IL MONDO IN MUSICA -...

12
APRIMONDO CENTRO POGGESCHI IL MONDO IN MUSICA: L'italiano per apprendenti L2 con le canzoni italiane e del mondo Laboratorio musicale per gli studenti della scuola d’italiano Aprimondo PIANO PROGETTUALE

Transcript of IL MONDO IN MUSICA -...

APRIMONDO

CENTRO POGGESCHI

IL MONDO IN MUSICA:

L'italiano per apprendenti L2 con le canzoni italiane e del mondo

Laboratorio musicale

per gli studenti della scuola d’italiano Aprimondo

PIANO PROGETTUALE

1

Introduzione: la scuola d’italiano Aprimondo

Aprimondo Centro Poggeschi è un’associazione di volontariato, ospitata dal centro Amilcar Cabral con sede in via

San Mamolo 24, la cui principale missione è l'insegnamento, a titolo gratuito, dell'italiano per adulti stranieri. Lo

scopo della scuola è fornire ai suoi studenti gli strumenti linguistici necessari a partecipare in maniera quanto più

attiva possibile alla vita sociale della comunità bolognese che li ospita.

Gli iscritti sono circa 150; numero che si riconferma ogni anno con la stessa partecipazione da parte degli studenti.

Dopo circa dieci anni di attività svoltesi nei locali del Centro Poggeschi (in via Guerrazzi 14/E, sede nativa della

scuola e ora sede legale dell’associazione) le lezioni, già da due anni, si tengono presso la bib lioteca Cabral ma

anche alla Biblioteca delle Donne, in Sala Borsa, alle biblioteche Ruffilli e Meridiana. La scuola di italiano

Aprimondo si presenta dunque come una delle realtà più ricche, solide e riconosciute della città di Bologna

nell’ambito dell’insegnamento della lingua italiana come lingua seconda.

Le lezioni, gratuite e aperte a tutti, sono organizzate per livelli; iniziano a ottobre e si concludono a giugno. A

seguire, corsi estivi attivi nel mese di luglio. Gli studenti vengono inseriti nelle classi del livello più adatto alle

competenze linguistiche e comunicative dimostrate in sede di verifica preliminare, attraverso la compilazione di

un test di ingresso. Ogni studente frequenta quattro ore di lezione settimanali. Ogni classe è formata dai 4 ai 10

studenti circa.

Gli insegnanti della scuola Aprimondo sono circa 50, volontari o anche tirocinanti universitari. Sono adulti di varie

fasce di età, prevalentemente studenti universitari, lavoratori ed ex insegnanti.

Oltre ai corsi di italiano, la scuola organizza durante il corso dell’anno varie attività integrative rivolte ai propri

studenti, con lo scopo di favorire una partecipazione attiva alla vita dell’associazione e di promuovere

l’integrazione e l’interculturalità.

2

Contesto (nazionale e locale) di azione e analisi dei bisogni

L’aumento dell’immigrazione nelle regioni italiane e in particolare in Emilia Romagna, come segnalato nel

convegno regionale “Migrazioni, interazione, sviluppo: Emilia-Romagna nell’Europa che cambia”

(http://www.regione.emilia-romagna.it/giunta/teresa-marzocchi/comunicati-stampa-1/comunicati-

stampa/@@comunicatodettaglio_view?codComunicato=41212) evidenzia la necessità di assicurare agli immigrati

un adeguato accesso ai servizi e alle attività delle città ospitanti. Dal rapporto discusso nel convegno, dalla

proiezione di dati Istat, si è stimato che dall’attuale 12,6% di migranti sul totale della popolazione dell’Emilia

Romagna, si arriverà a un 16,3% nel 2020, fino al 25,8% previsto per il 2050. Cifre che mostrano come un quarto

della popolazione della regione sarà composta da migranti. Cifra dalla quale non si può e sempre più non si potrà

prescindere nell’offerta di beni e servizi ai nuovi cittadini.

Nel 2010 è stata effettuata una ricerca qualitativa sui consumi culturali prodotti e fruiti dai cittadini immigrati in

Italia e da cittadini nativi (http://www.yallaitalia.it/2012/01/immigrazione-e-consumi-culturali-nellitalia-

delmeticciato/), edita nel 2011 in Immigrazione e consumi culturali. Un’interpretazione pedagogica. La dott.ssa

Mariangela Giusti, attraverso interviste a migranti, ci racconta così storie di migranti e dei rispettivi figli e ci parla

di quelle seconde generazioni che contribuiranno ad alimentare una cultura meticcia e aperta al diverso. La

ricercatrice individua i punti critici presenti nella relazione tra istituzione, enti e migranti: la comunicazione dei

servizi offerti ai migranti, anche nei siti web.

Tra i servizi e le offerte culturali ci sono anche eventi musicali, che non sempre raggiungono o sono accessibili dai

nuovi cittadini, per le ragioni più disparate. L’intercultura passa anche per l’ambito musicale, come dimostrano

oltretutto gli innumerevoli campi di sviluppo di esperienze di collegamento tra culture e musica, e le ricerche degli

ultimi anni (ad esempio, riportiamo il link dei seminari di ricerca del Programma di Ricerca di Interesse Nazionale

‘Processi di trasformazione nelle musiche di tradizione orale dal 1900 ad oggi. Ricerche storiche e indagini sulle

pratiche musicali contemporanee’, Seminario di medio termine International Council for Traditional Music – Italian

Committee, convegno annuale Università di Roma Tor Vergata Lettere e Filosofia del 15-17 gennaio 2015

http://www.ictmusic.org/sites/default/files/SEMINARIO%20PRIN%20e%20%20CONVEGNO%20ICTM.pdf).

In ‘Vibrazioni da altrove. Un’inchiesta sulla musica dei migranti in Italia’ (in ‘Nuovo Planetario: Geografia ed

Antologia della nuova letteratura in Italia e in Europa’, curato da A.Gnisci 2007), Sonia Sabelli sottolinea come da

sempre la musica registra e conserva le tracce dei flussi migratori che attraversano la terra: le uniche vere novità in

una cultura come quella occidentale, per troppo tempo rinchiusa su se stessa.

In un mondo globalizzato, il paesaggio sonoro dei grandi centri cosmopoliti si colora oggi di diversi generi musicali,

contribuendo alla conoscenza reciproca tra le diverse culture. Paradossalmente, nei contesti urbani multiculturali,

le musiche diasporiche finiscono spesso per alimentare il senso di appartenenza e di identità delle comunità

dislocate.

Ci sono poi tanti musicisti che contribuiscono alla vitalità della scena musicale italiana, ma è difficile renderne

conto, non solo per la mancanza di continuità o per una certa autoreferenzialità dei gruppi verso le comunità di

origine, che li rendono quasi invisibili, ma soprattutto perché la legislazione italiana sul settore è restrittiva e

inaccessibile con pochi mezzi a disposizione di uno straniero.

3

In un contesto di quasi totale assenza da parte delle istituzioni - prosegue Sabelli - è significativo l’impegno di

alcune etichette discografiche particolarmente attente alle musiche da altri mondi, che nei loro cataloghi

propongono già diverse produzioni di musicisti migranti.

Il miglior modo per conoscere questa scena musicale ancora ‘sottobanco’ è partecipare ad eventi con musica dal

vivo e festival di maggiore o minore portata, come suggerisce la stessa Sabelli, che al termine del suo capitolo e

delle sue osservazioni, ci lascia con alcuni interrogativi, tra cui il seguente: perchè la musica riveste un ruolo così

significativo nell’immaginario migrante? La risposta - che noi proponiamo - sarà da individuarsi forse nel carattere

di universalità della musica e dalla sua alta capacità di permeare le culture e avvicinarle tra loro? Si può evitare

che questi percorsi artistici, accentuando la passione per le proprie origini (percorso condivisibile e comprensibile

anche da noi italiani, migranti o meno) ma creando una convivenza, una serena condivisione e un percorso di

integrazione nelle origini e nella storia del nostro paese, per rendere i nuovi cittadini dei Cittadini effettivi di

questo stato di cui condivideranno e condividono già anche la cultura?

La musica nel corso dei secoli è stata caratterizzata di contaminazioni e prestiti, rappresentando uno dei principali

canali di integrazione tra diverse culture. Sono infatti le armonie e le melodie a comporre per eccellenza il

linguaggio universale della musica, condiviso e comprensibile a tutti i suoi ascoltatori. culture (F. Fiore, “Orchestre

e bande multietniche in Italia”, Editrice Zona “I libri dei Mei”, 2013). Dall’Ottocento e fino all’inizio del Novecento

si fotografano nei vari campi artistici e soprattutto in quello musicale, i processi migratori degli italiani verso

l’estero. Nella seconda metà del Novecento in Italia cambia l'immagine e la destinazione dei migranti, che si

spostano internamente dal meridione al settentrione, e poi verso l’Africa. Negli anni Settanta il tema

dell’emigrazione italiana ritorna ad essere soggetto privilegiato delle canzoni popolari mentre tra la fine degli anni

Ottanta e gli inizi dei Novanta l’Italia si trasforma da paese di emigranti in quello “meta” di migranti dall'Africa e

dall'Albania. E’ così che le nuove canzoni popolari fotografano l’inversione del fenomeno migratorio. Da ‘Nero’ di

Francesco De Gregori nel 1987, a ‘O’Scarrafone’ (1991) di Pino Daniele, passando per ‘Barcarola Albanese’ di

Samuele Bersani (1995) fino a ‘Tammurriata del lavoro nero’ dei 99Posse (1994). Solo per citare alcune canzoni tra

le più famose.

Inoltre con le ondate migratorie, arrivano in Italia anche studenti e migranti che già erano musicisti nella propria

patria, che arrivati in Italia per altri scopi provano a volte a rientrare nel circuito musicale. Prima con progetti

musicali specifici, per area geografica di provenienza e in seguito rientrano a pieno nel circuito di insegnamento

musicale e progetti musicali, senza bisogno di caratterizzare la loro presenza in quanto ‘migranti’.

Un fenomeno che ha caratterizzato l’Italia è inoltre a partire dal 2002, anno della nascita dell’Orchestra di Piazza

Vittorio, la comparsa sulla scena musicale di orchestre e bande multietniche, con diverse estrazioni e generi

musicali e con un numero di musicisti che varia dagli 8 ai 25 componenti per ogni ensemble. L’Italia è il paese

europeo a detenerne il primato in termini di presenza sul territorio: 19 orchestre, di cui 7 solo sul territorio di

Roma Capitale (vedi ancora: Fiore, 2013).

Ciascuna con la sua storia e la sua identità cangiante e plurale, segnali di come l'arte e la musica, in modo

speciale, possano essere il luogo privilegiato nel quale non solo le differenze di storia, cultura, abitudini e

memorie coesistano, ma dialoghino dando vita a un’arte musicale assolutamente nuova.

Altro fenomeno che sta vedendo una sempre più ampia rappresentazione nella scena musicale italiana sono i

4

cantanti rap o hip hop di prima o seconda generazione, ma sempre giovanissimi e con la voglia di raccontare il loro

mondo sociale e il loro essere nuovi italiani con tutti i disagi che questo comporta; ciò accade inoltre già nel

territorio bolognese. Da Amir Issaa ‘Uomo di prestigio’ (2006) a Antonio Di Stefano, in arte Nashy, “italiano di

colore che dà colore all’italiano”, passando per moltissimi cantanti o ‘crew’ che usano la parola e la musica per

esprimere le proprie emozioni. (Fonte dati e analisi da: http://www.integrazionemigranti.gov.it/area-

cultura/musica/approfondimenti/Pagine/Intro-Musica.aspx)

La città di Bologna è una città di immigrazione per eccellenza: non accoglie giovani studenti provenienti da tutte le

regioni d’Italia, ma accoglie migranti, provenienti dal territorio nazionale e internazionale, e racchiude anche una

varietà di gruppi sociali o comunità.

Tra le comunità, quella degli immigrati e nuovi cittadini ha acquisito, soprattutto nell’ultimo ventennio, un ruolo

molto importante. A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta il flusso di stranieri comincia a prendere

consistenza nel capoluogo emiliano, amplificandosi negli anni successivi. Fenomeno oltretutto destinato a

crescere. Secondo l’indagine che il Dipartimento di Programmazione del Comune di Bologna ha redatto sui

cittadini di origine non italiana, si contano più di 52.000 unità di stranieri residenti a Bologna.

(http://www.comune.bologna.it/iperbole/piancont/Stranieri/StudiStranieri/Stranieri_aBo/2012/pdf/Scheda_strani

eri_Bologna.pdf ). Sul territorio, sono diversi i gruppi musicali o singoli migranti dediti alla musica, che di questa

passione hanno fatto il loro lavoro, e che si avviano sul settore soprattutto tra le nuove generazioni, in percorsi

indipendenti (vedi: https://ilbandolomusicale.wordpress.com/musiche-degli-immigrati-2/).

In un territorio come quello bolognese, numerose sono le forme di associazionismo che promuovono

l’integrazione e offrono servizi, consulenze e attività di diversa natura alle comunità di migranti. In questo stesso

scenario, nascono e si sviluppano diverse esperienze in campo musicali, da cantanti e musicisti a band giovanili, ad

associazioni di arti migranti che esprimono e presentano nelle loro attività e composizioni artistiche i disagi, i

pensieri, le idee riguardo alla società ospitante, le sue dinamiche di accoglienza o le passioni e i ricordi del proprio

paese di provenienza.

Tutti questi dati sono una valida base fondante per un progetto che intende provare a offrire a questa parte ormai

così consistente di popolazione della nostra città (pari al 13.7% della popolazione totale in provincia di Bologna,

secondo i dati diffusi dalla Provincia al 31 dicembre 2011) un nuovo percorso artistico, che farà della musica la

propria arma vincente, per favorire l’incontro tra le comunità del territorio e perché no, l’immedesimazione dei

migranti italiani nelle vesti dei migranti di provenienza internazionale, che oggi investono nel nostro paese i propri

sogni, le proprie aspirazioni e avviano percorsi lavorativi e familiari, contribuendo alla crescita quantitativa e

qualitativa del nostro territorio.

Il progetto che stiamo per proporre, con al centro la musica come legame tra culture, può permettere di creare

una rete tra le associazioni presenti sul territorio che operano nel settore accoglienza e attività di promozione

culturale, integrative ed artistiche per migranti, una collaborazione più approfondita e strutturata che presenti

un’offerta non solo variegata, ma soprattutto organizzata sul territorio, che convogli le diverse energie in un

armonico sistema interculturale.

5

Gli obiettivi

Le attività della scuola si rivolgono a migranti adulti di varia provenienza e cultura, in molti casi giunti da poco

nella città di Bologna e alla ricerca di un’integrazione nel tessuto sociale e urbano, processo che può essere molto

complesso per l’immigrato e non avere un riscontro positivo, inclusione che può restare debole e approssimativa.

La nostra proposta è correlata all'accoglienza e allo scambio culturale e su questo binomio si snoda e si sviluppa

l'intero percorso che si farà insieme agli studenti. Nella convinzione che una buona e civile convivenza si possa e si

debba costruire soltanto attraverso una reciproca conoscenza, l’azione vuole stimolare la curiosità degli studenti

stranieri e approfondire l’esperienza di scambio e interrelazione tra le diverse culture.

Il perno attorno a cui si svilupperà l’attività che qui proponiamo è la musica. Linguaggio universale per eccellenza,

la musica nel corso dei secoli è stata caratterizzata da contaminazioni e prestiti, rappresentando uno dei canali

principali di integrazione tra diverse culture (sopracit.: Fiore, 2013).

Ritmo, melodia e armonia sono i principali marcatori dell'universalità del ‘linguaggio-musica’, condiviso e

comprensibile a tutti. C'è inoltre e - e non secondo per ordine - il testo: termine con cui si è soliti definire le parole

che possono accompagnare un canto. Un testo cantato è una canzone, come intreccio di due sistemi di

comunicazione umana molto diversi e profondi, il linguaggio e la musica. Figlia dell'unione alchemica di questi

elementi comunicativi, la canzone si configura dunque come un'unità riconoscibile e potente dal punto di vista

emotivo nel suo proprio manifestarsi.

Chiunque sia stato all'estero e abbia all'improvviso sentito un canto familiare della propria terra sa quanto forte

possa essere questo impatto. Inoltre, la canzone è uno strumento, intrinsecamente e per sua stessa natura,

motivante poiché suscita interesse curiosità e piacere. Proponendo contenuti diversi e disparati, la canzone dà

spazio all'interpretazione personale e spinge al confronto contribuendo a soddisfare i bisogni (anche affettivi) di

chi l’ascolta e può attraverso questo processo farla propria.

L’ascolto di una canzone attiva l’emisfero destro e l’emisfero sinistro, lega la sfera emozionale alla cognitiva; consente, in altre parole, di proiettare interesse, curiosità e piacere dell'ascolto sui processi di apprendimento. L'uso didattico della canzone permette all'insegnante di agire su processi consci e inconsci nel medesimo tempo, integrando stimoli cognitivi con stimoli emotivi ed affettivi che permettono, ad esempio, di riproporre l'ascolto o l'analisi della stessa canzone senza che questo lavoro diventi noioso (Caon, 2005: 69). L’ascoltatore diventa dunque non solo spettatore e partecipe di una creazione immateriale di concetti, immagini, emozioni e storie, ma si trasforma anche in apprendente, nel nostro caso apprendente di una dimensione linguistica ed espressiva. Ambito linguistico che presenta innumerevoli possibilità di declinazioni didattiche. Il ritmo, il gioco di rime, la ripetizione e la ridondanza propri della canzone, toccano e si fissano nell'emisfero destro e agevolano la memorizzazione di lessico e strutture linguistiche nell'emisfero sinistro. La canzone dà voce ai cantanti, ai loro pensieri e alle loro idee, nonché alla loro pronuncia e alle espressioni tipiche, svelandone la loro identità e provenienza geografica; permette quindi anche di conoscere e approfondire gli aspetti sociolinguistici della lingua, contribuendo a sviluppare le competenze comunicative nella lingua straniera o seconda. La canzone libera la comunicazione interculturale, spianando la strada al confronto; non solo unisce persone di

6

origine diversa (si pensi ai fans nel mondo della musica hip-hop, grunge, rock, punk ecc), ma è anche in grado di

annientare le distanze spazio-temporali dedicandosi a temi cari a tutte le culture, come la vita, la guerra, la morte,

l'amore, il viaggio ecc.

La canzone, come strumento comunicativo-didattico interculturale permette di:

lavorare su modi di dire ed espressioni: i testi delle canzoni sono spesso ricchi di modi di dire ed

espressioni tipici della lingua italiana;

sviluppare percorsi culturali: la canzone può raccontare un momento storico, un evento particolare o

sviluppare un tema secondo precise coordinate culturali, pertanto offre l'opportunità di incontrare culture

diverse e confrontare/incrementare le proprie conoscenze culturali. Si pensi ad esempio alla ricchezza dei

dialetti italiani e a quanto spesso siano presenti nelle canzoni. In questo caso l'insegnante può sviluppare

percorsi culturali legati al dialetto definendone le caratteristiche principali;

sviluppare percorsi interculturali: spesso la musica mette in melodia e parole il sentire di un popolo ma è

anche percorsa da costanti tipiche di tutti gli esseri umani. Nella prospettiva interculturale è fondamentale

mettere in luce questa duplice caratteristica, in modo che si rendano conto che le singole espressioni

musicali hanno come matrice valori (ritmo - timbro - melodia - armonia) che sono patrimonio comune di

moltissime culture (Caon, 2011: 26);

sviluppare percorsi tematici: attraverso attività preparate intorno ai temi trattati nelle canzoni. A partire

dal testo di una canzone è possibile inoltre avviare un confronto con la risposta, allo stesso tema, anche di

altri linguaggi come la pittura e il cinema;

agevolare il processo di integrazione e accoglienza: le metodologie ludiche e cooperative di facile accesso

appagano soprattutto il bisogno di costruire relazioni positive e di sentirsi parte di un gruppo. Attraverso la

costruzione di un gruppo, con attività in cui è fondamentale l'interazione, i singoli studenti condividono

risorse personali, raggiungendo l'obbiettivo dell'accoglienza positiva ‘dell'altro’ e potenziando di pari passo

la propria capacità espressiva in lingua italiana. Affinché però l'apporto di ognuno sia una risorsa per tutti,

si lavorerà in modo che ogni individualità non soccomba nel gruppo, ma sia al contrario valorizzata a

vantaggio del gruppo stesso.

Tenendo conto di queste premesse possiamo evidenziare i principali obiettivi della nostra azione:

Agevolare l'apprendimento della lingua italiana attraverso l'ascolto, l'analisi e l'esecuzione di canzoni

italiane;

Favorire la scoperta della multiculturalità intesa non solo come una presenza di persone di altre culture,

ma anche come valorizzazione delle diversità e allo stesso tempo unicità di ciascuna persona;

Incentivare la conoscenza, l'accettazione reciproca e la convivenza nella condivisione di regole e spazi

comuni;

7

Scoprire le differenze, confrontarle, accoglierle, valorizzarle, nel rispetto delle persone, degli spazi e degli

strumenti utilizzati;

Invogliare all'ascolto reciproco, come attività non fine a sé stessa ma come invito all’ascolto fra

appartenenti ad una medesima comunità ospitante/di appartenenza;

Incontrare e conoscere culture e tradizioni diverse attraverso suoni e ritmi, strumenti musicali e canzoni;

Sviluppare modalità espressive variegate utilizzando diverse tecniche, strumenti e materiali, per dare alle

stesse modalità di espressione un valore significativo ancor prima della sua trasposizione in musica/testo;

Ampliare l'orizzonte culturale per accogliere gli altri come amici con i quali condividere giochi, esperienze,

emozioni;

Stimolare e ampliare le modalità di comunicazione attraverso il linguaggio della musica.

Si intende dunque rivolgere l'attenzione ad alcuni aspetti della vita dei migranti e della comunità che li ospita,

proponendo una serie di azioni progettuali volte a riflettere su temi come l’accoglienza, la convivenza,

l’integrazione, la partecipazione, la condivisione e l’interculturalità.

La proposta di laboratorio include anche:

- la realizzazione di un video che presenti danze, giochi, piatti tipici, vestiti tipici, storie, suoni e colori del

mondo e illustri le diverse fasi del laboratorio, da condividere successivamente con altre associazioni,

scuole di italiano ed enti che intervengono nello stesso settore;

- la messa in scena di uno spettacolo conclusivo con le canzoni su cui si è lavorato, da proporre alla

cittadinanza e per sensibilizzare sui temi dell’accoglienza e dell’intercultura, oltre che esplicitare il valore

aggiunto di una società multiculturale.

8

La nostra proposta

Il progetto IL MONDO IN MUSICA: L'italiano per apprendenti L2 con le canzoni italiane e del mondo si organizza

secondo un piano di didattico strutturato in tre fasi, suddivise a loro volta nelle azioni progettuali riportate di

seguito nel dettaglio:

1) I LABORATORI MUSICALI-ESPRESSIVI. Si proporranno incontri a cadenza settimanale di 3 ore ciascuno, per un

totale di 16 incontri. In tutti gli incontri saranno svolte le seguenti attività:

- ‘Giochi’ preliminari, attività introduttive che contribuiscono alla creazione del gruppo di lavoro e aiutano

gli insegnanti a collocare i vari studenti in uno spazio musicale nitido (fase di motivazione, riscaldamento e

‘test attitudinale’ per indirizzare i singoli studenti alle attività e gruppi adeguati);

- Costruzione di strumenti musicali (principalmente percussivi) con materiali di riciclo;

- Costruzione del repertorio italiano e straniero, in collaborazione con gli stessi studenti. Oltre alle canzoni

proposte dagli esperti del laboratorio, sarà chiesto agli studenti se conoscono già delle canzoni italiane.

Ognuno dovrà sceglierne una da imparare e fare propria. Parallelamente individuare eseguire e illustrare

una canzone del proprio paese di origine;

- Rielaborazione e condivisione dell’esperienza in classe, con l'affiancamento di insegnanti della scuola e di

esperti nell’insegnamento di italiano L2;

- Costruzione dello spettacolo di fine laboratorio in collaborazione con personale professionista del settore.

Le proposte didattiche alterneranno momenti di dialogo tra i partecipanti, racconti di storie, percorsi

didattici mirati per l'apprendimento dell'italiano con le canzoni, con fasi prettamente musicali in cui, con

l'aiuto di figure qualificate, si costruirà una piccola ‘orchestra del mondo’, con canzoni italiane e canzoni di

tutti i paesi del mondo, in lingua originale.

Tutti avranno un ruolo nella costruzione dei brani dei proprio compagni; ognuno con i propri strumenti, o

semplicemente con utilizzo di voce e corpo, contribuirà alla creazione del tappeto sonoro su cui

viaggeranno i brani scelti;

- Raccolta dati: diario dell’esperienza raccontata dagli studenti, creazione un video reportage

dell'esperienza. Lo scopo ultimo è far confluire il tutto in un fascicolo che raccoglierà i dati dell’esperienza

e i materiali audiovisivi, che potrà essere distribuito e utilizzato anche da altre scuole di italiano per

migranti ed enti del settore o interessati.

2) DinaMONDO, l'importanza della lingua come elemento dinamico, portatore di significati, racconto di

esperienze condivise, espressione di emozioni e rappresentazione di volti e individui, come via d’accesso alla

conoscenza e all'integrazione. Il tutto, grazie al linguaggio del cinema e di momenti conviviali, da proporsi come

9

segue:

- ‘CineMONDO’: rassegna di film sull’emigrazione degli italiani, in collaborazione con l'associazione Le

Fucine Vulcaniche.

- ‘Convivo nel MONDO’: festa della scuola Aprimondo come occasione di apertura della realtà scolastica alla

città. Le feste, come la scuola, saranno del mondo intero e gli ospiti d’onore saranno il cibo - piatti

preparati dagli studenti e degli insegnanti - e la musica - jam sessions e improvvisazioni con musiche del

mondo.

Il progetto prevede l’intervento di personale esterno. Si prevede anche l’utilizzo di materiali didattici (strumenti musicali, pittura, pennarelli, carta, cartoncini, fotografie, slide, libri, materiale di recupero...)

10

La restituzione dell’esperienza e la raccolta dei dati Gli incontri porteranno alla realizzazione di uno spettacolo eseguito dal gruppo di studenti, “dai singoli che vengono valorizzati dal gruppo”: in sinergia con personale musicalmente qualificato infatti si lavorerà alla costruzione di uno spettacolo musicale organico ed eterogeneo allo stesso tempo, dove ogni singolo emerge grazie anche al sostegno e alla forza del gruppo. Si cercherà di incentivare le sinergie e gli scambi che nascono naturalmente quando si fa musica e si valorizzeranno le collaborazioni tra gli studenti. L'idea è di dare vita ad una piccola orchestra del mondo, ispirandoci alle moltissime altre che sono già operative in tutto il territorio nazionale (l'Italia è il paese europeo a detenerne il primato in termini di presenza sul territorio: 19 orchestre, di cui 7 solo sul territorio di Roma, dove nel 2002 ha preso vita la pioniera l'Orchestra di Piazza Vittorio, ). Parallelamente si lavorerà alla costruzione di video documentario di tutto il percorso. Il materiale prodotto resterà a disposizione degli studenti della Scuola di Italiano Aprimondo e delle altre scuole di italiano per migranti presenti sul territorio bolognese, e sarà distribuito nelle sedi degli eventuali enti coinvolti nel progetto nonché enti del medesimo settore e del comune di Bologna.

Il calendario delle attività

Il calendario verrà definito secondo le disponibilità degli spazi ospitanti e dei collaboratori al progetto.

Di seguito, riportiamo la programmazione prevista per la realizzazione delle attività proposte, suddividendo le fasi

del lavoro in macro periodi:

- da metà Maggio a Luglio : laboratorio IL MONDO IN MUSICA

- fine Luglio e (replica) inizio/metà ottobre: spettacolo di esibizione della piccola orchestra ‘APRiLmondo’,

festa ‘ConVivo nel MONDO’ e proiezione del video documentario realizzato.

11

I risultati attesi

Gli scopi di questo lavoro sono molteplici. In particolare, con questo lavoro cercheremo di rendere conto al ruolo e

alle modalità espressive della musica nel ricco e controverso contesto della migrazione scandagliando, ovunque

sarà possibile, anche i vari aspetti socio culturali della musica stessa (musica e ritualità, feste, tradizioni, musica,

mainstream gusti e tendenze).

Per iscriversi non è fondamentale essere musicisti o cantanti; indispensabile invece è la passione per la musica, la

creatività e la voglia di mettersi in gioco, per raccontarsi non solo attraverso le parole ma anche attraverso altre

forme espressive come la musica, la fotografia e il gioco performativo. La passione per la musica spinge anche chi

ha ideato questo progetto, lo ha strutturato e ne immagina la sua realizzazione.

Il confine tra la ricerca e la didattica è sempre molto sottile e in questo caso, già in corso di progettazione, sembra

annullarsi. L'integrazione passa sempre attraverso lo scambio tra qualcuno e qualcun’altro; perché possa dirsi vera

è essenziale sia basata sullo scambio, come nelle corrispondenze di sensi. La musica è anche amore e attraverso la

musica amare il mondo intero è molto più semplice.

Fornire un’ulteriore opportunità per conoscere, oltre alla lingua, anche elementi culturali propri delle altre

comunità, è uno stimolo che aiuta a sviluppare qualità come l'accettazione delle diversità e la convivenza pacifica.

Attraverso canzoni, giochi, racconti e momenti didattici, la lingua italiana, ai vari livelli di competenza, non è più

così soltanto uno strumento necessario alle pratiche della vita quotidiana, ma diventa anche la chiave di lettura e

di accesso al nuovo contesto esistenziale. Un contesto in cui condividere emozioni, sentimenti, valori e spazi in

maniera attiva e partecipativa.

La scuola è un mediatore fidato, a cui gli studenti si rivolgono non solo per apprendere la lingua italiana, ma anche

per essere indirizzati al meglio nella risoluzione di disagi e problemi quotidiani. Già la Scuola di Italiano

Aprimondo, come molte altre scuole e associazioni attive sul territorio bolognese e nazionale, offre una valida

opportunità di socializzazione tra migranti, oltre che con gli stessi insegnanti italiani, ponendosi come utile

mediatore tra i migranti e la comunità.

Il progetto ‘IL MONDO IN MUSICA: L'italiano per apprendenti L2 con le canzoni italiane e del mondo’ persegue

le finalità e le linee guida di Aprimondo Centro Poggeschi.

Gli incontri saranno pertanto aperti a tutti gli studenti e non sarà loro richiesta alcuna partecipazione

economica.