Il ministero degli anziani - Ifed...8 di evidenziare la natura organica della loro rela zione con il...
Transcript of Il ministero degli anziani - Ifed...8 di evidenziare la natura organica della loro rela zione con il...
Pre;z.zo L. 4.000 ( , • . )
_ Il ministero
degli anziani
'i Acquista la veritA e non la vendere
� -,:�nn .,MI n1p nnN. c •
--a •
,
o '-• -•
·-
c ·-
e --
15
l �
�
._ l
...J
l l
--
u
l
"'TCJ l ti Tl.�:LOC A
Istituto Biblico E•anqelico
A"no VIII Ger:ma io 10B5
O.r��tcre; P�f. P1etro Bolognea'
A "' 111 ! n J • t ,.. a 1 2 o " e: I.e.f. Vi� dal Casale Co,..v1o, 50 0Gt3Z Finotc�io C�o�ì Abbc�a��ntc �"���E 7.COO- Sc�t•ritor� E 14.000. I versPttrtt; sono d& ef'fettuar� sul i;CJI .4'".4� intestato a Istituto 8ibl1co Evaftgelico. Gl1 abbon .. tnti non d1$dett1 entro 11 31 dic..Cre sono riteRYti
!'onfermat.l.
P•r invto aelle ��ollceztcnl in reconslone e corr&�ndenza con 1 r�ziOftt: Via J. �ila Quercia 81; .5100 PaGo••·
SOUUARIO
4
Alfr.a Ku•ft••••••·••••••••••••••••••••••••••·•••••••••••P• 18 Quàlirà • c�r&rt �cel1 •n�tAnl Pete� fAa•t•�····••••••·······--····••••••••••••••••••••P• 41
- Colle«ialtta e •in•�t�ri� ra�t�ralo J•eques 81and•nt•�••••••••••••••••••••··················�·
- CoaP. consleJiare i &io\ant ptr il ���i�lo crist:lano A�&fta �intge�-·•••••••••••••••••••••••••••••••••••••••P• 92
!NTRODUZ IONE
I vari numeri della rivista hanno fin qui
cercato di presentare i vari problemi in una prospettiva che sia caratterizzata dalla p i enezza
del messaggio evangelico . La realtà induce però a credere che un insegnamento corretto deve andare
di pari passo con l a maturità di coloro che sono
chiamati ad esporlo . Per questo l a Seri ttura si
interessa , non solo dei principi, ma anche degl i
uomini . Questo numero di Sdt vuole quindi contri
buire a chiarire alcuni elementi circa i l ministe
ro di coloro che , secondo la Seri ttura , hanno un
ruolo di conduzione nella chiesa del Signore.
Lo studio di questo argomento deve far fronte
a diverse· difficoltà . Basterà evocarne almeno
due . In Pr:_i.mo luogo si deve pensare alla crisi
epistemologica attuale . Come si sa alcuni pongono
in discussione gl i stessi criteri de lla conoscen-
za inducendo cos ì,
anche ogni idea di assai spesso, a respingere
conduzione e d' insegnamen�:o l..,.tt('ra a.J ••n Awac" ru.:,.�n.,"Kiur" c� olft&tan" �IlA !lWI ch1�s. formale per privil egiare in maniera esclusiva le
Alrre1 �eP ••• �··••••••••••••••••·······················�· 117
SEGNALAZIONI atBLIOGP.AFIOHE •••••••••••• •• ••••••••••••• •••• p. 126 LlSTA DEl LI�l RICEvuri ••••••• ••••••••• •••·••••·••••••••P· 150
2
virtù del dialogo . In tal caso si dovrebbe discutere dell'opportunità o meno di anziani responsa
bili p e r gu idare ed insegnare . .r.ra è possibile
parlare veramente di chiesa senza
dei veri conduttori riconosciuti?
che vi siano
Una co mun ità
senza anziani non rischia forse di essere un club·
religioso piuttosto che un'assemblea di credenti
impegnati per la gloria del regno di Dio? Chi
sostiene le virtù del dialogo sottolineerà il rischi o di dividere i l p op olo di Dio in classi .
Non c 1 è forse il pericolo di contrapporre dei
sacerdoti a dei laici o degli insegnanti a dei
discepoli? Ma si deve proprio parlare di contrap
posizione?
In secondo luogo bisogna affrontare la questio
ne nei suo i contorni più reali e nelle sue impli
cazioni pratiche . Spesso si ha l'impressione che
certe persone fraintendano il concetto stesso
d 'aut orità . Forse pensano di essere dei condutto
ri, ma non si rendono conto che la loro auto rità è i nesis tente, ignorata o anche respinta. Qui c'è
s-eriamente cfa chiedersi se non vi siano troppi
leaders di se stessi. Quando il proprio ministero·
d ''insegnamento o di cura d'anime rimane senza
_eguito, non ci si dovrebbe seriamente interroga
re sul l e cause reali anzichè imputare sistematic?-
mente tutti i probl emi al particolare tempo in
cui si vive? E in pratica quanti problemi si
pongono che non sono così facilmente risolvibili?
S enza negare l'utilità della ricerca comunita�
ria né la complessità di certi problemi pratici ,
3
questo numero della rivista vuole ricordare che
Dio ha dato un insegnamento autorevole circa que
sto problema nella sua stessa Parola . Ed Egli ha
pure dato alla sua chiesa degli uomini rivestiti
d • autorità per essere dei veri servi tori della
Parola e nutrire così il popolo di Dio . Non è
forse proprio que sto uno dei grandi bisogni del l a
chiesa n e l tempo attuale? Non sono forse eccessi
vamente rari i veri pastori? Se questo numero
contribuirà ad ampliare le prospettive della chie
sa del Signore in merito a questo tema dei condut
tori, esso avrà raggiunto il suo scopo .
P.B.
ARTICOLI
Gli anziani nella chiesa neotestamentaria
Rinaldo- Diprose
Introduz i one
Il Nuovo Testamento non fornisce dati sul l a vocaz ione personale di uomini conosciuti primariamente come anziani di chiesa durante 11 epoca apos tolica. Eppure, leggendo gli Atti e le epistole apostoliche, il fenomeno degli anziani alla gui da delle chiese locali appare essere una costante sia nella pratica che nell'ecclesiologia de l la chiesa neotestamentaria {vd . At. 11,30; 14,23;
15,2,6,23; 20, 17; T t . 1,5-7 (cf . Fil. 1,1); l Pt. 5, 1; 2 Gv. l; 3 Gv. 1, 5-10). Nel momento
. .
at tuale, in cui una certa disponibi lità verso il r innovamento della chiesa rischia .di arenarsi a causa o di una conduzione troppo rigida , oppur e della mancanza di una guida ad eguata nelle chiese locali, appare opportuno riesaminare la figura e il ruolo degli anziani così come vengono presenta-ti i n questi testi.
Alcuni vorrebbero porre un limi te all • utilità di una simile ricerca 1 ritenendo che la struttura ecclesiastica che caratterizzava l'epoca formativa
5
della chiesa non sia normativa per tuttf i tempi. Per esempio R.N. Longenecker, prendendo spunto dalla capacità organizz ati va delle!: chi esa aposto
lica evidenziata in Atti 6,1-6, suggerisce che
p er essere pienamente biblica la chiesa deve "impegnarsi continuamente nel l ' adattamento dei metodi e delle strutture tradizionali p er rispondere meglio alle situazioni esistenti attualmente11
1•
Secondo Longenecker , il Nu ovo Testamento sarebbe
da ritenere normativa quanto all ' organiz zazione ecclesiastica sol tanto per le indicazioni circa iL modo di procedere senz a per altro legare a determinate soluzioni . Eppure nella pratica, le varie Confessioni e i movimenti evangelici cercano di motivare le proprie scelte organizzati ve appellandosi a qualche elemento neotestamentario ritenuto prescrittivo. Il che porta a pensare che le varie soluzioni - episcopali , presbiteriane, congregazionaliste e carismatiche - quando diventano, nel processo di elaborazione, incompatibili, dipendano da accentuazioni df qualche termine o principio ecclesiologico neotestamentario, a scapito degli altri. E • nostra speranza che il presente studio servirà a correggere la tendenza secolare a separare il mi'nisterio pastorale dal
l Richard Il. L o n gene c k e r 1 The Acts of the Apo
stles, in the Expo$itor1s Bible Co1111entary, ed.
F.E. Gaebelein, 12 vol. Grand Rapids, Zondenan
1976, l, p. 331.
6
2 ruolo previsto per gli anziani
Come base della nostra ricerca, prenderemo 1
Pietro 5,1-4, che costituisce uno dei brani neote
stamentari pi� significativi p e r la conoscenza dell'argomento .
1 Pietro 5,1-4; l'importanza del brano
Poiché tutta l'epistola si caratterizza come un'e sortazione rivolta ai lettori credenti a vivere cristianamente, sicché eventuali scontri con le autorità dip�nderanno unicamente dalla loro
2 . d'l Tutta una sen e do t ume n t i elab o r ati da lle
chiese rifor � ate , a partire dagli "Ord inaroeoti ec
cl e s ia s tici di Francoforte" d e l 1554 e la "Confes
sione di fede francese11 (art. 29) del 1S5g {cf. f'difizione definitiva de lla Istituzione di Cal
�ino, IV, 3, 8), riconoscono tre �inisteri: Pasto
ri (che sono i m i n i stri della Parola e gli amui ni
s tratori d e i sacramenti); An z i a n i e Diac�ni (aabedue di carattere laico}. Vd. Jean-Jacques von All
men, It Santo Ministero, Collana 1 1Te ol ogia og
gi11, Roma, A.\•.E. 1971, pp. 142-144; 167-168. la
stessa distinzione qualitativa fra pastori e an
ziani sussiste oggi in molte chiese p rotes t an t i
ed e�angeliche.
3 . Altn brani in por tanti sono: At. 20,17,28-35;
l T i 11 • 3 , l - 7 ; 5 , l 7 -2 (} ; T t . 1.• 5 - 9 •
identità di ticolare di anziani ad
7
cristiani confe ssanti4
, lo scopo parquesto brano è qu e l lo di chiamare gli assumere attivamente il loro ruolo
necessario p e r evitare che avvenga il contrario ( cf. la particella oun " dunque" 5,1, che indica un legame fra l a chiamata a soffrire "s econdo l a volontà di Dio" 4,19 e l e esortazioni che seguono} . Prima di addentrarci nei dettagli del brano, vale la pena osservare il grande respiro che lo caratterizz a . Per esempio, mentre Pietro
5 par
la agli anziani come ad una categoria distinta dal resto del "gregge", a l l o stesso tempo si cura
4 Per una buona discussione sulla data, le cir-
costanze e lo scopo de l l1 epistc>l a , v d . J . H . A..
H art, The First Epistle Genera 7, of Per;er � i n T h e
Expositor1 s Greek T es t a u ent, W. R ob ertson Nicoll,
ed. 5 vol. ristampa, Grand Rapids, E er d 111 an s 1979,
pp. 17-32.
5 A p roposito della pa ternità Petrina dell'epi-
stola affer11ata In l,l, Polkinghorne osserva che ]'omissione del no111e in 5,1, dove per a]i:ro l 'a po
stolicità d e l l ' a u t or e è sottintesa, conta a favore dell'autenticità della lettera. Infatti il pre
sente brano av reb be costituito un punto ideale
per ribadire la pr e t esa di apostolicità in un
docuuento cont r affatto, vd. G. J . P o lk i ng ho rne ,
11 T h e F i r s t .l e t t e r o f P e t e r 11 , 1 n A Ne7V Testa-
ment Commentary, G • C • D • H o w l e y , e d • L o n d o n ,
Pickering t lnglis 1969, p. 596.
8
di evidenziare la natura organica della loro relazione con il gregge (vd. en humtn, vv. 1-2). Inoltre il branp evidenzia l'esistenza di un nesso fra il ruolo unico e irripetibile degli aposto-1 i e il mandato pastorale che Cristo aff"i da agli anziani (vv. 1,4 ) , il che ci mette in guardia contro il rischio di attribuire troppa importanza all'etimologia del termine presbZ:teros per determinare l 1 origine e la natura dell' anzianato cristiano. Ancora, l'esortazione "pascerete il gregge di Dio" (v. 2), che costituisce l'elemento centrale del brano, è arricchita da una descrizione particolarmente illuminante di ciò che deve motivare il servizio degli anziani (vv. 2-3). Ciò che ne emerge è una chiara immagine del carattere r:ormativo di coloro che sono preposti alla cura pastorale del gregge di Dio. Infine il tutto è presentato in una cornice temporale il cui riferimento iniziale sono le sofferenze (morte vicaria) di Cristo (cf. 3 , 18 ) e il cui termine è il su o secondo avvento quando gli anziani che avranno servito secondo i criteri illustrati qui, otterranno "la corona della gloria che non ap passisce" (vv. 1 ,4 ) .
Nella continuazione di questo studio, concen-treremo la nostra atte ... z;one 1 ..,. ... su a cuni termini usati in l Pietro 5,1-4 che chiariscono l'origine
e la natura dell'ordine presbiteriale nella chie
sa neotestamentaria. Cercheremo di integrare il frutto di questa ricerca con gli elementi del resto del Nuovo Testamento.
i
� l l
g-
I destinatari dell ' appello, (vv. 1-2)
Gli anziani ( presbutérous, v. l) che vengono
nominati qui in stretta relazione con la comunità
cristiana di cui fanno parte ( en humin, vv. 1-2;
cf. 4,1-�) appaiono come categoria la cui esisten
za è scontata. La tesi di G. Bornkamm, secondo
cui la formazione di un ordinamento ecclesiastico
presbi teriale si sarebbe concretizzato sol tanto
nel periodo subapostolico grazie ad un processo
di crescente giudaizzazione, in netto contrasto
con l'ordine carismatico che avrebbe caratterizza
to le comunità "ellenistiche" sorte ad opera di 6
Paolo , dipende da un rimaneggiamento dei dati neotestamentari e in particolar modo da un atteg-
giarnento critico contenuti negli
nei conf'ronti dei dati storici 7
Atti . Negli Atti infatti gli
6 G • a o r n k a m a 11 P r é s b u s 11 , IL Grande del Nuovo Testamento, XI, 114 ss.
B r e sc i a l 9 7 7 . Lessico
GO 11.
7 Un esaae (l} della storiografia dell'autore
degli Atti, alla luce della 11ìgliore tradizione
s o t r i o g r a fi c a a n t i c a ; ( z·) d e l g r a d o d i a. c c u r a t e z -za praticata nel ripdrtare i fatti che oggi posso
no essere controllati; e {3) della coapatibilità
del ritratto che gli Atti danno di Paolo e la
missione gentile con l'evidenza delle lettere
scritte dall'apostolo, fornisce indi cazion i a fa
vore dell'attendibilità degli Atti, cf. R. Oipro-
lO
anzi ani appai ono come una costante delle comunità cri stiane a prescindere dall'origine etnica delle stesse, ciò appare dall'assetto che le comunità primi ti ve Giudeo-cristiane avevano quando Barnaba e Saulo consegnarono la sovvenzione inviata òalla giovane comunità cristiana prevalentemente gentile di Antiochia (At. 11,30; cf . 14,23; 1 5,2.4 . 6.22-23; 16,4; 20,17; 21,18) . Il :fatto che né Luca né gli altri scrittori neotestamentari menzionano l'istituzione dell'ordine degli anziani o si preoccupano ni giustificarne l'esistenza, suggerisce che l ' anzianato veni sse presto considerato un aspetto indiscusso della struttura ecclesias"tica emergente. Esso appare infatti come un elemento di con�inuità con l'autorità Laica che vigeKa nella v1ta del popolo di Dio del vecchio patto .
se, 11Unity and Diversity in the 8ook of Acts" H.
A. thesis, Trinity Evangelica} Oivinity School,
Deerfield, US� 1983, cap. l . .
8 Anche nel mondo greco le parole imparentate
con presbGtés 11Yeniwano usate per indicare "unzionl istituzionali nella Si>Cietà, che richiedevano quella saggezza che s1· · 1• à assoc1a con et naturali (l. C oen e n , npresb�terosu, New Internationa'L Dictiona1'y of New Testamente TheoLogy > Vol. r, E x eter, Paternoster Press 1975, p. 192). Ilei c onte -sto veterotesta11entario g11· anz1"an1• · compar1rono durante il soggiorno del popolo in Egitto (Es. 3,18; 4,19). il prestigio degli anziani e il loro
li
Quindi il �atto che l'anzianato figura come guida normativa nelle chiese e nell'ecclesiologia neotestamentaria, accanto a quella universale ma temporanea degli apostoli, testimonia del carattere essenzialmente laico della chiesa. Il bisogno di una casta separata di sacerdoti è infatti \Lenuto meno dal momento che Cristo, crocifisso e risorto, detiene in eterno il rl:lolo di sommo sacerdote. A ciò- corrisponde l'accento messo dagli scrittori neotestamentari sul fatto che tutti i credenti formano, indistintamente, un "sacerdozio santo" con i relativi privilegi ed obblighi (vd. Eb. 7,23-28;: 10�19-22; l: Pt .. 2,4-5, 9-10; Ap- 1,..5-6).
Pietro il swnpresbuteros e l ' origine dell'an
zianato cristiano, (vv. 1,3)
Se è vero che il ruolo degli anziani nell'ambito della chiesa neotestamentaria era per certi
9 versi simile a quello del le sinagoghe giudaiche 1
ruolo co"e guardiani della vita co�unitaria s1
consolidarono durante i secoli successlVl tanto
che nel periodo post-esilico appaiono come i l
consigl io a cui il popolo si rivol ge per deter�i
nare il volere di Dio (vd. Esd. 5,5.9� 10,8). la
funzione del Sinedrio di Gerusalen�me (Ht. 5,22;
26,59) e tribunali locali (Kt. 5,22; Le. 7,3) -
al teupo di Gesù rispecchiano fedelaente questo stato di cose.
9 . k C o 11 e su 9 g e r 1 s c e B o r n a m 11 , op. 663, et a l .
eit., c o 1 .
12
alcuni dettagli contano contro una semplice assimilazione dell'ordine. da parte della nuova comunità. Per esempio, l'esistenza nelle sinagoghe di
un capo o presidente al di sopra del gruppo degli anziani (Le. 8 , 49) trova scarsa corrispondenza nell'ambito del cristianesimo apostolico al di fuori de J.la primi ti va comunità di Gerusalemme dove pare fosse riconosciut;o a Giacomo un ruolo analogo (At. �2,17; 21,18; cf. Gal . 1 , 18-19; 2 , 9) . Per il resto si apprende dal Nuovo Testamento che ogni chiesa locale era di norma guidata da un gruppo di anziani i cui ruoli particolari dipendevano unicamente dai loro doni spirituali e non dal grado superiore
-di alcuni del gruppo (At.
14, 23; 20, 17,28; Tt. 1,5; cf. l Tim. 5,17-18 dove "d . Il . opp�o onore s� riferisce ad un sistema di rimunerazione per quegli anziani che dedicano più tempo alla predicazione e all'insegnamento).
Intanto il fatto che Pietro si descrive qui "' 10
come ho swrrpresbuteros "io che sono anziano con loro n, v. l, suggerisce che l'essenza dell '.incarico di anziano sia da ricercare in alcuni compi ti affidati in un primo momento ai Dodici al di fuori del ruolo squisitamente 1'apostolico" di essere testimòni oculari ed autorevoli dei fatt�
10 / "Suo;>resputeros11 appare soltanto qui nel NT.
A l t r i hapax 1-egomena a p p a i G n� n e 11 e l o c u z i o n i a..,-
" e r b i a l i d e l v • 2 e s 0 n 0 •• 11 k � '' anag astGs e "ais-chrokerdos11•
13
evangelici (At. 1,21-22; 2 , 32-33r 3�4-16; Eb.
2,2-4). E' da notare che in occasione della riabi
litazione di Pietro come seguace di Cristo {dopo
che aveva rinnegato il Signore), a Pietro venne
affidato un incarico di pastore nei confronti
della nuova comunità che stava per formarsi (Gv.
21, 15-17 ) . E' evidente dal brano che stiamo stu
diando che Pietro vedeva uno stretto rapporto fra
il ruolo degli anziani nelle comunità locali (to k.l.éron, ''quelli che vi sono toccati in sortel' è
quasi sicuramente un riferimento alle chiese loca-1 l
li, cf. l, l) e la funzione pastorale . tfla an-
che il mandato riportato in Mt .. 28,18-20, valevo
le .,fino alla fine dell'età presente" prevede un
ruolo oltre che evangelistico anche pastorale,
sia per i testimoni oculari {cf. l Gv. l; 2 Gv.
1) che per coloro che li avrebbero rimpiazzati
per la durata dell'attuale epoca. A questo propo
sito appaiono significativi i seguenti brani: At.
20,25-'32 e 2 Tim.. 2�2.
L'incarico affidato agli anziani, ( vv. 2-4)
Come Osserva J .H. A . Hart, "Il comandamento rivolto a Pietro, 'Pasci le mie pecore-' ( Gv. 21,17) diviene l'incarico affidato agli anziani che sono succeduti a lui (vd. At. 20,28} e la descrizione tipica dei pastori cristiani (per esempio in l
l l Vd. Il paragrafo seguente: "L'incarico affi-
dato agli anziani".
14
Cor. 9,7) i quali sono tenuti ad imitare il Buon Pastore che ubbidì là dove i suoi predecessori
ra t. ( l 2 e no venu 1 meno Ez _ 34)" . Che l'incarico affidato agli anziani nei confronti della chiesa locale è sopr attutto di carattere pastorale (e non amministrativo) lo apprendiamo dall'imperativo ''pascete il gregge di Dio" (v. 2) e dalle altre parole che appaiono in questo brano imparen-tate con il verbo no ima{no ossia �:: · ·
_,. t"' , \N • • • pcni?m t.on tou theou "il /TY>errqe di Dio" v 2- e h· ' :1� " ·· , • , CU'C t.po7.,me-nos "sommo Pastore", v. 4.
Il senso fondamentale del verbo · " pouna1,no '' pa-soetè'� e' r · ( nuvr�re spiritualmente) però include anche il. concetto di guidare e guardare da ogni pericolo (in primo luogo di falsi insegnamenti, cf. At. 20,29-30). Ecco perché Paolo insiste c�e un anziano deve essere "atto ad insegnare" ( r Tlm, 3,2; cf. Tt. 1,9). Quindi chi non è attacca�o all a Parola di Dio oppure non si preoccupa di �nsegnarne la dottrina a credenti meno maturi non può essere considerato, in termini biblici, un anziano.
Secondo il consenso degli editori delle ed· . -ni . - l.Z�O plu recenti del Nuovo Testamento in greco il senso de 11 ' imperati v o "pascete" ar . h, . t era r1cc 1. 0 nel testo originale di l Pietro 5,2 dal partici-
l 2 H a r t , op 't 7 • et. • _, p • 6 .
15
l 3 pio episkopountes "sorvegliandolo" con riferi-mento al. gregge di Dio, Tale verbo è imparentato con il sostantivo epiS'kopoi "vescovi"'· usato ir. Atti 20,28 per caratterizzare gli anziani della
chiesa di Efeso secondo la responsabilità gravosa.
del loro incarico. Sia nella LXX che nel Nuovo Testamento la parola episkopoi viene usata per
indicare degli uomini incaricati come "sorveglian
ti" ( vd. Num. 31,1.4; 2 Re 12,11; At. 20,28; Tt.
1,5-9; Fil. 1,1 ) . Dal momento che il gregge è di ITio, Lui è sia Pastore che Vescovo per eccellenza
delle "pecore" di cui esso è composto (l Pt.
2,25).
Nel nostro brano la parola "sorvegliando" viene seguita da una serie di tre con,;rasti che
descrivono in forma negativa e positiva ciò che
deve caratterizzare l'impegno degli anziani nello svolgimento del loro ministerio. Così chi entra
nello spirito dell �"-incarico pascerà e sorveglierà 14
come chi fa un'opera di volontariato e motiva-
l 3
ble
The Greek New Testament.. L o n d o n , Un i t e d Bi-3 .
Societies 1975 . Una tradu21one di Episko-poiJnl:es appare
bia in lingua
nelle seguenti ve rsioni della Bib
italiana: la Oiodati, la Revisione
1982 e la Bibbia di G e r u s a l emme. !4
Questo modo- s u g g e s t i v o d i r e n d e r e _11 h e k _o u -
s rò s" è d i o. [dmooé Hi�bert, "Cousel for Chrisi:1s Under-Shepherds:
t e r s , l -4 11 , Evange 7, ica 7, {19841, p. 117.
An Exp1>si'cion of. I Pe
Review of The�logy 8
16
to da un sincero desiderio di servire In o l tre la sua opera di guida non sarà di imposto da. chi si considera di rango
(v . 2)� qualcosa superi o-
re , bensì s i fonderà sul carattere esempi are de ll a propria v ita (v. 3; cf . Mc . 10,42-45). Essendo,_ la natura dell ' i ncarico affidato agli anziani soprattutto di carattere spiri tua l e 1 quest ' ultimo requisì to - que l lo di essere un esempio al resto del gregge - assume particolare importanza (cf . l
Tim . 3 , 2-7). Infatti quello che gli anziani modellano nella propria vita stabilirà l a norma secondo cui verranno interpretate le parole che dicono .
Conclusione
Dal breve esame condotto sopra risulta che nell ' ordine presb iteriale della chiesa neotestamentaria esis teva sia un elemento di continuità con il
ruolo degli anziani del popolo già evidenziato nel l ' Antico Testamento che al tempo di Gesù trovava un ' espressione analoga nel l e sinagoghe , sia un elemento nuovo. L ' e lemento di continuità riguardava soprattutto la .forma e imponeva l'esigenza di maturità personale in coloro che componevano ques t' ord ine. L ' e lemento nuovo riguardava l a natura e le finalità specifiche dall 'incarico che sono da ricercare nei termini del Mandato che Cristo ha affidato alla chiesa (Mt. 28,18-20;.. cf . Gv. 2 1,..17 ) .
Il fatto che' sono gli anziani che Pietro esorta a pascere i l gregge di Dio preclude che si possa operare una distinzione biblica fra un ordì-
ne df anziani e un proprio nell'assumere subordinati al sommo
altro di pastori , i l loro ruolo di
Pastore del gregge anziani dimostrano di essere tali .
17
anzi è
pastori che gli
Risulta ugualmente improprio, in termini biblici, di stinguere fra la figura di anziano e que lla del vescovo . Infatti il termine 11vescovo11 (�t . 20,28 ) e i l relativo verbo (l Pt. 5 , 2) alludono alla responsabi l i tà gravosa di sorvegl ianza che devono assumere gli anziani-pastori nei confronti de l la c hiesa locale di cui fanno parte. Tale compito di sorvegli anza ha la sua prima applicazione nel badare a se stessi ( At . 20 , 28 ) dando particolare attenzione alle- motivazioni del proprio ministerio (l P t . 5 , 2-3) e c i ò in vista del giorno quando dovranno rendere conto del proprio operato al sommo Pastore che l i ha incaricati ( v . 4).
***************�************************************ * . * * * * "I l fondamento de l la eh i esa è l a Seri t tura, • * • : l a chiesa ne è l a custode . Quando la chiesa si ! ! trova in buona salute 1 la luce del la Seri ttura ! * * * risplende in modo luminoso , ma quando la chiesa * .... * ; è malata t la Seri ttura è corrosa dal l ' indiffe- ! ! renz a . • . il modo in cui la Scri ttura v i ene! * • * trattata corrisponde alla condi zione del�a chie- * * * * sa"·. * * * ! John Albert Benge l , Gnomon Novi Testamenti, ! * * * Tubingen 1742 . * * *' ***************************************************•
Istitu�ione e formaz·ione
degli �nzìani
Chi scegl�e gli anziani?
Alfred Kued
"Dio ha costituito nella Chiesa primariamente
degli apostoli, in secondo luogo dei dottori (as-
soci ati ro che l2,28) .
ai pastori in Ef . 4,11), in seguito colohanno il dono di governo" (I Cor. Cristo "ha dato . . . gli altri come pasto-
ri e dottori" (Ef. 4,11). Badate a voi stessi e a tut-co il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituito vescovi, per pascere la chfesa di Dio" (At . 20,28).
0L '.4. è professore aU 'Istituto Bibtico EmmaU8 in Svizzera� ma ha precedentemente svolto attività d 'insegnamento ed è stato anziano di una chiesa evangelica a Strasburgo. IL presente articolo� come la Zettera r iportata a p. 11 7 cos tituiscono
dv.e sezioni di M i n i s t è re s d a r. s l ' E gl ì se, Sé:rie Ekk Lesia" 198 3, adattati con i L genti le accordo
deU 'Autore.
Per ragioni techniche tutte Le note sono ripo�
�ate aZZa fine de�L'articoZo.
19
Secondo questi versetti, è dunque Dio stesso, Padre, Figlio e Spirito Santo, che sceglie e stabilisce gli anzian i nel loro ministero. E • Lui
che accorda le "grazie dì. servizio" e che "mette
nel cuore la sollecì tudine" e lo "zelo" per dedicarsi al 'servizio dei cristiani (II Cor. 16 , 15-16). Colui che sente in sé il desiderio dì servire e prende coscienza dei doni ricevuti, cercherà spontaneamente di mettere qu_esti doni al servizio degli altri (I Cor . 12,7; l Pt. 4,10}. Ne risulteranno diverse "operazioni", cioè �zioni ( I Cor.
12,6) che non potranno sfuggire ai cristiani. Così la èhiesa prenderà a sua volta, coscienza dei doni che gli sono stati i'atti trami te questi fratelli ed affiderà loro divere mansioni per "metterli alla prova".
Che li si provi prima
Questa messa alla prova è chiaramente richiesta per i diaconi.: "che li si provi prima; poi assumano l'ufficio di diaconi se sono irreprensibili (o: se non si trova n iente da rimproverar loro)" (I Tim. 3 , 10) . La forma della frase (kai
outoi de: anch'essi) indica che anche i vescovi sono sottomessi ad un tirocinio di prova.
Troviamo altrove questa messa alla prova mensionata per diversi ministeri: "E quando sarò
giunto, que�li che avrete approvati, io li manderò con lettere a portare la vostra liberalità a Gerusalemme" (I Cor. 16 3 a ·t d 11 , ; propos1 o e a col-letta). 11E con loro abbiamo mandato quel nostro
20
fratello del quale spesse vo lte in molte cose abbiamo sperimentato lo zelo11 (II Cor. 8,22; sempre a proposito della colletta, prova che le
garanzie da prendersi in materia finanziaria non sono mai troppe). "Or io sp ero nel Signore Gesù di mandarvi tosto Tìmoteo . . • Ma voi lo conoscete per prova, poiché nella maniera che un figliuolo serve al padre egli ha servito meco nella causa del Vangelo'� (Fil. 2 ,19-22). Sappiamo che questa messa alla pr ova fu doppia nel caso di Timo teo : prima nella su a chiesa locale., poi nella chiesa vic ina. Do�o aver ricevuto una buona testimonianza dai fratelli di Listra e d ' !conio (At. 16,2) come pure dalla gente al di fuori della chiesa (I Tim. 3,7), è stato messo alla prova con l'apostolo "come un fanciul lo con suo padre", cioè come
il figlio d ' un art igiano o d'un col ti vatore impara il mestiere sotto la direzione e la sorveglianza di suo padre.
Alla fi ne del I secolo, Clemente di. Roma scriveva ai Corinz-i� "Gli ap ostol i . . . hanno provato nello Spirito Santo le loro primi zi e e le istituirono come vescovi e come diaconi dei futuri credenti" (42,3-4}. La Didaché parla anche dei vescovi e de i diac o ni , come di uomi rri "provati" ( dédokimasménous 15,1).
Questo tempo di prova può essere più o meno lungo. Nelle chiese giovani che non avevano anziani, esso era probabilmente ridotto 'ad un minimo. Nel caso delle chiese del la Galazia del sud, probabilmente non è stato superiore a qualche
21
settimana, tut t • al più qualche mese. In effetti, nel caso dello stesso viaggio missionario, al loro ritorno da Derba a Listra, Icone e Antio
chia, Paolo e Barnaba "fecero eleggere per ciascuna chiesa de&li anziani11 (Atti 14, 23). Durante la loro breve assenza, i doni di certi fratelli avevano avuto modo di manifes tarsi e di esercitarsi, e l'assemblea aveva avuto tempo di prendere coscienza d�_
ll 'esistenza, in. seno d 'essa, di questi fratelli ai quali Dio aveva accordato dei doni.
Nella chiesa antica, il diaconato era un� tappa obbligatoria per accedere all'uffic�o di anziano. Questa precauzione era saggia. Se i l diacono s'occupa piuttosto di un servi zio preciso o di un settore limitato dell'attività della chiesa, e l ' epi scopo della superv1s1one dell'insieme del gregge, appare prudente provare P!' ima la fedeltà e la competenza di coloro che vengono destinati a delle grandi respons�bilità affi9and� loro un lavoro più l imi'tato nel quale sono implicati meno rischi (cf. Le. 19,11-27).
Designazione degli anziani
Elezione. Come e da �hi furono scelti gli anziani? Fin dall ' i nizio della sua storia, e anche prima della Pentecoste, la chiesa fu chiamata a
partecipare agli affari che la concernevano. Cosi, non furono n�·il Signore né gli apostoli che
si incaricarono della sostituzione di Giuda . Pie
tro invitò i 120 fratelli riunì ti ad occuparsene
22
presentando loro solo le condizioni che si doveva
no rispettare per coloro che essi avrebbero scel
to. I 120 designarono due uomini fra i quali il
Signore fece la sua scelta. Un po' più tardi,
quando gli apostoli non furono più sufficenti
all'opera, è ancora all'insieme della chiesa che
essi sf rivolgono per eleggere i sette uomini che
avrebbero dovuto aiutarli. "Questi due fatti
straordinari non provano forse che gli apostoli
hanno voluto abituare le chiese ad occuparsi dei
loro propri affarf e eh 1 essi le hanno credute T
capaci?" .
Dei termini differenti sono utilizzati per la
maniera di scegliere i servitori di Dio. La prima
volta che dei cristiani sono stati selezionati
per un serv�z1o particolare, l'apostolo Pietro
disse alla "moltitudine dei discepoli": 11Fratel
li, cercate di trovare ( épisképtomai) fra di
voi sette uomini . . • che noi incaricheremo (kathistémi) di questa opera ed elessero ( ek Lego) Stefano " (At. 6,3-5). Il primo termine è
im parentato con épiskopos e signi.fica; guardarsi
intorno per fare una scelta ( 11 • • • Dio ha primaria
mente visitato i Gentili per trarre da questi un
popol�'. At. 15,14). Il secondo termine si trova
in Tito 1, 5 ("Che tu costituisca degli anziani").
Il terzo ( ekl,ego) è frequente nel greco profano
e nel Nuovo Testamen-to. Dall'epoca di Platone,
esso era utilizzato per l' elez.ione degli anziani
incarfcati dell'amministrazione della città (Pla
tone, Rep. 536 c; Polibio 6,10.9), degli arconti
ed altri magistrati. Nell ' esercito veniva impiega-
' 23
to quando si trattava di selez i onare degli uomini per dei compi ti particolarmente difficili o gloriosi (Polibio 9.13.9). Luca l'impiega ugualmente per la scelta dei delegati incaricati di portare la lettera contenente le decisioni della c onferenza di Gerusalemme (At. 15,22,25).
Un altro termine appare in Atti 14,23: "Essi
fecero eleggere (cheirotoneo) degli anziani in
ogni chiesa". Questa parola non si trova che in
II Cor. 8,19 (sic): "E assieme a lui abbiamo
mandato (Tito) questo fratello, la cui lode • . . è
sparsa per tutte le chiese, e che è anche stato
ele1:to dalle chiese a viaggiare con noi".
Le diverse concezioni del ministero si c ristallizzano intorno a questo termine. Letteralmente vuol dire "alzare11 o "stendere la mano". Lo troviamo una sola volta ·nella Settanta, in Isaia 58
·, 9, dove significa "alzata di mano". Si può
stendere la mano indicando qualcuno con il dito. In questo caso si tradurrà: "essi designarono loro degli anziani in ogni città". Si possono stendere le mani e poggiarle sulla testa di qualcuno. Si ottiene allora: "ess{ istituirono degli anziani". Ma "cheirotonein, ci dice E. Brunner, non ha assolutamente niente a che vedere con l'imposizione delle mani. Si tratta del termine tecnico che si adopera per eleggere, designare per una funzione, e l'idea di base non è que;tla di imporre �a mano, ma que lla di alzarla, maniera usuale di dare il voto ad un candidato11
2• J.
Cadier traduce Atti 14,23: Paolo e Sila hanno
24
nominato "con voto per alzata di manott degli
anz i an i nelle chiese ch ' essi avevano appena fonda-3
to . Anche Clemente di Roma parla dei servi tori
di D i o "stab i l i ti in carica . . . con l ' approvazio
ne di tutta la chiesa" {Ai Cor . 44 , 3 ). .
In I I Cor . 8 . 1 9 ( s ic ) , 1 1 applicazione di que
s to senso non fa alcuna difficoltà e tutti gli
esegeti attribuiscono al l e chiese l a scelta del
fratello che doveva accompagnare Tito per racco
gl i ere la col letta a Corinto . In Atti 1 4 , 23, le
obiezioni all ' e lezi one sono di ordine psicologico
e dogmatico , più che lingui stiche : si pretende
che l e chiese erano troppo giovani e troppo ine
sperte per poter f'are una tale scel ta . D i al tra
parte le chiese in cui i mini stri sono scelti
sul l a base dì i stanze superiori , fanno molta fati
ca ad ammettere un tale precedente b iblico � Dico
no che sono le concezi oni democratiche moderne
che banno influenzato certe traduzi oni { "fecero
nominaretl ) . Tuttav i a non dimentichiamo che il mo
dello democratico de l l a scelta dei magistrati era
diffuso in tutta la Gre.ci a del primo secolo e che
que ste chiese , per giovani che esse fossero , era
n o composte da cristiani ripieni dello Spirito
Santo ( A t. 13 , 5 2 ) e capaci di discernere coldro
che possedevano dei doni spirituali e una vera
devozione al serv i z i o degli altri . .
D ' altra parte , non b i sogna figurarsi questa sc elta sul modello de lle elezioni pol i tiche o ecclesiastiche moderne con candidature, campagne elettoral i , intrighi e combinazioni vari e . La pro-
2 5
cedura era senza dubbio più v�cl.na a quella che c i è stata ri portata a proposi �o di una giovane chiesa del terzo Mondo : dopo aver preso coscienza del bi sogno dì conduttori , la chiesa ha deciso di passare una giornata di digiuno e di preghiera. Durante la preghiera, un nome �i è impos to ad uno dei fratell i , questi ne ha r�so partecipe l ' assemblea. Dopo �ncora un po ' di tempo di preghiera . ... , . ' altri fratel l i confermarono il sentimento del pri-mo e l ' assemblea consultata manifestò il suo accordo per alzata di mano . Si continuò così fino a costituire un gruppo di più an�ianì .
Ciò che importa è che la voce dello Spirito Santo possa farsi sentire , da un lato trami te l ' insieme dei membri del Corpo, dall ' al tro tramite gli organi dì direzione che i l S ignore ha già dato al Corpo ( apostoli o anzi ani ) . Né autori tarismo , né democratismo dunque . Là d�ve esistono già degli anziani in una chiesa , è importante ch' essi sos tengano spiritualmente e controllino ogni nomina di diacono o lasc ino anche gui dare - e ciò che lo Spirito dic e membri della chiesa .
anzi ano , ma che si forse correggere - da attraverso gl i altri
L ' insieme della · tà comun1. avev� un gran peso nelle decisioni nella chiesa primi tiva . Così i fratelli della chiesa d ' Antiochia .,
·decisero che
Paolo e Barnaba e alcuni altri de i fratel l i saliss ero a Gerusalemme"· ( A t . 1 5 , 2 } . Là , ci viene d�tto che parve buono ag l i apostoli e agl i anzia
nl e a tutta la chiesa di " mandare ad Antiochia
26
con Paolo e Barnaba certi uomini scelti ( ek Lego )
fra loro , cJ.oe : Giuda soprannomi nato Barsabba e
S i l a . . . ,. ( Atti 1 5 , 22) . Alcune chiese designarono
e inviarono anche i fratelli incaricati di racco
gliere le liberal i tà dei santi e di p ortar le a
Gerusalemme ( I Cor . 1 6 , 3 ; I I Cor . 8 , 19 , 23 ) . Epa
frodito , compagno d t opera di Paolo , era l ' inviato dei Filippesi presso Paolo ( Fi l . 2 , 25 ) .
· Quando i cristiani di Gerusalemme seppero che
P ietro aveva battezzato dei pagani e mangiato con
loro , gl i chiesero conto de lla sua condotta . Que
sti , lungi dal l ' offendersi , riconosce al la chiesa
il diritto d , occuparsi di que s t ' affare e , per
giustificars i , spi ega ai fratelli i moti vi del la
sua condotta { At . 1 1 , 1-8 ) . A Gerusalemme , gli
apostoli e g l i anziani non hanno regolato da soli
la que stione dottrinale controversa , ma si sono
associati tutti i fratell i ed è dopo una libera
decisione alla quale presero parte tutti i cri
stiani di Gerusalemme , che fu decisa in comune la
questione tanto grave e delicata del l e relazioni
tra le chiese dei pagani e le chiese di origine
giudaica . "Qui ancora le chiese sono, n�n tenute
in tutela, ma trattate da persone adulte., .
Obiezioni. Una obiezic.ne contro la partecipa
z i one del l a comunità alla scelta àegli anziani è
tratta da Tito 1 , 5 ,,e costituisca degli anziani
per ogni città'' . Sarebbe dunque Tito e non la
chiesa che sarebbe stato incaricato d • i stì tuire
gli anziani . Ma la parola kathistèmi qui impiega
ta , si trova anche in Atti 6 , 3 a proposito dei
27
Sette che furono eletti ( ek lego ) dall a comunità e sta bi l i ti in segui t o dagli apostoli nella loro
funzione . Stabilire significa fondare , rendere
stab i l e , e sembra quindi rapportarsi ad una ulte
riore tappa che non pregiudica la mani era di
scelta degli anziani ( c f . Mt . 24 , 47 e At. 7 , 35
dove è iml)i egata la stessa parola) . "Lo stabi l i
mento non è la scelta , come lo prova i l caso dei Sette in cui gli apostol i dissero : scegl iete e noi stabiliremo . Lo stab i l imento da parte degl i
apostoli di Tito , non esclude assolu�amente quin
di la scelta da parte de l l ' assemblea" .
Preci s i amo tuttavia , come
che ' ' il ruolo degli uomini
dice H . d ' Espine ,
non è d ' e leggere ,
ancor meno di confermare l ' autorità come se essi
l a detenessero , ma semplicemente di riconoscere ,
di discernere quali sono coloro che Gesù Cristo
ha eletto e dato al la Sua chiesa per pastor i "6
La scelta degli anziani trami te l ' elezione è con
fermata , verso la fine del 1 ° secolo , dalla Dida
chè : "El eggetevi ( cheirotonèsaté) dei vescovi e
de·i diaconi degni del Signore , degl i uomini mi ti ,
disinteressati , veritieri e provati" ( 1 5 . 1 ) . Il
teologo catto l i co P . Grelot dice a questo proposi
to : "E ' normalmente i l compito di ogni comunità
que llo di rconoscere , in seno a se stessa i
propri ministri ( c f . Stefana , I Cor . 16 ,15-16 e I Tess . f , l2 ) . La Didachè è molto chiara su questo
punto" . E Sch i llebeekx scr i ve : "Alle origini , i l
carisma di _Presidenza riconosciuto da un a comuni
tà ad uno dei suoi membri , era convalidato dai - 8 predicatori - fondatori del l a chi esa locale" .
28
Riasswnendo . L r ordine cronologico normale sembra dunque essere i l seguente :
1. Dio accorda de i doni ad un certo numero di fra-
telli ;
2 . q_ue sti ne prendono cose i"enza quando
un servizio per la chies a ;
3 . 1 • assembl ea prende coscienza , a sua
doni di questi fratel l i ;
esercitano
volta . dei
4. essa esprime il proprio avviso durante una
consultazione a questo proposito ;
5 . essa li "mette al la prova" durante un certo
tempo;-
6 . i fratelli se el ti sono ufficialmente stabili ti
nel loro compito.
"Quando l ' apostole ricorda agli anziani del la
chiesa d 1 Efeso che lo Spi rito Santo li ha stabili
ti vescovi ( At . 20, 28) voleva dire . • • che essi
erano stati riconosciuti anziani esercì tanti la
sorvegl ianza , perché essi avevano dato· proya con
creta che lo Spirito Santo li aveva quali"ficati a
quel lo scopo . E l e qualità principali richieste
sono una vita esemplare, un ardente zelo per il
popolo di Dio, la disponibilità e l a competenza
per fornirgl i il cibo spirituale del quale ha
bisogno.,. una pazienza illimitata.. la �impatia e . a l di sopra d 'ogni altra cos a . l ' amore" •
Istituzione degli anziani
La chiesa primi ti va praticava ''l ' ordinazione" degli anziani? Una cerimonia d ' ordinazione chiama-
29
ta semikhah ( da samakh: ) imporre ( l e mani ) esisteva nella sinagoga per l ' istituzione dei membri del Sinedr i o . Il termine "d ' ordinazione" ha assunto un senso sacramentalista ( dal momento che l ' ordinazione è uno dei sette sacramenti della chiesa cattolica ) ; ed E . G . Leonard raccomanda d ' evitare anche la parola "consacrazione" (nella quale risuona la parola "sacro11 ) e propone di parlare dell ' istituzione o della ricezione dei pastori . Si possono anche usare i termini d 'accoglienza o d 'ista"Hazione o delle espressioni co-
l o me "da.re t.a mano d '.associazione" ( Gal . 2, 9 ) .
D ' • ltronde Calvino non si è completamente liberato , su questo punto, dallo schema cattolico : a più riprese, definisce sacramento l ' impos izione del l e mani trami te la quale bisogna "introdurre i ver i preti e ministri della chiesa nel loro stato" , (Ist. IV , 19, 28 e 32) benché lui stesso sia stato istituito nel suo ufficio a Ginevra senza imposizione delle man i , ed abbia ·vivamente protestato fra l ' altro �ontro il clericalismo dicendo : "Non sono mai stato altro che . come si vuol dire, un laico" ( Lettere CR� IX, p . 443 ) .
E dalla cerimonia giudaica della semikhah che gli apostoli hanno senza dubbio ripreso il gesto
de U 'imposizione delLe mani per istituire i Sette eletti dalla chiesa di Gerusalemme per il servizio delle tavole (A t . 6 , 6 ) . R i troviamo lo stesso gesto al . ·momento dell ' invio di Barnaba e Sila in missione ( 13 , 3 ) . Paolo ricorda a Timoteo la cerimonia in cui l ' assemblea degli anziani gli
30
impose le mani ( I Tim . 4 , 14 ) e gli chiede di non
i m porre ad alcuno le mani con prec ipi tazione al
fine di non rendersi partecipe dei peccati altrui
( I Ti m . 5 , 22) . L ' imposi zione delle mani è , i n
effetti , u n gesto che esprime l ' i dentificazione e
l a solidarietà con colui - o con l ' animale ( Lev .
1 6 , 2 1 ) - �l quale si impongono le mani . Paolo
stesso ha imposto le mani a Timoteo ( I I Tim .
1 , 6) . Forse è possibile vedere in que ste due
imposizioni delle mani ( de l la chiesa e di Paolo )
un • allusione al l e due istanze di ri ferimento di
cui abbi amo già parlato a proposi to della "messa
alla prova" di Timoteo : la chiesa locale e I ' apo
stolo , dato i l ministero i tinerante particolare
di questo giovane servitore di D i o .
Cosa aggiunge que sta istituzione alla scelta
della chiesa? Essa rende uf'fi cale questa scelta,
e dà all ' anziano la s i c urezza i nteriore per eser
ci tare il suo· mini stero . "Essere ri conosc iuto dal
la chiesa può rassicurare il servitore nelle ore
in cui è tentato di dubì tare che sia i l S i gnore
ad avergli dato que sto carisma o conferito que sta
mi s s i one . Eg� i può allora dirsi che non è lui
sol tant o , ma la chiesa con lui che ha riconosciu
to questa voc�zione del Signore . Poiché è l a
,_hi esa cpf , i n ul tìma ana�isi , con�eri�c e l For�i
nazione" . Questa i s t i tuz�one non e mal. , proprla
mente parlando , una delegazione di potere , ma i l
riconoscime�to uffi ciale d ' un atto sovrano del
' Signore de l la chiesa . Ecco perché l ' anziano non ( riceve la sua autorità dai membri della chiesa che l ' hanno " e l etto" , ma dal S i gnore che l ' ha
31
chiamato . In que sto r i s i ede la differenza fondamentale rispetto ad ogni s i stema democrati c o .
Formazione dei servitori dì Dio
Gesù ha formato i suoi discepoli durante tre anni d ' insegnamento a p i en� tempo . I me m br i del gruppo di Paol o ( Timoteo , Tito , S i l a , Tichic?� Aristarco, Tr?fimo • . . ) sc;mo stati da lui formati nel corso dei v i aggi e de l l e m i s sio�i d ' evan.gel i z zazione nel mondo gr�co . Se l ' aposto�o h a insegnato per diverse ore al gi�rno nella scuola di Tiranno , si può supporre che i compagni e g l i anziani del la chiesa d • Efeso dovessero trovarsi ai primi ranghi dei suoi ascol tatori . Egli ricorderà fra l ' altro a questi anziani : "per l o spazio di tre anni , notte e giorno , non ho cessato d ' ammonire ciascuno con lacrime" (20, 31 ) . La f'or-
- mazione biblica e spi r i tuale degli �ziani doveva essere una delle preoccupazione priori tarie dell ' apostolo . Egli non formava i SU?i compagni solamente per lasciarli n e l l e chiese che nascevano lungo l a sua sci a , egli consacrava anche una grande parte del suo tempo a coloro che erano g i à nominati anzi ani dalla loro chies a . Generalmente non ci si formava per essere nominati pastori , ma perché s i era stati designati .
In certi paesi d ' Americ� latina , non si accettano nell ' insegnamento teologi co decentra l izzato che delle p�rsone g i à impegnate in un ministero . Tutto _ l ' insegnamento de l la Chiesa . • . ) è
( e sege s i , dogmatica , storia dato a partire dai probl em i
32
r i scontrati dagli studenti nelle loro comunità .
Certe scuole b i b l i che pongono , come condi z i one
d ' ammi ssione , l ' aver l avorato i n una chies a .
Come
anziani
prendere
considerare allora la �ormazione degli
e il ministero pas torale? Essi possono
forme diverse a seconda d e l l e p os s i b i l i -
t à locali e persona l i : studio di l i br i , insegna
mento trami te ca ssette , per corrispondenza, corsi
teologici decentral i z zati , gruppi di studio bibli
co, I s tituti b i bl i c i . Per ogni professione , si
e sigono da tre a sette anni d ' apprendistato . Dei
serv i tori di Dio sperimentat i , d i cono che i l me
s ti ere d ' anziano è d i f fi c i l e . E ' giusto considera
re i l suo eserc i z i o senza alcuna formazione , spes
so senza nemmeno una conoscenza approfond i ta del
l a Parola di Dio? C i ò che importa , non è che g l i anzi ani siano formati dopo essere stati nomina
t i , ma ch ' essi siano nominati sul l a base delle l oro qualifiche sp i r i tual i , morali e sociali e che essi s i ano formati . L ' i deale in questo campo , come sul p i ano professionale , è la formazione cont inua .
Una chiesa che s i preoccupa del proprio avveni
re e de l l a qualità d e i suoi responsab i l i , elabore
rà un programma eli formazione nel quale i punti
pri ncipa l i potrebbero essere i seguenti :
l . Insegnamento sistematico
membri sul le principa l i ver i tà de ll ' i ns i eme dei
bibl i che tramite
di versi f i ca ta ( insegnamento , una predicazione
esortazione } , degli studi b i bl ici , dei corsi dì
f l l l l l 1 l l l 1 l l l
33
formazione per i nuovi converti ti , i l catechismo
per i bambi::1i e i giovani . Ques t:o insegnamel'!t:c
costituirà un fondamento comune del quale i "futu
r i diaconi e anz i an i benefi ceranno per primi .
2 . Incontri particolar i , corsi e sessionf di
formazione degl i anziani e dei diaconi per l ' esa
me dei problemi b i b l i c i e pratici relativi al
l ' eserc i z i o del loro m i nistero e , al l a preparazio
ne di predicazioni in comune . Fine settiman a ,
incontri e seminari ài formazione interecclesia
l i . Le riunioni deg l i anziani spesso non sono
altro che del l e "riunioni d ' affari" destinate al
l a rapida soluzione di questioni amministrative
urgen1:i . I pa stor i che hanno beneficiato d 1 una
formazione b i b l i ca s9ecial i z za1:a , gi ocano un ruo
l o particolare in questa fo�azione .
3 . Incoraggiare i g iovani a mettere da parte
uno o più anni per 1a formazione in una scuola o
in un Isti tute b ibl ice. Una chiesa real i s ta farà
in modo di unire a l l ' i ncoraggiamento verbale , u-n
sos tegno finanziario durante gli studi , senza ne
cessariamente aspettarsi da questo investimento
finanziario un rendL11ento immediatO" sotto forma
di un servitore a p i eno tempo . Un tale tempo di
rifless ione e d ' approfondimento della Parola di
Dio avrà certamente un ' influenza benefica sul
l ' e voluzione dei gi ovani e sul livello spi r i tuale
de l l a chies a . Coloro che non entreranno in un
ministero a pieno tempo contribui ranno in maniera
p i ù efficace alla vita della chiesa . "Chi semina
liberalmente mieterà a l tresì l iberalmente" ( II
34
C or . 9 ,6) .
4. I corsi teologici decentrali zzati offrono la possibi l i tà d ' una tale formaz ione in paral lelo
al proprio lavoro . Sfortunatamente gli studi sono
lunghi e duri se sommati al le esigenze crescenti de lla vita professionale e fami liare normale . Gl i
Isti tuti b i b l i c i perme t tono la comunicazione di un massimo di conoscenze in un· minimo di tempo ,
ma esigono i l sac r i f i c i o di uno o di diversi anni
di no.rmale v i ta professionale e fami l i ar e . La maggior parte degli attuali Istituti sono equi pag
giati p e r accogliere le coppie sposate ( anche con
bambini ) , che , d r altronde , sono generalmente p i ù
motivate p e r g l i studi di coloro che hanno ancora
un ' e speri enza ridotta del l a vita e del ministero .
5 . Diverse chiese possono anche associarsi per organ i z zare dei corsi e delle sessioni di forma
zione con la partecipazione di professori d ' Istituti bibl i ci e di Facoltà di teologi a · evange li
che. Le prove fatte in questo senso sono molto incoraggi anti ( formazione al serv i z i o della chies a , corsi pubbl i c i in un Istituto bibl ico, pro
gramma a tempo parziale per coloro che eserci tano un ' attività professionale , corsi per corrispondenza con incontri periodici degli studenti ) .
Il principio di base di questi di versi corsi è
i denti co : l ' essenziale del lavoro è :fatto a casa ( con dei libri - gui da , dei questionari di scoper
ta, dei problemi da studi are . . . ) gli scambi fra i partecipanti permettono le messe a punto e le
l l l
l
l l l
l l l l l
3 5
rettifi che eventual i , l e vedute d ' insieme e le risposte alle domande particolari . L ' ideale per un anziano che seguisse una tale formazione , sa
rebbe un lavoro se poss i b i l e non intellettuale , a tempo parziale che gl i permetterebbe di seguire i suoi studi senza rinunciare a l l e attività regola
ri de lla chiesa .
Anzi ani a vita?
In alcune chiese gli anziani sono nominati per
un periodo l imi tato ( tre a sette anni ) , in altre ,
viene fi ssata un ' età normale pensionab i l e , a vol
te l ' anziano resta in carica fino alla sua morte .
Che fare allora? E ' saggio , su questo punto ,
i spirarsi alle di spos i z i oni fissate sotto l r antico. patto per i Levi t i senza farne comunque una legge da rispettare fin nei minimi dettagl i . Para
gonando Numeri 4 , 3 , 23 e 30 con 8 , 24 , sembra che
il Levi ta entrava nel l ' apprendistato al l ' età d i
25 anni e v i restava fino al l ' età d i 30 ann i ,
quindi serviva per 20 anni
anni dal serv i z i o attivo �1r consigliere ( Num- fr,25-26) .
e si ritirava a 50 assumere un ruolo d i
A d una certa età , le responsab i l ità pesano di
p 1 u , s i hanno maggiori difficoltà per seguire
l ' evoluzione delle condi z ioni di vita e ad adattarvisi , e s i è tentati di regolare i problemi
secondo le norme d ' un passato più o meno fini to .
E • i l momento d i passare l e redini a forze più
giovani , formate nel frattempo , e che avranno potuto "apprendere i l mestiere" lavorando - forse
36
come di aconi a f i anco degli anz i ani . D ' al tra
canto sarebbe un pe ccato che tutta l ' esperienza
che l ' an z i ano h a ac c umulato nel corso del l a sua
carriera ne l l a ch iesa locale non servisse p i ù . I
' 'giovani anzi an i " c onsul teranno tanto p i ù vol ent i eri i più anz i an i che avranno coltivato da più
tempo una rel azione di confi denza con loro e
avrann o loro aff'idate de ll e responsab i lità cr e
scenti sotto la loro d i rezione .
Per evi tare un mal i nteso fra l ' assembl ea e i
suoi conduttori , certe chiese nominano gl i anzia
ni per una durata determinata , dopo la quale
de pongono la loro car i ca , ma possono essere r i e
l etti . Per assicurare l a contnui tà del l a dire z i one in caso di rinnovamento mass i cc io , esse decido
no di rie l eggere un terzo . o la metà d e l corpo
presbi ter.i a l e ogni 2 , 3 o 4 anni . N e l l a Bibbia ved iamo che gli ap os tol i hanno ripreso certe regol e in uso nella soc_i e tà pagana de l loro tempo,
quando sebravano loro opportune . Questo precedente bi bl i co ci può autori z zare alla stessa l i ber
t à . I vantaggi di questa consuetudine sono evidenti : g l i an z iani in cari ca sanno eh ' e ssi godono attualmente de l l a f i ducia del l a chi esa , cosa che p erme t te loro d ' agire con convinz i one . Ciò evita soprattutto de l le p osi z ioni ambigue , sia che l ' anz iano non sap pi a se ha ancora l • appoggi o di una maggi aranza de l l a chi esa , s i a che i mernbmri si domandino come far capire a tale anz iano che non occupa più i l posto adatto e che sarebbe megl i o , per lui come p e r l a c omuni tà , c h ' egli s i ritirasse progressivamente prima che dei sentimenti
l -A l l l l l l
37
d ' amarezza nascano da ana par�e o dal l ' a ltra .
La :rielezione peri odi ca degl i anz i an i può an
che , in certi casi , av ere degl i inconvenienti : E ' possibile che , durante un periodo di c:Pis i , un
anziano s i a pr ivato momentaneamente de l l ' appoggi o
della maggioranza dei membr i , anche s e seg1:1e una
l ine a biblica e �ede l e , se la rielezione coincide
con questo pe riodo , sarà scartato dalla cfirez i on e
della chiesa e c�o sarà un pe ccato per essa. Questo caso tuttavia , sarà piuttosto ec cez i onale ,
e l ' appoggio degli ?.l tri anziani dovrà evi tare i n
generale una tale si tuazione . D ' al tra parte , ogni
e le z i one ri sch i a di trasc inare come postumi dei
sentimenti d ' amarezza da parte di coloro che si
vedono scarta t i , ma la chiesa primi ti va ha preso
questi rischi .
dei fratell i
sono realmente
Dopo tutto , non è un ' occas i one per
p i ù matur-i di dimos trare eh ' e s s i
morti a ogni ambizione personale?
Tutto sommat o , gl i inconvenienti sembrano meno
importanti dei vantaggi di ques ta formula . Ma
qualsiasi s i a la formul a scelta { limite d ' e tà ,
ri e lez ione peri odica , o meglio ancora: tutte e
due insi eme di modo che , raggiunto il limite d retà , l t-anzian o d •ufficio non si pr esenti p i ù
a l l e elezioni ) , sarà certamente p i ù prop i z i a p e r
la chi esa e p e r l ' anziano
poi ché cap ita sp esso che
soglia non c i si renda
de l l e proprie capac i t à ,
dirvelo -
cne l ' anzi anato a v i ta ,
a l di l à dì una certa
p1u con.to del decl ino
e g l i altri non os ino
( Trad . S . e A . Del Din)
38
l . J . t a u r e n t . Recherches Bib � iques sza> l 'oroga
nisatio n eaclés iastique , P a r ì s 1 8 7 9 , p . 1 2 6 .
2 . le 11 a l e n t e n d u d e l 1 E g l i s e , p . 1 0 0 . 11 C h e i r o t o
n é "ò s i g n i f i {; a v o t a r e o e l e g g e r e p e r · a l z a t a d i
m· a n o c o m e s i
b l e a a t e n i e s e "
p . 478 ; c f . C .
f a c e v a r e g o l a r m e n t e n e l l ' a s s e m -
( J • A • P a r k e r , DNNTT, V o l • I ,
n E a l z a r e l a
B r o w n , Ibid. , I ! , p . 1 5 0 ) . 11 a n o p e r e s p r i 11 e· r e i l p r o p r i o
ac c o r d o i n u n v o t o , s c e g l i e r e p e r c e r t i c o a p i t i sp e c i f i c i { P l a t o n e : l e g g e l V 1 7 5 5 1 7 S 6 } •
I g n a z i o d 1 A n t i o c h i a l ' u t i l i z z a n e l l o · s t e s s o
s e n s o { P o l y c . 7 : 2 ; P h i l a d . 1 0 : 1 ; S m y r n . 1 1 : 2 ) c o m e a n c h e D i d a c h é ll { 1 5 : 1 ) . L o h s e , T. W.N. T . ,
I X , c o l . 4 3 7 . [ . R e u s s d i c e '>' a n e l l a s u a B i b
h i a a n n o t a t a (Storia apos to·Ua� P a r i g i , 1 a. 7 5 , p . l 5 4 ) : 1 1 T l v e r b o g r e c o u s a l: o· p e r i n d i c a r e
l ' e l e z i o n e i 111 p l i c a p e r l a s u a s i: e s s a e t i ll' o f o
g i a , e p e r ] ' a n a l o g i a d e l l e i s t i t u z i o n i p o l i
t i c h e d e l 1 1 e p o c a , l ' i d e a d 1 u n s u f f r a g g i o p o p o
l a r e " . M . C a r r e z e F . K o r e l p r o p o n g o n o 11 v o t a
r e P e r a l z a t a d i 11 a n o 11 p e r I I C o r . 8 , 1 ·9 e
" d e s i g n a r e " p e r A t t i 1 � , 2 3 . P e r c h é q u e s t a d i f f e r e n z a ? Q u e f l o c h e f a e s i t a r e � o l t i t r a
d u t t o r i e d e s e g· e t ì n e l c a s O· d i A t t i 1 lo • 2 3 , è
l a s i n t a s s i d e l l a f r a s e : aheirotonein au-tois. S e s l t r a .:! u c e autois c o n per wro o
�oro , s ì g ì t: n g e p e r f o r z a a d e 1 1 e t r a d u z i o n i c o m e : e s s i s c e l s e r o. , d e s :i g n a r o n o , n o m i n a r o n o l o r o . H a l a. B i b b i a d e l l a C o l o 11 b e p r o p o n e :
39
· :t f e c e r o } Q r o n o ll i n a 'i' e d e g l i a :: : i a !' i i n o g n i
c h i e s a " ( i n n o ;; a : s i p u ò a n c h r; c o m p r e n d e r e : e s s i n o m i n a r o n o p e r l o r ç ) s u l ? i a � o d e l l a
s i n t a s s i , d u n q u e , O Q n c i s o n o i � p e d i m e n t i u a g
g i o r i p e r d a r e a cheirotonéÒ i l s e n s o c h e a v e v a s e m p r e n e l g r e c o c l a s s i c o . L a T O B c h e t r a d u c e : 11 e s s i d e s i g n a r o n o l o r o d e g l i a n z i a
n i n a g g i u n g e 1 n n o t a : '1 E 1 p o s s i b i l e c h e l e c h i e s e a b h i a n o p a r t e c i p a t •:> a l l a l o r o s c e l t a
( c f . 6 , 5 -- 5 ; 1 5 , 2 - 3 ) 11 a i n o g n i c a s o , l a d e c i
s i o ro e f i n a l e a p p a r t i e n e a (} l i ap o s t o l i 1 1 • N o n
a p p a r e c � i a r o c o o e l a c h i e s a p o t r e b b e p a r t e c i
p a r e a d u n a d e s i g. n a z i o n e f a t t a d a g l i a p o s t o
l i . I n f i n d e i c o n t i , s e n b r a c h e s i a n o d e g l i
a r g c m e n t i s t o r i c i e d o g � a t i c i c h e a b b i a n o i n
f l u e n z a t o l a s c e l t a d e l l a g r a n p a r t e d e l l e
t r a d u z i o n i a t t u a l i .
3 . " L e o i n i s t è r e d u c o n s e i l l- e r p-r e s b y t é r a l " Re
V?.<e Réformée ( 1 9 5 3-/ 1 ) p . 4 0 .
4 _ J • L n r e n tt , op. ci t. , p • l 3 l .
5 . Ibid� , p . 1 3 3 .
6 . Les Anciens, Conducteurs de l 'EgLise, N e u c h a
t e l , D e l a c h a u x & N i e s t l é 194 4 , p . 2 9 .
7 . J . D e l o r 111 e ( a ::: u r a d i ) , [i ministero e i minis teri seeonào it �l. T. J C i n i s e l l o B a l s a -
m o , P a o-l i n e 1 9 7 7 .
a . Le minis-tère dans L 'Eg 'tise, P a.r i s , C e rp 1 9 8 1 .
40
9 . F . F . B r u c e , The Spreading Flame , l o n d o n , P a
t e r n o s t e r P r e s s 1 9 5 8 , p . 6 3 .
l o . C f . E • G . l e o n a r d " L ' a s p e c t n i s t o r i q u e d e l a
q u e s t i -a n d e l a c o n s é c r a t i o n p a s t o r a l 1 1 Etu-t es évangé"tiques ( 1 9 5 8 / 1 ) P P • 9 0 - 9 4 .
1 l . E • S c h w e i z e r , Das Leben des Herrn in de P Gemeinde un ihren Diesnten, Z �r i c h , Zll i n g l i
'l e r l a g l 9 4 6 ' p p . 1 1 5 - 1 1 6 .
1 2 . C f • J .. W i 1 1 i a m s , Living Ch-u:rches, E x e t e r , P a
t e r n o s t e r P r e s s 1 9 7 2 , p p . 8 8 - 8 9 . r
Qualità e compiti degli anziani
Peter Mastero
:1 compi to di vigi l are sul la salute spiri "tuale
e istruzioni impartì te da l l ' ap os tolo Paolo a
proposito delle caratteristiche eh� devono essere
proprie degli anzi ani e dei diaconi mettono in evi denza anche i doveri connessi con tali incari
chi . &i tratta di doveri che costituiscono una
sfida radi cale nei nostri confronti e che dovreb
bero essere oggetto di studio frequen"te . In l Timoteo 3 , l s i legge : "Se qualcuno aspira all ' uf
:ficio. di vescovo , desidera un ' opera buona" . La
parola resa in ital i ano con "vescovo" significa
''sorvegliante" e s i riferisce quindi ad una perso
na che "sorveglia" o ch.e "va a vedere " . Gli
0 IL Dr. Mastaps· è pastoPe de Ha eh i esa "Metropol.itan Tabernac le" di Londra che fu Za chiesa in cui servi per lun�hi anni C. H. Spurgeon. IL presente articolo costituisce l 'adattamento con permesso de r t 'A . d 'una re lazione fatta nel, 1 982 a Ua Scuo la di teo logia de L� stessa chiesa.
42
anziani vengono così definiti in primo luogo come coloro che devono prendersi cura delle anime . Al cuni commentatori s i lasciano forse influenzare
dal fatto che la parol a , nella letteratura greca ,
indica g�neralmente un superiore che ha incarichi
ispettivi . Paolo non intende però ·necessariamente
questo ed è opportuno attenersi al significato
basilare del l a parola senza �iungervi connota
zioni inde b i te .
La prima cosa di cui prendere nota a proposito
di colui cui è af':fi dato uno di questi incarichi è
che la su a chiesa non è affatto una "congregazio
ne" di ascoltatori . Egli ha il compito di salva
guardare e di stimolare l ' autenticità ed una rea
le salute spirituale dei membri e di interessarsi
alla loro çrescita nel l a conoscenza e nella gra
z i a . Egli ha i l compito di rendersi conto se i l gregge è impegnato in tlfl servizio :fede l e , s e il
comportament? e l ' e speri enza dei singoli col Si
gnore sono positivi .
Abbiamo forse sottovalutato i l nostro compito?
Ci sentiamo coinvolti nei problemi dei membri
d-ella chiesa o li lasciamo scorrere oltre noi?
Prendiamo o no atto del fatto che c • è qualcuno
che cade nel peccato , che scivola nella mondanità
o nell 1 egoismo? S i amo preoccupati o indi fferenti
quando qualcuno perde i l gusto per l a conversazio
ne sp-i ri tuale?
Ci sono de lle chiese numericamente grandi che
da un punto di vista spirituale sono molto più
4 3
piccole di quanto si penserebbe p erché per anni è mancata in esse una cura d 1 anime che mirasse ad
ass icurare un ' e ffettiva autent i cità dei loro mem
bri . Dai giorni del la chiesa di Sardi in poi sono
infatti esi sti te chiese tenute in grande conside
razione , ma composte agli occhi di Dio da una
maggioranza di anime deluse o sviate . Talora i
pastori o g l i anz i ani rifuggono dal prendere atto
del vero stato sp irituale delle loro chiese .
D ' altra parte si possono trovare delle pi ccole
comunità palesemente ripiene di amore e di zelo
per i l servizio del Signore . Se potessimo vedere
la situazione come la vede D i o , ci renderemmo
c onto che tali p i ccole comunità , composte da mem
bri effettivamente convertiti e consacrat i , posso
no essere assai p i ù numerose di al tre , al l ' appa
renza tanto più grandi . Non dobbi amo !asciarci
scoraggiare o intimidire da valutazioni carna l i .
Dobbi amo rivolgere i nostri sforzi al la crescita
de l l e qualità spirituali ed alla promozione di un
autentico servizio cristiano , piuttosto che ad un
incremento numerico da eui trarre un van�o carna
Le. Tutti gl i anziani devono impegnarsi ad impara
re come riprendere con dolcezza ed effi cac i a e
come aiutare i l popolo di Dio a progredire sp i ri
tualmente . Abbiamo sottovalutato i l nos tro compi
to? Un vescovo è una persona che vigi l a , una
persona che va a vedere .
Tendere � raggi ungere i l livello richiesto
Dopo avere definito nel l e sue linee essenzial i
44
i l compito dei vescovi Paolo descrive l ' at titudi
ne corretta che essi devono assumere nei confron
ti d e l loro incarico e a questo proposito dice
qualcosa di molto interessante . Egl i sostiene che
se "uno aspi ra a l l ' ufficio di vescovo , desidera
un ' opera buona" . Possiamo dedurne che secondo Pao
lo sia legittimo per i cristiani aspirare amb i z i o
samente ad ottenere un incarico?
La maggior parte del l e versioni moderne rende
il primo dei due verbi con ''aspira" . S i tratta di
una se el ta corretta perché l 1 apostolo usa la voce
d i un verbo greco che significa " tendere a" . I l
passo p otrebbe quindi venire reso con : 15e uno
tende a raggiungere, aspira al:!, 'ufficio di vesco
vo . • . 11• Si può supporre che Paolo si riferisca ad
una persona che abb i a già ricevuto un mandato dal l a chiesa e non ad un qualsiasi membro pieno d i s é che cerchi di attenerl o .
S i tratta evi dentemente di una persona consape
vole d e l fatto che il comp ito assegnatole è trop
po a l to e quindi desiderosa di raggiungere i l
l i v e l lo ri ch i e s to . E ' disposta a farlo perché
desidera con tutto i l cuore svolgere fino in
fondo i l compito che il S i gnore le ha preparato .
In realtà l ' apostolo vuole dire : "ci sia dato d i
non imbatterci in persone che r i tengano le loro capacità d e l tutto adeguate al mandato t Ci sia
dato di non imbatterci in persone che facciano
ciò che non costa loro alcuna fatica " . Paolo
sostiene insomma che l ' atti tudine giusta è quel la
d i chi si chiede : "Chi mai ha oapacità adeguate
45
ad un simile mandate ? ".
L ' imoegno e l a preghiera dell ' anziano
C i sono tante cose di cui occuparsi , su cui
vigi lare , d i cui r i cordarsi e da organizzare . Ci
sono tante cose che dipendono dal nostre esemio e
dal nostro comportamento . Nel corso del nostro
mandato dobbi amo esaminarci di frequente chieden
doci : " quali sono i m i e i compi t i ? Sto servendo
fedelmente il S ignor e ? " e proporc i : "voglio vera
mente tendere a raggiungere il livello che s i
richeide d a parte mi a" .
Il secondo verb o , r eso con desiderare, nel te-
sto greco origina l e significa desiderare ardentemente . Si può quindi rendere l iberamente il pas
so : "Se qual.auno aspira (t ende ) a l'l 'ufficio di
vescovo� desidera (ardentemente) compiere un 'ope
ra buona (o di grande valore) ". Chiunque aspira ad essere degno di servire il Signore e si
affatica ne l desiderio di p i ac erg l i , svolgerà un
ministero d i grande valore.
E ' forse suf.ficiente poter dire : 11per trenta
anni ho chiuso le porte della chiesa ed ho tenuto
i l conto del l e offerte " ? Eppure vi sono del l e
persone che hanno un ' i dea così restri ttiva dei
compiti del l ' anziano . Un mandato che non sia radi
calmente inferiore alle sue esigenze viene assun
to con questa preghi era : "Signore Iddio nostro ,
aiutaci come gruppo di anziani a fare progredire la tua opera e la salute spirituale di tutta la
46
nos tra comunità . Aiutaci a preparare a l servi zio cristiano uomini , donne e giovani e ad incoraggiar l i . Signore , se è necessario aiutaci ad affrontarli e a rimproverar l i con umiltà ed amore . A iutaci col tuo Spirito a far s ì che s i s v i luppi una bella e preziosa testimonianza per il S ignore Gesù, per la sua gloria e per la benediz ione de l tuo popolo" .
Una ·person a .se mpre vigi le per l a di.fesa delle anime
In I Timc-ceo 3 , 2 l ' apostolo elenca un buon numero di qualità e di caratteristiche che devono essere proprie de l l ' an z i ano . Esse ci aiutano a comprendere qua l i siano i suoi compi ti . "Bi sogna che i l vesc ovo sia irreprensibile . . . sobr i o , co-s tumato, osp ital e , atto ad insegnare . . . ' ' .
La parola greca usata da Paolo si potrebbe rendere molto meglio con "vigilante" che non con " i rreprens i b i l e " . Infatti essa si riferisce ad una persona che non beve vino , che è sobria , c ioè che vigila su se stes s a . La seconda caratteristica de l l ' anziano consiste appunto nell ' essere sobr i o , c i oè nell ' e ssere incline alla sobrietà .
L ' aggettivo reso con "sobrio" viene spesso usato nel Nuovo Testamento in senso traslato . Esso richiama alla mente la sentine l l a o il pastore , impegnati durante la notte nel serv i z i o di guardia . Se hanno bevuto , si addormenteranno certamente e il sonno impedirà loro di rendersi conto
47
del l ' avvicinarsi s i l enz ioso del nemico { o del lupo ) . Anche qui "sobrio" ha valore traslato . Il suo signifi cato è sveglio o vigilante e come tale ben si confà al vescovo, una persona che deve guardarsi attorn o . L ' an z i ano deve quindi essere svegl i o , attento . La stessa parola viene usata con la stessa connotazione in I Tessalonicesi 5 , 5-8 ed anche in I I Timoteo 4 , 5 ( dove la Ri veduta rende: 11 • • • • tu s i i vigilante in ogni cosa'' ) .
E ' certo che "vigi lante" rappresenta la traduzione corretta e non "temperante" come s i l egge in qualche versione . Il vescovo sorvegl ia i l gregge in quanto è proprio lui ad avere l"a responsabil i tà di salvaguardarlo da attacchi o da infi ltrazioni . A lui spetta vegliare per proteggerlo dal lupo travestito da agnel lo . A lui spetta esser pronto a scorgere tutti gl i errori , i problemi e l e difficoltà che vorrebbero fare irruzione nella comunità . E ' questo uno dei comp i ti p i ù v i tali de ll ' anz i ano , e tuttav i a uno dei più negletti . S i amo veramente vigilanti?
Occorre innanzi tutto notare che non s i può essere vigi lanti se si è assenti . Tuttavia oggi nelle nostre chiese c ' è un buon numero di anzi ani che sono spesso assenti . Si tratta di uomini val i di e consacrati . ma che tuttav ia non sono in grado di assolvere ai loro compiti perché sp�sso non hanno la pos"sibili tà di essere presenti . A che serve una sentinella assente?
·Può trattarsi
di un uomo d ' affari costretto molte volte a l avorare fino a tardi o a restare spesso lontano da
48
casa . Forse s arà presente una settimana sì ed una no . Può darsi che abb i a da of1r ire un valido servizio in qualche altro campo , ma è certo che
la sua si tuazione g l i impedisce di essere un anz iano , in quanto non ha la pos s i b i l i tà di eserc i tare la sorvegl ianza .
Non dovremmo mai !asc iarci tentare di affidare l ' i ncarico di anz i ano in base a cons i derazioni dettate dal l ' età o dalla spiri tualità della persona in questione. Ancora meno dovremmo basarci sul la st:frna goduta , o sul la posizione raggiunta nel campo del lavoro. Una corretta valutazione dei compi ti degli- anziani deve essere basata sul riconoscimento che queste persone devono svolgere un mandato di vi tale importanza e che è necessario che abbiano a dispos i z i one i l tempo per dedicarvisi con tutte le loro energie mentaJ:i ed emotiv e .
L 1 anziano h a u n compi to da svolgere : i l suo non è un titolo onorifico
E ' pos s i b i l e che fra i membri de lla nostra chiesa c i sia un uomo spinto dalla sua vocazi one a dedicarsi alla prof�ssione da lui scelta in maniera fuori del comune e tota l e . Ci possono e s s ere uomini che ricoprono al te cariche nella v i ta pubbl ica o pol i t i ca . Possi amo essere confinti che Dio li abbia condotti a ciò e possiamo sentire che è giusto sostenerli con le nostre preghiere . Se però l e loro funzi oni rendono loro impos sibi l e eserci tare la sorveglianz a , essere vi-
49
gilanti , non dobbiamo assolutamente des i gnarl i come anziani . "Ma" , potrebbe obbi ettare qualcuno, 11abbiamo nella nost:J?a chie�a un uomo importa':lte e molto capace e sarebbe umil iante per lui non essere un anziano ! " . La risposta è che l ' incarico non fa per lui . Que l lo di anziano non è un titolo onorifi c o , né una ricompe":s a , né un premio , ma sempl i c emente un compito da svolgere . Non scegl i eremmo come mini stro un uomo in base a considerazioni di questo tipo t speci almente se potesse essere presente solo per sei mesi all ' anno . Non assumeremmo certo come custode o come addetto alla caldaia della chiesa una persona non in grado di svolgere questi compi ti . Non dobbi amo quindi neanche designare degli anzi ani o dei diaconi ·che non siano liberi di dedicarsi al loro mandato .
Ma su che cosa deve vigilare l ' anziano? Dobbiamo vigi lare costantemente sui disordini , sulle maldicenze, sul le cadute , sul l ' auto�ompiac imento e sul la pigr i zi a del popolo di Dio . Se il popolo di Dio si impigrisce , perderà rapi damente le benedi zioni ed il pr i v i legio di servire il Signore . I l diavolo gl i darà altrettanto rapidamente qualcosa di dannoso di fare . La pigrizi a ci deve quindi preoccupare molto .
Si deve anche vigilare per imp_edire l ' orgogl i o
e per riconoscere c h i vuole servirsi della chiesa per i propri finL Possono infatti esservi dei membri che tentano di servirsi della loro famigl i a spirituale per soddi s fare i propri bi sogni
50
personali e social i . Essi cercano di trarre dei
benefici da l l a ch iesa , senza dare alcunché di loro . Cercano amici ben disposti , distrazione , un
gruppo cui appoggiarsi , persone pronte ad ascolta
re i loro lamenti , un pubblico davanti a cui
esibirsi e così v i a , i l tutto finché la si tuazio
ne non di venti si mi le a que l l a descritta in 2 P i e tro 2 . Coloro che vigi lano dovranno provvedere
ad invertire la tendenz a , dapprima con dolcezza e
poi - se necessario - con molta fermez z a . Dobbia
mo vigi lare per riconosc.ere que l la che è la radi
ce di tante amarezze . Vi sono infatti dei creden
ti che non pensano di dover portare i loro proble
mi in preghiere dinanzi a Dio , ma che tentano di
risolverli l amentandosene con g l i al tri credenti .
Dobbiamo vigi lare affinché l a chiesa non venga
danneggiata da tali abi tudi ni .
Anche i progressi n e l l a testimonianza colletti
va de lla chiesa devono essere tenuti attentamente
d ' occhio . Proprio a noi spetta il compito di
chi ederci obbiettivamente: " Abbiamo perso in ener
gia ed in iniziat i va ne l l a nostra testimonianza
come ch iesa? " Nel la nostra qua l i tà di anziani ci
sentiamo chiamati in causa quando per un certo
periodo di tempo non è stata resa alcuna tes·timo
n i anza?
I l compi tcr di conservare i l Vangelo nel la sua
pure zza
E 1 ovvio che dobbiamo vegliare con l a massima
attenzione per salvaguardare la verità. Abbi amo
51
forse sottovalutato questo impegno , trascurato
questo compito? Evidentemente s ì , perché in caso contrario g l i errori che negli ultimi cinquant ' an
n i , en in particolare negli ultimi.. dieci . anni
hanno contagiato come una malattia le nostre chie
se non vi avrebbero trovato accesso . Que sta tri
ste situazione è imputab ile alla scarsa sorve
glianza da noì esercitata .
Come mai dei mode l l i di pensiero tanto vis tosa
mente falsi e di scarso valore, tratti dal l a
mentalità corrente , hanno potuto insinuarsi nelle
chiese evange liche senza incontrare opposizone?
Agli anziani i l S i gnore non chiede sol tanto di
esercì tare la vigi lanza 1 ma anche di agire come
padri di famig l i a nel l ' eserc i z i o d e l l e loro fun
zioni . Quanti sono gli anziani che s i sono dati
da fare per tenere fuori dal l e loro chiese l e
varie correnti teologiche che adul teravano l a dot
trina?
Come deve comportarsi il padre per far sì che
i suoi figli crescano del tutto indoc i l i , ribel
l i , succubi d e l l e mode e ·desiderosi sol tanto di
divertirsi? Cosa deve fare per avere la sicurezza
che diventino dei bestemmiatori , d e l l e persone
morbose , mal izios e , egoiste , dei seguaci dello
spirito del tempo? E' chiaro che il padre otterrà
·questo risultato se manterrà la più completa in
differenza nei confronti della influenza di ogni
tipo che vor>ranno fare il loro ingresso in fami
glia . Dai loro primi anni di vita i ragaz z i
dovranno restare esposti a l l e influenze più nega-
52
t i ve :fino a che ne saranno saturati . Essi dovran
no essere liberi dì fare tutto que llo che voglio
no. non dovranno essere sottoposti ad alcuna for
ma di disc i p l i na , non dovrà esserci alcun control-
1 o sui programmi te l ev i s i v i che vedranno e così
v i a .
In realtà in questi ul timi anni n o i anz ian i ab
bi amo talmente sottovalutato il nostro compito da
permettere che tutto questo entrasse nella casa
di Dio ! Abbi amo permesso che la corruzione avan
zasse senza incontrare ostac o l i . Come prima di
noi c 1 è s tata una generazione che h a aperto le
porte alla teologia l iberale , noi le abbiamo aper
te a dei comprome ssi ateistic i .
Si amo chiamati a proteggere i l popolo del S i
gnore. Ci è s tata affidata l a responsabilità di difendere Za. verità , i l che non s ignifica sol tan
to discutere su mode l l i dottr inali nel corso di
c onvegni , ma soprattutto salvaguardare la verità
nelle nostre comuni tà . Abbi amo il grande compito
di promuovere i l timore di Dio e di tenere fuori
d a l l a chiesa i lupi . Ne risponderemo al Signor e .
Siamo guardiani de l l a ver i tà . Non dobbiamo per
mettere che il culto e la testimonianza della
chi esa di Gesù Cri s to vengano inquinati . Se inco
minciamo a cercare di g i u s t i ficare i peccati cui
non ab bi amo l a forza di sbarrare l ' ingresso , abu
s i amo del l a fi duc i a che i l Signore c i ha conces
so . 2 Pi etro 2 ci a•1verte che un gi orno verranno
fra noi de i falsi dottori . Egli c i ammoni sce di
53
stare attenti perché si tratterà di imbroglioni ,
di veri parassi ti della chi e s a . E s s i vengono de
scritti senza me zzi termini , in un l inguaggio che
nessun predicatore moderno oserebbe usare .
D i fronte a manifestazioni che costitui scono
un evidente compromesso con tendenze del nostre
tempo , alcuni anz i an i op�ano p�r un at�eggiamento
di benevola neutralità . Essi di co�o di non potere
approvare interamente , ma di riconoscere deg l i
aspetti posi ti vi . Ma allora permetteremmo a i no
s tr i bambini di guardare de i programmi televisivi
chiaramente pornografi ci per il fatto che essi in
alcuni punti r i specch i ano esattamen:te la realtà ,
o hanno un dialogo vi va c e , o un qualche valore
artistico? Eppure è propr io questo 1 1 atteggiamen
to assunto da alcuni anziani , chiamati da D i o a
di fendere la chiesa dagli attacchi del diavolo e
d e l mondo .
Tutti gl i anziani dovrebbero impegnarsi cos ì
di fronte a Dio : ' 1S ignore guidami tu . T i lodo per
il privilegio imme r i tato di poterti servire . Vo
glio consacrarmi a te , anche se c1o mi costerà
l 1 impi ego, la carr i era , tutto . Resterò consacrato
interamente ai m i ei compi ti e fedele ai princ ipi
della tua Parola" . Un uomo che si sia impegnato
si nceramente in questo modo davanti al Signore
non assumerà di certo un atteggiamento debole e
f i acco n e i confronti delle sue responsabil i tà .
54
1 • anzi ano deve e ssere un organi zzatore equi l i
brato e r e sponsabi l e
Al l 1 anz.iano viene anche chiesto di essere assennato, c ioè s aggio ed equi l i brato , non impul s i v o n é e c c e s s i vamente emotivo , n é incl ine ad abbandonarsi a rea z i oni imprevedi b i l i . o r altra parte egli non deve e s sere troppo indulgente nei propri confronti , né pigro, né incl ine a dimenticarsi di c i ò che deve fare . Si tratta di qua l i tà poco
d a cui si ano affidate appropriate a una person delle respons abi l ì tà . Si può d ire che un anzi ano s i a n assennato" se ha imparato a non fidarsi del l e sue prime impress ioni , ma a prendere tempo
consultarsi sui gravi affrontare .
per riflettere ., pregare , problemi che si trova a dover
Paolo afferma anche che g l i anzi ani devono e ssere " c ostumati 1 1 , o di buon ao�por>tan:ento. s:_ / cons i deriamo 1 1 originale greco , c 1 rend1amo pero , conto che questa espressione si arriccisce di
al tre connotazioni . Es sa d eri va da un verb o che
significa mettere in ordine, organizzare , schiera-re un esercì to , c omandarl o . . . ( Lidd e l l e Scott ) . Può significare: a ) essere ordinati e ben organizzati , essere discipl inati ed avere buone capac i tà di p i an i f i ca z i one ; b ) avere un buon comportamento e presentarsi bene . I tradu1:tori scelgono generalmente i l secondo signifi cat o , ma 1 1 apostol o sta parlando chi aramente delle quali tà che si r i chie-dono ad un anzi ano per svolgere i l suo compito , non del suo comportamento general e . Egli ha già parl ato del l a neces s i tà di esercì tare l a sorve-
55
gl i anza e di ess ere ass ennati . E 1 a ssai p iù proba-b i l e che la qu�lità succes siva con s i s ta buone capa c i tà organizzat i ve piuttosto cb e buone maniere e nell ' aspetto ri�pe ttabi le .
nel l e nel l e
Al lora fa parte delle nostre respo�sab i l i tà
e s s ere persone disc iplinate e saperci organ i z za
re. Si tratta di qual i tà che non tutti possediamo per natura , ma che vengono dal l • e s erci z ì o . Dob.bia
mo traspirare" ad. esse e s enti rei pieni di vergo
gna quando s i amo inferiori alle es igenze . Se foss i mo dirigenti aziendal i avremmo �e nost!'e agende e le nostre segretarie . Pian i fi cheremmo in ogni
particolare i programmi di svi luppo . Dovremmo dec i dere su tanti problemi e pre�'!ere t?-Dte iniziati v e di grande impor�anza .
Anche la guida di una ch i es a locale richiede persone che affrontino i loro compi ti con discipl ina e con ordine . Se non abbiamo una buona memoria è bene che ri corriamo ad UJ? ' ag�nd� . Se non riusciamo a tenere a mente i nostri impegni ,
riusciremo certamente a conservare 1 1 e l enco di essi e a non tralasciarne nessuno . Ci ricorderemo
degli as senti , dei malati , di quell� cbe hanno
bisogno di ospitalità e di assistenza . Qualche
volta nello svol�imento del l e nostre mans ioni , siamo impulsi v i e· incos'!:anti nel l. ' entusiasmo . Un momento siamo p i eni di zelo , il momento dopo
lasciamo cadere tutto . Facciamo quello che ci
viene in mente e ce ne dimentichiamo subito .
Una chiesa i cui anz i ani e diaconi lasc ino che
56
i l pastore sb�Lghi tutti i problem i , organi z zi l e
attività d e l l a chi e s a , prenda nota degli assenti ,
e l abori e metta in atto i vari proget-ci , s i
occupi del l ' assistenza ai malati e d a i bisognos i ,
è una chiesa veramente senza S!)eranze . Dobbiamo
tutti accettare del le responsab i l i tà e non essere
dei l eaders che lavorano di quando in quan do ,
solo se se la sentono o se lo gradiscono . Dobbia
mo programmare il nostro tempo ed organ iz zare la
nostra vita .
Al l ' i nizio di ogni settimana dobbiamo chieder
c i : " Quali sono le mie responsabi l i tà ed i m i e i
obbiettivi per que s.ta settimana? A quale compito
mi chiama i l Signore in questa settimana? C 1 è
qualcosa da fare questa settimana nella mia comu
n i tà di cui possa occuparmi io , dopo averne
discusso con g l i altri anzian i ? " .. Sono férmamente
c onvinto che l 1 espres s i one usata da Pao lo e tradotta con "ccstwnato n o "di buon comportamento" potrebbe essere resa megl io c on "ben organizza·to". E 1 infatti possibile avere delle buone maniere ed un aspetto al tame nte rispettab i l e , ma esse
re irrimediabi lmente pigri ed in�ecisi nello svol
gimento delle proprie mansionf ài anziano .
Esempi di vera ospi t al i t à
L ' apostolo fa quindi seguire u n al tro aggetti
vo che si riferi sce ai compiti dall ' anz i ano p i ù
.che al· stio · cvrrrporotamento esteriore: ospitale. I l termine greco tradotto con "osp ital,e11 è compo
s to da- due paro l e : "ben disposto, benevo "lo " e
57
"f or est iero, straniero ".
Nel Nuovo Testamento l ' ospita l i tà è al lora la
disponi b i l i tà nei confronti di chi ci è e s traneo .
Non ha niente a che fare con que l l e piacevoli ore
che passi amo con i nostri p i ù cari amici , la cui
compagnia ci fa tanto p i acere . La persona ospita
le non si ferma a chiacchi erare con l ' amico del
cuore dopo una riunione t quando ci sono degli
estranei che se ne vanno senza che nessuno si
occupi di loro o li saluti . E ' aspi tale chi si
occupa degli estranei , d e i timidi , delle persone
nuove che non sanno inserirs i , di que l l e che
vengono trascurate e devono venire aiutate , segui
te e incoraggiate . Questa è l 1 i dea che il Nuovo
Testamento ha del l ' osp i ta l i tà .
Vorrei ancora richiamare l ' attenzione sul fat
to che c i sono persone pronte ad offrire ospitali
tà solo perché ciò �e gratifl ca . Lo fanno solo
per sé. A volte questo è vero anche per un anzia
no o per un diacono. Più di un pastore toll era
quel tipo di anziani che ( aiutati in ciò dalle
loro famig l i e ) osp i tano solo per sentirsi circon
da ti da un gruppo di ammiratori . Essi godono di
essere al centro dell ' attenzione : tutto è in loro
funzione.
Viene in mente che l e S.cri tture parlano del
diavolo che cerca .
di "di varare" le persone . c 1 è chi l o imita ' cercando di attirare de l l e persone nella propria sfera di influenza . Naturalmente
deve trattarsi di persone di vertenti e dal l a con-
58
versazi one p iacevol e , sempre d i sp o s te a l l o scamb i o di p e t tego l e z z i . Esse renderanno p i ù p i acevol i le vacanze e le gite e sarà pos s i b i l e conbina
r e matrimoni fra i propri figli ed i l oro . E 1
chiaro che esempi di questo cristianesimo superfi
c i ale possono lasciare il segno su giovani seri e
spiritual i . Naturalmente non hanno niente in comu
ne con l ' osp i talità d e l popolo di Dio . L ' ospitali
tà cons i ste nel l a disponi b i li tà verso l ' e straneo
ed è un ministero posi tivo , uti l e e sp irituale ,
svolto per i l S ignore .
Gli anz i an i ed i diaconi devono stimolare i l
sorgere d i conversazioni sante e d edificanti che
c o i nvolgano più persone , av vicinandole fra di lo
ro . Ciò costituirà un ponte fra generazioni diver
s e , contribuirà ad unire la famigl i a sp iritual e ,
perme,;terà d i consigliare e di aiutare , d i inco
raggi are l ' impegno e lo sforzo di ogni membro .
Una ch i es a superfi c i a l e e con orientamenti egoi
stici avrà un b i lancio fal limentare per quanto
riguarda l • osp i ta l i tà . La vera osp i talità costi
tuisce invece un minis tero di grande valore .
Dopo aver dichi arato che 1 • anzian.o deve essere
osp i ta le , Pao l o aggiunge che deve essere "atto ad
i nsegnare" . Ovviamente questo è particol armente
vero per l ' anziano , ma anche i diac oni devono
essere in qualche modo capaci di dare sp i egazio
n i . Notiamo che l ' apostolo non si r i ferisce neces
s ar i amente al ministero pubbl ico .
59
Tutti hanno i l compi t o di spi egar e
E' chiaro che c h i h a u n incarico nella chiesa
deve essere i n grado di testimoniare della Verità
e di spiegarla . Egli deve anche saper rendere
ragione del l e pratiche della chiesa a chi chiede
informazioni in merito . Inoltre deve saper appli
care l e consolazioni e le promesse della Scrittu
ra ai probl em i specifi c i de l l e persone con cui
parl a , sia per incoraggiarle che , a vol te ,. per
rimproverar l e .
I l riferimento alla capa ci tà d i insegnare se
gue immediatamente quello a l l ' ospi ta l i tà . A che
servirebbe infatti l ' ospitalità se l ' ospi te non
avesse niente di utile da dire? G l i anziani ed i
diaconi che non hanno niente da d i re costi tu i sco
no un peri col o . Ve ne sono alcuni che preferisco
no lasciare interamente al pastore il compito di
parlare . E ' lui che deve esporre ad una s o l a voce
la l inea d i condotta della chi esa . Quest • ultima
diventa così l ' impresa di un s i ngolo uomo . Si
richiede invece da noi che collaboriamo gl i uni
con gli altri nel testimoniare . nel lo spiegare e
nell ' insegnare al popolo di oio .
Accade a volte che la chiesa prenda de l l e
valide iniziative per servire i l Signore i n manie
r e nuove e che tanti suoi membri s i ano perplessi
perché inadeguatamente informat i . Non sempre in
fatti questo ·atteggi amentq è semplicement� frutto
di sp irito di contraddizione . Esso può nascere
dal fatto che coloro che hanno un incarico nella
60
chiesa non s i sono ancora resi cont:o che è loro
compi to darsi da fare , accanto al pa&tore , per r i solvere tutte le difficoltà e d i malintesi �he
possono sorgere. E s s i devono col laborare con lui
nell 1 i ncoraggiare l e persone ad un impegno coll ettivo , svolto in uni tà d i cuore e spirito d i
preghi era .
E ' que sto un aspetto del requi sì to "atto ad insegn.a.re " che viene spesso sottova l utato . Un d i a
cono può essere convinto che i suoi compi ti non
esul ino da l l a cura del riscaldamento dalla tenuta
del l a contab i l i tà e quindi può non prendere affat
to parte al l ' impegno di spi egare la linea di
condotta della chiesa e i l suo insegnamento . Tal
volta può anche presentarsi il caso di un anziano dotato di eloquenza eà ans ioso di prender parte al ministero del l a predicazione , tanto da sorvola
re su questo aspetto de l l e sue responsab i l i tà .
Vogliamo ribadire che siamo convim:i del posto
primario da assegnare al la predicazione • ma che
s i amo anche convinti dell ' i mportanza del l ' ins egna
mento e del cons igli o a l i v e l l o del tu-per-tu . Per questo è i ndispensab i le che chi ha incarichi
n e l l a chiesa s i a "at t o ad insegnare ".
Un esempio per tutti
I r equi sì ti che vengono precisati in segui t"o
da l l ' apostolo Paolo come indispensabi li al mini
stero sono i seguenti : " . . • non dedito aL vino né vio lento, ma sia mite, non Zit.igioso, non amante de Z. dena:rao u.
61
Leggendo un simile elenco viene naturale chie
derci che cosa esso sottintenda . I membri delle
chiese di allora si ubriacavano veramente? L ' alco
l ismo costituiva un problema reale? La risposta è
che le Seri tture hanno indicato basi di comporta
mento valide nei confronti di tutte le manifesta
zioni negative che si sarebbero verificate in
seguito , nel corso d e l l a storia della chiesa . A quanto c i è dat9 sapere • 1 1 alcol i smo e 1 1 amore
per i l denaro erano assai rari nel l ' età apostoli
c a . La rego l a che viene stab i l ita ha quindi parti
colarmente di mira il futuro d e l l a chiesa .
Non possiamo non notare che l ' accento viene po
sto sulla necessità d i essere liberi dal l ' amore
per i l denaro . Mi hanno colpito alcune righe del�
l ' autobiografia, di recente pubblicazione , di
Wong Ming Dao . in cui l ' autore parla della sua
giovinezza . Egl i racconta di avere imparato ad
adottare un atteggiamento di grande cautela nei
confronti dei ricch i nella chi esa , particolarmen
te quando s i trattava di affidare loro un incari
c o .
E ' interessante notare che alcuni peccati come
l ' amore per il denaro e la cupidigia possono
essere circonfusi da un ' aureola di rispettab i l i
tà . Spesso s i guarda ai frutti dell ' amore per i l
denaro come a segni d e l l a bened i z i one di D i o sul
suo popolo . Può capi tarci di ammirare una persona
per la pos i z i one ai primo p i ano che ha raggiunto nella vita o per l a sua ricchezza . Rimaniamo abbagliati dal pote�e e del l ' influenza ed a volte
62
siamo indotti a ritenere che chi ha tanto successo debba avere delle doti particolari .
Senz • altro D i o ha posto alcuni uomini che vivevano nel suo timore in posizioni di primo piano , anche se le Seri tture c i indicano che si tratta di cas i piuttosto rari . Generalmente quando vediamo credenti mo l to ricchi ed influenti ci troviamo dì fronte a persone pos sedute da ambizioni peccaminos e , da orgogl io, da amore per i l denaro . Le loro vi te sono state dedicate al loro successo persona le ed il Signore vi ha avuto un p iccolo spazio. Tuttavia nelle chiese preferiamo in genere conferire incarichi a persone di questo tipo piuttosto che ad altre , forse migliori ma più modeste .
Chi svolge u n mandato nella chiesa deve costituì re un esempi o di uno stile di v i ta cri sti ano . Deve imparare a rinnegare s e stesso, ad essere un amministratore generoso , paziente, longanime e a non amare affatto i l denaro . Egli ha la responsab i l i tà di mi surarsi giorno per giorno, settimana per settimana con questi valori .
L 'esempio degli anziani e dei diaconi può essere estremamente benefico per una chiesa , oppure distruggerla. A poco giova quello che il pastore predi ca dal pulp i to se chi ha un incarico nella chi esa si abbandona a passioni peccaminos e . Il l ivello di vita non può non crollare. La parola predicata perde ogni mordente ed i l predicatore appare come una persona che permette ed approva
.,
63
dei comportamenti ambigui . Sarà inevitabile che gl i ascoltatori cerchino di p iegare e di modificare le esortazioni de l pas tore per metterle in concordanza con il loro comportamento incoerente . L • esempio dei leaders fungerà da anestetico per l e coscienze d e i membri della chiesa che impareranno a trovare g�ustificazioni per tutto ciò che p i acerà loro fare . Basta un solo anziano che dia
un esempio di vi t a dominata.
dal l • amore per il
denaro per influenzare negativamente l a possibilità di recepire correttamente l a predicazione . Gli effetti saranno devastanti .
Sarebbe ben triste se ogni credente ponesse tutti i suoi desideri nel possesso di una casa lussuosa e di una macchina di gross a c i l indrata !
Se ciò dovesse accadere l ' amministrazi one del l a chiesa crollerebbe e a l l a chi�sa verrebbe meno i l supporto della Parola . Eppur e , quanti �esc;:ovi e
diaconi danno � esempio tale che , :se venisse seguito da ogni cristiano, avrebbe effetti cata
strofici l Ne lla �ostra quali tà di persone che rivestono un incarico nella chiesa dobbiamo continuamente chi ederci : nche succederebbe se ogni credente si comportasse come mi comporto io?, . Dobbiamo costituire un esempio con delle vite di sacrifi cio e d i consacrazione al Signore .
Ri cordo che alcuni anni fa andai a predicare in una chiesa . Uno degli anzi ani volle mostrarrni
l a casa che si stava costruend o . Era una villa di lusso che sorgeva ai margin i di un p iccolo paese p i ttoresc o . Mi raccontò di tutte l e difficoltà.
•
64
che aveva avuto con le autorità p.:r o1;tenere il permesso ài costruzi one di un edificio così gran
de e dall ' architettura cosi insolita in quell ' area particolar e . Passò poi a parlare di un a l tro anziano che stava cos truendo anche l ui una
v i l l a in un altro posto favoloso lì vicino � Sf andò quindi al luogo de l l a riunione che era una stanza presa in affitto , sopra una bottega . Per
arri v arei dovemmo passare per un vicolo sporco e
stringere i rasente a l muro · per evi tare dei roz:oli
di linoleum abbandonat i accanto a l l ' edificio . Sa
l immo poi una sca l a malferma per raggiungere una stanza arredata i n maniera molto sommaria e che dava una grande impressione di squallore . Più i n basso d i così non credo c h e s i possa arrivare : ecco gl i anziani tutti preoccupati del l a costruz i one del l e loro vil le mentre la casa di D i o resta u n luogo d e l tutto indegno de lla gloria di Dio .
Co nosco un di a c ono , ap·par te n e n te �d un ' a 1 tra chi e s a , che vive in un ambiente splendid o , come
un ricco propri etari� terriero de l secolo scorso .
Nessuno, ne l l a sua chiesa , trova n i ente da ridi
r e , anz i questo fratello gode di grande stima ..
C�edo tuttav i a che l ' apostolo parlerebbe d i corru
Zlone o che perlomeno lo classificherebbe come
�o c�e ha l ' animo alle cose sue e non a l l e cose
d� Crls to_- Proprio come i l desiderio di approva
zlone �ovlna tanti pastori , i l desiderio di dena
ro rovlna i d i aconi e g l i anz i ani e i l desiderio
di potere e di stima rovina tutti .
65
L a capaci t à d i preparare gl i altri a svo lgere
dei compiti
In I Timoteo 3 , 4 l ' apostolo presenta un 1 al tra
caratteristica che mette in luce un aspetto i mpor
tante de i compi ti degli anziani : " • • . che gover
ni bene La propria famigtia e tenga i figL iuo li
in sottomissione e in tutta riverenza"·
Nelle nostre famigl i e governiamo con amore ,
proponendoci d i i struire, d i proteggere , d i prov
vedere e di dare un esemp i o . Vi vi amo nelle nostre
famigl i e . Ciò offre ampi spunti per pensare al modo in cui dovremmo guidare il popolo di D i o .
Dobbiamo esser:e i l tipo d i persona che agisce i n
modo da assicurarsi uno spontaneo rispe tto per i l
proprio insegnamento . Dobbi amo eserci tare una gui
da nutrita di amore per i l popolo di Dio . Come
governi amo la chiesa? Dobbiamo renderei conto
che , proprio come i geni tori , anche noi dobbiamo preparare delle persone a svolgere dei compi t i .
A i nostri giorni è particolarmente necessario met
tere l ' accento su questo aspetto .
Quando ero ragazzo m i era stato raccontato che
g l i indigeni del l e Isole Figi non fac evano mai
n i ente e passavano tutta la loro vita all ' ombra
degli alberi di cocco . E ' ovvio che s i trattava
di un insegnamento imperialistico, paternaii s t i co
e che travisava la realtà. Ad ogni modo io ero
convinto che g l i abitanti del l e Figi sarebbero
certamente morti di fame se g l i ingle�i non fosse
ro arrivati fin là , nella, loro benevolenz a , per
66
organi z zare la loro vita . Ho l ' impressione , comunque , che il nostro stesso amb iente non abbia raggiunto un l ivello molto superiore . Molti pastori , anziani e diaconi sanno infatti molto bene che niente verrà fatto se essi non organizzeranno ogni cosa .
Ci stiamo avvicinando sempre più al momento in cui le persone verrano in chiesa sol tanto per sedersi e per ascoltare . Il nostro compito come anziani , non consiste però nel lasciar vegetare le persone in . questo modo . Dobbiamo prenderei cura delle persone che il Signore salva e- dirci � "Se il mondo di oggi produce delle persone V-iziate ' debol i , abul i che , dei veri casi disperati , noi sperimenteremo la potenza del Signore che preparerà una generazione p iena di zelo , di iniziati va e d1· senso di responsab ilità per la sua opera" .
Dal momento della loro conversione noi dobbiamo stimolare le persone a prendere del l e iniziative e prepararle a curarsi ed a preoccuparsi del-l ' o d ' n · pera l 1 o . Se sottovaluteremo questo aspetto del nostro compito non riusciremo affatto a migliorare la qualità del servizi o cristiano nelle nostre chiese • ma anz i ci ridurremo ad assemblee formate soltanto da predicatori e da ascoltatori Dobbiamo essere personalmente desiderosi di prepa� rare Ufla nuova gene · · raz1one al. compi ti sp irituali e pratici della chiesa e questi si moltiplicheranno certamente ci impegneremo sempre di più nei c onfronti del mondo esterno .
l l r l l l ( l l l l l l i l
ì r
·' l
67
Allora, se sono un anziano mi impegno effetti
vamente nella cura de lle anime? Sono capace di
organizzarmi e di pormi degli obbiettivi precisi?
Sono veramente ospitale? Mi impegno nella comuni
cazione della verità e nell ' incoraggiamento del
popolo di Dio? Sono veramente capace di opporre
resistenza all ' amore per le cose di poco conto?
Con gli altri anzian i , sono impegnato a guidare
il popolo di Dio nell.e avventure del la fede?
Siamo veramente dei modelli di zelo? Sono queste
le domande da porc i , mentre rinnoviamo il nostro
impegno ad "aspirare" ad essere degni del compito
che il S ignore, nel suo grande amore e nella. sua
grande pazienz a , ci ha affidato .
( Trad . P. Finch )
** * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * ** * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * � *
* *
! "Una comunità cristiana non può né deve ! *
* * sussistere senza la Parola di Dio , ne conse- * * * * gue necessariamente che ess a , nonostante tut- * * * ! to, deve avere dottori e predicatori che · an- :
! .nunzi no la Parola . . . Dobbiamo attenerci alla ! *
* ! Scrittura e chiamare e costituire tra noi : ! coloro che troviamo adatti a tale ministero e ! : che Dio ha illuminati nella mente e arricchi- ! * * : ti dei suoi doni . . , Perciò , quando a qualcuno ! ! è affidato i l ministero della predicazione , ! * * * gl i è affidato i l più alto ministero della * * * * cristianità . "
* * * * * * •
! ( M . Lutero , WA 1 1 , pp . 414 , 416 ) ! ' *
. * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * ** * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * * *
Collegialità e ministero pastorale
Jacques 8/andenier ..
Prima dì addentrarci nel l ' e same di questo sog
getto , credo s i a u t i l e e doveroso individuare la
cornice in cui si è svi luppato per consentire a
chi legge di cap ire fino a che punto un certo
contesto eccl esiale s i a stato in grado di influer�
zare questo lavoro . Sono un pastore che esercì ta
i l proprio minis�erio i n una Assemblea de i Fratel
l i del la Svizzera Romanda ; e già questa s i tuazio
n e , di :front;e alla stor i a , rappresenta una spe
c i e di paradosso se si pensa che le Assemblee dei
Frate l l i sono conosc iute da più di un secolo come
"chiese senza pastore " . Fatto talmente singolare ,
da indurre qualcuno a considerare le Assemblee
0L 'A . serve come pastore deZ la chiesa evangeZica dei frate Ui di Co Logny ed è direttore del giornale de Lle AssembLee de L La Svizzera francese S e a a i l l e s e t H o i s s o n . Questo articoLo costituisce iL testo de l la conferenza di chiusura de lL 'anno accademico de l ta Facoltà di teoLogia evangeLica di Vaux-sur-Seine ne l 1 982.
1. l l l r l J. .l l
69
alla stregua di sette piuttosto che vere e pro
prie chiese . Ecco dunque da quale prospettiva o ,
se volet·e , attraverso quali lenti mi sono avvici-
nato al problema .
In effetti , da una decina d ' an�i circa , alcune
Assemblee s v i z zere sono ricorse ad un pastore per
l ' eserc i z i o , nel loro ambit o , di un ministeri o a
tempo p i eno o di tipo part-time . R i voluzione o
evoluzione? Infedeltà nei confronti di una ricca
eredità di impegno laico? Oppure ri torno alle
origini , vi sto che l e Assemblee sono state fonda
te dai pastori esclus i o dimissionari da lla1
chie
sa ufficiale durante il risvegl io di Ginevra ?
La questione è dibattuta e , senza dubbi o , meri
ta d • esserl o . Le reticenze di quei fratel l i mag
giormente legati alle concezioni trad i z i onali del
proprio ambiente c i rendono un grosso servizio
i nnanzi tutto perché c i obbl igano a prendere in
serio esame i l problema e poi perché non ci
perme ttono di adottare in modo acritico una certa
forma di pastorato con il solo pretesto che esi
ste già in al tre chiese . In questa s i tuaz i one ,
pur beneficiando di studi e di lavori che proven
gono da orizzonti di versi dal nostro , ci prefig
giamo un confronto con i soli dati bibl i c i , anche
perché s iamo in qualche modo esenti dal l a preoccu-
1 s i t r a t t a , o v v i a 111 e n t e , d e l l ' o r i g i n e d e l l e A s s e m b l e e d e l l a S v i z z e r a R o m a n d a ( N d t ) .
70
pazione di dover giustificare ' a posterior i ' l a
prati ca d i un ministerio che l ' apatia o l ' attacca
mento al passato tenderebbe conservare . Dunque
una s i tuazione assai favorevole ad una ricerca .
Una ricerca 1 i cui risul tati saranno naturalmente
provvisori ed avranno b i sogno del confronto con
alte opi nioni e del banco di prova del tempo .
Scopo di questo lavoro è dunque cond i v i dere
alcune rifl essioni sul l a relazione che intercor,re
tra i l mi nisterio pastorale e que l l o presbi terale
o per dirla con la term i nologia corrente , tra
pastori ed anzian i . Certamente i l dibattito non è nuovo e può essere riassunto in questi termini:.
la distinz i one tra i m i n i steri di pastore e di
anz i ano va accentuata o piuttosto attenuata? S i
tratta d i due funzioni d i stinte oppure d i uno
stesso incarico? In altri termini g l i anziani
sarebbero dei pastori che eserci tano anche una
attività secolare da cui trarre i l proprio sosten
tamento ( d unque pastori-operai , pastori-agr icolto
ri 1 pastori-i mpi egat i , ecc . ) , mentre i pastori
sarebbere degl i anziani come tutti gl i altri con
l ' un i ca differenza di essere sollevati da una
attività remunerativa per rendersi disponi b i li a
p i eno tempo per i l mini sterio nella chiesa?
Il Nuovo Testamento da una risposta a questa
d omanda? Prima ancora ci affrontare l ' esame dei
dati b i b li c i , vorrei far notare che quas i tutte
l e denominazioni e le confessioni cristiane ri ten
gono di poter gius ti ficare b i b l i camente l e pro
pri e strutture eccl e s i a l i e le dottrine sul o sui
71
ministeri anche ne i casi in cui queste dottrine
appaiono del tutto inconc i l i ab i l i fra loro . Ma
non dobbi amo per .forza di cose sospettarvi ambi
guità o gridare alla loro d i sonestà perché i n
effetti 1 i dati b i blici sono spesso frammentari ,
i l vocabolari o a volte incerto e non sempre si
ricavano risposte inoppugnab i l i alle domande che
vorremmo porre ai testi b i bl i c i . Se cercassimo
una qualche spe c i e di organigramma de l l a chiesa
i deale secondo il Nuovo Testamento c i troveremmo
di fronte a grosse d if.ficol tà perché non e s i ste
nul l a di simi le a quello che ci forni sce , ad
esempio , l ' Antico Testamento per definire l ' uffi
c i o e le funz ioni dei Levi t i . "E ' ben lecito
dubitare di una ' dottrina· del ministeri o ' un i c a
e d uniforme che n o i cerchiamo a tutti i costi d i
estrarre dalle Scritture . I l Nuovo Testamento sem
bra assai più interessato alla personalità l alla
condotta morale 1 ai doni spiri tua li dei sorve
g l i ant i , degl i anziani e dei diaconi , piuttosto
che al la definizione di una qualunque struttura
sul l a loro relazione o ad un cap i tolato del l e
r i spettive responsab i li t à . Studiando i l Nuovo Te
s tamento , l i bro dopo l ibro , scopriamo una no
tevole di versi tà c ulturale nel l e varie forme d i 2
direzione . "
2 H i c h a e l .·G r i f f i t h s , EgUse de Jésus-ChristJ 1-ève-toi pour t a miss ion, s . l . , Gr o u p e s H i s s i o n a i r e s 1 98 1 , p . 7 2 .
72
Dobbiamo quindì dedur.�e c h e ogni forma di orga
n i z zaz-i one ecclesiale un po ' e l aborata debba per
forza di cose essere anti-bibl ica? Qualcuno , cer
tamente a torto, ha preteso fosse così . Per quan
to m i riguarda ricavo invece due grandi insegna
menti da queste " i mprecisioni" bibl iche :
l . La qualità della vita spiri tuale primeggia dì gran lunga sulla forma de ll ' organi zzaz i one . E ' i nu t i l e e vano ri porre l a propri a speranza nelle strutture cercando in esse la soluzione a tutti i prob l em i d e l la chies a . Per quanto perfette possano essere le st�utture rimangono semplicemente uno scheletro se la v i ta non vi c i rcol a ! Quando invece agisce l ' amore di Cristo, la vita si manifesta anche là dove alcune concezioni ecclesiologi che sono in difetto . La vita .farà esploderes trutture corrette ma sclerotizzate e quando l ' organi zzaz i one 1 ch.e pure ha il compito di mantenere uni te insieme le membra d-el corpo , si pietrifica e crea ostacoli al lo sv i luppo della vita spi�itual e , di venterà causa di sci·ssioni e rotture .
2 . . Credo che occorra ringraziare Dio per alcu
ni s i l enzi della Seri ttura che sbagli eremmo ad
i n terpretare come proi b i z i oni . Ciò che non è ob
b l i gatorio non è automaticamente proibi to e vice
versa ciò che non è proibì to non può essere "ipso
facto" obbli gatori o . Dio c i c oncede un apprezzabi
le margine di l i bertà e di conseguenza , di respon
sa� i l i t à . Supponete per un i s tante che un ' ep i sto
l a ci avesse presentato una specie di regolamento
ecclesiastico elaborato fin nei minimi de ttagl i :
l 1 l · � i i r
l "
J l l
73
noi c i troveremmo legati ad una struttura intocca
b i l e , di origine divina che saremmo costretti ad
applicare ovunque nonostante i l .fatto che da venti secol i la chiesa abb i a v i s suto e cont i nui a
v ivere in s i tuazioni es,;remamente diverse . E '
chiaro ad esempio che una comunità composta àa
venti membri non può funz i onare come una chiesa
che ne ha due cento . Nei due casi l ' eserc i z i o de l
ministeri o ha certamente l o stesso obiettivo , ma
non è pensabi l e che questo veng·a raggiunto nella
medesima maniera . Una chiesa vecchia di seco l i ha de l l e necessità
. ò i ordine diverso respetto ad una
chiesa i l cui membro p i ù anz i ano è convertito da
meno di dieci anni ( e 1 notiamolo qui , ques-co era
proprio il caso della gran parte delle comuni t�
alle quali sono indiri zzate le epistole ) . Una
chiesa occ i dentale del XX secolo non s i trova in s i tuaz i oni analoghe ad una chiesa che non p o s s i e
de i l Nuovo Testamento nella sua l i ngua o ad una
che è vi s suta in epoca precedente Gutenberg. Una chiesa che vive in un contes�o di persecuzione s i organizza di vers amente rispetto ad un ' al tra che
può usu fruire di ogni libertà . Quale handycap se
tutte avessero dovuto funzi onare secondo uno stes
so isp irato organigramma !
E poi , anche i fattori cul turali giocano i l lo
ro ruoi o . Le varie società umane si reggono in mo
do assai diverso l e Q�e da l l e altre. In un regime
monarchico o di ol igarch i a , i rapporti d ' autor i � à
e di di pendenza funzionano d i versmente d a u n regi
me democratic o , feudale o tr ib ale . E questo s i ri
flette più di quanto non s i vogl ia amme ttere nel
--------------------------------------------------------------------------�!11
74
modo di go�ernare l a chi esa come ha ben dimostra
to E . N ida . Ciò non vuol di re naturalmente , che
la chiesa debba seguire semplicemente e senza al
cun problema i l mode llo de l l a società .
"Voi sapete che que l li che son reputati princi
pi del le nazion i , le signoreggiano; e che i loro
grandi usano podestà sopra di esse . Irta non è così
tra voi ;. anzi chiunque vorrà essere grande fra
voi , sarà vostro servitore ; e chiunque fra voi
vorrà essere il primo , sarà servo di tutti" (Mc .
10, 42-44) . I dati bibl i c i non si possono dunque
trattare con indifferenza come pure non debbono
provocare un atteggi amento relativi sta le osserva
zioni :fatte in precedenza . Noi abbiamo la respon
sabilità di edificare una chiesa che rifletta i l
modello neo-testamentario , m a di questo mode l lo
abbi amo sol tanto la mentalità , l e linee direttri
c i , piuttosto che una ricetta completa nei detta
gli . Per buona parte dunque , ogni struttura rima
ne umana , provvisoria , atta ad essere ri formata e
questo fornisce alla chi esa que l la capac ità di
adattamento all ' ambiente che caratterizza ogni or
ganismo vivente .
Fatte queste debite precisazioni, ritorniamo
alla nostra prima domanda : "Il Nuovo Testamento
3 Customs and Cu ZtUI'es, tl e w Y o r k , H ar p e r & B r o -
t h e r s 1 9 5 4 ( t r . f r . C O t e - a u x - F e' e s , G H . ro u p e s l S -s i o n a i r e s 1 9 7 8 , p p . 1 5 6 - 1 5 9 ) .
..
, . .
75
fornisce la traccia di due diversi tipi di mini
sterio preposti al governo della chiesa? Ministe
ri che la maggior parte delle chiese provenienti
dalla Riforma identifica nei pastori da un lato e
negli anziani dall ' al tro? Per prima cosa un breve
elenco dei termini c i tati dal Nuovo Testamento .
Tra questi mi l irni�o a ci tarne tre dal s ignifi
cato abbastanza ampio e dal l ' impi ego in determina
ti contesti che non consente di precisarne megl io
i l senso . Tutti e tre comunque esprimono una
nozione di direzione ed attestano la presenza di
autorità umane nelle comunità cristiane fin dalle
origini . C i sono degli hégoumenoi ( lett. colo
ro che conducono, governano) che identifi cano " i
conduttori , . i quali v i hanno annunziato l a · Parola
di Dio" ( Eb . 13 , 7 ) . I l termine è ripreso al v . 17 "essi vegliano per le anime vostre11 e al v . 24 . Il termine s i trova inoltre in Atti 1 5 , 22 per
identif'icare Giuda e S i la ( l a Riveduta traduce
"uomini autorevoli fra i :fratelli " ) . Ci sono poi
que l l i che hanno il dono o l ' incarico "di gover
no" (Kuberneseis letteralmente indica • colui che
pi lota ' } . Questo termine si trova in I Corinzi
12 , 28 ed è posto cur i osamente in coda al la l ista
:fra que l l i che possiedono il dono di assistenza e
coloro che hanno quello di parlare in lingue . Ci
sono infine i Prois tamenoi , "coloro che dirigo
no" , "coloro che sono alla testa di " , "coloro che
presi edono" . Questo termine appare nella l ista di
Romani 1 2 , ��. Si trova anche in I Tessalonicesi
5 , 12 dove Paolo chiede ai frate l l i di avere ri
spetto per essi , e contraddistingue l ' attività
76
degl i anziani secondo I Timoeteo 5 , 17 . Altri due
term i ni hanno un imp i ego p i ù frequente , un signi
ficato p i ù preciso e una importanza tanto maggio
re se si considera che sono stati conservati dalla chiesa nel corso dei secoli pur con un
cambiamento del significato .
Si tra.tta de l term i ne presbyteroi ( presbiteri ,
sac erdoti ) tradotto con " anzian i ' ' e del termine
épiscopoi ( ep iscop i , v-escovi l tradotto con "sorve
gl i anti " . La quasi unan i m i tà dei pareri considera
i due termini equi valent i � "Anziani" è una parola
che affonda le sue rad i c i nel Giudaesimo . Compare
lungo tutto i l corso del l a storia d ' Israele e , al
tempo del Nuovo Testamento, sap p i amo che gli an
z i ani ( da i 7 a i 9 ) erano alla guida de l l e sinago
ghe in Palestina e nel la di aspora . "Episcopi" è
un termine preso a prestito dal greco pro!ano .
Gli episcopi avevano dei compi t i direttivi nella
vita civile greca : responsab i l i di lavori , membri
d e l l e amministrazioni comunal i , ecc . . . Così , in
relazione allo sfondo predominante che poteva es
s ere o giudeo-cristiano oppure greco-cri stiano ,
una chiesa preferiva usare l ' uno o l ' a ltro dei
due termini . Questi ultimi li troviamo insieme
per designare le medesime persone in Atti cap . 20
( v . 17 Paolo incontra a M i leto gl i anziani di
Efeso e - v . 28 - l i chiama vescovi ) la stessa
cosa i n T i to l . 5 e 7 . Alcuni tra i p i ù antichi
manoscri tti mettono insieme i due termini in I
P i etro 5 . 2 dove Pietro dice agli anz iani ( v . l )
77
4 "Pascete il gregge di D io " , "sorvegliatelo'' .
L ' unico indizio che permetterebbe un ' eventuale di
s tinz ione tra i due teroini si trova in I Timo�eo
3, 2 : secondo Paolo è necessario che i l vescovo
sia "capace d ' insegnare" e più avanti , parlando
degli anziani dice "soprattutto que l l i che fatica
no nella predicaz ione e nel l ' insegnamento"
( 5 , 17 } . Si potrebbe quindi affermare che mentre i
vescovi dovevano necessari amente avere un ministe
rio di predicazione , _gli anziani potevano averlo
solo in determinati cas i . Il pastore di Erma ( 2 °
sec . ) sembra confondere le due funzioni e l a
versione siriaca del Nuovo Testamento ( metà del
2° sec . ) li traduce con la stessa parola . Ignazio
d ' Antioch i a , morto martire nel 115 d . C . , l i di
stingue invece nel l a sua lettera a,lla chiesa di
Magnesia : " I l vescovo occupa il posto di Dio , gli
anziani rappresentano il senato degli apostoli ed
i di aconi sono incaricati del servizio di Gesù
Cristo" . Si può · già scorgere qui , seppure in
stato ancora embrionale , la gerarch ia che si svi
lupperà più tardi nel 3° e soprattutto nel 4° secolo : l ' episcopo ( vescovo ) di venterà il capo
della chiesa della c i ttà e sorvegl ierà i presbite
ri ( preti ) che avranno invece la responsab i l ità
di condurre l e chiese della campagna circostante .
Ma non dilunghiaooci troppo sul periodo post-
4 C o s l l a R e v i s i o n e 1 9 8 2 d e l l a R i v e d u t a . l a
B i b b i a d i G e r u s a l e m m e . l a T i c l { � d l ) .
78
aposto l i c o ; c ' è già materia sufficientemente compl essa negli scritti normativi ( gl i uni c i ! ) del
Nuovo Testamento . Se dunque si amme tte l ' equi va
lenza vescovo-an z i ano , c ome collocare i l termine
poimen ( pastore ) ? Se s i considera l ' importanza da
ta a que sto termine dopo la Riforma , ci s i sor
prende di trovar lo nel Nuovo Testamento una sola
volta e per di p i ù al plurale , per designare un
pre c i so m i n isterio nel l a chiesa ( E f . 4 , 1 1 : " D i. o
ha dato gl i uni come aposto l i , gl i altri come
profe ti , gl i altri come evangelis ti , gl i altri
come pastori e dottori" ) . Forse que sta reticenza
nel l ' uso de l termine è dovuta al fatto che l ' Evan
gelo ci presenta Gesù come i l "Poimen" per eccel
lenza {Gv . 10; I Pt . 2 , 25 ) .
Al contrar i o del sostantivo , i l verbo poimaino
( pa scere ) compare in p i ù occa s i oni ed in parti
colare in coll egamento con il ministerio degl i an
z i ani-episcop.i . Nel testo g i à c itato di Atti 20,
Paolo dice agl i anziani di Efeso : "Lo Spirito San
to vi ha cos t i tui t i vescovi per pascere la chiesa
d i D io " . Indirizzandosi agli anziani anche Pietro
nel la sua prima epi stol a , li esorta a "pascere i l
gregge " ( 5 , 2 ) i n un contesto dove lui stesso si
definisce • co-anz i ano ' ( sunpresbyt eros ) , lui a
cui il Signore risorto aveva detto molti anni pri
ma : "pasci le mie pecore" ( G i ov . 21 , 1 5-17 dove
per due volte appare il termine "poimaino" ed una
i l termine ''bosko11 ) .
A questo punto s i è dunque tentati di conclude
re che nel l ' uso neotestamentar i o , i termi n i anz i a-
. .
..
79
ni , episcopi e pastori siano equivalenti . E ' c i ò che pensa anche Calvino nel suo quarto l ibro
delle Istituz ioni deLla ReLigione Cristiana: "Ho
segu i to , nel l ' adoperare indi fferentemente i termi
ni : vescov i , preti , pastori , mi nistr i , l ' uso del
la Seri ttura che se ne serve per indicare la
stessa funz i one " . Tuttav i a , que l l i che Calvino
indi ca come preti , quindi "presbyteroi" non identi
ficano gl i anziani de l l ' ecclesiologia c a lv i n i s ta
perché que s t i ultimi trovano la loro origine ,
secondo Calvino , n e i "pr>oistamenoi" c i tati pri
ma. In loro egli vede piuttosto una spec i e di
"consiglio c i v i l e " con i l compito di gestire l e
questioni amministrative de l l a chiesa e controlla
re le "pecore" del quartiere per spingerle verso
il gregge e permettere loro di ricevere ciò che i
s o l i "vescov i , preti , pastori e m i nistri" sono in
grado di d i spensare : l a Parola ed i sacramenti .
E ' evi dente che se c i s i l im i ta a travasare i l
contenuto di una parola in un ' a ltra s i sposta
semplicemente i l problema e si creano in aggiunta
nuovi malintes i . A mio modo di vedere non esiste
una base b i b l i ca che consenta di dare al compito
dei "proistQJ;ienoi" un contenuto diverso da quel
lo attribuito agl i anziani . D ' altronde questo è
in perfetta sintonia con I Timoteo 5 , 17 dove i
due term ini sono riuniti insi eme .
Tuttav i a , al di là del problema di una termi no
logia discutibi le , Calvino c i rende un buon servi
zio quando · compie una distinz i one fra i compi ti
di gestione , di amministrazi one e que l l i più pro
priamente pastoral i che cons i s tono nel nutrire i l
80
gregge attraverso l a Parola ed i sacrament i . Atti
6 , 1-6 ci indica la strada . Si tratta de l l ' el ezio
ne dei ''sette11 incaricati del serv i zio a l l e mense
affi nché gli apostol i potessero donarsi interamen
te a l l a predicazione e a l l a preghiera . Tuttavia
lo stesso l ibro degli Atti non ci consente di
d i s tinguere troppo rigidamente i due tipi di mini
sterio . I ''sette" infatti , oltre ad essere ripie
ni di S p i rito Santo e di sagge z za , ci sono presen
tati , almeno per que l l i che compaiono più avanti
nel libro degli Att i , come dei predicatori ( Stefa
no e F i l ippo " l ' evange l ista , uno dei sette" ) . Si
deve perc i ò concludere che g l i apostoli non hanno
mai considerato la predi cazione come una loro
esc lus i va riserva di cac c i a .
P e r i l momento dunque limi tiamoci a questo:
nel Nuovo Testamento troviamo due gruppi distin
ti . Uno , l.n Atti 6 senza un nome preci so ma
identificato p i ù tardi con i "diaconi" è incarica
to di compi ti che, pur essendo sp i r i tua l i , sono
d i natura essenzialmente pratica e legata alla
gestione e al l ' ammi n i s trazione delle cose. L ' al
tro invece è i ncaricato dl. radunare , proteggere ,
condurre e nutrire la chi e s a . Quest ' ultimo gruppo
è i dent i f i cato da un insieme di term ini p i ù o
meno equi va lenti : i dirigenti , i conduttori , gl i
anzian i , gli episcopi ed i pastori . A queste
funzioni sono strettamente connessi l ' i nsegnamen
to e l ' esorta z i on e .
Questa conclusione tuttavia , potrebbe essere
rimessa nuovamente in discussione dal l ' esame di
81
ulteriori term ini che il Nuovo Testanento impi ega
per indicare coloro che esercì tano i l ministeri o
d e l l a P·arol: a . Li troviamo insieme , ad esem pi o , in
Efesi 4 , 11 ( già c i tato ) : " E ' lui che ha dato gl i
uni come apos to l i , g l i altri come profeti , gl i al
tri come evangelisti , gli altri come pastori e
dottori . " Poi in I Corinzi 12 dove l ' apostolo
Paolo , dopo aver descritto l ' origine e lo svilup
po dei doni e dei ministeri ne l l a chi esa , conti
nua e l encando que lle funzioni che più gli sembra
no consol i date : 11E Dio ha costituito nella chiesa
in primo luogo degli aposto l i , in secono l uogo
dei profeti , in terzo luogo dei dottori e poi . . . "
( v . 28) .
Da queste l i st e si possono accantonare i mini
steri di apostolo e di evange lista la cui natura
è piuttosto i t inerante ed è rivalta all 1 esterno
per la predica z i one del la Buona Novella a 9uanti
ancora l ' ignorano . Restano da considerare i l mini
sterio di profeta non agevo l e da dei'inire 1 anche
se occupa un posto importante ne l l a chiesa del
Nuovo Testamento 1 e il ministerio di pastore e
dottore ( secondo l a formul a z i one paolina sembra
trattarsi del l e due componenti di una stessa fun
zione ) .
L ' attività dei profeti e dei dottori che edifi
cano l a chiesa attraverso l ' esortazione e l ' inse
gnamento , sarebbe dunque distinta da que l l a affi
data ai conduttori , ai pastori del gregge? Que sta
pos s i b i l e d i s t i n z i one non sembra però in sintonia
c on la natura stessa della chiesa che è un corpo
82
s p i rituale nutrito e diretto dal l a Parola di Dio . La predi ca z i one pubbl ica non è certamente l ' unico s trumento per formare la chiesa anche se ne rima
ne il principale . Non tutt i coloro che dirigono sono necessariamente chiamati a predicare e coloro che eserci tano il ministerio della Parola non hanno obbligatoriamente una responsab i lità come conduttori L� una chiesa locale . Per esempio
l ' e serc i z i o del l a profez i a in I Corinzi i4 non sembra legato ad una responsabi l i tà di conduzio
n e . Vi sono noi i casi dei predicatori i t inerant i : evange l isti , profeti o dottori conosciuti nella chiesa primi ti va o ancora dei dottori del l a c h i esa di tipo calv inista incaricati s i a dell ' i nsegnamento ai bambini che de l l a preparaz i one per
i pastori che frequentavano l ' Accadem i a . Tutt:a
v i a , i l fatto che Pao lo leghi strettamente i due mini steri di dottori e pastori ( E f . 4 , 11 ) , c i fa r i c ordare che ne l l a comunità c r i stiana l ' i nsegnamento non può essere staccato dalla v i ta ,. Infine , lo abbi amo g i à ricordat o , non dimentichiamo che Paolo chiede a Timoteo di affidare l ' i nsegnamento
e l ' esortaz ione agl i episcopi ed agli anziani ( I
Tim . 3 , 5 ; 5 , 17 ) .
Se que s ta ricerca può apparire fin qui troppo lunga e f i tta di nozioni , la ragione s1;a nel fatto che ci ac costiamo ai testi con una preoccupaz i one che è loro estranea : que lla c i oè di
scoprire in essi un organi z za z i one più o meno
giuridica di minis teri con compiti chi aramente
defini t i . E ' piuttosto diffi c i le e r i schioso cercare di codificare partendo da indi z i spars i ! Si
83
corre i l rischio di fermarsi sui termini e fos s i l i z zare ciò che invece e r a in dinamica gestazione durante la redazione dei testi .
Da questa serie di indi z ì , appare tutta v i a un
dato abbastanza chiaro : la chiesa locale era diretta da uomini a cui Dio aveva affidato que sto
servizio ; tale conduzi one era collegi ale , essa c omportava compi t i e doni di vers i , includeva il
ministerio del la Parola nei suoi vari aspetti
anche se esortazione , profe z i a , parola di saggez
za e di conoscenza non erano appannaggio esclusi
vo di questo gruppo di conduttori . Partendo da queste basi si i mpongono alcune considerazi oni :
Collegi a l i tà
La funzione pastorale va esercitata col legialmente : a questo fatto occorre dare la massima importanza . Tutti i termini incontrati fin qui sono al plural e . E l e eccezioni non possono rime ttere
in questione questo dato . Quando infatti Paolo ri
corda nelle epistole pastora l i "occorre che i L
vescovo . . . " egl i intende i l lustrare l e qua l i tà morali e sp iritual i che ogni vescovo del gruppo
deve possedere personalmente . Quanto poi a Giovan
ni che s i definisce " l ' anziano" , s i deve r i ferire ad un titolo onorfico dovuto alla sua età piutto
sto che ad uno statuto preciso in una comunità
loca l e .
Questo aspetto coll egiale non ci dovrebbe stupire . La chi esa de l Nuovo Testamento ci è presen-
84
tata come
prodigioso
atti v i tà e
un corpo . I Corinzi c i mostra questo
svi luppo del l a vita attraverso doni ,
compi t i assai divers i . Tutta la chiesa
è una realtà corpora ti va . Ogni membro apporta c i ò
c h e egl i h a ricevuto da D i o e riceve c i ò che D i o
g l i dona attraverso gl i altr i . La v i ta di un
corp o , per quanto sempl i c e possa essere , necessi
ta di parecch i e funzion i . Ci ascuno è incompleto
ed ha bi sogno dei suoi frate l l i e de l l e sue
sorel le . Di volta in volta ognuno è strumento e
benefi ciario . E questo può avvenire unicamente
n e l l a reciproca sottomi ssione .
Tra l e diverse funzioni del corpo , i l s i s tema
nervoso ha i l compito di i nterpretare le percezio
ni , control lare , dirigere e decidere. Anche nella
chiesa , tra i vari doni destinati all ' ut i l e comu
ne alcuni sono concernenti l ' eserc i z i o de l l ' auto
r i tà . Noi sappiamo bene che dopo la caduta , quan
do l ' uomo ha voluto impadronirsi del potere di
Dio , ogni relaz ione umana è stata deformata . E ad
essere maggi ormente m i nacc iate da questa deforma
zione sono le relazioni che concernono l ' eserci
z i o del l ' autorità per i l .fascino esercì tato dal
potere sul ! ' al tra . Per questo motivo un pastore
non dovrebbe l i m i tarsi ad avere dei discepol i , ma
anche uomini al suo l ivello . Non deve ·avere sol
tanto .figl i sp i r i tua l i , ma anche dei frate l l i
investi t i del l a sua stessa autorità che possano
sorvegl i arlo ( " . . . episcoparlo" vegl i are cioè sopra di lui ) . Ne l l ' e s ercizio del l ' autori tà la soli
tudine è pericolosa e per di più contraria alla
s tessa natura del corpo .
85
Nella chiesa , questo corpo completo e comples
so , il compito di conduzione assume forme di v er
s e . Perché di versi tà e complementarietà sono en
trambe necessari e al suo governo . E nessun uomo ,
per quanto beneficiario di numerosi doni , è così
completo da poter .fare a meno dei fratell i : a
maggior ragione se è responsab i l e della guida di
tutto un gregge . Insegnare , esortare , correggere ,
permettere alla pace e all ' ordine di regnare ,
animare , stimolare , organ izzare , ri conc i l i are , di
scipl inare , avere un contatto individuale con gio
vani ed anziani , occuparsi dei nuovi convertiti . .
e dei vecchi converti ti , curare le ferì te della
v i t a , consolare, formare i successori , rappresen
tare la chiesa davanti alle autorità , mantenere
un legame con le altre chiese , ecc . . . Un sempl ice
elenco solo per dimostrare che non è solamente un
problema di tempo ad impedire ad un solo uomo di
occuparsi rli �tto . Si tratta piuttosto di attitu
dini o meglio di doni spìritiual i . Ed alcuni di
questi sembrano talvolta inconc i l iab i l i in una
stessa persona . Ogni indiv iduo ha i suoi punti
forti a cui corri spondono inev i tabi lmente dei pun
ti deboli . Occorre evi tare che questi ultimi di
ventino anche i punti deboli in tutta una comuni
tà.
Accentuazione del mini sterio de l l a parola
Nella complementarietà che caratterizza il col
legio degli anziarii , è normale che alcuni compiti
siano di fferenzi ati . "Sono tutti dottor i " ? ( I Cor . 12 , 29·) . E poiché nella direzione di un greg-
86
ge l a conduzione verso verdi pascol i diventa prior i tar i a , ecco che i mini steri del l a Parola giocano un ruolo strategico nel nutrimento del gregge mediante il pane rappresentato dal l a Parola d i
Dio . In que s t o campo qualsi a s i mancanza o squi l i br i o di alimentazi one provoca debolezza e malat
tia in tutto il corpo . D i venta dunque di capitale importanza , di scernere i doni di insegnamento e di esortazione ed offr ir e a quanti l i hanno rice
vuti , i mez z i per eserc-ì tarli e sv i luppar li nel
riconoscimento del l ' autorità che da tali ministeri deri va .
In fine , que sto m i ni s ter i o d ' i nsegnamento ( affidato a coloro · che la S e r i ttura chi ama dottori e
pa s tor i )' r i chiede tempo . Galati 6 , 6 dice : "Chi
viene istruito nel l a Parola fac c i a parte di tutti
i suoi beni a chi lo istru i sce11 • Paolo dunque ri tiene che i l m i n i s terio d ' insegnamento implichi una mancanza di guadagno e necess i t i p e rc i ò di un sos tegno finanz iario da parte del l a chi esa . E non
sembra trattars i di un fatto marginale p i ù o meno facoltativo perché anche I Timoteo 5 , 17 conferma
que sto dato . Si parla qui di anziani che possiedono una particolare competenza nella conduzione e soprattutto , dice Pao l o , n e l l a fatica della predic a z i one e del l P insegnamento : 1 1 S i ano reputati de
gni di doppio onore" . Secondo i l contesto ( v . 18) è chiaro che questo doppio onore è , in concreto , un doppio salari o . Anche perché i l termine "onore" può ben essere tradotto con ' 'onorar i o " .
87
Uomini "a parte " ?
S e dunque la predi c a z i one richiede i l p i ù poss i b i l e una dedizione a p i eno tempo , gl i anziani
che l ' esercitano non debbono godere di un parti col ar e statuto? Questo rn i n i s terio non ne fa èe i servitori d i Dio l a cui collocazione è diversa da altri anz i ani spesso impegnati in una att i v i tà
lavorativa profana?
La Facoltà di Teologia di Montpellier ha dedi
cato a qusto sogge tto un fasc icolo del l a sua
r i v i sta dal t i tolo "Pastori e d Anzi ani" . Si è trattat o , in pratica p del l a r i sposta ad uno stu-
5 dio del prof. D ' Espine . I l prof. D ' Espine d ifen-
de la causa del l� direzione collegiale che abbia
mo appena esposto .
5 Les anciens conducteurs de L 'Eglise, N e u c h a -
t e l - P a r i s , D e l a c h a u x , e t N i e s t lé 1 9 4 4 . 6
" N o n a b b i a 111 o a l c u n a e s i t a z i o n e n e l l 1 a f f e r11 a r e
c h e u n a r e s t a u r a z i o n e d e l p a s t o r a t o c o l l e t t i v o ,
e s e r c i t a t o d a u n v e r o c o l l e g i o d i a n z i a n i , è t r a
l e p r i m e c o n d i z i o n i p � r u n r i n n o v a � e n t o s p i r i t u a
l e d e l l e n o s t r e c h i e s e " ( p . 5 ) " E ' a u g u r a b i l e c h e
a r r i v i i l t e a p o i n c u i l e c h i e s e r i f o r m a t e p o s s a n o r i c o n o s c e r e e d a n n u n c i a r e c � e i p a s t o r i s o n o
a n z i a n i e c h e g l i a n z i a n i r i c o p r o n o o g n i i n c a r i c o p a s t o r a l e " (p . 5 4 ) " I f e d e l i d o v r a n n o r i c o n s i d e r a
r e o g n i a n z i a n o c o o e l o r o p a s t o r e e r i c o n o s c e r g l i
l a m e d e s i 11 a a u t o r i t à " ( p . 5 6 ) .
88
Sul l ' argomento i l prof . Cadier ri sponde categoricamente: "Non si può affermare che gli anziani sono pastori e che i pastori sono anzian i " { pag . 332 ) . Ed ecco come sp i ega ques ta affermazione:
' ' L • Apostolo , e con lui tutti gli altri uomini i sp i rati ( profeti , evange l i sti , pastori e dottor i } , considera i l suo ministerio come un dono proveniente dall ' a lto, una vocazione da l l ' alto.
Egl i è costretto dall o Spirito ( . . . ) . L ' anziano, pure lui ch i amato sorvegliante (episaopos) fa invece dipendere i l suo mini sterio da lla comuni tà , perché egl i rappresenta la comunità , l a v i ta dello Spiri to che è nel l a comunità . E ' anziano non per carisma , ma per carica . Egli desidera essere anziano" (p . 331 ) . E più avanti " C i sono nel Nuovo estamento uomini che sono 11messi a parte" per il particolare compito di annunciare la Parola di D i o , degli uomini che Dio chiama a consacrarsi completamente al ministerio della Parola di Dio? Certamente s ì , Pao lo e Barnaba ( . . . ) , gl i apostoli ed i profeti , gl i evange listi , i pastori e i dottori ( . . . ) . Sono questi i ministri della Nuova Al leanz a , i ministri del l o Spirito . Attraverso una spe cie di successione apostolica del tutto spiri tuale i pastori sono gli eredi degli apostol i . Per la loro particolare vocazione essi costitui scono lo strumento mediante il quale D i o indirizza continuamente agli uomini i l messaggio di riconciliaz i one e la testimonianza del S i gnore r isorto . Sono convinto che occorre mantenere i l carattere specifico di questa vocazione . Attraverso la Sua Parola annunciata dai pastori , Dio verifica continuamente la chiesa , la conduce e la
89
giudica . Il pastore non si trova nella chiesa , ma di fronte all a chiesa e combatte contro di lei le
lotte di Dio. Il pastore l ' esorta , le fornisce l ' insegnamento , la co�duce ma dal di fuori , dalla parte di Dio . Spesso si sente solo ma si tratta del la conseguenza della sua vocazione ( II "noi 11
ed il "voi " delle epistole ai Corinzi ) . Gli anzian i , invece , sono i rappresentanti della chiesa e , controllando i l minist�rio del pastore , vegl i ano affinché . nessuna deviazione umana possa introdurvisi . Sono due elementi diversi e complementari della vita della chiesa" ( p . 334 ) .
Mi sono permesso queste lunghe citazioni proprio perché vanno in un senso radicalmente opposto a quello che ho proposto . Impossibile infatti non tener conto di queste argomentazioni che c i interrogano per l a loro serietà . Dobbiamo prendere atto della realtà di certe vocaz-ioni riconoscendo una particolare autori tà ad alcuni servi tori di Dio la cui missione è in benedizione al popolo di Dio . Non sf può tuttavia , accettare in
· alcun modo questa argomentazione sul piano biblico. In particolare si esagera a torto , sul la nozione di "messi a parte" di alcun i . S e vogliamo , tutto il popolo di Dio è costituito di sacerdoti in c iascuno dei suoi membri . Ogni credente , come tempio dello Spirito Santo è consacrato ed appartiene a Lui . Perciò tutti i credenti sono dei santi , dei "messi a parte" e ciascuno è chiamato ad of.frire i l proprio corpo in sacrific io vivente , santo , accettevole a Dio . Temo che si giunga troppo presto a suggerire due categorie
--------------------------"------------------------�·
90
di cristiani , riprendendo forse inconsciamente,
la nozione di uomini consacrati a :favore di altri , al loro pos to .. Inoltre , di fronte al ' noi ' e
al ' voi ' , di fronte al ruolo incontestab i l e degli
apostoli nei confronti del l a chiesa primi tiva , oc
correrebbe dimostrare che qt,.�esto ruolo sia
trasmissibile e che sia ricoperto dal pastore nel
senso attuale del term ine . Ciò che veramente sta
di fronte alla chiesa è la norma del la Scrittura ,
gli scritti rivestiti dell ' autorità aposto l i ca .
Secondo Atti 20 , 28 invece , coloro che devono pa
scere la chi esa sono stati stab i liti dallo Spiri
to Santo "nel" gregge e non "sul " gregge ( in
greco ''en11) .
Vi è certamente una ' 1doppia investi tura1' , una dal l ' alto e l ' altra dal basso , una vocazi one divi
na comunicata in un modo o in un altro dallo
Spirito Santo ed una chi amata umana da parte dell a comuni 1;à che ha saputo discernere il dono
in alcuni dei suoi membri . Viceversa , non credo
çhe questa " doppia investi tura,. concerna uomini ' ' differenti . I l testo del pro� . Cadier , pur nella
sua chiarezza :fin troppo sempl i cista , non sembra
poter rappresentare i l modo di definire i di versi
mini steri del la chiesa del Nuovo Testamento .
Occorre tuttavi a , prendere in consi derazione la sua preoccupazione dettata dalla volontà di mantenere vivo nell a chiesa un ministerio della Parola riconosciuto ed esercì tato con esigenza e serietà . E sottoscrivere , senza al c una ri serva ' l ' invito che conclude lo studio del decano Jean
Cadier: "Combattiamo la tendenza la clericalismo
e al formalismo che minacciano in continuazione i l ministerio pas torale ; aumentiamo pure l e re
sponsabilità dei consiglieri presbi terali ( = an
ziani ) ma . per favore , non sopprimi amo i l ministe
rio della Parola di Dio" p . 334 ) . Ma questa non
era certamente l ' i n tenzione del prof . D ' Espi ne e
neppure la nostra . Questa è piuttosto una sfida
da raccogl iere ; che il ministerio della Parola
conservi interamente il suo posto e la sua serie
tà perché portato avanti da uomini " i ns i eme" e
non da un soli sta ; da fratelli con di fferenti
sensibi l i tà ma capaci di apportare alla comunità
contributi differenti . Non è positivo lasci are al
solo "speciali sta" l ' abi litazione alla predicazio
ne , tanto più che dopo diversi anni non avrà più
la possibi lità di un confronto ( ammesso che l ' ab
bia avuto nel passato) con la realtà del mondo
del lavoro, le sue costrizioni , i suo.-i confl itti
e i suoi dilemmi . La chi e sa ha certo bisogno di
"tecnici" che conoscano le lingue b i b l i che e s i a
no equipaggiati per compiere l ' esegesi di un te
s to . Ma non è sufficiente lasciare ad un solo
t ipo d ' uomo , magari di formazione intellettuale e
letteraria , i l nutrimento del gregge . Perché quel
la predicazione toccherà un solo tipo di creden
t i ; coloro che hanno un bagaglio cul turale ed
intellettuale allo stesso l ivello di quello del
pastore .
E ' tempd di concludere . Il nostro discorso
avrà già preparato il lettore ad attenders i una
r i sposta evasiva alla domanda iniziale : "Pastori
________ _. ............................................. .
92
ed anz iani , stesso m i ni sterio"? Ed in:fatti sono costret l;o a rispondere : "stesso ministeri o . . . sì e no" . O , megl i o ancora , "sì ma • • • " . Dal punto di vista biblico è lo stes so m inisterio ma eserci tato col l egialmente nella d i versità e nel l a complementari età . Non tutti sono dottor i , ma che i dottori non siano gl i unici a governare la chies a . Non tutti sono capaci di' organizzare , ma coloro che possiedono questa capac i tà l ' esercitino i
,n �tretta relazione a coloro che insegnano .
No� e g1usto che i l "credente medio" delle nostre ch1 ese consideri la visita di un anziano di minor valore di que l la de l pastore quando non sempre c olui o co1.oro che hanno un dono di predicazione e
_ di insegnamento sono anche sp iri tualmente dota
tl per eserci tare la cura d ' anime !
Dobbiamo rispettare la specificità caratteri-stica dì · c1asc un membro del gruppo di anziani senz� tuttavia cadere nell a specializzazione tropP� s�stematica . Che la comunità riconosca e valo�.lZZl ogni dono e sia in grado di conferire una l.mportanza del . tutto particolare a quello del l� Parola perché l à è l a sorgente da cui proviene tutto i l resto . uLa fede viene dal l l udire e l ' udire s i ha per me z zo de l l a Parola di Dio" (Rom 1 0 , 17 ) .
. •
� ' . certamente di ffi cile far coesistere in modo eqm l 1 brato un mi nist · . erlo a tempo pieno con mini-sterl svolti insi eme ad attl. vl· ta' professionali spesso impegnative , t à . la f"onnazione '
ed evitare che la disponibilila competenza (ce l o auguria-
mo) , stimoli i l tutte. l e attività za . La coscienza
primo ad d'i piccola
di chi
9 3
accentrare su d i sé o di grande importan
s i sente ''pagato per
compiere i l lavoro" , il sovraccarico profe ssiona
l e o - ! • inerzia degli altri uniti all ' immagine
religiosa tradizionale de l l ' eccles.i:astico , provo
ca i l formarsi di una barriera fra iL_ pastore e
gli anziani . Una ragio:1e in più per combattere
contro quel la che ·possiamo .definire una deforma
zione nei confronti del modello collegiale neo-te
stamentario . Poiché l a tendenza naturale va nella
direzione del clerica lismo , occorre raddoppiare
la vigi l?nza .
Nessuna forma di governo della chiesa è così equi l ibrata e biblicamente esente da riproveri da pretendere di resistere una volta per sempre alle deformazioni dell ''usura e del tempo . Bi sogna essere coscienti dei pericoli ed occorre la volontà di evi tar l i . E 1 dunque necessaria la v i s i one , la volontà, la capacità d i continuare a ri formarsi ,
l ' umiltà di rimettersi continuamente in causa . Il tutto in una prospetti va di preghiera affinché lo Spirito Santo agisca nella chiesa . Perché susciti dei doni , perché questi doni si ano ri conosci ut i . Perché coloro che l i hanno ricevuti si-ano così obbedienti da rnetterl i al servizio degli altri i n una reciproca sottomissione . Perché i l Signore Gesù sia riconosciuto come i l solo Pastore del l a
chiesa, Pastore dei pastori umani e Pastore anche delle pecore del gregge .
( Trad . G . Corradin i )
--------------------------------··------------------------------�11
Come consigliare i giovani per ì l servizio cristiano ?
Armand Helnigero
La mi a riflessione e le mie osservazioni si basano prima di tutto sul la mia esperienza personale di preparaz i one al servi z io cristiano che è durata circa cinque anni , in secondo luogo sui diciassette anni di servizio che ho avuto i l pri vi legio di svolgere, con d i versi compi ti in Indocina e, infine , sul mi o attuale incarico di consigliere di nuovi m i s sionari .
0L 1A. ha avuto una formazione agrico la ( quattro anni } J bibUaa (tre anni) .J teoLogica , psicologica e pedagogica (due anni); è stato in Laos (1 9 56-1 970) per un · ministero di fo:t'171azione. Da
a l lora è seqTetar>io di missione (SMEJ deUe AssembLee dei frat e H i deHa Svizzera Romanda. e serve � metà tempo come pastore de l la chiesa di Meyrin. 1-Z presente articolo è i l testo di una relazione
fatta ai pastori e responsab iLi durante il Conrrresso "Mission 83" a Losanna e quindi pubbl.ia t
7 7 R . . a a su" c-a t.v-z.sta P e r e r s p e e t i v e s � i s s i o o a i r e s che si r ingrazia per il permesso di traduz ione.
9 5
Que l l o che dirò non è assolutamente normativa e continuo perc i ò a rimanere aperto a qualsiasi contributo r e l a1;i vo all a formazione e al l • addestramento de i gi ovani . Nel corso degl i ul timi
trent ' anni la situazi one si è radi ca lme nte trasformata sia in Asia che in Africa ed anche l a nostra società E'luropea s i è talmente evoluta che appare impossi b i l e oggi dare gli s1:essi consigl i che si davano in passato . Tuttav ia desidero , all ' inizio di questa relazione , ricordare due realtà che rimangono permanenti , in qualunque epoca e in qualunque luogo _
Una vita cristiana autenti ca
La prima di queste realtà è la necessità d i constatare l ' esi stenza di una vita d i autent i c a relazione con Di o . Quando si è sol lecitati o
chiamati a dare dei consigli ai giovani in vista
di un loro eventuale servizio cristiano , prima d i tutto occorre avere l a conferma che questi giovani vivano una vi ta di comunione con Dio provocata dal l ' incontro con Gesù Cristo . Sono convinto che senza questa conferma , sarà inut i l e cons igl iare qua lc uno in vista de l servi z i o cris tiano . Senza que sta realtà non si può costruire nul l a di serio . Forse occorrerà del tempo per avere questa conferma , ma evi ti amo qualsiasi approssimazione , concludendo- che i l tale gi ovane è a posto nella sua relazi o�e con D i o , semplicemente perché è
simpatico, devoto , ben disposto a servire .
Nessun atteggiamento può sostituire que l l a
96
realtà che Gesù Cristo descrive come la nuova nascita provocata dal l o Spirito Santo ( Gv . 3 ) . Le disposi zioni e le attitudini p i ù lodevoli non po�ranno mai sos titui re i l ravvedimento e la nuo-va nascita . Gesù Cri sto : pella di Dio
Vivere realmente in relazione co� ques ta è l a condizione perché l ' appossa essere veramente ascoltato e perché non ne esca fuori uno pse.udo-apello . A noi che consigl iamo spetta il compito d i discernere , meglio che pos siamo , questa prima real tà , senza la quale è prematuro parlare del l a seconda .
La chi amata
Nel corso di tutta la storia · Dio ha chiamato degli uomini , attraverso il mistero della .fede , ad un servizio per lui , che consiste inna�zitutto nel cul to , nel la lode, nella preghiera , nell ' ascolto della parola . Li ha anche chiamati ad un servizio per i l prossimo . L ' evangelista Matteo riassume così questa dup l ice chiamata: 11Ama il Signore . Dio tuò con tutto i l . tuo cuore , con tutta l a tua anima e con tutta l a tua mente . Ques to è i l grande e i l primo comandamento . Il secondo, si mi 1 e a questo , è: Ama i l tuo prossimo come te stesso . Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti 11 ( Mt . 22, 37-40) . Ogni cristiano è chiamato a vivere quest ' amore , concretamente, durante la sua vita .
Nel corso di tutta l a storia Dio ha anche chiamato · degli uomini a svolgere dei servizi particol ari , appartandoli in vista di un preciso ministe-
97
renderli tuttav i a membri di una cl asse rio , senza Anzi molto spesso colo:-c che sono pri vi l egiata .
. . da parte" hanno conosciuto l a prova s"tat� umessl.
d 1 1 natura stessa de l e la solitudine provocata a a loro ministeri o .
rl.. ferire quando s i parla d i A cosa c i s i vuol . . ? d; appello di Dio per i l suo servl.Zl.O . chiamata , .....
La chiamata di Dio resterà sempre � m:stero � . alcun' ricevono la chiamata l.n vJ.sta dl. Come ma1 _.
. . . . n un paese lontano mentre al trl. sono un servl.Zl.O l
. . convinti che i l loro posto è que ll� �l. �l�ane�� nel proprio paese d , origine impegnatl l.n � attl •
, "1 rr? Il fatto e che , vità professlonale seco vare . . nto l a sua opera nel mondo , per portare a complme . . . .
Dio ha bi�ogno di tutti que sti due tlpl. di testl.-moni .
Può confidare la sua chiamata? Un giovane a chi _
Un gi ovane cristiano deve poter co�divide�e l a sua chi amata nella sua chiesa ed e propr l o a
· t che s ' impone una domanda . Il questo propos1 o . giovane deve poter trovare una persona o , megl:!.o
· t ad ascoltar l o e a ancora, più persone dl.spos e
. dargli de lle risposte . La chiesa nell_a . qual� nol . · mpegnati ed attivi accetta un Sl.mlle dJ.alo-sl.amo 1
. go? Siamo preparati o siamo pronti a prepararcl. per un simile d ialogo?
Questo significa concretamente che gl i anziani 0 i responsab i l i della chiesa devono e�sere
.p:epa
rati a rispondere in modo positivo a1 pr1m1 ap-
98
procci , forse ancora tim i di , d i un giovane o ,
talvolta , d i un meno giovan e . Sarebbe bene che l a
questione , dopo essere stata inizialmente confi da
ta ad un responsab i l e di maggior fiducia , fosse
poi esaminata da l collegio degl i anz i ani . Quando
a dare i cons igl i è un solo anzi ano , si corre
sempre il rischio di dare a questa chi amata una
valutaz i one parzi ale . Anche perché que s t t anzi ano
è talv olta o troppo lontano o troppo v i c ino a l l a
persona interessata . Il parere d i fratelli e d i
sorelle competenti consente d i maturare un discer
nimento p i ù obbiettivo . Itfentre un fratel l o anzia
no potrà .forse valutare meglio l ' attitudine inte
riore e le motivazioni profonde che l ' hanno deter
minata , altri potranno dare con p iù fac i l i tà una valutazione riguardan te , ad esempio , i l l avoro
professi onale . Sugge r i s c o anche che , durante que
s ti primi approcc i appena ricordati , venga dedica
to a questo gi ovane de l tempo per preg:re ins i eme .
In segui to tutti gl i anziani del l a chiesa faranno
bene a prosegui re questa comuni one nel l a pregh i e
r a . Tutti voi conosc ete l t es�erienza dei responsa
b i l i del la chi esa di Antiochia quando si trovaro
no davanti alla chiamata di Paolo e di Barnaba
( A t . 1 3 , 2- 4 ) . Lo Spirito Santo potè ''parlare"
attraverso la preghiera e il digiuno J
Come valutare l a chiamata
Certamente non esis te in merito una formula o un criterio definito e , d e l resto , ogni persona ha un suo proprio carattere da tenere in considerazione . Tuttav i a mi p e rmetto d t i ndicare alcuni
9 9
punti d i riferimento per questa valutazione :
Una chiamata che cost a . Mi pare che la chiama
ta di Dio debba "costare" ! Sarei molto prudente
davanti a gi ov�ni che lascias sero con troppa .fac i
l i tà i loro studi e le loro attività profes9iona
l i , dicendo che lo fanno per prepararsi perché
Dio li ha chi!'lmati t In o l tre oggi anche i giovani
cristiani sono espo_sti a l l a tentazione di v i aggia
re , di conos�ere n�ovi paesi ( di quella moda che
gli inglesi chiamano " trip" ) , in un modo molto
simile a que llo che s ' i ncontra in una certa parte
della gioventù contemporanea . Questa gioventù sof
fre p�ofondam�nte g l i schemi di vita de l i a nostra
società: tecnologica il cui unico princ ipio è i l
prof i tto, e reagi sce ri fiutandola .
non vogliono più questo tipo di
ritirano in un mondo tutto loro ,
Molti giovani
società e si
con tutti g l i
eccessi e i problem i che p i ù o meno conosc iamo .
Un ' eccellente formaz i one profe ssionale . Mi p i�
cerebbe vedere , come candidato potenz i al e , un gi �
vane o una giovane che abb i a ben portato avanti
l a sua formazione professionale qualunque essa
s i a ; attraverso gli studi o l ' apprendistato di un
mesti ere . In o l tre che l a sua partenza eventuale
dal l ' uffi c i o , dalla fabbrica o dal la scuola sia
rimpianta dai compagni d i lavoro o di studi o . Ancora oggi e s i s tono persone che sanno ri conosce
r e l e qua l i tà professiona l i e morali dei loro collaboratori !
Un impegno serio ne l l a propria chi esa . Mi p i a-
1 00
cerebbe anche vedere una certa relazione fra la chiamata e il serv i z i o già svolto nella propria chiesa o altrove per il Signore . Una chiamata mi
sembra essere spesso i l risul tato di un serio impegno preliminare nel serv i z i o di Dio . Un servi
zio compiuto permette inoltre di riconoscere i
carismi già esistenti e que l l i potenzial i . Questo
riconoscimento ci perme tterà sia d t incoraggi are
una chiamata per i l servizio a pieno tempo , sia
di rimetterla in discussione e di cercare con
l ' i nteressato un ' altra via per i l servizio .
Nel caso di un giovane che confidasse di aver
ricevuto la chiamata da Dio e che non avesse
ancora avuto occasione di offrire prove di un
impegno reale nel servizio e nella testimonianza ,
suggerirei di trovargli innanzitutto del l e possib i l i tà di servizio nella chiesa. Le occasioni di
servi zio in una comunità locale non mancano mai=
attività fra i bambini , fra i giovani , evangeliz
zazione ecc . . . Tuttav ia bi s�gnerà essere molto prudenti in modo che la persona interessata non
subi sca le nostre indicazioni come una specie di contratto : "Se tu lavorerai bene , allora s i potrà
discutere del l a tua chiamata" . Occorrerà piutto
sto insistere sul .fatto che senza un servizio
preliminare è impossi b i l e pronunci arsi su una
chiamata .
I l coraggio di dire n o ! Sarà anche necessario avere i l coraggio di dire no , quando gl i elementi di cui abbiamo appena parlato non si manifestano o si mani fes tano appena . Vi sono troppi giova-
101
n i missionari "turisti 11 che hanno molte semplicemente trasferito nel luogo di missione i problemi che non erano riusciti a risolvere nel loro paese
di origine . E t sempre molto di f.fi c ile dire no a qualcuno che mostra una certa disponibi l ità. Ma
la buona volontà non basta ! E ' assolutamente ne
cessario riconoscere i l fondamento che farà dì
una persona un servi tore serio e completo . E '
meglio rischiare di dire un no di troppo che un si di troppo . Se c i siamo ingannati dicendo no, credo che la misericordia di Dio farà in modo che , al momento opportuno , il mio no s i a trasfor
mato in si dal Signore .
Del resto i l no non dovrebbe L�ai essere senza
un segui to . Bisognerà ricercare con cura se esistono altre possibilità di servizio praticabi l i e più affini alle attitudini dell ' interessato . Si
ha a volte l a tendenza a sopravvalu�are il servi
zio a pieno tempo rispetto ad un impegno nell ' ope
ra di Dio svolto parallelamente ad un ' atti v i tà professionale . 11\a cosa potrebbero fare le chi ese
senza le persone impegnate professionalmente che danno a volte i l meglio di loro stesse per l ' ope
ra di Dio?
Delle decisioni prese collegialmente . Conc}u-.. .
dendo questo capitolo , conviene insistere ancora
sul la necessì tà che ogni chiamata sia valutata
col l egialmente dag l i anziani della chiesa . Questa collegialità suppone che sia messo a parte un tempo per la preghiera ed anche per i l digiuno . Ri cardiamoci del modo in cui gli anziani del l a
102
chiesa di Antiochia· hanno riconosciuto la vocazio
ne missionaria di Paolo e di Barnaba . Certe condi
zioni devono essere real i z zate in modo che l o
Spiri to Santo poss a dare la sua approvazione per
me z zo de i frate l l i e de l l e sore l l e riuniti insieme . Nel l e nostre chiese purtroppo vi sono p i ù
spe sso chiacchiere che momenti dedicati al l ' ascol
to e alla preghiera. Forse è questa una de l l e
ragioni che c ' impedisce di essere all ' altezza del
la nostr� responsab i l i tà nel valutare l ' autentici
tà d i una chiamata . Troppo spesso i giovani sono
l asci ati soli con i loro problemi e , per forza di
c ose , prendono de lle deci sioni individualmente
senza alcun legame con i l corpo che è l a ch iesa .
E • indispensab i le creare un c l ima di confidenza ,
che permetta un dialogo fruttuoso in cui alcune
verità possano essere dette con chiarezza e con
franchez za .
La preparazione - Cosa b i sogna consigl i are?
I l momento de l l a preparaz i one mi pare oggi
particolarmente importan te e ciò è vero s ia per
un serv i z i o nel proprio paese che, soprattutto ,
per un serv i z i o nei paesi d ' ol tremare dove esisto
no po�he possibi l i tà di sussid i . Certamente un
candidato al serv i z i o. non di venterà un uomo di
Dio grazie ad un diploma o a un buon numero di
certificati di studio . Ma è indi spensab i le che
c i ascuno segua una formazione approfondi ta fin
dove l e sue attitudini gl ie lo consentono . Non
dobbiamo mai dimenticare che nel quadro del le chiese del Terzo mondo i l missionario è chiamato
103
a svolgere un compito che i responsab i l i indi gen i non possono ancora affrontare . Egl i non dev e , aè
e semp i o , prendere i l posto di un anziano in dige
no . Anzi l a sua formazione dovrebbe perme ttergl i
di essere prima di tut�o un formatore .
Questo principio dev ' essere applicato a tutti
i diversi t i p i di incarichi che possono essere
assol ti nel campo m i s s i onari o . I l eaders africani
c i ricordano costantemente= "Mantatec i i migl i o
r i ! " Cioè: mandateci persone che abbiano le capa
c i tà necessari e per fa� c i progr edire . Paolo aveva
çurato la formazione di Timoteo e lo esortò i n
modo pressante a trasmettere i suoi ins�gnamenti
ad uomini fede l i , che a loro v�l ta l i avrebbero
insegna�i ad una nuova generazi one . Infatti in 2 Timoteo 2 , 2 s i parla di quattro generaz i on i , ognu
na delle quali sarebbe stata chiamata a trasme ttere alla generazione successiva gl i insegnamenti
r icevut i . Nel campo missionario si è spesso d imen
t icato auest ' obb i e�tivo a lungo termine , l i m i tan
dosi a �ivere l e necessità de l tempo pre sente . E
cos a accade allora quando un mi ssionar i o , per una
rag i one o per una altra , d�ve tornare a casa?
ne
co
I di ver s i l i velli di formazione
Personalmente consigl i erei una buona f'ormazio
professionale cornpleta�a ed eserci tata nel l ' ar
di un buon numero di ann i . Dopo questa forma-zione di base estremamente utile , sia sul piano
materiale che su que llo del l ' esperienza umana ,
proporrei di frequentare per uno o due anni una
104
scuola biblica di buon livello , almeno per coloro
che esercì teranno il proprio serv 1 z 1o partendo
dalle proprie specifiche competenze professionali . Mentre per coloro che svolgeranno piuttosto un mini sterio de lla parola o un f attivi tà d ' insegnamento , è bene cons igliare la frequenza di una buona scuola biblica per un periodo di tre o quattro anni e successivamente , s e possibile, i l tiroc inio per qualche tempo i n una seconda scuola biblica per ricevere una .seconda vis ione -formati-va .
Quanti hanno avuto i l privilegio di seguire il corso completo degli studi secondari dovrebbero poter comple tare anche gli studi inversi tari o in teologia o in altre discipline . Una buona preparaz i one professionale consentirà inoltre alla persona interessata di reinserirsi meglio nella vita sociale al momento di un eventuale ri torno nel proprio paese , qualunque ne sia la causa, dopo un tempo di serv i z i o . Probabilmente vedremo sempre più diminuire i l nume ro di " carriere missionarie 1 1 che vadano oltre i 20 o i 30 anni . Per molti anni questa lunga durata del servizio missionario ha avuto un suo valore , ma sembra meno consigliabile nel contesto attuale . E 1 meglio lavorare per un numero minore di anni , ma of:frire durante que sto tempo un ser•1izio di quali tà , in vista di poter essere sosti tu.i ti da un uomo o da una donna del paese dove si è in missione .
Sarà anche opportuno r i cordare che un allontanamento troppo lungo dal paese di origine può
105
anche tradursi in un declassamento profe ssionale .
Oggi è infatti molto difficile r imanere � galla se non si ha la possibi l i tà di aggiornarsi attra
verso una formazione permanente . parte del prezzo che
si è chiamati e mandati . questo quando
fa ne l resto anche
occorre pagare I candidati al
servizio devono esserne coscienti e bisogna poterne parlare con loro al momento della loro dec isio-ne .
Il tirocinio
Consiglierei vivamente ad ogni candidato di trovare un posto dove trascorrere un tempo di tirocinio . Alcune miss ioni lo chiedono di regola .. Il tirocinio consente di colmare un po ' quel distacco che es iste ancora tra la formazione teorica e � ' attività pratica .
I l "Capi tale-Salute ''
E 1 necessario dedicare anche un cap i tolo al "capi tale-salute" . Mi. sembra importante di seguire con attenzione i giovani sotto quest 1 aspetto . Innanzi tutto vi è i l problema costituito dalla saLute fisica. · E ' :i,nfatti necessario ricordarsi che la salute è quasi sempre messa a dura prova , ad esempio in un clima tropicale . Un buon medico
potrà darci del l e indicazioni utili e importanti . Direi che in linea generale possedere un buon capi tale di salute fi sica è indi spensabile per un serv i zio da svolgersi in paesi d ' oltremar e .
106
La saluta psichica ( o l ' equi l ibrio nervoso della persona ) ha , anch ' e ssa , un ' i mportanza fonda
menta l e . Ogni servizio cristiano , sia che sia svol to qui in Europa che in altri paesi del
mondo , richiede anche l a capacità di sopportare
l o stress e tutte le tensioni che lo stesso
servizio provoca . In proposi to sarà possibile for
marsi una precisa op inione soltanto attraverso un ' osservazione attenta e prolungata del comporta
mento della persona da consigl i are . Ed è proprio
qui che un servizio pre liminare nella chiesa loca
l e mi sembra costituire il t e s t. p i ù valido , so
prattutto se sv olto in un contesto di evi denti
diffi coltà . Infatti le vere possibilità psichiche
di una persona si r i v e l ano particolarmente davanti a l le avversi tà.
Lo stare vicini
Inoltre è e s tremamente importante mantenere un c ontatto stretto con i l frate l l o o con l a sore l l a
che , dopo aver ricevuto l a nostra approvazione in
mer i to al l a loro chiamata , stanno seguendo un tempo di fo rmazione . Vi sono momenti diffi cili da
affrontare perché talvolta i l tempo della preparazione si rivela come un vero "deserto" . Anche l a chiesa deve segui r l i durante questo periodo. Ciò significa concretamente che sarà opportuno pro
grammare degli incontri regolari , con gli anzi ani
o con al tri membri di chiesa che abbiano ricevuto un preciso incarico in merito . In questi incontri dovranno essere apertamente affrontati anche i
problemi finanziari e l e preoccupazioni materia l i
107
che possono sorgere durante que$to tempo consacrato alla formazione .
Il problema finanziario durante l a preparazione
Come ho detto , occorrerà anche affrontare apertamente e con chiarezza i l problema d e l sostegno
materiale . Questo prob l ema sta diventando sempre
più diffi cile nel l ' attu a l e contesto congiuntura
l e , che coinvolge sia l ' Europa che i paesi del
Terzo mondo. Il tempo delle vacche grasse ha
l asciato i l posto a l tempo de l l e vacche magr e .
I responsab i l i della chiesa locale c�e s.eguono
i l tempo di preparazione di un candidato dovranno
render lo sensib i l e a questo probl ema . Durante i l periodo de l l a formazione , è bene che s i r ea l i zzi una spe c i e di sostegno bi latera l e , formula che è applicata oggi con un certo successo nel quadro
del l ' aiuto tecnico al Terzo mondo . Questo signifi
ca praticamente che il candidato dev ' essere pron
to a mettere a d i spos i z i one i pr.opri beni per
coprire una parte del finanziamento necessario
alla sua formaz ione . D ' al tronde egli sarà proprio
i l primo beneficiario di questa disponibi l i tà e
offrirà così una prova tangibi l e d e l proprio impe
gno. Se non pos s i ede de i beni , egli dovrebbe
essere pronto a l avorare in vista di partec ipare . .
anche finanziari amente alla propria formazio�e.
Se la chiamata è autentica e v i ene dal Signore ,
egli troverà n e l l a fede in Cristo l a forza e l a
motivazione necessaria per affrontare nel modo giusto questo probl ema .
108
Ma- 0ccorr e ,. d ' a-ltra parte , che anche la chiesa
offra una prova tangìb�le del proprio ìmpegno nei confronti del candi dato . Non può infatti accontent·arsi eh offr ire unicament e un contributo 1 cosiddetto ''spiri tua le' ' ! Non- si può parl are dr essere
vicini s.enza un impegno sul !)i ano finanziario. Questo constri ngerà· i l collegio degl i anziani a c omuni care a tut ta la chiesa questo loro impegno
ed i progetti rela-tivi a l l a persona 11messa a parte " . Questa partecipazione acqui sta un signi fi
cato particolare per il candidato, anche se l ' impegno finanziario è modesto - ed è megl io che resti modesto . Per lui è infatti un segno d ' inco
raggiamento e nel l o stesso tempo è anche un segno concreto che lo unisce al corp o di Cristo per
mez zo del la chi esa loca l e .
L a coppi a e l a chi amata
Questo problema è molto personal e ed occorre molta d i screz i one p er affrontarlo . Quanti giovani servi tori ben pr eparat i sono stati bloccati nel
�
loro mi ni sterio , anche s e ben avviato e promettente , da l l e difficoltà i ncontrate a l ivello di copp i a? Oserei addirittura dire che tutti i consigli finora espos ti dovrebbero essere appl ica ti anche nei c onfronti del coniuge , pur se que sti è c h i ��ato a svolgere un ruolo pubbl i co più l imi tato . La chiamata deve poter essere condivisa sol tanto in s egui to ad una de ci si one indi v iòuale e personale e ad una convinzione r i c evuta da Di o . Attenzione alle convinzioni p ersonali che dipendono in realtà d a que l l e del proprio marito o della propria
109
mogl i e ! Questo genere di convinzioni porta spesso
ad una si tuaz ione di crisi . E ' importante allora far presente que sto possib i l e ostacolo alla cop
p i a che sta vivendo il periodo di formazione .
La scelta del servizio
La prospettiva di un serv i zio nel propri o pae
se o in un paese d ' o l tremare dovrebbe essere ben defi n i ta , non appena concluso il tempo di prepara
z ione e non appena s i a stata pos s i b i l e organi z za
!"€ un periodo di tirocini o . Ma l ' esperie'!za insegna che alla fine degli studi si compi ono spesso dei passi a vuoto . Le missioni e le chiese del Terzo mondo reclamano del personale e ciò nono
s tante sembra che l ' offerta sia sempre in debito rispetto alla domanda . Può anche accadere che la
chiamata abbia subì to delle trasformazioni . Al
l ''inizio il problema era costituì to dalla m issione , ma ecco che oggi le convinzioni non sono più le stesse e più tardi sarà forse i l paese in que stione a risultare improvvisamente chiuso . In questa fase è d ' obbligo che il candidato continui ad avere un dialogo con gli anziani , così come con i responsab i l i delle m i s sioni interessate .
Quante frustrazioni e quanti insuccessi si sarebbero potuti evitare se fra tutti fosse sempre
esistito un vero dialogo . Ed è chiaro che , accan
to al dialogo , occorre mettere anche l a ricerca
in comune vi ssuta attraverso la pregh i er a .
1 1 0
I l pro b lema finanziario dopo l a scel�a del
servi z i o e sul campo di m i s s i one
Sono molto rari i casi in cui i l servi tore è sos tenuto interamente e direttamente dalla sua
chi esa loca l e . Generalmente c ,. è una sorta d ' inter
med i ario, costituito o da un insi eme di chies e ,
da l l e qua l i egl i d ipende e che l o hanno inviato ,
oppure da un ' organi z zazione miss ionari a spe c i a l i z
zata che non è necessariamente collegata con l a
sua chiesa loca l e . E g l i s i renderà rapidamente
conto che il problema del suo sostegno viene
trattato i n modo di verso a seconda del tipo di
mi ssione con cui si è impegnato . Sarà allora
necessario consigliarlo di affrontare con la mas
sima premura questo pr obl ema per valutare che
cosa viene chiesto a lui personalmente , a l l a sua
chiesa o al l ' eventual e insieme di chiese .
E ' estremamente importante partire su una base
c h i aramente def i n i ta , perché io guardo sempre con
un certo sospetto all ' espressione r icorrente "par
tire per fede " ! Questo modo di dire crea spesso
un paravento ed impe d i s c e di essere chiari e
preci s i su questo problema . E ' molto meglio defi
n ire quali siano i b i sogni e , partendo da que s t 1 ana l i s i , impegnare la fede del servi tore e
c ertamente anche que l l a della ch i es a . E • su que
sto pi ano che g l i anz iani de lla chiesa devono
interrogarsi . Riconosc ere infatti una chiamata ri
chiede anche un i m pegno concreto della chiesa dal
punto di vista materiale .
1 1 1
Nelle organ izzazioni missionarie esistono diversi modi di finanz i amento �
a ) Vi è un modo , di orìgine anglo-sassone , che
richiede generalmente al servi t.ore di assicurarsi
da sé le fonti per il proprio sos tegno .
b } Al tre m i s s i on i , ed è questa la tendenza
generale i n Europa , richi edono al serv i tore , pri
ma e dopo l a sua partenz a , d i col l aborare a l l a
raccolta dei fondi necessari al suo sostegno e a
que l lo dei compagni d ' opera , sia per quanto r i
guarda le spese d i carattere generale che que l l e
specifi che d e l mini sterio .
c ) Vi possono infine essere modi d i finanzia
mento combinati fra a ) e b ) con d iverse s fumature .
Sarà quindi necessario fare in modo che questo
problema s i a ben inquadrato da una parte e dal
l ' altra , seguendo i l metodo di finanzi amento adat
to . E ' anche importante che i l servitore accetti
con l e a l tà e con onestà i l metodo che g l i v i ene
proposto. E ' mol to meglio rinunci are a partire
con la tale organi zzazione :f)iuttosto che partire
con del l e riserve mental i . Si evi tera�no così
molte inut i l i rrustrazi on i .
La vi ta fami l i are e l 1 educa2ione dei figl i
Que s t 1 argomento è molto delicato e quasi sem
pre è d i f fi c i l e affrontarlo al momento d e l l a "can
d i datura" . Tuttav i a è molto importante dedicare
112
una seria riflessione a questo problema durante i l periodo de l l a preparazione e soprattutto al
mome.oto del l a partenza .
La coppia deve avere un certo programma ben 'definito , anche se in seguito potrà essere completamente modificato a motivo delle ci.t;'costanze . Avere un programma infatti dimostra che c • è stata una seria riflessione sul modo in cui si condurrà l a vita matrimoniale e fami l i are sul posto di missione . Occorre programmare del tempo· da dedicare alla famigli a . Il tempo non pone necessariamente un problema di quantità , ma piuttosto di qualità .
Ho visto dei padri e delle madri dedicare solo apparentemente del: tempo ai loro figli , perché in realtà la loro non era una vera presenz a . Infatti dedicavano del tempo a loro stessi . illudendosi di dedicarlo ai loro figl i .
La cosa più necessaria è dedicare del tempo per .fare qualcosa di concreto insieme al proprio coniuge o ai propri figli . Ad esempi o , fare insieme uno studio come coppia , o dei lavori manuali , o dei giochi , o cucinare ecc . . . Bi sogna che i missionari si sforzino di rendere partecipi i figli del l e loro attività , in modo ch ' essi capiscano che ciò che stanno facendo i loro geni tori è veramente qualcosa d ' importante , perché è direttamente legato alla causa del regno di Dio .
Al momento i n cui diventerà importante i l pro-
. . 1 1 3
blema della sçolarità , è opportuno che il mi ssionario dimostri ai suoi figli che questo loro problema è preso in seria consi derazione . Ciò potrà anche costringere a ritornare al proprio paese , nonostante l ' attaccamento che potrà esservi per il proprio servizio . Ma bisognerà evitare in tutti i modi che dei figli di missionari siano costretti a dire da grandi : "Mio padre e mia madre hanno preferì to gli altri a noi stessi ! " Ricercare in primo luogo i l regno di Dio implica anche la responsabilità di essere genitori .
L ' invio e la responsabilità del l a chiesa
Un lungo cammino ha finalmente ini zio con l t invio in missione , per ri spondere alla chiamata del Cristo . L ' invio può rig�ardare i l Terzo mondo , o un paese limitrofo o ancora i l nost�o paese d ' origine che è anch ' esso terra di missione . Non è
certamente i l luogo ad avere. il maggior valore . Infatti la cosa cne più conta è di avere una profonda convinz ione intorno a ciò che Dio ci domanda di fare .
L ' invio suppone quindi l ' esistenza di un organismo che invia e sottolinea la responsabil i tà della chiesa . Questo implica responsabi l i tà sia sul piano spi ri tuale che su quello materiale .
Ora, perché il programma funzioni , occorre tenere aperto il dialogo�- da una parte e dal l • al tra . Ciò vuol dire scamb i o di lettere o, se possibile , visi te sul posto di servizio da parte di uno dei membri responsabili della comunità. Ciò significa
1 1. 4
anche un ritorno periodico nella comunità. per Ufl tempo di riposo ( At . 14, 26-28) . Questo dialogo potrà anche svolgersi in collaborazione con altri
organi smi ,. missioni o dipartimento missionario .
Da quale aut�rità dipende l ' invi ato?
Sarà molto importante definire da quale autori
tà dipende l ' invi ato , s i a sul posto di lavoro ,
sia al momento del suo ritorno per i l periodo d i riposo al proprio paes e . E ' assolutamente necessa
rio fare in modo che per tutto que llo che concer
ne questo problema sia presa in seria considera
zione la chiesa del paese . nel quale l ' inviato
lavora, se essa esi ste , e si a evitata qualsiasi
forma d r imperialismo missionario . Ma può anche accadere che per certe forme di lavoro ( ad esempio , i l lavoro pionieristico ) la responsabi l i tà debba essere ancora eserc i tata dall ' organismo che invia .
A volte c i si trova davanti ad una situazione i brida : l 1 autorità della chiesa indigena e quella della missione si accaval l ano l ' una sul l ' altra . Ciò può portare ad una s.i tuazione confusa fonte di conflitti e di tensioni . Qualunque sia la si tuazi.one di fatto , è bene che il nostro consigl io al candidato o al l ' inviato vada sempre nel l a direzione d i una sottomi ssione , volontaria e leal e , all ' autorità che gli è proposta . Dovremo r-icordare al l ' interessato di stare sempre in guardi a per evi tar e di diventare lui stesso l a sua propria autorità : tentazione davanti alla quale
hanno ceduto sottomi ssione cato con la dialogo con
mondo .
1 1 5
in mol t i . Il risultato di una nonad una autor i t à può essere i dentifid i fficol tà che s ' incontra oggi nel
i leaders delle chiese del Terzo
Un problema spinoso è senza dubbio quello co
stituito dalla necessità di sapere da quale auto
rità d ipenda l ' inviato al momento del riposo nel
suo pae s e . Dipende ancora dalla chiesa in seno alla quale ha lavorato durante i l suo soggiorno
nei paesi d ' oltremare? Dipende dalla missione con
l a quale egli si è impegnato? Dipende dalla chie
sa che si è i mpegnata d i etro a lui s i a spiritual
mente che finanziariamente? Il problema è tuttora aperto e dobbiamo ammettere che oggi c ' è una
grande incertezza in merito . Vi sono que l l i che non si sottomettono a niente e a nessuno , adducendo come pretesto e h ' essi dipendono ancora dalla
chiesa d ' ol-tremare nella quale hanno l avorato !
Sarebbe interessante sapere se , sul posto , v i sia
mai stata sottomi ssione . • . Po i c ' è l a si tuazione
inversa del l ' inviato che , davanti all ' autorità
della chiesa che lo riceve , si rif'à all ' autorità
del l a chiesa del proprio paese d ' origine . Purtrop
po ci sono spesso anche dei malintesi fra l a società missionaria e la chiesa dalla quale è
usci to l ' inviato , che finisce per non sapere ver
so chi deve essere veramente responsab i l e . Proba
b ilmente in . questo caso la s i tuazione per lui era
molto più chiara sul campo di missione . E ' quindi
indispensabile che le responsabi l ità s i ano ben definì te sia per quanto riguarda i l soggiorno in
1 16
mi s sione sia per quanto riguarda il riposo nel
paese d ' origine . Se qui la chiesa locale è vera
mente coinvolt a , ha diritto ad avere voce in
cap i tolo nel dialogo con l ' organismo responsabi
l e . Oggi un ' anomal i a piuttosto notevole è costi
tui ta dal fatto che delle chiese sos tengono mate
rialmente un servi tore un p o ' a l l a cieca , mentre
è l ' organismo m i s s i onario ad esercitare il potere
sp irituale senza dialogo e senza reciproco accor
do . Una chiesa locale fa generalmente riferimento
ad un insieme ( sinodo, federazione o altro ) ed è a questo l i vello che dovrebbe essere trovato un
accordo con l e organizzazioni missionar i e . La man
canza di una simile relazione è proba b i lmente una
del l e cause del disinteresse mi s sionar i o , caratte
ristico oggi .
Conclusione
Qualunque sia i l modo con cui noi ci preparia
mo ad accompagnare con i nostri consigli dei
servi tori inviati o candidati , occorre ad ogni
costo evi tare qualsiasi forma di paternali smo o
di autoritarismo arbi trario ! Tuttav ia ne l cammino
di una autentica spi r i tualità , c i sarà concesso
di scoprire, sia come responsabili di chiesa che
come giovani , che e s i s te un ' autorità spirituale
conferita da Dio e dallo Spirito Santo alla quale
sarà bene sottomettersi g l i uni e gli altri .
( Trad . P . Moretti )
, . ' l · '> Lettera ad un amico riconosciuto come an z iano nelta sua chiesa
A lfred J.<uen
Caro fratello ,
tu sei stato rieonos.ciuto c?me anzi ano ne l l a
tua chies a . Il compito che t ' attende è un ' "opera
eccel lente" , come Faolo dice a Timot:eo usando una
espressione che s enza dubbio doveva essere fre
quente nel l a chiesa primitiva . Si tratta anche di
una responsab ilità notevo l e . Per questo mi permet
to di esprimerti qualche pensiero su questo argo
mento, avendo io stesso esercitato questo ministe
ro per più di un quarto di secolo ne l la mia
chiesa locale .
Tu conosci i requi s i ti sp irituali che l a paro
l a esige dag l i anziani � l i avrai certamente rilet
ti in I Timoteo 3 , 1-7 e in Tito 1 , 5-9 . S� l a tua
chiesa t ' ha scelto , è perché crede che tu rispon
da alle condizioni poste dal l ' apostolo . Questi
aspetti rimangono evidentemente prioritari , io
vorrei sempli cemente farti partecipe di qualche
suggerimento complementare dettato dall ' esperien
za pratic a .
l l
1 1 8
Spirito di gruppo
Avrai certamente notato che nella Bibbia i l termine anziano è sempre al plurale ( eccetto , naturalmente, quando s i tratta delle qualità di uno degli anziani ) . Il Signore ha dunque voluto che alcuni anzian i , portino insieme la responsabil ità di una chiesa locale in modo collegiale . Questa volontà divina è certamente una del l e meravigliose garanzie contro tutto ciò che è arbitrario e contro l e decisioni troppo rapide e personal i ispirate da una v isione unilaterale dell ' opera di Dio . E ' una del l e testimonianze più belle che noi possiamo portare al mondo . I1 poter lavorare insieme in armonia senza essere del l o stesso carattere , né sempre del lo stesso avviso , è anche uno dei migliori metodi per educare noi stessi . Grazie alla diversità dei doni , del temperamento , del l ' e sperienza e del l ' educazione dei diversi anziani , questi .fratel li possono reciprocamente completars i , spalleggiarsi e proteggersi dai rischi che la particolarità di ognuno comporta. E ' anche probabi l e che ciascuno sarà portato a cedere davanti alla reticenza o al veto dei suoi frat el l i , anche se la sua convinzione può essere molto ferma · Quando s1 e persuasi d 1 aver ragione questo è certo di ffi cile , ma può accadere che i l tempo 0 l 1 esperienza confermino la validità di una convinzione anche da parte di altri fratelli . Pertanto è preferibile rinunciare al voler vedere trionfare la propria convinzione , perché , come dfce la Parola ' "la salvezza sta nel gran numero dei consiglieri " (Pr. 11 14 f 15 22 2 ) l ; c . l ; 4 , 6 .
119
Unità
La salvezza , in qualche caso , sta nel mantenere unito i l corpo degli anziani , il che rappresenta una condizione essenziale per l ' unità della chiesa . Questa unità è più i mportante davanti a Dio e davanti agl i uomini , anche rispetto al portare avanLi la propria opinione ( supponendo che sopra una certa questione tu possa effettivamente aver ragione contro tutti ) . L ' importante è
non voler mai far trionfare la propria i de a , ma essere sempre pronti a rimetter la in questione , confrontarla con le obiezioni altrui , saper a�tendere , informarsi su tutti gli aspetti del probl ema. Ciò che conta non è avere ragione , né che i l nostro punto di vista trionfi , ma che i l pensiero di Dio si concretizzi . Un fratello �i diceva che col passare del tempo , vedeva le sue proposte sempre meno rigettate , non perché la sua autorità aumentasse , ma perché sapeva sempre meglio cogli ere i l c lima del l ' ambiente e attendere i l momento propizio per l anciare l a sua iniziativa .
Ci sono certamente del l e convinzioni che noi non dobbiamo abbandonare davanti all ' opposizione dei nostri fratell i , perché non ne abbiamo neppure i l diritto . Ma se siamo convinti che i l nostro pensi ero corrisponde a quello del Signore e che sarebbe importante che gli altri anziani la condividessero , noi pregheremo il Signore stesso di convincerli e d i farci pervenire tutti ad una medesima decis ione . "E se in alcuna cosa voi sentite altrimenti , Iddio vi rivelerà anche quel-
120
la" dichiarava Paolo ai Fil ippesi ( 3 : 15) . O forse
l o rive lerà a noi stess i , per convincerci del
nostro errore . O ci darà la pazienza per aspetta
re che i nostri fratel l i cambino opinione , o
rafforzerà la nostra convinzione per mettere al
l ' opera tutte l e nostre energie spirituali affin
ché l a verità si imponga nel modo più rapi do·
poss i b i l e . Dopo l a p i età personal e e l e caratteri
s tiche morali che la Parola di Dio esige , l ' atti
tudine a lavorare insieme e il suo apprendimento ,
m i sembra la cond i z i one p i ù importante per un
m i n i s tero di anziano benedetto nella chiesa .
Comunione fraterna
Affinché la col l egialità porti a c i ascun anzia
no i benefici spirituali che il S ignore aveva i n
v i s ta , è importante che l e riunioni tra anziani
si svolgano su un p i ane- personale e fraterno.
A b b i am o constatato che è fac i le sci volare a poco
a poco verso l o stile "relazioni d ' affari " , ed è una tentazione dimenticare· la rel azione fraterna
de l l a quale tutti noi abbiamo un gran b isogno . E '
anche importante che gli altri anziani non siano
per noi sol tanto dei c o l l eghi , ma degli amici e
d e i fratel l i . La spi r i tu a li tà non esclude l ' amici
z i a ,. essa è anzi necessaria al nostro progresso
sp i ri tuale . Per non lasciarsi portare fuori stra
da dal l e tante questioni da regolare , si potrebbe
sempre ri servare un primo momento degli incontri
alla "condi v i s i one" fraterna , per pregare gl i uni
p e r gli altri ..
1 2 1
Sarebbe bene inserire anche nel programma an
nuale qualche riunione tra gl i anziani e le loro
famigl ie . Tutta la chiesa ne trarrà benefic io :
p i ù gli anziani formeranno un ' unità omogenea e
indivisib i l e , meno i l "diabolos" , il divisore ,
avrà l a possibi lità di sem inare la zizzania n e l
Corpo d i Cri sto . Per questo è importante che gli
anziani prendano sul serio l a raccomandazi one d i
Paolo : 11Non ricever e accusa contro un anzi ano se
non sul la depos i z i one di due o tre testimon i " ( I
Tim . 5. 1 9 ) e che rimandino le c r itiche direttamen
te al l ' interessato .
Criti che
A proposito di critiche sarà bene che ti abi
tui al più presto all ' i dea che tu sarai c r i tica
to, questo è proprio a tutti coloro che occupano
un posto di responsab i l i t à . I l tallone d 1 Ach i l l e
di mo l t i cristiani è l a loro susc ett i bi l ità , ma
c iò costituisce una debolezza incompatib i l e con
l a funzione d • anz i ano . Se tu senti che sono state
criticate le decisioni che hai preso o la tua
maniera di fare , che sono state notate alcu..t"le
cose negative circa il tuo carattere, cerca di
vedere la parte d i verità che è contenuta in
queste critiche e prendile in considerazione sen
za sentirti personalmente attaccato .
P iuttosto che una manifestazione di avversione
nei tuoi confronti , cerca di vedervi il des iderio
d i avere degli anziani perfett i . Poi rimetti l a
cosa nelle mani d e l S i gnore • poi ché Egl i f a spes-
-1
122
so tri onfare la verità quaggiù e difende l ' onore dei suoi servi tori quando lo stima necessari o . Jola
dopo tutto poss i amo sp erare di cammi nare su un
sentiero dove s i incontrano mol ti onori , se se
gui amo un maestro che fu spesso calunniato?
Al tre volte, è vero , quando l ' onore di Dio e del minis tero cristiano sono in g i oco , sarà bene Ti stab i l i re sem p l i c emente l a veri tà . L 1 apostolo
Paolo l ' ha fatto quando l ' h a ritenuto necessario ( 2 Cor . ) . Che H S i gnore ti dia dunque l a saggezza per comprendere quando conviene parlare e quando tac ere . I tuoi col leghi potranno , anche i n que sti frangenti , c onsigl iarti uti lmente.
Vegl i �e su te ste sso
Mi p i ac erebbe lasc i arti ancora il consigl i o che Paolo ha rivolte a Timoteo "bada a te stesso e al l ' insegnamento'' ( I Ti 4 l F ) p · _m . , ..- . r1ma di dire "fai" l ' apos tolo dice ' 'si i " ( v . 12 ) • Dobbi amo perc i ò vegliare su noi stes s i prima di vegl iare sul nostro insegnamento e sulla nostra attivi tà . L ' es s ere ha sempre preminenza sul l ' agire ( cf . A t . 2 0 , 28 e T t . 2 , 7 ) altrimenti i tuoi uditori grideranno : "l a tua condot ta è tale da imoedi re i di asc ol tare que l lo che dic i " . Vegl i are s�l proprio sp irito ( l a lettura persona).. e de l l a Bibbi a e 1 a preghier a ) sulle nostre anime (la nostra v i ta
affetti va , i nostri pensi eri , la volontà : padronanza di sé ) e sul proprio corpo ( s enza trascurarl o e senza lasciarcene dominare ) . No i abbiamo bi sogno di vegl i are su noi stessi perché s i amo
uomini come gli altri , d e l peccato i n noi . Il buon conto prendere per 11 sono un uomo e nul l a
estraneo 1 1 •
123
con tutta la virtuali tà servi tore di Di o può a
sé i l verso di Terenzio : di ciò che è umano mi è
Poiché s iamo cristiani abbiamo un avversario : " I l di avolo va attorno come un leone ruggente" ( I P t . 5 . 8 ) , e poi ché s i amo anch e servito;i di Dio
dobbiamo vegl i are . . maggi ormente� l ' avver�ari o punta prima di tutto sui capitani . Se egli potesse
mai far cadere uno di essi in un pec�ato pubblico, paralizz e rebbe un intero s e ttore del combattimento , creando un .grande scanda lo sia tra i cre
dent i , s i a tra le persone al di fuori de l l a
chiesa . Poi si incaricherebbe egli stesso gratui
tamente · della pubbl i c i tà.
Vegl i are sul tuo insegnamento
Timoteo aveva frequentato una buona scuola : quella del l ' apostolo Paolo stesso , e tuttavia doveva vegl iare sul suo insegnamento. Leggendo queste ultime letter� d� l l ' apostolo Paolo , si e com
mos sì p er l ' impor�anza che egl i attribui se e al la dottrina e all ' i nseg_namento . In real tà , tutta l a
nostra fede riposa sulla conoscenza di Di o e questa ci viene t:��messa attraverso l ' insegnamen
to . Se la nostra conoscenza è anche sol tanto un poco falsata , rischiamo di avventurarci su un b inario morto . I l ministero d e l l ' i nsegnamento in una chi esa l oca le è un pr i vi l egi o non indifferent e . E a l lora , s e un cattivo esempio morale può
1.24
essere nefasto ( e quanto ! ) almeno sarà faci lmente
riconosciuto come tal e , ma chi svelerà le leggere
deficienze o deviazioni di un insegnamento dato
da uno "specialista11 ? E ' molto fac i le essere por
tati a porre l a nostra comprensione della Parola
al posto di ciò che essa stessa afferma e prende
re la nostra interpretazione della Scrittura come
la sola valida .
Abb i amo grande bi sogno dì umiltà , di apertura
e de ll ' aiuto dei fratelli per l ' esercizio del
ministero , soprattutto quando si tratta di que
s tioni controverse. Una del l e migliori garanzie
contro l ' accentuazione unilaterale di un aspetto
della verità , rimane sempre la l ettura di tutta
la Parola di D i o . Impegnarsi in questo tipo di
lettura , percorendo a grandi tratti l ' insieme dei
libri b ibli c i , preserva da una visione deformata
dell a parte del l ' uomo o di quella di Dio, del
l ' opera dello Spirito Santo, del ruolo del l ' espe
rienz a , degli atti simbol i c i ecc . Rimanendo aper
ti alle interpretazioni di vergenti dei nostri fra
telli ( d i que l l i che Di o ci ha posto accanto come; di que l l i che appartengono alla chiesa universale
e che si sono espressi attravero degli seri tti )
s i viene preservati dal settarismo che riesce a vedere solo un aspetto dell e cose .
E i n questo momento vorrei augurarti molte sod
disfazioni in questo mini stero perché , senza rife
r irmi ad alcun contesto preciso , è una g1ola profonda e durevole sapere che si lavora per il S ignore in un ' opera che il tempo non impoverirà .
125
E ' una gioia vedere le persone crescere , approfon
dire la loro relazione con i l Signore ed essere
liberate dai legami che impedivano loro di avanza
re . C ' è una gioia nel l ' amicizia fraterna , al ser
vizio di un Jofaestro così buono . E 1 una gioia
soprattutto sapere che il proprio lavoro si inse
risce al giusto posto nel piano di Dio . Poiché la
chiesa locale rimane la pietra angolare del l ' ope
ra di Dio .
"Perciò fratelli miei diletti siate saldi , in
crol l ab i l i , abbondanti sempre nel l , opera del Si
gnore , sapendo che la vostra fatica non è vana
nel S i gnore" ( I Cor. 1 5 , 58) . Che i l Signore bene
dica il tuo ministero e lo faccia contribuire
alla sua glor.ia . Al fred Kuen
SEGNALAZIONI BIBLIOGRAFICHE
�'alter C . K a i s e r , Toward Oìd Testament Ethics � Grand Rap i ds , Zondervan 198 3 , pp . 345 .
Uno dei temi più trascurati nel l ' ambito del la teologia evangelica è s tato senz 1 al tro quello dell ' etica dell ' Antico Testamento. Ma se gli studiosi moderni di al tre tendenze possono anche evftare d ' i nteressarsi a questo tema , coloro che credono nell ' autorità unica e def'ini ti va del l ' Antico e del Nuovo Testamento devono chiarire concretamen.,... te il signit'icato del testo bibl i co . Ed è chiaro che è più fac i l e dire che si tratta di un testo estraneo alle esigenze attuali piuttosto che studiarne la pertinenza .
L ' A . , molto modestamente, intitola la sua opera "Verso l ' e tica dell ' A . T . " ( aveva già scritto Verso una teologia de l .Z 'A . Tq l978 , Std II I , 1980 ,
N ° 6 , pp . 124-127 e Verso una teologia esegetica� 1981 ) nella consapevolezza d ' introdurre ad una probl ematica suscettibile di ulteriori svi lupp i . La lettura del l ' opera scavalca di gran lunga l a modesta attesa susci tata dal titolo . Nella prima parte viene del i m i tato il campo del l ' indagine e discusso il metodo ; vengono poi riassunti i testi morali del l ' A . T . e il contenuto dell ' etica veterotestamentaria ; nella quarta parte vengono trattate l e var i e diffi coltà; terminando poi con lo studio del rapporto con il N . T . Il libro non
127
può essere riassunto, può essere solo raccomandato per la sua ch i arez za , per la sua informazione e per i l suo grande equi librio.
Pietro Bolognes i
?I L -A . Chevallier, L 'exégèse du Nouveau Testa-ment. Initiation à La méthode, Genève , La-ber et Fides 1 984 , pp . 1 24 .
Si tratta d i un sintetico manuale destinato ad introdurre i l non specialista allo studio dei testi del N . T . E ' in primo luogo destinato agli studenti in teologia e come tale ha un tagl io assai scolastico, ma può essere d ' aiuto anche ad altri . Le indicazioni b i bliografiche , anche se privilegiano la letteratura francese rispetto a que l l a in al tre lingue , sono assa_i uti l i ; come pure gli esempi su I Corinzi 13 e Luca 3 , 21-22 . Il lettore può così valutare nella pratica , l ' utilità dei vari suggerimenti . La prospettiva storico-critica dell ' A . viene sottolineata anche in que s to lavoro, ma non costituisce un motivo val i do per privarsi di que sto uti le strumento d i lavoro .
Gianni Emetti
E . Lohse , L 'Ambiente del, Nuovo Testamento� Brescia, Paideia .1980, pp . 333 .
Come afferma l ' A . nella sua introduzi one questo testo vuole "offrire un aiuto per l ' intelli-
1 28
genza del Nuovo Testamento" (p . 9 ) nella convin-
zione che "Poiché l ' e vange lo è stato procl amato
per l a prima volta in un determinato luogo e in
un determinato tempo del l a storia per la retta
comprensione del suo messaggio è indispensabi le
s tudiare nel migl ior modo possibile non solo le
l ingue usate allora ebraico , aramaico e greco -
ma anche la situazione pol itica , l e condizioni e
i costumi degl i uomini , le loro speranze e atte
s e , le loro concez i oni e idee . " ( p . 8 ) .
Di ciamo che l ' A . riesce bene nel suo intento
perché a l l a fac i l e lettura si abbina una ricchez
za di materiale che non può essere ignorato da
quanti desiderano conoscere l ' ambiente poli ti co ,
r e l i g i os o e soc i al e che precede e segue i l perio
do neotestamentari o . Il lavoro consta di due parti: nella prima si delinea il Giudaismo all 1 epoca
del N . T . dal VI s ec . a . C . al II s e c . d . C . . Di
tale periodo se ne traccia la storia e si prendo
no in esame i vari movimenti religiosi e le
c orrenti presenti in seno al Giudai smo nonché l a
vita e l a fede giudaica d i quel periodo . Nella
seconda parte sì vuole dare un quadro dell ' ambi en
te elleni s ti c o-romano del N . T . sull o gnosticismo
( p p . 281-310) . Segue una brevissima conclusion e , una estesa bibl iografi a , ma d i poca utilità al
lettore italiano ( solo 13 testi i t . o tr . in i t .
s u più d i 200 ! ) e mancante di alcuni lavori
s ignificativi in l i ngua ingles e , una tavola cronol ogica e gli indici .
Credo siano doveros i alcuni r i l ievi cr i tic i
129
che meriterebbero per la loro p�oblematica ed
importanza un p iù ampio spazio .
_ Non sempre ci sentiamo di condividere la
datazione di alcuni libri canonici come , per
esempio, la · stesura del l ibro di Dan i e le nel
periodo maccabeico ' 'tra i l 167 e i l 164 a . c . " { p . 70 ) . La comparsa recente di questo
' l seri tto spi egherebbe , secondo i l Lohse , l.
suo non possibile inserimento fra i libri
profetici del canone ebraico . Esso contien� e sp l i c i ti riferimenti ad Antioco IV re d�
Siria e nel cap . 1 1 , 40-45 una errata profe
zì a circa i l luogo della sua morte ( p · 70 ) ·
I capp . 24-27 d i Isaia sarebbero " i l passo
più recente d i tutto il libro" ( p · 69s · ) ed insieme a Daniele 1 2 , 1-3 uno dei testi p1u
recenti del l ' A . T . ( p . 86 n . 77) . Il Pentateuco come unità sarebbe stato redatto "Nel
sec . IV a . C . , al più tardi , " ( P · 183 ) ·
_ Ci sembra che troppo frettolosamente si par
l i di errori nel testo bibl ico come quando
si dice che in Mt . 6 , 17-29 11erroneamenten s i
afferma che il primo marito di Erodiate fu
Filippo ( p . 44 cf . H . Hochner , Herod Antipas London, Cambridge University Press
1972 ) . Il Lohse non sembra dare molto credi
to neppure a quanto viene detto in Luca 2 , l
circa un edi tto di Augusto che ordinasse un
censimento .generale in una data precisa per tutto l ' Impero ( p . 234s . ) ed alla effetti va presenza in Atene dì un al tare " Al dio igno-
1 30
to" secondo Atti 17 , 23 ( p . 251 ) .
Alcune affermazioni non c i appaiono del tutto legittimate : per esempio si considera il racconto di Le . 23, 1-16 una 11ampl ificaz i one della storia della passione" che rappresenterebbe "una riformul azione leggendaria del racconto originariamente molto breve dell ' interrogatorio sub i to da Gesù da parte del procuratore romano" {p . 46 ) . Si sostiene che al racconto de l l ' ul tima cena "la cornice narrativa" sia stata "aggiunta più tardi'' ( p . 172 ) . Si dice che in Mt . 18 , 10 Gesù si esori mere e "Secondo una concezione popolare ( p . 200 ) .
Si ripete l ' asserzione comune di una influenza de lla religione iranica sul Giudaismo il quale "ha plasmato la struttura .fondamentalmente dualistica del l ' apoca l i ttica assumendo concezioni iran i che" (p . 66 ) cf'. J . Neusner , ' J ews an d Judaism un der Iran i an Rule ' , Histo
ry of ReLigions 8 ( 1968) pp . 159-177. La stess"t influenza iranica l ' A ·. la scorge anche nel dualismo presente a Qumran ( p . 113s . ) e sugli ambienti gnostici ( p . 282 ) .
Parlando de lle religioni misteriche , in modo particolare del M'i thraismo , si dice che questa avrebbe esercì tato "una grande forza di attrazione" sul cristi anesimo tanto che "Le concezioni del l e religioni rnisteriche eserc itarono una certa influenza su molte giovani
131
comunità cristiane" ( p . 268 ) . Si spiega così perché Pao l o è costretto a levarsi più volte contro " i nterpretazioni di atti l i turgi c i come il battesimo e la cena , secondo il modelle dei mister i " { p . 269 ) 1
Infine i l lungo capitolo sul l a gnos i è v iz i ato dalla p�esa di posizione acritica nei confronti de l le tesi del Bul tmann secondo cui vi fossero sufficienti evidenze per uno gn·o--2 sticismo pre-cristiano . cf . E . M . Yamau-chi , Pre-Christian Gnostic ism ( London , Tyndale Press , 1 973 ) . Wilson ( Mc ) R . , Gnosis and the New Testament, Oxford 1968 .
Nonostante questi ri l i evi cri tici che ho avuto
l P . G r e c h e G.
p e r c u i " I n g e ne r e
i n f l u s s o d i ret t o s u l
Sega l l a e l e n c a n o t r e r ag i o n i
' i rD i s t e r i ' c o tJ e f o n t e d ì
c r i s t i a n e s i m o v en g o n o e s c l u-
s i " ì n Metodo Logia Per Uno Studio De L 7..a Te o !.opia DeL Nuovo Testamento, T o r 1n o , H a r i e t t i 1 9 7 8 , p .
3 7 ; c f . A. K . H u n t e r , L '8vangelo Secondo Pao l.o , T or i n o , C l au d i an a 1 9 6 8 , p p . 9 - 1 0 .
2 l a t e s i d e l B u l tm a n n s i f o n d a v a s u a l c u n i
p r e sup p ost i a l meno s e 1 s e c o n d o G r e c h e S e g a l l a
[ op. cit. p . � O ) , c h e s on o s t at i asp r aaente cr i t i
c a t i ( c " • C . C o l p e , Di e re LigionspeschichtL iche Schu l.e. Darstel lung unà Kri t ik ihres Bi tdes vom gnostischen Ero Las errnythus , G � t t i n g e n 1 9 6 1 ) e
v e n g o n o a m p i a m e n t e d i s c u s s i d a l l o Y a m a u c h i n e l
v o l u m e c i t a t o s o pr a .
132
solo il tempo di far notare , senza offrire un ' al
ternativa al pensiero dell ' A . , questo volume meri
ta certamente di essere l etto , s tudiato e confron
tato con altri Iavori al fine di equilibrare certe asserzioni del l ' A . e di verificare , dov ' è
i l caso , l a fondatezza del l e stesse .
Matteo C lemente
Ri chard J . Mouw , �!hen the Kings come Marehing
In. I s a i ah and the New Jerusalem , Grand Ra
p i ds , Eerdmans 198 3 , p p . 77.
L ' A .. . profe ssore al Calvin College negl i Stati
Uniti , cerca di p rec is are la relazione tra Cristo e l a cultura prendendo spunto da l l a vis ione di
Isaia 60 . Cons tatando che la Seri t tura deser i ve
l a nuova Gerusalemme come una realtà in cui entre
ranno molte realtà di questo mondo trasformato ,
l ' A . sottol inea la neces si tà d i un impegno cri
stiano attivo nelle vari e sfere del l ' esistenza umana . Credere nel ri torno di Cristo non può mai
volere dire che si deva legi ttimare un disinteresse per la realtà d e l mondo attual e .
Per chi è ab i tuato a pensare i n termini esclu
sivamente individua l i stici , o pensa al l ' al d i là
solo in funzione de l l e 11anime " , l a prospettiva
del libro apparirà assai provoca tori a , ma non
s arà fac i l e negare la fondatezza bibli c a di certe argome ntazioni . La visione della Seri ttur a , che pone l ' uomo e la sua storia tra un gi ard i no e la
santa città , obbl iga ad interrogarsi con maggiore
133
rigore sul ruolo dei cri stiani nel mondo de lla
cultur a . Essa è stata molto spesso lasciata ne l l e
mani del pensi ero secolar i z zato senz a che s i po
tesse manifestare quanto la vi sione de l l , asso l uta
s igno r i a di D i o su tutta l a real tà creata , fos s e
importante e feconda . Sarebbe utile che molti che
s ' i nteressano all ' escatologia n e l nos tro paese
leggessero un libro del genere per integrare l a
loro v i s ione spesso assai insoddisfacente in rapporto alla storia attua le .
Gianni Emetti
E . Fuchs/P. Reymonà , La deuxième épitre de Saint Pierre. L r épi tre de Saint Jude J CNT XI IIb t
Genève , Labor et Fides 1980, pp . 194. D . M . Lloyd-Jones , Expository SeTmons on 2 Peter J
Edinburgh , Banner of' Truth Trust 1983 , pp . 2 6 3 .
Ecco due opere estremamente differenti su uno
dei libri meno studiati ài tut to i l N . T . Esse pos
sono essere ut i l i accanto alle opere accessibi l i
i n i tal i ano . per questo esse vengono qui presenta
te . Il commentari o di Fuchs e Reymond si rac coman
da prima di tutto per la sua chi arezza e documen
tazi one . Prima d ' indicare la soluzione scelta ,
gli aut or i passano in rassegna l e al tre e v i tando
quello che è uno dei rischi p i ù frequenti di un s imi le esercizi o : l a pedanteri a . E s s i riescono i nfatti , in mo l ti casi , a pr esentare in maniera
v i va d i s c us s ioni ab i tualmente assai complesse . Secondo g l i autori , la seconda lettera di Pietro
difenderebbe una lettura "ecc l es ial e" e qui ndi
f 4 l l
1 34
ac cess i b i l e a tutti , d e l l a tradizione aposto l i ca c ontro i rischi de i fal s i profeti 1 1 s p i ri tua l i s ti " . In questo senso farebbe r i c orso a d argomen
ti t i p i camente giudaici per reagire contro i l
r i schio di una e l l enizzazione della fede . Inoltre , facendo ricorso al nome di un aposto l o ,.
questo sc ritto sarebbe pseudoepigrafi co . L 1 obi et
tivo sarebbe que l lo di a s s icurarsi , con un metodo
assai dubbi o , i l potere nella chiesa dinanzi ad
al tre tendenze. Come si può comprendere g l i auto
ri non ri cono se ono 1 1 autorità d e l l a Seri t tura nei
term i n i evang e l ic i , è così che hanno un atteggia
mento ambiguo . Come si può accordare l ' i dea che 1 ' epistola rif"l et te i l tenta ti vo di una tendenza
de l cri s t i anesimo primi ti v o di essere al potere e
nel me desimo tempo dimos trare che non ci s i trova
dinanzi ad un fenomeno di protocatto l i cesimo?
L 1 opera di Lloyd-J o n es non è un commentar i o ,
ma una serie di studi bibl i c i di uno dei p i ù
grandi predicatori d i questo seco l o . Tenuti a l l a
fine del l a seconda guerra mond i al e , questi studi
non hanno perso nul l a de l l a loro attua l i tà . Essi presentano i l me ssaggio bibl ico con l ' aut or i tà di qualcuno che conosce Dio ed è preoccupato del l a
Sua glori a . Non s i può che raccomandare l ' opera come un m e ssaggi o pi eno di vigore ed autorità che
si vorrebbe più frequente anche sui pulpiti no
strani anche se l ' i deale preferirebbe un rigore
esegetico ancora maggiore .
Gianni Eme-tti
135
G . Rinaldi , Le sette lettere deH 'Apoaa Usse di Giovanni. Probl emi storici e testimonianze ar
cheologiche , Napoli , Casa Editrice Nazarena
1984, pp . 163 .
L t opera fa parte di una coll ana divulgativa di
carattere b ibl ico a cura de l la Editrice Nazarena .
I l volume in esame col loca i primi capitoli d e l l ' Apoca l i sse nel contesto del l ' intero l i b r o e del
l a storia roman a , quindi , dopo avere sottolineato
l ' un i tà l ingui stica dello s t esso , affronta i l pro
bl ema de l l ' autore e del l a datazione ( c o l locata a l
l ' epoca di Domi ziano ) • Segue poi l a l e ttura d e i
primi cap i toli del l ' Apocalisse 1 1 C ondotta in chia
ve esc l u s i vamente storico-archeologi ca 1 1 • L ' opera
è corredata da numerosi e opportuni indi c i .
L o s t i l e agi l e- e chiaro del l ' espos izione costituisce un valido pregio del libro . Il lettore v i
troverà pure molte i�formazioni u t i l i ad i l lustra
re il contesto storico de I l e l et te re che spesso ,
purtroppo , viene trascurato . Pur dovendo apprezza
re que sti aspett:i, . c i s i chiede se sia veramente
pos s i b i l e studiare la Seri ttura ' ' in chiave esclu
s i vamente storico-archeologica " , quasi che ripa
randos i dietro i l paravento d e l la stor i a e d e l
l ' archeologia si fosse a l riparo d a qualunque
pos s i b i l i tà di critica . Ta l e preoccupazi one è senz 1 altro lodevole , ha però i l l im i te d i essere
impraticab i l e . E ' cosi che discutendo de ll ' autore dell ' Apocaliss e , per esempi o , Giancarlo Rinaldi
opta per "un d i s c epolo d i Giovanni apos-tolo così
v i c i no al suo maestro da farne. propri espressioni
136
e concetti" e altrove parla di " G i ovanni i l pre
sbitero" . E ' chiaro che la prospettiva storico-ar
cheologica ha qui lasc i ato il posto ad al tre
preoccupazioni . Sarebbe quindi utile che l ' A . pro
segu i s s e la sua ricerca tenendo conto del l ' i mpos
s i b i l i tà di essere neutrali e fornendo così anche
una prospettiva teologica p i ù e sp l i c i ta . I l risul
tato sarà senz • altro ancora più uti l e .
Gi anni Eme t ti
J . Mol tmann, rinité et royawne de Dieu, Pari s , du Cerf 1 984 , pp . 285.
S i tratta della traduzione francese dell ' opera pubblicata in Germani a nel 1 980 . Dopo La teoLogia de L la speranza; IL Dio crocifisso; e La chiesa ne Ua forza de 7, lo Spirito ( tutti tradotti in i ta l i ano ) , l ' A . dedica questa opera al tema de l l a Trinità e del regno d i Dio . I l sottotitolo , c ontributo alla teologia'' mette bene in evidenza la r i nunc i a ad una prospettiva si stematica globale per dialogare su uno dei l.oci più 3.ignificativi del discorso teologi co .
Volendo sfuggire al r i schio di una speculazio
ne astratta , Mol tmann rimprovera Barth per il suo
modalismo e afferma la nec e s s i tà di giungere ad
una visione "sociale" della Trinità . Solo una
s im i l e v i sione può rendere ragione del l ' e ssere concreto di Dio e opporsi al mi s t i c i smo . Egli c erca così di superare la questione del " F i l i oque" svi luppando una dottrina più storica ( l ' in-
l l l l i i i [ l l i i i
137
tuizione era già presente in I� Dio CT>ocifis
so ) . Svi luppa quindi un concetto di Trinità come
processo aperto verso i l futuro. di Di o ( preceden
temente in La teoLogia del,7,a speranz a } . Riti ene
infine ìlleci ta la distinz i one tra Trinità imma
nente ed economi ca { pr e c edentemente in IL Jio crocifisso) . In definitiva si tratta di un amplia
mento di elementi già abbozzati in al tre opere che non offre novità di r i l i evo anche se è preoc
cupato di non ripercorrere i sentieri antichi .
Paolo Guccini
F . Dreyfus , Jésus savait-i7, qu 'iL était Dieu ? ' Pari s , du Cerf 1984 , pp . 142 .
Il S i gnore Gesù era cosciente di essere vera
mente Dio? Come si sa questa domanda ha avuto ,
spe c i almente i n ques t i ultimi tempi , una risposta
negativa da parte di alcuni studios i . L 1 A. cerca
invece di mostrare come la convinzi one della div i
n i t à d i Cristo appartenga a l l a tradizione unanime
del l a chiesa e come essa s i a fondata su argomenti
bibli c i e teolog i c i _ d ' indubbia solidità. L ' origi
nalità dello studio risiede p i ù nel metodo segui
to che nelle conclusioni apportat e , ma sarà d ' aiu
to a chi , troppo facilmente , si lascia intimorire
da fac i li ed illec i te affermazion i circa la divinità di Cristo .
Paolo Gucc ini
1 38
Murray J . Harr i s , Raised Immor·ta � , London, Mar
shal l , fil.organ and Scott 1 983 , pp . 304.
Questo libro cerca di studiare ed i l lustrare
i 1 rap porto es iste n te tra l a resurrezione e l ' i m
mortalità ne l l ' i nsegnamento del N . T . La prima par
�e è dedicata al tema d e l l a resurrezione mettendo
ne in luce l ' armonia dei vari racconti b i b l i c i ed
i l significato teolog i co . La seconda parte sotto
linea i l contrasto e s i stente tra i l concetto b i
b l i c o d i immort a l i tà e que l l o p latonico , e respin
ge questo ultimo non senza notare l ' influenza
nega ti va che esso ha avuto ne l pensiero cristia
no. La terza parte studia l a relaz i one tra resur
rez i one ed immortalità concludendo che se si vuo
le rimanere attac cati al l ' i nsegnamento b i b l i co
l ' i mmorta l i tà non è una proprietà naturale de l
l ' uomo . L ' i ndagine è c ondotta sul f i l o· d i un
attento studio esegetico dei testi .
Purtroppo l ' A . non ha chi ari to i l signifi cato
del l ' immortali tà per i non credenti , me n tre , dopo
i l suo articolo su Theme Lios J era lecito aspettar
s i una ch iari fi caz i on e . Inoltre , non sembra avere
affrontato i n modo chiaro l a problematica dicoto
m i s ta e monista c i rca la costituzione d e l l ' uomo
( carne=an ima ) . L ' attenzione ai dettagl i esegeti
c i , anche se uti le ed insos t i tui b i l e , non doveva
impedire una prospettiva più amp i a e s i stematica .
E ' un ve ro peccato perché i l l i bro sarà uno dei
l avori p i ù uti li sul l ' argomento per molto tempo .
Paolo Gucci n i
139
A . J . Mohler , Simbol ica. Espos iz-ione de 'ile ant ite
s i dogmat iche tra cattoLici e protestanti se
condo i Loro scritti confessionaU pubb L ici" Milano , Jaca Book 1984 , pp . 524 .
Per coloro che hanno assorb i to l o sp i r i to del
tempo e hanno aderito al l , insipienza mo de rna che
r i t i ene superflua la discussione teolog i ca , que
sto l ibro non ha nulla da offri re . Esso rappresen
ta infatti un tempo in cui l ' interesse per i l
c onfronto teologico era ancora vivo e s i r iteneva
ancora opportuno parlare d i anti tes i . Chi invece
crede vi s i a ancora posto per convinzioni def i n i
t e , o che i l secolo scorso abbia inc i so i n misura
notevole sul l e scelte posterior i , farà bene a
leggere quest ' opera . S i tratta infatti d i un c l as
s ico di uno dei maggi ori studiosi catto l i c i ( A . J . 1ffohler 1796-1838 ) che r i facendos i agli s e r i tti
più autorevoli de l l e diverse confessioni ( lutera
na , riformata , anabattista , ecc . ) ne mette in
luce i l contrasto con la dottrina catto l ica .
La controvers i a , anche se a volte raggiunge
.toni aspri , non mira comunque mai al l ' esclus ione ,
bensì a l l ' assorbimento del l e i s tanze particolari
propr i e a l l ' "eres i a 1 1 per inserirle nel quadro ar
monico de l l a sintesi cattol ica ! Le afferm a z i oni
proprie ai protestanti vengono così poste accanto
a l l e dottrine catto l i co-romane per promuovere
quella nuova. s i n tesi tesa ad inglobare tutto e tutt i . I l ibri del prof . Sub i l i a avevano già
solleci tato i l pubblico i ta l i ano a prestare atten
z i one a questo probl ema , ora que l l e problematiche
1 40
potranno apparire ancora più c h i are a partire da una v1.s1one spe c ì f i ca tamente cattol i c a . L a prospe ttiva di Mohler sul l a chi esa , prosp etti va che
non av eva dato i suoi p ieni frutti al suo apparire , ha ottenuto p i ena c i ttadinanza con il Vaticano I I e solo chi non vuole né vedere , né s entire p o trà r imanere indifferente . Si raccomanda dunque
v i vamente que s t a lettura . Es sa potrà .favorire una
più adeguata comprensione del catto l i cesimo che cambia rimanendo sempre l o stesso .
P i e tro Bolognesi
M . Lutero , Prediche sul.la chiesa e �o Spirito Santo, a cura di G . Gandol fo , Torino , Claudiana 1984 , pp . 182 .
I,a col lana "Testi de l la Rifo rma11 s i arricchisce , con questa pubbl i c a z i one , di Un. utile contributo per la storia del pens i ero cri stian o . Bene ha fatto l a Claudiana a darci un testo che c ontribuisce a presentare Lutero come uomo de l la parol a . Come si sa fù anche dal pulpito che il Riformatore combattè parte del l a sua battag l i a
p e r far sì che , non solo i dotti , ma anche l ' uomo qualunque conosc e s s e il significato ed il valore d i quella Parola in cui Lutero aveva trovato la salvezza e la pace con Dio . I testi delle nove predicazioni di Lutero qui pubbl icati , sono stati
scelti con molta intellingeza . Da e s s i traspaiono i l carattere s empl i c e , bibl ico ed attuale della predica z i one , di que l l ' uomo legato all a Parola,
ma l ibero nel Signore che fu Martin Lutero .
141
L ' i ntroduzione della Gandolfo cerca di colloca
re il Lutero predicatore e i suoi s ermoni nel l oro con t�-; i:o stor i c o citando frequentemente ed
utilmente g l i scritti del Ri formatore . Secondo la curatrice però , Lutero sarebbe i l fondatore di una "cri t i ca biblica cristocentrica" destinato a combattere i l "bibl i c i smo letterali stico" . Questa valutazione è totalmente incompa t ib i le con una l ettura dei sermoni stessi ed è chi aro che b i sogna avere de lle lenti ben spesse per vedere in Lntero il precursore del l iberal i smo . Se Lutero fu veramente così critico nei confronti della Parol a , come mai ciò non gli venne mai contestato dai suoi avversari? Come poteva pre.dicare che 11dove c ' è la Scrittura , là c • è Dio stesso11 ( p . 97 } ? Come s i fa a contestare i l fatto che per Lutero l a Seri ttura fu l a parola di D i o senza far violenza ai testi stessi in cui Lutero compare come il difensore de l l • autorità d e l l a Parola contro ogni altra autorità? { c f . Idea 1983/2 ) . E
non è forse ques.ta errata prospetti va che conduce la Gandolfo ad ac cusare Lutero di "menta l i tà medievale" per i l suo "cos tante ri f.erimento al d i a
volo , o al tre fras i , non usuali ne l nostro l inguaggio ecc lesiastico"? Parlare di Satana nei termini in cui l o fece Lutero non mi pare costituisca un retaggi o m e di e va l e , mi pare invece una concezione che trova l a sua pi ena legittimità in una prospettiva- teologica che , evidentemente non è que lla del l a Gandolfo , ma che r imane, in sol i darietà c on i l Signore stesso e con l a Ri forma , que l l a del l a ortodossia evange l i ca . E ' probabil
mente questa diversa prospettiva che induce la
142
Gandol fo ad imputare a Lu1:ero concezioni sul la autorità della Bibbia e sul l a sua interpretazione estranee al pensiero de l Ri formatore .
L ' opera è correda1:a di vari indici e di una nota bibl i ografica su Lutero predi catore che arricchiscono in maniera utile i l pregio del l ' opera stessa .
Pietro Bolognesi
James Atkinson , Lutero La paroLa scatenata - l ' uomo ed il pensie�o , Torino , Claudiana 1983 , p p . 488.
Con la pubbl icazione di questo l ibro , l ' Editore i tali ano ha senza dubbio compiuto una scelta apprezzabi l e sotto mol ti aspetti . L ' op�ra infatti , può ben sostituire i l classi co ma ormai introvabi le "Lutero'' di R . H . Bainton . E se, rispetto a que s t ' ultimo lo stile non è sempre così avvincente e bri l l ante , l ' A . ha tuttavi a il pregio di ridimensionare l ' "Hercules germanico" caro al Bainton , per fornirci un ' immagine forse meno eroica ma certo più reale di un uomo vinto e convinto dalla scoperta del l ' Evangelo e spinto com:rovogl i a dal l e circostanze e dal concatenarsi degli avvenimenti ad assumere quel ruolo di protagonista che non gli era naturalmente congeniale . In secondo luogo l ' opera de l l ' Atkinson si colloca egregiamente accanto a quella fondamentale del r�iegge che , pur più ricca di riflessioni teologiche , si limi ta ad esaminare la prima parte della
143
v i ta di Martin Lutero ( fino al 1521 ) . L ' A . invec e , abbracciando tut�o l ' arco d ' e sistenza del Riformatore c i offre un ' immagine più completa di Martin Lutero correggendo , fra l ' altro , alcune concezioni sulla par�e più diffi c i l e e contrastata èfella sua vita ( dopo il 1521 ) . Non più dunque " l ' uomo ripiegato su sé stesso" secondo la classica espressione del Febvre , ma piuttosto un uomo costretto, suo malgrado , a gestire una Riforma che è già più grande di lui e nella quale altri , con motivazioni assai diverse , tendono ad assume
re indebiti ruoli di protagonisti . E ' forse in questa ottica che l ' Atkinson sembra voler comprendere e spiegare quelle controverse vicende che vedono Lutero costretto a scelte e decision i non sempre correttamente comprese e tantomeno condivis e . Ques t • ansi a di comprensione avrebbe indotto l ' A . ad abbandonare il rigore storico per farlo cadere in una trappola apologetica? Si potrebbe pensarlo qualora non si tenesse conto del l a coerenza di Lutero del la sua fondamentale " incapacità" di svendere il "suo Evange lo" a qualsiasi profittevole accordo religioso , sociale o politico . E ' questo in fondo ciò che ci trasmette l ' A ; e anche l ' E di t ore , pur con qualche distinguo, si allinea con l ' Atkinson nel di fendere per es . l ' atteggiamento di Lutero durante la rivolta dei contadini ( p . 409 nota 79 b i s ) . In terzo luogo , una p e cul i ari tà del l i br o , ed il coraggi o del l ' A . , consiste nel "lasciare parlare Lutero" quando prende in esame i l suo pensi ero . Con buona scelta, pur nella sintesi dovuta al taglio del l ibro, l ' A . ci colleziona una piccola antologia dalla
144
quale è pos sibile rendersi conto del l a nascita e de l lo sv iluppo dei grandi temi del l a Riforma scoperti da Lutero meditando sui libr i della Bibbi a . 50 pagine forse noiose per il lettore amante delle gesta epiche ma preziose per chi desidera capire "da dentro" , al di là delle definizioni astratt e , il pensiero de l Riformator e .
Sottoline i amo infine 1 l a semplicità con cui l ' A . sa sv iluppare i l suo pensiero e "sa chiarire quegl i argomenti compl icati senza pericolos e , ecc e s s i ve sempl ifi cazi oni" ( p . 7) . Ma non poteva ess ere di versa:nen i: e visto che il l ibro è , .finalment e , per " l aici colti ed interessati " ( p . 10) e non riserva di cac cia per particolari studios i . Così s i amo in parte liberati da que l pesante corredo di note a pié pagina che faranno certamente l a gioia dei dotti ma che rendono frammentaria e perfino indigesta la lettura a chi dotto non è
e neppure intende per que lla strada diventarlo . A l l e note del l ' A . piuttosto esplicative anziché ori entate al corredo b ibl iografico, si sono aggiunte quel l e del l ' Editore che ha operato nell ' ottica del lettore lai c o , sia omettendo parte dell ' ampia rassegna informativa del l ' A . sui recenti sviluppi del l a storiogra.fia lute::-ana in campo tedesco ed anglosassone , a favore di opere in i tal�ano ; sia annotando e pre c i sando megl i o , concettl , pe rsonaggi , rifl ession i . Anche se , questo rinvio alle note ( t un erzo del totale sono del-l ' Edi tore ) appare talvolta eccessivo e qualche commento fin troppo prol i sso .
145
Il libro , ne l suo contenuto , percorre a tappe quasi obbligate , gli itinerari classici della vita di L utero ma l ' A . si preoccupa di arricchire gli avvenimenti biografici con note , commenti , precisazioni sulle situazioni e sugli avvenimenti conness i in qualche modo alle vicende del Riformatore . Dunque spazi sufficienti per capire i l c l ima de l tempo , la Scolastica , il fenomeno del le indulgenze , la s i tuazione sociale e politica . Insomma un libro abbastanza completo e corredato dal l ' Editore di stampe , disegni riproduzioni fotografiche l tavole cronologiche e indice var i ; un l ibro i l cui costo dovrebbe semplicemente rappres entare un necessario investimento per arricchire l e scarse biblioteche delle famigl i e evange liche .
Gioele Corradini
A . A . V .V . , Lutero ne L suo e neL nostro tempo , Studi e conferenze per il 5° centenario del l a nascita di M . Lutero . Claudiana, Torino 1983, pp. 346 .
Non s i presta ad una organica recensione un l ibro che , per sua stessa natura ( 16 studi di 11
autori diversi ) conduce piuttosto a considerazioni sparse sull ' uno o sull ' altro degli articoli ivi contenuti . L ' intenzione dell ' Editore è comunque lodevole perché i l l ibro rappresenta la raccolta di una serie di studi e di conferenze organi z zate dalla Faco1 tà Valdese di Teologia in collaborazione con la Claudiana per i l 500° anniversario della nascita di Martin Lutero .
146
Diviso cronologicamente in due parti distinte, i l libro riporta i vari contributi senza uno specifico ordine logico ( del resto di fficile da realizzare .per la diversità degli studi in campo ) e raduna così uno accanto all ' altro articoli di d i verso tagl io e contenuto . Una antolog i a comun
que , assai interessante non foss ' altro per la competenza e l ' alto livello degli studiosi che v i
hanno contribuito ( c i to fra gl i altri : G. Alberigo , G . Ebe ling, F. Ferrarotti , A . Molnar , B . Corsani e P . Ricca ) .
Certo i l Riformatore è personaggio grande , "�roppo grande per essere rinchiuso in limi ti confes s i o na l i 11 e per questo si presta indubbi amente a letture diverse e a prospet1:ive di varia angolazione . Gli accostamenti sono dunque assai
uti li ed affascinanti anche se portano forse con
sé i l ri sch io di confondere , forse maggiormente , l e scarse idee che i l lettore medio italiano possiede del Riformatore .
F . Genti l oni , Abramo rio alla ricerca 1984 , pp . 123 .
Gioele Corradini
contro ULisse. Un di Dio , Torino ,
itineraClaudiana
Il l i bro è una testimonianza di un cattolico che da un "nobile e austero cristianesimo privato" , pa ssa a ri conoscere che Dio non è solo i l
S i gnore d e l l e cosc ienze , ma anche i l Signore della storia • e infine approda ad una concezione di
( ( l l f f
147
Dio che esclude ogni idea ài totali tà , ma che s i esprime nella frammen1:arietà del l ' impegno quoti
diano della prassi . La preoccupazione del l ' A . è
quella d i privilegiare un dio che faccia compagnia nel peregrinare incerto della storia , pi uttosto che un Dio che spi ega , risolve e salva . Per l ' appunto , il Dio di Abramo con le sue incertez
ze, piu1: tosto che Ulisse che sa dove è diretto .
Il l ibro è seri t:to in uno stil e incisivo e
provocatorio e lo si legge con grande fac i l i tà e piacere . La matri ce teologica di questo cattolico è fondamentalmente barthiana , ma di questa convergenza tra i catto l i c i e Barth non c ' è da meravigliarsi malgrado l ' apparente paradosso . Ci sono
comunque alcune domande che vengono in mente al recensore . E ' ben sicuro l ' A . che la sua tanto proclamata precarietà non sia in realtà un s istema a sua volta protettivo e quindi " s i curo" nel
senso deteriore del termine? Nel voler retrocede
re ad un ' idea di Dio più inattaccabi le di quella fin qui avuta , è ben certo di non essere mosso a
sua volta da motivi di dubbia legi ttimità come quelli che vuole a sua volta combattere? Il rischio della sua nuova fede non somigl ia forse
troppo ad una nuova sicurezza? Il suo Abramo non
è forse un nuovo Ulisse?
Pietro Bolognesi
148
Haddon \� . Rob inson , P:redica:t>e La Bibbia. Svolgi
mento e comun i c a z i one di messaggi esposi ti v i ,
Roma , I . B . E . 1 984 , pp . 251 .
N e l l a prefazione alla sua opera , 1 1 A . che ha
i nsegna t o orni l etica per di ci anno ve anni al Dallas
Theologi ca l S em i nary , precisa lo scopo del suo
scri tto . Unendo uno spirito umi l e ad una notevol e
e speri enza , egli s i pl�opone d i esporre un metodo
d i pr eparazione e di espos i z ione di messaggi trat
ti dal l e Scritture , a benefi ci o di tutti coloro
che desi derano imparare a predicare o di persone
g i à impegnate in questo m i n istero che vogl iono
ap profondire l a loro preparazione omileti ca .
I l libro, corredato di alcune appe ndici con domande di contro! l e , una sel ezi one bibliografic a , un indi c e del l e p ersone c itate e un indice dei riferimenti b i bl i c i , è formato da dieci capitol i . Dal primo , "Tesi a favore del la predicazione" , il Rob inson pros egue i l suo i ter , suggerendo c ome sc oprire l ' i dea centrale del testo scelto ' come usare effi cacemen te i vari strumenti di l avo-
ro , al fine ài tradurre l ' i dea di fondo in un
sermone che raggiunga i n modo incis ivo l ' obietti
vo che si p refigge . Lo scritto , che intende forni
re uti li consi gl i omi l etic i , dalla preparazione
all ' e spos i zione del sermone , dal l ' introduzione al
la conc l u s i one , è ri cc o di immagi ni e di ci tazioni . Nel l ' ul tima parte del l avoro , l ' autore si
interessa anche di quegli aspetti che potrebbero
sembrare marginali come , per esempi o , l a cura che il predicatore deve avere per la sua persona e
� ( f l f l l
1 49
per i l vestire , i gesti da usare durante l a
predica , le pause nel discorso , i l timbro e d i l
tono de lla voc e .
Un trattato senza dubbio uti l e , ma puramente
tecnico . Ci sembra che questo aspetto sia da
sottolineare p articol armente : ' primo pe rché , a no
s tro avviso , costitu i sce i l l imite del lavoro del
Robinson e, in secondo luogo , perché i l lettore
non sia tratto in inganno attr ibuendo al l a predi
cazione cristiana una semplice preparazione omi le
tica . Nel l i bro infatti non trov i amo trac c i a di
due valori assolutamente insc indibi li dalla predi
cazi one cri stiana : i l dono e la preghi era . E '
nos tra convinzione, fondata sul l e Seri tture , che
non si possa essere in alcun modo pred i catore
della Parola se manca que l carisma , dono dello
Spirito Santo, che fa distinguere il ministero
del l a Parola dal l ' arte oratori a . Inoltre credi amo
che i l messaggio che si espone debba essere non
solo frutto di un attento , rigoroso esame delle
Scri tture , assolutamente necessario , ma debba es
sere "ri cevuto" in una particolare esperienza di
comunione con l ' Autore Divino, attraverso la pre
ghiera . Su questi valori di fondo , probabi lmente
sottintesi dal Robinson , si può costruire una
buona tecnica per r.endere p i ù efficace i l ministe
ro del l a Parol a , senza rendere uniformi i predi c a
tori . Il l ibro è di fac i le e scorrevole lettura ,
anche se si del;lbono lamentare numerosi errori di
stampa .
Carlo Bertine l l i
Is� l �u�o B tb!tc� Evan�elico
Ge"NI to 19B5
O�rt'ttcre: Pror . P1�trc �olo�ne$ 1
A � � - � l $ � r L � : a n e : ! . B . E . Vi� d t l Casal� Corv 1c. �O OC1� Finocc�1o { qoma' Abbo"a���tc ����� t 7 .000 - Sc�tt�\tore E 1 4 .000. I vcrsa<!lcmu t;nrtO � e'fet tu are sul <:CP 414,4000 1"t11tato a Istttutc 81blico Ewang�lico . Gh abbo,am�nti n o " div.lll-tt i e n tre i l 31 d!c:e���bre !101\0 ritenuti r!c.r.nf"el'll'at..o.
Per 1"v 'o �e l l t pubnl\c:azic�i 1 n r�er.s&�ne t' eorri sponde"za con l• r�OAl tonc: VtA J. � 1 1 1 Ou•rcia B t l �100 Pacova .
- httr..xtu:hm� J:.P.TIOOi.I
C: l t .:� n · u n n 1 ne l liol chiel"ll nt"Ct�sta11ent.ari a R�nalQo Dlprcsr • • • • • • • . • • • . • • • • • •• • • • . • • . • · - · · · • • • • • • • • • P • 4
- [!'l t i t ••1 iilrtt" fl' r \lriDil: l •'ne deE l ! an: i ani Alf�•u Ku ft � • • • • • • • • • • • • • • • • • • · • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • P · 18
- QuaJ 1 t� � c��ri T I j�e l t an� &An l Peter fAas tet-s • • • . . . . . . . . . . . . . . ... . . . . . . . . . • • • • •• • • • • • • • • • 11 • 41
- Co1 1 �e ia l • ta e �Ln i srer t o pa•tora le JacQues Bl�nden ler • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • �. 68
- C,�� C\\P5 i!J la� l Eioçan i F!r i l ��rY i &J O cr i st iano ArtPAnO ._1ein1ger • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • p . 02 Let h·r., a,t un a11ict:' rl.\.:.,rt.l•d ur., c t'IN' .tn:dano n� l l a !Ult1 c h i esa Alfre� �u�� • • • • • . • • • • . • • • • . • • • • • • . . • • . . • • • • • . • • . . • • • • . • • o . "117
S�l'I;ALAllONI !HP.'�IOC.f.-AF'lCHE • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • p. 126 !. !STilo OE1 l.JB.I'!t RICC:ItU 7 � • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • • P • 150
INTRODUZIONE
I vari numeri de l la rivista hanno fin qui cercato di presentare i vari problemi in una
prospettiva che sia caratterizzata dalla pienezza del messaggio evangelico . La realtà induce però a credere che un insegnamento corretto deve andare di pari passo con la maturità di coloro che sono chiamati ad esporlo . Per questo la Seri ttura s i interessa , non solo dei principi , ma anche degli uomini . Questo numero di Sdt vuole quindi contribuire a chi arire alcuni elementi circa i l ministero di coloro che , secondo la Scrittura, hanno un ruolo di conduzione nella chiesa del Signore .
Lo studio di questo argomento deve far fronte
a diverse· difficoltà . ., Basterà evocarne almeno
due . In primo luogo si deve pensare alla crisi '·
epistemologica attuale. Come si sa alcuni pongono
in discussione gli stessi criteri della conoscen
za inducendo così , assai spesso , a respingere
anche ogni idea di conduzione e d • insegnamento
formale per privilegiare in maniera esclusiva ie