Il Museo Archeologico - Centro di Studi Preistorici e ... · dei laghi varesini, e in particolare...

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I l Mu s e o A r c h e o l o g i c od i Va r e s e

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Una grande parte del pian terreno del-l’edificio viene destinata ad aranciera (laserra che dal 2003 è usata per lo svolgi-mento del laboratorio “Lo scavo speri-mentale” e l’area che oggi ospita illaboratorio-deposito e il bar caffetteria).Il vasto parco che circonda la villa pos-siede piante di pregio fra le quali spiccal’eccezionale cedro del Libano. Nel 1949 la villa viene acquistata dal Co-mune di Varese e destinata a sede deiMusei Civici.

StoriaIl Museo ha una tradizione antica, stret-tamente legata al territorio, alla storiadelle ricerche e alla scoperta dei numerosisiti palafitticoli che lo hanno reso famosonell'ambito della preistoria europea anchecome centro di dibattito scientifico. Ri-cerca e studio del territorio hanno ancheportato alla scoperta di abitati e necropolidi epoca romana e altomedioevale. Conlo scopo di raccogliere documenti dellastoria varesina dalle origini all'epoca risor-gimentale, nel 1871 studiosi e appassio-nati locali fondano il "Museo Patrio".

Museo Civico Archeologicodi Villa Mirabello - Varese

Il Museo ha sede nella Villa Mirabelloche prende nome dal sito omonimoposto sul versante meridionale dell’an-tico colle “Castellazzo” dove sondaggidegli anni ’50 del secolo scorso hanno ri-velato la presenza di tratti di muraturamedioevale.

Nel 1839 l’allora proprietario Luigi Tac-cioli fa costruire le scuderie (già sede delLiceo Musicale) e nel 1843, a cura dell'ar-chitetto Luigi Clericetti, inizia la sistema-zione e l’ampliamento in stile ingleseedoardiano della casa rustica esistente giàagli inizi del 700 in cima al colle.

Villa Mirabello

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I percorsi Le sale del Museo sono dedicate a perso-naggi che hanno gravitato intorno allavita dell’Istituzione e l’hanno resa presti-giosa nel tempo.Il percorso di visita, articolato in varie se-zioni, segue un criterio cronologico cheaffianca all'esposizione dei reperti unaricca pannellistica che contestualizza glistessi nell’ambito della storia del territo-rio, della ricerca archeologica e ricostrui-sce ritmi e gesti della vita quotidiana diun tempo.

Sezione preistorica e protostorica:L’uomo e l’ambientein cui sono illustrate le principali tappeevolutive dell’uomo dalle origini ad oggi,le tecnologie dell’industria litica conesempi dell’arte paleolitica e la fauna pree post würmiana, la formazione geologicadel nostro territorio (con un cenno alla re-gione di Besano-margine settentrionaledell’oceano Tetide) mostrando le evolu-zioni avvenute nel tempo da prima di 6milioni di anni fa.

Il territorio varesino dal Paleolitico all’Età del Ferroin cui sono trattati i temi connessi allo svi-luppo umano: da cacciatori raccoglitorinomadi alla vita sedentaria e alle conqui-ste rivoluzionarie del Neolitico.Oltre che dall'abitato dell’Isolino e da di-versi insediamenti palafitticoli del lago diVarese (si veda più avanti), testimonianze

archeologiche provengono anche dall'abi-tato perispondale neo-eneolitico di Pizzodi Bodio a Bodio Lomnago (VA), la cuiestensione, lungo una fascia compresa frail rilievo del Pizzo e l’attuale riva S/SE,doveva aggirarsi intorno a 3.000 mq. Sco-perto nel 1982 è stato oggetto di campa-gne di scavo da parte del Museo dal 1985al 1995. Bodio, con la presenza del farrodal 5040-4900 a.C., è fra i siti dell’Italiasettentrionale con le più antiche attesta-zioni di attività agricola.

Il più antico uomo delle Prealpi varesineResti di un uomo adulto risalenti a 7000anni fa (5040-4900 a.C. cal.) sono statiscoperti nell’area sud dell’insediamento diPizzo: si tratta di un omero sinistro asso-ciato a un frammento di vaso decorato a

Negli anni 1876-1884 il Marchese An-drea Ponti, grande mecenate, promuovele ricerche archeologiche nei siti preistoricidei laghi varesini, e in particolare all'Iso-lino Virginia di cui è proprietario, creandola base della prestigiosa collezione donataal Museo di Varese dai suoi nipoti nel1924.

Il patrimonioIl patrimonio conservato nel Museo è co-stituito da materiali provenienti da colle-zioni, scavi sistematici e da scopertecasuali; la ricca collezione archeologica vadalla Preistoria all'Alto Medioevo e godedi grande prestigio negli ambienti scien-tifici.

Pizzo di Bodio. Olletta ansatacon decorazioni incise. 5340-5210 a.C.

(Neolitico Antico)

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eseguite a piccoli punti sbalzati, sono statiritrovati insieme a lance, asce, falci e adaltre lamine probabilmente pertinenti aun elmo. Se i laghi varesini nel tempo furono sedipredilette di abitati dal Neolitico alla finedell’Età del Bronzo, con l’età del Ferro,evolute tecniche e mutate esigenze, cam-bia anche la distribuzione geografica degliinsediamenti.L’Età del Ferro, corrispondente al I Mil-lennio a.C., vede tra il IX e il IV sec. a.C.lo sviluppo di una cultura unitaria, chia-mata di “Golasecca”, in un ambito terri-toriale piuttosto vasto con l’istituzione dicentri di grande rilevanza strategica (Ca-stelletto Ticino-Sesto Calende-Golasecca,Como) per la gestione del territorio, per

scambi commerciali, economico-sociali eper il collegamento fra il mondo mediter-raneo ed etrusco e quello centro europeoattraverso il Po, il Ticino, il Lago Maggioree i valichi alpini del Gottardo, dello Splugae del San Bernardino. L’eccezionale cor-redo della Seconda Tomba di Guerriero diSesto Calende (inizi VI sec. a.C.) conarmi, resti di carro e di finimenti per ca-valli, oggetti in bronzo e vari recipienti interracotta, mostra l’alto livello di raffinataaristocrazia del proprietario.La Cultura di Golasecca nota in partico-lare modo se non quasi esclusivamente at-traverso i corredi tombali, grazie allericerche degli ultimi anni fornisce oggianche interessante documentazione rela-tiva alla localizzazione degli abitati e allecaratteristiche tipologiche delle abitazioni.In tre vetrine sono esposti resti di correditombali della Seconda Età del Ferro

incisioni e di un astragalo destro apparte-nente allo stesso individuo. L’astragalo èstato rinvenuto nei pressi di un arto infe-riore di figuretta fittile. Durante il Neoli-tico, l’intervento delle acque interne ha inparte obliterato porzioni degli strati piùantichi arrivando quasi a lambire l’omero,trovato in situ e in piano, che se in originefosse stato in connessione anatomica conil resto dello scheletro, con tutta probabi-lità, il capo avrebbe potuto essere orien-tato verso Est.

Le età dei metalli, con nuove tecnologiee società sempre più complesse, sono am-piamente documentate. La ricerca e la la-vorazione del rame portano a una serie dimutamenti e innovazioni; in particolarecon il passaggio dal IV al III millennioa.C. la presenza di armi in selce e in me-tallo indicano la comparsa di un cetoguerriero all’interno delle comunità (pu-

gnali in selce, asce-martello in pietra).La punta di lancia detta “Ranchet”, dallastazione palafitticola di Bodio Centrale,del Bronzo antico, è tipologicamente ri-conducibile alle punte di lancia più anti-che dell’Europa centrale. La presenza di un considerevole numerodi forme di fusione (all’Isolino, dove alcentro dell’isola è venuto in luce un ripo-stiglio di 5 asce, e a Bodio Centrale) do-cumenta l’esistenza di officine di artigianimetallurghi che lavoravano il bronzo, in-trecciando così quella serie di comunica-zioni che vanno dai Canton Vallese eTicino all’Appennino tosco emiliano.I tre eccezionali schinieri del tipo a lacci,in lamina di bronzo (XII sec. a.C.), pro-venienti dal ripostiglio di Malpensa, sonofra i più antichi scoperti in Europa. Di differenti dimensioni e decorazioni(con motivi della ruota raggiata, in uncaso, e di teste ornitomorfe negli altri due)

Pizzo di Bodio. Resti umani rinvenuti insieme a materiali fittili

Lago di Varese, lame di pugnali in bronzo;Bodio Lomnago-località Bodio Centrale,

testa di spillone a disco e punta di lancia detta “cuspide Ranchét”

(XXI-XVI secolo a.C.)

Sesto Calende.Seconda Tomba di Guerriero.

(inizi VI sec. a.C.)

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provenienti da vecchi scavi in diverse lo-calità del Varesotto. Si tratta di recipientiin ceramica (ad esempio il vaso a trottolacon iscrizione da Ardena, loc. Brusim-piano; oggetti d'ornamento, in bronzo evetro (ad esempio il mirabile bracciale invetro di tomba femminile, da Lomnago)e spade in ferro (Cuvio).

Sezione RomanaEspone corredi, da necropoli rinvenute inarea varesina, che illustrano il processo dioccupazione del territorio dalla romaniz-zazione al tardoantico, lo sviluppo deicommerci e la ricchezza degli insedia-menti che dovevano costellare il Vare-sotto. Si può ammirare l’eccezionalecorredo della bambina di Mercallo deiSassi; quelli della necropoli della Rasa diVelate e di altri sepolcreti che hanno for-

nito documenti importanti per la storiavaresina: Angera, Ligurno, Dobbiate diDaverio. Inoltre, monete di età repubbli-cana e imperiale facenti parte della colle-zione del monetiere del Museo di VillaMirabello; una selezione di oggetti inbronzo e vetro tra i quali si segnala la Dia-treta Cagnola, uno tra i più preziosi e raf-finati vetri dell'età tardoromana checostituisce uno dei più importanti repertidel patrimonio archeologico del Museo;il famoso peso in bronzo a forma di astra-galo da Biandronno.Nella sezione romana si trovano ripro-dotti oggetti e vasellame in uso nel nostroterritorio in uso sulla tavola e nella cucinaromana; ricostruzione questa allestita ascopo didattico.

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Lomnago, Fondo Puricelli.Bracciale in pasta vitrea a doppia costolatura.

(fine III-metà II sec. a.C.)

Mercallo dei Sassi, Località Vignaccia.Anello d’oro con erote alato inciso su agata eframmento di corniola con la raffigurazione

di Minerva con elmo e lancia.(I secolo d.C.)

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ETÀ ROMANA

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A piano terreno è esposto l’eccezionalecorredo di una tomba a camera di età au-gustea rinvenuta a Bruzzano Milanese(oggi periferia di Milano e zona dove iPonti avevano delle proprietà) donato nel1938 dal Marchese Gian Felice Ponti inoccasione dell’allestimento del Museo Ar-cheologico a pian terreno nell’ala Est diPalazzo Estense, sede del Comune di Va-rese. Del corredo fa parte il notevole vasoin bronzo (stamnos) utilizzato come cine-rario e rinvenuto in un sarcofago in cal-care d’Angera.

LapidarioSono qui raccolte iscrizioni di età romanadi grande interesse storico, economico esociale; si possono ammirare, in partico-lare, reperti lapidei provenienti da Angerae confluiti in Museo nel 1938. Famosisono i sei rocchi di colonne delle qualiquattro con ricca decorazione vegetale eprotomi di gorgoni e leoni.

La cosiddetta ara delle Matrone, è inveceesposta nella sala del I piano dedicata a“L. Borri” primo Conservatore delMuseo, nonché esimio storico varesino.

Sezione Altomedievale Pur essendo costituita da un numero ri-dotto di reperti, testimonia la continuitàdi vita che il territorio varesino ebbe in etàaltomedievale.L’importante presenza dei Longobardi èdocumentata da oggetti di corredo fune-rario come armi e recipienti decorati. Tra i reperti del Museo sono presenti unacoppia di orecchini a cestello in argentodi tradizione bizantina da Ligurno-PortoValtravaglia.

La mummia di Villa Mirabello È così detta in quanto depositata ormai daanni presso il nostro Museo, ma della qualenon sono note né la località di provenienzané le modalità di rinvenimento. Nel 1985è stata studiata dal prof. Gino Fornaciari edalla sua equipe dell'Università di Pisa at-traverso i seguenti interventi e analisi pra-ticati sulla mummia: esami radiologici,autopsia, esami istologici a microscopio ot-tico ed elettronico, paleonutrizione me-diante spettroscopia ad assorbimentoatomico, ricerca di metalli pesanti (Pb,Cd) nel tessuto osseo e nel sistema pilifero,datazione al C14, disinfestazione, restauro.Le varie fasi dell'autopsia praticata sullamummia, un bambino di 11-12 annimorto fra il 1594 e il 1646 d.C., sonostate documentate da foto affiancate da di-segni esplicativi necessari per rendere com-prensibile il tutto anche a un pubblicoprivo di conoscenze mediche.

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Angera, Ara delle Matrone(metà I secolo d.C.)

Ligurno-Porto Valtravaglia.Orecchini in filigrana d’argento

(VI-VII sec. d.C.)

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Nel campo indo-europeo più prossimo a noi non c’è lingua che per continuità ed esten-sione territoriale possa paragonarsi al gruppo celtico, le cui testimonianze più antiche,di fine VII-prima metà del VI secolo a.C., provengono dall’area “golasecchiana”, dal ter-ritorio compreso tra gli insediamenti protourbani di Castelletto Ticino-Sesto Calende-Golasecca. Da qui, con tre piccoli vasi di impasto inscritti rinvenuti a Sesto Calende (una coppa e unbicchiere) e a Castelletto Ticino (un bicchiere) comincia la storia dei Celti, giacché un po-polo si manifesta nella sua esistenza e identità quando ci parla, sia pure con la modestia diun messaggio di poche parole. Celti che in seguito, designati come Leponzi e Galli, pro-gredirono eccezionalmente in tutti gli ambiti civili a cominciare proprio dalla scrittura chedivenne addirittura monumentale come nel caso della straordinaria stele di Vergiate.Ciò è potuto avvenire grazie ai costanti e intensi scambi commerciali e culturali con lavicina area etrusca dalla quale deriva l’alfabeto in uso in questi antichissimi manufatti.

Il celtico più antico Lastrone con incisioni pediformi e coppelle

Una lastra da stacco, in origine molto probabilmente parte di un masso erratico, delledimensioni di 175x96x15 cm, con incisioni pediformi e coppelliformi, reimpiegata comecopertura di una sepoltura golasecchiana a cassa (Prima Età del Ferro), è stata rinvenutaa Sesto Calende negli anni ’30 del secolo scorso. La tomba, già manomessa in antico, conteneva due piccoli cerchi di spirale di bronzo.Le incisioni ad impronte di piede in Valcamonica compaiono, in base allo studio di as-sociazioni con altri simboli e figure, a partire dal VII-VI sec. a. C. e sono legate al mondomaschile-guerriero.Impronte di piccole dimensioni insieme ad altre di dimensioni maggiori, come nel casodel lastrone di Sesto Calende, potrebbero collegare a riti di inziazione di fanciulli per illoro passaggio all’età adulta.Nel nostro territorio prealpino incisioni rupestri pediformi si ritrovano sia in posizionielevate e dominanti sia prospicienti primarie vie di collegamento.

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Porzione di una coppa con iscrizione in grafia sinistrorsa,

tardo VII sec. a.C., rinvenuta a Sesto Calende.Significato: possesso di Iunϑanakha (formula onomastica verosimilmente femminile relativa al nome di una defunta cui il vaso apparteneva)

Stele di Vergiate, con iscrizione in grafia sinistrorsa,

fine VI-inizi V sec. a.C.Significato: In pro di Pelkos (= Belgos)

(Pelkui) il primo personaggio (Teu) ha costruito/fatto costruire (karite) l’edificiotombale (*pruia); il secondo personaggio

(Iśos) si è occupato dell’opera di fare ed erigere (karite) la stele inscritta (palam)

Sesto Calende, cascina Gaiaccio. Lastrone con petroglifi

Somma Lombardo, Sass di’ Biss. Masso erratico con petroglifi

(incisioni pediformi e coppelliformi)

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Schema cronologico

Paleolitico 1.100.000-10.000 a.C.Mesolitico 10.000-6.000 a.C.Neolitico 6.000-3.400 a.C.Eneolitico-Età del Rame 3.400-2.200 a.C.Età del Bronzo 2.200-900 a.C.Età del Ferro I Millennio a.C.Età Romana fine I Mill. a.C.-V sec. d.C.Medioevo 476 d.C.-1492

Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello

Piazza della Motta, 4 - 21100 Varese www.comune.varese.it

www.cspa-va.it

Orari di aperturada martedì a domenica: 2 Novembre - 31 Maggio: 9.30-12.30 / 14.00-17.30

1 Giugno - 31 Ottobre: 10.00-12.30 / 14.00-18.00Chiuso il lunedì, escluso Lunedì dell’Angelo, e I Gennaio, Pasqua, I Maggio, I Novembre, 25 Dicembre

AccessibilitàIl Museo è dotato di elevatori per i diversamente abili

ServiziVisite guidate e laboratori didattici (su prenotazione),

Book-shop; Bar-Caffetteria (Tel. 0332 284519)

Informazioni e dettagli tecniciDott.ssa Daria Banchieri: 334 6659567

[email protected] - [email protected]

Prenotazionida martedì a sabato: ore 9.30-12 / 14-17

Tel : 0332 255485 - Fax: 0332 [email protected] - [email protected]

Biblioteca Specialistica Archeologica del Centro di Studi Preistorici e Archeologici di Varese

Consultazionesu prenotazione*: 334 6659567 - [email protected]

* I testi non vengono concessi in prestito

Come raggiungerciMezzi pubblici- Ferrovie dello Stato, stazione di Milano Porta Garibaldi: treni per Porto Ceresio- Ferrovie Nord, stazione Milano Cadorna: treni per Varese Nord e Laveno,

fermata Varese Nord

Museo Civico Archeologicodi Villa Mirabello - Varese

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Biblioteca Specialistica Archeologica e Storico-ArtisticaLa biblioteca specialistica del Centro diStudi Preistorici e Archeologici di Varese,istituita da Mario Bertolone nel 1953 conla fondazione dell’associazione, è in co-modato al Comune di Varese e si trovapresso il Museo Archeologico di Villa Mi-rabello.Nata dalla necessità di incrementare ilfondo librario creato dal primo Conser-vatore del Museo Luigi Borri (dal 1872 al1920), possiede ora un patrimonio costi-tuito da oltre 10.000 pubblicazioni travolumi monografici e riviste di settore.

Il Centro di Studi Preistorici e Archeolo-gici pubblica Sibrium, una tra le più pre-stigiose riviste specialistiche italiane,apprezzata in ambiente nazionale e inter-nazionale.

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La particolarità dell'isola sta nel fatto chepur essendo provvista di un piccoloMuseo Preistorico, distaccamento delMuseo Archeologico di Villa Mirabello, èessa stessa un museo, in quanto area ar-cheologica e ambientale vincolata. Storiae ambiente creano in questo sito un equi-librio di profonda e irripetibile bellezza.Nel tempo quest'isola è sempre stata rino-mata quale oasi di tranquillità, legata stret-tamente alla bellezza ambientale del lago,alla vegetazione e alla fauna che qui vivono.Infatti il lago di Varese fu sempre noto perla sua ricchezza ittica, in quanto conside-rato uno dei laghi più pescosi d'Europa.

Annoverato in passato fra i più panora-mici della Lombardia, ha mantenuto neltempo il fascino di paesaggi incontami-nati, non molto dissimili, in alcuni casi, aquelli dei tempi neolitici. Già dedicata a San Nazario, nel XVI se-colo era conosciuta come isola di S. Biagioper la presenza di una piccola chiesa de-dicata a questo santo e meta di proces-sioni dalla Schiranna. In seguito chiamataIsola Camilla, in onore della moglie delduca Antonio Litta Visconti Arese, dal1878 porta il nome di Virginia, in omag-gio alla moglie del Marchese AndreaPonti.

Museo Civico PreistoricoIsolino Virginia - Lago di Varese

L'Isola Virginia, dalla caratteristica formatriangolare di circa 17.000 mq di superfi-cie, si trova nel lago di Varesea, a pochimetri dalla riva del Comune di Bian-dronno ed è stata sede di abitato dal primoNeolitico alla fine dell’Età del Bronzo.Dal 1863 è uno dei siti più famosi dellapreistoria europea e oggetto di scavi con-tinuativi a partire dalla seconda metà

dell’800, oltre che negli anni 50 e 80 delsecolo scorso. L'isola è il più antico insediamento pala-fitticolo dell'Arco Alpino ed è inserita nel-l'elenco per la candidatura UNESCO deisiti palafitticoli preistorici.Dal 1962, in seguito alla donazione daparte del Marchese Gianfelice Ponti, èproprietà del Comune di Varese.

Isolino VirginiaArcheologia

e Ambiente

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costruite case a pianta rettangolare, sonoil risultato di imponenti lavori di carpen-teria. All’Isolino Virginia, nel tempo, ilrapporto lago-abitato ha determinato lescelte delle aree ove costruire le abitazionie il tipo delle strutture da realizzare.A partire dal IV millennio a.C. l’abitatosi estende nell’area meridionale fino a quelmomento coperta dalle acque del lago e

dal canneto. Un calco che riproduce neiminimi particolari il crollo su terreno diuna porzione di alzato datato 4800/4680a.C., esposto lungo la riva, permette alpubblico, di vedere, sempre, parte di restidi strutture lignee, poiché gli originali, peressere salvaguardati e conservati, devonorimanere coperti e sommersi dalle acque.Al centro dell’Isola è stata riaperta una

Dall'estate del 2006, su concessione mi-nisteriale, si è ripresa l'indagine archeolo-gica per conto del Museo Archeologico diVilla Mirabello: la siccità ha permesso diindagare in estensione porzioni di veri pa-leosuoli neolitici, e mettere in luce monu-mentali resti lignei di sistemazione di

sponde e di abitazioni. Durante il Neoli-tico antico e Medio (5060/4800 a.C.-4340/3970 a. C.) l’abitato occupa grandiporzioni di riva, normalmente coperti daoltre mezzo metro di acqua del lago; le ec-cezionali piattaforme lignee poste diretta-mente su terreno e sulle quali erano

Museo Civico PreistoricoIsolino Virginia - Lago di Varese

2006. Area Nord: visuale di parte di camminamento ligneo risalente a circa 6800 anni fa

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parte dell'area indagata negli anni '50 delsecolo scorso da Mario Bertolone. La messa in luce delle varie sezioni ha per-messo di evidenziare spettacolari sequenzestratigrafiche. Vista l'eccezionalità di que-sti documenti “scritti nella terra”, sonostati scelti i punti dell'area Nord dove ef-fettuare due strappi di sezioni per potercosì portare in Museo una porzione discavo. La sequenza stratigrafica riguarda

la vita dell’abitato fra 4899 e 4590 a.C. Questo tipo di musealizzazione collega ivisitatori in diretta con la dinamica dellevarie attività di scavo e i risultati relativi.Le nuove e sofisticate tecnologie di cui siavvale l'archeologia per ottenere risultatiscientifici sono anche la base per una cor-retta divulgazione e per una didattica diqualità.

Isolino Virginia, 2006. Area Nord, particolare

Musealizzazione dei due strappi di sezioni stratigrafiche

Crollo su terreno di una porzione di alzato ligneodatato 4800/4680 a.C. e il relativo calco

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Museo Civico PreistoricoIsolino Virginia - Lago di Varese

I due strappi sono esposti al primo pianodel Museo Civico Preistorico Isolino Vir-ginia (distaccamento dal Museo CivicoArcheologico di Villa Mirabello). Nel Parco Archeologico si può visitare ilPercorso didattico all'aperto e, col proce-dere degli scavi, la musealizzazione dellefasi della vita dell’abitato.

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Gli abitati preistorici del Varesotto, dal Neolitico all’età del Bronzo

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Museo Civico PreistoricoIsolino Virginia - Lago di Varese

Nell’inverno 1853-54, a causa di una forte siccità, vi fu un notevole abbassamento deilivelli lacustri e lungo le rive dei laghi svizzeri vennero alla luce numerosi siti preistorici. In seguito ai rinvenimenti effettuati oltralpe, il Varesotto diviene centro di ricerche ar-cheologiche mirate concentrate nelle aree palustri che potevano avere le stesse caratteri-stiche di quelle svizzere.

Museo Civico Preistoricoe

Parco Archeologico Isolino Virginia

Lago di Varese - Biandronnowww.comune.varese.it

www.cspa-va.it

Apertura stagionaleda Aprile ai primi di Novembre: Sabato, Domenica e festivi

Su prenotazione: tutto l’anno

Servizi- su prenotazione -

Visite guidate, laboratori didattici e “giornata preistorica”

Bar-Ristorante (Tel. 0332 766268) aperto tutto l’anno

Informazioni e dettagli tecniciDott.ssa Daria Banchieri: 334 6659567

[email protected] - [email protected]

Prenotazionida martedì a sabato: ore 9.30-12 / 14-17

Tel : 0332 255485 - Fax: 0332 [email protected] - [email protected]

Come raggiungerciTrasbordo con barca da Biandronno, via Marconi - Tel. 0332 766268

Da Milano: Autostrada A8 in direzione Varese, uscita Azzate Buguggiate, poi strada provinciale 36 in direzione Cazzago Brabbia, fino a Biandronno, Via Marconi per trasbordo barca.In treno: Ferrovie dello Stato oppure Ferrovie Nord fino a Varese poi servizio di trasporto con autolinea da piazzale Kennedy

LE STAZIONI

PREISTORICHE

DEL TERRITORIO

VARESINO

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I l Mu s e o P r e i s t o r i c oI s o l i n o V i r g i n i a

u

v

w x

y

u Acciarino in selce

v Mezza fusaiola in terracotta

w Tranciante trasversale in selce

x Lama in selce (Neolitico: II metà IV millennio a.C.)

y Vago di collana in vetro blu decorato a filamenti bianchi (Bronzo Finale)

Visite guidate:w allo scavo archeologicow al Museo Preistorico

Laboratorio:Natura dal passato: legni e semi neolitici-Archeobotanica-

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