Il Mito Della Creazione Babilonese

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: ·,.M IT I E LEGGENDE' .

,NEL MONDO '",

i ~

'.":'IM IT I .'DEOLI DEI,:~EDEGL! EROI

, . ~

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. A llora EI chiamc a se la strega Sharaqat, la divina guarirrice e I e c on se -

gno un pr?digi?so ~im ulacro d'argilla dalla form a di drago, ch; egli sresso

a ve va f org ia ro , in ca ric an do la d i.r ec ar si p re sso K er et e d i lib era rlo d alla m ala r-

ria. Sharaqar ubbidl al suo ordine, raggiunse il re e pronuncio una form ula

miracolosa p er v ir tu d ella quale la malactia di Kerec passe nel drago liberan-

done il reo .

(figli lIIdledelli

I gn ar ~ d i q ~a O( o e ra a cc ad uto , illig lio m ag gio re , Y ass ib , si r ec o p re sso il

p ad re p er r iv en dic ar e, c om e H ora ya g li a ve va su gg erir o, 10 s ce rtr o e si rn er a-

viglio di no n crovarlo morenre. Bensf in pierre vigore e seduto su i rrono.

Benche sorpreso, egli avanzo egualrnenre la su a r ichiesra e disse a Kerer

che ormai la vecchiaia 1 0 incalzava e che egl i, pi u giovane e capace, avrebbe

dovuro guidare il regno al suo posto. Keret 10 scaccio e 10 maledf.

Le ravolerre di Ugarir pervenute fino a no i narrano la l eg ge nd a f in o a

questa punro e non olrre. Sebbene ogni ipotesi sulla s ua c onc lu si on e sia

necessariarnenre arbitraria, no n e Forse il leciro supporre che il resro d el m ic a

prevedesse l'adempimeneo della profezia pronunciata da EJ durante il b an -

chetro nuziale: probabilrnenre tu tti i figli, ad uno ad uno, ad eccezione dell'ul-

tirno maschio e del l'u lr i rna femmina, tennero il cornportamento d i Ya ss ib e si

~bbero la rnaledizione paterna. Elhau e Sherrnanec, che nulla chiesero, e

invece goderono d el la s al ut e p at er na , eredirarono regno e ricchezze, dive.

n en do c os l « pa ri» a i p rir no ge nir i.

. Olrre allo sfondo morale che ne cosrituisce ragione'e significate, quesro

mrto presenra due e lemen ti molro irnporranri e ricorrenri in turra l a p iu a nc ie n

tradizione: I 'i de a d e l «re sacro», che e personificaaione e garanzia de ll a v i ra l id l .

d el ~ uo p op olo e d ella te rra e c he p er q ue sta ra gio ne , a llo rq ua nd o in ve cc hia va ,venrva, presso mold p op oli p rim ic iv i, ucciso; e il merodo di guarigione me.

d ia nte il r ra sfe rim en ro d ella m ala ttia in u n simulacro d alla f or ma d i drago 0 di

serpente.

M IT ! ASSIRO ·BABILONESI

L 'ENUMA sus OVVE RO I L P OE M . .. ..D EL LA CR EA ZI ON E

Q uesto p oe rn a, ch e cerro e u no d ei p it! p oe tici ed inreressa nri d i tu tta la

Ietreratu ra assiro -babilonese, ci e srato tramand ato in serre ravole 0canti, che

G eorge Sm ith per prim o idencifico nel 1876, fra Ie ravole d ella B ib lio te ca d i

Assurbanipal, rinvenuce nelle rovine di Ninive a parrire da l 1848 e poi CUSta-

d ire n el Musco Brirannico di Londra. II po em a n on e solo un g r ande a ff re sc o

c osmo go ni co s ull a g en es i d el l'U n iv er so , e an ch e e so pratru tto il p oem a cele-

branre Marduk, quale di o nazionale della Babilonia e q uin di indiscusso 50-

vrano d i tu ne le alrre divinira, L'aurore, co me p er turta la rradizione sumera e

paleorienrale, e anonimo ed ha operate procedendo ad una sisrernazione uni-

raria dei m oltepliei e sncichissim i m iti, che affondano Ie loro radici nella

millenaria civilta mesopotamica. L'opera p r ende l 'a vvi o r if ac endos i all'origine

del mondo, quando non esistevano che ere esseri divini: Apsu (l 'Abisso),

Tiamat (I'Oceano, div in i ca femmini le ) e illo ro f ig lio M umm u (10 S cr os ei o) , i

q ua li c os ti eu is co no l 'i mr na gin e t ri nir ar ia d el l'a cq ua p rir na ri a,

Sebbene no n disponiarno di elemenri s uf fi ei en ti p er a ff erm ar e l'esi-

stenza di u n s is te ma f ilo so fic o c he fa cc ia d ell'a cq ua il p rin cip io so sr an zia le d i

ru tte le co se (siste ma in vece ch e o ccu pa u no sp azio im po rtan ce n el p en siero

specularlvo dei G reci), pure e innegabile ch e all'acqua sia riconosciuto un

ruolo prirnario nella forrnazione dell'Universo; iI che porrebbe ben g iu sr if i-

c ar si c on il p ar tic ola re a rn bie nre g eo gra fic o d ella re gio ne m eso po ra mic a, c he

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accogHe i corsi del Tigri edell 'Bufrare. Se e anrichissima l 'origine dei rniti qui

eraerati, e pur cerro che l'opera in' questione dovrebbe risalire a non prima

dell'epoca 'della prima dlnastia di Babele (circa 1800-1500 a.C.), poiche fu

proprio durante questa d in as ri a c he fu s c el ta B abe le come capitale del regno e

quindi fu imposeo Marduk, dio locale di questa citra, comed io nazlonale di

tutto l'impero. Di questa poema fra le ravine di Ki~ vennero trovati alcuni

frarnrnenrl. di una r ed a zi on e p a leo bab il on e se , ma per la ricoseruzione ci si

serve della redazione neo-assira, composts all'epoca dei Sargonidi, e c en se r-

vata nel Museo Bri rannico. Poiche nessuna eavola di quesro poema ci e perve-

nura integra, 'il eesro e s ra to c om po sro u ne nd o in sie me ivari frammenci d~lle

varie redazioni, con qualche arbierio e con non pochi dubbi inrerprerativi.

Sicurarnente il signif icato del poema e di caratrere asrrale, considerando che

tutra la religione rnesoporarnica , specie nel l'ul timo periodo, ha un' imposra-

zione elramenre astrale. Quali vicende del cosmo tut tavia vi siano raffigurate ,

non ci e daro ancora saperio. Si e idennficato Marduk con G iove e nella sua•

Iocca cent ro la difforme Tiamar, la lona fra la luce e I'oscurita, f ra l'ordine e il

caos; fra il sole e le renebre (anche se Marduk non chiaramenre appare come

un dio solare).

La nascita di Mardllk

IIpoerna comincia parrendo dal princip ia dei t .empi, quando non esisre-

vano n~ Cielo ne Terra, rna solo un'irnmensita di acque che si confandevano e

si rnescolavano, poiche ancora non c'erano ne mari ne fiumi. Ad Apsu appar-

tenevano Ie acque dolci, a Tiarnar, sua moglie, le acque salare e al loro primo

figlio Mummu il privilegio di percorrerie entrambe, agirandole. Presto la

prole si accrebbe: nacquero Labmu e 1asua compagna Lahamu, che procrea-

rona Anshar e la sua compagna Kishar, il prime era 10 spin to di rurro quanto

sea sopra, menr re la seconda di tutto quanro era sor ro. Da questi ultimi nacque

Anu, il Cielo, Anu a sua volta genero Ea, f iglio eccezionale per inrelligenza,

saggezza e forza . L'at tivi ts procreat iva di quesri dei fu continua ed incessanre,

tanto che presto l'Universo fu stravolto dalle lora scorribande e dalle lora

grida . Una tempests di fragori si abbat te sui vecchi 'progenirori, che cornincia-

rono a soffrirnc c a rirnpiangere i placidi silenzi dei tempi in cui erano soli. 1I

prime a stancarsi di tanta prepotenre gazzarra fu Apsu, che chiarnaro a sl:

Mummu, suo figliolo e messaggero, 10 prego di accompagnarlo da Tiamat, per

consulrarsi con lei. Apsu sridD alia consone rurta la sua rabbia poich€: dj

giorno non poreva riposarsi e di norte non pote,:,a dorm ire,

Tiamat a sua volta replico che gli dei erano giovani e che Forse si sareb-

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bero placaei da sol i 0can qualche ammonimento; rna Apsu non fu soddisfa tto

della risposta, che tanto grande era ilsuo odio verso inuovi nari, ,Approfitto

della rabbia paterna Mummu, che consiglie 10 steeminio di tutti. QueU'idea

piacque ad Apsu, che non tarde ad annunciarlo a tutti gli dei, Allora panico e

terrore si impossessarono di ogni cuore: nessuno infar ti dubitava della ferma

vo lon ra d i sr ru t ti v a del vecchio Apsu, Costernati e pallidi si srrinsero intorno

ad Ea , di cui riconoscevano l'alta in te ll ig en za e l'acume soreilissirno. Ea studio

s ub ie o u n piano, poiche anche la sua vita era in pericolo.

Verso dell'acqua in una brocca e recite formule magiche segretissime e

solo a lui note; poi come si accosto ad Apsu e Mummu, offrlloro da bere. Essi

caddero nella trappola e presto piombarono in un sonno profondo. Allora Ea,

piu rapido della folgore, strappo al vecchio e eerribile re la vesce, poi la

corona, infine tutro 10 splendore divino di cui egli sresso 5 i rivesrl,

Compi I'opera uceidendolo e occupando la sua dimora, Anche verso

Mummu fu implacabile: 10 lego e 10 getta morence in un'oscura prigione.

Felice del successo, eresse una grande colonna a ricordo della vinoria, poi si

costrul una bella e gaia dirnora, in cui o sp ie o la bella rnoglie Damkina, lnfineEa pensc di cornpletare it rrionfo, generando un figlio che al ia ssggezza unisse

anche la potenza del padre e 10 chiamo Marduk. Al figlio conferl attributi

divini in grande misura, Quale nessun'alrro padre aveva rnai provveduro. Gli

deere un corpo rnaestoso ed imponenre, quartro occhi, quattro orecchie, e una

bocca da cui uscivano rerribi li e splendide fiamme. L'audacia e J 'invent iva del

fanciul lo si rnosrrarono subito ecceaionali: una volta imprigiono i venri e Ii

fece soffiare sempre nella stessa di rezione, un'alrra volta imbrigl io i ldrago che

cuscodiva le dimore celesti. Sranchi gli dei di tanta prepotenza e eurbolenza,

corsero a sfogarsi da Tiamat e gli rirnproverarono di srarsene inoperosa, men-

tre I 'uccisore di Apsu conseneiva al rrernendo figlio di spadroneggiare. Odio e

furore si scatenarono nel eucre della vecchia dea a queste parole ed un'unica

idea si fece largo nella sua mente: quells di sterminare Marduk, in modo da

placare la sua furia vend ieaciva. Doveva perc conrare su aiu ti considerevoli ,

poiche non sarebbe sraro facile sconfiggere il nemico. Si mise dunque a for-

glare una mol ticudine d i rnoscri, dai den ri rapaci e tagl ienri come lama affila ta e

dal morse avvelenaro. Cree Ia Vipers, il Drago, il Gran Leone, il Lupo,

l'Uomo-Scorpione, il Pesce-Capro ed altri ancora. Conferf poi can un sacra

rico il comando di CUtCO l suo mosrruoso esercito a Qingu, che invito a

comporcarsi come se fosse seato suo consorte. L'orribile schiera si mosse

all'assalto; come Ea 5i avvide del pericolo che stava abbattendosi su di lui e

soprsnucco su suo I1glio, corse dal suo vecchio avo Anshar per aver lo aHearo.

Cos! con astute parole riusef a scatenare I 'ind·igna.zione del vecchio contro

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Tiamat, rna gli nascose the la dea aveva in animo di distruggere solo Marduk,

Gli par lo invece della sua intenzione di srerminare rutta la corte celeste.

Capo d eg li d U

Anshar non pate quindi c he sc hie ra rs i d alla parte di Ea. La scongiuro

anzi di occuparsi della difesa contra Tiarnar, quanta prima possibile. Ea si

prepare aI cirnenro, rna alla vista di tanti orribili rnostri, fu colto da terrore,

valse Ie sp alle e fu gg f. Dopa di lui renee di affrontar li Anu, ma anch'egli non

resisrerre a r anra r err ib il e vista. I due d ei s co ns ola ri e d is pe ra ti tornarono dal

vecchio Anshar per il lusrrargl i la situazione e ortenere qualche uti le suggeri-

rn en ro , A ns ha r pa ss e in rassegna tuna Is corte celeste, infine non r ro vo n es su n

alrro capace di affronrare i rnostri, se non il giovane ed imperuoso Marduk,

Era quanco s i aecer rdeva l 'as ru to dio della saggezza. Corse quind ida l figlio e gil

narro dell'assalto ordito da Tismat, celandogli perc che era diretto proprio

conrro di lui. Poi 1 0 invito a recarsi da Anshar, rnosrrandosi ba ldanz oso e

combattivo in modo da rnerirame la stirna, e di parlargli can l'affereuosa

renerezza che siaddice ad un buon pronipore, Marduk esegul fedelrnenre i

suggerimenti del padre, cosl fece orrirna irnpressione al veccnio e se ne guada-

goo la fiducia, Marduk, quanta a incelligenza e ambizione, non era cerro

secondo a suo padre, c orn pre se in fa rri c he gli s i s ra va presenrando un'occa-

sione unica per imporsi su rut ta lacorte celeste. Senza incerrezze ed esirazioni

chiese dunque a t bisnonno di ricompensarlo del la vi ttoria innalzandolo a capo

di tutti gli dei, Anshar, g, ia bendisposro verso di lui e ser iamenee preoccupa-

to dagJi evenri, non esito ad essudirlo. C hia rn o a s e Gaga. fedele messaggero,

e gliordino di radunare in frena tuttele divinita, e prima di tutti di inforrnare i

suoi genitori Lahrnu e Lahamu. L'ordine fu subico eseguito, COSI uno dopo

l'alrro gli dei si d i ressero al luogo diriunione, Eccoli inconrrarsi, ahbracciarsi e

scarnbiarsi le loro trepidazioni, Eccoli, infine, riuniti intorno ad una ricca

mensa, pront i ad accogl iere le proposte di Anshar. Quando giunse il momence

di decidere se accettare Marduk come capo, non d fu nessuna obiezione, rna

solo acclamazioru. Venne in gran frena allesrito uno splendido trona e Mar-

duk vi si insedio, Gli dei perc gli chiesero una resrirnonianza del le sue virtu

divine, gli proposero di usare la formula magics che avrebbe disrrutto la vesre

che gli avrebbero mostrata e la formula magica che I 'avrebbe facta rirornare

incera. Marduk supero brillantemente la prova, giacche era molto espeno

oel le arci magiche, e confermo cosl la sua invescitura.

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La ritteria.

S icuro e felice della nueva posi zi one raggiunea, si immerse pronramenre

nei prepararivi della battaglia, Si muni di un area edt frecce, mise davanri a s e

una folgore in modo che CUttO il suo corpo fu avvoleo da splendors terrifican-

teo Poi fabbrico una rete per imprlgionarvi i n er ni ci e scacenc venri furiosi che

facilirassero la corsa del suo caero, che quatrro rnostri velenosi e agguerriti

tiravano. Per ultimo s i co sparse il corpo di cera rossa per salvaguardarsi dai

rnalefic i e porto con s e un'erba arornatica per vincere il ferore repellente dei

mostri d i T i arnar . Non restava che affronrare i nemici! Alia vista di Marduk

essisi ritrassero impauriti, Tiamat, al conrrsrio, fu presa da violenro furore e

cornincio a vomirargli addosso ogni sorra di ingiurie, Marduk non fu da meno,

giunse a rirnproverarle il suo legarne con Qingu, sebbene ancora iI cadavere di

Apsu fosse caldo.

All'insulto Tiamat rispose con un urlo, poi spalanco le fauci quasi vo-

lesse divorarlo, Allora Marduk veloce apr! la rete e Tiarnar vi cadde denrro

(On curta la potenza del suo corpo. Cerro Marduk non s'acconrenro di queseol

Per rim ore c he T ia ma t po re sse con i suoi denri rom pere la rete c he la re ne va

prigioniera, sublto ordino al vente U ragano di soffiare con rurra la propria

forza conrro la bocca della dea, I denti sarebbero cost rimasti serrati impe-

dendo a ile F au ci di s pe zz are e sc io glie re [ I l eg arn e feroce. 11vente furioso e

o bb ed ie nr e p en er ro nel la gala del mostro.

Fu approfirrando di queseo che Marduk poggio sull'arco una freccia che

corresse nella direzione del vente, ratta e ferale, lunge la gola di Tiamar. Ed

Uragano fulmineo porto la freccia scoccaea ad infiggersi nella gola del rnostro

e , so sp in ta d alla fo rz a d ell'a ria , e ss a s'in ne sro n el ro ra ce rra pa ss an do il eucre. 'E

la den marl. Marduk guardo il corpo ripiegarsi per i rremiri dell'agonia e poi

disrendersi come una p elle d 'a nirn ale , F u s u q ue l c orp o s en za vita che, vinciro-re, il dio s'accosto.

Tutta la sua ira si sprigiono in un arrirno, Quasi a volerla piu mona,

inf ied col suo rallone premendo e colpendole 'spoglie di Tiarnat con rabbia e

livore, Fu il rnomenro della vitroria: Ie schiere di Tiamat si dispersero, non

tanto rapidamence da impedire a Marduk di incalzarle e di rovesciare con la

sconfic ta la loro superbia. Qualcuno, ingenuo, fu canursto nella rete che aveva

gia porcato alia fine Tiamat . I prig ionieri furono subi to scagl ia ti nel profondo

abisso che e distance dal Cielo e che 5i nasconde nella pi6 buia tenebra

cerrestre. I mostri, und ici, furooo dist ru tti, ad essi cactu rar i fu levata forza ed

orgoglio e tutti-furono ridoni, quali fiere domate, alia catena.

 

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L a c re az io ne d el m o nd o.

Non fu appagara pero la furia di Marduk: il corpo di Tiamar era ancora '

vicino, pronto a r ic or da rg li la sua victoria . Come una frenesia di gloria s'irn-

possesso di Marduk: s'accosto al cadavere e 10 I ibero, colpendolo, di ogni

rraccia di sangue. Si disperse rurr 'intorno iJ rosso sangue, rnenrre it corpo

rlmaneva candide e pallido. Fu quel colore a dare a Marduk' una sensazione

nueva: non sol tanto la victoria, non sol tanro lagio iosa rabbia del la vic toria , rna

il modo di formare il rnondo, E dal pensiero passe aI facto: prese il corpo

candide di Tiamse, 1 0 divise e con Ie due patti Forrno due meravigliosi archi

ricurvi I'uno bianco e laneo, ['a1tro piu colorito e brunato. LancioIl prirno

verso l'alto e ne venne fuori [a volta srellara del cielo coi suoi bagliori e can le

sue risonsnze blanche. L'altra par te fu coperrura e limite delle acque, tale da

c on fe rr na re l a c urv a volta della Ter ra. A questa punta Marduk v olle c he r utr o

Fosse compiurarnepre ordinate: prego isuoi divin i parent i d'accerrare i ruoli

c.he propr io in quel momenta stava regolando. Anu fu preposto al Cielo, Enlil

ebbe il dominic dell'aria, Ea divenne padrone degli abissi, Me non s'accon-

rente di chiarnare i suoi divini parent] a governare il mondo. Volle che questomondo Fosse p ro fo nd arn en re le ga to a lla beJlezza e mise i b ia n ch i b a rb a gl ii

delle srelle lunge la volta celeste, decise ehe si ponesse una regola aile azioni e

invento il tempo, regolando le sragioni e i cJimi. Ma il tempo non svrebbe

avuto dimensione e sroria, se non fosse stare descrirro dalla volonra del dio il

memento del giorno e della notre. Un solo modo ci fu per regolare il sonno e

la veglia, la lurninosa bellezza dell'alba e l 'angosciosa malinconia del crepusco-

10: far siche ilSale avesse la possibilitad'enrrare e uscire a suo piacimenro sui

rnondo, Marduk decise, allora, di er igere Ie due grandi e meravigliose porte

che avrebbero perrnesso al Sale d'enrrare ed uscire, L'una, naruralmenre ad

oriente, l 'alrra ad occidenre.

L'ordine che Marduk seppe dare all'intero Universe apparve rneravi-

glioso e portarore di pace a tutti gli dei, eppure essi cornpresero subito che

l 'opera div ina non poteva considerarsi conclusa, Chi si occupera di servirci,

ora che ciascuno di noi ha compiei taneo precisi da assolvere? si ehiedevano gJi

del preoecupnti.

L a r re a z; on e de/l'lIolllo

Ancora una volta Marduk si fece sollecita ineerprere della sua corte

celeste e delibero d i ceeare I' llomo, che avesse il destino di occuparsi con

timor050 rispetco e can generosita degli del. Si accinse cosi a cereace ossn e

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sangue pel' costruire ilmodello urnano, il caposr ipite di rutta la fucura urnani-

ta , ma i1 padre En 10 invito a non ricor rere ad alere violenze, piuttostO avrebbe

poturo servirsi del sangue e delle ossa dei ribelli. La proposra placque a

Marduk, che anche in questo csso volle operare con giustizia e aurorirs.

Chiese alia sua corte e agli alleati di Tiamac, che aveva faceo precipirare negli

abissi , ch i potesse essere considerate i l msggior responssbi le del la rivolra. La '

r isposta fu unanime: Qingu, colui che Tiamat aveva rnesso al suo fianco! Tosto

Qingu gli fu posto davanti ed egli 10 ¢fidb al padre. En sracco con un taglio

netro In t esta dal corpo dell'immenso gigante e ne impasto le ossa ed il sangue,

ricavandone un fantoccio. Ea dunque gli deere la forma, Marduk gli deseino

per l'erernita ilcornpito di urnile e solerte servitore degli dei, Poi rra il giubilo

celeste iniziarono i festeggiarnenti e gli onori per tanto saggio e intrepido

sovrano. Decisero gli dei di coseruire sulla Terra un grande santuario in cui

ogni anna s i s a rebbero tutti riuniri per celebrate la vieroria e l a grandezza del

lora reo Babele fu la ciccaprescelta ed Esagi la si chiarno I 'i rnponente santuario

di Marduk, dove ildio ogni anna accorrevs per riposarsi delle fadche. Infine, a

pe renne re sr i rnonianza delle sue imprese, Marduk scaglio alto nel C ie lo il suo

Grande Arco, con cui aveva trafitto i nemici ed ancor oggi, ricorda il poerna,esso eben visibile nella volta srellara,

Come si vede, l 'e ss en za d el l'i nr er o r ni ro della Creazione e di caratrere

asrrale: Marduk piC!ancora ch e per la vitroria sui nernici (ogni antica religione

con re rn pl a a ll e origini un conflino piC!0meno cruento fra dei, chiaro riferi-

menta al caos pri rnordiale) v iene celebrate in qual it1l .d i supremo ordinatore

dell'Universo. Con lui l'ordine eeerno erionfa sull'eterno disordine, con lui

l 'u rnan i ta acqui sra un precise cornpito che ne dererrnina lnelunabilmente il

destine: vivere dunque per l 'uorno e vivere obbedendo e servendo gli dei, Ed

egualrnente inequivocabilein quesro bellissirno mica, e i l sense aueoritario del

potere che la prima dinastia babilonese riusci ad imporre sugli antichi popoli

rnesoporamlci che essa sortornise ed in parte assirnilo con non cornune rapi-

d ir s e c ap ac jr a.

L 'E PQ PE A O J G IL GAMB SH .

L'epopea di Gi1gamesh e il piu aotico poema epico della letteracura

mondiale ed anche I 'unico che ci consenta di studiare [0 sviluppo e Ie modifi-

cazioni di un'cpopea lungo un vasto arco di tempo. Varie sana Ie redazioni del

mieo e tutte ci sono giunre mudle: la piC!antica risale all'impero. iuita, altci

frammenti invece sono sumeri, rna la sistemazionc del cido su Gilgrunesh

risale al periodo di massima espansione della civi .lt il assi ro-babilonese e certo