IL MOTTESE HINTERLAND - in-sicily.com · genere fisico, è altrettanto vero che siamo contrari alle...

9
IL MOTTESE & L’ HINTERLAND Periodico d’informazione e cultura www.lasvolta.it Anno 4 - Sup. Numero 6 € 0,60 DISTRIBUZIONE GRATUITA LUGLIO - AGOSTO 2006 All’interno Silvia Calanna MILITARI IN GONNELLA O DONNE IN CARRIERA ? Le donne nell’esercito è un argomento scomodo a molti uomini che dichiarano di non temere “la competizione” e a molte donne che credono che “è meglio stare in cucina”. E se nessuno di noi è favorevole a guerre e sopraffazioni umane, di nessun genere fisico, è altrettanto vero che siamo contrari alle sopraffazioni di ordine psicologico che molte donne subiscono. Contrariamente a quanto si pensa il desiderio di arruolarsi volontariamente in attività considerate “maschili” per eccezione non costituisce sempre e solo una voglia di rivalsa e di emancipazione femminile ma la volontà seria e duratura di un impegno sociale di più ampio respiro. E’ così che la professione militare affascina, oggi più che mai, un numero crescente di quelle che qualcuno ama definire solo “militari in gonnella”. Secondo l’ufficio leva sono più di 150 le donne che hanno richiesto nell’ultimo mese di entrare nell’Esercito. Tra queste Irene Pesce, giovane mottese di 19 anni arruolata con entusiasmo fuori dal comune e, cosa non meno importante, con ardente convinzione. Oggi Irene è diventata un esempio per molte ragazze che vorrebbero intraprendere la sua stessa esperienza. Molte donne si dichiarano “entusiaste, determinate, pronte a non farsi abbattere da niente e da nessuno”. Sicure “di essere responsabili, affidabili, fisicamente preparate”. Irene Pesce vede nel suo arruolamento un sogno che si realizza, una possibilità concreta di fare ciò che ha sempre desiderato, un modo di mettersi al servizio dello Stato, una scelta fatta con passione. Importante l’appoggio dei genitori che si dichiarano “soddisfatti e orgogliosi della scelta” della figlia. Sarà perché oggi l’arruolamento è diventato un vero e proprio lavoro che permette, seppur tra sacrifici e rischi, di vivere con uno stipendio. Le donne seguono per arruolarsi lo stesso iter a cui sono sottoposti gli uomini: al reclutamento le attendono l’esame medico, quello delle attitudini fisiche, nonché prove psicologiche di varia natura. Superate queste, si apre la strada dell’uguaglianza. Autocarrozzeria Revisione Auto Garanzia a vita sulle riparazioni Vettura sostitutiva Pagamenti rateizzati C.da Tiritì - S.P. 13 n° 14 95040 Motta Sant’Anastasia (CT) Tel. 095 7131184 - Fax 095 7131718 Autocarrozzeria Revisione Auto Garanzia a vita sulle riparazioni Vettura sostitutiva Pagamenti rateizzati C.da Tiritì - S.P. 13 n° 14 95040 Motta Sant’Anastasia (CT) Tel. 095 7131184 - Fax 095 7131718 La politica di Motta Pag. 2 Lettera al Sindaco Pag. 3 La MIMOSA vota il Bilancio Pag. 3 Hanno bocciato il Bilancio Pag. 4 Motta si prepara alle feste d’estate? Pag. 5 La Scuola - Corso di giornalismo Pag. 6 Belpasso: Il distretto “Pietra lavica” Pag. 8 S.M. Licodia: La sua economia Pag. 9 Paternò: Tribudio a Padre Ravazzini Pag. 9 Le chiese: I “Mormoni” Pag. 10 Contestata la “Gay Pride” Pag. 10 Voci di poeti: dedicata a A. Nicolosi Pag. 11 Festa di Primavera Pag. 12 Etna Blues Festival Pag. 12 Taormina: “Ciseimare” Pag. 13 Sport: Italia campioni del mondo Pag. 14 Sport: Il Catania in serie A Pag. 15

Transcript of IL MOTTESE HINTERLAND - in-sicily.com · genere fisico, è altrettanto vero che siamo contrari alle...

IL MOTTESE & L’HINTERLANDPeriodico d’informazione e cultura www.lasvolta.it

Anno 4 - Sup. Numero 6 € 0,60 DISTRIBUZIONE GRATUITA LUGLIO - AGOSTO 2006

A l l ’ i n t e rno Silvia Calanna

MILITARI IN GONNELLAO DONNE IN CARRIERA ?Le donne nell’esercito è un argomento

scomodo a molti uomini che dichiarano di non temere “la competizione” e a molte donne che credono che “è meglio stare in cucina”. E se nessuno di noi è favorevole a guerre e sopraffazioni umane, di nessun genere fisico, è altrettanto vero che siamo contrari alle sopraffazioni di ordine psicologico che molte donne subiscono.

Contrariamente a quanto si pensa il desiderio di arruolarsi volontariamente in attività considerate “maschili” per eccezione non costituisce sempre e solo una voglia di rivalsa e di emancipazione femminile ma la volontà seria e duratura di un impegno sociale di più ampio respiro.

E’ così che la professione militare affascina, oggi più che mai, un numero crescente di quelle che qualcuno ama definire solo “militari in gonnella”.

Secondo l’ufficio leva sono più di 150 le donne che hanno richiesto nell’ultimo mese di entrare nell’Esercito. Tra queste Irene Pesce, giovane mottese di 19 anni arruolata con entusiasmo fuori dal comune e, cosa non meno importante, con ardente convinzione.

Oggi Irene è diventata un esempio per molte ragazze che vorrebbero intraprendere la sua stessa esperienza. Molte donne si dichiarano “entusiaste, determinate, pronte a non farsi abbattere da niente e da nessuno”. Sicure “di essere responsabili, affidabili, fisicamente preparate”.

Irene Pesce vede nel suo arruolamento un sogno che si realizza, una possibilità concreta di fare ciò che ha sempre desiderato, un modo di mettersi al servizio dello Stato, una scelta fatta con passione.

Importante l’appoggio dei genitori che si dichiarano “soddisfatti e orgogliosi della scelta” della figlia. Sarà perché oggi l’arruolamento è diventato un vero e proprio lavoro che permette, seppur tra sacrifici e rischi, di vivere con uno stipendio.

Le donne seguono per arruolarsi lo stesso iter a cui sono sottoposti gli uomini: al reclutamento le attendono l’esame medico, quello delle attitudini fisiche, nonché prove psicologiche di varia natura. Superate queste, si apre la strada dell’uguaglianza.

A u t o c a r r o z z e r i aR e v i s i o n e A u t o

Garanzia a vita sulle riparazioniVettura sostitutiva

Pagamenti rateizzatiC.da Tiritì - S.P. 13 n° 1495040 Motta Sant’Anastasia (CT)Tel. 095 7131184 - Fax 095 7131718

A u t o c a r r o z z e r i aR e v i s i o n e A u t o

Garanzia a vita sulle riparazioniVettura sostitutiva

Pagamenti rateizzatiC.da Tiritì - S.P. 13 n° 1495040 Motta Sant’Anastasia (CT)Tel. 095 7131184 - Fax 095 7131718

La politica di Motta Pag. 2Lettera al Sindaco Pag. 3La MIMOSA vota il Bilancio Pag. 3Hanno bocciato il Bilancio Pag. 4Motta si prepara alle feste d’estate? Pag. 5La Scuola - Corso di giornalismo Pag. 6Belpasso: Il distretto “Pietra lavica” Pag. 8 S.M. Licodia: La sua economia Pag. 9Paternò: Tribudio a Padre Ravazzini Pag. 9Le chiese: I “Mormoni” Pag. 10Contestata la “Gay Pride” Pag. 10Voci di poeti: dedicata a A. Nicolosi Pag. 11Festa di Primavera Pag. 12Etna Blues Festival Pag. 12Taormina: “Ciseimare” Pag. 13Sport: Italia campioni del mondo Pag. 14Sport: Il Catania in serie A Pag. 15

I cittadini di Motta sono ormai sfiniti dai loro stessi politici e già, da molto tempo a questa parte, non fanno altro che gridare avviliti due semplici parole: “andatevene a casa …”.

Una così inerme ed inattiva classe politica, come conclamata dalle elezioni del giugno 2004, non si era mai registrata nella storia di Motta.

Un Consiglio comunale disattento ai bisogni della gente che si rifiuta di approvare il bilancio di previsione per il 2006, un’amministrazione che non riesce ancora a dare risposte concrete ai cittadini, mancando di linee di programmazione incisive ed efficaci, un’amministrazione, come tutti i mottesi sanno capeggiata dal Sindaco, dott. Antonino Santagati, certamente un caro amico e un bravo ed onesto medico, che si è mostrato però, politicamente incapace di saper amministrare una città come Motta Sant’Anastasia.

Centinaia sono ormai, infatti, i problemi accumulati nel tempo e tutt’oggi irrisolti. Problemi in gran parte ereditati dalle precedenti amministrazioni, che attualmente si sono aggravati a causa dell’assenza di politiche risolutive.

I cittadini si trovano di fronte un consiglio comunale litigioso e incapace di assicurare il benessere dell’intera comunità. Un consiglio rappresentato da una maggioranza di membri politicamente incoerenti ed insaziabili di protagonismo. Qualcuno promette vanamente di essere disposto a fare qualsiasi cosa per i suoi cittadini, ma tutti sanno quale grande bugia si nasconda dietro questo finto buonismo. Si sa che il gioco dello scarica barile è in agguato e la colpa di chi è? Forse dell’amico o collega consigliere della sedia accanto che appena si prospetta un qualsiasi vantaggio personale è pronto a tradire o cambiare casacca.

Il nostro ormai è un paese alla deriva trascinato da chi si ostina a non volere ammettere il suo fallimento, in particolare a chi scriveva “la nave va” su un manifesto apparso all’inizio della legislatura, oggi sorge spontanea una domanda: “in quale direzione l’avete portata?”.

Dateci risposte concrete. Mi rivolgo ai dirigenti Ds, ai suoi consiglieri e a tutti coloro, ormai un numero esiguo, di attivisti rimasti fedeli.

Una domanda vorrei porla non al partito nel suo complesso bensì all’unico leader che precedentemente lasciava la carica di consigliere perché investito da impegni di lavoro, ma che successivamente si rendeva disponibile per ricoprire la carica di assessore. La domanda è semplice: “Cosa siete stati capaci di cambiare, naturalmente in meglio, a Motta ?

Non era più saggio togliere l’ancora per far nuovamente decidere ai cittadini da quale nave essere trasportati e, soprattutto, verso quale rotta intraprendere il cammino di una vera svolta per la propria città?”

Ormai Motta è un paese abbandonato a se stesso. Un paese in cui il primo cittadino sogna ancora opere faraoniche, non accorgendosi della necessità di occuparsi di cose più semplici e di più immediata realizzazione. Opere che potrebbero rendere i loro cittadini molto più soddisfatti…

Il paese è carente da tanti punti di vista e ai suoi Consiglieri comunali non resta che litigare e farsi dispetti personali. Il degrado è sotto gli occhi di tutti i cittadini ma basterebbe poco per dare la giusta spinta ad un territorio ricco di “risorse non fruttate”.

Tanti cittadini si chiedono cosa ci stanno a fare seduti in quei banchi del Consiglio...

Le sedute vengono spesso rinviate. Ciò, se da un lato, rallenta l’attività politico amministrativa del paese, rendendo più lontano il sogno di un paese efficiente, dall’altro fa aumentare in maniera proporzionale ai rinvii, i compensi dei consiglieri.

Molti sono quelli incapaci politicamente di amministrare se stessi. Come si può chiedere loro di amministrare una città

intera? Inoltre, come si possono ipotizzare innovazioni e progettare grandi idee se non si riesce a proteggere quel poco che è già presente sul nostro territorio?

Sono innumerevoli gli esempi di noncuranza.

Iniziamo citando il campo di calcio, in contrada Terre Nere, lasciato nel degrado più totale, senza un definitivo progetto di completamento e senza un regolamento d’uso che serva a renderlo fruibile ai semplici cittadini, che sportivi non sono.

E ancora passiamo al Centro anziani, in corso Sicilia, lasciato come un vecchio rudere abbandonato e con il pericolo imminente per l’igiene degli abitanti della zona.

E senza andar lontano, basta guardare “in basso” per notare come molte delle strade del paese si presentano senza manutenzione alcuna, piene di buchi, senza banchine e prive di segnaletica stradale. Tutti elementi che

attentano alla sicurezza dei passanti.Passiamo adesso ai momenti di

tempo libero dei cittadini. Chiusi i negozi e i bar, Motta muore con il tramonto del sole. Nessuna attrattiva, né iniziativa che possa aggregare, in particolare i giovani. Piazza Umberto si è trasformata in una qualunque via, addobbata però da un recinto di vasi di legno, costati alla comunità ben oltre i 95 mila euro. Non a torto, “è una vergogna” si grida da più parti. Dove sono stati spesi cosi tanti euro…? Si aspetta ancora un resoconto…

Una realtà ancora più triste si attende in questa calda estate mottese. Il cittadino, vinto da tanta noia, dovrà cercare svaghi altrove, in paesi limitrofi che riescono almeno ad offrirgli servizi

efficienti. Cercherà spettacoli culturali e di intrattenimento che il suo paese non riesce ad offrirgli. Questa mancanza di iniziative ricreative non favorirà il turismo. Se gli stessi mottesi vanno via, come si può sperare che altri giungano da lontano, incrementando la nostra economia?

Gli storici Rioni sono costretti ad elemosinare al Comune contributi per la realizzazione di iniziative ormai divenute

appuntamenti attesi nello scenario provinciale e regionale.

Registriamo altresì che vi è stato nell’anno 2005 un’economia di bilancio di fondi non spesi. L’incapacità programmatica rischia di far perdere risorse del comune non più recuperabili.

E che dire dello spettacolo offerto dell’amministrazione Diessina: una pseudo pulizia del Parco Comunale in cui il Sindaco rievocava e denigrava Mussolini a dorso nudo mietere il grano nelle campagne insieme ai contadini. Uno spettacolo certamente poco serio per un primo cittadino. Un parco urbano privo di servizi, con un verde incolto e senza parcheggio auto. Lo stesso parco che, invece, con una giusta programmazione e con una gestione dei privati avrebbe potuto sortire risultati migliori, attraendo oltre che i nostri bambini (che attualmente sono penalizzati dai pochi spazi disponibili) anche chi non abita nel paese.

Diciamo basta a formule politiche confusionarie e ad una diffusa incapacità amministrativa… Signor Sindaco non si ostini a rimanere sopra quella nave che sta affondando. Se veramente ama Motta e i suoi concittadini, come spesso precisa nei suoi interventi, si dimetta per mandare a casa soprattutto questi Consiglieri politicamente incapaci ed insensibili, rimettendo il destino del paese e la sua possibile felicità al loro insindacabile giudizio.

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 2006ATTUALITÁ & POLITICA2 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 3LA POLITICA DI MOTTA SANT’ANASTASIA: UNA NAVE CHE AFFONDA !

Tra tanta confusione politica ed incapacità amministrativa e continui litigi in Consiglio comunale, giungono due buone notizie per altrettanti due progetti inerenti alla riqualificazione di piazza Duca D’Aosta, alla sistemazione dell’area circostante e alla realizzazione di un parcheggio in via Pirandello, con i quali il Comune aveva partecipato a due bandi scaduti nell’ottobre 2005 degli assessorati regionali Lavori pubblici e Turismo.

Il primo, con decreto assessoriale del 26 maggio scorso è stato inserito nella graduatoria dei progetti ammissibili a finanziamento (circa 815 mila

euro, il 15% dei quali coperti con fondi comunali pari a 122 mila euro), e il secondo, con d.d.g. del 15 giugno, è stato finanziato per un importo di 205 mila euro.

Per la piazza Duca D’Aosta, ingresso nord del paese, progettista l’arch. Giuseppe Giunta, responsabile unico del procedimento l’ing. Antonio Di Rosa, sono previsti lampioni fotovoltaici, rotatoria con all’interno un gruppo scultoreo con fontana ed area contigua tra le vie Bellini e Vittorio Emanuele di circa mille metri quadrati dedicata ai famosi sbandieratori locali, avente forma di bandiera svolazzante senza interruzioni morfologiche per consentire

le note manifestazioni folcloristiche, ed ampia tribuna di tre gradoni per una capienza di oltre 300 spettatori. Nella parete cieca che prospetta nella piazza sarà realizzato un bassorilievo in terracotta raffigurante gli stemmi dei tre rioni mottesi.

Il parcheggio di via Pirandello, a un tiro di schioppo dal centro storico, progettista il geom. Francesco Pennisi, responsabile unico del procedimento geom. Nino Gulisano, su un terreno in pendenza di 760 mq, sistemati in due quote a -1,10 e a -3,90, con 6 pali d’illuminazione ed aree a verde, risponderà in parte all’emergenza parcheggi.

IL MOTTESE & L’HINTERLAND

Periodico d’informazione e culturaAnno IV N° 6 - Luglio 2006

Reg. Tribunale CT 3-03 del 13/01/2003

Direttore Responsabile:Elena Caruso

e-mail: [email protected] Editoriale:

Sebastiano Di Mauroe-mail: [email protected]

vice Direttore:Mario BonannoCapo Redattore:Antonio Nicolosi

Redazione:Silvia Calanna, Giovanna Raimondo,

Maria Sambataro, Lella Seminerioe-mail: [email protected]

Hanno collaborato:Pina Mazzaglia, Nuccio Sciacca,Silvia Trigilio, Carmen Zappalà

con la collaborazione: Corso di Giornalismo Scuola Media Motta Sant’Anastasia

Editore: Associazione M.I.MO.S.A. Fondatore: Antonino Fisichella

Amministrazione, Pubblicità e Redazione:Via XX Settembre, 11

95040 Motta Sant’Anastasia (CT)Tel. 095 5900075 - Fax 095 5900076

Cell. 3356465617e-mail:

[email protected] - [email protected]

Stampa:Azienda Grafica Editoriale s.n.c.

Via C. Finocchiaro Aprile, 18895129 Catania

Tel. / Fax 095 537554

Associato alla: Unione Stampa Periodica Italiana

E’ vietata la riproduzione totale o parziale del contenuto della pubblicazione senza autoriz-zazione dell’editore e senza citare la fonte

Un Consiglio comunale litigoso e incapace di assicurare benessere alla collettivitàAVVIATI A SOLUZIONE DUE ATTESI PROGETTILa Piazza Duca D’Aosta e il parcheggio in via Pirandello

Lella Seminerio

Sebastiano Di Mauro

Abbiamo voluto inserire una delle tante lettere dei nostri concittadini inviate al Comune di Motta all’attenzione del Sindaco e dell’assessore responsabile. A voi il vostro giudizio.

“Mi pregio di segnalare a lei e alla giunta da lei presieduta, il degrado sempre crescente della zona sottostante Via Vittorio Emanuele, dal boschetto del Calvario alla zona Ponte.

Montagne di lattine, bottiglie vuote e avanzi di tutti i generi si accumulano giorno dopo giorno deteriorando l’igiene pubblica a tal punto da risultare, specialmente nella stagione estiva, pericolo reale per infezioni varie. Cani randagi, topi e rettili vari ne fanno naturale dimora minando la salute di quei cittadini che in tale zona hanno dimora.

Pregerei lei e i suoi validi collaboratori ad un’azione incisiva per bonificare tale zona,spettacolo oltretutto indecente per quei forestieri che transitano da tale loco.

Munire la zona di cestelli rifiuti più ampi e cartelli che invitano all’educazione civica potrebbero risultare utili come quello di coinvolgere gli esercenti che smerciano in tale zona di farsi carico del problema a costo di vedere limitata la propria licenza.

E’ un’indecenza che un popolo civile non dovrebbe tollerare e alla sua civiltà mi appello affinché il problema trovi la giusta soluzione. La pulizia e l’igiene sono il biglietto da visita che una comunità offre al forestiero e in verità in questi ultimi mesi questo sembra essere sottovalutato.

Spero che questa mia non resti lettera morta, ma che trovi in lei la giusta attenzione.Aspetterò fiducioso”.

Il consigliere comunale Antonino Fisichella (nella foto) espressione della Mimosa a seguito del suo riavvicinamento alla maggioranza del Sindaco ha voluto precisare:

“ In questi due anni nella qualità di rappresentante del Movimento Mimosa, ci siamo resi ancora una volta protagonisti di tante battaglie per il bene della nostra città. Eravamo partiti carichi di entusiasmo e pronti a rimboccarci le maniche per lavorare all’indomani delle

elezioni per portare a Motta quel cambiamento promesso e, soprattutto, per dare ai cittadini quelle risposte che da anni attendevano. Ma le vicissitudini che si sono susseguite in questi 24 mesi di governo ci hanno costretto spesso a mantenere una funzione che è stata soprattutto di controllo degli interessi della collettività e non di produttività fattiva per il paese; questo non per volontà nostra bensì per ostruzionismo generato da altri. Oggi si potrebbero superare quegli ostacoli dettati da un gruppo di consiglieri che hanno portato allo sfascio della maggioranza eletta e stipulare nuovi accordi con alcune forze all’interno del consiglio. In considerazione di ciò abbiamo deciso di dare il nostro contributo per il paese così come promesso prima di essere eletti. Il nostro primo impegno è stato quello di aver voluto contribuire all’approvazione del Piano triennale delle Opere pubbliche, dove sono inserite tante opere importanti per Motta; mentre la maggioranza del Consiglio comunale ha bocciato il Bilancio, cioè la possibilità di potere mettere in pratica programmi e progetti utili e necessari per la collettività. Continueremo quindi a batterci contro chi fa ostruzionismo a discapito degli interessi del paese.

Il nostro senso di responsabilità parte dalla considerazione che, o con questa maggioranza o con un’altra, è doveroso dare al paese quegli strumenti per potere garantire opere e servizi, e con il nostro intento lo abbiamo fatto ripartendo da una nuova prospettiva di dialogo con le altre forze di governo, poiché è il dialogo l’elemento principale che è venuto a mancare in questi due anni, ed è sempre il dialogo l’elemento che può portare ad una sana e proficua opera di maggioranza.

Abbiamo ritenuto, quindi, doveroso rispondere ad un invito al dialogo proposto al Consiglio comunale e alla necessità di evitare che i gruppi vincitori delle elezioni mandassero il sindaco stesso verso quei gruppi che la città ha bocciato. Grazie a questo nuovo spirito siamo stati al patto d’onore stipulato con il sindaco Nino Santagati, perché crediamo che và sempre ricercata la possibilità di realizzare la vera svolta per Motta, che si basa sul senso di responsabilità politica e sociale che ogni consigliere dovrebbe avere nei confronti del proprio elettorato”.

Una delle tante lettere inviate al Sindaco

LA MIMOSA VOTA IL BILANCIOPer responsabilità nei confronti degli elettori

“ Se Motta fosse statarappresentata da politici

capaci ed interessatiseriamente al benessere

e allo sviluppo,il paese avrebbe potuto

trasformarsi in un centrovivo e dinamico,

capace di soddisfarele esigenze di tutti ”

ATTUALITÁ & POLITICA

MAP Costruzioni s.r.l. fornisce servizi eprofessionalità per ogni esigenza nel settore edile.

Serietà e creatività ci permettano di realizzareservizi di totale qualità e prestigio.

Entusiasmo, organizzazione tecnica e coordinamentodel personale di cantiere garantiscono tempi rapidi di esecuzione nel pieno rispetto della qualità e delle norme.

Le realizzazioni edilizie della MAP Costruzioni s.r.l. sono costruzioni ed opere di alta qualità, in piena sintonia con i desideridella clientela più esigente.

MAP COSTRUZIONI s.r.l. - Via Campo dei Fiori n. 1/a - 95047 Paternò (Catania)Tel. (+39) 095 853556 - Fax (+39) 095 853556 - www.mapcostruzioni.it - e-mai: [email protected]

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 20064 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 5

In paese doveva respirarsi l’aria di festa. Avremmo dovuto notare come la fantasiosa macchina degli ingegni rionali si sarebbe messa in moto per organizzare ed allestire le due più importanti ed attese manifestazioni, non solo per dall’intera cittadinanza, ma anche

per i comuni dell’hinterland ed oltre. Ma non è così. Almeno no per quest’anno.

Non ci rimane il ricordo delle “Feste Medievali”, che venivano organizzate dal 12 al 20 agosto.

In quei giorni i quartieri del vecchio borgo si trasformavano

per apparire pittoreschi, ornati da fiori e drappi, da vessilli e stendardi, il tutto per accrescere il loro fascino e per fare rivivere, fra ricostruzioni scenografiche verosimili, pezzi di vita del medioevo. Si incontravano, per le stradine un magico profluvio di sacro e di profano, fra riti e sortilegi, caratterizzato da tipi singolari, talvolta smisuratamente bizzari e ci si poteva fermare nelle tipiche “taberne” e gustare i piatti di un tempo: arrosti di selvaggina, minestra di farro, cous-cous ecc...

E la gente si chiede: la festa alla Patrona della città, Santa Anastasia, si farà si o no... ?

Ogni anno il solito dubbio

per finire che tutti la vogliono, ma nessuno, di chi ha la responsabilità, lascia le sue prerogative personali, e la festa non si fà. Trascurando anche la vera ragione che è quella di onorare Santa Anastasia.

Ricordiamo come in quelle giornate, dal 22 al 25 agosto, i nostri Rioni facevano di tutto per stupire ed emozionare il popolo dei fedeli e i forestieri che a migliaia inondavano le contrade cittadine per assistere alla singolare kermesse in onore della Patrona Anastasia.

Una grande emozione per i mottesi festeggiare la propria Patrona Anastasia. Una festa caratterizzata dalla rivalità dei tre Rioni che ogni quattro anni si manifesta con le sfilate storiche, con i gruppi folcloristici delle majorettes e degli sbandieratori. Un popolo a lei particolarmente devoto che nei quattro giorni di intensi e spettacolari tributi folcloristico-religiosi si esprime con una inestricabile e fantasmagorica fusione di “varette”(cerei), fuochi

d’artificio, cortei storici e religiosi, esibizioni di sbandieratori.

Il momento più toccante dell’emozione-commozione collettiva viene espresso dal forte legame devozionale alla Patrona la mattina del 24, quando viene aperta la “cameretta” della Vergine Martire per essere traslata all’ altare maggiore e nelle serate del 24 e 25, quando Anastasia, ornata di svariati monili ed oggetti preziosi, posta sulla dorata “vara”, tirata da lunghe corde, viene portata in giro per il paese.

Fra i momenti di antica tradizione

ha una particolare valenza di richiamo turistico la “Discesa delle Quartine” (vessilli-emblema dell’appartenenza al proprio Rione), carica di storia, di folclore e di alta solennità e l’allestimento scenografico del corteo storico che fanno rivivere dentro scene e coreografie, superbe figure del medioevo della storia isolana, come Federico II di Svevia, Ruggero II, re Martino I, il vecchio conte di Cabrera. Tutti questi brandelli di storia e di leggende.

Ma di ciò cosa avremo quest’anno?

MOTTA SANT’ANASTASIA SI PREPARA ALLE FESTE D’ESTATE ?Dov’è finito l’impegno per le “Feste Medievali” e la “Festa della Santa Padrona”

Negli anni Sessanta i mottesi videro iniziare i loro giovani a sbandierare ed i più agguerriti contradaioli se le sarebbero date volentieri in testa l’uno contro l’altro ma per fortuna la sfida si giocava sul campo degli esercizi più belli e coreografici.

Poco importa se veramente circa seicento anni prima gli abitanti del borgo scesero per le scoscese vie del dongione a festeggiare la regina Bianca sventolando fazzoletti e lenzuola a mo’ di bandiera. Non servono troppe giustificazioni storiche per una tradizione che oggi è realtà. Non serve sapere se il primo ad inventare gli sbandieratori di Motta fu questo o quello e se magari qualcuno in seguito ha copiato.

Le bandiere ed i suoi meravigliosi gruppi appartengono a tutto il paese. Serve, oggi più che mai, portare avanti e promuovere in tutto il mondo, con l’aiuto del Comune e degli enti preposti, i tre gruppi di abili sbandieratori che già si fanno onore

vincendo a più riprese in tutt’Italia campionati e tornei. Serve una logica politica che sia al servizio di questa eccezionale risorsa di promozione turistica del paese. Le bandiere con cui si iniziò a “sbandierare” erano poco più che dei manici di scopa assolutamente ribelli alle

volontà dello sbandieratore e spesso preda della prima folata di vento. Poi le bandiere bilanciate che ti ricadono in mano quasi fosse un boomerang e che ti permettono di farne volteggiare due, tre, quattro e anche più.

Gli allenamenti, lontani da occhi indiscreti e soprattutto da quelli nemici. Il singolo studiato e

ripetuto fino alla noia per non sbagliare quando sei là, davanti a tutti la sua cittadinanza.

Bravi ieri, bravi oggi. Il rischio è semmai che anche le bandiere con il loro prezioso carico finiscano nell’abitudine, nella routine e nell’ordinario dimenticando quali soddisfazioni hanno regalato a Motta e quante altre possono darne. Nuccio Sciacca

L e v e r e s f i d e t r a i R i o n i i n i z i a r o n o a c o l p i d i b a n d i e r a

ATTUALITÁ & POLITICA CULTURA & TRADIZIONI

ASSEMBLAGGIO EMANUTENZIONE COMPUTER TELEFONIA - ACCESSORI

SATELLITARI - HIFI

Viale della Regione, 4595040 Motta S. Anastasia

Tel./Fax 095 308214

IL CINEMA A CASA TUANON CHIUDE MAI E IL

PREZZO LO FAI TU24 ORE SU 24

Via Garibaldi, 810(interno rifornimento IP)95045 Misterbianco (CT)

Il corso sarà organizzato e realizzato da “ProXima Informatica” e si rivolge a coloro che si avvicinano per la prima volta al computer e intendono utilizzarlo per ragioni di lavoro, di studio o per hobby.Continue esercitazioni pratiche faranno apprendere in modo semplice ed immediato tutti i concetti necessari per avere una padronanza nell’uso del computer.Verà mostrato l’utilizzo del sistema operativo Windows, mostrando in particolare come creare nuovi documenti, come gestirli e come organizzare il proprio lavoro. Inoltre viene illustrato l’uso di Internet che ormai è diventato un indispensabile strumento di lavoro, di supporto allo studio ed un ottimo mezzo per coltivare i propri hobby. Infine il corso illustrerà i termini chiave propri dell’informatica ed offre una panoramica dei prodotti esistenti, software e hardware, mettendone in risalto i possibili utilizzi.L’obiettivo del corso sarà:• Conoscere, in linea generale, la struttura di un PC;• Utilizzare il sistema operativo Windows;• Organizzare i documenti;• Gestire file e cartelle;• Scrivere testi e lettere utilizzando un programma di video scrittura;• Redigere tabelle con un foglio elettronico;• Navigare su internet.Il corso si svolgerà dal mese di settembre 2006 a Motta Sant’Anastasia ed avrà la durata di sedici ore, normalmente suddivise in otto lezioni di due ore.

Per le iscriversi o avere informazioni dovrete contattare:Periodico LA SVOLTA – Editrice M.I.MO.S.A.Via XX Settembre, 1195040 Motta Sant’Anastasia (CT) Tel. 095 5900075 - Fax: 095 5900076Rec. Cell. 335 6465617E-mail: [email protected]

C O R S O BA S ECOMPUTER E INTERNETDodici su 20 consiglieri

comunali hanno bocciato il bilancio per l’anno 2006, con le evidenti conseguenze ed effetti negativi che sta provocando a causa del ritardo nell’approvazione.

Il peggio è che tutto questo già sta provocando un gravissimo danno alla cittadinanza.

E’ giusto che tutti sappiano chi ha votato contro e chi a favore.

Hanno bocciato il bilancio: Orazio Di Mauro (AN), Giuseppe Raimondo (UDC), Anastasio Carrà (Lista Margherita), Giovanna Roccuzzo e Natale Consoli (Nuova Sicilia), Antonino Luca, Armando Galliano, Giuseppe Balsamo, Giacomo Fiorenza, Filippo Pagliaro, Concetto Roccasalva, Mario Virgillito (MPA).

Hanno votato il Bilancio: Antonino Fisichella (Lista Mimosa), Giacomo Marzullo (Margherita), Mario Valenti (indipendente MPA), Francesco Pagliaro, Angelo Rapisarda e Antonino Zuccarello (Ulivo-Ds), Caterina Luca (UDC), Federico Guardo (Presidente del consiglio – Lista Motta Libera Motta).

Ora si attende la nomina di un commissario da parte della Regione il quale dovrà convocare il consiglio comunale per obbligarli all’approvazione

del bilancio o altrimenti saranno sospesi dalla loro funzione dichiarando decaduto il Consiglio comunale. Cosa che certamente non accadrà, per come i nostri consiglieri hanno già dimostrato di essere attaccati alla loro poltrona.

Nel frattempo il sindaco, Nino Santagati, non ha perso tempo ed ha nominato tre nuovi assessori per poter dare corso alla normale attività amministrativa avendo azzerata la giunta comunale su richiesta dello stesso consiglio, con la quale aveva stretto un patto d’onore non rispettato. Patto che prevedeva che all’azzeramento della giunta si doveva procedere all’approvazione del bilancio e successivamente con una verifica dare stabilità con una nuova maggioranza tra quei partiti, liste o movimenti

che si fossero riconosciuti all’interno nell’aria moderata. A tal proposito il Sindaco ha dichiarato: “I consiglieri che hanno bocciato il bilancio sono politicamente senza dignità e onore perché io ho onorato il patto azzerando la Giunta mentre alcuni di loro con la bocciatura non hanno fatto altrettanto”.

I tre assessori nominati sono: Salvatore Laudani (riconfermato e vicino al consigliere Mario Valenti-Indipendente), assessore da

maggio 2005, 48 anni, impiegato Fs, Salvatore Santagati, in quota UDC, 59 anni, sposato, 2 figli, istruttore tecnico al Comune di Catania, al primo incarico da assessore ma con un antico impegno politico nel PSI, e di Arianna Schembri (tecnico, vicina al sindaco e con un passato in AN), 34 anni, sposata, una figlia, avvocato civile-amministrativista, alla prima nomina assessoriale.

Ora il Sindaco Santagati si augura che tutto possa procedere con la massima tranquillità e in modo celere affinché si possa giungere presto a quella tanta augurata stabilità. Sentite più parti tutto fa presagire il contrario con futuri colpi di scena. Ma tutto certamente sempre a discapito della collettività mottese.

B O C C I AT O I L B I L A N C I O C O M U N A L EA n c o r a u n a v o l t a a d a n n o d e l l a c o l l e t t i v i t à

Il Sindaco Antonino Santagati

Gruppo Sbandieratori Rione Panzera

Gruppo Sbandieratori Rione Vecchia Matrice

Gruppo Sbandieratori Rione Giovani Maestri

S.D.

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 20066 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 7

COMUNE DIMOTTA S. ANASTASIAAssessorato alla P. I.

ScuolaCorso di Giornalismo

Prof. Paola CardileProf. Maria Rosaria Leotta

CULTURA ECONOMIA & SVILUPPO

L’agenzia nazionale della gestione dei progetti europei (INDIRE), ha approvato il progetto linguistico “Comenius” presentato dalla sezione Scuola Media dell’Istituto Comprensivo “Gabriele D’Annunzio” di Motta S. Anastasia.

Il progetto, con scadenza biennale, ha coinvolto 15 alunni delle classi seconde ed è intitolato: “Dalla cultura vichinga alla cultura normanna”. Il Prof. Mario La Rosa, e la Prof.ssa Arianna Muccio, coordinatori del progetto, ci spiegano che, per aderire in pieno alla tematica, hanno innanzi tutto cercato una scuola partner che abbracciasse tale progetto. La scuola partner è stata individuata nella scuola danese di Esbjerg, che, a suo tempo, aveva aderito al progetto ed era intenzionata a svilupparlo.

“Quello in corso è stato il primo dei due anni del progetto - afferma il Prof. La Rosa - e siamo stati noi ad accompagnare i ragazzi in Danimarca, dall’uno al quindici maggio, mentre il prossimo anno saranno i ragazzi danesi a venire a Motta. I nostri ragazzi sono stati ospitati dalle famiglie danesi e la scuola del luogo ha organizzato tutta una serie di attività educativo/culturali, indispensabili per far conoscere ai giovani mottesi la cultura vichinga”.

“Per tre giorni i nostri ragazzi - aggiunge la Prof.ssa Muccio - hanno vissuto in un villaggio didattico vichingo, attrezzato in tutto e per tutto, dove hanno potuto conoscere e sperimentare in prima persona tutto quello che i vichinghi facevano al loro tempo. Il villaggio constava di una serie di capanne dotate di arnesi ed oggetti dell’epoca che hanno messo in grado i ragazzi e le ragazze, che

vestivano rigorosamente i costumi vichinghi, di effettuare tutte le attività del momento storico attenzionato. Ad esempio i ragazzi tiravano con l’arco, suonavano il corno, lavoravano il legno, portavano omaggi al dio Odino, mentre le ragazze cucinavano, davano da mangiare agli animali e si occupavano della casa”.

“In seguito - continua il Prof. La Rosa - abbiamo visitato anche diversi musei vichinghi e dei paesini che conservavano tracce di quella civiltà. L’eco suscitato dal progetto e dalla nostra presenza in Danimarca, è stato talmente ampio che la stampa locale ha dato molto risalto all’avvenimento. Infatti, molti giornalisti hanno scritto articoli e ci hanno richiesto interviste, che poi hanno pubblicato sui loro giornali, corredate da foto scattate a ragazzi ed insegnanti. Il prossimo anno, precisamente nell’aprile 2007, i ragazzi danesi verranno nel nostro paese e saranno ospitati dalle famiglie mottesi che hanno aderito al progetto inviando i loro figli in Danimarca. Quando saranno qui, i ragazzi danesi effettueranno una serie di attività che gli permetterà di conoscere a fondo la cultura normanna. Si è pensato, a tal

proposito, di predisporre un percorso culturale che è ancora in fase di definizione. E’ certo però che visiteranno i più importanti castelli normanni della zona, di cui il nostro interland è molto ricco. Le loro guide turistiche saranno proprio i nostri ragazzi che, durante il prossimo anno, studieranno la storia dei vari castelli che dovranno poi essere in grado di raccontare ai loro amici danesi. Ovviamente l’anello di congiunzione delle due culture è dato dalla verbalizzazione che dovrà avvenire esclusivamente in lingua inglese. Dal punto di vista linguistico, i risultati sono molto soddisfacenti, in quanto i ragazzi, quando si trovavano in Danimarca, per comunicare si sono dovuti servire, gioco forza, proprio dell’idioma anglosassone, ed abbiamo ragione di supporre che un ulteriore avvicinamento con i giovani danesi, possa ulteriormente rafforzare le loro conoscenze linguistiche”.

Indiscutibilmente iniziative come queste sono molto lodevoli e tutti ci auguriamo che, nei prossimi anni si moltiplichino iniziative del genere, al fine di ampliare in modo sempre più apprezzabile gli orizzonti culturali dei nostri ragazzi.

Negli ultimi giorni abbiamo appreso la notizia di un nuovo attentato a Nassirya che ha colpito un contingente di militari italiani che, come sappiamo, si trovano lì come forze di pace. Il terribile fatto è accaduto il 5 giugno 2006 alle ore 19:35 (21:35 locali), a 100 km a nord dalla cittadina irachena: cinque militari sono stati colpiti a bordo del loro mezzo dall’esplosione di un ordigno, tre sono rimasti lievemente feriti, uno è in gravi condizioni mentre il caporalmaggiore Alessandro Pibiri, di soli venticinque anni, è morto.

Questo non è il primo attentato che subiscono i militari italiani in Iraq, visto che già le vittime sono trentuno. Ricordiamo che è appena trascorso un mese, il 5 maggio scorso, da quando a sud-est di Kabul, un mezzo blindato è stato gravemente colpito. A bordo vi erano sei soldati di cui quattro sono rimasti feriti in modo lieve, due gravemente e poi, purtroppo, deceduti.

Ci chiediamo il perché di questi attentati, soprattutto mirati all’esercito italiano che si trova lì come forza di pace. Anche se i talebani o i gruppi dell’esercito islamico e le brigate Imam Hussein volessero prendere il potere, ed ammesso che ci riuscissero, non sarebbero capaci di “mandare avanti” un intero Paese, anche perché il popolo adesso ha avuto modo di toccare con mano la libertà e quindi non sarà facile imporre un’altra dittatura.

Inoltre riflettiamo che forse noi occidentali in realtà non siamo ben visti dal popolo iracheno che si sente usurpato del loro modo di vivere, delle loro idee, della loro cultura.

Purtroppo questi continui attentati stanno sviluppando un sentimento di intolleranza contro gli arabi che vivono in Europa infatti quando ci capita di incontrarli per strada è come se volessimo evitarli, poiché incosciamente li riteniamo responsabili degli attentati che colpiscono i nostri militari.

Ma quali sono le direttive del nostro stato? Ultimamente

abbiamo ascoltato al telegiornale che il Presidente del Consiglio Romano Prodi vuole anticipare il ritiro delle truppe italiane stanziate in Iraq. Ma noi ci chiediamo se questa è la cosa giusta da fare. Possiamo abbandonare un popolo che ha bisogno di aiuto e che si sta avviando solo adesso alla democrazia, che è ancora lontana?Noi, certamente, non siamo in grado di dare una risposta ma speriamo che i prossimi eventi siano positivi.

Inoltre ci chiediamo quale Forza crudele possa armare una mano tanto da dare il coraggio di uccidere ragazzi così giovani che hanno l’unico torto di voler aiutare gli altri? Ma quello che è più incredibile è come questi militari abbiano il coraggio di continuare ad andare in quei posti, sapendo che potrebbero non ritornare mai più.

E’ da chiedersi quale sentimentali spinga a fare questo, lasciando le proprie famiglie per dare aiuto a delle popolazioni ormai sfiancate dalla guerra che uccide senza pietà, dagli innocenti ai colpevoli, dai bambini, ai giovani, agli anziani. È solo per il desiderio di un guadagno più elevato? No, non crediamo che così tante persone siano d’accordo a mettere a repentaglio la propria vita solo per soldi. Noi invece vogliamo continuare a credere che essi vadano lì sostenuti da un alto senso del dovere e perché desiderosi di portare un po’ di sollievo ad una popolazione che soffre. Speriamo, da ragazzi, che tutto questo finisca presto perché è davvero straziante accendere la televisione e sentire queste notizie che guardiamo addolorati anche se poi, per noi, subentra la quotidianità e tutto passa travolto dall’indifferenza ma certamente non è altrettanto per le famiglie delle vittime.

Non dobbiamo dimenticare che Alessandro Pibiri e tutte le altre vittime sono state i nostri rappresentanti in Iraq e morendo è come se una piccola parte dell’Italia fosse stata uccisa

SCAMBIO CULTURALE IN DANIMARCA ANCORA UN ATTENTATOI ragazzi della scuola media di Motta a Esbjerg A N a s s i r y a p e r l a l i b e r t à

L ’ As so c i a z i o n e M I M O SA Ed i t r i c e d e “ L a S V OLTA ”

I N F O R MATutti gli alunni del Corso di giornalismo dell’anno scolastico 2005/2006 sarano premiati sabato 30 settembre 2006, presso la sala riunione del Castello Normanno di Motta Sant’Anastasia.

ComuneMotta S. A.Ass. P. I.

Il PresidenteAntonino Fisichella Francesca Pira

Ilenia Gazzo

Lella Seminerio

Vogliamo presentarvi F2F, un’azienda leader nel settore dell’informatica F2F fa parte della Holding 2F e nasce a Catania nel 1994 fondata su filosofie e politiche aziendali poste al fine di diventare la migliore alternativa alle catene informatiche o ai grossi centri commerciali. Tali concetti sono stati particolarmente apprezzati dai clienti ed hanno permesso una notevole crescita e la conseguente nascita di vari POINT F2F in Sicilia. F2F Catania s.r.l. ha ottenuto le certificazioni di Qualità.

Filosofia Aziendale Criterio di base della politica aziendale F2F e’ il concetto di dare ai clienti supporto prima e dopo la vendita. E’ stato realizzato infatti un attrezzato Laboratorio ed un team di Tecnici Specializzati proprio per offrire un PRE-VENDITA ( consulenza ) specializzato ed un POST-VENDITA ( Assistenza Tecnica ) professionale ed efficiente. Qualità di prodotto La qualità dei prodotti Distribuiti da F2F e’ risaputa. F2F e’ riferimento Ufficiale in Sicilia delle piu’ importanti Case Produttrici Mondiali : ASUS, SONY, INTEL, AMD, MICROSOFT, HP, PHILIPS ….. solo per fare alcuni nomi. Produzione propria - Certificazione ISO F2F è uno dei rarissimi produttori di Personal Computers nel Meridione. Recentemente anche in ambito nazionale e’ stato suggellata la dimensione della Professionalita’ aziendale da pubblicazioni di recensioni molto positive su prestigiosissime riviste diffuse in tutta Italia e specializzate del settore come ad esempio PC Professionale e Quale Computer.

Web Fiore all’ occhiello dell’ azienda il sito internet www.f2f.it ( nel meridione fra i piu’ visitati nel settore in assoluto ) da sempre punto di orgoglio aziendale e sempre aggiornato sui prezzi e sulle novita’ del mercato informatico mondiale ma visitatissimo grazie anche alla possibilita’ di utilizzare il configuratore automatico che aiuta nella realizzazione di PC “ su misura “.

Tutte le settimane Vi invitiamo a scoprire le Novità entrate a listino, le Novità di prossimo arrivo e ovviamente non mancate di scoprire le OFFERTE SETTIMANALI collegandovi al nostro sito Web:

www.f2f.it

Per entrare in contatto direttamente con gli uffici o il personale di F2F Computers potete scrivere a uno dei seguenti indirizzi e-mail:

Per comunicazioni commerciali: [email protected] assistenza tecnica: [email protected]

MISTERBIANCO - Via V. Florio, 24 - Tel. 095 484816 - Fax 095 484831CATANIA - Piazza C. Fragalà, 1 - Tel. 095 418226 - Fax 095 418377

Sono 28 i Comuni della provincia di Catania che hanno firmato il Patto di sviluppo distrettuale, documento programmatorio espressione della capacità de sistema delle imprese e delle istituzioni locali di sviluppare una progettualità strategica conforme agli strumenti legislativi e programmatori regionali vigenti ed integrato con tutte le iniziative per lo sviluppo del territorio previste dai programmi di sviluppo locale e di internazionalizzazione dell’economia siciliana.

Il comune di Belpasso si è fatto capofila nella realizzazione del “Distretto produttivo della pietra lavica”, uno dei punti di forza per l’area del Mediterraneo che dal 2010 sarà protagonista di una centralità garantita dal libero scambio.

Il Distretto nasce con l’intenzione di valorizzare una filiera unica e irripetibile nel panorama produttivo dell’isola: il comparto relativo alla pietra lavica, l’oro dell’Etna.

Gli obiettivi possono essere così riassumibili: valorizzazione del territorio e delle sue risorse, internazionalizzazione dei processi produttivi delle imprese, sviluppo della Sicilia e del Mediterraneo.

Con Belpasso capofila i Comuni firmatari sono: Aci Bonaccorsi, Aci Castello, Acireale, Aci S. Antonio, Adrano, Bronte, Castiglione di Sicilia, Giarre, Maletto, Mascali, Mascalcia, Motta S. Anastasia, Paternò, Piedimonte Etneo, Ragalna, Randazzo, Riposto, S. Giovanni La Punta, S. Gregorio, S. Alfio, S. Maria di Licodia, Trecastagni, Tremestieri Etneo, Valverde, Viagrande, Zafferana Etnea.

L’area geografica di riferimento corrisponde al territorio dei Comuni sottoscrittori del “Patto”: Il distretto produttivo rappresenta, infatti, un territorio definito ed omogeneo caratterizzato da un insieme di relazioni che si vengono a creare in un particolare ambito

produttivo, che consentono uno scambio reciproco e costruttivo delle innovazioni e delle tecnologie. In altre parole si tratta dell’integrazione fra un insieme di imprese che invece di andare ognuna per la propria strada decidono di collaborare per favorire il loro reciproco sviluppo.

La legislazioneLa legislazione in materia risale al 1991.

Allora, però, la legge n. 317 forniva ancora una definizione alquanto ristretta del concetto di distretto. Otto anni più tardi la normativa si è evoluta e nella definizione di distretto si sono fatti rientrare anche sistemi di imprese caratterizzati da un’elevata specializzazione nel processo produttivo. Con il Decreto del 1 dicembre 2005 – Regione Sicilia, Assessorato alla Cooperazione, Commercio, Artigianato e Pesca e la legge n. 266 del 2005 vengono individuati i criteri di individuazione e le procedure di riconoscimento dei distretti produttivi, nonché le modalità di attuazione degli interventi previsti dal “Patto di sviluppo distrettuale” previsto dall’art. 5 del Decreto stesso. Il distretto è caratterizzato dalla compresenza di agglomerati di imprese che svolgono attività simili, e di attori istituzionali che hanno un ruolo di supporto e sostegno per

l’economia locale. Con il “Patto” si intende superare la logica del “locale”, del “piccolo” ed avviarsi verso una nuova concezione di internazionalizzazione dell’economia. Un documento che apre le porte verso la globalizzazione del mercato e che disciplina gli organi del Distretto - individuati in un’ l’Assemblea dei sottoscrittori del Patto, in un Comitato Tecnico di Distretto e in un Rappresentante di Distretto - i soggetti protagonisti, gli interventi programmati, i punti di eccellenza e quelli critici, il piano finanziario del Distretto, le azioni da intraprendere e tutto ciò che è necessario per far funzionare la complessa macchina burocratica che si è venuta a creare.

Lo scopo è quello di valorizzare la filiera relativa al comparto della pietra lavica dell’Etna, una risorsa unica nel panorama produttivo siciliano.

Le imprese che fanno parte del progetto sono suddivise nei settori delle cave, per l’estrazione del materiale; delle segherie, per la trasformazione della materia prima in semilavorato: dei laboratori, per la successiva trasformazione del prodotto semilavorato.

I laboratori di ceramizzazione consentono ulteriori realizzazioni di materiali

ceramizzati. Un po’ di storiaIl primo impiego della pietra lavica risale

alla ricostruzione settecentesca della Sicilia Orientale. Dopo il terremoto del 1663 ha inizio l’era del barocco catanese, sicuramente una spettacolare testimonianza del più prestigioso impiego della pietra lavica.

Allora c’erano i pirriaturi che estraevano la pietra direttamente dalle cave, le pirrere, e riuscivano a lavorare solo sugli starti più esterni della roccia, la cosiddetta schiuma. Gli attrezzi usati erano molto grezzi: i ‘ntaghiaturi usavano i grossi martelli detti mazze o mazzotti, per spaccare i blocchi.

Passeggiando per le vie dei molti paesini etnei si possono notare ancora i segni del tempo che fu. Molte case antiche presentano ancora il porticato, con l’arco fatto di pietra lavica a forma di chiave di volta e con lavorazioni laterali, frutto dell’abile e certosino lavoro dei maestri scappiddini.

Le facciate di molti edifici presentano tuttora un colorito di terra bruciata sul rosa intenso.

Oggi le tecniche di lavorazione si sono evolute e parallelamente è cresciuta l’attenzione e la valorizzazione di questa grande risorsa.

Sono lontani i tempi in cui la pietra lavica era il materiale dei poveri e il suo utilizzo era limitato a piccoli oggetti di uso quotidiano.

Oggi è considerata una risorsa di grande pregio. Designer e bioarchitetti di fama mondiale stanno scoprendo le qualità intrinseche del basalto lavico.

C’è da chiedersi: riusciranno i nostri Comuni eroi nell’opera di penetrazione dell’oro nero nel “villaggio globale”?

Fiducioso e ottimista il sindaco di Belpasso ci risponde: “.Si. Insieme ce la faremo. Questa è la nostra sfida”.

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 20068 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 9HINTERLAND HINTERLAND

BELPASSO: IL DISTRETTO PRODUTTIVO DELLA PIETRA LAVICAUn’occasione unica ed irripetibile nel panorama produttivo dell’isola: “l’oro dell’Etna”

SANTA MARIA DI LICODIA: LA SUA ECONOMIAUno svi luppo sconfortante in un terr i tor io l imitato

PATERNO’:UN TRIBUTOPer Padre Aurelio Ravazzini

Maria Sambataro Carmen Zappalà

Percorrendo l’arteria principale di Santa Maria Di Licodia, Via Vittorio Emanuele possiamo ammirare le facciate dei palazzotti patrizi ancora ricche di un antico benessere, apogeo dei tempi della “belle epoque” quando, dalla vicina Schettino centro di esportazione agrumicola e dall’annessa stazione ferroviaria, i vagoni dei treni partivano colmi di “oro rosso”. Parliamo della fiorente agricoltura che già dalla fine dell’ottocento e per gran parte del secolo scorso, ha reso nota la cittadina di Santa Maria di Licodia per i suoi aranceti, in particolar modo, per la coltivazione del moscato-sanguinello, e per i suoi mandorleti ed oliveti. Fino a qualche anno fa a reggere l’economia di Santa Maria di Licodia, erano l’agricoltura e le piccole imprese individuali che operavano in un contesto prettamente locale, confrontandosi con un territorio possiamo dire “limitato”. Oggi, con le nuove esigenze del mercato e con il continuo pressare di nuove realtà emergenti, come il Made in Cina e tutto ciò che gravita attorno al fenomeno del mercato globale, la realtà economica è cambiata. Da quando l’agrumicoltura ha ceduto il passo perché non più competitiva sul mercato, e da quando processi di riorganizzazione nell’ambito dell’edilizia e dell’artigianato hanno rallentato i sistemi di produzione, l’economia locale ha frenato la sua crescita registrando valori alquanto sconfortanti. Vediamo di capire l’attuale situazione e il modo di gestire le attività produttive della zona.

Ne parliamo con l’Assessore comunale allo Sviluppo Economico di

Santa Maria di Licodia, Stefano Stella.Assessore cosa ne pensa dell’attuale

situazione e quali sono i problemi che maggiormente travagliano l’attività economica di Santa Maria Di Licodia?

“Si sa che Licodia non ha una grande struttura economica e dai dati forniti dalla Camera di Commercio, emergono una miriade di piccole aziende polverizzate sul territorio, di queste molte sono aziende personali. Purtroppo, da noi manca la cultura dell’associazionismo e della cooperazione. Con la cooperazione ed i grandi investimenti, si ottengono grandi sviluppi. Infatti, se pensiamo a tutto il Nord Africa e ai mercati del luogo, la Sicilia può diventare terra di ponte con queste regioni. Bisogna quindi, attivarsi al più presto per non rischiare di essere tagliati fuori da chi ha esperienza nel settore dell’associazionismo, sa investire in tal senso e può accedere così alle nostre risorse”.

Quali interventi sono auspicabili?“Sicuramente interventi ed

investimenti compatibili col territorio. A tal riguardo Santa Maria di Licodia può subito giocarsi una carta che è quella della zona artigianale, in parte finanziata. Questa nuova realtà può

scommettere sulla disponibilità dell’amministrazione locale e su un’asse viario agevolato che permetterà in poco tempo, di raggiungere il porto e l’aeroporto di una grande città come Catania”.

Quali sono i settori economici trainanti?

“Quelli strettamente legati alla cultura del territorio e alla valorizzazione del prodotto

locale. Con il G.A.L. (Gruppo Azione Locale) stiamo lavorando in tal senso e a breve avremo un incontro con i comuni aderenti, per una verifica a largo raggio”.

Allora sicuramente a favore di quella cultura che sostiene il prodotto locale?

“A maggior ragione, perchè davanti ad un mercato totalmente globalizzato, il prodotto di nicchia deve essere valutato in tutti i suoi aspetti, sia come cultura locale sia come rispetto delle identità”.

Dunque, Santa Maria di Licodia cittadina di quasi settemila anime, può scommettere ed investire sulle proprie risorse, interpretando con una nuova logica il mercato agricolo, incrementando i settori legati all’artigianato oggi in continua evoluzione, vuoi perché sostenuti e potenziati anche dal mercato multimediale delle telecomunicazioni, vuoi perché il made in sicily rimane sempre garanzia di successo, nonché quello turistico alberghiero, in continua espansione su tutto il territorio regionale. Una situazione, tutto sommato, in potenziale crescita che lascia sperare per un futuro meno denso di nubi grigie.

Il Sindaco di Belpasso Ing. Alfio Papale

La Parrocchia di San Michele – con il patrocinio della Fondazione Michelangelo V i r g i l l i t o e d e l C o m u n e d i P a t e r n ò A s s e s s o r a t o alla Cultura, sta organizzando una manifestazione tributo in onore di Padre Aurelio Ravazzini, frate c a p p u c c i n o morto durante i bombardamenti del luglio 1943 mentre assisteva malati e moribondi. La manifestazione si svolgerà nei prossimi mesi ma i lavori di preparazione sono già iniziati. Ad illustrare la figura di Padre Ravazzini è lo storico paternese Vincenzo Fallica che sta partecipando attivamente all’organizzazione del tributo.

Il 14 luglio 2006 era il 63° anno della sua eroica scomparsa.

“Il 14 luglio 1943 – spiega lo storico paternese - la città di Paternò subiva il bombardamento da parte degli aerei anglo-sassoni. I morti furono circa 3.000 (cifra non ufficiale), migliaia i feriti. “Durante tale bombardamento trovava la morte il padre Cappuccino Aurelio Ravazzini (Vincenzo per l’Ordine) il quale non veniva meno al suo dovere di assistenza ai malati e ai moribondi.

“Il suo dovere, padre Ravazzini (originario di Castellarano - RE), lo svolgeva presso l’ospedale militare da campo ubicato nei pressi della villa Moncada. Lì trovò la morte, durante il bombardamento, mentre assisteva i bisognosi.

All’interno del Giardino di Paternò, nel 1973 fu eretta una stele a ricordo dell’eroico sacrifico del frate, ci auguriamo adesso che la città contribuisca ad onorare degnamente una cosi nobile figura.

Pina Mazzaglia Lella Seminerio

C a f f e t t e r i aA m e r i c a n B a rV i r t u a l G a m e sT V S a t e l l i t a r eC a l c i o SKY

Viale della Regione, 64 - 95040 Motta Sant’Anastasia (CT)

SCOMESSE SPORTIVE ON-LINE

.

Centro AutorizzatoRicariche Card

I n t e r n e t P o i n t

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 200610 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 11CULTURA CULTURA

VO C I D I P O E T I : U N A S E R ATA D E D I C ATA A D A N TO N I O N I C O L O S ILo sdegno del poeta di fronte ai fatti storici indicativi del regresso della nostra civiltà

Silvia Trigilio

INCONTRO CON I MORMONI: IMPORTANZA DELLA DIGNITÀ SPIRITUALE

Nella sala Magma di Catania, l’iniziativa “Voci di poeti”, curata da Salvatore Solarino e Salvo Nicotra, propone ai presenti una serata dedicata ad Antonio Nicolosi, nato a Misterbianco nel 1960, laureato in scienze politiche, iscritto all’albo dei giornalisti dal 1993 e vice redattore capo nella redazione del periodico regionale “La Svolta”.

E’ l’autore stesso a fornirci i sintetici dati biografici, cui segue una breve introduzione di Salvatore Solarino che, in maniera coincisa ma molto chiara, ne anticipa il filo conduttore della poetica, le tematiche storiche, sociali ed individuali. La rappresentazione di una realtà cruenta e deludente, lo sdegno del poeta di fronte a fatti storici indicativi del regresso della nostra civiltà, la condizione di un uomo di fronte all’angoscia della precarietà della condizione esistenziale, in cui “l’amore e la felicità appaiono solo a piccole dosi”, per ripetere testualmente le parole di Solarino.

La lettura delle poesie, affidata ad Antonio Giuffrida e Luana Piazza, s’impone con le sue immagini forti e crude (da molti definite”decadenti”, per i numerosi richiami alla morte e ad una realtà degradata), per l’andamento poco musicale, aspro dei versi. E’ già il significante quindi, ancora prima del significato, a parlarci della poetica del Nicolosi.

Se qualcuno volesse cimentarsi in un esame attento delle occorrenze presenti nei testi (la frequenza con cui ricorrono alcuni termini), ad imporsi, sarebbero molto probabilmente i termini come “sangue”, “croce”, “fango”, “cuore”, “membra”, “fuoco”. Termini intrisi di una materialità quasi palpabile dal lettore, che si trova violentemente catapultato in una realtà

cruenta e deludente, cantata con rabbia, espressa con la scrittura catartica di chi avverte un malessere non di carattere esclusivamente personale, ma di una condizione che investe tre diversi livelli: storico, sociale, individuale. A cantare è, anzitutto, l’uomo che vive il dramma della guerra fredda, che percepisce la precarietà della contingenza storica e la minaccia di un pericolo falsamente scampato. “I morti non sono più morti dinnanzi i vivi”, nel momento in cui la storia non può più essere speranza, né essere esaltata come progresso: la civiltà ha deluso le sue aspettative. L’uomo ha davanti a sé un domani che lo vede disumanizzato dall’angoscia, dal terrore che ancora oggi lo tiene legato ad una scelta: vittima o carnefice. Non può dunque sperare di costruire il proprio futuro facendo appello alle sue qualità spirituali di Uomo. Se non può più sperare è la morte a logorare i suoi giorni.

Che differenza c’è, dunque, tra morti e viventi? Parallelo al dramma storico quello dell’individuo, costretto a fare i conti con la disperata e solitaria ricerca della sua collocazione all’interno del labirinto dell’esistenza, precaria ed incomprensibile. Un uomo che svanisce “quando si accorge di essere nato”(così recita uno dei versi della lirica “11 Marzo 1960” sua data di nascita), che nel momento in cui acquista consapevolezza della natura della vita, vede svanire l’illusione, l’entusiasmo lascia posto alla percezione della precarietà. In “Taciturno il cipresso”, l’espressione “errante in un

sepolcro di lercio legno” esplica in maniera efficace il motivo dell’inutilità del presente e della consapevolezza della vanità del tutto che riduce la vita ad una morte lenta. Si aggiunge a questo un malessere di carattere sociale: il poeta percepisce e respinge l’ipocrisia dell’uomo, con la quale non riesce a scendere a compromessi. Anzitutto egli non chiude definitivamente le porte alla speranza, neanche laddove lo afferma letteralmente e vorrebbe farcelo credere. La sua non è rassegnazione, è piuttosto l’ansia, la sete di vivere, il bisogno di cambiare le cose a scontrarsi con l’impotenza: la rabbia n’è il risultato tangibile. La testimonianza più evidente la troviamo in “Ancora io cerco”, in cui le continue immagini crude palesano non il cedimento arrendevole alla morte ( buio che vanifica tutto, anche la speranza), ma la denuncia della non-vita.

Sia quando le speculazioni sono di carattere personale, sia quando si elevano a riflessioni di carattere universale. Il quadro risulta esauriente se aggiungiamo (anche qui è la sua “apologia del non pessimismo” a fornirci lo spunto) che la sua poesia contiene anche un altro aspetto della realtà: l’amore, mezzo d’evasione puro ed

ideale, eccezione all’interno di una realtà corrotta e deludente. Resta, ma è subito respinta, la paura che anch’esso possa rivelarsi vano e bugiardo, ma “basta un bacio” per scacciare subito i deboli timori e continuare a credere nell’incorruttibilità e nella forza del sentimento. E poi l’amicizia, la quale, se non riesce ad essere risoluzione del malessere, è pur sempre gradito motivo di conforto. “La mia percezione della realtà” - dice- “non è univoca:

esiste la delusione, la disperazione, ma non mancano motivi di sollievo”, aggiungendo che questa visione si è rafforzata dopo quella che il poeta definisce “la mia metamorfosi”, avvenuta nel lontano 1978. La rabbia istintiva adesso cede il posto ad una volontà di costruzione prima impensabile. Ma l’equilibrio della nuova fase non vede più protagonista la poesia, che adesso lascia spazio all’attività di giornalismo e alla trattazione di tematiche diverse da quelle già affrontate in precedenza. Non sappiamo se in futuro potrà essere soddisfatta la curiosità di chi chiede a Nicolosi quali potrebbero essere le caratteristiche di un’eventuale poesia di questa sua nuova fase.

Ci restano i suoni bruschi e le immagini forti di una poesia che sfiora le “corde scomode” della nostra interiorità, che scuote e induce alla riflessione, desta la nostra capacità critica, spesso passivamente intenta a “masticare” la rosea realtà artificiale che il filtro dei mass media ci offre. Purtroppo una constatazione induce a trovarci ancora d’accordo con il poeta, quando afferma che le sue liriche hanno un carattere più realistico che pessimistico: tematiche ancora tristemente attuali.

LA SFILATA “GAY PRIDE”: Contestata a Catania

La Cappella si presenta molto ampia e molto bella. Con delle forme armoniche, semplici senza orpelli particolari o arredi sfavillanti. Ma, proprio per questo, la semplicità, l’armonia che si respira, il senso di serenità, è l’elemento più accattivante che emerge per chi “visita” la Cappella dei fedeli della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi Giorni conosciuti anche come “I Mormoni”. Il colore che prevale all’interno è il bianco forse a testimoniare la purezza del luogo costruito solo con il contributo dei fedeli in autofinanziamento ed inaugurato nel 1992..

Ricevuti con gentilezza e simpatia dal Presidente della comunità di Catania denominata “Catania 2” Francesco Battezzato, facciamo una breve panoramica sulle origini e la realtà locale della comunità dei fedeli della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi Giorni. Riguardo alle origini della Chiesa risalgono intorno al 1830 quando, in relazione ad una visione celeste Dio Padre e Gesù Cristo il Figlio, conferirono incarico al giovane Joseph Smith di restaurare la Chiesa di Gesù Cristo che nel tempo, sottolinea il Presidente Battezzato, si è persa a causa di varie vicende. Un aspetto che emerge e che è doveroso rilevare, è che i fedeli aderenti alla Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi Giorni sono Cristiani. Come ricorda Battezzato, Gesù Cristo è il capo della Chiesa, ed è il nostro Salvatore e Redentore. “Crediamo in Dio Padre, nello Spirito Santo e nella cosiddetta “Trinità” così come si conosce nella cristianità. I fedeli della Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi Giorni credono nel sacerdozio laico e non retribuito. Ritengono, infatti, che qualunque uomo che manifesti una certa dignità spirituale può diventare sacerdote. Di questi sacerdoti n’è scelto uno dalla Comunità che diventa poi il responsabile della Comunità.

Tra i compiti svolti, quello di dirigere la domenica la riunione sacramentale diretta dal responsabile della comunità o a turno da uno dei due collaboratori che affiancano il presidente della Comunità. I fedeli credono nel Battesimo con la differenza, rispetto ai cattolici, che lo stesso è praticato a partire dall’età d’otto anni. Quando, rileva Battezzato, riteniamo il bambino sufficientemente grande per poter scegliere da solo la strada da seguire. La famiglia per loro rappresenta il nucleo principale della società e della stessa Chiesa.

A testimonianza di ciò tutti i programmi che sono svolti all’interno della Chiesa, sono volti al beneficio e all’istruzione della famiglia. Questi, in sintesi, i capisaldi del credo che professano i fedeli aderenti alla Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi Giorni. Riguardo alla realtà di Catania bisogna ricordare che i primi missionari sono giunti intorno agli anni Sessanta. E da un nucleo iniziale di 16 persone, la comunità ha cominciato progressivamente

a crescere raggiungendo, ad oggi, circa 650 iscritti. Sono numerose le attività svolte all’interno della Cappella. Oltre la funzione domenicale si svolgono, dalle 9 alle 12, diverse riunioni suddivise in classi di studio del Vangelo, sia per gli uomini sia per le donne, in riunioni rivolte alla famiglia intera ed altre organizzate per i bambini. Durante la settimana, si svolgono altre attività sia di svago, sia d’approfondimento dottrinale aperti a tutti con diversi gradi d’apprendimento. Ci sono delle classi, ad esempio, che sono frequentate solo dagli uomini dove sono proposti degli insegnamenti che sono utili agli uomini, sia da un punto di vista sociale, sia da un punto di vista spirituale. Altre classi prevedono delle lezioni che hanno invece un’utilità per le donne, specialmente per le mamme per aiutarle a condividere delle esperienze insieme o magari per dare dei suggerimenti pratici sul buon andamento della gestione della casa. In effetti, abbiamo constatato che vige un’attività frenetica in Chiesa immersa in un’atmosfera di gioia condivisa da tutti.

La Chiesa prevede un programma missionario che ogni ragazzo o ragazza che lo desideri può svolgere impegnando due anni della propria vita, nel caso degli uomini e diciotto mesi nel caso delle donne, per scegliere di portare in giro per il Mondo, le conoscenze della dottrina della Chiesa. Esiste una struttura verso la quale i missionari si rivolgono per aver assegnata una destinazione che non è scelta dal missionario stesso ma dalla struttura in funzione delle necessità. Il servizio, che serve ai missionari per fare nuove esperienze immerse in realtà diverse, è svolto solitamente in un’età compresa tra i diciotto e i ventisei anni. In questo periodo i missionari presenti nella comunità di Catania sono circa 15 di questi, tre sono ragazze il resto ragazzi. Di questi missionari ne abbiamo incontrato cinque e dalla gioia di vivere intensamente quest’esperienza è emerso con forza che uno degli elementi predominanti che gli spingono a fare quest’esperienza di vita è quello della consapevolezza che Cristo vive e ci ama e che uno dei compiti del missionario è quello di aiutare la gente ad essere felice, vivere la vita nel modo migliore.

Per ottenere ciò il missionario svolge un delicato compito di divulgazione del messaggio evangelico. Un altro aspetto che contraddistingue la Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi giorni dalle altre confessioni cristiane, è che loro credono che oltre la Bibbia esistono altri libri

di scrittura che il nostro Padre celeste ci ha dato. Nello specifico credono nel libro di “Mormon” un libro di scritture sacre paragonabile alla Bibbia che raccoglie gli annali della relazione fra Dio e gli antichi abitanti del continente americano. Narra le vicende, la storia di un popolo antico che visse nelle Americhe circa 600 anni prima della venuta di Gesù Cristo.

Essendo un libro sacro come la Bibbia è usato insieme alla Bibbia ed insieme aiuta ad avere una visione più chiara di quello che Gesù Cristo ha voluto insegnare, quando è venuto sulla Terra. La struttura gerarchica de “La Chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli Ultimi Giorni” è molto semplice e lineare.

In ogni città a secondo del numero di fedeli, possono esistere due comunità, come avviene nel caso di Catania, dove esistono due comunità formate da circa 300 iscritti ciascuna. Battezzato è Presidente di una delle due comunità presenti a Catania che per comodità è definita Catania 2. Poi esiste un responsabile di distretto. In Sicilia esistono due distretti: il distretto orientale dove fa parte la Comunità di Catania, è il distretto occidentale. Sopra il Presidente di distretto esiste il Presidente di Missione che comprende, nel caso nostro, un’area maggiore formata da tre regioni: la Sicilia, la Calabria e la Puglia. Il Presidente di Missione è la più alta autorità presente in Italia. Sopra di lui esiste un Presidente che gestisce un’area più vasta che comprende diverse Nazioni quali: l’Italia, la Francia, l’Inghilterra e la Spagna. Sopra questi responsabili d’area esiste il Profeta che è la massima autorità spirituale.

Chi desidera conoscere meglio la realtà della Chiesa, può rivolgersi ai Missionari presenti in comunità proprio per svolgere questo compito di divulgazione del messaggio evangelico, telefonando al numero 095/411009 seguito poi dall’invito a visitare la cappella per conoscere meglio i membri locali.

Come ogni anno assistiamo alla manifestazione “Gay Pride” che vuole essere una manifestazione di libertà contro le discriminazioni sessuali, mentre per molti si tratta di una vergogna, una sfilata di pervertiti di ogni genere che oltraggia le vie delle nostre città.

Anche a Catania si è svolta una sfilata per vie del centro e a differenza degli altri anni i militanti di Forza Nuova con coraggio hanno voluto contromanifestare per cercare di bloccarli.

I giovani di Forza Nuova con questa iniziativa shock, hanno voluto ribadire il proprio dissenso verso ogni proposta di propaganda omosessuale, di Pacs, matrimoni omosessuali e adozione per le coppie gay. I Forzanovisti hanno

manifestano esponendo gli striscioni “no al gay pride” e “le perversioni vanno curate, non manifestate”.

Hanno rivendicato chiedendo esplicitamente:- Chiediamo che venga sciolto questo corteo e che i degenerati

di ogni sorta vadano ad esercitare ed esternare i loro vizi e le

loro perversioni in altri luoghi e al riparo degli occhi di indifesi bambini che passeggiano con le loro famiglie in via Etnea.

- Chiediamo che perversi e malati sessuali si facciano curare nei luoghi opportuni e non propagandino le loro deviazioni sessuali nel tentativo di farle passare per normali.

- Affermiamo che la Famiglia è, e deve essere, quella riconosciuta e tradizionale formata da un Uomo, una Donna e dai legittimi figli; altri tipi di famiglia o di unioni non devono essere riconosciute, legittimate o propagandate.

- Forza Nuova si opporrà con tutte le forze all’ondata di caos che si sta abbattendo in Italia dove la sinistra al governo si sta premurando di propagandare il maggiore consumo di droga, la diffusione di omosessualità e pedofilia e l’incentivazione dell’ immigrazione selvaggia, mentre i suoi ministri studiano nuove tasse da imporre agli Italiani che supportino iniziative degeneranti e parassitarie per portare a termine la distruzione della Comunità Nazionale.

Antonio NicolosiOfferta Affitti

Motta S. Anastasia – Via Tenente Platania – Appartamento semi - arredato: 2 camere, salone, cucina e doppi servizi. Dotato di climatizzazione. - € 500,00 (comprese spese) .Motta S. Anastasia – Corso Sicilia – Appartamento arredato P. 2°: 3 camere, salone, servizi e terrazzo con vista panoramica. Locale climatizzato - € 600,00 (comprese spese).Motta S. Anastasia – Centro – Affittasi bottega mq. 80, circa. - € 500,00 -.Motta S. Anastasia – Centro – Affittasi monolocale uso bottega. - € 300,00 -.

Vendita FabbricatiMotta S. Anastasia – Via Zuara – Vendesi in stabile di nuova costruzione appartamento piano 2° mq. 75 con mansarda soprastante e ben rifinito; negozio al P. T. e posti auto all’interno dello stabile. Motta S. Anastasia – Zona Via Luna – Graziosa villetta n° 2 unità immobiliari in ottime condizioni 5 vani cadauna, garage al piano seminterrato. - € 160.000,00 cad. Motta S. Anastasia – Zona Via Luna – Alloggio in buone condizioni costituito da 2 camere, salone, cucina, doppi servizi ed ampio terrazzo. - € 160.000,00 tratt. Motta S. Anastasia – Zona Via Luna – Alloggio 2 vani e servizi con mq. 45, circa, di seminterrato, entrostante mq. 1.000 di terreno edificabile.San Giuseppe La Rena – Zona playa - Vendesi, in blocco o frazionatamente, n° 6 bivani. Dilazione e Permuta.Augusta – Villaggio S. Leonardo – Appartamento autonomo costituito da 3 camere, cucina, servizi e giardinetto. - € 55.000,00 -.Belpasso –Villaggio Ginestre – Graziosa villetta in corso di costruzione con pertinenza di terreno. Agevolazioni di pagamento, mutuo ed eventuale permuta. - € 200.000,00 -.

Vendita TerreniBelpasso – Villaggio Ginestre – Vendesi, anche frazionatamente, mq. 40.000 di terreno con n° 4 progetti approvati per villette residenziali. - € 50.000,00 cad. Motta S. Anastasia – C.da Policara – Lotto di terreno agricolo agrumetato di 7 tumuli, circa, con fabbricato, tettoia e vasca riserva acqua.Belpasso – C.da Campana - Appezzamento di terreno agricolo agrumetato mq. 26.000, circa, con fabbricato e laghetto. Valcorrente – Vendesi lotti di terreno edificabile commerciale. Favorevole investimento con dilazione e permuta.Valcorrente – Vendesi capannoni mq. 2.400 o mq. 1.200, da eseguire piccoli lavori di completamento. Ottimo affare con mutuo dilazione e permuta.

I f e d e l i d e l l a C h i e s a d i G e s ù C r i s t o e d e i S a n t i d e g l i u l t i m i g i o r n i

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 200612 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 13EVENTIEVENTI

L a r a s s e g n a p a r t i r à i l 2 7 l u g l i o e p r o s e g u i r à s i n o a d o m e n i c a 2 7 a g o s t o L A “ F E S TA D E L L A P R I M AV E R A ”All’insegna della buona musica e della bella poesia

Nello splendido scenario del porticciolo di Porto Rossi, a Catania, con la presenza di Marco Grimaldi di E20 e del Dott. Seby Costanzo del gruppo CiSeiMare, si è svolta la conferenza stampa di presentazione della rassegna Taormina CiSeiMare Musica Estate.

La rassegna partirà Giovedì 27 Luglio e proseguirà sino a Domenica 27 Agosto.

Il compito di inaugurare questa prima edizione spetterà alle due voci femminili più rappresentative del rock italiano: Giovedì 27 Luglio, infatti, salirà sul palco del Teatro Antico di Taormina Gianna Nannini, mentre il giorno dopo, Venerdì 28 Luglio, toccherà a Carmen Consoli. Due nomi che ben rappresentano il presente del rock al femminile del nostro paese, con due concerti che suonano come un trait d’union tra passato e presente su un certo modo di intendere e realizzare musica in Italia: forte eppure sensibile, grintoso di elettricità eppure delicato come solo una donna riesce ad essere; ma soprattutto capace di metabolizzare gli stimoli estetici e culturali che provengono da oltre confine con la tradizione musicale italiana – e, nel caso della Consoli, anche siciliana.

Si proseguirà con Francesco De Gregori, il 23 Agosto: colui che rappresenta senza ombra di dubbio la canzone d’autore italiana ai suoi più alti livelli tanto da essere, da anni, considerato a buona ragione un classico, modello di riferimento per le generazioni a venire.

Poi Renzo Arbore, il 25 Agosto, artista poliedrico, capace di spaziare tra vestiti differenti, dal musicista in senso stretto all’uomo di spettacolo, sempre dotato di un’intelligenza e di un senso dello humour spiccato come pochi altri. Riccardo Cocciante, il 26 Agosto, interprete applaudito e ricercato, dotato di un carisma intimista, incline al pop melodico, che giusto nel Marzo di quest’anno è tornato a calcare il palcoscenico come interprete, dopo un’assenza di ben otto anni: e a rendere ancor più importante il suo concerto è la notizia di questi giorni della sua scelta di abbandonare per sempre i palcoscenici nelle vesti di cantante.

Lo spettacolo di Paolo Rossi, infine, intitolato Recital: uomo di

teatro, ancor di più e ancor prima che di TV, capace d’intrattenere senza per questo cedere alle banalità d’occasione, in grado di scrivere testi che pescando tanto dal passato quanto dal presente hanno i piedi ben piantati nei nostri giorni, descritti e presentati con un acume e una cattiveria che se fa sorridere, o ridere, non per questo è meno cattiva.

“Taormina “Ci SeiMare” Musica Estate”, ha subito esordito il Dott. Costanzo, “è stata un’idea a cui abbiamo immediatamente aderito. CiSeiMare, l’ultima nata del Gruppo Cisei, holding creata dalla società Siciliana Carbolio S.p.A. della Famiglia

Costanzo, nasce infatti con l’intento di promuovere il turismo valorizzando la nostra isola.”

“L’azienda CiSeiMare”, ha aggiunto, “opera nel settore del turismo nautico e della nautica da diporto: siamo convinti che, per le bellezze tutte della nostra terra, il turismo sia la vera ricchezza su cui far girare la nostra economia. E una rassegna, con un cartellone importantissimo, quale è Taormina “Ci SeiMare” Musica Estate, non solo riesce a far cultura ma promuove il turismo e un’immagine bella e positiva della nostra isola, aprendo anche possibilità di lavoro per tanti.”

Come sottolineato poi dallo stesso Grimaldi, Taormina “CiSeiMare” Musica Estate, direttamente promossa dall’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia, con l’intervento dell’Assessore Antonino Leanza, e realizzata da E20 insieme a Musica & Suoni di Nuccio La Ferlita, “è interamente organizzata da imprenditori musicali privati siciliani, che compiono grossi sforzi enormi per riuscire a realizzare eventi con i maggiori nomi dello spettacolo.”

“A maggior ragione negli ultimi anni”, ha aggiunto, “in cui le amministrazioni pubbliche hanno seri problemi di bilancio e non sostengono più chi fa impresa nel mondo dello spettacolo. Ecco perché ringraziamo il gruppo CiSeiMare per l’adesione e il supporto alla nostra rassegna.”

Una rassegna, Taormina “CiSeiMare” Musica Estate, che vale da rilancio nei confronti della crisi dei grandi eventi di questi ultimi anni: un investimento che contribuisce allo sviluppo economico, al turismo, alla cultura, alla fruizione da parte di un pubblico assolutamente eterogeneo, giovani e non solo, dei nostri beni culturali e della stessa città di Taormina, tra i fiori all’occhiello della Sicilia.

AL TEATRO ANTICO DI TAORMINA “CISEIMARE” MUSICA ESTATE 2006UN SUCCESSO “ETNA BLUES FESTIVAL”Tra musica, solidarietà e promozione turisticaGiunto alla sua settima edizione

e al diciannovesimo anno di vita, anche quest’anno è stato riproposto L’Etna Blues Festival. Uno dei principali appuntamenti musicali, se parliamo di manifestazioni ben organizzate con artisti degni di nota, della Sicilia orientale. Il Festival è riuscito a conciliare, per i numerosi amatori di musica afro-americana, l’intrattenimento a doti artistiche a più livelli, spaziando con maestria dal blues rurale al blues elettrico e passando per il boogie-woogie.

Come da copione, l’evento è stato ospitato nel nuovo anfiteatro del parco Trinità-Manenti di Mascalucia. Una sede che, come lo scorso anno, si è mostrata una cornice idonea ad accogliere chi la musica la ascolta quasi assaporandola. La rassegna organizzata dall’Associazione Sicilia Blues e dal comune di Mascalucia, ha potuto contare sul patrocinio della Provincia regionale di Catania che ha colto l’occasione per affiancare al festival, attraverso un seminario, un dialogo di ampio respiro relativo all’organizzazione di eventi stabili, promozione di prodotti tipici e beni culturali visti come chiavi di sviluppo del marketing del territorio etneo.

L’evento musicale è stato dunque anche l’occasione giusta di dialogo e confronto. La musica vista anche attraverso lenti di sviluppo e promozione del territorio ha attirato l’interesse degli operatori locali che si sono confrontati sui temi proposti con gli esperti dell’Università di Catania, della Confcommercio, dell’Assoturismo, della Confesercenti, delle Aziende di Soggiorno e Turismo.

Le iniziative collaterali all’Etna Blues e l’organizzazione mirata

dell’Associazione Sicilia Blues, capeggiata da Corrado Zappalà, hanno reso l’intera manifestazione un connubio inscindibile di musica, in primis, ma anche di solidarietà e visibilità di artisti nostrani. Un tutt’uno che ha arricchito ulteriormente il denso cartellone.

Il “Premio Ultimoda”, assegnato al miglior chitarrista delle band minori, selezionate nel corso della rassegna primaverile “Blues Band on Stage”, permetterà uno stage della Guitar Academy col grande chitarrista Carl Verheyen.

A parte i propositi vincenti, nelle manifestazioni di tale portata sono sicuramente gli artisti sul palco a fare la differenza: gli statunitensi Marcia Ball (nella foto) miglior pianista blues,, Mem Shannon & The Membership e Corey Harris, Bryan Lee & The Blues Power Band. Ancora Walking Trees, Rust’n’ Dust, Partexano’s Blues Band, Cotton Field Hollers, Big Mama Blues Band, tra gli artisti del sud Italia.

La seconda serata dedicata alla solidarietà ha permesso di devolvere una

parte dell’incasso alla costruzione di una scuola con ambulatorio a Paccariotambo, una località disastrata del Perù. Il progetto “Wa wa wasi” particolarmente voluto da Angelo D’Arrigo, campione di volo catanese prematuramente scomparso è stato portato avanti dalla Fondazione a lui dedicata, rappresentata da Alessandra Ferrari e Dario Amadio.

Il sindaco di Mascalucia, Salvatore Maugeri, ha ritenuto opportuno sottolineare come il comune pedemontano ha voluto rilanciare il festival nell’ambito di un progetto di sviluppo più ampio del territorio che metta in risalto gli aspetti salienti della realtà locale come la gastronomia, la cultura e i beni artistici, affinchè Mascalucia diventi “La Parigi del Bosco” di un tempo.

L’arrivo della Primavera che annuncia l’estate, con i colori, gli odori tipici di questa stagione, è stata celebrata degnamente nella sala delle conferenze delle biblioteche riunite Civica e Ursino Recupero, dal Centro culturale V.Paternò-Tedeschi che ha organizzato la quinta Festa della Primavera.

Un appuntamento quello con la bella stagione primaverile, arrivato quest’anno all’insegna dell’instabilità atmosferica, anche se siamo sicuri che le condizioni atmosferiche miglioreranno rimettendo “le cose” al posto giusto. Anche questa quinta edizione, si è svolta all’insegna della buona musica e della bella poesia. Un mix ideale, ben collaudato che mantiene inalterato il suo fascino. Come ricorda il Presidente del Centro Culturale “V. Paternò Tedeschi” dott. Santo Privitera, “anticamente veniva spontaneo ai musicisti e ai poeti riunirsi nelle pubbliche piazze o nelle case private per dare vita a spettacoli senza un ordine prestabilito”.

Lo stesso spirito goliardico ha caratterizzato la quinta Festa di Primavera accolta con interesse dalla dott.a Rita Carbonaro, direttrice della biblioteca che ha ospitato la manifestazione e presentata con entusiasmo, dalla giovane e bella presentatrice Elisa Gallitto Gruccione con la collaborazione

del duo Calì-D’arrigo e dall’orchestrina composta da Francesco Grasso (chitarra), Santo Privitera (mandolino) e dai cantanti Enzo Seminara e Alfio Musumarra. La serata è stata allietata anche dalla presenza dell’attore e regista Orazio Aricò, che ha recitato alcuni passi tratti da un suo lavoro teatrale e dalla lettura di Liriche in lingua e dialetto siciliano recitate dai poeti: Gaetano Petralia, Luciano Gullotto, Nuccia Buccheri di Boley, Angelo Catania, Franco Sciuto, Silvana Calanna, Nunzio Spitaleri, Ida Giulia La rosa, Silvana Trincipato, Grazia Caragliano, Turi Marchese, Agata D’Amico, Santo Consoli, Caterina De Martino, Giusy Baglieri, Giovanna Falsone e Giovanni Di Bella. Santo Privitera, presidente del Centro Culturale che ha organizzato la manifestazione, dopo avere brevemente ricordato la figura dello storico catanese Antonello Germanà Di Stefano del quale, nel prossimo giugno, ricorrerà il decennale della sua prematura scomparsa, ha recitato poesie del noto poeta satirico catanese Ciccio Buccheri Boley e del poeta, scomparso recentemente, Nino Marzà.

Ospiti della serata sono stati, lo studioso di tradizioni popolari Nino Amico, e il Presidente del Circolo Marranzatomo, Ninni Magri..

Antonino Nicolosi

Silvia Calanna

Elena Caruso

Il Teatro Antico di Taormina durante una serata di spettacolo

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 200614 IL

MOTTESE & L’HINTERLANDLuglio - Agosto 2006 15SPORT

S o n o p a s s a t i vent i t ré

lunghissimi anni senza vedere la massima serie. Catania li ha trascorsi senza che la serie “A” si affacciasse al Cibali. I tifosi, per vedere il Milan, la Juventus o l’Inter, erano costretti ad andare, dapprima a Reggio Calabria o a Lecce, poi a Palermo e Messina. Adesso non più. Il grande calcio sbarca all’ombra del “liotro” e tutti i club dovranno confrontarsi con la squadra etnea. Nell’ultima apparizione in A, il Catania rimediò più figuracce che altro, riuscendo nell’impresa di retrocedere nello stesso anno. C’è da giurarci che quest’anno le cose andranno diversamente. La società si è rinnovata non solo nella persona del Presidente Antonino Pulvirenti (nella foto sotto), ma in tutto lo staff dirigenziale.

Nello scorso campionato sono stati effettuati acquisti all’altezza della serie cadetta che hanno portato, sulle ali dell’entusiasmo collettivo, la squadra

rossazzurra nella massima serie. Gli obiettivi della società sono stati sposati non solo dai dirigenti, ma da tutti i calciatori che sono venuti a giocare nella nostra città. La società, perciò, forte del campionato che le ha consentito il passaggio diretto alla massima serie, è fortemente intenzionata a ripetere la vincente strategia dello scorso anno, puntando intanto ad una tranquilla salvezza, e poi, quel che verrà si vedrà. I tifosi non dovranno attendersi, perciò, nessun acquisto eclatante, nessun ingaggio altisonante, ma solo calciatori che faranno proprio il progetto societario, dando il massimo e anche di più sul rettangolo di gioco, per consentire al Catania di diventare una realtà del calcio professionistico della massima serie.

La città etnea sfoggia ancora per le strade i vessilli dei trascorsi festeggiamenti per la riconquista della A, attesa e desiderata per troppo tempo.

La società, conscia del grande compito di responsabilità che la attende, ha preso a lavorare sin da subito alacremente per dare al Catania e a Catania tutto il lustro che merita in campo calcistico. I tifosi, dunque, dovranno avere fiducia nella società e confidare nella strada che ha imboccato, perché questa volta lo staff dirigenziale è composto da gente

che crede in quello che fa. Certo per la squadra etnea la serie A rappresenta un’esperienza nuova. Il Catania troverà la massima serie completamente rinnovata nelle persone e nel sistema. Probabilmente, dopo lo scandalo di calciopoli, mancheranno all’appello

alcune società. Poco importa.L’importante è che la squadra etnea

si faccia trovare pronta a dimostrare che nel gotha del calcio, il Club Calcio Catania c’è, ed è pronto a restarci per molto tempo.

IL CATANIA ALL’ ESAME DELLA “ A ”I piani societari per la permanenza nella massima serie

Lella Seminerio

SPORT

INCREDIBILE SIAMO CAMPIONI DEL MONDO !Per la quarta volta la nazionale di calcio vince il titolo mondiale

Diciamoci la verità, non ci credeva quasi nessuno! Poche le credenziali di vittoria finale attribuite alla nazionale italiana prima del mondiale tedesco. E invece ecco arrivare una vittoria che ha un sapore nuovo, sa di uomini veri, una vittoria di una squadra operaia, composta da poche stelle e da molti “signor nessuno”. Non ci credevano, forse, nemmeno loro, i magnifici 23 della spedizione azzurra. Erano partiti da soli, senza che la Federazione andasse a trovarli, travolti dalle critiche e subissati dai fischi agli allenamenti. Solo perchè lo scandalo del calcio ha sfiorato alcuni di loro, Lippi compreso. Ma nessuno di loro è o è stato mai indagato. Eppure, gli eroi della domenica, erano già stati processati da tutti e condannati senza appello. Così, i nostri ragazzi si sono guardati negli occhi ed hanno fatto dell’offesa dei fischi e dei dubbi sulla loro moralità, il collante,

il valore aggiunto alle loro indiscusse doti tecniche personali. Si sono avvicinati al mondiale tedesco provando a vincere partita dopo partita, senza porsi obiettivi a lungo termine. Racconta Rino Gattuso, uno tra i più grandi protagonisti del mondiale azzurro, che, dopo l’esordio vittorioso con il Ghana ed il sofferto pareggio con gli Stati Uniti, alla vigilia della partita con la Repubblica Ceca, si sono accorti che, vincendo, potevano fare un percorso tutto sommato non proibitivo, che li avrebbe potuti portare molto in alto. Ed hanno deciso di provare.

Consci del fatto che “provare”, avrebbe voluto dire dare più del massimo. E cosi giunge

la vittoria in extremis con l’Australia e quella splendida con l’Ucraina che ci portano ad una semifinale da brivido: Germania – Italia. E qui tutti abbiamo cominciato a credere nell’impresa.

La partita è stata senz’altro la più bella ed emozionante di tutto il mondiale azzurro. Vuoi per i trascorsi storici che hanno arricchito di fascino quest’incontro, vuoi per gli insulti dei giornali tedeschi alle nostre pizze che hanno aggiunto un po’ di pepe, la vittoria ha avuto un sapore speciale. Due pizze a domicilio e l’Italia raggiunge la sesta finale della sua storia. L’avversario è la Francia. E qui i recenti trascorsi sono a nostro sfavore, i transalpini negli ultimi anni ci hanno fatto

soffrire soffiandoci un europeo sul filo di lana ed eliminandoci in due occasioni ai mondiali. Ma la storia è fatta dagli uomini, e gli uomini possono riscriverla. In quella partita, troppo tattica per essere bella, gli azzurri, per dirla con Lippi, sono quelli che hanno più fame

e si vede. Materazzi in campo, è croce e delizia. Regala il rigore ai francesi, segna il pari e subisce il fallo di Zidane che viene espulso. E’ così che i calci di rigore decidono chi salirà sul gradino più alto del podio. Avevamo un debito con i penalty che spesso ci hanno fatto piangere. Ma non quella sera. Non in quella notte stellata di luna piena. Gli azzurri, ancora una volta, si dimostrano concentrati e sicuri.

La vittoria, alla fine, è nostra. Ai francesi le lacrime a noi l’immensa gioia della quarta vittoria in una competizione mondiale. In quella notte indimenticabile, era azzurro il cielo sopra Berlino.

Marcello Lippi, tecnico neo campione del mondo, lascia la nazionale. Lui, un vincente che lascia da vincente. Ha vinto tutto il Marcello, tutto quello che uno sportivo può vincere, ed ora chiude la porta e se ne va. Avrebbe voluto sbatterla quella porta, forse in faccia a qualcuno, ma probabilmente il risultato conseguito al mondiale gli ha suggerito soltanto di chiuderla. Ma perché? Stanchezza? Troppo stress? O forse ne ha abbastanza del calcio? Macchè! Niente di tutto questo. Semplicemente, Marcello Lippi è stato messo in discussione quando lo scandalo si è abbattuto nel mondo del calcio. Qualcuno ha messo in dubbio la sua moralità sportiva. Qualcuno ha cercato di tirare dentro anche il figlio Davide, e lui, questo, non ha potuto digerirlo. Hanno perfino chiesto le sua dimissioni, hanno fischiato gli azzurri prima, durante e dopo la partenza per il mondiale tedesco e lui, questo non lo ha dimenticato. Ma da uomo vero qual è, non ha abbandonato la nave durante la tempesta, anzi, si è messo al timone con più voglia di prima, ha tirato dritto per la sua strada, ha trionfato sul mondiale, ha zittito tutti. Ed ora, coloro che lo acclamano, sono tra quelli

che un mese fa volevano la sua testa. Lui ha dimostrato sul campo, in silenzio, una volta di più, tutto il suo valore ed ora si fa rimpiangere da tutti. Adesso la Nazionale non è affar suo, nonostante le affettuose minacce di Gattuso e le preghiere dei tifosi. Ma forse non è finita qui. Un uomo come lui ha bisogno sempre di nuovi traguardi, di nuove scommesse, di mete sempre stimolanti. Come quando, qualche anno fa lasciò la Juve e andò all’Inter. Un errore. Si accorse di aver sbagliato e tornò sui suoi passi riprendendo a vincere. Può succedere così anche con la Nazionale. Certo, farà altre esperienze, allenerà ancora, ma forse si accorgerà, col tempo, di avere nel cuore, oltre i colori bianconeri anche un azzurro indelebile al cui fascino è davvero difficile resistere.

Ti aspettiamo, Marcello.

MARCELLO LIPPI: ADDIO ? Speriamo in un suo arrivederci

9 luglio 2006, ore 22,43. Fabio Grosso calcia il rigore decisivo. La rete si gonfia, la Francia è battuta. L’Italia vince il quarto titolo mondiale della sua storia, 1934,1938,1982,2006. E comincia la festa. In ogni parte d’Italia si scatenano i tifosi che danno libero sfogo a tutta l’ansia accumulata durante tutti i 120 minuti di partita corredati dai cinque calci di rigore che ci hanno, finalmente, visto trionfare. Da Milano a Lampedusa è un organizzare caroselli d’auto ed uno strombazzare per le vie. I centri storici cittadini sono presi d’assalto da una folla delirante. Non sono solo ragazzi, ma anche famiglie con bambini. Uno sventolio di tricolori di qualsiasi misura si unisce ai cori dell’inno di Mameli e al tormentone del campionato del mondo, la canzone dei White Stripes, “Seven Nation Army”, il cui ritornello era intonato da tutti i tifosi nelle piazze: po, popopopopopo. Le auto scoperte, i camion e perfino i trattori sono i mezzi preferiti su cui salire per proclamare la gioia festante dei loro passeggeri. Nemmeno Catania

si sottrae ai festeggiamenti e la gioia dei tifosi etnei può solo essere paragonata alla conquista della serie A da parte del Catania. Corso Italia e Via Etnea, luoghi di ritrovo più gettonati, sono completamente gremiti da una folla entusiasta.

La festa è esportata anche all’estero dove i nostri concittadini emigrati in ogni parte del mondo, da Buenos Aires a Sidney, da Berlino a New York, si uniscono idealmente alla festa in Patria. E festeggiano anche gli azzurri, prima sul campo, poi negli spogliatoi e infine sulle strade. All’arrivo a Roma i ragazzi della

nazionale vengono accolti come degli eroi. Poi la passeggiata per le vie della capitale su un pullman scoperto seguito da un numero notevole di tifosi in auto o in motorino.

Gli azzurri cantano con i loro tifosi, si spogliano, sventolano il tricolore e sfoggiano il trofeo dei

trofei, la coppa del mondo. Il capitano azzurro, al secolo Fabio Cannavaro, non la molla un attimo, la bacia, la mostra, la innalza. All’arrivo al Circo Massimo dove è prevista la fine dei festeggiamenti, si sono riuniti almeno un milione di persone che hanno atteso per tutto il pomeriggio l’arrivo dei 23 eroi azzurri e di Marcello Lippi, che in soli due anni di gestione ha portato l’Italia sul tetto del mondo.

Il delirio della folla è completo quando le note dell’inno nazionale risuonano nella piazza e canta con gli azzurri, capitatanati, stavolta da un Del Piero in versione rock, che a torso nudo canta a squarciagola: “We are the Champions”. La festa continua fino a notte fonda, fino a quando la folla lentamente si disperde, ma le immagini dell’Italia unita ed orgogliosa dei nostri calciatori, resterà nei nostri occhi ancora per molto, molto tempo. A meno che tra quattro anni non arrivi la quinta stella sulla nostra bandiera a farci rivivere le stesse emozioni. Grazie azzurri!

E’ QUI LA FESTA ? Piazze e strade in delirio per festeggiare i campioni del mondo

Lella Seminerio L. S.

L. S.

IL MOTTESE & L’HINTERLAND Luglio - Agosto 2006LE AZIENDE INFORMANO16