno (professionista antincendio)

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• Gli    impianti devono essere  installati a regola d’arte  seguendo  il  progetto,  le  vigenti normative  e  le  regolamentazioni  tecniche applicabili

• L’impresa  installatrice  deve  fornire  al responsabile  dell’attività anche  la documentazione  finale  richiamata  dalla norma  impiegata  per  la  progettazione  e installazione dell’impianto, nonché il manuale d’uso e manutenzione. Tale documentazione ètenuta a disposizione per eventuali controlli

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• I  responsabili  delle  attività hanno  l’obbligo  di mantenere  le  condizioni    (parametri  e  caratteristiche) assunte per valutare il rischio e su cui si basa il progetto degli impianti stessi (dati di input del progetto)

• Il  manuale  d’uso  e  manutenzione,  redatto  in  lingua italiana e  comprendente  le  istruzioni necessarie per  la corretta gestione dell’impianto  e per  il mantenimento in  efficienza  dei  suoi  componenti,  deve  essere predisposto  dall’impresa  installatrice  e  consegnato  al responsabile dell’attività.Per  impianti privi del manuale ed eseguiti prima del 4 aprile  2013,  il manuale  è redatto  da  un  professionista antincendio

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VALUTAZIONE DEL PROGETTO (DPR 151/2011, art. 3)

‐ impianto  da  realizzare  secondo  norme pubblicate  dall’Ente  di  Normalizzazione  EU: specifica tecnica Impianto

‐ impianto  da  realizzare  secondo  norme pubblicate  da  organismi  di  standardizzazione internazionalmente  riconosciuti  nel  settore antincendio: specifica tecnica impianto a firma di professionista antincendio

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SPECIFICA DELL’IMPIANTO (1)Deve comprendere:• una  sintesi  dei  dati  tecnici  che  descrivono  le prestazioni dell’impianto; 

• le  caratteristiche  dimensionali  (portate specifiche, pressioni operative, caratteristica e durata  dell’alimentazione,  dell’agente estinguente,  estensione  dettagliata dell’impianto, ecc.);

• le caratteristiche dei componenti da impiegare nella  realizzazione  (tubazioni,  erogatori, sensori, riserve di estinguente, ecc.)

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SPECIFICA DELL’IMPIANTO (2)Deve comprendere:• il  richiamo  della  norma  di  progetto  che  si intende applicare;

• la classificazione del livello di pericolosità, ove previsto;

• lo  schema  a  blocchi  dell’impianto  da realizzare;

• l’attestazione  dell’idoneità dell’impianto  in relazione  al  pericolo  di  incendio  presente nell’attività.

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CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI(DPR 151/2011, art. 4)

‐ impianto  realizzati secondo norme pubblicate dall’Ente di Normalizzazione EU:a) dichiarazione di    conformità (DICO)  , per 

impianti soggetti al DM 37/2008;b) dichiarazione  di  corretta  installazione  e 

corretto  funzionamento  dell’impianto (DM    7/8/2012, modello  PIN  DICH.IMP)  a firma  dell’impresa  installatrice,  per impianti non soggetti al DM 37/2008. 

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CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI(DPR 151/2011, art. 4)

c) certificazione di rispondenza e di corretto funzionamento  dell’impianto  (DM 7/8/2012, modello  CERT.IMP.)    a  firma  di un  professionista  antincendio,  per  gli impianti  privi  della  dichiarazione  di conformità e realizzati prima del 4/4/ 2013

Il  progetto  e  gli  allegati  devono  essere  consegnati  al responsabile  dell’attività il  quale    non  deve  inviarli  al Comando VVF ma deve esibirli in caso di controlli

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CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI(DPR 151/2011, art. 4)

CASO PARTICOLAREPer  impianti  installati  in attività per  le quali 

sono  stati utilizzati i criteri di valutazione del  livello  di  rischio  e  di  progettazione delle misure compensative previsti dal DM 9 maggio  2007  (FSE),  le  dichiarazioni  di cui in a) e b)  devono essere integrate con la  certificazione  di  rispondenza  e  di corretto  funzionamento    dell’impianto (CERT.IMP)  a  firma  di  professionista antincendio.

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CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI(DPR 151/2011, art. 4)

‐ impianto  da  realizzare  secondo  norme pubblicate  da  organismi  di  standardizzazione internazionalmente  riconosciuti  nel  settore antincendio:in  aggiunta  alle  dichiarazioni  di  cui  alle precedenti  lettere  a)  e  b)  è necessario acquisire  la  certificazione  di  rispondenza  e  di corretto  funzionamento  dell’impianto  (DM 7/8/2012,  modello  CERT.IMP.)    a  firma  di  un professionista antincendio

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REGISTRO DEI CONTROLLI MANUTENTIVI(D. Lgs. 81/2008; art6, DPR 151/2011)

Le    operazioni  di  controllo,  manutenzione  ed eventuale   verifica periodica degli  impianti di protezione  attiva  contro  l’incendio  devono essere annotate in un apposito registro.

Il  registro deve  essere mantenuto aggiornato  e reso  disponibile  ai  fini  dei  controlli  di competenza del Comando dei Vigili del Fuoco.

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RETI IDRANTI

PER  PROGETTAZIONE,  INSTALLAZIONE  ED ESERCIZIO:NORMA  UNI  10779  +  DISPOSIZIONI INTEGRATIVE

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RETI IDRANTICASO  A):  ATTIVITA’ REGOLAMENTATE  DA SPECIFICHE REGOLE DI P.I.Le  regole  tecniche,  ai  fini  dell’utilizzo  della UNI 10779, definiscono :• livelli di pericolosità• tipologia di protezione • caratteristiche  dell’alimentazione  idrica (singola,  singola superiore  o  doppia secondo la norma UNI EN 12845)

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RETI IDRANTI

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RETI IDRANTI

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RETI IDRANTI

CASO  B):  ATTIVITA’ NON  REGOLAMENTATE DA SPECIFICHE REGOLE DI P.I.Necessità di prevedere  rete  idranti e  relative prestazioni stabilite dal progettista sulla base della  valutazione  del  rischio di  incendio (valutabile anche da Comando VVF)

Progettazione ed esecuzione: UNI 10779

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RETI IDRANTISI DANNO  INDICAZIONI PER LA PROTEZIONE ESTERNA CHE INTEGRANO UNI 10779

• se  livello  di  pericolosità 3,  almeno  1  idrante  esterno collegato a rete pubblica o privata con portata  300  l/min  per  almeno  90  min  per rifornimento mezzi VF (NON DALL’ATTACCO DIMANDATA!!!);

• se Comando VF autorizza, protezione  esterna può  essere  sostituita  da  rete  pubblica  con indicazioni particolari  (idranti<100 m; portate e pressioni previste, accostamento  mezzi VF)

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RETI  IDRANTI:  continuità dell’alimentazione idrica

La  disponibilità del  servizio  può  essere  attestata mediante  dati  statistici  relativi  agli  anni  precedenti, come specificato dalla norma UNI 10779.  Analogo criterio  può  essere  utilizzato  per  la  determinazione della continuità dell’alimentazione elettrica.

LE PREDETTE ATTESTAZIONI SONO RILASCIATE DAGLI  ENTI  EROGATORI  O  DA PROFESSIONISTA ANTINCENDIO.

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IMPIANTI SPRINKLERPER  PROGETTAZIONE,  INSTALLAZIONE  E MANUTENZIONE:NORMA UNI EN 12845 + INTEGRAZIONI

Il ricorso a norme diverse dalla UNI EN 12845 è ammesso limitatamente  a  quelle  pubblicate  da  organismi internazionalmente  riconosciuti      nel  settore antincendio.

In  tal  caso  l’adozione  deve  essere  integrale  inclusa  la tipologia  ed  il  dimensionamento  dell’alimentazione idrica  e delle misure accessorie

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IMPIANTI SPRINKLERCASO  A):  ATTIVITA’ REGOLAMENTATE  DA SPECIFICHE REGOLE DI P.I.Le regole tecniche definiscono :• tipo di sprinkler• ambienti  nei  quali  è prescritto  l’impianto sprinkler

• caratteristiche  minime  dell’alimentazione idrica richiesta 

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IMPIANTI SPRINKLER

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IMPIANTI SPRINKLER

CASO  B):  ATTIVITA’ NON  REGOLAMENTATE DA SPECIFICHE REGOLE DI P.I.Necessità di  prevedere  impianti  sprinkler  e tipologia  dell’alimentazione  idrica  prevista stabilite  dal  progettista  sulla  base  della valutazione del  rischio di  incendio  (valutabile anche da Comando VVF)

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IMPIANTI SPRINKLER

CASO PARTICOLARELa  norma  UNI  EN  12845  richiede  per l’alimentazione  idrica doppia o  superiore due motopompe  oppure  una motopompa  e un’elettropompa  e  non  accetta  più due elettropompe  (come  indicava  la  UNI  9490  e come  previsto  da  numerose  norme  di prevenzione incendi)!

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ALTRI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVASono costituiti da:‐ impianti di rivelazione ed allarme incendio‐ impianti di controllo del fumo e del calore‐ altri impianti di estinzione incendioPER  PROGETTAZIONE,  INSTALLAZIONE, ESERCIZIO E MANUTENZIONE:NORME  EUROPEE  O  INTERNAZIONALI  (IN QUESTO  CASO    SI  RICHIEDE  ADOZIONE INTEGRALE DELLA NORMA)

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ALTRI IMPIANTI DI PROTEZIONE ATTIVA

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IMPIEGO DEI PRODOTTI INNOVATIVI:Lettera circolare prot. n. 14229 del 19.11.2012

L’impiego di prodotti privi attualmente di apposite specificazioni  tecniche  armonizzate,  PUÒ  ESSEREgiustificato  dalla  valutazione  dei  rischi  eseguita  da professionista,  sulla  base  di  pertinenti  certificazioni di prova rilasciate da organismi autorizzati a tal fine.

Le certificazioni di prova:‐ si  riferiscono  a  norme  o  specifiche  nazionali, 

internazionali;‐ in  assenza  di  queste,  a  specifiche  adottate  dal 

laboratorio di prova autorizzato.

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IMPIEGO DEI PRODOTTI INNOVATIVI:Lettera circolare prot. n. 14229 del 19.11.2012

Al  fine  di  rendere  più agevole  il  compito  del professionista incaricato della valutazione del rischio, il fabbricante:a) produce documentazione  tecnica, corredata delle certificazioni  di  prova,  attestante  le  caratteristiche del prodotto innovativo;b)  evidenzia  le  procedure  di  valutazione prestazionale,  con  particolare  riferimento  al comportamento  al  fuoco e  alle  eventuali  limitazioni di utilizzo individuate dagli organismi certificatori.

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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IMPIANTI E SISMA

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Finalità

Le linee guida forniscono criteri e indicazioni operative per ridurre la vulnerabilità sismica degli impianti antincendio. In particolare vengono definiti i requisiti minimi di sicurezza sismica ritenuti necessari per ottenere condizioni e caratteristiche di installazione che garantiscano, a seconda delle esigenze, l’incolumità delle persone, il mantenimento della funzionalità, il pronto ripristino post sisma.

Le linea guida si pongono l’obiettivo di definire i requisiti di sicurezza sismica degli impianti connessi alla sicurezza antincendio con riferimento ai diversi scenari d’installazione (pericolosità del sito e funzione strategica dell’installazione).

Per le modalità di realizzazione delle installazioni, e in particolare per il dimensionamento dei sistemi di ancoraggio, viene invece fatto diretto rimando alla normativa sismica NTC 2008 e alla scienza e tecnica delle costruzioni.

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Requisiti minimi di sicurezza sismica

Le strategie di progetto devono pertanto portare a conferire ai vari componenti antincendio la capacità di soddisfare prefissati requisiti di sicurezza sismica che mirano a ridurre gli elementi di vulnerabilità degli impianti e dei sistemi ad essi correlati in modo da non generare situazioni di pericolo per la sicurezza delle persone in caso di terremoto e, ove richiesto, garantire il mantenimento della funzionalità dell’impianto.

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GLI STEP DELLA GUIDA TECNICA

Individuare la categoria dello

scenario d’installazione

(tab. 4)

Individuare la classe di

pericolosità del sito

(tab. 3)

Definire il livello di osservanza

dei requisiti minimi

(tab. 2)

Stabilire, per ogni impianto, i

requisiti minimi di sicurezza

(tabb. 5,1)

Definire, per ogni componente di

impianto, le potenziali criticità e le

possibili contromisure

(app. A)

Definire i criteri di

progettazione antisismica

(app. B)

Definire i criteri di

dimensionamento dei

dispositivi di vincolo

(app. B)

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Tabella 1 - Requisiti di sicurezza sismica

Sigla descrizione obiettivo

S Mantenimento stabilità non generare situazioni di pericolo

per le persone

F Mantenimento funzionalità non determinare compromissioni di

servizio

R Pronta ripristinabilità consentire il ripristino delle funzioni

nel breve periodo

D Assenza di perdite di fluidi non generare situazioni di difficoltà

o disagio nell’evacuazione per

rilascio di sostanze o per caduta di

elementi

C Assenza di perdite di fluidi

pericolosi

non generare situazioni critiche per

rilascio di sostanze pericolose

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Tabella 2 - Livelli di richiesta del rispetto dei requisiti minimi di sicurezza sismica

Categoria

Scenario

(Tabella 4)

Classe di pericolosità del sito (Tabella 3)

A B

IV Richiesto Consigliato

III Richiesto Consigliato

II Richiesto Consigliato

I Consigliato Non richiesto

L’esigenza del rispetto di uno o più requisiti di sicurezza sismica (livello

di richiesta) è definita considerando:

• la pericolosità sismica del sito ove è ubicato l’impianto (classe di

pericolosità sismica del sito)

• la tipologia dello scenario di installazione (categoria di scenario

d’installazione definita in funzione dell’esposizione e criticità)

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Tabella 3 - Classe di pericolosità del sito

Classe pericolosità Livello di accelerazione a terra (1)

A (alta) Asito = S ag 0.125 g

B (bassa) Asito = S ag < 0.125 g

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Tabella 4 - Categorizzazione degli scenari d’installazione

Categoria Descrizione

IV Attività/strutture/aree con presenza di sostanze pericolose in quantità tale da poter determinare, in caso di terremoto, eventi incidentali pericolosi per la pubblica incolumità.

III

Attività/strutture/aree che rivestono interesse strategico la cui funzionalità durante gli eventi sismici assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile.

Aree tipo a Aree tipo b

strutture di supporto logistico per il personale operativo quali alloggiamenti e vettovagliamento;

strutture adibite all’attività logistica di supporto alle operazioni di protezione civile, quali stoccaggio movimentazione, trasporto, comprese le strutture per l’alloggiamento di strumentazione, di monitoraggio con funzione di allerta;

autorimesse e depositi; strutture per l’assistenza e informazione

alla popolazione.

ospitanti funzioni di comando, supervisione e controllo;

sale operative; strutture ed impianti di trasmissione,

banche dati utili per la gestione dell’emergenza;

strutture e presidi ospedalieri.

II Attività/strutture/aree rilevanti per l’elevata presenza di persone (maggiore di 100 unità) e relativo sistema di vie di esodo

I Attività/strutture/aree non rientranti negli altri gruppi.

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Tabella 5 - Quadro di sintesi dei requisiti minimi di sicurezza sismica

Impianto

Categoria scenario d’installazione

I II IIIa IIIb IV

Impianto idrico antincendio S SD SD SFD SF

Impianti sprinkler a umido S SD SD SFD SF

Impianti sprinkler a secco S S S SFD SF

Impianti fissi con estinguenti gassosi S SD SD SF SF

Impianti rilevazione e allarme incendio S S S SF SF

Impianto di illuminazione di sicurezza S S S SF SF

Ascensore antincendio e di soccorso S S S SF SF

Gruppo elettrogeno SD SD SD SFD SC

Impianto adduzione fluidi infiammabili SC SRC SRC SF SC

Impianti di adduzione fluidi comburenti SC SC SC SC SC

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IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO

Elemento di vulnerabilità

Potenziali criticità Contromisure Rif. Requisito

S F R D C

Alimentazione elettrica Mancanza di alimentazione

Prevedere sistemi ridondanti indipendenti (gruppi elettrogeni, motopompe diesel) [7]

Alimentazione idrica Rottura ancoraggi serbatoi

Dimensionare i fissaggi (staffe, tiranti, bulloni) in modo da resistere alle forze orizzontali e verificare l’efficacia del collegamento con la struttura principale. Posizionare i serbatoi nella parte più bassa dell’edificio

[4][6] [1]

Rottura serbatoi Utilizzare preferibilmente serbatoi metallici. Realizzare serbatoio in modo da garantire tenuta sotto azione sismica.

[4]

Rottura tubazione collegamento

Prevedere manicotti flessibili nei tratti verticali di giunzione. [4][8]

Gruppo di pompaggio Rottura ancoraggio al basamento

Posizionare le apparecchiature al più basso livello possibile rispetto al piano di campagna. Dimensionare i fissaggi (staffe, tiranti, bulloni) in modo da resistere alle forze orizzontali. Garantire l’efficacia del collegamento alla struttura principale.

[1][3]

Disallineamento fra pompa e motore

Rendere minimi gli spostamenti differenziali progettando opportunamente le connessioni con la struttura principale

[2][6]

Rottura tubazioni di collegamento

Prevedere manicotti flessibili nei tratti verticali di giunzione. Prevedere un sostegno laterale di controvento in corrispondenza dei manicotti flessibili.

[2][6]

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IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO

Elemento di vulnerabilità

Potenziali criticità Contromisure Rif. Requisito

S F R D C

Gruppi a combustione interna

Rottura degli smorzatori alle vibrazioni

Dimensionare gli smorzatori in modo tale da resistere alle forze orizzontali e prevedere dispositivi di arresto laterale (snubbers).

[2][6]

Rottura delle alimentazioni di combustibile

Rendere minimi gli spostamenti differenziali progettando opportunamente le connessioni con la struttura principale.

[2][6]

Rottura condotti prodotti della combustione

Rendere minimi gli spostamenti differenziali progettando opportunamente le connessioni con la struttura principale.

[2][6]

Tubazioni fisse con acqua non permanentemente in pressione

Distacco degli ancoraggi Urti conto altri impianti

Prevedere idonei sistemi di controventatura e ancoraggio.

[2][6]

Rottura o perdite di tenuta da tubazioni installate fuori terra

Prevedere giunzioni flessibili: - nelle tubazioni verticali vicino le estremità (entro 50 cm) e del soffitto di ogni piano intermedio attraversato; - nelle tubazioni orizzontali in vicinanza dei punti di ingresso dell’edificio ed in corrispondenza dei giunti di dilatazione dell’edificio; Ridurre i punti di attraversamento dei giunti sismici o spostarli a quota più bassa possibile; Prevedere mensole di irrigidimento, dello stesso tipo per l’intero tratto della condotta: - nelle tubazioni orizzontali, con disposizione tale da impedire le oscillazioni lungo l’asse e da limitare le oscillazioni libere del tubo in direzione trasversale; - nelle tubazioni verticali posizionare mensole a quattro vie immediatamente sopra la giunzione flessibile.

[3][4] [8]

[11]

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IMPIANTO IDRICO ANTINCENDIO

Elemento di vulnerabilità

Potenziali criticità Contromisure Rif.

Requisito

S F R D C

Tubazioni fisse permanentemente in pressione

Rottura o perdite di tenuta da tubazioni installate fuori terra

Prevedere giunzioni flessibili: - nelle tubazioni verticali vicino le estremità (entro 50 cm) e del soffitto di ogni piano intermedio attraversato; - nelle tubazioni orizzontali in vicinanza dei punti di ingresso dell’edificio ed in corrispondenza dei giunti di dilatazione dell’edificio; Ridurre i punti di attraversamento dei giunti sismici o spostarli a quota più bassa possibile; Prevedere mensole di irrigidimento, dello stesso tipo per l’intero tratto della condotta: - nelle tubazioni orizzontali, con disposizione tale da impedire le oscillazioni lungo l’asse e da limitare le oscillazioni libere del tubo in direzione trasversale; - nelle tubazioni verticali posizionare mensole a quattro vie immediatamente sopra la giunzione flessibile.

[2] [4] [8]

Rottura o perdite di tenuta da tubazioni interrate

Prevedere manicotti flessibili: nelle tubazioni orizzontali in vicinanza dei punti di ingresso dell’edificio.

[2]

Rottura o perdite di tenuta da attraversamenti strutture verticali ed orizzontali

Lasciare uno spazio libero tutt’intorno al tubo opportunamente sigillato.

[2]

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[1] AICARR 2010 – Impiantistica antisismica. La protezione antisismica degli impianti. Requisiti, regole tecniche, esperienze. Associazione Italiana Condizionamento dell’Aria, Riscaldamento e Refrigerazione. Milano.

[2] ASHRAE 1999 – “ A Practical Guide to Seismic Restraint” – RP812 American Society of Heating, Refrigerating and Air-Conditioning Engineers, Inc. Atlanta

[3] ATC 51-2, 2003 – “Raccomandazioni congiunte Stati Uniti-Italia per il controventamento e l’ancoraggio dei componenti non strutturali negli ospedali italiani”. Applied Technology Council California

[4] Comitato tecnico italiano materiali antincendio. – “Norma sperimentale CTIMA n°12 - Idranti per estinzione incendi. Norme per l'installazione e condizioni di accettazione".

[5] FEMA, 1997 - “FEMA 274 - NEHRP commentary on the guidelines for the seismic rehabilitation of buildings.” Federal Emergency Management Agency. Washington, D.C.

[6] FEMA, 2002 - “FEMA 412 - Installing Seismic Restraints for Mechanical Equipment”. Federal Emergency Management Agency. Washington, D.C.

[7] FEMA, 2004 - “FEMA 413 - Installing Seismic Restraints for Electrical Equipment”. Federal Emergency Management Agency. Washington, D.C.

[8] FEMA, 2004 - “FEMA 414 - Installing Seismic Restraints for Duct and Pipe”. Federal Emergency Management Agency. Washington, D.C.

[9] FEMA, 2005 –“FEMA 74-FM –Earthquake hazard mitigation for non structural elements – Field Manual” Federal Emergency Management Agency. Washington, D.C.

[10] Ministero della Salute, 2002. Raccomandazioni per il miglioramento della sicurezza sismica e della funzionalità degli ospedali

[11] NFPA, 2010 - “NFPA 13 - Standard for the Installation of Sprinkler Systems”. National Fire Protection Association

[12] UNI CIG 2009 – “Linea Guida per l’applicazione della normative sismica nazionale alle attività di progettazione, costruzione e verifica dei sistemi di trasporto e distribuzione per gas combustibili, ed. 27 febbraio 2009

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Criteri di progettazione antisismica

STRATEGIA

DI PROGETTO

ELIMINAZIONE DELLE CRITICITÀ

LEGATE AL LAYOUT DISTRIBUTIVO

LEGATE AL TIPO DI INSTALLAZIONE DEI COMPONENTI

LEGATE ALLE INTERAZIONI NEGATIVE CON ALTRI ELEMENTI

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Criteri di progettazione antisismica

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Protezione sismica degli impianti antincendio

Obiettivo della progettazione degli impianti antincendio

– assicurare che il movimento sia solidale con quello dell’edificio e che non si generino distacchi dai supporti durante l’azione sismica:

– minimizzare gli sforzi diretti sulle tubazioni, fornendo flessibilità e gioco adeguati nei punti in cui si prevede che la costruzione possa muoversi durante il terremoto

– assicurare che gli impianti non possano essere coinvolti in azioni rovinose originate da elementi e/o componenti (anche d’arredo) che possano compromettere l’efficienza

sistema in grado di muoversi seguendo lo stesso movimento previsto per

la costruzione. Rigido dove la costruzione è rigida e flessibile dove la

costruzione è flessibile. In questo modo gli impianti (saldamente fissati alla

struttura della costruzione) dovrebbero muoversi all’unisono con la costruzione.

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Elemento Criteri progettuali

Lay-out Preferire sistemi distributivi organizzati a livelli inferiori alla quota campagna

Preferire sistemi di distribuzione ridondanti

Prevedere ove necessario di riserva per la fornitura dei fluidi

Attraversamento

giunti sismici

Ridurre il numero di attraversamenti nei giunti di separazione sismica

Portare più possibile gli attraversamenti al piano di campagna o interrato

Installare giunti flessibili

Apparecchiature Posizionare le apparecchiature pesanti i ai piani bassi in modo da non

produrre effetti dinamici di interazione tra sistema impiantistico e struttura o tra

sistema ed altri elementi non strutturali

Interazioni Controllare gli spostamenti relativi tra componenti dell'impianto e altri

componenti (controsoffitti, partizioni, altri impianti) lasciando opportuni spazi di

rispetto o rendendo solidali i vari sistemi

Tipo di

installazione

Evitare sistemi di appoggio/trattenuta per solo attrito

Evitare sistemi di installazione su rullo con possibilità di fuoriuscita dalle sedi

di appoggio in caso di sisma

Controllo delle oscillazioni longitudinali e trasversali delle tubazioni con

opportuno posizionamento dei sistemi di controventamento

DIMENSIONAMENTO DISPOSITIVI E ANCORAGGI (NTC 2008)

CRITERI PROGETTUALI

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Protezione sismica degli impianti antincendio

Particolare attenzione va allora posta agli elementi del sistema

impiantistico che possono essere considerati i più vulnerabili nella

progettazione antisismica:

giunzioni (manicotti)

separazioni (giunti sismici e/o termici)

giochi (spazi liberi di oscillazione o movimento)

rinforzi di ondeggiamento (controventature)

ancoraggi

connessioni

interferenze realizzative

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La progettazione antisismica

Giunto flessibile per il collegamento dell’impianto idrico dell’edificio all’acquedotto cittadino

Giunto flessibile per il collegamento della fornitura elettrica dell’edificio al cavidotto dell’Enel

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La progettazione antisismica

Giunto flessibile per il collegamento della fornitura del gas

Giunto flessibile per il collegamento delle reti di scarico

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La progettazione antisismica

Giunto flessibile per il collegamento dell’impianto termico di riscaldamento

Sottocentrale idrica sospesa e solidale

alla piastra

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Conclusioni

La criticità sismica degli elementi non strutturali e degli impianti rappresenta un problema spesso trascurato

La progettazione antisismica deve definire adeguate risposte delle strutture, ma anche degli elementi non strutturali e degli impianti, in modo da garantire, soprattutto per le strutture strategiche e rilevanti, la fruibilità e l’utilizzo dell’edificio in condizioni di sicurezza anche nell’immediato post-terremoto.

È necessario un approccio integrato nella progettazione, che tenga conto di una visione d’insieme, dei possibili cinematismi, dei possibili comportamenti e delle possibili interazioni tra i diversi elementi strutturali e tra impianti e strutture

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Grazie per

l’attenzione!

Dott. Ing. Piergiacomo Cancelliere, Ph.D. – [email protected]