Il Nostro Paese 316

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IL NOSTRO PAESE Anno LXV - 316 Aprile - Giugno 2013 STAN SOCIETÀ TICINESE PER L’ARTE E LA NATURA

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Preview gratuita di un estratto dell'ultimo numero. Aprile - Giugno 2013.

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IL NOSTRO PAESEAnno LXV - 316 Aprile - Giugno 2013

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SOCIETÀTICINESEPER L’ARTEE LA NATURA

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Editoriale Riccardo Bergossi 1 Speculazione - Ticino: 2 - 0

Attività STAN Benedetto Antonini 2 In merito al Parere giuridico sulla Romantica nascosto per quasi 5 anni! STAN 5 Comunicato stampa del giugno 2013 Villa Galli/La Romantica: dopo 5 anni il Cantone si assuma finalmente le sue responsabilità! STAN 6 Lettera aperta al Municipio di Melide sul caso Villa Galli/La Romantica STAN 8 Villa Branca rivive nell'arte Stefano Baragiola 9 Complimenti alle sentinelle di Arogno, si difende un sito protetto! Nicoletta Locarnini 11 Lettera al Sindaco di Bellinzona Temi STAN 14 Interrogazione al Municipio di Lugano La tutela degli alberi a Lugano Loris Trotti 18 Bar Indipendenza: 80 anni di storia Tiziano Fontana 20 Valorizziamo il Parco di Villa Argentina, patrimonio culturale e paesaggistico Heiner Rodel 24 Progetto di massima di valorizzazione del Parco di Villa Argentina Manuela Mazzi 33 Le ultime speranze alla vigilia di una possibile chiusura della tratta Castione-Cama della Ferrovia Mesolcinese Natalie Danzi-Paces 40 Paesaggio ferroviario in Mesolcina

Heimatschutz 46 Soluzioni abitative su larga scala Patrick Schoeck-Ritschard e Fabian Furter 47 Standardizzazione per il ceto medio Christian Bischoff 50 Un successo di prestigio Isabelle Haupt 51 Manifesti architettonici in periferia Dieter Schnell 54 La fine ingloriosa delle città dormitorio Jürg Stadelmann 57 Un mostro testimone del suo tempo Heimatschutz 60 Rapporto annuale 2013

Natura Graziano Papa 72 Autunno: fra le pietre di un muro a secco, le erbe meno esigenti

Comunicato stampa Heimatschutz 76 L'Heimatschutz Svizzera riceve le chiavi di Villa Patumbah

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In copertina:Giugno 2013. Demolizione di Villa Galli/La Romantica a Melide.(Foto: Natalie Danzi-Paces)

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Editoriale 1

Speculazione - Ticino: 2 a 0Riccardo BergossiLa distruzione ravvicinata di Villa Branca e di

Villa Galli, nota come La Romantica, segna una sconfitta netta per la società ticinese. Quanto è accaduto a Melide supera ogni più pessimi-stica aspettativa nel confermare un fenomeno in atto in Ticino da diverso tempo ma ora sali-to a livelli inimmaginabili prima, la svendita del territorio – in tempi di crisi unico bene rimasto a questo Cantone – con il conseguente sman-tellamento di paesaggio e beni culturali. Le due ville, incorniciate dal verde, avevano un valore paesaggistico elevato per il Ceresio e in parti-colare per Melide, di cui delimitavano l’abitato storico verso sud e verso est, la funzione svolta a Lugano dal Palace e da Villa Ciani. Erano inol-tre gli unici oggetti di quell’abitato in grado di attirare l’attenzione dei turisti che ancora navi-gano sul lago, e distoglierne lo sguardo dall’ur-banizzazione moderna arrampicata sul pendio. Il valore paesaggistico dei due oggetti dovreb-be essere insindacabile, tuttavia c’è chi sostiene che al loro posto possano sorgere edifici altret-tanto apprezzabili. Non ha che da aspettare e vedere. In verità già ora basta fare un parago-ne tra i volumi delle due ville distrutte e quelli abnormi delle palazzine che sorgeranno al loro posto secondo le licenze di costruzione cresciu-te in giudicato, per capire che questa posizione non è sostenibile. Il valore culturale dei due oggetti è altrettanto provato, per Villa Branca certificato dalla peri-zia specialistica della storica dell’arte Anastasia Gilardi, unita ai ricorsi della STAN volti a scon-giurarne l’abbattimento e pubblicata anche su questa rivista, per Villa Galli dal dossier elabo-rato da sei specialisti consegnato al Consiglio di Stato nel 2008, anch’esso pubblicato in questo periodico. Il valore di entrambe era ben noto già nel 1988 anno della pubblicazione della si-stematica ricerca sulle ville del Ceresio del pro-fessor Pier Giorgio Gerosa. C’è chi ne ha nega-to il pregio (peraltro senza argomentazioni), chi ha affermato che Villa Branca era irrecuperabi-le, che Villa Galli era troppo alterata. Solo fumo soffiato negli occhi per confondere la visione della verità. Villa Branca era un ottimo esem-pio di architettura del suo tempo ed era ancora integra, nessuna sua parte era stata distrutta. Lo stato di conservazione era senza dubbio mi-gliore di quello del Teatro di Bellinzona prima del restauro. Villa Galli si trovava in uno stato simile a quello dell’ex ospedale di Mendrisio prima dell’intervento con cui Tita Carloni ne ha ripristinato gli spazi originali per l’Accademia. Alla struttura ottocentesca erano state aggiun-

te molte parti, soprattutto dopo gli anni ’50 per l’esercizio della Romantica, ma la sostanza mu-raria in pietra era ancora intatta, come soste-neva proprio Carloni e come si è visto durante la demolizione. Del resto il Cantone stesso nel suo operato ha riconosciuto che i due edifici avevano un valore culturale: esplicitamente per Villa Branca quando ha ripetutamente invita-to Melide a tutelarla a livello locale, implicita-mente per Villa Galli, quando ha imbastito la trattativa per raggiungere un accordo a tre con Municipio e proprietà ai fini di salvarla. La fine ingloriosa di questa negoziazione porta però a mettere in dubbio la serietà delle intenzioni. Il Consiglio di Stato poteva e doveva tutelare a priori entrambi gli edifici e successivamente cercare gli accordi, per Villa Galli l’obiettivo pri-oritario era salvarla, la riqualifica della Punta a mio parere si otterrebbe solo con la demolizio-ne delle tre case chiamate Maroggine. Secondo il Parere Bianchi (v. le pagine seguenti) il vincolo su Villa Galli non sarebbe costato al Cantone più del valore del terreno che il Governo era pronto a regalare al proprietario perché vi co-struisse senza distruggere la villa. Aggiungiamo che hanno meravigliato molti certe posizioni ar-rendevoli espresse dai funzionari deputati alla tutela e certe citazioni a sproposito dell’ISOS da parte di loro colleghi addetti alla pianificazione. Ma le responsabilità non sono solo cantonali, il Municipio avrebbe potuto avere un occhio più critico nell’esame delle domande di costruzio-ne, in entrambi i casi la STAN aveva presentato opposizione, e prima evitare di aumentare gli indici sul sedime di Villa Branca. Infine, la vigente legge sui beni culturali si è ri-velata inefficace nell’evitare questo scempio, ma utile per consentire a ognuna delle parti di scari-care le proprie responsabilità su un’altra, ultimo il Municipio che ha dato a vedere di aver preso parte a una trattativa sapendo già che il Consi-glio comunale non ne avrebbe accettato gli esiti. Le due ville ormai sono distrutte, ma la loro per-dita non sarà dimenticata facilmente, la gravità del fatto ne farà una riedizione dello scandalo Venezia di Lugano, dove il peso delle responsa-bilità a decenni di distanza non si cancella.Con la scomparsa di Villa Branca e Villa Galli il Ticino arretra quanto a qualità del suo paesag-gio e ha perso brani della sua storia e della sua cultura. Che cosa guadagnerà dall’edilizia spe-culativa che ne sta prendendo il posto? Speriamo che il dossier su Villa Galli sia almeno servito ad accendere un bel fuoco nel camino della sala del Consiglio di Stato.

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2 Attività STAN

In merito al Parere giuridicosulla Romantica nascostoper quasi 5 anni!

Benedetto Antonini

Vicepresidente STAN

Inspiegabilmente la STAN è entrata in possesso con grave ritardo del Parere giuridico sul rila-scio della licenza edilizia per l’edificazione del-la proprietà Romantica a Melide. Parere com-missionato dal Dipartimento del territorio (DT) all’avvocato Sergio Bianchi, giudice emerito del Tribunale Federale e consegnato al committen-te il 15 ottobre 2008.Riteniamo questo parere della massima impor-tanza e interesse per gli enti pubblici, le asso-ciazione a scopo ideale, ma anche per le citta-dine ed i cittadini ai quali sta a cuore la salva-guardia del patrimonio artistico e culturale del Cantone.Per questa ragione lo pubblichiamo integral-mente sul nostro sito (www.stan-ticino.ch), mentre qui, per motivi di spazio editoriale, ci limitiamo a riportarne le conclusioni (cfr. Parere pagg. 22 e 23) nell’apposita quadretta.

Alla luce di quanto emerso nell’ambito della trasmissione Falò del 30 maggio scorso, la se-conda che la TSI dedica alla triste problemati-ca della mancata salvaguardia della Romantica (alias Villa Galli), la lettura del Parere giuridico citato richiede alcune considerazioni legate al recente passato, al presente, ma soprattutto al futuro.

Considerazioni sul passato.

Pur avendo a sua disposizione tale parere giuri-dico e pur non essendo l’unico interessato alla sue conclusioni, il DT lo ha tenuto nascosto per quasi cinque anni, negando, di fatto, ai Muni-cipali e ai membri del Consiglio Comunale di Melide l’accesso a informazioni di capitale im-portanza per decisioni che erano chiiamati a prendere.Il 29 aprile 2013, con 18 voti contro 1, infatti, il Consiglio comunale, intimorito dai paventati oneri espropriativi derivanti da una messa sotto protezione comunale della villa, ha bocciato la variante di PR proposta dal Cantone con l’in-tento di salvaguardare allo stesso tempo il bene culturale e gli interessi del promotore immobi-liare.

Nonostante la consegna spontanea di una pe-rizia scientifica sul valore storico-culturale di Villa Galli, redatta spontaneamente da ben sei

riconusciuti esperti e convalidata da un voto unanime della sua Commissione dei beni cul-turali, il Consiglio di Stato, su proposta del DT, persiste nel non voler riconoscere a questo og-getto architettonico, quasi unico del paesaggio ticinese, la qualità di bene culturale d’interesse cantonale. Perché? Perché se così agisse, si vedrebbe nell’obbligo di applicare l’articolo 17 della Leg-ge sulla protezione dei beni culturali (LPBC), bloccando l’esecutorietà della licenza edilizia già rilasciata e ordinando misure precauzionali per evitarne l’ulteriore degrado.La ragione principale addotta a giustificazione del suo immobilismo è la paura delle conse-guenze finanziarie di tale protezione, e questo nonostante il parere giuridico già menzionato, consideri tale pericolo come altamente impro-babile.Eppure, sempre secondo il Parere giuridico, l’iscrizione della villa nell’Inventario dei beni culturali protetti a livello cantonale, non de-terminerebbe immediatamente alcun onere fi-nanziario, se non quello di risarcire il promoto-re immobiliare delle spese affrontate in buona fede per il progetto di massima necessario per la domanda di costruzione (in concreto circa 100’000.- Fr).

Dall’analisi della documentazione di cui dispo-ne la STAN, appare, inoltre, verosimile che la licenza edilizia accordata non rispetti il cpv. 3 dell’art. 63 delle Norme del PR di Melide!Chi finora si è chinato sull’oggetto perché giu-stamente preoccupato, per i valori culturali del-la villa, sembra non aver dato peso al fatto che per ottenere le facilitazioni accordate, occorre-va che:

•ilfondoavesseunasuperficiedialmeno10’000mq;

•l’edificazione(realizzabileatappe)fosseproget-tata in modo unitario;

•l’edificazione costituisse un insieme armonicoben inserito nell’aspetto paesaggistico della zo-na.

Non è dato di sapere quale sia stato il pare-re della Commissione per il paesaggio circa l’“inserimento armonico”, ma v’è da suppor-re che esso sia stato particolarmente positivo (sic!), dato che il suo preavviso era indispen-

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sabile per la concessione delle deroghe previ-ste, ossia per l’ottenimento dei vistosi abbuoni sull’indice di sfruttamento e soprattutto in al-tezza e così «favorire complessi edilizi urbanisti-camente validi».Con alta probabilità, sembrano, invece, esse-re state disattese le altre due esigenze: la pro-gettazione unitaria e la superficie minima del fondo: quello originale misurava poco più di 15’000 mq, ma oltre la metà è già stata utiliz-zata per le tre palazzine dette Le Maroggine. Se l’utilizzazione della rimanente superficie del fondo (quella su cui sorge la Romantica) fos-se stata progettata con quest’ultime e in mo-do unitario, non sarebbe più stato necessario richiedere un’apposita licenza di costruzione! Si può pertanto formulare la fondata ipotesi che l’edifico progettato al posto della Roman-tica e dell’altezza di ben 19m, pur prescinden-do dal calcolo dell’indice di sfruttamento, per il quale ci mancano gli estremi, non avrebbe po-tuto essere legittimamente costruito.

Considerazioni sul presente

La LBC si fonda sul principio che la responsa-bilità primaria per la manutenzione di un Be-ne culturale protetto spetta al proprietario, al quale, qualora fosse dimostrato che il vincolo comporta per lui oneri eccessivi, il Cantone assicura adeguati sussidi per il restauro con-servativo e per la manutenzione. È soltanto e esclusivamente in questo caso che il Cantone dovrebbe affrontare delle spese. Tuttavia non si tratterebbe di oneri spropositati, né ecceziona-li, altrimenti e per assurdo, tanto varrebbe che il Cantone rinunciasse a qualsiasi protezione. Per di più, data la posizione straordinaria di Villa Galli, il Cantone potrebbe far capo agli introiti a destinazione vincolata derivanti dalla tassa per l’uso del demanio pubblico in riva ai laghi che, annualmente, porta nelle casse can-tonali circa 3 milioni di Fr.L’impressione che si ricava dalla pretesa volon-tà di conciliare gli opposti interessi mediante una negoziazione tripartita (Cantone, Comune, Promotore), in assenza di una protezione for-male della villa e di misure atte a evitarne l’ulte-riore degrado, è che il Cantone non intendesse veramente salvaguardarla, bensì farlo credere alle numerose voci insorte contro la minaccia del suo abbattimento.D’altronde, anche l’aver integralmente accolla-to la responsabilità della mancata tutela al Con-siglio comunale è atteggiamento farisaico, in quanto il famoso accordo doveva ancora essere sottoposto al Granconsiglio per la cessione gra-tuita del terreno di proprietà cantonale, sul qua-le sorgono, in parte, i campi da tennis di Melide. Oggigiorno non è dato di sapere quali sarebbero stati gli umori del Legislativo cantonale.

Considerazioni per il futuro

La recente sequenza di distruzioni di importanti oggetti di grande valore storico-architettonico desta profonda preoccupazione nella STAN, ma non solo, visto il numero eccezionalmente alto di intervenuti per esprimere la loro indignazio-ne durante la trasmissione televisiva Falò del 30 maggio scorso.Essa ritiene che a dispetto della LPBC e dell’In-ventario allestito dal Cantone, ma anche in dispregio dell’Inventario federale degli insedia-menti da proteggere (ISOS) – la cui obbligato-rietà è stata sancita dal Tribunale Federale fin dal 2009 con l’ormai famosa sentenza Rüti –, il numero degli oggetti protetti dal Cantone sia largamente insufficiente, come pure sia lacuno-sa la vigilanza del Cantone stesso sugli oggetti di valenza comunale minacciati.

La STAN ritiene indispensabile avviare con ur-genza una seria riflessione a sapere se sia anco-ra giustificato il principio della LPBC secondo il quale la protezione di un bene è definitiva solo quando la medesima recepita da un Piano re-golatore o da un PUC. Purtroppo l’ineluttabile lentezza della revisione degli atti pianificatori è tale da far temere per le sorti di una buona par-te degli oggetti reperiti durante i lunghi anni dell’allestimento del catasto dei beni culturali e ritenuti degni di una protezione su piano can-tonale locale.

Pertanto la STAN si rivolge agli enti pubblici, al-le associazioni a scopo ideale e a tutti i cittadini e le cittadine ai quali sta a cuore la tutela dei valori paesaggistici, storici e culturali del Ticino, invitandoli, alla collaborazione ed alla vigilanza e, soprattutto, sulla scorta del parere di diritto che abbiamo pubblicato, a non lasciarsi intimo-rire dalle minacce d’espropriazione materiale o formale accampate quasi sistematicamente da proprietari e promotori immobiliari confrontati con una misura di tutela di un bene immobile. Come si può leggere, infatti, l’autorevole perito afferma che tali oneri sono di principio esclusi e, semmai l’ultima istanza – ossia il Tribunale federale – dovesse riconoscere un’indennità e la medesima fosse sproporzionata rispetto al-le disponibilità finanziarie dell’ente che ha im-posto il vincolo, questo può sempre ed in ogni tempo rinunciarvi.

P.S. In dispregio della levata di scudi popolare e del numero molto elevato di autorevoli appel-li al Consiglio di Stato nonché di appositi atti parlamentari, il Governo è rimasto gravemen-te inattivo. Il 13 giugno 2013 la demolizione di Villa Galli è iniziata. La STAN grida il suo sdegno!

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Le conclusioni del Parere giuridico stilato dal giudice emeritodel Tribunale Federale, avvocato Sergio Bianchi

1. Per il momento e fintanto che non saranno compiutamente adempiute le condizio-ni poste dalla licenza, segnatamente fino al momento in cui non saranno allestiti e approvati dalle varie istanze le convenzioni tra il Comune di Melide, il Tennis Club e le società “Maroggine”, nonché il piano relativo alla sistemazione esterna richiesto dall’Ufficio della natura e del paesaggio è assai dubbio che la licenza edilizia possa essere ritenuta cresciuta in giudicato. Ad ogni buon conto, in queste condizioni, non esiste nessuna necessità di paralizzare l’utilizzo della licenza edilizia, segnata-mente l’inizio dei lavori.

2. Se gli organi preposti all’esame della proprietà dovessero giungere alla conclusio-ne che Villa Galli (La Romantica) sia degna di protezione ai sensi della Legge sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997, (poi LPBC), il Consiglio di Stato potrà istituire un vincolo appropriato secondo la procedura prevista dalla specifica legge. Qualora fosse necessario, potranno essere ordinate misure provvisionali ai sensi dell’art. 17 LPBC.

3. Impregiudicato un esame più approfondito alla luce della esatta natura e portata dell’eventuale vincolo, un mero divieto di demolizione di Villa Galli non dovrebbe di principio comportare un’espropriazione materiale,

4. L’istituzione del vincolo paralizzerebbe la licenza edilizia cresciuta in giudicato, che dovrebbe essere revocata; alla rilasciataria del permesso andranno rifuse le spese di progettazione.

5. In esito a quanto esposto in precedenza non vedo motivo per un intervento del Consiglio di Stato quale autorità di vigilanza sui Comuni.