Il nostro asco - Corriere del Mezzogiorno · i Pooh, dei quali ho tutti gli al-bum e tutti i...

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NA 12 CULTURA Venerdì 3 Luglio 2015 Corriere del Mezzogiorno Il nostro L’adolescenza, le nottate tra birra e amici e quel sen- so di tribù che Sia- mo solo noi . O la maturità, i primi problemi e quel senso di ina- deguatezza che solo Ogni volta sapeva riassumere. Scegliere una canzone di Vasco, soprat- tutto se è la colonna sonora della tua vita, è impossibile. Ma — se proprio devo trovare una costante dei miei 42 anni, del «vivere ogni momento come se fosse l’ultimo» — allora dico Sally. Ché «la vita è un brivido che vola via, è tutto un equili- brio sopra la follia». di Gianluca Abate Sally, perché la vita è equilibrio sulla follia La canzone per me più evocativa di ricordi adolescen- ziali è Albachiara. Niente a che vede- re con i languori romantici di gioventù o con la nostalgia per un tempo che non tornerà. Albachiara, durante le gite scolastiche, era solo uno dei brani più richiesti dalle ra- gazze a chi, come me, strimpel- lava la chitarra. Un espediente che consentiva di fare irruzio- ne, in mancanza di altro, nel cuore di potenziali morose. Perciò rimarrò sempre grato al Blasco: per aver dato spesso Un senso ai miei azzardi. di Angelo Agrippa Albachiara che dava un senso alle mie gite Non sono un for- zato di Vasco Rossi, oddio, mi piaccio- no le sue canzoni ma non al punto da potermi definire un fan accanito, in servizio perma- nente effettivo nella «combric- cola del Blasco». Trovo Alba- chiara un concentrato di poesia irraggiungibile ma se dovessi in- dicare un brano che più di altri mi appartiene quello è sicura- mente Un senso . Credo che l’obiettivo di ognuno, ogni gior- no, nel lavoro come negli affetti, sia proprio quello di trovare «un senso a questa vita anche se que- sta vita un senso non ce l’ha». di Gabriele Bojano Preferisco Un senso Spiega tante cose Oddio, Vasco Rossi, sono impre- parata! L’ho ascol- tato pochissimo e sempre per caso, mai stata a un con- certo, mai letto un’intervista. Se ripenso ai miei anni Ottanta mi vengono in mente piuttosto i Pooh, dei quali ho tutti gli al- bum e tutti i singoli: tutta un’al- tra musica, insomma. Vasco, con quella sua voce roca, con quell’aspetto trasandato, con quel comportamento sopra le righe non mi ha mai appassio- nato. Vita spericolata, tuttavia, mi ricorda una bella estate spensierata. di Titti Beneduce Quella bella estate con Vita spericolata Vasco Rossi è il compromesso adolescenziale tra i Claudio Baglioni amati dalle mie amiche e i Doors (Led Zeppelin, Acdc, Pink Floyd) che ascoltavo e ascolto io. Asilo Republic la mia canzo- ne e se qualcuno conosce il te- sto può pensare ciò che vuole. Il 7 luglio 1989 ero all’Ippodro- mo di Agnano al suo concerto, il primo col permesso di mam- ma, per quiete familiare trala- scio i precedenti. Comunque la si pensi, Vasco è rock davvero. E ora cari fans di Ligabue banna- temi pure. di Simona Brandolini La mia adolescenza con Asilo Republic La grandezza di Vasco Rossi consi- ste nella capacità di essere (quasi) sem- pre politicamente scorretto: il corag- gio di presentarsi strafatto sul palco del teatro Ariston per cele- brare la coca. Per la scelta della canzone preferita sono indeciso tra C’è chi dice no e Siamo solo noi. Alla fine preferisco indicare quest’ultima perché mi sento tuttora di far parte di «una gene- razione di sconvolti che non han più santi né eroi». In una fase che non rinnego della mia vita un “pessimo” maestro al quale sarò sempre grato. di Gimmo Cuomo «Cattivo» maestro con Siamo solo noi Quarto ginna- sio, giorno 2. «Co- nosci Vasco?» mi chiede Gianluca Cortese che stava due banchi più su, pericoloso, vicino alla cattedra. «Chi?». «Vasco Rossi». Cortese mi prestò la cassetta (originale) di Colpa d’Alfredo. A casa ascol- to la titletrack. Uno sballo, can- tilenata, rancorosa, che urla «Modena paaaark!». Anche se non capii, poi, chi era ‘sto Alfre- do. Cortese il giorno dopo am- monì: «Non l’hai capito? Que- sto è Vasco. Allusione, dico non dico, poesia». È chiaro che non disse poesia ma un po’ di più. di Alessandro Chetta La passione per lui? È colpa d’Alfredo Quando penso a Vasco Rossi penso ad Albachiara, non ho dubbi. In quella canzone c’è una parte impor- tante della mia vita: c’è la mia gioventù, le mie vacanze estive. Quelle vacanze che un tempo duravano tre mesi; quelle che trascorrevo a Capri spensierato a felice. Quella canzone mi ha accompagnato in tanti mo- menti indimenticabili, belli, certo, ma anche brutti. Alba- chiara è stata un po’ la colonna sonora di una parte della mia vita. Una parte importante che non torna più. di Paolo Cuozzo Albachiara a Capri Un sapore magico «Generazione di sconvolti che non han più santi né eroi. Siamo solo noi». 1981. My ge- neration degli Who è di 16 anni prima. E al confronto è molto più giovane, dirompente. Quello che canta Vasco è invece un mondo di ras- segnati, una tribù che vive al di fuori. Pur avendo nell’81 meno di vent’anni non mi ci sono mai riconosciuto e neanche i miei amici di allora. Meglio «Musi- canova». Però se devo scegliere una canzone scelgo Siamo solo noi. Almeno, a quell’epoca, ha fatto un po’ discutere. di Vincenzo Esposito Siamo solo noi giusto per il dibattito Albachiara o sulla timidezza. Per una come me che arrossiva al solo sentir pronunciare le prime sillabe del proprio nome una canzone che dice «diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quan- do sei assorta», divenne subito un manifesto politico di libera- lizzazione cromatica della gota, una rivendicazione del diritto alla non estroversione. Di più: un riconoscimento pubblico dell’animus secchione, non più macchia sociale ma addirittura piacere, che suonava, e suona, come una blasfemia. di Natascia Festa Io e Albachiara Vinceva il rossore Vasco per me è tante estati, ma una su tutte, quella del passaggio dalle medie al liceo. Ed è tante amiche, ma una su tutte, Daniela, compagna inseparabile dei miei pomeriggi in Calabria. Dopo due mesi (tan- to duravano le vacanze) di inciu- ci e risate, a settembre era crisi d’astinenza, e allora andavo a trovarla a Caserta, dove abitava. Ci svegliava lo stereo, e La no- stra relazione, primo pezzo che partiva. Parole da adulti strega- vano due ragazzine che non ve- devano l’ora di diventarlo. Non avevamo capito niente. di Chiara Marasca La nostra relazione e due ragazzine Voglio una Vita spericolata ho pensato ascoltan- do Vasco nel 1983. Ero una studentes- sa modello del li- ceo Umberto e avevo qualcosa della ragazzina di Non l’hai mi- ca capito. Ma volevo osare. Va- sco mi ha rivelato che potevo spericolatamente farlo, con gu- sto e con stile. La sua presenza a Sanremo mi ha illuminato: lui conosceva tutte le regole e sce- glieva di infrangerle e ignorar- le. L’avrei fatto anch’io. Manife- sto futurista della nuova uma- nità, nel 2011, mi ha trovata co- sì: spericolata e consapevole. di Anna Paola Merone Vita spericolata in chiave futurista Cresciuto con le canzoni di Vasco Rossi, sono molto legato ai suoi pri- mi successi, tutti di generi musicali diversi, da Vado al massimo a Vita spericolata fino a Una splendida giornata, ma tutti con una matrice comune: la ri- cerca del senso della vita. La conclusione alla quale arriva il Blasco è che questa vita «un senso non ce l’ha», se non quello del domani, di quell’«al- tro giorno» che arriverà, sulle ali del «vento». E non fa niente che «non basta mai il tempo». C’è sempre Un senso. di Vanni Fondi Un senso alla vita? Domani arriverà Non sono mai stato un fan di Va- sco Rossi, ma co- me molti della mia generazione sono cresciuto ascoltan- do le sue canzoni. Anzi, ho im- parato a suonare la chitarra (anche) arrangiando i motivi del Blasco: da Bollicine a Vita spericolata, da Colpa d’Alfredo alla onnipresente Albachiara. Se c’è una canzone che mi piace davvero del repertorio di Vasco, però, è C’è chi dice no. Mi ricor- da gli anni della ribellione, quelli in cui essere «contro» era un valore. Che non dovrem- mo mai perdere. di Paolo Grassi C’è chi dice no Inno alla coerenza Avevo da poco iniziato a suonare la chitarra. Quindi- cenne, strimpella- vo qualche nota e canticchiavo in pausa studio. Rigorosamente in camera e a porte chiuse. Ma si sa, l’amore a volte dà coraggio. E pianificai il gran debutto. Così, presi il cellulare e composi il numero del ragazzo che oggi definirei il primo amore. Sici- liano e riccioluto. E via con la dedica. Il brano era Ogni volta. L’esecuzione non fu granché, ma la soddisfazione grande per aver almeno preso al volo un pa- io di accordi con barrè. di Valeria Catalano Con Ogni volta imparai la chitarra Ti entra nella te- sta ma va dritto al cuore. Vasco è te- rapeutico, ti ac- compagna per la vita e lo usi come psicanalista. Ti conquista da ragazzino quando «siamo solo noi, che andiamo a letto la mat- tina presto e ci svegliamo con il mal di testa». Poi ti persuade che «vivere è sorridere dei guai, così come non hai fatto mai. E poi pensare che domani sarà sempre meglio». E ora guardandoti indietro sorridi perché «finché eravamo giova- ni era tutta un’altra cosa, chissà perché…». di Felice Naddeo Siamo solo noi va dritto al cuore Vivere. Perché ancor oggi la senti e ritorni giovane. Vivere. E ti viene voglia di cantarla a squarciagola, co- me tanti anni fa, quando anco- ra nell’auto di papà c’erano le musicassette e lui, il figlio del camionista, ti faceva sentire un po’ maledetto mentre eri alla guida con qualche birra di troppo in corpo e la sigaretta attaccata alle labbra, a sbirciare dal retrovisore la ragazza sul sedile posteriore. E poi, un in- contro di sguardi, un sorriso, una notte (forse) per amare. Vi- vere…è passato tanto tempo. di Roberto Russo Vivere. E la notte prendeva forma Quando ero ra- gazzina Bollicine ti doveva piacere per forza. Perché Vasco era Vasco. A me in- vece infastidiva il suo modo di esibirsi, non mi ap- passionava il dibattito sulle dro- ghe. E trovavo solo mediatica l’ostentazione della libertà. Poi canticchiavo Albachiara, certo. Vasco iniziò a piacermi quando decisi di ascoltarlo chiudendo gli occhi. Fu guardando dentro una bugia che capii è una malat- tia. Capii che qualcuno mi stava rubando il tempo. Senza parole: la mia emozione. Avevo 27 anni, non ero più una ragazzina. di Monica Scozzafava Guardai in una bugia E rimasi Senza parole Il rocker di Zocca e i suoi successi I brani preferiti dai giornalisti del «Corriere del Mezzogiorno» tra ricordi personali ed emozioni asco V

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NA12 CULTURA Venerdì 3 Luglio 2015 Corriere del Mezzogiorno

Il nostro

L’adolescenza,le nottate tra birrae amici e quel sen-so di tribù che Sia-mo solo noi. O lamaturità, i primi

problemi e quel senso di ina-deguatezza che solo Ogni voltasapeva riassumere. Scegliereuna canzone di Vasco, soprat-tutto se è la colonna sonoradella tua vita, è impossibile. Ma— se proprio devo trovare unacostante dei miei 42 anni, del«vivere ogni momento come sefosse l’ultimo» — allora dicoSally. Ché «la vita è un brividoche vola via, è tutto un equili-brio sopra la follia».

di Gianluca Abate

Sally, perché la vitaè equilibrio sulla follia

La canzone perme più evocativa diricordi adolescen-ziali è Albachiara.Niente a che vede-re con i languori

romantici di gioventù o con la nostalgia per un tempo che nontornerà. Albachiara, durante legite scolastiche, era solo unodei brani più richiesti dalle ra-gazze a chi, come me, strimpel-lava la chitarra. Un espedienteche consentiva di fare irruzio-ne, in mancanza di altro, nelcuore di potenziali morose.Perciò rimarrò sempre grato alBlasco: per aver dato spesso Unsenso ai miei azzardi.

di Angelo Agrippa

Albachiara che dava un senso alle mie gite

Non sono un for-zato di Vasco Rossi,oddio, mi piaccio-no le sue canzonima non al punto dapotermi definire un

fan accanito, in servizio perma-nente effettivo nella «combric-cola del Blasco». Trovo Alba-chiara un concentrato di poesiairraggiungibile ma se dovessi in-dicare un brano che più di altrimi appartiene quello è sicura-mente Un senso. Credo chel’obiettivo di ognuno, ogni gior-no, nel lavoro come negli affetti,sia proprio quello di trovare «unsenso a questa vita anche se que-sta vita un senso non ce l’ha».

di Gabriele Bojano

Preferisco Un sensoSpiega tante cose

Oddio, VascoRossi, sono impre-parata! L’ho ascol-tato pochissimo esempre per caso,mai stata a un con-

certo, mai letto un’intervista.Se ripenso ai miei anni Ottantami vengono in mente piuttostoi Pooh, dei quali ho tutti gli al-bum e tutti i singoli: tutta un’al-tra musica, insomma. Vasco,con quella sua voce roca, conquell’aspetto trasandato, conquel comportamento sopra lerighe non mi ha mai appassio-nato. Vita spericolata, tuttavia,mi ricorda una bella estatespensierata.

di Titti Beneduce

Quella bella estatecon Vita spericolata

Vasco Rossi è ilc o m p r o m e s s oadolescenziale trai Claudio Baglioniamati dalle mieamiche e i Doors

(Led Zeppelin, Acdc, PinkFloyd) che ascoltavo e ascoltoio. Asilo Republic la mia canzo-ne e se qualcuno conosce il te-sto può pensare ciò che vuole.Il 7 luglio 1989 ero all’Ippodro-mo di Agnano al suo concerto,il primo col permesso di mam-ma, per quiete familiare trala-scio i precedenti. Comunque lasi pensi, Vasco è rock davvero. Eora cari fans di Ligabue banna-temi pure.

di Simona Brandolini

La mia adolescenzacon Asilo Republic

La grandezza diVasco Rossi consi-ste nella capacità diessere (quasi) sem-pre politicamentescorretto: il corag-

gio di presentarsi strafatto sulpalco del teatro Ariston per cele-brare la coca. Per la scelta dellacanzone preferita sono indecisotra C’è chi dice no e Siamo solonoi. Alla fine preferisco indicarequest’ultima perché mi sentotuttora di far parte di «una gene-razione di sconvolti che non hanpiù santi né eroi». In una faseche non rinnego della mia vitaun “pessimo” maestro al qualesarò sempre grato.

di Gimmo Cuomo

«Cattivo» maestrocon Siamo solo noi

Quarto ginna-sio, giorno 2. «Co-nosci Vasco?» michiede GianlucaCortese che stavadue banchi più su,

pericoloso, vicino alla cattedra.«Chi?». «Vasco Rossi». Cortesemi prestò la cassetta (originale)di Colpa d’Alfredo. A casa ascol-to la titletrack. Uno sballo, can-tilenata, rancorosa, che urla«Modena paaaark!». Anche senon capii, poi, chi era ‘sto Alfre-do. Cortese il giorno dopo am-monì: «Non l’hai capito? Que-sto è Vasco. Allusione, dico nondico, poesia». È chiaro che nondisse poesia ma un po’ di più.

di Alessandro Chetta

La passione per lui? È colpa d’Alfredo

Quando penso aVasco Rossi pensoad Albachiara,non ho dubbi. Inquella canzone c’èuna parte impor-

tante della mia vita: c’è la miagioventù, le mie vacanze estive.Quelle vacanze che un tempoduravano tre mesi; quelle chetrascorrevo a Capri spensieratoa felice. Quella canzone mi ha accompagnato in tanti mo-menti indimenticabili, belli,certo, ma anche brutti. Alba-chiara è stata un po’ la colonnasonora di una parte della miavita. Una parte importante chenon torna più.

di Paolo Cuozzo

Albachiara a CapriUn sapore magico

«Generazione disconvolti che nonhan più santi néeroi. Siamo solonoi». 1981. My ge-n e r a t i o n d e g l i

Who è di 16 anni prima. E alconfronto è molto più giovane,dirompente. Quello che cantaVasco è invece un mondo di ras-segnati, una tribù che vive al difuori. Pur avendo nell’81 menodi vent’anni non mi ci sono mairiconosciuto e neanche i mieiamici di allora. Meglio «Musi-canova». Però se devo scegliereuna canzone scelgo Siamo solonoi. Almeno, a quell’epoca, ha fatto un po’ discutere.

di Vincenzo Esposito

Siamo solo noigiusto per il dibattito

A l b a c h i a r a osulla timidezza. Peruna come me chearrossiva al solosentir pronunciarele prime sillabe del

proprio nome una canzone chedice «diventi rossa se qualcunoti guarda e sei fantastica quan-do sei assorta», divenne subitoun manifesto politico di libera-lizzazione cromatica della gota,una rivendicazione del dirittoalla non estroversione. Di più: un riconoscimento pubblicodell’animus secchione, non piùmacchia sociale ma addiritturapiacere, che suonava, e suona,come una blasfemia.

di Natascia Festa

Io e AlbachiaraVinceva il rossore

Vasco per me ètante estati, ma unasu tutte, quella delpassaggio dal lemedie al liceo. Ed ètante amiche, ma

una su tutte, Daniela, compagnainseparabile dei miei pomeriggiin Calabria. Dopo due mesi (tan-to duravano le vacanze) di inciu-ci e risate, a settembre era crisid’astinenza, e allora andavo atrovarla a Caserta, dove abitava.Ci svegliava lo stereo, e La no-stra relazione, primo pezzo chepartiva. Parole da adulti strega-vano due ragazzine che non ve-devano l’ora di diventarlo. Nonavevamo capito niente.

di Chiara Marasca

La nostra relazionee due ragazzine

Voglio una Vitas p e r i c o l a t a h opensato ascoltan-do Vasco nel 1983.Ero una studentes-sa modello del li-

ceo Umberto e avevo qualcosadella ragazzina di Non l’hai mi-ca capito. Ma volevo osare. Va-sco mi ha rivelato che potevospericolatamente farlo, con gu-sto e con stile. La sua presenza aSanremo mi ha illuminato: lui conosceva tutte le regole e sce-glieva di infrangerle e ignorar-le. L’avrei fatto anch’io. Manife-sto futurista della nuova uma-nità, nel 2011, mi ha trovata co-sì: spericolata e consapevole.

di Anna Paola Merone

Vita spericolatain chiave futurista

Cresciuto con lecanzoni di VascoRossi, sono moltolegato ai suoi pri-mi successi, tuttidi generi musicali

diversi, da Vado al massimo aVita spericolata fino a Unasplendida giornata, ma tutticon una matrice comune: la ri-cerca del senso della vita. Laconclusione alla quale arriva ilBlasco è che questa vita «unsenso non ce l’ha», se nonquello del domani, di quell’«al-tro giorno» che arriverà, sulleali del «vento». E non fa nienteche «non basta mai il tempo».C’è sempre Un senso.

di Vanni Fondi

Un senso alla vita?Domani arriverà

Non sono maistato un fan di Va-sco Rossi, ma co-me molti della miagenerazione sonocresciuto ascoltan-

do le sue canzoni. Anzi, ho im-parato a suonare la chitarra(anche) arrangiando i motividel Blasco: da Bollicine a Vitaspericolata, da Colpa d’Alfredoalla onnipresente Albachiara.Se c’è una canzone che mi piacedavvero del repertorio di Vasco,però, è C’è chi dice no. Mi ricor-da gli anni della ribellione,quelli in cui essere «contro»era un valore. Che non dovrem-mo mai perdere.

di Paolo Grassi

C’è chi dice noInno alla coerenza

Avevo da pocoiniziato a suonarela chitarra. Quindi-cenne, strimpella-vo qualche nota ecanticchiavo in

pausa studio. Rigorosamente incamera e a porte chiuse. Ma sisa, l’amore a volte dà coraggio. Epianificai il gran debutto. Così,presi il cellulare e composi ilnumero del ragazzo che oggidefinirei il primo amore. Sici-liano e riccioluto. E via con la dedica. Il brano era Ogni volta.L’esecuzione non fu granché,ma la soddisfazione grande peraver almeno preso al volo un pa-io di accordi con barrè.

di Valeria Catalano

Con Ogni voltaimparai la chitarra

Ti entra nella te-sta ma va dritto alcuore. Vasco è te-rapeutico, ti ac-compagna per lavita e lo usi come

psicanalista. Ti conquista daragazzino quando «siamo solonoi, che andiamo a letto la mat-tina presto e ci svegliamo con ilmal di testa». Poi ti persuadeche «vivere è sorridere deiguai, così come non hai fattomai. E poi pensare che domanisarà sempre meglio». E oraguardandoti indietro sorridiperché «finché eravamo giova-ni era tutta un’altra cosa, chissàperché…».

di Felice Naddeo

Siamo solo noiva dritto al cuore

Vivere. Perchéancor oggi la sentie ritorni giovane.Vivere. E ti vienevoglia di cantarla asquarciagola, co-

me tanti anni fa, quando anco-ra nell’auto di papà c’erano lemusicassette e lui, il figlio delcamionista, ti faceva sentire unpo’ maledetto mentre eri allaguida con qualche birra di troppo in corpo e la sigarettaattaccata alle labbra, a sbirciaredal retrovisore la ragazza sul sedile posteriore. E poi, un in-contro di sguardi, un sorriso,una notte (forse) per amare. Vi-vere…è passato tanto tempo.

di Roberto Russo

Vivere. E la notte prendeva forma

Quando ero ra-gazzina Bollicine tidoveva piacere perforza. Perché Vascoera Vasco. A me in-vece infastidiva il

suo modo di esibirsi, non mi ap-passionava il dibattito sulle dro-ghe. E trovavo solo mediatical’ostentazione della libertà. Poicanticchiavo Albachiara, certo.Vasco iniziò a piacermi quandodecisi di ascoltarlo chiudendogli occhi. Fu guardando dentrouna bugia che capii è una malat-tia. Capii che qualcuno mi stavarubando il tempo. Senza parole:la mia emozione. Avevo 27 anni,non ero più una ragazzina.

di Monica Scozzafava

Guardai in una bugiaE rimasi Senza parole

Il rocker di Zocca e i suoi successi I brani preferiti dai giornalistidel «Corriere del Mezzogiorno»tra ricordi personali ed emozioniascoV