Il mio nome è strano

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Un romanzo di Anna Parola e Alberto Arato. Dedicato a tutti i bambini che non vanno bene a scuola.

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È la storia di...

Tedoforo è un nome strano, non esiste nel calendario, e forse è proprio per questo che il protagonista di questa storia è STRANO.

Una storia esilarante con una mamma vera e una no.Con un padre che c’era e non c’è più. Con una maestracattiva e una dirigente che forse cattiva non è. Unastanza della tortura, un bidello un po’ particolare.

Questi sono gli ingredienti principali, ma Tedoforo èproprio un pasticcione. Uno di quei ragazzini chequalsiasi cosa facciano combinano un pasticcio, unguaio.

Una storia fatta di quotidianità scolastica, ma anche dimagie, finte o vere che siano.

La Grande Sparizionedelle Maestre

Subito subito, Maestra Adele si è messa a ridere.Si vedeva che era nervosa, ma rideva. Una cosa un po’ strana. «Maestra Adele dove sei?» ho fatto io

«Accidenti è andata via». Sono entrato nel bagno dei maschi e le ho

sbattuto la porta in faccia. Tanto lei lì non pote-va entrare.«Fai in fretta» ha gridato da fuori. Io niente. Se non c’era più, come facevo a parlarle?

Provate voi a parlare con uno che sparisce sotto ivostri occhi. Così ho continuato a fare i fatti miei

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QUESTO LIBRO DEVI LEGGERLO SE:

•vai male a scuola e non vorresti• se vai bene a scuola e hai dei compagni

che pensi siano di troppo•se ti senti confuso sulla tua famiglia•se sei un pasticcione e combini sempre guai•se...

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Io le sono passato davanti guardandomi intor-no: «Chissà dov’è Maestra Adele. Se ci fossepotrebbe accompagnarmi in classe che non sodov’è» ho detto ad alta voce e me ne sono anda-to a girellare un poco per i corridoi per vedere seriuscivo a ritrovar i miei compagni. Lei si è ammutolita. Mi è venuta dietro: «Ehi!

Che fai?» mi ha detto.Io non l’ho degnata di uno sguardo, e ho

cominciato a bussare a una porta.«CHE COSA FAI?» ha strillato lei.Ho aperto la porta dell’aula, mi sono affacciato

e ho chiesto: «Qualcuno ha visto MaestraAdele?».Doveva essere una terza media perché era

piena di tipi enormi, giganteschi. Si sono messitutti e ridere. Allora me ne sono andato sbatten-do più forte che potevo la porta. Maestra Adele mi ha preso per un braccio:

«ADESSO BASTA CON QUESTI GIOCHET-TI» ha detto. Era viola. Io mi sono divincolato urlando con

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come quando esco dalla classe nella nostra scuo-la. Io ci metto sempre mezz’ora per andare inbagno, sono lento anche in questo, però almenoquando ritorno in classe un bel pezzo di lavoronon lo devo più fare.«Muoviti» ha detto dopo un po’. Io zitto.«Ted che fai? Ti spicci?» cominciava ad arrab-

biarsi. Io adoro far innervosire le maestre, è fantastico

vedere come si mettono a sputacchiare tuttointorno quando urlano. Ma questa volta non potevo fare niente perché

lei non c’era più. Ho subito capito che Maestra Adele doveva

essere diventata un po’ come un fantasma se sen-tivo la sua voce dire: «Muoviti! Spicciati!» ecc. Io però per fortuna, avendola fatta sparire, non

la vedevo più. Alla fine mi sono rotto di stare nelbagno e sono uscito. Lei era furiosa.«Sei un maleducato. Ecco che cosa sei. MUO-

VITI CHE DOBBIAMO RIENTRARE INCLASSE».

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tutto il fiato che avevo in gola: «Aiuto! C’è unfantasma che mi tocca. AIUTO!».Maestra Adele è impallidita perché hanno

aperto qualche porta delle aule e dei ragazzi sisono affacciati a guardarci.A questo punto me ne sono andato per il corri-

doio e ho trovato i miei compagni. Entrando, hochiesto ad Aga: «Hai visto Maestra Adele?».Aga mi ha guardato come se avesse davanti il

più grosso deficiente del mondo e mi ha detto:«Girati, è dietro di te» Io mi sono girato. Non ho visto nessuno e le ho

risposto: «Dove? Qui non c’è nessuno» Devo averlo detto un po’ forte perché tutti si

sono voltati verso di me. Aga mi ha guardato strano poi si è avvicinata e

mi ha sussurrato: «È una specie di gioco?»«Maestra Adele. Maestra Adeleeee» mi sono

messo a chiamare, gridando fortissimo, mentre lamaestra era sempre più confusa e l’altra, la mae-stra Crucitti la guardava con una faccia che sem-brava un enorme punto interrogativo.

A questo punto Aga ha cominciato anche lei achiamare «Maestra Adele, Maestra Adele» riden-do e tutti i miei compagni si sono messi a imitar-la, alzandosi dai banchi e tirandosi i cartoncini ele righe. Così la faccenda del cubo è finita subito; c’era-

no i ragazzi delle medie che ridevano come matti,la Crucitti che non sapeva cosa fare e MaestraAdele, o il suo fantasma, non so, che se avessepotuto si sarebbe sotterrata. Come ho già detto la continuità stava final-

mente diventando divertente anche se non usa-vamo il computer ma le maestre devono esseredelle esperte per rovinare tutti i divertimenti. È vero che per noi Maestra Adele non c’era là

dentro, ma a un certo punto si è arrabbiata tal-mente tanto che, facendo finta di niente, siamousciti tutti come voleva lei. Siamo andati finoall’uscita chiacchierando fortissimo, tanto nonc’era nessuno che ci accompagnava e poi abbiamopreso la strada per ritornare nella scuola elemen-tare.

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Quando ha visto che lei, per noi, non c’eradavvero, ha perso la pazienza e se n’è andata dallaclasse sbattendo la porta. «Questa faccenda mi sembra pericolosa» ha

detto Ethel.«Perché? È divertente» ha fatto Aga. «Ma cosa è successo?» Mi ha chiesto Carlo e

tutti sono venuti intorno a me. Io allora ho rac-contato della mia magia per far scomparire tuttele maestre del mondo.«Questo è sciroccato» ha detto Matteo «io non

ho nessuna voglia di prendermi un brutto votoper la sua cretineria»«Tu fai quello che fanno tutti» ha detto

Mastino prendendolo per la collottola. Poi si èvoltato verso di me e mi ha fatto il cinque.«Bellissima idea. Le maestre non ci sono più»

ha detto e tutti si sono messi a urlare: «Le maestrenon ci sono più. Le maestre non ci sono più».Accidenti che figo Mastino. Come mi piacerebbe essere come lui: quando

dice una cosa tutti lo ascoltano. E pensare invece

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Tra di noi c’era una specie di giuramento:«Maestra Adele non c’è più. Le maestre non cisono più».È una cosa divertente la scuola, se non ci sono

le maestre. Maestra Adele cercava di parlarci enoi la ignoravamo. Non le rispondevamo e non laconsideravamo per niente. Del resto tu non parli mica a un fantasma no?«Ve la farò pagare» ha cominciato a ringhiare.

Quando siamo rientrati in classe, ha preso il regi-stro. «Adesso vediamo se mi ignorerete ancora» e

ha cominciato a scrivere sopra. Probabilmenteerano dei voti brutti. Qualcuno, soprattutto lefemmine secchione hanno cominciato a protesta-re, ma a questo punto Mastino è andato vicino aloro, gli ha digrignato i denti e finalmente sonostate zitte.«Allora che avete da dire?» ha detto secca

Maestra Adele. Noi abbiamo continuato a farci ifatti nostri, anche se molti erano piuttosto spa-ventati.

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che la faccenda della magia l’ho inventata io.Così abbiamo cominciato a giocare in classe,

fino a quando la porta si è spalancata di colpo eMaestra Adele è rientrata seguita dalla Castri. Avevano tutt’e due la faccia molto, molto

arrabbiata.

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Voglio una spiegazione

Si sono tutti voltati a guardarmi. «Buongiorno» ho fatto io alla Castri. Maestra Adele è rimasta interdetta, perché i

miei compagni hanno salutato tutti volentieri laCastri. Sembravano sollevati di poter parlare a un

adulto. «Ha mica visto che fine hanno fatto le mae-

stre?» ho chiesto io «non riusciamo più a trovar-le. Erano con noi alla continuità e poi se ne sonoandate»«Gliel’avevo detto» ha fatto il fantasma di

Maestra Adele.

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La Castri ci ha guardati dubbiosa. «Che cosa vuol dire questa faccenda?» Aga è intervenuta: «C’è che le maestre sono

sparite»«Deficienti» ha strillato il fantasma di maestra

Adele «Io ci sono. Ci sono CAPITO?»«Si calmi Adele» le ha detto la Castri «E non

dia questi epiteti ai bambini»«Ben detto» ho gridato io (anche se non so che

cosa sia un epiteto) e tutti si sono messi a ridere.«BASTA» ha urlato la Castri «E adesso voglio

una spiegazione».A questo punto c’è stato un silenzio così gelato

che sembrava di vedere dei ghiaccioli appiccicatial soffitto. E qui Matteo non ce l’ha più fatta. Quel deficiente.«È tutta colpa di quello sciroccato di Vanzi.

Dice di aver fatto una magia per far sparire lemaestre. Tutti ci stanno credendo e fanno fintache non ci siano più. Ma io continuo a vederle ecredo anche gli altri».

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A questo punto è scoppiato il finimondo:«Scemo»«È vero, le maestre non ci sono più»«Ci sono solo dei fantasmi»«Non dire fesserie»«La magia di Ted funziona»«No, non funziona»«Senza maestre si sta meglio»«Non è vero, non si fa niente»«Sono d’accordo»«Ted ha ragione»«Non ha ragione»«Fatti furba»«Fatti tu furbo»«BASTA» ha gridato la Castri. Poi si è voltata

verso di me. «Mi pare di capire che questa faccen-da è opera tua» mi ha detto guardandomiMOLTO storto.Io ho fatto spallucce e non le ho detto niente.

Magari potevo decidere che era una Maestra. Cosìsarebbe sparita anche lei e i problemi finivano lì.Però un po’ mi dispiaceva che lei non ci fosse più:

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VOGLIO UNA SPIEGAZIONE

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e se magari avesse avuto le chiavi della sala delletorture in tasca e io non fossi più potuto andarla avedere? «Allora che cosa hai da dire?» mi ha chiesto.«Niente» ho detto io «Che cosa facciamo, ades-

so che le maestre non ci sono più?» ho chiesto.«Brutto insolente io ti…» ha detto il fantasma

di Maestra Adele. «Si calmi Maestra» ha fatto la Castri. Poi ha

battuto le mani e tutti sono stati zitti.«Io, fossi in voi la farei finita con questo gioco.

Mi sembra un po’ stupido. Se ci sono dei proble-mi perché non ne parliamo?» ha detto. Intanto ilfantasma di Maestra Adele fremeva vicino allacattedra. Si vedeva chiaramente che aveva vogliadi strangolare qualcuno. E quel qualcuno ero io. «Non ci sono dei problemi. L’unico problema è

che le maestre non ci sono più» ha detto Etheldivertita. «Se vi cambiassi per un giorno la maestra? Se

facessi venire Maestra Giorgia?» ha proposto laCastri.

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Maestra Giorgia è bravissima. È simpatica atutti perché fa musica. Quando viene lei in classecantiamo, ci divertiamo un sacco e qualche voltaballiamo persino. «Maestra Giorgia andrebbe benissimo» ho

fatto io «se ci fosse. Ma non c’è. Le maestre sonosparite tutte».«Ha visto? Ha visto?» ha fatto isterico il fanta-

sma di Maestra Adele.La Castri si è tolta gli occhiali e se li è puliti.

«Ascoltate, oggi starete con il bidello Salvatore. Èun’emergenza, ma domani la questione si deverisolvere. Capito?» e dicendo «Capito?» mi haguardato con due occhiacci terribili. Poi ha parlottato un po’ con il fantasma di

Maestra Adele e se n’è andata. Poco dopo è arrivato Salvatore. Tutti hanno cominciato a battere le mani per

la gioia. Appena entrato, si è voltato verso di me e mi

mi ha detto: «Ue’ guaglio’. Prendi il diario e vaidalla diriggente».

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VOGLIO UNA SPIEGAZIONE

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In quel momento ho avuto due sensazioniopposte. La prima era paurosa. Ho capito che mi ero

cacciato in un guaio ancora più grosso di tutti iprecedenti, perché far sparire le maestre dev’esse-re una cosa non solo brutta, ma bruttissima.La seconda invece era eccitante: forse questa

faccenda era davvero molto grossa e quindi laCastri doveva aver deciso che sarei finito drittodritto nella camera delle torture. Così un po’impaurito e un po’ emozionato sono uscito in cor-ridoio e me ne sono andato verso lo stanzino della‘diriggente’, come dice Salvatore.

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Alberto AratoInsegnante, curatore di testi per la scuola, consulente eprogettista culturale. È autore di narrativa per ragazzi esceneggiatore di fumetti. Insieme ad Anna Parola, hascritto La banda degli scherzi (Rizzoli). Per Lapis ha giàpubblicato Il ballo delle piume.

Anna ParolaSi occupa di libri dal 1979 e nel 1984 ha fatto il suoingresso nella Libreria dei Ragazzi di Torino. Apprezzataanimatrice culturale, tiene corsi di aggiornamento perinsegnati e bibliotecari e si occupa di promozione allalettura. Per Lapis ha curato il volume 1001 attività perraccontare esplorare giocare creare con i libri.

Caratteristiche tecniche:

n° pagine: 176dimensioni: 14x20copertina: brossura con bandelleinterno: b/nrilegatura: filo refeprezzo: Euro 11,50ISBN: 978-88-7874-292-5

ETÀ: dai 10 anni

SCAFFALE: romanzi

SCUOLA • ADOZIONE

• FAMIGLIA • BULLISMO

Tedoforopapà

mamma

dirigente Carmelo

maestraAdelaide

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