Il mercato della grappa in Italia e Germania
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Il mercato della grappa in Italia e
Germania
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Indice
1 Riassunto................................................................................................ 5
2 Summary ................................................................................................ 7
3 Contesto della ricerca............................................................................. 9
4 Motivazione e obiettivi della ricerca.................................................... 16
5 Parte prima: il mercato italiano ............................................................ 19
5.1 Introduzione ................................................................................. 19
5.2 Analisi della letteratura ................................................................ 20
5.3 Descrizione del dataset................................................................. 22
5.4 Specificazione del modello .......................................................... 25
5.5 Risultati ........................................................................................ 27
5.6 Conclusioni .................................................................................. 40
6 Parte seconda: il mercato tedesco ........................................................ 42
6.1 Metodologia ................................................................................. 42
6.2 Indagine nel canale ristoranti ....................................................... 46
6.2.1 Descrizione del campione e informazioni generali .............. 46
6.2.2 Il passato della grappa in Germania ..................................... 50
6.2.3 Il consumatore...................................................................... 51
6.2.4 Il prodotto............................................................................. 62
6.2.5 Approvvigionamento............................................................ 82
6.2.6 Conclusioni .......................................................................... 89
6.3 Analisi della grappa nella GDO ................................................... 91
6.3.1 Introduzione: la GDO tedesca.............................................. 91
6.3.2 Analisi dello scaffale nella GDO ......................................... 93
6.3.3 Analisi delle vendite nella GDO .......................................... 95
4
6.4 Conclusioni mercato tedesco...................................................... 107
7 Conclusioni e confronto Italia Germania ........................................... 109
8 Bibliografia ........................................................................................ 111
9 Appendice A: Risultati dell’analisi del prezzo edonico nel mercato
italiano........................................................................................................ 118
10 Appendice B: Questionario Ristoranti in Germania ...................... 121
11 Appendice C: Risultati delle analisi della varianza........................ 133
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1 Riassunto
Il presente lavoro analizza il mercato della grappa nei suoi due mercati
principali, Italia e Germania. L’analisi comprende vari aspetti, attinenti a
consumatore, prodotto, approvvigionamento, comunicazione e
distribuzione.
La prima parte è costituita da un’analisi del prezzo edonico nel mercato
della grappa in Italia, che utilizza un dataset di 15.576 osservazioni di
transazioni di vendita della grappa nella GDO nel periodo dal 1997 al 2004,
per stimare il prezzo implicito dei principali attributi di prodotto. I risultati
mostrano che in particolare il formato della bottiglia, il grado alcolico e la
marca hanno un impatto sulla disponibilità a pagare del consumatore. In
particolare, la variabile dummy che rappresenta la marca Prime Uve presenta
coefficienti stimati statisticamente significativi, positivi e di alto valore, il
che viene interpretato come effetto fads and fashion.
La seconda parte della tesi analizza il mercato tedesco, dove la grappa è
stata introdotta in maniera significativa solamente una trentina di anni fa.
Questa parte si suddivide in due sezioni; la prima studia il canale della
ristorazione, mentre la seconda analizza il canale GDO.
Oggi la grappa ha una buona immagine nel canale ristoranti ed è ben
accettata come alternativa interessante agli altri superalcolici. La grappa di
buona qualità è molto apprezzata, il pericolo è però che la presenza di
alcune grappe di qualità inferiore danneggi l’immagine dell’intero comparto
della grappa. Ciò che deve migliorare nettamente è la comunicazione, che
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ad oggi è pressoché inesistente. I clienti si fidano molto del consiglio dei
ristoratori, quindi sarebbe utile intraprendere delle azioni di informazione e
formazione rivolte ai ristoratori in modo che essi possano promuovere e
spiegare meglio la grappa alla clientela finale.
Il canale di distribuzione della GDO invece rappresenta un quadro molto più
brullo di quello della ristorazione in quanto la maggioranza delle grappe
della distribuzione moderna viene venduta dai discount che non
contribuiscono a migliorare l’immagine della grappa in Germania. Nelle
altre tipologie di vendita della GDO la grappa è comunque mal
rappresentata in quanto il posizionamento delle grappe è quasi sempre sugli
scaffali meno favorevoli e la scelta resta molto ristretta, da una media di due
referenze nei supermercati a meno di dieci negli ipermercati. L’unica
tipologia dove la grappa è abbastanza ben rappresentata sono i grandi
magazzini, dove la scelta è abbastanza ampia e l’esposizione buona.
Confrontando il mercato italiano con quello tedesco si possono riassumere i
seguenti punti: i consumatori italiani prediligono formati di bottiglia più
grandi rispetto ai consumatori tedeschi. Alcune tipologie di grappa, come la
grappa bianca oppure quella aromatizzata sono molto meglio rappresentate
in Italia che non in Germania, dove invece conta molto la grappa
monovitigno. Infatti, in Germania il vitigno risulta la caratteristica più
importante nella scelta della grappa, mentre in Italia conta molto di più la
marca. Le marche note in Germania sono ben poche e risultano piuttosto
conosciute quelle marche che prendono il loro nome dai grandi vini italiani.
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2 Summary
The present study analyzes the grappa market in its two major markets, Italy
and Germany. The analysis comprises various aspects, regarding consumer,
product, provisioning, communication and distribution.
The first part carries out a hedonic price analysis in the Italian grappa
market, utilizing a dataset composed of 15.576 observations of retail chain
prices related to transactions which have taken place in Italy in the period
1997-2004, in order to estimate the implicit price of the main product
attributes. Results show that particularly bottle format, high alcohol content
and brand affect the consumer’s willingness-to-pay for grappa. In particular,
the Prime Uve variable presents statistically significant, positive estimated
coefficients, with high magnitude, which are interpreted as a “fads and
fashion effect”.
The second part of this thesis analyzes the German market, where grappa
has gained popularity only about thirty years ago. This part is subdivided in
two sections, the first of which studies the restaurant channel and the second
the retail channel.
Today, grappa has a good image in the restaurant channel and is seen as a
welcome alternative to other distillates. Quality of good grappa is
considered excellent, whilst the risk persists that the presence of inferior
quality grappa threatens the image of all grappas. What has to improve
considerably is communication, which today is hardly present. Clients
confide in the waiter’s suggestions when it comes to selecting grappa,
underlining their importance in communication efforts.
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The retail channel on the other hand shows a much darker picture than that
of the restaurant channel, for the majority of grappa sold in this channel is
accounted for by discount stores, which certainly do not contribute to an
improvement of grappa’s image in Germany. Also in other types of retail
stores grappa is not well represented, as its shelf positioning is poor and
selection is very limited, ranging from two items in supermarkets to less
than ten in hypermarkets. The only category where grappa is well
represented are department stores, where a good selection is combined with
good shelf positioning.
Comparing the Italian market with the German one the following points can
be sketched out: Italian consumers prefer bigger bottle formats than their
German counterparts. Some grappa types, such as white or aromatized
grappa are much better represented in Italy than in Germany, where single
variety grappa is more important. In fact, for the German consumer grape
variety is the principal characteristic when deciding for a certain grappa,
while in Italy grappa brand is imperative. Well-known brands are very few
in Germany and amongst the most notorious are some of those brands that
inherit their name from famous Italian wines.
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3 Contesto della ricerca
La grappa è un distillato di vinaccia d’uva, ovvero i residui della produzione
di vino. La sua produzione è regolamentata nel Decreto del Presidente della
Repubblica del 16 luglio 1997, n. 297, che prescrive che, per potersi fregiare
di tale denominazione, la grappa deve essere distillata in Italia da vinacce
ricavate da uve prodotte e vinificate nel territorio nazionale. La distillazione
accade in alambicchi continui – favoriti nella produzione industriale – e
discontinui, privilegiati nella produzione artigianale. Questi ultimi sono
necessari per produrre grappe di alta qualità e si distinguono in tre categorie:
a fuoco diretto, a bagnomaria e a vapore. Il metodo a fuoco diretto è quasi
scomparso perché il fumo del fuoco aperto sotto la cucurbita può lasciare
tracce anche nella grappa finita, che non sempre sono desiderate. Gli
alambicchi a bagnomaria sono molto più adatti alla produzione di alta
qualità perché permettono una distillazione molto delicata, essendo la
cucurbita separata dal fuoco da uno strato di acqua. La tecnologia a vapore,
infine, è la più diffusa fra gli impianti discontinui perché permette un buon
equilibrio fra qualità e costi di produzione. È formata da un sistema di
caldaiette che contengono cestelli forati nei quali viene inserita la vinaccia.
Il vapore attraversa la vinaccia e s’impregna delle sostanze in essa
contenute.
Esistono anche prodotti affini, come il distillato d’uva, che non viene
distillato dalle vinacce rimaste come prodotto di scarto della produzione di
vino, ma da uve intere. Pur non essendo una grappa tecnicamente questo
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prodotto viene considerato grappa nell’ambiente di ricerche e statistiche di
mercato e nel marketing della grappa perché dal consumatore di grappa in
genere non viene distinto dalla grappa vera e propria. Di conseguenza anche
il presente studio considera il distillato d’uva una grappa, per conformarsi
alla prassi comune del settore.
Dei procedimenti di distillazione abbiamo testimonianza storica sin dal
primo secolo dopo Cristo. È Dioscoride Pedanio, botanico e farmacista
greco, che esercitava nella Roma di Nerone, a descriverci un procedimento
la cui natura ci resta in parte di difficile interpretazione. Nel suo De Materia
Medica afferma che “Distillare è imitare il sole, che evapora le acque della
terra e le rinvia in pioggia”. Egli descrive un apparecchio per distillare
essenze medicinali consistente in una sorta di “vescica” dotato di una
apertura superiore dalla quale i vapori venivano immessi in una struttura
refrigerante per ottenerne la condensazione. Di tale apparecchiatura non si
trova più traccia nelle distillerie medievali. Fermo restando che non è
possibile parlare di grappa in epoca romana, tuttavia alcuni distillati spiritosi
con funzione medicamentosa possono essere considerati il suo antecedente
storico.
La prima apparecchiatura per la produzione di un’acquavite distillata dal
vino è probabile invenzione del medico Michele Savonarola da Padova,
vissuto nella seconda metà del quattrocento, prozio del più noto frate
domenicano che instaurò la Repubblica Fiorentina. Ne abbiamo
testimonianza nel suo trattato “De Conficienda Aqua Vitae”. Anche in
questo caso l’apparecchio serviva alla produzione di una pozione a scopo
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medicamentoso, ben lontana dall’attuale bevanda consumata a scopo
edonistico.
Le prime tracce del passaggio dalla distillazione di vino a quella di vinacce
risalgono ai gesuiti del seicento, in particolare in riferimento a Francesco
Terzi Lana (Brescia, 13 dicembre 1631 - Brescia, 22 febbraio 1687).
Le radici di vari produttori odierni di grappa risalgono invece all’ottocento
quando prevaleva il distillatore itinerante, che con il suo alambicco montato
su un carrello, passava da vigneto a vigneto a distillare le vinacce rimaste
come prodotto secondario della produzione di vino.
Come si evince dalla sua storia, la grappa è un superalcolico di grande
tradizione nella sua patria, ma anche a livello europeo la grappa è stata
riconosciuta come distillato italiano e la protezione di tale denominazione è
stabilita nel Regolamento del Concilio Europeo n. 1576/89 del 29 maggio
1989.
D’altra parte, a livello extraeuropeo non esiste nessun regolamento che
salvaguardi le origini della grappa. Perciò in alcuni mercati extraeuropei si
possono trovare in commercio distillati denominati grappa, prodotti negli
Stati Uniti oppure in Sud Africa. Quest’ultimo paese è stato per diversi anni
in conflitto con l’Unione Europea perchè non voleva rinunciare all’utilizzo
del termine grappa per i suoi distillati di vinaccia. Di fatto l’Italia ha
bloccato l’attuazione del Trade, Development and Cooperation Agreement
(TDCA) fra l’Unione europea e il Sud Africa che avrebbe dato ampio spazio
per il commercio libero fra le due entità. Solamente nel 2004 detto trattato è
entrato in vigore dopo la definitiva rinuncia da parte del paese africano
all’utilizzo del termine “Grappa”.
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Come si evince da questi fatti, la grappa non è quindi più un prodotto che
interessa solamente il mercato nazionale italiano, ma è più o meno
conosciuta ed apprezzata in varie parti del mondo. Per ottenere uno sguardo
fuori dai confini nazionali, il presente studio analizza quindi non solo il
mercato della grappa nel mercato di origine, che rappresenta tuttora il
mercato di gran lunga più importante con circa l’83% (in ettanidri riferiti
all’anno 2006)1 del mercato globale, ma intende confrontare tale mercato
con il secondo mercato più importante, che è la Germania. La Tabella 1
mostra la produzione totale italiana di grappa e acquaviti dal 1999 al 2006.
Come si evince dalla prima riga, la produzione di grappa è in aumento quasi
continuo e può vantare una crescita del 42,7% nel periodo dal 1999 al 2006.
Tabella 1: Produzione italiana di grappe e acquaviti 1999 - 2006 (in ettanidri)
TIPOLOGIA 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
Grappe 82.000 99.000 96.000 100.000112.000125.000125.000117.000
Acquaviti di vino 207.000 100.000150.000100.00075.000 140.000175.000198.000
Acquaviti d'uva 1.500 3.400 5.000 6.000 6.400 5.800 4.000 4.300
Acquaviti di frutta12.800 10.400 10.000 10.000 9.600 9.200 9.000 8.700
TOTALE 303.300 212.800261.000216.000203.000280.000313.000328.000
Fonte: AssoDistil
La produzione di acquavite di vino è molto variabile da anno ad anno,
perché essa è risultato principalmente delle distillazioni di vino prodotto in
eccesso e quindi la sua produzione è poco legata alla domanda del mercato.
L’acquavite d’uva d’altro canto è un prodotto più vicino alla grappa che non
1 Elaborazione propria su dati Assodistil e ISTAT
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all’acquavite di vino, e come tale dimostra una forte crescita nel periodo dal
1999 al 2003 per poi scendere di nuovo. È da considerarsi un competitor
della grappa l’acquavite di frutta che nel periodo in osservazione è in
continuo declino.
Le esportazioni della grappa ammontano a 32,2 milioni di Euro2 nel 2006 e
si suddividono come segue (vedi Figura 1 e Tabella 2): i tre paesi di lingua
tedesca, Germania, Svizzera e Austria, assorbono la maggior parte (70%)
delle esportazioni mondiali di grappa in valore. La Germania da sola
importa il 47%, la Svizzera il 17% e l’Austria il 5,6%. Poi seguono i paesi
importatori extraeuropei più importanti, in testa gli Stati Uniti con il 5%, il
Canada (4,4%) ed il Giappone (2,7%). I paesi restanti importano ben poca
grappa. Da notare alcuni paesi emergenti come la Russia all’undicesimo
posto (0,9%) e Hong Kong al tredicesimo posto (0,6%). Il Regno Unito
invece, uno degli importatori più avidi del vino italiano, consuma presso che
niente di grappa, trovandosi solo al dodicesimo posto (0,8%). Un paese che
forse in futuro potrà offrire nuovi sbocchi per la grappa, è la Cina che però
per ora importa pochissimo, trovandosi al diciannovesimo posto (0,3%).
2 Dati Istat
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Figura 1: Esportazioni di Grappa in Euro, primi 20 paesi, anno 2006
0
2.000.000
4.000.000
6.000.000
8.000.000
10.000.000
12.000.000
14.000.000
16.000.000
Ger
man
ia
Svizz
era
Austri
a
Stati
Uni
ti
Can
ada
Giapp
one
Belgio
Spagn
a
Paesi B
assi
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Reg
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Dan
imar
ca
Svezia
Cor
ea d
el S
ud
Austra
lia
Cec
a, R
epub
blica
Cin
a
Nor
vegi
a
22082026-Grappa, inrecipienti dicapacitàfino a 2 litri
22082086-Grappa, inrecipienti dicapacitàsuperiore a2 litri
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Tabella 2: Esportazioni in volume di Grappe e Acquaviti 1999-2006 Voce doganale
22.08 (in ettanidri)
VOCI
DOGANALI DESCRIZIONE 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006
22082026 Grappa, in recipienti di capacità =< 2l
15.636 16.382 15.825 15.294 13.393 16.162 13.250 14.580
22082086 Grappa, in recipienti di capacità > 2l
8.780 5.691 6.183 5.135 5.918 4.850 4.922 5.259
SUBTOTALE GRAPPA 24.417 22.073 22.008 20.429 19.311 21.012 18.171 19.838
22082029
Acquaviti di vino o di vinacce,in recipienti di capacità =< 2l
12.347 12.327 11.081 14.641 13.307 11.848 13.403 14.524
22082089
Acquaviti di vino o di vinacce,in recipienti di capacità > 2l
223.766 155.261 62.387 63.074 97.530 126.308 41.327 46.111
22089033
Acquaviti di prugne, di pere o di ciliegie, in recipienti di capacità =< 2l
487 729 672 783 1.488 1.388 1.630 2.318
22089038
Acquaviti di prugne, di pere o di ciliegie, in recipienti di capacità > 2l
13.307 13.099 11.102 11.351 10.901 8.198 11.044 10.902
SUBTOTALE ACQUAVITI 249.908 181.416 85.241 89.849 123.226 147.742 67.404 73.855
TOTALE TUTTE LE VOCI
274.325 203.489 107.250 110.278 142.537 168.754 85.575 93.693
Fonte: elaborazioni AssoDistil su dati ISTAT
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4 Motivazione e obiettivi della ricerca
La grappa è un competitor minore nei mercati mondiali dei distillati, ma in
Italia si trova al primo posto. Specialmente negli ultimi dieci anni una
rivoluzione qualitativa di prodotto e del marketing ha condotto a un rilancio
della grappa in Italia, con effetti visibili ormai anche sui mercati esteri.
Dalla vecchia immagine di prodotto grezzo e forte, la grappa si é
trasformata in un distillato complesso e raffinato che attrae tutti i tipi di
consumatori. La grappa può essere giovane e fresca oppure invecchiata e
sofisticata, può essere prodotta da una miscela di varietà o da un’unica
varietà, bianca o aromatizzata con frutta oppure torbata. Le possibilità sono
infinite e quindi mettono il consumatore in difficoltà quando si trova di
fronte alla decisione di quale grappa acquistare, in modo simile a ció che
può succedere nella decisione di acquisto del vino.
Neanche le marche aiutano molto, dato che ve ne sono circa 500 vendute
nella Grande Distribuzione Organizzata (GDO) e molte altre negli altri
canali di distribuzione. Le 10 marche più vendute nella GDO italiana
contano per circa il 48% delle vendite totali, dato che potrebbe sembrare
alto, ma è basso in confronto ad altri prodotti di consumo in vendita nella
GDO, sebbene si tratti di una percentuale sempre più alta che per i vini.
In un mercato come questo non è facile capire su cosa i consumatori basano
le loro decisioni. Per questo motivo il presente studio cerca di illustrare
alcuni aspetti che il consumatore prende in considerazione nel processo di
acquisto.
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Gli obiettivi di questa ricerca sono quindi quelli di comprendere i due
principali mercati della grappa, l’Italia e la Germania, in particolar modo dal
punto di vista della domanda. Il nucleo dell’analisi è il consumatore, le sue
preferenze, la sua conoscenza della grappa, le abitudini di consumo, il tutto
allo scopo di ottenere un quadro dettagliato delle caratteristiche qualitative e
quantitative della domanda di grappa.
La ricerca è suddivisa in due parti: l’esame della domanda nel mercato
italiano, attraverso un’analisi del prezzo edonico eseguita sui dati delle
vendite della grappa nella GDO, e l’indagine del mercato tedesco attraverso
l’elaborazione di dati raccolti in loco attraverso interviste e sopralluoghi.
La prima parte intende interpretare l’influenza delle varie caratteristiche
della grappa sul processo decisionale del consumatore che si trova di fronte
allo scaffale nella GDO. Analizza quindi l’importanza degli attributi che il
consumatore può dedurre dalla bottiglia di grappa nello scaffale, quindi
prima di poterla aprire e giudicare le qualità intrinseche del prodotto. Il
prezzo gioca qui il ruolo di indicatore delle preferenze del consumatore in
quanto la disponibilità a pagare un prezzo più alto corrisponde
all’apprezzamento del prodotto.
La seconda parte si propone di analizzare il mercato dei superalcolici e in
particolare della grappa in Germania. Questo paese costituisce il principale
mercato d’esportazione della grappa, con una quota del 48% sul totale delle
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esportazioni in valore (65% in volume)3 e 12% sul totale della produzione
italiana di grappa in volume4. Inoltre le esportazioni di grappa verso la
Germania sono cresciute del 3,3% dal 2003 al 2004, mostrando una
dinamica positiva.
Nonostante questa importanza relativa, la Germania è comunque un mercato
ancora poco sviluppato, che necessita di un’analisi approfondita per ottenere
le conoscenze necessarie a sviluppare le strategie adeguate per affrontare
tale mercato in maniera strutturata ed efficace, in modo da consolidare ed
accrescere la quota di mercato dei produttori italiani di grappa. Da un primo
sondaggio è emerso che i dati relativi al mercato tedesco della grappa sono
piuttosto limitati. In pratica, quelli riguardanti le vendite sono disponibili
solo a livello globale, senza alcun dettaglio. I dati relativi ai modelli di
consumo di grappa e superalcolici sono altrettanto scarsi. Si è reso quindi
necessario raccogliere dati primari in loco per conseguire una conoscenza
migliore del mercato tedesco.
3 Elaborazione su dati Istat
4 Elaborazione su dati AssoDistil
19
5 Parte prima: il mercato italiano
5.1 Introduzione
Allo scopo di comprendere meglio le scelte dei consumatori nel mercato
della grappa in Italia, questa prima parte analizza le preferenze dei
consumatori sulla base di dati di transazioni effettivamente accadute, e non
su prezzi di listino. La metodologia applicata é l’analisi del prezzo edonico,
che si basa sull’ipotesi che le merci sono insiemi di attributi (Lancaster,
1966), e che i consumatori basano le loro decisioni di acquisto su tali
attributi. È stata quindi applicata l’analisi del prezzo edonico al mercato
della grappa in Italia per valutare il valore implicito che i consumatori
attribuiscono alle caratteristiche del prodotto.
Il lavoro é organizzato come segue: la prima sezione fornisce un’analisi
della letteratura sull’argomento, la seconda sezione descrive il dataset e le
variabili analizzate, la terza sezione specifica il modello implementato, la
quarta sezione esamina i risultati e l’ultima sezione riassume lo studio,
mentre l’appendice A comprende le tabelle con i dettagli dei risultati.
20
5.2 Analisi della letteratura
Non si è a conoscenza di altri casi di analisi del prezzo edonico applicata
finora alla grappa. Gli unici lavori collegati hanno applicato l’analisi del
prezzo edonico ad un parente della grappa, il vino imbottigliato. Tra questi
si trovano Oczkowski (1994), Ashenfelter et al. (1995), Combris et al.
(2000), Sumner e Bombrun (2003) e Steiner (2004b).
Oczkowski ha applicato il metodo al vino da tavola australiano di prima
qualità, utilizzando i prezzi raccomandati per la vendita al dettaglio e non i
prezzi effettivi di vendita. Ha preso in esame gli attributi riportati
sull’etichetta della bottiglia, come l’annata, area del vigneto e varietà
dell’uva, combinandoli con i punteggi di una famosa guida di vini
australiani per dimostrare che i prezzi dei vini sono legati alle classifiche.
Ashenfelter et al. sostengono che la qualità dei vini rossi Bordeaux maturi
può essere prevista considerando le condizioni atmosferiche durante la
stagione della maturazione. Prendendo in esame le caratteristiche
dell’annata e le condizioni atmosferiche, hanno dimostrato che tali fattori
contribuiscono da soli per oltre l’80% della variazione di prezzo per un dato
vino nel campione da loro considerato.
Nel loro lavoro sul vino della Borgogna Combris et al. (2000) hanno preso
in considerazione sia variabili sensoriali che oggettive, cioè posizione in
classifica della denominazione, annata e vino rosso o bianco. I loro risultati
hanno dimostrato che le caratteristiche oggettive come la posizione in
classifica e l’annata hanno un impatto molto più significativo sul prezzo
rispetto alle caratteristiche sensoriali, confermando quindi i risultati del loro
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lavoro del 1997 sul vino Bordeaux. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che
le caratteristiche oggettive sono più facilmente identificabili dai
consumatori non esperti.
Sumner e Bombrun (2003) hanno analizzato il prezzo al dettaglio da
catalogo di 8460 campioni di vino californiano distribuiti in 5 varietà e 12
annate. Essi hanno preso in considerazione le seguenti variabili esplicative:
punteggio del Wine Spectator, età del vino alla messa in vendita, varietà
dell’uva, regione d’origine, designazione dell’etichetta e annata. Le variabili
che hanno un impatto significativo sul prezzo sono il punteggio, l’età del
vino e la regione d’origine; in misura inferiore contano la designazione
dell’etichetta e l’annata.
Steiner (2004b) ha studiato le caratteristiche del vino specificate sulle
etichette delle bottiglie di vino australiano venduto nel canale GDO
britannico. Egli ha combinato tali caratteristiche con alcuni aspetti dei punti
vendita per prendere in considerazione fattori che non interferiscono con le
qualità organolettiche dei vini. Le variabili considerate sono: colore, annata,
varietà dell’uva, volume, regione d’origine, luogo di imbottigliamento,
importatore, produttore e punto vendita. I risultati sono che i consumatori
apprezzano varietà delle uve e origini regionali, anche se quest’ultimo
fattore sta gradualmente perdendo terreno a vantaggio delle marche.
Un altro risultato interessante é costituito dal fatto che i consumatori danno
importanza alle diverse caratteristiche degli specifici punti vendita e sono
disposti a pagare un sovrapprezzo per servizi sopra la media.
22
5.3 Descrizione del dataset
A differenza di altri lavori sull’analisi del prezzo edonico del vino, questa
ricerca non utilizza i prezzi consigliati al dettaglio ma i prezzi effettivi di
vendita raccolti per un campione di circa 14000 super e ipermercati in
rappresentanza di tutti i punti vendita di questa categoria in Italia.
La variabile dipendente é il prezzo al dettaglio per 1 litro di grappa. Si
considera qui il prezzo al litro e non per singolo articolo, poiché le bottiglie
di grappa differiscono in grandezza e design. Non è quindi corretto
confrontare il prezzo di una bottiglia da 50 cc. con quello di una bottiglia da
70 cc.
Il dataset consiste di 15.576 osservazioni, comprendenti articoli venduti in
tutta Italia nelle quattro macro regioni Sud, Centro, Nord-Est e Nord-Ovest
tra il 1997 e il 2004.5
La Tabella 3 contiene una descrizione delle principali variabili e alcune
statistiche descrittive.
Tabella 3: Descrizione delle variabili e statistica descrittiva
Variabile Descrizione Media Min-Max
Deviazione Standard
Prezzo al Litro Prezzo della grappa al litro (in Euro 2002)
Variabile Dipendente
15.84 1-1476
20.30
Logprezzo Logaritmo di Prezzo al Litro. Variabile Dipendente
2.55 0-7.29
0.56
5 Tutti i prezzi sono espressi in Euro. Prezzi che risalgono a prima della data di introduzione
dell’Euro sono stati convertiti da Lire in Euro secondo il cambio ufficiale pubblicato dalla
Banca Centrale Europea, arrotondando fino a quattro decimali dopo la virgola, come da
raccomandazioni della stessa BCE.
23
Variabile Descrizione Osservazioni
Grappa di
Cabernet
Vitigno di cui la grappa e’ fatta. Variabile dummy
320
Grappa di
Chardonnay
Vitigno di cui la grappa e’ fatta. Variabile dummy
1067
Grappa di
Moscato
Vitigno di cui la grappa e’ fatta. Variabile dummy
699
Grappa di
Müller Thurgau
Vitigno di cui la grappa e’ fatta. Variabile dummy
70
Grappa di Pinot Vitigno di cui la grappa e’ fatta. Variabile dummy
823
Grappa di
Prosecco
Vitigno di cui la grappa e’ fatta. Variabile dummy
442
Grappa al
Mirtillo
Frutto con cui la grappa e’ aromatizzata. Variabile dummy
221
Grappa alla Pera Frutto con cui la grappa e’ aromatizzata. Variabile dummy
164
Grappa alla
Pesca
Frutto con cui la grappa e’ aromatizzata. Variabile dummy
25
Grappa alla Ruta Frutto con cui la grappa e’ aromatizzata. Variabile dummy
619
Grappa
Aromatizzata
Tipologia. Variabile dummy 3192
Grappa Bianca Tipologia (Plurivitigno). Variabile dummy
4986
Grappa Distillata Tipologia (Distillato d’ uva). Variabile dummy
305
Grappa
Invecchiata
Tipologia. Variabile dummy 453
Grappa
Monovitigno
Tipologia. Variabile dummy 5818
35 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
198
38 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
1821
40 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
7699
44 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
164
45 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
1267
50 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
182
62 gradi Gradazione alcolica. Variabile dummy
18
0,35 litri Classe di formato. Variabile dummy
556
0,50 litri Classe di formato. Variabile dummy
5840
0,70 litri Classe di formato. Variabile dummy
6211
1,00 litri Classe di formato. Variabile dummy
2085
1,50 litri Classe di formato. Variabile 331
24
dummy
Nord-Est Area geografica di vendita. Variabile dummy
4394
Nord-Ovest Area geografica di vendita. Variabile dummy
3793
Centro Area geografica di vendita. Variabile dummy
3936
Sud Area geografica di vendita. Variabile dummy
3453
1997 Anno di vendita. Variabile dummy
1446
1998 Anno di vendita. Variabile dummy
1619
1999 Anno di vendita. Variabile dummy
1658
2000 Anno di vendita. Variabile dummy
1446
2001 Anno di vendita. Variabile dummy
2288
2002 Anno di vendita. Variabile dummy
2398
2003 Anno di vendita. Variabile dummy
2443
2004 Anno di vendita. Variabile dummy
2276
Bassanina Marca. Variabile dummy 107 Bassanina Nostrana
Marca. Variabile dummy 16
Bocchino Marca. Variabile dummy 196 Bocchino Sigillo
Nero
Marca. Variabile dummy 37
Bonollo Marca. Variabile dummy 31 Bottega Marca. Variabile dummy 226 Brotto Marca. Variabile dummy 531
Candolini Marca. Variabile dummy 60 Da Ponte Marca. Variabile dummy 43
Duchessa Lia Marca. Variabile dummy 102 Faled Marca. Variabile dummy 161
Fiordivite Marca. Variabile dummy 42 Franciacorta Marca. Variabile dummy 212
Franciacorta La Corte
Marca. Variabile dummy 18
Frattina Marca. Variabile dummy 145 Gaiarine Marca. Variabile dummy 145
Ilas Marca. Variabile dummy 166 Julia Marca. Variabile dummy 88
Julia RS Marca. Variabile dummy 34 Maschio Marca. Variabile dummy 134 Nardini Marca. Variabile dummy 119 Nonino Marca. Variabile dummy 185
Nonino UE Marca. Variabile dummy 88 Piave Cuore Marca. Variabile dummy 61 Prime Uve Marca. Variabile dummy 20
25
Turchetto Marca. Variabile dummy 76 Valdoglio Marca. Variabile dummy 256
Vecchio Podere Marca. Variabile dummy 60 Vite Pura Marca. Variabile dummy 45
Zanin Marca. Variabile dummy 166 Numero di Osservazioni: 15.576
5.4 Specificazione del modello
Mentre l’utilizzo di modelli edonici risale a Court (1941), Lancaster, (1971)
e Griliches (1971), questa metodologia è stata usata solamente di recente per
analizzare caratteristiche qualitative nel mercato del vino. L’intuizione
dietro l’approccio edonico è che il prezzo (logaritmico) di un bene può
essere decomposto nei prezzi impliciti delle varie caratteristiche. Quindi il
prezzo si può descrivere attraverso una semplice regressione lineare come in
Equazione 1:
dove ln pi,,t è il logaritmo del prezzo (per litro) della bottiglia i; i =1, 2, . . .,
N, venduta al tempo t; t =1, 2,. . ., T;
xj,t è la jesima caratteristica (possibilmente qualitativa) della bottiglia i;
ε i,t è l’errore;
βJ è un parametro e α0 è la costante.
i,ttj
J
j
ji,t ε xβ αp ++= ∑=
,1
0lnEquazione 1
26
Dopo diversi test su vari modelli è stato selezionato il modello di Equazione
2:
dove ln pi,,t è il logaritmo del prezzo (per litro) della bottiglia i; i =1, 2, . . .,
N, venduta al tempo t; t =1, 2,. . ., T;
xj,t è la jesima caratteristica (possibilmente qualitativa) della bottiglia i;
ε i,t è l’errore;
βJ è un parametro.
Un’importante differenza fra i due modelli è che la regressione in Equazione
2 non contiene una costante. Questo è principalmente dovuto al fatto che
l’alto numero di variabili dummy in uso potrebbe causare problemi di
multicollinearità. Per evitare ciò si è proceduto ad eliminare la costante dal
modello di regressione6. In più, tutte le caratteristiche di prodotto xj,t sono
implementate sotto forma di variabili dummy, che assumono il valore 1
quando la caratteristica è presente e 0 quando è assente. Di fatto sono state
incluse variabili dummy per la varietà, la tipologia, il grado alcolico, il
formato della bottiglia in litri, la marca, l’area geografica di vendita e l’anno
di vendita.
6 Vedi M. Verbeek (2001).
ti
J
j
tjj x ,1
,ti,pln εβ +=∑=
Equazione 2
27
Per poter meglio analizzare le differenti composizioni del prezzo, il dataset
è stato suddiviso ulteriormente in diversi subset, che distinguono fra le aree
geografiche (Nord-Ovest, Nord-Est, Centro e Sud) e fra i periodi temporali
(1997, 2000, 2004). Quindi l’analisi è stata eseguita su questi subset,
escludendo le relative variabili (le variabili geografiche nei subset geografici
e le variabili temporali nei subset temporali). Negli esercizi temporali sono
state scelte tre annate, la prima disponibile, quella centrale e l’ultima; questo
per poter effettuare delle analisi dell’evoluzione nel tempo.
5.5 Risultati
Nell’appendice A si trova la Tabella 42 che mostra i risultati del modello
utilizzato di Equazione 2, utilizzando il dataset completo (15576
osservazioni), includendo però solamente i coefficienti stimati che sono
statisticamente significativi; le statistiche t e la R2 sono abbastanza alte. La
maggior parte delle variabili dummy geografiche hanno coefficienti stimati
statisticamente significativi, positivi e con elevato valore.
Si procede ora alla descrizione dei risultati in dettaglio. La Tabella 4 mostra
che le variabili che rappresentano diversi formati di bottiglia dimostrano
coefficienti stimati positivi con alta magnitudine, favorendo lievemente i
formati più grandi.
28
Tabella 4: Formato della bottiglia
Variabile Coefficiente stimato P-value
0,70 Litri 0,7649 0,000
1,00 Litri 1,2007 0,000
1,50 Litri 1,1732 0,000
In Tabella 5 sono elencati solo i coefficienti stimati, statisticamente
significativi, per quelle variabili dummy che rappresentano i vari gradi
alcolici. Sono tutti positivi, mostrando un picco a 45 gradi ed il minimo a 40
gradi, ma senza indicare una chiara tendenza.
Tabella 5: Grado alcolico
Variabile Coefficiente stimato P-value
38 Gradi 0,8408 0,000
40 Gradi 0,5495 0,000
44 Gradi 1,0515 0,000
45 Gradi 1,0877 0,000
50 Gradi 0,8949 0,000
Le variabili riferite alle tipologie aromatizzata, invecchiata e monovitigno,
elencate in Tabella 6, presentano coefficienti stimati positivi, con una lieve
preferenza per le grappe da monovitigno.
29
Tabella 6: Tipologia
Variabile Coefficiente stimato P-value
Aromatizzata 0,8589 0,000
Invecchiata 0,7844 0,000
Monovitigno 0,9091 0,000
Come si evince da Tabella 7, le variabili che rappresentano le diverse macro
aree geografiche dimostrano valori simili, indicando che non ci sono grosse
differenze di prezzo a livello globale. Nell’analisi dei subset vedremo che ci
sono invece differenze fra le aree geografiche per le singole caratteristiche.
La variabile per il Sud non risulta nella tabella perché non è statisticamente
significativa.
Tabella 7: Aree geografiche
Variabile Coefficiente stimato P-value
Centro 1,0341 0,000
Nord-Est 1,0363 0,000
Nord-Ovest 1,0662 0,000
Un risultato interessante concerne i coefficienti stimati per quelle variabili
che rappresentano le varie marche di grappa. I soli coefficienti significativi
30
sono Brotto, Da Ponte, Duchessa Lia, Franciacorta, Frattina, Gaiarine, Ilas,
Prime Uve e Vecchio Podere. È da considerare che sono state prese in
esame comunque solo le top 30 brand in questa ricerca.
In Tabella 8 si può osservare, che in particolare Brotto, Duchessa Lia,
Franciacorta and Prime Uve presentano coefficienti positivi, il che si può
interpretare come preferenza per queste marche. Ceteris paribus, la marca
Brotto aumenta il prezzo atteso di 34%, Duchessa Lia di ca. 90%,
Franciacorta di 36% e Prime Uve di più di 100%. L’ultimo caso può essere
interpretato come un tipico “fads and fashion effect”7 che influenza le
preferenze dei consumatori. Fads and fashion sono esternalità sociali che
hanno un effetto sul consumo individuale.
Tabella 8: La Marca
Variabile Coefficiente stimato P-value
Brotto 0,3841 0,000
Da Ponte -0,6887 0,000
Duchessa Lia 0,9037 0,000
Franciacorta 0,3605 0,000
Frattina -0,8882 0,000
Gaiarine -0,3548 0,000
Ilas -0,2621 0,000
Prime Uve 1,0636 0,000
Vecchio Podere -0,7512 0,000
7 Vedi Cooper (1999) e Becker e Murphy (2000).
31
Nell’appendice e più precisamente in Tabella 43 e Tabella 44 sono elencati i
risultati della stima OLS sui subset geografici e temporali. Tabella 43 in
particolare mostra i risultati per i dataset con i diversi periodi temporali,
sempre riportando solo i coefficienti stimati statisticamente significativi. Si
possono confrontare gli anni 1997, 2000 e 2004, scelti come anni cardinali
del periodo a disposizione nel dataset. Questa implementazione ha lo scopo
di catturare possibili diversità nel tempo per quanto riguarda la formazione
del gusto del consumatore. Come dimostra la Tabella 9, le R2 sono piuttosto
alte.
Tabella 9: Subset temporali
1997 2000 2004
Numero
osservazioni 1446 1448 2276
R2 0,9620 0,9613 0,9612
La Tabella 10 svela come la preferenza del consumatore per certi formati di
bottiglia subisce cambiamenti nel corso degli anni. Il formato da 70 cl
aumenta il prezzo atteso di ca. 7% nell’anno 2004, che è l’unico anno per il
quale si ottiene un coefficiente statisticamente significativo. Il formato da 1
litro mostra un declino nel prezzo negli anni, un fatto che conferma il trend
che abbandona un po’ alla volta questo formato classico a favore dei formati
più piccoli come il mezzo litro e la bottiglia da 0,35 litri. Un motivo per
questo trend potrebbe essere non solo il ridotto consumo di grappa ma anche
32
il desiderio del consumatore di assaggiarne diversi tipi. Infine, la bottiglia da
1,5 l diminuisce il prezzo atteso di ca. 18% nell’anno 1997.
Tabella 10: Formato della bottiglia nel corso degli anni
Variabile Coefficiente stimato
Anno 1997 Anno 2000 Anno 2004
0,70 Litri 0,0733
1,00 Litri 0,1984 0,1613 0,1086
1,50 Litri -0,1805
La Tabella 11 mostra come la Grappa con bassa gradazione alcolica a 38
gradi fosse meno apprezzata nel 1997 di quanto lo sia adesso. Comunque, il
coefficiente è tuttora negativo, come lo è anche per le grappe da 40 gradi. Si
evidenzia quindi la conferma anche in questi dati che la grappa più leggera,
cioè con meno alcool, sta guadagnando terreno nell’apprezzamento del
consumatore, ma quella classica, più forte è tuttora molto apprezzata. Si
potrebbe anche sostenere che la grappa più alcolica è necessariamente più
cara per via dell’accisa più alta, ma ciò non è necessariamente così. L’accisa
aumenta solo il costo del prodotto al consumo e quindi il valore minimo che
il prezzo può assumere. Ma se la domanda per la grappa meno alcolica
aumenta, aumenterà anche il suo prezzo. Per le grappe da 45 gradi si può
rilevare un lieve aumento tra gli anni 1997 e 2000 mentre per quelle da 44
33
gradi non si possono fare confronti temporali per mancanza di dati
statisticamente significativi.
Tabella 11: Grado alcolico nel corso degli anni
Variabile Coefficiente stimato
Anno 1997 Anno 2000 Anno 2004
38 Gradi -0,3323 -0,3841 -0,1463
40 Gradi -0,3269 -0,3217
44 Gradi 0,5137
45 Gradi 0,2165 0,310
I coefficienti che riguardano la tipologia della grappa non offrono dati molto
soddisfacenti nel confronto temporale (Tabella 12). Solo la grappa
monovitigno mostra valori validi in tutti e tre i periodi, con un lieve picco
nel 2000 ma altrimenti senza nessun trend.
Tabella 12: Tipologia nel corso degli anni
Variabile Coefficiente stimato
Anno 1997 Anno 2000 Anno 2004
Invecchiata -0,1308
Monovitigno -0,1886 -0,1197 -0,1858
34
Per quanto riguarda le marche, la Tabella 13 mostra pochi coefficienti
statisticamente significativi per il 1997; solamente Brotto ha un effetto
positivo, Bassanina negativo e Frattina pure. Nel 2000, un numero maggiore
di marche presentano coefficienti significativi. Per esempio, Brotto,
aumenta il prezzo atteso del 21% e Prime Uve del 99%, mentre Vecchio
Podere lo diminuisce del 53% e Da Ponte addirittura del 78%. Nel 2004
infine si può notare che ancora più marche presentano coefficienti
significativi. Se si confrontano i rari casi in cui si trovano valori validi per
tutti i periodi si possono trovare un lieve aumento per Bassanina, una
diminuzione molto lieve per Brotto e una diminuzione lieve per Frattina.
Ci si trova quindi di fronte a un mercato dove la marca risulta sempre più
determinante per il prezzo e che si dimostra sempre più differenziato in basa
alla marca. Si può inoltre osservare un aumento o una diminuzione del
brand value di alcune marche.
35
Tabella 13: Marche nel corso degli anni
Variabile Coefficiente stimato
Anno 1997 Anno 2000 Anno 2004
Bassanina -0,3789 -0,4111 -0,3023
Brotto 0,2349 0,2108 0,2008
Da Ponte -0,7757 -0,572
Duchessa Lia 0,3966
Franciacorta -0,2228
Frattina -0,3537 -0,4185 -0,4954
Gaiarine -0,3851
Nardini -0,2154
Nonino -0,3918 0,4133
Piave Cuore -0,5459
Prime Uve 0,9973
Vecchio Podere -0,5287 -0,3693
Zanin -0,3156
È stato suddiviso il dataset per rispecchiare le quattro macro regioni
geografiche italiane, per poter catturare differenze nelle preferenze dei
consumatori nelle varie parti della penisola. Le aree sono il Nord-Ovest, il
Nord-Est, il Centro ed il Sud con le isole. La Tabella 14 mostra le statistiche
descrittive principali di questi sub dataset. È stata aggiunta la variabile
ANNO per catturare variazioni nel tempo. Come ci si aspettava, questa
36
variabile presenta coefficienti positivi di basso rilievo e senza differenze
significative fra le aree geografiche, evidenziando un lieve aumento del
prezzo durante gli anni considerati.
Tabella 14: Statistiche descrittive per area geografica
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud
No. osservazioni 3793 4394 3936 3453
R2 0,9619 0,961 0,9622 0,9606
Coef. Stim. / anno 0,0014 0,0014 0,0014 0,0014
Tabella 15 mostra le variazioni delle preferenze per diversi formati della
bottiglia fra le varie aree geografiche italiane. Si nota che il formato da 70 cl
aumenta leggermente il prezzo nell’area centrale. Il formato da un litro
invece fornisce informazioni più cospicue: sembra piacere meno nel Nord-
Ovest e nel Sud rispetto al Nord-Est ed il Centro dove arriva ad aumentare il
prezzo fino al 20%. Il formato da 1,5 l infine aumenta il prezzo di 12% nel
Nord-Est, di 17% nel Nord-Ovest e di 22% nel Centro.
Tabella 15: Formato bottiglia per aree geografiche
Variabile Coefficiente stimato
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud
0,70 Litri 0,0853
1,00 Litri 0,1331 0,187 0,1951 0,1056
37
1,50 Litri 0,1684 0,1227 0,2176
Come risulta dalla Tabella 16, il minor contenuto alcolico diminuisce il
prezzo atteso mentre uno più elevato lo aumenta, e questo è vero per tutte le
regioni, ma l’effetto è particolarmente forte nelle zone del Centro e del Sud.
Si vedano per esempio i valori per la grappa a 38 gradi, dove nel Nord il
prezzo atteso subisce una diminuzione intorno al 32%, mentre nel Centro-
Sud intorno al 44%. I coefficienti per la grappa a 45 gradi invece mostrano
un aumento del prezzo atteso di circa 8% nel Nord e di quasi 18% nel Sud.
Tabella 16: Contenuto alcolico per aree geografiche
Variabile Coefficiente stimato
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud
38 Gradi -0,3146 -0,3291 -0,4548 -0,4354
40 Gradi -0,3278 -0,3008 -0,3984 -0,351
44 Gradi 0,1501 0,2077
45 Gradi 0,0903 0,0782 0,1456 0,1789
50 Gradi 0,187 0,255
La Tabella 17 elenca i coefficienti stimati per la tipologia della grappa,
suddivisa per area geografica. Come si vede, la grappa invecchiata aumenta
il prezzo atteso solo moderatamente nelle regioni del Nord, mentre la grappa
aromatizzata diminuisce il prezzo atteso molto moderatamente nelle regioni
38
del Centro. I risultati più interessanti sono quelli per la grappa monovitigno,
dove si hanno coefficienti validi per tutte le regioni. Si può notare una
diminuzione del 17% nel Nord-Ovest, del 16% nel Nord-Est e nel Centro e
solo del 14% nel Sud, indicando che questo tipo di Grappa è più apprezzato
nel Sud.
Tabella 17: Tipologia per aree geografiche
Variabile Coefficiente stimato
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud
Invecchiata 0,0297 0,0893
Aromatizzata -0,0424
Monovitigno -0,1700 -0,1568 -0,1643 -0,1358
Si procede ora all’analisi dell’influenza delle marche nelle varie macro-
regioni italiane. La Tabella 18 mostra che la maggior parte delle marche
presentano coefficienti significativi.
Bassanina, Da Ponte e Frattina rivelano effetti negativi piuttosto forti sul
prezzo atteso. In particolare Bassanina diminuisce il prezzo atteso di 45%
nel Nord-Est e nel Sud, di 35% nel Nord-Est e di 26% nel Centro. Da Ponte
è particolarmente economico nel Nord-Ovest e nel Centro e un po’ meno nel
Nord-Est e nel Sud. Frattina diminuisce il prezzo atteso di circa il 42% nel
Nord-Ovest e nel Sud e di circa il 36% nel Nord-Est e nel Centro.
Fra gli aumenti più alti si possono trovare Brotto e Duchessa Lia che
mostrano anche le differenze più alte fra regioni: mentre Brotto aumenta il
39
prezzo del 39% nel Nord-Ovest lo fa solo del 21% nel Centro. Duchessa Lia
aumenta il prezzo atteso del 51% nel Centro e solo del 35% nel Nord-Est.
L’aumento più alto del prezzo atteso deriva da Prime Uve che mostra anche
differenze considerevoli fra regioni: solo 44% nel Nord-Ovest, 65% nel
Sud, 102% nel Centro e 119% nella sua zona d’origine, il Nord-Est. Infine,
anche Vecchio Podere mostra risultati validi in tutte le regioni ma essi non
sono molto diversi fra di loro.
Tabella 18: Marche per aree geografiche
Variabile Coefficiente stimato
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud
Bassanina -0,4534 -0,3466 -0,2579 -0,4473
Bocchino 0,2156
Brotto 0,3925 0,2593 0,2052 0,2292
Candolini 0,2365
Da Ponte -0,7214 -0,6754 -0,7346 -0,6165
Duchessa Lia 0,3458 0,5048
Franciacorta -0,315 -0,2292
Frattina -0,4249 -0,3535 -0,3685 -0,4179
Gaiarine -0,215 -0,1484
Ilas -0,1533
Julia -0,2297 -0,1765
JuliaRS 0,7338
Maschio -0,1915 0,5244
40
Nardini -0,2242
Nonino -0,2299 -0,2553
Nonino UE 0,2376
Piave Cuore -0,3207
Prime Uve 0,4427 1,186 1,0181 0,6494
Turchetto -0,2843
Valdoglio -0,1211
Vecchio Podere -0,271 -0,3902 -0,3243 -0,3166
5.6 Conclusioni
In questa analisi è stato utilizzato un dataset (dal quale sono stati derivati
vari subset) contenente informazioni sui prezzi di bottiglie di grappa
vendute nella grande distribuzione organizzata in Italia dal 1997 al 2004 e
un insieme di caratteristiche intrinseche (invecchiata, distillato d’uva,
aromatizzata, monovitigno, plurivitigno, grado alcolico) ed estrinseche
(formato della bottiglia, marca).
Utilizzando semplici modelli lineari senza costante, è stata condotta l’analisi
del prezzo edonico per poter catturare il prezzo implicito delle
caratteristiche selezionate della grappa, e quindi ottenere informazioni sulle
preferenze dei consumatori.
I risultati principali sono i seguenti:
41
• i consumatori prendono in considerazione il formato della bottiglia
preferendo quello da un litro.
• i consumatori prediligono la grappa con un grado alcolico più alto.
• i consumatori non mostrano grandi preferenze per le differenti
tipologie di grappa (monovitigno, plurivitigno, distillato d’uva,
aromatizzata e invecchiata).
• la marca ha una sua importanza nella scelta del consumatore: in
particolare, Prime Uve presenta coefficienti stimati statisticamente
significativi, positivi e con elevato valore. Questo particolare si può
interpretare come un effetto “fads and fashion”.
In generale si può osservare un trend comune che attraversa il tempo e le
aree geografiche: la grappa sta diventando un prodotto sempre più raffinato
ed elegante. Infatti i consumatori sono disponibili a pagare per quelle
caratteristiche che sono connesse ad aspetti di moda, in particolare la marca
ed il formato della bottiglia.
42
6 Parte seconda: il mercato tedesco
6.1 Metodologia
La ricerca si suddivide in due parti: l’analisi del canale distributivo HoReCa
e più in specifico dei ristoranti e di quello della grande distribuzione
organizzata (GDO).
Il canale HoReCa è il secondo canale di distribuzione più importante dopo
la GDO ed al suo interno i ristoranti assumono il ruolo centrale sia per
fatturato (57% del canale HoReCa) che per frequenza di visite (il 70% dei
tedeschi frequenta i ristoranti regolarmente). Questo canale assume
un’importanza ancora maggiore se non si considerano solamente le vendite,
ma anche il potere che ha di creare immagine, se viene gestito in modo
appropriato. Di conseguenza questa sezione dello studio intende analizzare
l’immagine della grappa nella ristorazione, le vendite ed i prezzi,
l’importanza dei diversi marchi, dei tipi di grappa, dei vitigni, l’identikit del
consumatore tipico, le abitudini di consumo, nonché la presentazione della
grappa, la conoscenza da parte del ristoratore del cliente finale, i prodotti
concorrenti, i fornitori e la comunicazione. È stata quindi eseguita
un’indagine attraverso interviste personali a un totale di 90 ristoratori sia
italiani che non in tre centri della Germania: Amburgo e dintorni (zona
Nord), Francoforte e dintorni (zona Centro) e Monaco e dintorni (zona Sud).
Il questionario utilizzato si trova nell’appendice B ed è suddiviso in sei aree
tematiche: il consumatore, il prodotto, la concorrenza,
l’approvvigionamento, altre informazioni ed informazioni sul ristorante. Le
43
interviste sono state fatte esclusivamente a ristoranti che possedevano
almeno 3 referenze di grappa nel loro assortimento. Inoltre i ristoranti sono
stati scelti dalla fascia medio-alta, onde aver a disposizione una gamma
abbastanza vasta di grappe per poter effettuare analisi sulle tipologie e
marche delle grappe vendute, cosa impossibile per i ristoranti di categoria
medio-bassa, che di solito hanno solo una o due referenze di grappa. Queste
scelte sono state adottate al fine di conseguire un maggiore dettaglio nelle
informazioni tratte dalle interviste.
L’attenzione della ricerca sui ristoranti si è quindi concentrata sui dati
qualitativi più che quantitativi: si è voluto comprendere soprattutto le
caratteristiche del consumatore di grappa più che i livelli di consumo dei
vari tipi di superalcolici. I ristoranti sono stati scelti dalle più importanti
guide di ristoranti in Germania, nello specifico la guida Michelin, la guida
Varta, il Gault-Millau e il Feinschmecker.
Per mettere in luce eventuali differenze significative all’interno del
campione, le variabili considerate sono state sottoposte, a seconda della loro
natura, all’analisi della varianza o al test di contingenza sulle frequenze,
discriminando in base alla dimensione del ristorante calcolata in base al
numero di posti a sedere (vedi le tre classi e le frequenze in Tabella 19), alla
categoria del ristorante desunta dal prezzo medio di un piatto unico (vedi le
tre classi e le frequenze in Tabella 20), allo stile della cucina (italiano o
altro), alla situazione geografica (centro città, periferia città, campagna) e
all’area geografica (Nord, Centro, Sud).
44
Tabella 19: Dimensione ristorante per No. posti a sedere
No. ristoranti No. Posti a sedere Conteggio %
<= 50 34 37,8%
51 - 120 30 33,3%
121+ 26 28,9%
Tabella 20: Categoria ristoranti secondo prezzo medio piatto unico
No. ristoranti Piatto unico (€) Conteggio %
<= 18 31 34,4%
19 - 25 37 41,1%
26+ 22 24,4%
Il canale GDO in Germania è molto sviluppato. Più del 90%8 delle vendite
di alimentari al dettaglio sono effettuate attraverso questo canale. È un
canale caratterizzato da un processo di forte consolidamento, accelerato
negli ultimi anni da una concorrenza spietata, che punta soprattutto sulla
price leadership. I primi 10 gruppi detengono ca. l’86% del mercato ed i top
5 il 66%. Una posizione particolarmente forte occupano i due gruppi
principali di discount Aldi (terzo posto) e Lidl & Schwarz (quarto), che
comunque non giocano un ruolo importante per la distribuzione della grappa
di qualità. Sono stati analizzati due aspetti del canale GDO: la composizione
dello scaffale (shelf) e le vendite.
Per quanto riguarda l’analisi dello scaffale è stata seguita la seguente
metodologia: indagine in loco in alcuni supermercati rappresentativi,
suddivisi fra le tre regioni Sud, Centro e Nord della repubblica federale
8 Fonte: Bundesverband des Deutschen Lebensmittelhandels (Associazione Federale del
Commercio Alimentare in Germania)
45
tedesca. Sono stati presi in considerazione supermercati, ipermercati e
discount, sia dentro che fuori dal centro metropolitano. I principali aspetti
esaminati sono stati: presenza delle marche, di formati, promozioni, vetrine
e poster, analisi del posizionamento dei prodotti all’interno dello scaffale,
nonché dello scaffale all’interno del punto di vendita, e infine prezzi di
vendita.
Per quanto riguarda l’analisi delle vendite nella GDO, è stata effettuata
un’analisi statistica sui dati degli scanner delle casse, acquistati da IRI
Infoscan, uno dei maggiori fornitori di tali dati. Le analisi statistiche
esaminano il prezzo e le vendite in valore e volume delle grappe, suddivise
per marca, tipologia, vitigno nel caso delle grappe monovitigno, formato
della bottiglia e categoria di punto di vendita, nonché area geografica.
46
6.2 Indagine nel canale ristoranti
6.2.1 Descrizione del campione e informazioni generali
L’indagine nel canale ristoranti si è svolta mediante interviste in loco ai
ristoratori di livello medio-alto con almeno tre grappe sul listino. Il
campione dei dati raccolti è composto da 90 casi distribuiti in misura equa
fra le aree geografiche Nord, Centro e Sud. Si è cercato di distribuire le
interviste per ogni area geografica in ugual modo sulle tre tipologie di zona
urbana, ovvero centro città, periferia e campagna.
Per motivi logistici non si è sempre riusciti a mantenere questo equilibrio,
come mostra la Tabella 21.
Tabella 21 Distribuzione ristoranti fra tipologie di zone urbane
Nord Centro Sud
Centro città 26 12 18
Periferia 1 8 9
Campagna 3 10 3
Un'altra caratteristica dei ristoranti di cui si è tenuto conto è la loro
dimensione. In media i ristoranti intervistati hanno 97,8 posti a sedere, con
minimi di 25 posti e massimi di 300 e una deviazione standard di 64,25. I
ristoranti piccoli sono spesso ristoranti di alto livello dove il titolare gioca
vari ruoli, mentre i ristoranti più grandi sono per lo più all’interno di
alberghi. Esiste una differenza rilevante nella dimensione del ristorante a
seconda se la cucina è italiana oppure no. I ristoranti con cucina italiana
47
sono in media più piccoli (mediamente 63 posti a sedere) mentre quelli con
cucina tedesca oppure internazionale sono grandi il doppio (mediamente
127 posti a sedere).
Tabella 22 Dimensione ristoranti
Numero posti a sedere Numero ristoranti Percentuale
25-50 34 37,8
51-100 23 25,6
101-300 33 36,7
Per aver un quadro più dettagliato della composizione dei ristoranti è utile
esaminare il prezzo medio di un piatto ed un menu serale. Un piatto unico
costa in media € 23,23 mentre un menu serale sale a € 48,50. Il prezzo
minimo riscontrato per un piatto unico è € 12 ed il prezzo massimo € 50,
mentre il prezzo minimo per un menu serale risulta € 20 ed il prezzo
massimo € 120. La suddivisione in classi è illustrata in
Tabella 23 per il piatto unico e in Tabella 24 per il menu serale.
Tabella 23 Prezzo piatto unico
Euro Numero ristoranti Percentuale
12-20 42 46,7
21-30 37 41,1
31-50 11 12,2
48
Tabella 24 Prezzo menu serale
Euro Numero ristoranti Percentuale
20-30 22 24,4
31-50 37 41,1
51-120 31 34,4
Per catturare eventuali differenze fra ristoranti con cucina italiana e quelli
con cucina tedesca o internazionale si è cercato di suddividere le interviste
in parti uguali fra le due tipologie, nello specifico sono stati interpellati 41
ristoranti con cucina italiana e 49 con altri stili di cucina.
Per quanto riguarda la composizione della clientela dei ristoranti per età, si
evince che la maggioranza cade nella fascia di età da 35 a 60 anni (vedi
Tabella 25) e che il 55,8% dei clienti sono uomini.
Tabella 25 Composizione per età
Fascia di età Percentuale
18-35 anni 13,4%
35-60 anni 72,3%
oltre 60 anni 12,3%
Avendo effettuato le interviste in aree metropolitane la presenza di stranieri
nei ristoranti è rilevante, come appare dalla Tabella 26. La percentuale
relativamente alta di clienti italiani è probabilmente da attribuirsi al fatto che
quasi metà dei ristoranti interpellati sono italiani e che gli italiani
preferiscono la cucina italiana anche all’estero.
49
Tabella 26 Composizione clientela per nazionalità
Nazionalità Percentuale
Tedesca 75,1%
Italiana 4,7%
Altra 20,2%
Le interviste sono state condotte principalmente con persone di tre differenti
ruoli: titolari, restaurant manager (sono stati inclusi in questa categoria
anche i mâitre d’hôtel, chef de rang e food and beverage manager) e
sommelier. Come si evince dalla Tabella 27, quasi la metà degli intervistati
sono titolari, mentre l’altra metà si suddivide in misura pressoché uguale fra
restaurant manager e sommelier. È interessante notare che nella maggior
parte - precisamente il 67% - delle interviste fatte con un titolare si tratta di
un ristorante con cucina italiana. L’età media degli intervistati è 40,6 anni
con una deviazione standard di 8,9, il minimo di 28 ed il massimo di 61
anni. Si tratta per l’81% di persone di sesso maschile.
Tabella 27 Ruolo intervistato
Ruolo Percentuale
Titolare 47,9%
Restaurant Manager 27,1%
Sommelier 25,0%
50
6.2.2 Il passato della grappa in Germania
Il mercato della grappa in Germania è relativamente giovane: essa vi è
arrivata in modo consistente solamente 25 anni fa, ovvero negli anni ottanta.
Allora arrivò come novità che incuriosì i tedeschi. Una buona parte dei
tedeschi ha un’attitudine molto positiva verso l’Italia. L’immaginario
comune è fortemente dominato da un romanticismo che risale ancora ai
tempi di Goethe. Quando il tedesco pensa all’Italia non pensa quindi solo al
mare Adriatico e alla pizza, ma ha in mente tutto uno stile di vita presunto
dell’Italiano che prende la vita meno sul serio, si diverte di più, beve vini
raffinati e mangia pasti sfiziosi, in breve, vive “La Dolce Vita”. Italia nella
mente tedesca significa quindi un ricordo di una vacanza ma anche un sogno
di una vita più romantica. La grappa durante il suo primo boom negli anni
‘80 e primi ‘90 faceva da ambasciatrice anche di questa idea dell’Italia. Ma
più in concreto ci arrivò come una nuova moda, promossa anche da bottiglie
molto elaborate, addirittura fatte in vetro di Murano e vendute a prezzi
esorbitanti.
In contemporanea con l’ascesa della grappa si può notare un declino delle
vendite di Cognac. Non è provato però che l’una sia stata la causa dell’altro.
Anzi, la clientela tipica dei due prodotti era abbastanza diversa: il cognac
era bevuto tipicamente da individui di livello socio-economico medio-alto e
di età sopra i 50 anni. La grappa trovava una clientela sempre di livello
medio-alto, ma di età più giovane. Anche oggi continua questa distinzione
fra i consumatori dei due distillati.
A metà degli anni ‘90 il boom finì e le vendite cominciarono a stagnare. I
tedeschi avevano iniziato a conoscere un po’ meglio la grappa e non si
51
lasciavano più ingannare dalle confezioni elaboratissime. Richiedevano una
maggiore qualità della grappa e in parte erano anche disillusi da grappe
mediocri che non mantenevano ciò che la confezione prometteva. Cominciò
così una fase di riassestamento che portò a confezioni più semplici e lineari
e a una migliorata qualità del prodotto.
6.2.3 Il consumatore
Si prosegue ora ad analizzare il mercato attuale, nello specifico quello dei
ristoranti di alto livello. Il consumatore di grappa in questi locali è uomo per
il 76%, percentuale che sale a 79% nel Centro della Germania.
L’età dei consumatori di grappa è per lo più fra i 35 e i 60 anni, fascia di età
indicata da tutti gli intervistati. Ma esiste anche una significativa frazione di
giovani (indicata dal 19% degli intervistati), particolarmente nei ristoranti in
centro città (27%) e nel Nord della Germania (33%). Gli over 60 d’altra
parte sono segnalati dal 21% dei ristoratori, e salgono a 37% nel Sud.
Per specificare maggiormente il consumatore tipo è stato chiesto ai
ristoratori quale fosse la tipologia di persona del tipico consumatore di
grappa nel proprio locale (Figura 2). Gli “arrivati” riescono a spuntare il
punteggio più elevato, arrivando a 3,1 su una scala da 0 a 4. Sono seguiti, in
particolar modo nel Sud della Germania, dalle persone alla moda con 2,9
come media nazionale. Il fatto che si trovino queste due tipologie di persone
in cima alla lista indica che la grappa è considerata un distillato di prestigio.
52
Allo stesso modo, il fatto che lo studente si trovi all’ultimo posto conferma
lo status della grappa. Il padre di famiglia viene indicato con il punteggio
2,1 come consumatore di grappa ed è particolarmente presente nel Nord
della repubblica federale.
Il giovane rampante segue con 1,9 dimostrando una lieve prevalenza nel
Centro del paese, causata probabilmente dal fatto che la percentuale di
questa tipologia di consumatore sulla popolazione è più alta nel centro
bancario Francoforte che nelle altre città visitate. Dall’altra parte questa
tipologia di consumatore si trova di più nei ristoranti fuori città (2,38).
Come si evince dal grafico, il nonno ed il tradizionalista sono agli ultimi
posti e ciò conferma che la grappa ha un’immagine di novità e innovazione.
Figura 2 Tipologie di consumatore
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5
Punteggio (0-4)
L’arrivato
Persona alla moda
L’accademico
Il padre di famiglia
Il giovane rampante
Il tradizionalista
Il nonno
Lo studente
53
Il 57% dei consumatori di grappa non bada a spese nella scelta del menu,
percentuale che scende a 32% nei ristoranti costosi, forse perché proprio nei
ristoranti costosi è più importante badare alle spese. Nei ristoranti del
Centro del paese invece si bada meno alle spese (73%), forse per la forte
presenza di clienti bancari.
Le percentuali sono simili per la domanda “Il vostro consumatore di grappa
tipico non bada a spese nella scelta delle bevande” in quanto la media risulta
54%, che scende a 32% nei ristoranti costosi, mentre sale a 71% nei
ristoranti fuori città.
Un buon 63% dei tipici consumatori di grappa, infine, sono clienti abituali.
Per quanto riguarda la nazionalità della clientela si può rilevare che il 75%
dei consumatori di grappa sono tedeschi, il 9% italiani (che sale a 14% nei
ristoranti italiani) ed il 16% altri stranieri, principalmente europei, ma a
volte anche americani ed asiatici. I consumatori di grappa tedeschi sono
leggermente più presenti al Nord del paese (81%) e meno al Sud (66%).
Inversamente la clientela italiana è più presente al Sud 14%) e meno al Nord
(7%). Confrontando questi risultati con le quote di esportazione della grappa
dall’Italia verso il mondo, si nota una buona sovrapposizione dei due dati:
l’export della grappa si concentra in Europa, Nord-America e Giappone.
Per comprendere se la parentela della grappa con il vino aiuta la sua
diffusione, è stato chiesto se gli esperti di vino fossero anche esperti di
grappa, e se i consumatori (ma non necessariamente esperti) di vino fossero
anche consumatori di grappa. Il 65% dei conoscitori di vino sono anche
conoscitori di grappa (solo il 60% in centro città), mentre il 52% dei
consumatori di vino sono anche consumatori di grappa (solo il 46% in
54
centro città); ciò indica che esiste una correlazione abbastanza forte fra vino
e grappa, nel senso che la parentela della grappa con il vino aiuta la sua
diffusione.
Al fine di capire quanto influiscano sul consumo di grappa l’abilità del
personale piuttosto che alcuni strumenti di marketing come la carta ed il
carrello dei liquori, è stato chiesto al ristoratore di suddividere i consumi di
grappa a seconda delle quattro modalità di richiesta riportate in Figura 3.
Alla domanda di come avviene l’ordinazione della grappa, la maggioranza
dei ristoratori ha indicato che essa viene proposta dal cameriere o da altro
personale del ristorante - dando un punteggio di 3,2 – il quale, pertanto, si
può affermare svolga un ruolo importante nella promozione e vendita delle
grappe alla clientela; se si considerano, infatti, i suggerimenti dati dal
personale del ristorante circa la scelta della grappa, questi sono accolti
favorevolmente dalla clientela in quasi il 70% dei casi.
Per i ristoratori i clienti chiedono di propria iniziativa la grappa abbastanza
spesso, attribuendo a questa modalità un punteggio di 2,2, senza
suggerimenti da parte del personale e senza la proposta delle grappe con i
suddetti strumenti di marketing. Questo punteggio risulta ancora più alto
(3,2) nei ristoranti costosi (prezzo medio di un piatto unico superiore ai 25
Euro), fatto che potrebbe indicare che questi ristoranti sono frequentati da
clienti più esperti in materia di grappa o più abituati al suo consumo e che
quindi hanno meno bisogno di guida o incentivazione da parte del
personale.
55
Gli strumenti di marketing giocano, infatti, un ruolo poco importante nella
vendita di grappa al ristorante, in quanto alla richiesta dopo la presentazione
del carrello dei liquori viene attribuito un punteggio di solo 0,8 e ancora
meno (0,5) alla richiesta di grappa dopo la presentazione della carta dei
liquori. Nel considerare tali dati va tenuto in ogni modo presente che la carta
e il carrello dei liquori sono presenti rispettivamente nel 41% e nel 20%
circa dei ristoranti e che pertanto avrebbero indubbiamente un peso
superiore nelle vendite totali se fossero presenti in tutti gli esercizi.
Figura 3 Modalità di ordinazione della grappa
Nella decisione di quale grappa ordinare sono importanti per i consumatori
le seguenti caratteristiche (Figura 4): il vitigno è senz’altro la proprietà che
più interessa al consumatore (punteggio 2,5), perché è quella che più gli è
familiare dal mondo dei vini, specie se poco esperto di grappa. Nel Nord
della Germania questa caratteristica è ancora più importante, indicando una
minore dimestichezza con la grappa rispetto al resto del paese (2,97). Lo
stesso vale all’inverso nel Sud dello stato tedesco, dove il vitigno conta
meno (1,83). Come vedremo più avanti questo non è l’unico fattore che
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 Punteggio (0-4)
Dopo la presentazione della carta dei liquori
Dopo la presentazione del carrello dei liquori
Il cliente chiede spontaneamente
Viene proposta dal cameriere
56
differenzia il Nord dal Sud rispetto alla conoscenza che il consumatore ha
della grappa.
Che sia presente un discreto livello di cultura della grappa nei ristoranti
tedeschi è dimostrato dal fatto che comunque la marca è al secondo posto
come caratteristica importante per la decisione di acquisto (punteggio 2,14).
È da notare che la marca assume un’importanza ancora maggiore nei
ristoranti con cucina italiana (2,49) e nei ristoranti piccoli (2,74).
Il design della bottiglia raggiunge un punteggio di 1,50, risultando quindi
comunque un fattore importante, specie nei ristoranti con cucina tedesca o
internazionale (1,90), mentre in quelli con cucina italiana conta meno.
Il territorio invece spunta solo un risultato di 0,8, a prova del fatto che il
consumatore tedesco ha poca dimestichezza con la diversità territoriale della
grappa.
Il contenuto alcolico è pressoché insignificante in quanto il consumatore si
aspetta comunque una bevanda alcolica e poco gli importa se ha due gradi in
più o in meno.
La pubblicità effettuata per il prodotto, infine, non è ritenuta molto
importante.
57
0,4
0,4
0,8
1,5
2,1
2,5
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0
Pubblicità
Contenuto
alcolico
Territorio
Design della
bottiglia
Marca
Vitigno
Punteggio (0-4)
Figura 4 Caratteristiche importanti nella scelta della grappa
Per descrivere la grappa mentre la ordinano, i clienti usano varie parole
chiave, le più significative delle quali sono elencate nella Figura 5.
“Morbida” è indubbiamente il termine più usato dai clienti ed esprime così
una caratteristica molto richiesta che si aggiudica il voto 3,1 sulla scala da 0
a 4.
Dall’altra parte “forte” è la seconda definizione più usata, da parte di un
diverso tipo di consumatore che richiede una grappa decisa (voto 2,62). In
relazione a questo termine esiste una differenza statisticamente significativa
fra ristoranti con cucina italiana e quelli di stile diverso: nei ristoranti
“italiani” si richiede più spesso una grappa forte che non negli altri
ristoranti. Lo stesso si può dire per la parola “aromatica”.
“Per digerire” è un'altra espressione spesso associata dai consumatori alla
grappa, che la usano anche come pretesto proprio per potersi concedere una
grappa (punteggio 2,12).
58
La parola “conosciuta” è al quarto posto (1,43), anche se al Nord della
Germania viene usata molto meno (0,43), e molto di più al Sud (2,60).
Anche questo fatto indica una notevole differenza della conoscenza della
grappa fra il cliente del Nord e quello del Sud. Inoltre risulta un voto più
basso (0,61) nei ristoranti economici.
Il livello di pregio attribuito alla grappa risulta 1,43 sulla scala da 0 a 4,
mentre quello di raffinatezza è 1,35. La grappa si manifesta relativamente
poco aromatica nell’immaginario della clientela tedesca che le conferisce un
voto di 0,93. È vista ancora meno “particolare” in quanto la valutazione
conferitale arriva solo allo 0,87. Il termine “invecchiata” viene utilizzato
ancora meno (voto 0,73), e maggiormente al Nord. La grappa non è
nemmeno vista come particolarmente originale in quanto questa
caratteristica si aggiudica solamente una valutazione di 0,61. La parola
“buona” è utilizzato molto poco (0,49), specie nei ristoranti con cucina
tedesca o internazionale. La dolcezza infine non è una qualità che si associa
con la grappa, classificandosi ultima con un voto di 0,11.
59
0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5
Punteggio (0-4)
Morbida
Forte
Per digerire
Conosciuta
Pregiata
Raffinata
Aromatica
Particolare
Invecchiata
Originale
Buona
Dolce
L’immagine della grappa in Germania è piuttosto buona. La grappa
costituisce qualcosa di speciale, che è innanzitutto italiano e rappresenta lo
stile italiano in tavola. Viene vista come un prodotto ricercato e di qualità,
allo stesso livello di cognac e altri grandi distillati.
Come è evidente dalla Figura 6 l’italianità è la proprietà che caratterizza più
di ogni altra l’immagine della grappa in Germania (punteggio 3,87); mentre
nei ristoranti piccoli e medi vi è un riconoscimento unanime di questa
caratteristica, nei ristoranti grandi (più di 120 posti) i clienti danno un voto
più basso (3,54).
Inoltre il grado di conoscenza della grappa è giudicato con un punteggio di
2,63, con picchi nel Sud, e valori bassi nei ristoranti più economici, dove il
voto arriva solo a 1,92.
Figura 5 Parole nella descrizione della grappa all’atto dell’ordinazione
60
È considerata una bevanda di classe, aggiudicandosi una valutazione di 2,48
punti, negli esercizi piccoli (meno di 50 posti) addirittura 3,50 punti e nei
ristoranti italiani 2,88.
La sua alcolicità è valutata a 2,37 punti e a ben 2,8 nel caso dei ristoranti
fuori città. La grappa è giudicata forte (2,21), particolarmente nel Centro
della Germania (2,72) e negli esercizi con cucina italiana, senza che questo
debba per forza essere vista come caratteristica negativa.
L’autenticità della grappa è quotata a 2,08 punti, e a 2,60 nel caso dei
ristoranti fuori città.
La grappa viene considerata abbastanza alla moda dai clienti (punteggio
1,63). Questo voto si abbassa a 1,20 nel caso dei ristoratori italiani e sale
fino a 2,16 nei ristoranti fuori città.
L’aromaticità viene quotata a 1,53, mentre nei ristoranti italiani questa
caratteristica viene valutata solamente 1,04.
Il prestigio della grappa è giudicato 1,34 punti, con una flessione nel Sud.
La semplicità della grappa è valutata con 1,28 punti, negli esercizi costosi
(piatto unico sopra i € 26) addirittura con 2,41 punti. La caratteristica di
semplicità ha comunque sia connotati positivi che negativi, quindi sarebbe
necessario approfondire questo aspetto per capirne di più.
La ricercatezza della grappa viene vagliata con 1,26 punti, mentre la sua
economicità vale solo 0,63 punti. Infine la grappa non è ritenuta cattiva in
quanto la votazione di questo connotato arriva solo allo 0,24.
61
0 1 2 3 4
Punteggio (0-4)
Italiana
Conosciuta
Di classe
Alcolica
Forte
Autentica
Alla moda
Aromatica
Prestigiosa
Semplice
Ricercata
Economica
Cattiva
Figura 6 Altre caratteristiche che contraddistinguono l’immagine della grappa
I commenti dei ristoratori sul consumatore si possono così riassumere: una
parte dei ristoratori sostiene che tutte le età bevono grappa, mentre la
maggior parte trova che né i giovani, né gli anziani la bevono, questi ultimi
perchè preferiscono la loro tradizionale acquavite (per esempio cognac o
Asbach Uralt).
Alcune marche sono di moda perchè hanno una bottiglia particolare, che
attrae però di più i consumatori di grappa inesperti. Sono sempre questi
ultimi che più scelgono le marche note perché il noto rassicura.
Sono soprattutto gli edonisti che bevono la grappa, preferibilmente in
compagnia. La grappa non è uno status symbol ma un vettore di piacere,
posizionata bene nella categoria media-superiore dei distillati, ma col
vantaggio di essere qualcosa di diverso dal solito. Il consumatore di grappa
beve vini toscani, è spesso imprenditore, associa la grappa con bei ricordi
62
dell'Italia. Chi ama la grappa ama i distillati in genere, e sa ciò che vuole.
Inoltre il fatto di essere consumatore di grappa dipende anche dalla
situazione socio-economica: è più probabile che beva grappa una persona
benestante e con buona istruzione. Si beve poi più grappa durante il
weekend e alle feste di famiglia. Infine, i clienti bevono volentieri la grappa
dello stesso vitigno o della stessa azienda di cui hanno bevuto il vino.
6.2.4 Il prodotto
Per quanto riguarda le vendite, i ristoratori hanno osservato che non ci sono
state variazioni rilevanti negli ultimi anni, e da parte loro non si aspettano
aumenti nelle vendite nemmeno per il futuro.
Le vendite di grappa contano per il 35% sul totale superalcolici nei ristoranti
intervistati, una quota che può sembrare alta ma bisogna tenere in
considerazione il fatto che il campione non rappresenta il canale dei
ristoranti in Germania nella sua interezza ma solamente quelli che tengono
un minimo di 3 referenze di grappa nel loro assortimento, e quindi hanno
una certa predisposizione alla vendita della stessa.
Infatti, le referenze di grappa nei ristoranti del campione sono in media 10,8
con minimi di 3 e massimi di 35 ed una deviazione standard di 7,83.
Dall’analisi della varianza emerge che i ristoranti grandi (con più di 120
posti a sedere) hanno meno referenze nel loro assortimento, in media 7,4
con una deviazione standard di 4,74.
63
Il numero di referenze di grappa di un ristorante si può descrivere attraverso
una regressione lineare multipla come in Equazione 3:
dove pi è il numero di referenze di grappa di un ristorante i; i =1, 2, . . ., N, ;
xj è la jesima caratteristica del mercato i;
ε i è l’errore;
βJ è un parametro e α0 è la costante.
Dopo diversi test su vari modelli è stato selezionato il modello senza
costante. Questo è principalmente dovuto al fatto che la costante non
risultava significativa nel modello con costante.
Il risultato di questa regressione è abbastanza buono con un R2 corretto di
0,839. La variabile dipendente è il numero di referenze di grappa del
ristorante ed i coefficienti stimati sono elencati in Tabella 28.
Le variabili si possono suddividere in caratteristiche del ristorante
(ristorante in centro città), caratteristiche di presentazione (vetrina grappa,
carta liquori) e caratteristiche della clientela (% della clientela fra 36 e 60
anni, % di clienti tedeschi).
La variabile che influenza di più il numero di referenze della grappa è la
percentuale di clienti nella fascia da 36 a 60 anni. Poi segue, come si evince
dai coefficienti standardizzati beta, la presenza di una vetrina delle grappe.
ij
J
j
ji ε xβ αp ++= ∑=1
0Equazione 3
64
La percentuale di clienti tedeschi ha influenza negativa sul numero di
referenze; ciò può essere interpretato con il fatto che i clienti tedeschi
richiedono una scelta meno ampia di grappe a causa della loro conoscenza
ridotta di marche rispetto ai clienti italiani. La presenza di una carta dei
liquori influisce positivamente sul numero di referenze, come anche la
situazione geografica del ristorante in centro alla città, dove si riscontra una
maggiore conoscenza della grappa.
Tabella 28: Coefficienti stimati della regressione sul numero di referenze di grappa
Variabile Coefficienti non standardizzati
Coefficienti standardizzati t Sig.
B Errore Std. Beta
% Clientela 36-60 anni ,178 ,023 ,961 7,758 ,000
Vetrina grappe 11,674 1,398 ,422 8,352 ,000
% Clienti tedeschi -,104 ,023 -,583 -4,594 ,000
Carta liquori 3,163 1,178 ,152 2,685 ,009 Ristorante in centro città 3,100 1,179 ,183 2,629 ,010
Per quanto riguarda le marche più vendute, ci sono al primo posto grappe
con i grandi nomi del mondo del vino, mentre mancano alcuni grandi nomi
della grappa, il che conferma che non è presente una cultura storica di
grappa in Germania ma che ci si avvicina al mondo della grappa sfruttando
la conoscenza del vino.
È stato chiesto agli esercenti di indicare le prime cinque marche vendute nel
loro ristorante in ordine decrescente. La Figura 7 mostra le vendite per
marca raffigurata come percentuale dei ristoratori che hanno indicato la
rispettiva marca fra le prime cinque più vendute, non tenendo conto della
posizione in cui sono state nominate. Per motivi di chiarezza, il grafico si
limita a visualizzare le prime 12 marche.
65
Si può notare che Nonino è al primo posto essendo stato nominato dal 60%
dei ristoranti. Al secondo posto segue Poli raggiungendo il 34%, che però
sale al 56% se si somma la grappa di Sassicaia, che è prodotta da Poli, ma
viene qui trattata come marca a sé stante, dato che Sassicaia non è una
marca di Poli ma viene solamente commercializzata in co-branding. Berta
segue al terzo posto, nominata dal 27% dei ristoranti. Questa marca ha una
notevole notorietà in Germania, specie in confronto con l’Italia dove non
gioca un ruolo molto importante.
Poi seguono tre marche che arrivano dal mondo del vino, in ordine, Antinori
Tignanello (22%), Gaja (21%) e appunto Sassicaia (21%). Si vede qui
l’importanza della notorietà di una marca che può essere sfruttata per
conquistare nuovi settori; la fama che hanno raggiunto queste marche nel
mondo del vino aiuta anche nelle vendite di un altro prodotto, ovvero la
grappa. Ad un livello più basso si assestano le restanti marche, in testa
Fratina, menzionata dal 9%. Poi segue Levi (7%), una marca poco
conosciuta in Italia, in quanto di nicchia, ma più famosa in Germania ed
anche in Svizzera. Tale marca viene prodotta in modo artigianale dal signor
Levi che decora a mano ogni singola bottiglia venduta. Per tale motivo la
sua grappa ha raggiunto lo status di cult e le bottiglie sono pure diventate
oggetto di collezionismo.
Nardini e Da Ponte, due marche notorie in Italia, non hanno un grande
seguito in Germania e sono state entrambe nominate solo dal 7% dei
ristoratori fra le cinque marche più vendute. La grappa fatta in casa, ovvero
non prodotta da aziende professionali del settore, è stata menzionata dal 6%.
Una sorpresa si trova al dodicesimo ed ultimo posto della graduatoria di
66
Figura 7 in quanto la marca Prime Uve, in Italia una delle più vendute, in
Germania non raggiunge ancora una grande fetta del mercato ed è stata
indicata solo dal 3% dei ristoratori.
Si evidenzia quindi un quadro piuttosto diverso da quello che si trova in
Italia, segno non solo di preferenze diverse dei consumatori, ma anche del
fatto che solamente alcuni produttori commercializzano la loro grappa
attivamente nel mercato tedesco.
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Noni
noPoli
Ber
ta
Ant
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i Tigna
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Gaja
Sas
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oli)
Frattina Le
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Gra
ppa
fatta
in casa
Mas
chio P
rime
Uve
%
Figura 7: Vendite per marca (% di ristoratori che hanno indicato la rispettiva marca
fra le prime 5 più vendute)
Se si prendono in esame solo le marche che sono state citate al primo posto
nella classifica delle vendite del singolo ristorante (Figura 8), il quadro non
cambia molto, con due eccezioni: la grappa di Sassicaia scende dal sesto
all’ottavo posto (da 21% a 2%) e la grappa Tignanello scompare addirittura
dalla classifica, mentre prima era al quarto posto (da 22% a 0%). Il motivo
di questi due scostamenti così importanti è da cercarsi nel fatto che
entrambe le marche sono state nominate molte volte al secondo posto della
67
classifica di vendite del singolo ristorante, mentre raramente, o mai, nel caso
del Tignanello, al primo posto.
0
5
10
15
20
25
30
35
40
Noni
noPoli
Ber
taGaja
Gra
ppa
fatta
in casa
Mad
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Mon
tana
ra
Sas
sica
ia (P
oli)
La C
antin
a
Casanov
a
%
Figura 8: Vendite per marca (% di ristoratori che hanno indicato la rispettiva marca
come la più venduta)
I vitigni più richiesti nel caso delle grappe monovitigno sono classificati in
Figura 9. È stato chiesto ai ristoratori di elencare in ordine decrescente i
cinque vitigni più richiesti nel loro locale. Figura 9 indica perciò la
percentuale di ristoratori che hanno nominato il rispettivo vitigno fra i primi
cinque più venduti.
Il vitigno più richiesto è il Moscato, menzionato dal 41% dei ristoratori. Al
secondo posto segue il Nebbiolo (34%), che spesso non appare in modo
diretto sull’etichetta della bottiglia ma si nasconde dietro il nome del vino
Barolo. Lo chardonnay è il terzo vitigno più richiesto (31%). Al quarto
posto si trova il Prosecco (27%), specchio anche del successo che ha
ottenuto il vino Prosecco in Germania. Il Sangiovese al quinto posto si trova
spesso sotto forma di Grappa di Brunello (17%). Il Merlot si trova al sesto
68
posto (11%). Il Barbera ed il Corvina arrivano a 6%, mentre il Sauvignon
Blanc viene nominato dal 4% degli intervistati. Il Ribolla ed il Grignolino
sono citati dal 3%, mentre il Cortese, il Trebbiano ed il Pinot Grigio sono
ricordati dal 2% degli interlocutori. Vale la pena sottolineare che i clienti,
ma anche i ristoratori spesso scambiano vini con vitigni, particolarmente per
quanto riguarda Barolo, Brunello, Gavi, Amarone e Vin Santo.
0
5
10
15
20
25
30
35
40
45
Mos
cato
Nebb
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Sangiove
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Mer
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Corv
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Sau
vign
on B
lanc
Ribolla
Grig
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o
Corte
se
%
Figura 9 I vitigni più richiesti
La Figura 10 mostra le tipologie più vendute, che sono in primis la grappa
monovitigno (46%), leggermente meno richiesta al Sud e nei grandi
ristoranti (30%). È seguita dalla grappa plurivitigno (29%), meno richiesta
al Nord, e poi dalla grappa invecchiata (14%) – più richiesta nei ristoranti
grandi (23%). Il distillato d’uva (9%), risulta più amato al Sud (18%) e nei
ristoranti costosi (18%), mentre la grappa aromatizzata (2%) in genere viene
disprezzata come grappa non genuina, e spesso non è neppure conosciuta.
69
Monovitigno
46%
Bianca
29%
Invecchiata
14%
Aromatizzata
2%
Distillato d'uva
9%
Figura 10 Tipologie di grappa più vendute
Il bicchiere di grappa viene venduto ai prezzi medi indicati in Tabella 29.
Sono rilevabili considerevoli differenze regionali: mentre la grappa
economica viene venduta a € 4,70 al Centro, costa € 5,53 al Nord e ben €
6,70 al Sud. Lo stesso vale per la grappa media che costa € 7,00 al Centro, €
8,20 al Nord e € 10,43 al Sud, mentre la grappa pregiata spunta € 10,63 al
Centro, € 11,13 al Nord e ben € 15,97 al Sud.
Per la grappa pregiata sono riscontrabili differenze anche a seconda della
dimensione del ristorante: nei ristoranti piccoli questa categoria di grappa
spunta prezzi medi di € 12,94 al bicchiere, nei locali di medie dimensioni il
prezzo arriva addirittura a € 15,13, mentre nei locali grandi scende a €
10,27.
Come era da attendersi, il prezzo di vendita della grappa è correlato
positivamente con il livello del ristorante, espresso dal prezzo medio di un
menu serale. I prezzi medi di un bicchiere di grappa a seconda del livello di
ristorante sono elencati in Tabella 30.
70
Di fronte ai prezzi medi per un piatto unico di € 23 e per un pranzo
completo di € 49, queste cifre risultano piuttosto elevate, specie se
confrontate con i prezzi praticati in Italia.
Tabella 29: Prezzo di un bicchiere di grappa in Euro
Minimo Massimo Media Dev. Std.
Grappa economica 2 12 5,77 2,332
Grappa media 2 15 8,54 3,608
Grappa pregiata 3 45 12,90 6,852
Tabella 30: Prezzo (€) di un bicchiere di grappa ripartito per livello del ristorante
Rist. Economico Rist. medio Rist. costoso
Grappa economica 4,16 5,84 7,91
Grappa media 5,81 8,51 12,45
Grappa pregiata 8,26 12,70 19,77
Il prezzo di un bicchiere di grappa venduto al ristorante si può descrivere
attraverso una regressione lineare multipla come in Equazione 4:
dove pi,,t è il prezzo di un bicchiere di grappa i; i =1, 2, . . ., N, venduto al
tempo t; t =1, 2,. . ., T;
xj,t è la jesima caratteristica del mercato i;
ε i,t è l’errore;
βJ è un parametro e α0 è la costante.
i,ttj
J
j
ji,t ε xβ αp ++= ∑=
,1
0Equazione 4
71
Questo modello è stato applicato a tre diverse variabili dipendenti: il prezzo
di un bicchiere di grappa economica, media e prestigiosa.
Il risultato della regressione sul prezzo economico è abbastanza buono con
un R2 corretto di 0,636. I coefficienti stimati sono elencati in Tabella 31.
Le variabili si possono suddividere in caratteristiche del ristorante (prezzo
medio di un menu serale, ristorante al Nord della Germania), caratteristiche
di presentazione (carta liquori), caratteristiche della clientela (% maschi
consumatori di grappa, % di tedeschi consumatori di grappa) e
caratteristiche di approvvigionamento (il costo della grappa è cresciuto di
più di quello degli altri superalcolici).
Il prezzo medio di un menu serale, indicatore per il livello di prezzo del
ristorante, risulta la variabile che influenza di più il prezzo di un bicchiere di
grappa economica. Ma anche l’altra variabile che descrive una caratteristica
del ristorante, ovvero la situazione dello stesso al Nord della Germania, ha
un’influenza importante sul prezzo della grappa economica. La variabile
“percentuale di consumatori tedeschi” invece è al secondo posto e insieme
all’altra caratteristica della clientela, cioè la percentuale di consumatori
maschi, ha un’influenza negativa sul prezzo della grappa economica. Una
spiegazione può essere che i consumatori tedeschi non sono disponibili a
spendere tanto per la grappa quanto i consumatori di altre nazionalità.
L’effetto negativo dei consumatori maschi sulla grappa economica potrebbe
trovare ragion d’essere nella tendenza dei consumatori maschi a preferire le
grappe di livello medio e alto e quindi ad essere meno disposti a pagare
72
tanto per una grappa economica. Nei locali dove il ristoratore ha sostenuto
che il costo della grappa negli ultimi anni fosse cresciuto di più di quello di
altri superalcolici, si evidenzia anche un prezzo maggiore del bicchiere di
grappa. Infine, anche la presenza della carta dei liquori influisce
positivamente sul prezzo della grappa.
Tabella 31: Coefficienti stimati regressione su prezzo bicchiere grappa economica
Variabile Coefficienti non standardizzati
Coefficienti standardizzati t Sig.
B Errore Std. Beta
(Costante) 9,418 1,360 6,925 ,000
Prezzo medio menu serale ,060 ,007 ,638 9,010 ,000
% tedeschi consumatori grappa
-,061 ,009 -,474 -6,859 ,000
Nord Germania 1,153 ,343 ,234 3,361 ,001
Costo g. cresc. più di superalcolici
1,297 ,500 ,176 2,591 ,011
% maschi consumatori grappa
-,038 ,015 -,162 -2,489 ,015
Carta liquori ,693 ,328 ,147 2,114 ,038
Il risultato della regressione sul prezzo medio è buono con un R2 corretto di
0,815. I coefficienti stimati sono elencati in Tabella 32.
Le variabili si possono suddividere in caratteristiche del ristorante (prezzo
medio di un menu serale, ristorante fuori città), caratteristiche di
presentazione (carta liquori, carta grappe), caratteristiche della clientela
(percentuale di tedeschi consumatori di grappa), caratteristiche della
concorrenza (percentuale del consumo di grappa rispetto al consumo dei
superalcolici in genere) e caratteristiche di approvvigionamento (acquisto
della grappa direttamente dal produttore, acquisto della grappa dal
distributore).
73
Il prezzo medio di un menu serale risulta essere la variabile che più
influenza il prezzo di un bicchiere di grappa media. Ma anche l’altra
variabile che descrive una caratteristica del ristorante, ovvero la posizione
dello stesso fuori città, ha un’influenza importante sul prezzo della grappa
media, in questo caso negativa. La variabile “percentuale di consumatori
tedeschi” invece è al secondo posto, ma con incidenza negativa sul prezzo.
Tabella 32: Coefficienti stimati regressione su prezzo bicchiere grappa media
Variabile Coefficienti non standardizzati
Coefficienti standardizzati t Sig.
B Error Std. Beta
(Costante) 10,392 ,913 11,385 ,000
Prezzo medio menu serale ,072 ,009 ,496 8,311 ,000
% tedeschi consumatori grappa
-,069 ,010 -,351 -7,295 ,000
Ristorante fuori città -2,457 ,470 -,262 -5,228 ,000
Carta liquori ,960 ,373 ,132 2,573 ,012
% consumo grappa / superalcolici
-,033 ,007 -,256 -4,926 ,000
Acquisto dal produttore ,618 ,150 ,241 4,119 ,000
Carta grappe 2,691 ,645 ,213 4,173 ,000
Acquisto da distributori ,230 ,103 ,113 2,244 ,028
La presenza della carta dei liquori e della carta delle grappe sono entrambe
caratteristiche che aumentano il prezzo della grappa media, indicando che
un miglior servizio ed un’aumentata attenzione verso i superalcolici causano
anche un incremento del loro prezzo. La variabile “percentuale di consumo
della grappa rispetto agli altri superalcolici” ha un’influenza negativa sul
prezzo della grappa media, fatto che potrebbe essere spiegato dalla
propensione della clientela a favorire prodotti più economici. Infine, sia
l’acquisto direttamente dal produttore che attraverso il distributore hanno
un’incidenza positiva sul prezzo del bicchiere di grappa media, dove il
74
primo fatto potrebbe essere spiegabile da un costo di approvvigionamento
maggiorato.
Il risultato della regressione sul prezzo alto è buono con un R2 corretto di
0,637. I coefficienti stimati sono elencati nella Tabella 33.
Le variabili si possono suddividere in caratteristiche del ristorante (prezzo
medio di un menu serale, numero di posti a sedere), caratteristiche della
clientela (percentuale di tedeschi consumatori di grappa) e caratteristiche di
approvvigionamento (costo di acquisto di una bottiglia di grappa pregiata,
litri di grappa acquistati all’anno, “il costo della grappa è cresciuto di più di
quello degli altri superalcolici”).
Solo nel caso della grappa pregiata, il costo di acquisto gioca un ruolo
importante nel determinare il prezzo di vendita. È collegata al prezzo di
acquisto anche la variabile “litri di grappa acquistati all’anno” in quanto
maggiori quantità acquistate si traducono in prezzi migliori ottenuti che
quindi fanno scendere anche il prezzo del bicchiere di grappa pregiata.
Analogamente a quanto accade per la grappa economica, anche per la
grappa pregiata si evidenzia un prezzo maggiore del bicchiere nei locali
dove il ristoratore ha sostenuto che il costo della grappa negli ultimi anni
fosse cresciuto di più di quello di altri superalcolici. La variabile
“percentuale di consumatori tedeschi” invece ha un’incidenza negativa sul
prezzo. Il prezzo medio di un menu serale, e quindi il livello di prezzo del
ristorante influisce positivamente sul prezzo del bicchiere di grappa
pregiata, al contrario, il numero di posti a sedere, e quindi la dimensione del
ristorante agisce negativamente sul prezzo della grappa, indicando che le
75
grappe veramente care si trovano nei ristoranti più piccoli e spesso più
esclusivi.
Tabella 33: Coefficienti stimati regressione su prezzo bicchiere grappa pregiata
Variabile Coefficienti non standardizzati
Coefficienti standardizzati t Sig.
B Error Std. Beta
(Costante) 19,124 2,770 6,904 ,000
Costo bottiglia pregiata ,148 ,030 ,425 4,985 ,000
% tedeschi consumatori grappa
-,205 ,027 -,546 -7,625 ,000
Prezzo medio menu serale ,095 ,021 ,342 4,452 ,000
Litri di grappa acquistati / anno
-,014 ,004 -,237 -3,219 ,002
Costo g. cresc. più di superalcolici
4,226 1,495 ,195 2,827 ,006
No. Posti a sedere -,017 ,007 -,156 -2,232 ,028
La grappa viene presentata abbastanza bene all’interno dei ristoranti (Figura
11), infatti ben il 79% dei ristoranti interpellati servono la grappa in appositi
bicchieri da grappa, e perfino il 94% dei ristoranti piccoli ed il 93% dei
ristoranti italiani. Molto spesso (67%) viene utilizzato un tavolo dei liquori
posizionato in centro alla sala e quindi ben visibile da tutti i tavoli. Nel 23%
dei casi questo tavolo è riservato alle sole grappe: lo si trova in più della
metà (53%) dei ristoranti piccoli e nel 39% dei ristoranti italiani. La carta
delle sole grappe invece è molto rara (9%) e presente solamente nei
ristoranti piccoli, mentre la carta dei liquori è presente nel 41% dei casi,
percentuale che scende al 12% nel caso dei ristoranti grandi e sale a ben il
73% nei ristoranti costosi e al 60% nel Sud della Germania. Il carrello delle
sole grappe infine non si è riscontrato in nessun caso, mentre il carrello dei
liquori è presente nel 20% dei casi totali, nel 29% dei ristoranti in centro
76
città, e nel 37% dei ristoranti del Sud, ma solamente nel 10% dei ristoranti
italiani.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
Carrello dei
liquori
Carrello delle
sole grappe
Carta dei
liquori
Carta delle
sole grappe
Tavolo dei
liquori
Tavolo delle
grappe
Figura 11 Presentazione della grappa
Alla domanda su quali fossero i punti di forza della grappa rispetto ad altri
superalcolici (Figura 12), i ristoratori hanno risposto quasi all’unanimità
(97%) che l’italianità costituisce il primo punto di forza; solo nei ristoranti
costosi la percentuale per questo dato scende all’86%. Segue poi il gusto,
indicato dal 76% degli intervistati e dal 91% dei ristoranti piccoli, e
l’immagine, che viene vista positivamente dal 71%, ma solo dal 48% dei
ristoranti piccoli, e dal 90% dei ristoranti italiani. La naturalezza è vista
positivamente dal 52%, mentre la tradizione viene segnalata dal 47% - ma
solo dal 38% dei ristoratori in centro città - indicando che viene
riconosciuta la tradizione della grappa, anche se essa non è presente in
Germania da molto tempo. “Di moda” è un attributo individuato dal 41%
degli intervistati e dal 62% dei ristoranti piccoli, e persino dal 73% dei
77
ristoranti costosi, indicando che comunque é rimasta ancora qualche eredità
del boom degli anni ‘90. L’originalità della grappa è vista come punto di
forza dal 31% dei ristoratori ma solamente dal 9% di quelli che gestiscono
ristoranti costosi e dal 14% di quelli che si trovano in centro città.
Il fatto che l’economicità sia stata citata solo dal 14% e addirittura da
nessuno dei ristoranti grandi né da quelli costosi, può essere visto anche
come punto di forza, in quanto essa non fa connubio con qualità e prestigio,
caratteristiche sempre desiderabili. È interessante notare che l’economicità
viene vista come punto di forza esclusivamente da ristoranti italiani.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Italia
na
Gus
to
Imm
agine
Natu
ralezz
a
Tradizion
e
Di m
oda
Orig
inalità
Eco
nomica
Figura 12 Punti di forza
Dall’altra parte i punti di debolezza (Figura 13) sono ben individuati anche
se tutto sommato molto meno accentuati, in quanto il punto di debolezza più
marcato, la presenza di prodotti di bassa qualità, viene rilevato solo dal 28%
degli intervistati. La percentuale sale al 64% nel caso dei ristoranti costosi,
mentre questo punto è visto come meno critico nei ristoranti fuori città. È
78
comunque importante segnalare questa debolezza perché costituisce una
minaccia a tutto il comparto della grappa, in quanto prodotti di cattiva
qualità possono allontanare per sempre chi per la prima volta si accosta al
mondo della grappa, rappresentando quindi un pericolo per l’immagine di
tutte le grappe.
Il contenuto alcolico alto d’altra parte è stato visto come punto di debolezza,
ma solo dal 23%, anche se nel caso dei ristoranti piccoli la percentuale sale
a 38% e nei ristoranti italiani a 37%.
Il gusto può essere non gradito, perché troppo particolare oppure
semplicemente sgradevole. Il prezzo alto può costituire uno svantaggio per
il 14% degli intervistati, mentre non lo è per nessuno dei ristoranti grandi né
per quelli costosi, e sono per lo più i ristoratori italiani (il 24% di loro) e
quelli fuori città (27%) che temono il prezzo alto come una debolezza. Una
eventuale cattiva fama è stata segnalata dal 10% degli intervistati, ma da
nessuno dei gestori di ristoranti grandi, mentre il 9% ha indicato che
l’eredità di prodotto povero può essere un punto di debolezza, anche se
questa percentuale sale al 24% nel caso dei ristoranti piccoli. Questo
fenomeno è dovuto al fatto che solamente ristoranti italiani (il 20% di loro)
hanno indicato la povertà del prodotto come debolezza. Anche qui, come nel
punto di forza “economicità” si evidenzia una certa discrepanza fra
l’immagine della grappa nella testa dei ristoratori italiani e di quelli
tedeschi, che risulta più positiva nel caso dei tedeschi. Solo il 6% - costituito
esclusivamente da ristoratori tedeschi in centro città - infine ha avvisato che
la grappa potrebbe essere troppo poco conosciuta.
79
0%
5%
10%
15%
20%
25%
30%
Presenza di
prodotti di
bassa
qualità
Contenuto
alcolico alto
Gusto Prezzo alto Cattiva
fama
Prodotto
povero
Sconosciuta
Figura 13 Punti di debolezza
La pubblicità della grappa (Figura 14) mostra una situazione deprimente:
l’83% dei ristoratori dichiara che nella propria zona non si effettua nessun
tipo di pubblicità. I mezzi di promozione più utilizzati risultano gli eventi
tematici e le degustazioni che vengono segnalati nel 17% degli esercizi. Più
sono costosi i ristoranti, più viene utilizzata questa forma di promozione;
infatti i ristoranti economici (piatto unico sotto i 19 Euro) non utilizzano
questa forma promozionale, mentre tra i ristoranti costosi (piatto unico più
di 25 Euro) il 41% si serve di questa tipologia di pubblicità.
La pubblicità sulle riviste specializzate viene rilevata dal 9%, mentre una
promozione da parte dei rappresentanti viene indicata dall’8% degli
intervistati, ma da nessuno dei ristoratori italiani. Tutti gli altri mezzi come
TV, radio, giornali e periodici, oppure pubblicità direttamente nei ristoranti
o la sponsorizzazione di eventi, non vengono rilevati da nessuno degli
intervistati.
80
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Ass
ente
Eve
nti te
matici
Riviste
spe
cializza
te
Da p
arte
dei ra
ppre
sent
anti
Figura 14 Pubblicità effettuata nella città del ristorante
Le caratteristiche che maggiormente valorizzano la grappa (Figura 15) sono
in primis la parentela con il vino, ovvero il richiamo al vitigno, che è
indicato dall’86% degli intervistati e addirittura da tutti i ristoranti grandi
intervistati, mentre nel Sud viene visto come un po’ meno importante
(67%). Questa proprietà è inoltre un grande aiuto per avvicinarsi alla grappa
se l’interessato ha già delle conoscenze di vino. Lo dimostra anche il fatto
che l’attributo più determinante nella scelta della grappa è il vitigno,
particolare che anche nella scelta del vino è importante.
Una peculiarità che volentieri viene utilizzata come scusa per poter bere un
distillato a fine pasto è la presunta capacità della grappa di aiutare la
digestione.
Un altro attributo che valorizza la grappa è la sua capacità di evocare
emozioni (59%), in particolar modo per quanto riguardano i ricordi di
vacanze passate in Italia. Questa qualità ricade fra l’altro fra quelle che
tendono ad essere sottovalutate da parte dei ristoratori italiani, in quanto
81
solo il 44% di loro la riconosce, mentre è ben il 71% dei ristoratori tedeschi
a soffermarsi su questo punto.
La tipicità viene indicata dal 49% dei ristoratori e risulta quindi l’ultima
delle proprietà importanti. Si evidenzia una differenza geografica in quanto
nel Nord della Germania questa caratteristica viene segnalata solo dal 23%
mentre nel Sud da ben il 77%.
I restanti connotati “piacevolezza”, economicità” e “nuovi gusti” non
giocano un ruolo fondamentale nella valorizzazione della grappa.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
Parentela
con il vino
Aiuta a
digerire
Evoca
emozioni
Tipicità Piacevole Economica Nuovi gusti
Figura 15 Caratteristiche che maggiormente valorizzano la grappa
Alla domanda “Cosa significa grappa di qualità per Lei?”, i ristoratori
rispondono nei seguenti modi: la grappa buona deve avere personalità,
essere aromatica, avere un gusto pieno, rotondo, persistente, non deve
graffiare in gola e deve permettere di riconoscere il vitigno. Deve avere una
dettagliata descrizione delle caratteristiche del prodotto e dei metodi di
82
produzione. Per aggiungere particolarità non guastano l’invecchiamento in
botti e l’utilizzo di vinacce selezionate da vigneti scelti.
6.2.5 Approvvigionamento
Per quanto riguarda l’approvvigionamento, i ristoratori basano la loro scelta
di acquisto soprattutto sulla propria esperienza (Figura 16). Infatti, l’87%
segnala di seguire il proprio giudizio, mentre solamente il 15% sceglie la
grappa su proposta del fornitore, il 19% per soddisfare le richieste dei clienti
e soltanto il 7% per seguire le tendenze di mercato. Il 27% poi si basa su
altri fattori, di cui i principali sono i seguenti: alcuni mirano ad avere una
grappa per ogni vitigno principale, per poter offrire una varietà di vitigni.
C’è anche chi fa fare delle degustazioni ai propri clienti per poi basare la
decisione di acquisto sul gusto della clientela. Poi c’è chi ricerca la
diversità, la grappa particolare e speciale. Altri invece utilizzano la strategia
di scegliere delle grappe buone, ma non troppo particolari in modo che
piacciano al numero più alto possibile di persone. Ma la strategia più
utilizzata è quella di avere almeno due grappe buone, di cui una morbida e
l’altra più forte, in modo da coprire i due gusti principali, e in più una
grappa più particolare e costosa in modo da poter offrire qualcosa a chi
richiede una specialità.
83
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
Su propria
esperienza
Su proposta del
fornitore
Su richiesta dei
clienti
Altri Per seguire le
tendenze di
mercato
Figura 16 Criteri su cui si basa il ristoratore nell’acquisto
Per quanto riguarda più specificamente i criteri sui quali il ristoratore basa la
sua scelta d’acquisto, la Figura 17 evidenzia che la degustazione della
grappa e quindi il suo gusto è la caratteristica più importante. Quasi allo
stesso livello però segue il prezzo come elemento distintivo. È da
sottolineare che non è importante che il prezzo sia il più basso possibile ma
che esso sia giusto, ovvero in linea con il budget, la strategia e l’immagine
del ristorante. Quindi una bottiglia di grappa può anche costare 50 Euro se
la qualità e l’immagine sono in linea con il prezzo e se questo prezzo è in
linea con il posizionamento del ristorante. Al terzo posto segue l’aspetto
della marca, ovvero che essa sia conosciuta. Il 19% segnala la visita dal
produttore come requisito importante ed è da notare che questo valore
salirebbe ancora di più se per motivi logistici non fosse così malagevole
visitare il produttore. Le ultime due voci legate più alla comunicazione non
sembrano invece contare molto: la visione delle brochure è importante solo
per il 16%, mentre la pubblicità del produttore lo è solamente per il 9%.
%
84
Il prezzo medio a cui viene acquistata una bottiglia di grappa da 0,7 litri è
illustrato in Tabella 34. L’analisi della varianza scopre che sono i ristoranti
grandi a pagare meno per la grappa di categoria media (€ 19,77) e alta (€
37,19). Un altro risultato dell’ANOVA è che il prezzo di acquisto delle
grappe medie e pregiate varia significativamente a seconda del livello del
ristorante. In Tabella 35 sono elencati i prezzi medi di acquisto per livello
economico del ristorante. Come ci si aspettava, il prezzo di acquisto sale
con il livello del ristorante. Una relazione simile si può trovare per area
geografica: più si scende al Sud, più sale il prezzo di acquisto, come
evidenzia la Tabella 36.
Tabella 34: Costo in Euro all’acquisto di una bottiglia di Grappa da 0,7 l
Minimo Massimo Media Dev. Std.
Grappa economica
8 30 14,98 5,609
Grappa Media 10 50 24,50 8,084
Grappa pregiata 15 100 46,21 19,694
0
10
20
30
40
50
60
70
80
Degustazione della
grappa
Il prezzo Marca conosciuta Visita dal produttore Vedere le brochure Pubblicità del
produttore
%
Figura 17 Criteri importanti per il ristoratore nell’acquisto
85
Tabella 35: Prezzo di acquisto (€) per livello di ristorante
Ristorante economico
Ristorante medio
Ristorante costoso
Grappa economica
14,03 15,38 15,64
Grappa Media 20,03 24,59 30,64
Grappa pregiata 38,42 44,81 59,55
Tabella 36: Prezzo di acquisto per area geografica
Nord Centro Sud
Grappa economica
13,47 14,30 17,17
Grappa Media 21,30 23,23 28,97
Grappa pregiata 39,27 43,73 55,63
Le quantità medie acquistate per ristorante sono 256 litri all’anno di
distillati, di cui 86 litri di grappa. Rapportati al posto a sedere risultano 3,0
litri all’anno di distillati e 1,2 litri all’anno di grappa. Per i distillati si
trovano differenze significative a seconda della dimensione del ristorante,
infatti i ristoranti piccoli ne acquistano 141 litri all’anno, i ristoranti medi
317 ed i ristoranti grandi 335. Inoltre, i ristoranti italiani acquistano meno
distillati della media (191 l/anno), mentre acquistano più grappa (105
l/anno). Infine, come mostra la Tabella 37, si notano notevoli differenze
nelle quantità di acquisto fra aree geografiche.
Tabella 37: Quantità acquistate per area geografica (l)
Nord Centro Sud
Distillati 117 207 444
Grappa 36 67 155
Riguardo al formato di bottiglia, si evince dalla Figura 18 che il 69%
acquista il formato da mezzo litro, percentuale che sale all’85% nel caso dei
86
ristoranti piccoli. Il formato da 0,7 litri viene acquistato dal 59% dei
ristoratori, percentuale che sale all’80% nei ristoranti medi, mentre scende a
38% nei ristoranti piccoli. Il 21% acquista la bottiglia da 0,35 litri,
percentuale che diventa 37% nei ristoranti medi (da 51 a 120 posti a sedere)
e si riduce a 8% nei ristoranti grandi. Questo formato è inoltre poco
apprezzato nei ristoranti italiani dove viene acquistato solamente dal 5%.
Infine, solamente l’8% si rifornisce del formato da un litro.
21%
69%
59%
8%
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
35cl 50cl 70cl 100cl
Figura 18 Percentuale ristoranti che acquistano il formato di bottiglia
I canali di approvvigionamento più utilizzati sono il grossista (2,28 su scala
da 0 a 4) e l’importatore (1,96). Considerando il fatto che spesso un
grossista funge da importatore oppure viceversa, si deduce che questa
tipologia di canale di fornitura è di gran lunga la più importante.
L’importatore è utilizzato in particolar modo dai ristoranti italiani (2,68).
87
Il canale GDO e C&C è al terzo posto (0,88) e risulta particolarmente
utilizzato dai ristoranti medi (1,50) e grandi (1,15) e poco da quelli piccoli
(0,12).
La fornitura diretta dal produttore è piuttosto poco usata (0,63), un po’ di
più dai ristoranti costosi (1,32) e da nessuno dei ristoranti economici.
Infine si trovano altri non specificati (0,18) e in ultima posizione l’agente di
commercio (0,13) che per di più viene utilizzato solo dai ristoranti piccoli.
0
0,5
1
1,5
2
2,5
Importatore Grossista GDO/C&C Produttore Altri Agente di
commercio
Pu
nte
gg
io (
0-4
)
Figura 19 Canali di approvvigionamento
Per ottenere un quadro della concorrenza della grappa, è stato chiesto ai
ristoratori di indicare le percentuali di vendita dei diversi superalcolici
rispetto al totale delle vendite di superalcolici. La vendita in volume nei
ristoranti intervistati di tutti i superalcolici si suddivide come segue (Figura
20): la grappa è al primo posto con il 39%, che sale a 50% nei ristoranti
piccoli e 53% nei ristoranti con cucina italiana, mentre scende a 27% nel
Nord della Germania. Questo dato sorprendente deve però essere
88
interpretato nel modo giusto, in quanto i ristoranti da intervistare sono stati
scelti solo se avevano una buona offerta (almeno tre referenze) ed una
discreta vendita di grappe.
Il secondo superalcolico più venduto è il distillato di frutta (28%), che in
Germania ha una grande tradizione e gioca lo stesso ruolo della grappa in
Italia. Nei ristoranti costosi la quota dei distillati di frutta raggiunge
addirittura il 40%, mentre in quelli con cucina italiana scende a 17%. Inoltre
l’analisi della varianza porta alla luce una quota maggiore (32%) di questo
distillato nei ristoranti in centro città e nel Nord della Germania (37%).
Seguono gli amari ed infusi che contano per il 13% e sono particolarmente
richiesti al Centro del paese. I cognac e i brandy sono abbastanza importanti
(8%) ed i whiskey valgono il 5% del totale, mentre tutti gli altri
superalcolici come vodka, rum, gin, liquori cremosi, ouzo e tequila contano
molto poco.
Grappa
38,7%
Distillati di frutta
27,7%
Amari/Infusi
13,1%
Cognac / Brandy
7,7%
Gin
1,3%
Vodka
2,3%
Whiskey
5,5%
Liquori cremosi
1,2%Ouzo
0,3%
Tequila
0,3%
Rum
2,0%
Figura 20 Vendite in volume nei ristoranti intervistati
89
Le vendite mostrano una stagionalità a favore dell’inverno, in particolar
modo il periodo natalizio (Figura 21). Il mese che viene indicato dall’89%
degli intervistati come picco delle vendite è dicembre, seguito da novembre
(76%). Da alcuni ristoratori viene notato un lieve picco anche in primavera.
Questo andamento è in linea con quello del mercato italiano.
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
Gen
naio
Febbra
io
Mar
zo
Apr
ile
Mag
gio
Giugno
Luglio
Ago
sto
Set
tem
bre
Otto
bre
Nove
mbr
e
Dicem
bre
Figura 21 Stagionalità delle vendite
6.2.6 Conclusioni
Le differenze regionali possono essere riassunte nel seguente modo: più si
va al Nord, meno approfondita è la conoscenza della grappa, mentre più si
va al Sud, più il mercato assomiglia a quello italiano dal punto di vista delle
preferenze dei consumatori.
90
Per quanto riguarda le differenze fra ristoranti con e senza cucina italiana,
esse si possono sintetizzare come segue: il design della bottiglia è più
importante per i clienti del ristorante con cucina internazionale, e
l’immagine della grappa è più di moda per i medesimi clienti. D’altra parte
la percentuale di grappa venduta rispetto al totale dei superalcolici è molto
più elevata nei ristoranti con cucina italiana, come del resto era da
attendersi. Nei ristoranti con cucina internazionale sono più richieste le
marche di grappa associate a quelle dei grandi vini italiani, mentre nei
ristoranti con cucina italiana vanno di più alcune marche tradizionali di
grappa. Un’altra differenza rilevata riguarda i vitigni: Sangiovese ovvero la
grappa di Brunello e la grappa di Merlot sono più richieste nei ristoranti di
cucina internazionale.
In generale si può dire che la grappa va abbastanza bene nei ristoranti
tedeschi, nonostante una riduzione dei consumi comune a tutti i
superalcolici, causata da vari motivi, fra cui: la crescente attenzione dei
consumatori tedeschi alla propria salute, il fatto che tante aziende non
rimborsano più il costo dei superalcolici alla fine dei pranzi di lavoro e
infine il fatto che di recente il livello ematico di alcol nel sangue permesso
per la guida dell’automobile è stato ridotto da 0,8 ‰ a 0,3 ‰ per tutti e a 0
‰ per i giovani sotto i 21 anni; ciò, insieme ad un aumento dei controlli, ha
portato molti consumatori a fare a meno di bere superalcolici fuori casa.
91
6.3 Analisi della grappa nella GDO
6.3.1 Introduzione: la GDO tedesca
Il mercato alimentare in Germania fattura 125,1 miliardi di Euro9. Come si
evince dalla Tabella 38, i discount sono la categoria più importante con il
42%10 dell’intero mercato di alimentari. Questa categoria è cresciuta negli
anni 1995-2005 dell’88% in superficie11 ed è dominata dai due hard
discount Aldi e Lidl. I reparti alimentari dei Grandi Magazzini che hanno
l’assortimento più vasto nel campo delle grappe contano solo per lo 0,3%
del mercato.
Tabella 38 Struttura mercato alimentari12
Tipologia Punti
vendita
Fatturato 2005
Numero % Mio. Euro % Per PdV
in 1000 €
Discount 14.785 25,8 49.700 39,7 3.362
Grandi Magazzini 30 0,1 363 0,3 12.100
Iper >5000mq 705 1,2 16.880 13,5 23.943
Iper 1500-5000mq 2.438 4,3 19.475 15,6 7.988
Super 800-1500mq 4.528 7,9 17.065 13,6 3.769
9 Riferito all’anno 2005, fonte: Bundesverband des Deutschen Lebensmittelhandels
10 Anno 2006, fonte: Lebensmittelzeitung
11 Fonte: Bundesverband des Deutschen Lebensmittelhandels
12 Fonte: Bundesverband des Deutschen Lebensmittelhandels
92
Supermercati 400-800 3.860 6,7 10.710 8,6 2.775
Negozi 200-400 mq 3.360 5,9 3.990 3,2 1.188
Negozi 100-200mq 7.330 12,8 4.020 3,2 548
Negozi <100mq 20.169 35,3 2.910 2,3 144
Totale 57.205 100 125.113 100 2.187
Nella Tabella 39 sono elencati i 10 gruppi maggiori per fatturato raggiunto
solamente con gli alimentari nell’anno 2006. Come si può notare esiste
un’altissima concentrazione ed il market share di questi top 10 raggiunge la
quasi totalità.
Tabella 39 I Top 10 della distribuzione di alimentari13
Pos. Gruppo
Fatturato Food 2006
in Mio. €
Variazione % su
anno precedente
1 Edeka-Gruppe 30.648 -0,8
2 Rewe Zentral AG 22.336 0,3
3 Schwarz-Gruppe 19.476 5,7
4 Aldi Gruppe 18.620 7,3
5 Metro Group 14.758 12,7
6 Tengelmann Gruppe 8.354 2,7
7 Lekkerland 6.944 13
8 Anton Schlecker 5.320 1,8
9 dm-Drogeriemarkt 2.426 3,6
10 Norma Lebensmittelfilialbetrieb 2.423 11,5
13 Fonte: Lebensmittelzeitung
93
6.3.2 Analisi dello scaffale nella GDO
Al contrario di quanto accade nella ristorazione, dove assistiamo ad
un’offerta di grappa abbastanza ampia, nella GDO essa è sottosviluppata. È
stata eseguita un’analisi dello scaffale dei supermercati ed ipermercati,
attraverso un sopralluogo effettuato direttamente in loco, e più precisamente
in supermercati, discount ed ipermercati situati sia in aree metropolitane che
rurali, nelle tre aree geografiche nord, centro e sud Germania. Sono stati
esaminati dieci punti di vendita, quindi i dati ricavati da questa analisi non si
possono definire un campione rappresentativo della GDO tedesca, ma
possono fornire lo stesso qualche indicazione e tendenza di massima sullo
stato della grappa in questo canale di distribuzione.
Ci sono mediamente solo due referenze nei supermercati e meno di dieci
referenze negli ipermercati. D’altra parte è da ritenersi positivo il fatto che
di solito si trovi almeno una referenza in ogni punto di vendita, indicando
una buona capillarità di distribuzione della grappa sul territorio.
Il posizionamento però è poco favorevole: quasi sempre la grappa si trova
nello scaffale più alto, vicino ai distillati di frutta. Spesso è collocata in un
angolo e a volte anche mischiata con altri distillati. Quindi trovare la grappa
sullo scaffale risulta abbastanza difficile per il consumatore.
Per quanto riguarda l’offerta degli hard discount14, si delinea il seguente
quadro: il mercato degli hard discount è dominato da due gruppi: Aldi
14 I discount possono essere suddivisi in hard discount e soft discount, dove i primi hanno
un assortimento di prodotti quasi esclusivamente dei propri private label, mentre gli ultimi
offrono anche molti prodotti di marca
94
(divisa in Aldi Sud e Aldi Nord, che costituiscono due entità separate) e
Lidl. Entrambi hanno una singola referenza di grappa nel loro assortimento.
Di solito è una grappa monovitigno da 0,5 litri che viene proposta ad un
prezzo che oscilla fra € 4,99 e € 7,99.
L’unica tipologia nella GDO che offre un buon assortimento di grappa sono
i grandi magazzini, che si suddividono in sostanza nelle due catene Karstadt
(gruppo KarstadtQuelle) e Kaufhof (gruppo Metro). Si tratta di punti di
vendita con superfici che vanno da 10.000 a 60.000 mq, situati nelle
posizioni migliori delle medie e grandi città, che offrono soprattutto articoli
non-food e si rivolgono ad un pubblico medio-alto. Di solito hanno un intero
piano dedicato al gourmet con una buona scelta di prodotti food and
beverage provenienti da tutto il mondo. Il reparto vini ed alcolici è ben
fornito ed offre prodotti anche per i consumatori più sofisticati (vedi Figura
22). L’offerta di grappa arriva anche a 70 referenze ma comprende un
numero limitato di marche, delle quali però sono in vendita vari prodotti in
formati differenti.
Figura 22: Reparto vini di un grande magazzino
95
6.3.3 Analisi delle vendite nella GDO
Le analisi presentate successivamente si basano su elaborazioni di dati
acquistati da IRI Infoscan Germania, uno dei fornitori più importanti di dati
raccolti dai sistemi di cassa della GDO. Rappresentano l’intero universo del
mercato GDO per i dati riferiti al mercato intero. I dati riferiti alle singole
regioni escludono invece il discount Aldi ed i Cash & Carry. Per le analisi
delle promozioni sono stati disponibili solamente i dati riferiti ai punti di
vendita di una superficie superiore ai 200 mq ed esclusi i hard discount ed i
C&C. Le singole referenze di grappa ammontano a 133 e i dati sono riferiti
alle vendite degli anni 2005 e 2006. Le variabili disponibili per ogni
referenza sono marca, contenuto della bottiglia, tipologia di grappa
(monovitigno, plurivitigno, invecchiata e aromatizzata), vitigno nel caso
delle grappe monovitigno, vendite in quantità di bottiglie, vendite in valore,
prezzo a bottiglia e prezzo al litro.
Non avendo a disposizione i prezzi dal dataset IRI, essi sono stati calcolati
dividendo il fatturato per la quantità venduta, in bottiglie o in litri a seconda
del caso.
Per quanto riguarda la vendita di grappa nella GDO tedesca, è stato
registrato un buon aumento dall’anno 2005 all’anno 2006, per l’esattezza
del 13,7% in volume e del 14,8% in valore, per un totale di 3,49 milioni di
bottiglie (equiparate a bottiglie da 0,7 litri) che hanno creato un fatturato di
37,78 milioni di Euro nell’anno 2006 (Tabella 40).
96
Tabella 40: Vendite grappa nella GDO
2005 2006
Mio. bottiglie 3,07 3,49
Mio. Euro 32,90 37,78
Le vendite in volume dell’anno 2006 si suddividono come segue per le
diverse tipologie di punto vendita (Figura 23): il 56% delle grappe vendute
nella GDO tedesca passa per gli hard discount, in particolare il 42% è
venduto da Aldi ed il 14% da Lidl. I soft discount apportano il 7%, mentre i
supermercati il 6%. L’altra grande fetta viene distribuita dagli ipermercati
che arrivano al 31% del totale GDO. Se si confrontano le vendite effettuate
dai discount di alimentari in generale con le vendite della grappa si evince
un quadro nel quale è sovrarappresentata la grappa nei discount rispetto alla
fetta dei discount del mercato degli alimentari in generale: difatti, la
percentuale di alimentari venduti nei discount rispetto al mercato alimentari
totale è 42%, mentre ben il 62% della grappa venduta nella GDO viene
venduta nei discount (56% hard discount più 7% soft discount).
97
Vendite in Volume Anno 2006
Supermercati 6%
Ipermercati 31%
Soft Discount 7%
Aldi 42%
Lidl 14%
Hard Discount
56%
Supermercati
Ipermercati
Soft Discount
Aldi
Lidl
Figura 23: Suddivisione vendite fra tipologie di GDO
Anche i prezzi medi si distinguono a seconda della tipologia di punto di
vendita (Tabella 41): i prezzi medi più alti si praticano negli ipermercati,
raggiungendo una media di € 9,59 a bottiglia. Anche i massimi e la
deviazione standard sono più elevati rispetto agli altri tipi di punto di
vendita e ciò non è sorprendente, tenendo conto dell’ampiezza di gamma
offerta maggiore e del livello medio qualità di prodotto più alto rispetto alle
altre tipologie. Ciò che sorprende è invece il prezzo minimo, che è il più
basso di tutte le tipologie, anche degli hard discount, dai quali ci si
aspetterebbero i prezzi più bassi, e che invece mostrano i prezzi minimi più
alti di tutte le tipologie di punto di vendita.
I supermercati applicano il secondo prezzo più alto con una media di €9,07,
e anche il prezzo massimo e la deviazione standard sono i secondi più alti.
Anche qui, come nel caso degli ipermercati, sorprende il prezzo minimo,
che è il secondo più basso di tutto il campione.
98
Una sorpresa sono i prezzi dei discount: i prezzi medi applicati dagli hard
discount sono più alti di quelli adoperati dai soft discount, € 7,50 contro
€7,24. Per di più, i prezzi minimi sono più alti di quelli degli ipermercati e
supermercati, quindi la grappa più economica non si trova nei discount, al
contrario di quanto ci si aspetterebbe.
Tabella 41 Prezzo a bottiglia per tipologia di punto di vendita
Tipologia punto di
vendita Prezzo medio Minimo Massimo Dev. Std.
Supermercati 9,07 6,74 28,39 5,27
Ipermercati 9,59 6,00 34,60 6,40
Soft Discount 7,24 6,98 10,16 1,42
Hard Discount 7,50 7,00 8,17 0,61
Per quanto riguarda le marche più vendute si notano due particolarità. Esiste
una forte concentrazione in questo canale di distribuzione, in quanto le
prime dieci marche – elencate in Figura 24 – sono responsabili per l’84,3%
del totale vendite di grappa nella GDO. Ma la concentrazione è ancora più
intensa di quanto questa cifra faccia supporre, considerando che solo le
prime 4 marche raggiungono il 74,0% e la prima marca da sola si spinge al
36,5%. L’altra particolarità è la predominanza delle private labels dei due
principali hard discount, Aldi e Lidl. In particolare la prima marca
classificata - Aldi – raggiunge un fatturato che con 13,8 milioni di Euro
ammonta a più del doppio del fatturato della seconda marca, Lidl che
raggiunge 6,4 milioni di Euro, corrispondenti ad una quota di mercato del
99
17,0%. La prima marca di grappa – Cellini - si trova al terzo posto con 5,0
milioni di Euro (quota di mercato: 13,3%) non lontano da Lidl e domina fra
le marche non di insegna. Bonollo arriva a 2,7 milioni con una quota di
mercato del 7,3%, Julia a 1,2 milioni (3,3%), Sibona a 0,9 milioni (2,4%),
Barbero a 0,6 milioni (1,5%), Zanin a 0,4 milioni (1,2%), Roner a 0,38
milioni (1,0%) e infine Del Castello a 0,36 milioni (0,9%).
0
2
4
6
8
10
12
14
16
Aldi
Lidl
Cel
lini
Bonol
loJu
lia
Sibon
a
Barbe
ro
Zanin
Ron
er
Del
Cas
tello
Figura 24: Vendite in milioni di Euro. Anno 2006
La suddivisione delle vendite in valore per aree geografiche è illustrata in
Figura 25. Più interessante è comunque analizzare le diversità fra regioni
per quanto riguardano gli acquisti pro capite (Figura 26). Qui si notano
alcune regioni che si allontanano considerevolmente dalla media nazionale
di 0,035 bottiglie da 0,7 litri pro capite all’anno. In particolare la zona che
comprende la Turingia e le Sassonie compra molto meno grappa pro capite
delle altre regioni (0,016 unità). Nel Nord invece si acquista di più della
media nazionale, più in dettaglio i tedeschi del Nord-Ovest si riforniscono di
100
0,051 unità di grappa pro capite all’anno, quelli del Nord-Est di 0,043 unità
ed i cittadini della capitale acquisiscono 0,048 unità di grappa pro capite
all’anno.
Nord-Ovest
19%
Nord Reno-
Westfalia
21%
Centro
14%
Baden-
Wuerttemberg
15%
Baviera
14%
Nord-Est
6%
Turingia-
Sassonia
5%
Berlino
6%
Figura 25 Vendite in valore per regione
0
0,01
0,02
0,03
0,04
0,05
0,06
Nord
-Ove
st
Nord
Ren
o-W
estfa
lia
Cent
ro
Bad
en-W
uertte
mber
g
Bav
iera
Nord
-Est
Turingia-
Sas
sonia
Ber
lino
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0,7
l) p
ro c
ap
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ll'a
nn
o
Figura 26: Acquisto di bottiglie da 0,7 l pro capite all'anno
101
La spesa pro capite (Figura 27) ha un quadro molto simile a quello degli
acquisti in unità. Solamente i consumatori del Baden-Württemberg si
scostano leggermente da quelli delle altre regioni, in quanto la spesa pro
capite risulta più alta rispetto alla quantità di bottiglie acquistate, infatti
questi consumatori spendono mediamente 9,73 Euro a bottiglia mentre la
media nazionale risulta 8,79.
0
0,05
0,1
0,15
0,2
0,25
0,3
0,35
0,4
0,45
0,5
Nord
-Ove
st
Nord
Ren
o-W
estfa
lia
Centro
Baden
-Wuer
ttember
g
Bav
iera
Nord
-Est
Turingia-
Sas
sonia
Ber
lino
€ p
ro c
ap
ite a
ll'a
nn
o
Figura 27: Spesa in Euro pro capite all'anno
Analizzando le tipologie di grappa vendute (Figura 28), è evidente come la
grappa monovitigno sia la più venduta, raggiungendo ben il 64% del
fatturato. La grappa plurivitigno è la seconda più venduta con il 20% di
quota del mercato, mentre la grappa invecchiata arriva al 16%. La grappa
aromatizzata non arriva neanche all’1%, rispecchiando il fatto che non è
conosciuta in Germania.
102
Aromatizzata
0%Invecchiata
16%
Monovitigno
64%
Plurivitigno
20%
Figura 28 Vendite in valore per tipologia di grappa
Scomponendo le vendite delle grappe monovitigno (vedi Figura 29), si
evince che la grappa più venduta è quella di Moscato, che supera i 14
milioni di Euro di fatturato, mentre la seconda più venduta è la grappa di
Chardonnay che arriva a 6,1 milioni di Euro. Il motivo per cui questi due
vitigni superano così nettamente gli altri è molto banale: il vitigno moscato
è quello prescelto dalla Aldi che vende il 42% delle grappe della GDO ed il
vitigno Chardonnay è quello prediletto dalla Lidl che vende il 14% delle
grappe della GDO.
103
0
2000
4000
6000
8000
10000
12000
14000
16000
Mos
cato
Cha
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Prose
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Bianc
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Ner
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Gew
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tram
iner
Cab
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Tocai
1000 E
uro
Figura 29 Vendite in valore per vitigno
Al fine di ottenere un quadro un po' più dettagliato, in Figura 30 sono
riportati gli stessi dati, escludendo le vendite di Aldi e Lidl. Come si può
notare, i valori in totale si abbassano notevolmente rispetto alla Figura 29 e
la grappa di Chardonnay arriva al primo posto con 885.883 Euro di
fatturato. La grappa di Barolo è seconda con 540.914 Euro. Tecnicamente il
vitigno del Barolo è il Nebbiolo e quindi andrebbe aggiunto al valore di
questo vitigno, ma trattandosi comunque di una distinzione verso l’alto è
stato tenuto il “Barolo” come valore separato dagli altri vitigni. La grappa di
Prosecco arriva ad un buon terzo posto raggiungendo i 469.961 Euro di
fatturato, mentre la grappa di Merlot totalizza 241.284 Euro. Gli altri vitigni
aggiungono poco al totale delle vendite di grappa monovitigno.
104
0
100
200
300
400
500
600
700
800
900
1000
Cha
rdon
nay
Barolo
Pro
secc
o
Mos
cato
Mer
lot
Neb
biolo
Pinot
Bianc
o
Barbe
ra
Pinot
Ner
o
Gew
uerz
tram
iner
Cab
erne
t
Tocai
1000 E
uro
Figura 30 Vendite in valore per vitigno (esclusi hard discount)
Per quanto riguarda le vendite suddivise per formato di bottiglia, si delinea
una netta preferenza per la bottiglia da mezzo litro, che raggiunge il 79% del
totale delle vendite in valore e l’83% del totale delle vendite in unità. Il più
consueto formato da 0,7 litri consegue il 21% delle vendite in valore ed il
17% delle vendite in unità.
Le bottiglie da 20cl esistono ma ne sono state vendute solamente 36 nel
2006, mentre il classico formato da un litro non è neanche stato immesso in
commercio.
I prezzi medi differenziati per formato sono 23,89 Euro per la bottiglia da
20 cl - tenendo conto comunque che questa tipologia risulta venduta
solamente in minima parte - 7,89 Euro per la bottiglia da 50 cl e 10,14 Euro
per il formato da 70 cl.
Suddividendo i prezzi per tipologia della grappa (Figura 31) risultano valori
molto simili fra di loro, indicando quindi che non è il prezzo l’elemento
105
fondamentale a causare la preferenza data dai consumatori alle grappe
monovitigno. Essa realizza un prezzo medio di € 15,83 al litro che, anche se
è il prezzo medio più alto, non si scosta molto dalle altre due tipologie che
spuntano rispettivamente € 14,99 (grappa invecchiata) e € 14,82 (grappa
plurivitigno). Della quarta tipologia è la grappa aromatizzata, che è
trascurabile essendone state vendute solamente 149 bottiglie nell’anno 2006.
Per completezza si riporta il prezzo dell’unica referenza messa in vendita,
che risulta essere € 25,28 al litro.
€ 14,99€ 15,83
€ 14,82
0
2
4
6
8
10
12
14
16
18
Invecchiata Monovitigno Plurivitigno
Eu
ro a
l li
tro
Figura 31 Prezzo al litro per tipologia di grappa
Il prezzo medio per vitigno (Figura 32) può essere raggruppato in tre gruppi
principali. Il primo gruppo è formato dai vitigni più costosi e comprende
Barbera, Gewürztraminer, Pinot Nero, Nebbiolo e Barolo. Il Barbera spunta
il massimo prezzo di tutti i vitigni e raggiunge € 55,89 al litro. Il
Gewürztraminer ed il Pinot Nero sono quasi allo stesso livello con € 47,79 e
€ 47,64 al litro rispettivamente. Il Barolo raggiunge € 44,01 al litro mentre il
106
Nebbiolo è poco sotto a € 42,45. Il secondo gruppo è formato dai due vitigni
usati nelle grappe vendute dai due principali hard discount tedeschi e come
risultato il loro prezzo è trascinato in giù. Infatti ottengono i prezzi più bassi
fra tutti i vitigni, precisamente € 14,74 al litro per il Moscato e € 17,23 per
lo Chardonnay. Il terzo gruppo infine è composto dai restanti vitigni più
economici, vale a dire Merlot, Prosecco, Tocai, Pinot Bianco e Cabernet,
con il Merlot a € 29,10 al litro, il Prosecco a € 19,85 e gli altri intorno a €
21,50.
0
10
20
30
40
50
60
Barbe
ra
Gew
uerz
tram
iner
Pinot
Ner
o
Neb
biolo
Barolo
Mer
lot
Mos
cato
Prose
cco
Char
donn
ay
Tocai
Pinot
Bia
nco
Cab
ernet
Eu
ro a
l li
tro
Figura 32 Prezzo al litro per vitigno
Analizzando le promozioni ed i loro effetti sul fatturato della grappa nella
GDO tedesca, si possono trarre le seguenti conclusioni: per quanto riguarda
l’anno 2006 l’aumento delle vendite che è causato dalle promozioni vale il
3,10% del fatturato non promozionato, ovvero il 3,01% del fatturato totale.
Lo sconto medio applicato è del 6,7% e non c’è una correlazione
significativa fra sconto applicato e percentuale del fatturato in promozione
107
sul fatturato non in promozione, il che lascia supporre che uno sconto più
alto non necessariamente aumenta le vendite.
6.4 Conclusioni mercato tedesco
Per concludere si può dire che la grappa in Germania ha una breve ma
importante storia che l’ha portata ad essere protagonista dei superalcolici
per un breve periodo negli anni ‘80 e ’90, e oggi comunque resta ancora
posizionata bene fra gli altri superalcolici di rilievo internazionale. La sua
immagine nella ristorazione del paese d’oltralpe è buona, la grappa è ben
accettata come alternativa interessante agli altri digestivi e a volte viene
addirittura decantata come il miglior digestivo. La grappa buona è
considerata di ottima qualità, il pericolo è però che la presenza di alcune
grappe di qualità inferiore danneggi l’immagine dell’intero comparto della
grappa. Risulta quindi necessario emarginare i prodotti di bassa qualità, per
esempio attraverso delle classificazioni di qualità come si usa nel mondo dei
vini o di altri distillati internazionali.
Quello che deve migliorare nettamente è la comunicazione, che ad oggi è
pressoché inesistente. La grappa non è sconosciuta ma la conoscenza rimane
molto rudimentale e quindi risulta anche difficile spingere proposte più
sofisticate. I clienti si fidano molto del consiglio dei ristoratori, quindi
sarebbe utile intraprendere delle azioni di informazione e formazione rivolte
ai ristoratori in modo che essi possano promuovere e spiegare meglio la
grappa alla clientela finale.
108
Il canale di distribuzione della GDO invece rappresenta un quadro molto più
brullo di quello della ristorazione in quanto la maggioranza delle grappe
della distribuzione moderna viene venduta dai discount che non
contribuiscono certamente a migliorare l’immagine della grappa in
Germania. Nelle altre tipologie di vendita della GDO la grappa è comunque
mal rappresentata in quanto il posizionamento delle grappe è quasi sempre
sugli scaffali meno favorevoli e la scelta resta molto ristretta, da una media
di due referenze nei supermercati a meno di dieci negli ipermercati. L’unica
tipologia dove la grappa è abbastanza ben rappresentata sono i grandi
magazzini, dove la scelta è abbastanza ampia e l’esposizione buona.
109
7 Conclusioni e confronto Italia Germania
Questo studio ha cercato di estrapolare le caratteristiche salienti dei due
principali mercati della grappa, Italia e Germania. In particolare sono stati
analizzati gli aspetti attinenti a consumatore, prodotto, approvvigionamento,
comunicazione e distribuzione. Del mercato tedesco è stato esaminato sia il
canale HoReCa che quello della GDO, mentre nel mercato italiano ci si è
concentrati solo sulla GDO.
Per concludere si possono riassumere le seguenti differenze fra il mercato
italiano e quello tedesco:
i consumatori italiani prediligono formati di bottiglia più grandi (0,7 l e 1,0
l), mentre i tedeschi preferiscono i formati più piccoli (0,5 l e 0,7l). Questo
fatto può essere spiegato dalla mancanza di storia della grappa in Germania
che quindi permette ai consumatori tedeschi di scegliere formati più
moderni, mentre i consumatori italiani si portano dietro la carica storica
associata ai formati classici.
L’eredità storica ha la sua importanza anche nella scelta della tipologia della
grappa, perché in Italia ne sono ben rappresentate alcune come la classica
grappa bianca oppure quella aromatizzata, che in Germania contano molto
meno. Anzi, la grappa aromatizzata è pressoché inesistente nel paese
d’oltralpe, perché viene vista addirittura come un prodotto non genuino, non
originale. La grappa bianca invece è presente, ma è più importante quella
monovitigno. Infatti, in Germania il vitigno risulta la caratteristica più
importante nella scelta della grappa, mentre in Italia conta molto di più la
110
marca. Le marche note in Germania sono ben poche – anche alcune marche
storiche non hanno una grande notorietà in questo paese - e risultano
piuttosto conosciute quelle marche che prendono il loro nome dai grandi
vini italiani. La parentela della grappa con il vino risulta quindi un grande
aiuto per il consumatore tedesco che si avvicina alla grappa, potendo trovare
nei nomi dei vini e dei vitigni affermati un appoggio per orientarsi in questo
mondo per lui ancora poco conosciuto. Questa conoscenza ancora
abbastanza rudimentale della grappa ha bisogno di una buona
comunicazione per essere portata ad un livello superiore e così permettere al
consumatore tedesco di distinguere meglio fra buona e cattiva qualità. Un
punto debole della grappa in Germania risulta infatti la presenza di alcuni
prodotti di scarsa qualità che rischiano di rovinare la reputazione di tutto il
comparto grappa. Il fatto che la maggioranza della grappa della GDO
tedesca viene venduta attraverso i discount, non aiuta certo a diffondere
un’immagine di qualità, che sarebbe necessaria per migliorare la posizione
della grappa in questo paese.
111
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Leggi:
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1997, n. 297
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detentori di apparecchi di distillazione
Ministero dell'industria del commercio e dell'artigianato: circolare 20
novembre 1998, n. 163. Norme di applicazione del regolamento CEE n.
1576/89 relativo alle bevande spiritose e del decreto del Presidente della
Repubblica 16 luglio 1997, n. 297
Regolamento del Concilio Europeo No 1576/89 del 29 Maggio 1989:
Stabilisce che la denominazione "grappa" può essere applicata solo a
distillati di vinaccia prodotti in Italia
Decisione del Consiglio 2004/441/EC del 26 Aprile 2004: riguarda
l’implementazione del Trade, Development and Cooperation Agreement
fra l’Unione Europea ed I suoi stati membri da un lato e la Republic of
South Africa, dal altro [Official Journal L 127 of 29.04.2004].
118
9 Appendice A: Risultati dell’analisi del prezzo
edonico nel mercato italiano
Tabella 42: Risultati OLS, solo con coefficienti stimati statisticamente significativi,
variabile dipendente: prezzo logaritmico (modello senza costante)
Variabile Coefficiente stimato P-value
0,70 Litri 0,7649 0,000 1,00 Litri 1,2007 0,000 1,50 Litri 1,1732 0,000 38 Percento 0,8408 0,000 40 Percento 0,5495 0,000 44 Percento 1,0515 0,000 45 Percento 1,0877 0,000 50 Percento 0,8949 0,000 Aromatizzata 0,8589 0,000 Invecchiata 0,7844 0,000 Monovitigno 0,9091 0,000 Centro 1,0341 0,000 Nord Est 1,0363 0,000 Nord Ovest 1,0662 0,000 Brotto 0,3841 0,000 Da Ponte -0,6887 0,000 Duchessa Lia 0,9037 0,000 Franciacorta 0,3605 0,000 Frattina -0,8882 0,000 Gaiarine -0,3548 0,000 Ilas -0,2621 0,000 Prime Uve 1,0636 0,000 Vecchio Podere -0,7512 0,000
Numero di osservazioni: 15576 R2 = 0,8685
119
Tabella 43: Risultati OLS, solo con coefficienti stimati statisticamente significativi,
variabile dipendente: prezzo logaritmico (modello senza costante), anni 1997, 2000,
2004
Variabile Coefficiente stimato
Anno 1997 Anno 2000 Anno 2004
0,70 Litri 0,0733 1,00 Litri 0,1984 0,1613 0,1086 1,50 Litri -0,1805 35 Percento -0,4653 -0,5396 -0,2297 38 Percento -0,3323 -0,3841 -0,1463 40 Percento -0,3269 -0,3217 44 Percento 0,5137 45 Percento 0,2165 0,3103 Invecchiata -0,1308 Monovitigno -0,1886 -0,1197 -0,1858 Bassanina -0,3789 -0,4111 -0,3023 Brotto 0,2349 0,2108 0,2008 Da Ponte -0,7757 -0,5720 Duchessa Lia 0,3966 Franciacorta -0,2228 Frattina -0,3537 -0,4185 -0,4954 Gaiarine -0,3851 Nardini -0,2154 Nonino -0,3918 0,4133 Piave Cuore -0,5459 Prime Uve 0,9973 Vecchio Podere -0,5287 -0,3693 Zanin -0,3156 Centro 2,8108 2,7731 2,5537 Nord Est 2,7938 2,7855 2,5600 Nord Ovest 2,8104 2,8049 2,5726 Sud 2,7302 2,8270 2,5943 Numero di osservazioni 1446 1448 2276
R2 0,9620 0,9613 0,9612
120
Tabella 44: Risultati OLS, solo con coefficienti stimati statisticamente significativi,
variabile dipendente: prezzo logaritmico (modello senza costante), aree geografiche
Variabile Coefficiente stimato
Nord-Ovest Nord-Est Centro Sud
0,70 Litri 0,0853 1,00 Litri 0,1331 0,1870 0,1951 0,1056 1,50 Litri 0,1684 0,1227 0,2176 35 Percento -0,3787 -0,3921 -0,5220 -0,4449 38 Percento -0,3146 -0,3291 -0,4548 -0,4354 40 Percento -0,3278 -0,3008 -0,3984 -0,3510 44 Percento 0,1501 0,2077 45 Percento 0,0903 0,0782 0,1456 0,1789 50 Percento 0,1870 0,2550 Invecchiata 0,0297 0,0893 Aromatizzata -0,0424 Monovitigno -0,1700 -0,1568 -0,1643 -0,1358 Bassanina -0,4534 -0,3466 -0,2579 -0,4473 Bocchino 0,2156 Brotto 0,3925 0,2593 0,2052 0,2292 Candolini 0,2365 Da Ponte -0,7214 -0,6754 -0,7346 -0,6165 Duchessa Lia 0,3458 0,5048 Franciacorta -0,3150 -0,2292 Frattina -0,4249 -0,3535 -0,3685 -0,4179 Gaiarine -0,2150 -0,1484 Ilas -0,1533 Julia -0,2297 -0,1765 JuliaRS 0,7338 Maschio -0,1915 0,5244 Nardini -0,2242 Nonino -0,2299 -0,2553 Nonino UE 0,2376 Piave Cuore -0,3207 Prime Uve 0,4427 1,1860 1,0181 0,6494 Turchetto -0,2843 Valdoglio -0,1211 Vecchio Podere -0,2710 -0,3902 -0,3243 -0,3166 Zanin Anno 0,0014 0,0014 0,0014 0,0014 Numero di osservazioni 3793 4394 3936 3453
R2 0,9619 0,9610 0,9622 0,9606
121
10 Appendice B: Questionario Ristoranti in
Germania
Il consumatore
A1. Quali sono le classi di età che consumano maggiormente grappa?
18 – 35 anni
36 – 60 anni
oltre 60 anni
A2. Qual è la percentuale di maschi sul totale consumatori di grappa?
%__
A3. Che tipo di persona è il tipico consumatore di grappa (punteggio: 0 =
minimo; 4 = massimo)
l’arrivato (successo) __
il giovane rampante (ambizione) __
il padre di famiglia (sicurezza e amore) __
il tradizionalista (benessere) __
l’accademico (la cultura) __
vogue (essere visti) __
il nonno (una buona graspa) __
lo studente (il mondo è tuo) __
A4. Qual è la provenienza dei vostri consumatori di grappa?
percentuale
tedeschi ___
122
italiani ___
altri ___
totale 100%
A5. Il vostro consumatore di grappa tipico:
Non bada a spese nella scelta del menu
Non bada a spese nella scelta delle bevande
Frequenta assiduamente il ristorante
A6. Come avviene il consumo di grappa e con che frequenza? (punteggio:
0 = minimo; 4 = massimo)
La chiede il cliente spontaneamente
La chiede il cliente in seguito alla presentazione della carta delle
grappe/liquori
La chiede il cliente in seguito alla presentazione del carrello delle
grappe/liquori
Viene suggerita dal cameriere, dal sommelier o dal titolare
Nell’ultima ipotesi, che percentuale accetta il consiglio?
A7. Quale percentuale dei clienti buoni conoscitori dei vini di qualità sono
anche buoni conoscitori delle grappe di qualità?
A8. Che percentuale dei clienti che consumano vino consumano anche
grappa?
A9. Quando il cliente sceglie una grappa, quali caratteristiche sono
importanti per lui? (punteggio: 0 = minimo; 4 = massimo)
Il territorio
Il vitigno
123
La marca
La pubblicità effettuata a favore della marca
La forma della bottiglia
La gradazione alcolica
A10. Con quali aggettivi descrivono i clienti la grappa quando la ordinano
(punteggio: 0 = minimo; 4 = massimo)
morbida forte pregiata conosciuta
buona per digerire raffinata dolce
invecchiata aromatica originale particolare
altro____
A11. Quale immagine ha la grappa presso i clienti? (punteggio: 0 =
minimo; 4 = massimo)
italiana autentica raffinata forte
famosa alcolica aromatica economica
di moda semplice prestigiosa cattiva
buona di classe altro______
A12. Ha qualcosa da aggiungere sui clienti (commenti)?
________________________________________________________
________________________________________________________
124
Il prodotto
B1. Qual è la percentuale del consumo di grappe sul totale dei consumi di
superalcolici? % ___
B2. a) Ritiene che sia aumentato il consumo negli ultimi cinque anni? SI?
b) di molto?
B3. Quante referenze di grappa avete? N. ___
B4. Quali sono le prime cinque marche?
____________
____________
____________
____________
____________
B4a) Quali sono i primi cinque vitigni?
____________
____________
____________
____________
____________
B5. Con quale criterio fa la selezione della marca?
- Su richiesta dei clienti
- Su proposta del fornitore
- Per seguire le tendenze del mercato
125
- Su personali convinzioni / esperienza
- Altro ______________
B6. Quale quota di consumo totale di grappa hanno le seguenti tipologie
nel suo locale?
Bianche ____
Monovitigno ____
Aromatizzate ____
Invecchiate ____
Torbate ____
Distillati d’uva ____
Totale 100%
B7. Qual è il formato prevalente? 35cc 50cc 70cc 100cc
B8. Nel vostro locale:
esiste una carta dei liquori?
esiste una carta specifica delle sole grappe?
esiste un carrello dei liquori?
esiste un carrello specifico per le sole grappe?
esiste una vetrina/tavolo per i liquori o i vini?
esiste una vetrina/tavolo specifica per le grappe?
B9. In che tipo di bicchiere è servita la grappa?
Generico bicchierino da liquore?
Specifico calice da grappa?
Altro _____
126
B10. A che prezzo vende mediamente le grappe (€ / bicchiere)?
Grappa economica ____
Grappa media ____
Grappa pregiata ____
B11. Nella scelta di acquisto delle grappe per voi è importante:
La notorietà della marca
La promozione / pubblicità dei fornitori
La semplice visione del materiale illustrativo del prodotto
L’assaggio diretto della grappa
La visita alla distilleria
Il prezzo
B12. Qualcuno del personale ha frequentato un corso di degustazione delle
grappe?
B13. Utilizzate la grappa quale ingrediente di alcuni piatti o cocktail?
a) SI
Quali? ______________________________________________
127
La concorrenza
C1. Quanti superalcolici acquistate mediamente in un anno? Litri____
C2. Quanta grappa acquistate mediamente in un anno? Litri____
C3. I vostri clienti di norma consumano liquori?
Come si suddivide il consumo di superalcolici? (in %)
a) grappa ____
b) altre acquaviti / cognac / armagnac / brandy ____
c) distillati di frutta ____
d) vodka ____
e) whisky ____
f) rum ____
g) gin ____
h) ouzo ____
i) tequila ____
j) infusi (amari/chine-fernet/sambuca) ____
k) liquori cremosi ____
totale: 100%
C4. Secondo lei cosa bisognerebbe fare per rendere più apprezzata la
grappa rispetto agli altri liquori? ______________________
C5. Ritiene che la grappa sia un prodotto economicamente interessante per
il suo esercizio?
128
L’approvvigionamento
D1. Mediamente quanto Le costa la bottiglia da 0,7l di grappa?
categoria economica €__
categoria medio € __
categoria alta €__
D2. Quali sono i principali canali di approvvigionamento della grappa
(punteggio: 0 = minimo; 4 = massimo)?
a) Direttamente dai produttori
b) Da importatori
c) Da agenti di commercio
d) Dalla grande distribuzione organizzata / C&C
e) Dal grossista/distributore
f) Altri
D3. Il costo della grappa è cresciuto di più degli altri superalcolici?
D4. a) La cantina del suo ristorante avrà un peso maggiore in futuro?
b) minore?
D5. Quando sono i picchi nei consumi di grappa?
Mese a)
1
b)
2
c)
3
d)
4
e)
5
f)
6
g)
7
h)
8
i)
9
j)
10
k)
11
l)
12
129
Altre informazioni
E1. Lei pensa che nei prossimi anni aumenterà il consumo di grappa, di
quanto? %___
E2. Quali sono i punti di forza della grappa rispetto agli altri alcolici?
a) Italiana
b) Tradizionale
c) Originale
d) Gusto buono
e) Immagine
f) Naturale
g) Di moda
h) Economica
i) Altro_________
E3. Quali sono i punti di debolezza della grappa rispetto agli altri alcolici?
a) Gradazione alcolica alta
b) Gusto non gradito
c) Prodotto povero
d) Qualità bassa
e) Comunicazione (non conosciuta)
f) Fama
g) Prezzo
h) Altro____
E4. Secondo lei il prezzo della grappa è legato alla sua qualità?
E5. Che cosa intende per grappa di qualità?___________________
130
E6. Come viene pubblicizzata la grappa in questa zona?
a) Pubblicità TV
b) Pubblicità Radio
c) Pubblicità giornali e riviste generiche
d) Pubblicità riviste specializzate
e) Pubblicità all’interno dei ristoranti
f) Agenti di vendita
g) Manifestazioni promozionali
h) Sponsorizzazione eventi
i) In nessun modo
E7. In base alle sue esperienze con i clienti, quali delle seguenti
caratteristiche valorizza maggiormente la grappa?
a) tipicità
b) piacevolezza
c) capacità di suscitare emozioni
d) richiamo al vitigno
e) economicità
f) innovazione dei gusti
g) digestività
h) altro (specificare)
E8. Commenti
131
Informazioni sul ristorante
F1. No. Posti a sedere
F2. Prezzo medio piatto unico (In Euro)
F3. Prezzo medio menu serale completo (senza bevande, in Euro)
F4. Stile cucina
a) Internazionale b) Tedesca tradizionale
c) Tedesca nuova d) Italiana
F5. Composizione per età della clientela:
a) 18-35 anni ____
b) 36-60 anni ____
c) oltre 60 anni ____
Totale 100%
F6. Percentuale di clienti di sesso maschile
F7. Nazionalità della clientela:
a) Tedeschi ____
b) Italiani ____
c) Altri ____
Totale 100%
F8. Funzione dell’intervistato
a) Titolare
b) Mâitre d'hôtel / Chef de rang / F&B Manager / Manager del
ristorante
c) Sommelier
132
F9. Età dell’intervistato
F10. Sesso dell’intervistato
Maschio = SI
F11. Situazione geografica:
a) Centro città b) Periferia città c) Provincia
F12. Area geografica
a) Nord b) Centro c) Sud
133
11 Appendice C: Risultati delle analisi della
varianza
Tabella 45: Fattore: Dimensione ristorante
F Sig.
% consumatori grappa su cons. vino 3,141 0,048
Vitigno nella scelta della grappa 4,506 0,014
Quante referenze di grappa? 3,84 0,025
Quota di consumo: monovitigno 4,666 0,012
Quota di consumo: Invecchiate 9,076 0,000
Prezzo bicchiere: grappa pregiata 3,726 0,028
Acquisto l/anno superalcolici 5,049 0,008
Quota consumo: grappa 6,838 0,002
Costo bottiglia g. media 8,821 0,000
Costo bottiglia g. pregiata 6,853 0,002
Canale appr. Agenti 5,8 0,004
Canale appr. GDO 8,197 0,001
Tabella 46: Fattore: livello di prezzo ristorante
F Sig.
Ordinazione: richiesta spontanea 7,053 0,001
Ordinazione: conosciuta 6,353 0,003
Immagine: semplice 13,927 0,000
Quota consumo: distillato d’uva 6,525 0,002
Prezzo bicchiere: g. economica 25,991 0,000
Prezzo bicchiere: g. media 41,969 0,000
Prezzo bicchiere: g. pregiata 30,096 0,000
Quota consumo: dist. frutta 4,786 0,011
Costo bottiglia: g. media 14,412 0,000
Costo bottiglia: g. pregiata 8,906 0,000
Canali appr: produttori 6,604 0,002
Canali appr: importatori 4,945 0,009
134
Tabella 47: Fattore: Ristorante italiano
F Sig.
Tipo consumatore: nonno 6,254 0,014
Cittadinanza consumatori: italiani 6,296 0,014
% consumatori grappa su cons. vino 8,519 0,004
Marca nella scelta della grappa 3,981 0,049
Bottiglia nella scelta della grappa 10,749 0,001
Ordinazione: forte 4,375 0,039
Ordinazione: aromatica 4,557 0,036
Immagine: forte 4,367 0,040
Immagine: Aromatica 11,426 0,001
Immagine: alla moda 7,356 0,008
Immagine: di classe 5,329 0,023
% consumo g. su superalcolici 6,823 0,011
No. referenze grappa 9,022 0,003
Quota consumo: bianche 8,925 0,004
Acquisto superalc. l/anno 4,158 0,044
Quota consumo: grappa 29,615 0,000
Quota consumo: dist. frutta 12,833 0,001
Canali appr: Importatori 14,61 0,000
135
Tabella 48: Fattore: Ristorante in centro città
F Sig.
Tipo consumatore: giovane rampante 4,969 ,028
% conoscitori g. su conoscitori vino 5,923 ,017
% consumatori g. su consumatori vino 11,314 ,001
Ordinazione: per digerire 4,367 ,040
Ordinazione: aromatica 6,440 ,013
Ordinazione: originale 10,047 ,002
Ordinazione: semplice 6,949 ,010
Ordinazione: autentica 6,728 ,011
Ordinazione: alcolica 4,156 ,044
Ordinazione: alla moda 6,525 ,012
% consumo g. su superalcolici 8,495 ,005
No. referenze grappa 6,137 ,015
Quota consumo g. aromatizzate 7,239 ,009
Quota consumo distillate d’uva 5,599 ,020
Prezzo bicchiere: g. economica 18,382 ,000
Prezzo bicchiere: g. media 27,620 ,000
Prezzo bicchiere: g. pregiata 15,674 ,000
Quota consumo distillati frutta 6,218 ,015
Canali appr: produttori 12,445 ,001
Canali appr: Importatori 4,807 ,031
Canali appr: agenti 11,733 ,001
Canali appr: GDO 4,601 ,035
136
Tabella 49: Fattore: area geografica ristorante
F Sig.
% uomini consumatori 3,210 ,045
Tipo consumatore: alla moda 3,400 ,038
Cittadinanza consumatore: tedesca 5,887 ,004
Scelta grappa: vitigno 4,416 ,015
Ordinazione: aromatica 3,447 ,036
Ordinazione: conosciuta 16,200 ,000
Immagine: forte 3,405 ,038
Quota consumo: distillato d’uva 10,143 ,000
Prezzo bicchiere: g. economica 5,621 ,005
Prezzo bicchiere: g. media 8,919 ,000
Prezzo bicchiere: g. pregiata 7,058 ,001
Acquisto superalcolici l/anno 14,249 ,000
Acquisto grappa l/anno 10,598 ,000
Quota consumo: grappa 3,616 ,031
Quota consumo: distillati frutta 5,403 ,006
Costo bottiglia: g. economica 3,820 ,026
Costo bottiglia: g. media 8,533 ,000
Costo bottiglia: g. pregiata 6,180 ,003
Canale appr: produttore 3,913 ,024