Il monitoraggio fotografico: documentazione e colore fileCerto, in questo caso il talento...

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Il monitoraggio fotografico: documentazione e colore di Roberto Galasso Il progetto di monitorare fotograficamente l’avanzamento dei lavori del cantiere MAXXI, è sembrato da subito un’esigenza fondamentale; si è deciso di dare una cadenza mensile alle riprese, seguendo per alcune zone modalità prefissate (4 punti fissi) e totale libertà d’azione per il resto. Oltre le immagini nelle quali l’elemento cromatico/astratto primeggia, c’è la necessità di documentare gli aspetti tecnologici, le tecniche di costruzione, il materiale utilizzato, le macchine edili. L’intenzione è quella di affidare agli anni seguenti una registrazione meticolosa e più ampia possibile di ciò che è stata e ancora sarà questa “esperienza” architettonicamente importante per Roma. Ancora una volta la fotografia si dimostra strumento ineguagliabile nel “prendere nota” di fatti, cose e situazioni, nel caso dell’architettura poi, questo s’interseca con la storia, la cultura, il senso estetico di un Paese …le datate immagini in bianco/nero del cantiere per l’edificazione dell’eur, ci parlano di carriole, paranchi, ponteggi in legno… tra molti anni le fotografie del cantiere maxxi riveleranno tecniche di realizzazione, attrezzi, tecnologia, materiali…; totalmente modificata rispetto alla bellissima testimonianza fotografica dei cantieri di 80 anni fa, è la fotografia,la rivoluzione digitale ha innovato il sistema di produrre immagini, ed in digitale sono le riprese del cantiere, realizzate con fotocamere 35m/m da 8 megapixel dotate di ottiche grandangolari 12- 24m/m shift,tele 70/300m/m ed elaborate con software adeguati… ma, rese possibili anche grazie alla disponibilità di operai, tecnici, architetti e quanti altri operano quotidianamente in questa struttura, che “sopportano” pazienti, le periodiche invadenze della fotografia. C’è colore nel cantiere del MAXXI; colore che sarà protagonista delle sale espositive; colore che vivrà in contrapposizione permanente con le pareti uniformi di cemento grigio… colore anch’esso. Nel documentare tecnicamente le immagini del cantiere nella sua evoluzione, sono stato sollecitato dal suo cromatismo; in questo cantiere emergono, prepotenti , stimoli alla creazione fotografica che, quando è autenticamente sentita, fonde, in un istante l’impulso dell’idea,l’occhio e l’indice pronto a far scattare l’otturatore. Certo, in questo caso il talento progettuale di Zaha Hadid guida l’occhio del fotografo; la struttura comincia a mostrare le sue forme, alcune pareti curvilinee, morbide, flessuose ispirano, stimolano ; ed ecco quindi il contrasto delle linee evidenziarsi su un cielo azzurro o emergere in primo piano sullo sfondo degli ambienti architettonici del quartiere Flaminio. Ma ritorniamo al colore., lo si scopre nel cantiere, lo si incontra dovunque, quasi ci si inciampa; sono i tappi di protezione dei tondini di ferro, rossi,blu,verdi, talvolta bicolori; lo si ritrova nelle casseformi, bellissime, rosse e gialle con le superfici nere, si verticalizza nei pali gialli con le spirali elicoidali metallizzate, si staglia d’arancione delle reti di sicurezza che ricordano quelle delle amache, unico richiamo alla quiete e al relax in un luogo dove il rumore, ritmo della produzione, è protagonista. C’è colore nelle macchine del cantiere, gru piccole e grandi, bianche, azzurre e gialle; tratti di vernice scrostata viola, verde, addirittura fucsia, segnano ponteggi riutilizzati che, fotografati estrapolandoli dal contesto, stilizzano l’immaginario astratto dell’ideale. E’ il cantiere dell’architettura contemporanea, arte esso stesso.

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Il monitoraggio fotografico: documentazione e coloredi Roberto Galasso

Il progetto di monitorare fotograficamente l’avanzamento dei lavori del cantiere MAXXI, è sembrato da subito un’esigenza fondamentale; si è deciso di dare una cadenza mensile alle riprese, seguendo per alcune zone modalità prefissate (4 punti fissi) e totale libertà d’azione per il resto.Oltre le immagini nelle quali l’elemento cromatico/astratto primeggia, c’è la necessità di documentare gli aspetti tecnologici, le tecniche di costruzione, il materiale utilizzato, le macchine edili.L’intenzione è quella di affidare agli anni seguenti una registrazione meticolosa e più ampia possibile di ciò che è stata e ancora sarà questa “esperienza” architettonicamente importante per Roma.Ancora una volta la fotografia si dimostra strumento ineguagliabile nel “prendere nota” di fatti, cose e situazioni, nel caso dell’architettura poi, questo s’interseca con la storia, la cultura, il senso estetico di un Paese …le datate immagini in bianco/nero del cantiere per l’edificazione dell’eur, ci parlano di carriole, paranchi, ponteggi in legno… tra molti anni le fotografie del cantiere maxxi riveleranno tecniche di realizzazione, attrezzi, tecnologia, materiali…; totalmente modificata rispetto alla bellissima testimonianza fotografica dei cantieri di 80 anni fa, è la fotografia,la rivoluzione digitale ha innovato il sistema di produrre immagini, ed in digitale sono le riprese del cantiere, realizzate con fotocamere 35m/m da 8 megapixel dotate di ottiche grandangolari 12-24m/m shift,tele 70/300m/m ed elaborate con software adeguati… ma, rese possibili anche grazie alla disponibilità di operai, tecnici, architetti e quanti altri operano quotidianamente in questa struttura, che “sopportano” pazienti, le periodiche invadenze della fotografia.

C’è colore nel cantiere del MAXXI; colore che sarà protagonista delle sale espositive; colore che vivrà in contrapposizione permanente con le pareti uniformi di cemento grigio… colore anch’esso.Nel documentare tecnicamente le immagini del cantiere nella sua evoluzione, sono stato sollecitato dal suo cromatismo; in questo cantiere emergono, prepotenti , stimoli alla creazione fotografica che, quando è autenticamente sentita, fonde, in un istante l’impulso dell’idea,l’occhio e l’indice pronto a far scattare l’otturatore.Certo, in questo caso il talento progettuale di Zaha Hadid guida l’occhio del fotografo; la struttura comincia a mostrare le sue forme, alcune pareti curvilinee, morbide, flessuose ispirano, stimolano ; ed ecco quindi il contrasto delle linee evidenziarsi su un cielo azzurro o emergere in primo piano sullo sfondo degli ambienti architettonici del quartiere Flaminio.Ma ritorniamo al colore., lo si scopre nel cantiere, lo si incontra dovunque, quasi ci si inciampa; sono i tappi di protezione dei tondini di ferro, rossi,blu,verdi, talvolta bicolori; lo si ritrova nelle casseformi, bellissime, rosse e gialle con le superfici nere, si verticalizza nei pali gialli con le spirali elicoidali metallizzate, si staglia d’arancione delle reti di sicurezza che ricordano quelle delle amache, unico richiamo alla quiete e al relax in un luogo dove il rumore, ritmo della produzione, è protagonista. C’è colore nelle macchine del cantiere, gru piccole e grandi, bianche, azzurre e gialle; tratti di vernice scrostata viola, verde, addirittura fucsia, segnano ponteggi riutilizzati che, fotografati estrapolandoli dal contesto, stilizzano l’immaginario astratto dell’ideale.E’ il cantiere dell’architettura contemporanea, arte esso stesso.