il medioevo a Castelli Calepio, Credaro e Sarnico · Guelfi e ghibellini: Fazioni opposte nella...

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Letture storiche Il medioevo a Castelli Calepio, Credaro e Sarnico (BG). Fonti consultate ( e saccheggiate): Arcibano Volpi, Miscellanea storica, 1979. Arcibano Volpi, Sarnico e i castelli viciniori ( dattiloscritto inedito), 1950. Wikipedia: voci “Sarnico”, “Credaro”, “Castelli calepio”, “Castello di Trebecco”. Adriano Vaini, Sarnico. Testimonianze e aspetti di ieri e di oggi, s.d. Fotografie a cura di Beatrice Benaglia

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Letture storiche Il medioevo a Castelli Calepio, Credaro e Sarnico (BG).

Fonti consultate ( e saccheggiate): Arcibano Volpi, Miscellanea storica, 1979. Arcibano Volpi, Sarnico e i castelli viciniori ( dattiloscritto inedito), 1950. Wikipedia: voci “Sarnico”, “Credaro”, “Castelli calepio”, “Castello di Trebecco”. Adriano Vaini, Sarnico. Testimonianze e aspetti di ieri e di oggi, s.d. Fotografie a cura di Beatrice Benaglia

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Castelli Calepio

Tagliuno e Calepio hanno avuto origine nel medioevo, fondati rispettivamente dai conti Marenzi e dai Martinengo intorno all’anno 1000.

ll toponimo di Castelli Calepio è relativamente recente, risale infatti al 1927, anno in cui ci fu l'accorpamento dei paesi di Tagliuno e Calepio con le frazioni in un unico comune.

Il vecchio borgo medievale di Calepio è dominato dal castello originariamente costruito intorno all'anno 1000 dai feudatari del posto. Il castello andò col tempo in rovina, venne poi ricostruito nel 1430 e vide le gesta del condottiero Trussardo da Calepio che, nella guerra tra i milanesi e i veneziani, scelse di allearsi con la Repubblica di Venezia, e contribuì in modo decisivo a

Tagliuno

Calepio Castelli Calepio

Frazioni varie

Alcune delle parole che ti serviranno per comprendere bene questa lezione:

Toponimo: nome di un luogo.

Scarpata: superficie di notevole inclinazione posta ai lati di un terreno o di una struttura

artificiale.

Guelfi e ghibellini: Fazioni opposte nella politica italiana dal XII secolo fino alla nascita delle

signorie dal XIV secolo in poi. Nella lotta per le investiture, i guelfi sostenevano il papato ed il

loro nome è la versione italianizzata di Welfen, la famiglia sveva opposta ai Weiblingen, cioè

quella dei ghibellini che si schieravano per l'imperatore. Le due fazioni hanno poi dato il nome

anche a due diversi tipi di merlatura.

Maschio: torre principale di un castello o di una rocca, per lo più di forma quadra o rotonda e

più alta delle circostanti fortificazioni

Maniero: nel medioevo, castello o palazzo signorile di campagna.

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sconfiggere i milanesi. Venezia ricompensò Trussardo dandogli il possesso feudale di tutta la valle che oggi è denominata “Valcalepio”.

Statua di Trussardo I da Calepio, fondatore del Castello

Un famoso discendente di Trussardo fu Ambrogio da Calepio che elaborò il primo dizionario multilingue, detto appunto "Calepino", nel 1502.

Il Castello di Calepio

L’origine del castello risale dunque all’anno 1430, come riportato da un’incisione sull’arco d’ingresso. Fu, come abbiamo detto, il conte Trussardo che diede il via ai lavori del maniero. Inizialmente la struttura fu impostata unicamente per scopi difensivi per trasformarsi poi, con continue aggiunte e modifiche apportate nei secoli, in dimora signorile.

Il maniero è posto in ottima posizione panoramica sulla valle del fiume Oglio, la quale forma una scarpata che delimita il lato sud della struttura. La parte ovest è anch’essa difesa naturalmente da Cimavalle, mentre gli altri due lati, Nord ed Est, sono invece protetti da un profondo fossato.

Tutto il perimetro è delimitato da una cinta muraria costituita da pietre di piccole dimensioni con una merlatura ghibellina.

Il lato a nord possiede alle due estremità altrettante torri: una di piccole dimensioni ed un’altra a base quadrata, probabilmente già esistente prima della costruzione del castello e successivamente integrata in esso, che è posta a fianco dell’ingresso, a cui si accedeva tramite un ponte levatoio.

La struttura tipica di un castello medioevaleLa struttura tipica di un castello medioevale

L’ingresso del Castello

di Calepio con la

piccola torre a base

quadrata. La

soprelevata rivela

immediatamente

l’esistenza di un

profondo fossato

difensivo

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La struttura tipica di un castello medioevale

L’ingresso del Castello

di Calepio con la

piccola torre a base

quadrata. La strada

soprelevata rivela

immediatamente

l’esistenza di un

profondo fossato

difensivo

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Castello di

Calepio.

Mura con la

merlatura

ghibellina

Castello di

Calepio.

Fossato

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Credaro

Il paese ha origini antichissime, addirittura risalenti all'età del bronzo. Anche durante l'epoca romana il paese ha visto lo sviluppo degli insediamenti fissi, tanto che vi venne costruito un vicus (un aggregato di case e terreni) a cui i Romani diedero il nome di Cretarium (per via del terreno

argilloso, la creta), appartenente al pagus (villaggio) di Calepio.

Ma l'epoca in cui il paese visse un notevole sviluppo fu indubbiamente il medioevo. Da alcuni documenti si apprende che verso il X secolo il borgo era alle dipendenze della famiglia Martinengo, la quale però cedette i propri diritti feudali al comune di Bergamo, come scritto in un documento risalente all'anno 1122. Due secoli più tardi il paese fu al centro delle mire dei conti Calepio, che

Castello di

Calepio

Torre a base quadrata, torre

circolare, ponte levatoio,

fossato,mura difensive con

merlatura ghibellina

nord

ovest

sud

est

Mura difensive con merlatura

ghibellina, scarpata sulla valle

del fiume Oglio (difesa naturale)

Mura difensive con

merlatura

ghibellina, scarpata

di Cimavalle (difesa

naturale)

Mura difensive con

merlatura ghibellina,

fossato.

Due parole che ti serviranno per comprendere bene questa lezione

Sperone roccioso:diramazione secondaria di una catena montuosa

Etimologia: studio dell'origine delle parole e della loro storia

Le difese del castello

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assoggettarono il borgo e le zone circostanti, per un dominio che durò fino all'inizio del XIX secolo, quando vennero spodestati dall'arrivo di Napoleone Bonaparte.

I feudatari di Credaro

Recentemente il paese ha avuto un notevole sviluppo economico dovuto all'estrazione di un tipo di pietra, chiamata appunto con il nome del paese, molto utilizzata nell'edilizia.

Numerosi sono i luoghi d'interesse presenti nel paese legati al medioevo.

In primo luogo il Castello di Trebecco, risalente al X secolo ed edificato per conto dei conti Martinengo. Di pianta a forma triangolare, venne edificato su una piccola altura rocciosa, ed ancora oggi presenta un ottimo esempio di come poteva essere una piccola cittadella medievale, con piccoli cortili e vie all'interno della cinta muraria.

Poco distante, in mezzo ad una distesa di campi coltivati, si trova la chiesa di San Fermo, un altro esempio di architettura medievale.

Sono inoltre presenti altri edifici sacri, tra i quali spicca la chiesa parrocchiale, dedicata a San Giorgio. In essa recentemente sono stati portati alla luce alcuni affreschi, tra i quali spicca la Natività e i Santi Rocco e Sebastiano di Lorenzo Lotto.

Infine merita menzione il castello di Montecchio, edificato per conto della famiglia Calepio sul colle posto a cavallo del confine con il comune di Villongo.

Secoli X-XI Famiglia Martinengo

Secoli XII Città di Bergamo

Secoli XIII-XIX Conti Calepio

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Il castello di Trebecco

Situato su uno sperone roccioso compreso tra il torrente Uria ed il fiume Oglio, il castello sovrasta una zona pianeggiante in posizione distaccata rispetto al centro di Credaro.

L’ etimologia (ossia l’origine del nome) è fatta risalire da alcuni ad una leggenda, secondo la quale nello sperone su cui sorge la fortificazione sarebbero stati nascosti dei tesori, tra cui tre becchi d’oro; ma è più probabile che il nome derivi dalla forma triangolare (a tre becchi, ossia a tre punte) che caratterizza il sito.

La sua struttura, rimasta sostanzialmente inalterata nel corso dei secoli, è un esempio di come poteva essere una piccola cittadella medievale: presenta una forma a triangolo isoscele con la base, in cui è posto l'ingresso, rivolta verso est. Il lato nord-ovest è delimitato dal corso del torrente Uria, che in quel tratto

presenta un profondo alveo che la rende inaccessibile.

L'unico ingresso è costituito da una torre fortificata a base quadrata posta al centro del lato rivolto ad est. Dotata di un’altezza non troppo elevata, presenta una merlatura risalente ad epoche successive alla costruzione originale, ed un portone a forma di arco costruito in pietra di Credaro. Il resto della fortificazione esterna, della quale alcuni tratti e caratteristiche sono andati perduti nel corso dei secoli, è costituita da grossi ciottoli e presenta un’altezza piuttosto limitata, di poco superiore ad un paio di metri.

L’ingresso del castello di Trebecco

L’ingresso del castello di Trebecco visto dall’interno

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All'interno si sviluppa un vero e proprio piccolo borgo: subito dopo l'ingresso vi sono numerose piccoli cortili disposti in modo irregolare, separati tra loro da una piccola strada che taglia in due in modo longitudinale l’intera struttura.

Approfondimento storico

Probabilmente la costruzione del castello risale al X secolo, anche se il primo documento che ne attesta l'esistenza è datato 4 settembre 1032. Si tratta di una disposizione testamentaria nella quale tale Lanfranco da Martinengo riceve in eredità dal padre alcuni possedimenti, tra cui appunto il castello. Divenuto centro di una curtis medievale, Trebecco assunse importanza anche grazie alla sua posizione strategica. A fianco di esso infatti passava un'importante via di comunicazione che da Calepio raggiungeva Credaro, per poi diramarsi nelle direzioni di Adrara, Villongo e Sarnico.

Questa strada, che collega il borgo al paese di Credaro, è tuttora esistente, anche se relegata ad un ruolo secondario nella viabilità attuale. Inoltre poco distante era presente un ponte sul fiume Oglio, corso d'acqua che ha sempre diviso il territorio bergamasco (dove prevalevano i ghibellini) da quello bresciano (dove prevalevano i guelfi), facilmente controllabile dal castello.

La zona si trovò al centro di numerosi scontri tra le due fazioni, soprattutto in epoca medievale: gli

episodi di maggior importanza si verificarono il 12 settembre 1392, quando guelfi bresciani della

Val Trompia dopo una battaglia con i ghibellini bergamaschi dovettero fuggire tramite il ponte di

Trebecco.

In quei secoli all'interno del castello risiedevano i feudatari (cioè prima i Martinengo, poi gli amministratori nominati dalla città di Bergamo, infine i conti di Calepio) con i loro massari, con i primi posti negli appartamenti signorili ed i secondi nei piccoli cortili.

Sarnico

Etimologia

Nonostante non esistano documenti certi, sulla nascita del toponimo vi sono due ipotesi.

La prima ipotesi attribuisce l’origine del nome “Sarnico” ai Longobardi che tra il 568 ed il 570 conquistarono buona parte della Lombardia orientale. Il nome attribuito dai Longobardi al piccolo villaggio sul lago d’Iseo sarebbe stato Sarnon, che significa "capriolo", probabilmente perché la zona era ricca boschi in cui era alta la presenza di caprioli selvatici.

La seconda ipotesi fa derivare il nome “Sarnico” da Isar o Sarn che in ladino significa "fiume con palafitte". Quest'ipotesi è avvalorata dai resti palaffitticoli rinvenuti in prossimità del ponte.

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Epoca longobarda

Nasce sulle sponde dell’Iseo un piccolo villaggio di pescatori, dove probabilmente in epoca preistorica c’era un villaggio di palafitte. Non disponiamo di documenti che ci consentano di ricostruire al vita a Sarnico in epoca longobarda. Tuttavia sappiamo che il re longobardo Desiderio donò, nel 772 d.C, le pescherie di Sarnico alle monache del convento di Brescia per l’aiuto dato alla figlia Ermengarda.

L’età feudale

Ai Longobardi successe il dominio dei Franchi e di Carlo Magno con il quale iniziò a diffondersi una nuova struttura economica e politica: il Feudalesimo. Gran parte del territorio bergamasco fu donato al Vescovo di Bergamo, che dunque in età Carolingia era il dominus di Sarnico, e amministrava la Val Calepio tramite un “gazindo”, ossia un amministratore di sua nomina. Ancora oggi nei pressi di Adrara San Martino c’è una contrada “Gazenda”, che si chiama così forse perché vi risiedeva il “Gazindo”. ma in un documento del 912 è riportato che il Vescovo concesse il feudo della Val Calepio ai Conti Martinengo.

Con la caduta dell'impero Carolingio alla fine del IX secolo, si entrò in un periodo di invasioni e razzie. A Sarnico sostarono anche i Saraceni, la zona dove si accamparono venne chiamata "Nigrignano" (ora rinominata “Madonna”). Questo portò i paesi a necessitare di fortificazioni per difendersi. Verso il 906 anche Sarnico si dotò di un castello, di cui oggi resta, in piazza San Paolo, solo un frammento della base, sulla quale è stata costruita una torre civica.

L’età comunale

Nel 1110 Bergamo si Costituì a Comune*, Sarnico acquisì il diritto di divenire Comune solo nel 1122 quando i Conti Martinengo cedettero al comune di Bergamo i territori dei castelli di Calepio, Credaro e, appunto, Sarnico. Nasceva così il comune di Sarnico (fino ad ora era stato un feudo), che aveva i suoi consoli ma non era pienamente indipendente, dipendeva infatti per leggi e per l’amministrazione della giustizia dal Comune di Bergamo. È all’incirca in questo periodo che Sarnico si dota di mura difensive, il cui tracciato era ad arco, col dorso rivolto alla collina, e di una torre di difesa (che oggi si trova all’inizio di Via Parigi). È molto probabile che attorno alle mura difensive esistesse anche un fossato, come dimostra il nome di un vicolo che corre lungo l’antico tracciato delle mura (Vicolo delle fosse strette). Sul monte Faeto, c’era un altro castello, utilizzato per l’avvistamento dei nemici: la “rocca Zucchellis”, in collegamento visivo con la torre di via Parigi.

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La torre di Via Parigi

Guelfi e Ghibellini

Seguì un periodo in cui paesi limitrofi furono contrapposti in scontri continui per via del loro schieramento con l'imperatore o la Chiesa. Sarnico era un comune Ghibellino circondato da

centri guelfi ed ebbe perciò i suoi scontri, anche sanguinosi, per quanto si mantenesse sempre in una posizione abbastanza defilata.

Nel 1391 i ghibellini di Sarnico fiancheggiati dai ghibellini condotti da Cristoforo da Iseo tentarono di distruggere la guelfa Adrara. L'anno seguente Sarnico fu assalita dai guelfi di Tuzzano Rota che vennero respinti.

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Nel 1393 i ghibellini di Sarnico andarono a rubare le olive a Predore e furono vittime di un agguato. Nel 1404 i guelfi di Predore attaccarono il castello di Sarnico senza successo. La vendetta arrivò qualche mese dopo quando il castello di Predore fu distrutto dai ghibellini di Sarnico.

Sotto il dominio di Trussardo (e di Venezia)

Nel 1437, Sarnico cessa di essere libero comune e ridiventa feudo, alle dipendenze di Trussardo di

Calepio, che ricevette tutta la Valcalepio da Venezia, in cambio dell’aiuto ricevuto nella guerra contro Milano. Attraverso Trussardo e i suoi discendenti, Sarnico sarà dunque sotto il controllo della Repubblica di Venezia. Il conte Trussardo si recava a Sarnico ogni Giovedì, per amministrare la giustizia. Il palazzo in cui esercitava le sue funzioni si trovava in via santo Stefano. Del palazzo oggi sopravvive solo un portale in pietra con incisa la data del 1464.

Dunque Sarnico nel medioevo è stato: Piccolo insediamento longobardo. Feudo del vescovo di Bergamo (età carolingia). Feudo dei Martinengo ( a partire dal 912, per tutta l’epoca feudale). Comune parzialmente libero legato a Bergamo (a partire dal 1122). Feudo dei conti Calepio (a partire dal 1437, anno in cui Venezia affida a Trussardo la signoria bannale su tutta la val Calepio).