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Anno II - n. 9 Ottobre 2018 ALIMENTAZIONE, BENESSERE, TURISMO, CULTURA E NATURA Angelo Schiavo Il Marchionne del Farmaceutico (Dott. Angelo Schiavo ) Angelo Schiavo Il Marchionne del Farmaceutico Professioni sanitarie Chi riabilita lo sportivo? Medicina integrata Riequilibrio Somato Emozionale Salute naturale Il ruolo dei media Professioni sanitarie Chi riabilita lo sportivo? Medicina integrata Riequilibrio Somato Emozionale Salute naturale Il ruolo dei media

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Anno II - n. 9 Ottobre 2018

AlimentAzione, Benessere, turismo, CulturA e nAturA

Angelo Schiavo

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Angelo Schiavo

Il Marchionne del Farmaceutico

Professioni sanitarieChi riabilita lo sportivo?

Medicina integrataRiequilibrio Somato Emozionale

Salute naturaleIl ruolo dei media

Professioni sanitarieChi riabilita lo sportivo?

Medicina integrataRiequilibrio Somato Emozionale

Salute naturaleIl ruolo dei media

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Uomini al comandoLe strane analogie della Storia

Quando si parla di “Vite parallele” la mente corre inevitabilmente a Plutarco di Cheronea, vissuto in Grecia fra il primo e il secondo secolo dell’era moderna, il primo

“biografo” della storia, e alla sua intuizione di confrontare figure lontane nel tempo e nello spazio, accostate “sincreticamente” in un confronto basato sì su analogie storiche ma, soprattutto, su di una analisi caratteriale profonda, filosoficamente ed antropologicamente utile alla miglior comprensione del loro operato. Così, fin dai banchi liceali, intere generazioni di futuri manager hanno potuto studiare ciò che umanamente accomunava Pericle e Fabio Massimo, i padri della Legge nel mondo greco e romano, Demostene e Cicerone, oratori, Alessandro e Cesare, condottieri e creatori di imperi, per non citare che alcune delle coppie di personaggi messi a confronto dal grande scrittore e filosofo dell’antica Grecia. Sulla scia di questo gioco intellettuale non si contano gli accostamenti di personaggi che, nel bene e nel male, hanno segnato la storia bimillenaria che ne è seguita, a dimostrazione di come autentiche categorie archetipiche di comportamento possano accomunare gli uomini più diversi nei più diversi campi di azione. L’intervista ad Angelo Schiavo, Direttore generale Italia di Fidia Farmaceutici, nasce così dal piacere della condivisione di un accostamento, assolutamente veritiero e pertinente, con il compianto Sergio Marchionne: ambiti di attività certamente diversi, formazioni ed esperienze diverse, ma caratteri molto simili ed identico rigore morale autorizzano pienamente il titolo del pezzo:“Il Marchionne del Farmaceutico”. “La mente è come il vento, il corpo come la sabbia: per vedere dove va il vento, basta guardare la sabbia” (B. Bainbridge Cohen)… In questi ultimi anni, stiamo assistendo ad un interesse sempre maggiore delle persone per le cosiddette discipline naturali. Se è pur vero da un lato che la moderna scienza medica ha fatto passi da gigante nel campo della ricerca e delle tecnologie, resta anche vero dall’altro che c’è un’intera parte dell’essere umano che questa medicina si ostina a non volere prendere in considerazione. La parte ‘non visibile’ resta esclusa dal raggio di azione del mondo scientifico”. Con questo “incipit” si apre l’articolo, ed inizia la collaborazione con la nostra Rivista, di Anna Magaraggia, ideatrice del “Riequilibrio Somato Emozionale”, tecnica elaborata dalla fusione di diverse discipline, di fatto un approccio integrato, che permette alla persona di rientrare in contatto profondo con se stessa, superando traumi e blocchi che si trasferiscono inevitabilmente a livello somatico. Come sempre un numero di Pianeta Medicina & Salute ricco di argomenti che generano riflessioni, in linea con la filosofia di corretta comunicazione che anima la Rivista e tutti i suoi Collaboratori: buona lettura!

di Massimo Enrico

Radaelli,Direttore

Scientifico di Pianeta

Medicina & Salute

Editoriale

Via Madre Teresa di Calcutta 7/929122 Piacenza - italyTel. +39 0523 1860316Fax +39 0523 [email protected]

Technology in Disinfection

Tecnologia nella Disinfezione

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AlimentAzione, Benessere, turismo, CulturA e nAturA

Anno II - N° 9 Ottobre 2018

Autorizzazione Tribunale di Brescian. 10/2017 del 30/06/2017

Sede legale e redazione:Clanto Edizioni, Via Madonnina del Boschetto 50/F, 25030 Castel Mella (BS)

Direzione scientifica:Strada della Lodesana 649 SX. 43036 Fidenza (PR)

Direttore scientifico:Massimo Enrico Radaelli [email protected]

Direttore responsabile:Daniele Rossignoli [email protected]

Direttore editoriale:Giovanni Battista Colombo [email protected]

Direttore amministrativo:Maria Ballerini [email protected]

Direttore commerciale:Marco Ferrari [email protected]

Direttore MarketingGennaro Barretta [email protected] Iniziative Speciali

Gianluigi Pagano [email protected] Director:

GIUCAS

Segretaria di Redazione:Alisée Maksimovna

Osservatorio internazionale:Argentina: Santiago SpadaforaAzerbaijan: Tural Mammadov

Brasile: Patricia Urquiza Lundgren, Spartaco BologniniCina: Giovanni CubedduGiappone: Hiroshi Kazui

India: Luca RiccòIsraele: Moshe Jean

Moldova: Tatiana CojocaruPaesi balcanici: Olja Turanjanin

Serbia: Patrick CareriSpagna: Josè Miguel Lainez

Sudafrica: Antonio PappalardoSud Est Asiatico: Adriano Ciocca

Ucraina: Nataliya DyachykUruguay: Federico Dajas

Stampa: Iprint Srl - Brescia

Eventuali detentori di copywriting sulle immagini ai quali non siamo riusciti a risa-lire, sono invitati a mettersi in contatto con Clanto Edizioni Snc.La Rivista è distribuita telematicamente in abbonamento gratuito e in versione car-tacea a target selezionati. I dati sono trattati elettronicamente e utilizzati dall’E-ditore per la spedizione della pubblicazione e di altro materiale da essa derivato. Nessun testo può essere riprodotto con qualsiasi mezzo senza il consenso scritto dell’editore.

in copertina

Vite parallele

angelo Schiavo: il Marchionne

del Farmaceutico• pagina 6 •

Sommario n. 9/2018

Prima del Farmaco

18 le erbe Proprietà e usi

Sonno e dintorni

24 “aneMoS”: nuova tecnica chirurgica

comunicare Salute

28 Intervista a loretta Gregori

Pianeta alimentazione

32 Insonnia e aumento di peso: come comportarsi

Pianeta Vini

34 i vigneti del piacenziano

Pianeta anziani

36 Medicina osteopatica e terza età

diSciPline naturali

38 il riequilibrio Somato-emozionale

Pianeta turiSmo

40 neve, mercatini e benessere sulle dolomiti

ProFeSSioni Sanitarie

42 conferenza a Milano presso la sede del CONI

Pianeta libri

48 Consigli per la lettura

naturoPatia

50 Colostro bovino, risorsa preziosa

cani, Gatti & c.51 non infierire... Drena!

Pianeta cultura

52 Il paesaggio tra psiche e cervello

cotto & manGiato

56 La cottura della pasta

Pianeta PSoriaSi

58 Mi chiamano Heller

Adamanti Simonetta (Parma):Anestesia e Terapia del DoloreAfanasyeva Elena (Piacenza):

DieteticaAksić Ranko (Sarajevo-Bosnia Erzegovina):

Ingegneria civileAlbertazzi Agostino (Piacenza):

Efficientamento energetico ed energie rinnovabiliAllegri Alessandra (Parma):

OmotossicologiaAvato Francesco (Ferrara):Bioetica e Medicina legale

Bacchini Gian Paolo (Parma):Oncologia

Baistrocchi Allodi Luigina (Parma):Scienze ostetriche

Barbieri Antonio (Parma):Andrologia

Bartalini Mariella (Parma):Associazioni animaliste

Battilocchi Paola (Parma):Pediatria

Barardo Maura (Udine):Iridologia

Battino Maurizio (Ancona):Innovazione educativa e pedagogica

Beghini Dante (Parma):Odontostomatologia

Berry Raffaello (Terni):Tutela ambientale e sviluppo sostenibile

Bigliardi Silvia (Parma):Fotografia

Bocciardi Aldo Massimo (Milano):Chirurgia robotica

Bodriti Sergio (Alessandria):Psicosomatica veterinaria

Boldrocchi Gianluca (Parma):Geriatria e Gerontologia

Bonfanti Alessandro (Parma):Automedicazione

Bonanomi Cristian (Lecco):Economia

Cadonici Luigi (Parma):Strategie del Turismo

Carruba Michele (Milano):Nutrizione clinica

Cassina Igor (Milano):Scienze motorie

Casas Valenti (Barcellona-Catalogna):Igiene e Profilassi

Cavalieri Ercole (Omaha, USA):Prevenzione del Cancro

Cherchi Enrico (Macerata):Cibo e Turismo

Cicuttin Michela (Udine):Turbe del comportamento alimentare

Cogo Roberto (Milano):Riabilitazione cardiorespiratoria

Colombo Andrea (Milano):Aritmologia

Colombo Giovanni Battista (Milano):Mercato farmaceutico

Columbro Marco (Milano): Cultura e Spettacolo

Core Gianni (Savona):Osteopatia

Corvi Mora Paolo (Piacenza):Storia della Farmacia

Curti Matteo (Parma):Medicina di Famiglia

Curzi Alessandro (Macerata): Pronto Soccorso ed Emergenze sanitarie

Cusato Davide (Parma):Traumatologia dello SportDaccò Maurizio (Pavia):

Medicina generale Daffara Maddalena (Milano):

Rieducazione posturale De Bortoli Valentino (Rimini):Turismo e Ospitalità alberghiera

Di Fede Angelo (Parma):Allergologia ed ImmunologiaDell’Acqua Vittoria (Milano):

Chirurgia vascolareDell’Agnola Carlo Alberto (Milano):

ChirurgiaDe Matteo Stefania (Roma):

Bioinformazione e BioelettromagnetismoDi Leo Gioacchino (Roma):

Chimica farmaceuticaDi Loreto Vincenzo (Milano):

Tecnologie degli alimentidu Ban Massimiliano (Trieste):

Ass. di pazienti (neoplasie pediatriche)Evtusenco Olga (Rovigo):

MagnetoterapiaFalleni Giuseppe (Livorno):

Associazioni di pazienti (retinite pigmentosa)

Fantozzi Fabio (Roma):Chirurgia estetica

Farina Luca (Pavia):Comunicazione nel web

Fermi Enrico (Piacenza):Bioingegneria

Ferrari Paolo (Parma):Medicina dello Sport

Ferretti Stefania (Parma):Urologia

Foad Aodi (Roma):Professionisti di origine straniera in italia e Salute globale

Franzè Angelo (Roma):Gastroenterologia

Fritelli Filippo (Parma):Politiche territoriali

Gaddi Antonio Vittorino (Bologna):Telemedicina

Gallingani Giuseppe (Reggio Emilia):Lusso interiore

Gallazzi Laura (Bologna):Riflessologia plantare

Gerace Pasquale (Parma):Angiologia

Ghilardotti Egidio (Parma):Otorinolaringoiatria

Ghisoni Francesco (Parma):Cure palliative

Gogioso Laura (Modena):Nutrizione e Sport

Grazioli Oscar (Reggio Emilia):Scienze veterinarie

Gregori Giusva (Roma):Osteopatia animale

Gregori Loretta (Parma):Scienze naturali

Grossi Adriano (Parma):Pedagogia

Gualerzi Massimo (Parma):Cardiologia

Guidi Antonio (Roma):Politiche legate ai diversamente abili

Guidi Francesco (Roma):Medicina estetica

“HeLLeR” (Milano):Associazioni di pazienti (Psoriasi)

Korniyenko Halyna (Parma):Etnomedicina

Lenzi Stefano (Roma):Medicina preventiva e riabilitativa manuale post-traumatica

Lisi Rodolfo (Roma):Traumatologia sportivaLista Anna (Parma):

NutrizioneLoconte Valentina (Parma):

Chirurgia plastica, ricostruttiva ed esteticaLofrano Marcello (Brescia):

Formazione professionaleLoscialpo Stefano (Brescia):

Masso-IdroterapiaLotti Torello (Firenze):

Dermatologia e Venereologia Lucchi Davide (Piacenza):

Osteopatia pediatricaLuisetto Mauro (Piacenza):

NutraceuticaMagaraggia Anna (Vicenza):

Naturopatia e Riequilibrio Somato-EmozionaleMaierà Giuseppe (Milano):

VulnologiaMaluta Sergio (Padova):

Ipertermia oncologicaManni Raffaele (Pavia):

Disturbi del sonnoMantovani Gemma (Parma):

Fisioterapia riabilitativaMarchesi Gianfranco (Parma):

NeuropsichiatriaMarmiroli Libero (Reggio Emila):

CosmetologiaMarotta Mariano (Roma):

Discipline regolatorieMascia Marinella (Olbia-Tempio):

Parassitologia Mazza Amedeo (Savona):

IdrologiaMessina Lorenzo (Roma):

OftalmologiaMicoli Giuseppina (Pavia):

Misure ambientali e tossicologicheMongiardo Salvatore (Crotone):

FilosofiaMoneta Angela (Pavia):

Medicina di GenereMontanara Giuseppe (Teramo-Roma):

GiurisprudenzaMontanari Enrico (Parma):

NeuroscienzeMorandi Beatrice (Como):

Pediatria e Medicina dell’Adolescenza

Morini Emanuela (Parma):Scienze pedagogiche

Mura Riccardo (Pavia):Fisioterapia

Occhigrossi Maria Simona (Roma):Medicina interna

Paduano Guido (Lecco):Tecnologie transdermiche

Palmieri Beniamino (Modena):Consultazione medica di “Secondo Parere”

Papuli Chiara (Milano): Chimica e Tecnologie FarmaceutichePavani Pier Francesco (Bologna):

Informazione scientifica Professioni sanitariePedretti Giovanni (Parma):

EpatologiaPernice Antonio (Milano):

Tecnologie sanitarie e InnovazionePatrelli Tito Silvio (Padova):

Ostetricia e GinecologiaPellegrini Davide (Parma):

Letteratura e Poesia Pellegrino Lorenzo (Foggia):

Storia della Medicina cardiovascolare Piccinini Chiara (Modena):

Audio Psico FonologiaPierri Carmela (Roma):

e-HealthPigatto Paolo (Milano):

DermatologiaPo Ruggero (Roma):

ComunicazionePucci Ennio (Pavia):

NeurologiaRadaelli Lorenzo Federico (Parma):

Studenti e UniversitàRapacioli Giuliana (Piacenza):

Omeopatia di risonanzaRicci Giorgio (Forlì-Cesena):

Turismo sanitarioRoncalli Emanuele (Bergamo):

TurismoRosan Ermes (Pordenone):

MassoterapiaSabato Giuseppe (Arezzo):

Formazione universitariaSaidbegov Dzhalaludin G. (Roma):

Riposizionamento vertebrale e articolare non invasivoSaito Yukako (Tokyo, Giappone):

Scienze olisticheSavini Andrea (Milano):

NaturopatiaScaglione Francesco (Milano):

FarmacologiaSchiff Laura (Bologna):

Verde urbano e pianificazione territorialeSerraino Angela (Reggio Calabria):

Massaggio sportivoSiani Stefania (Salerno):

Terapie naturaliSolimè Roberto (Reggio Emilia):

FitoterapiaSpataro Giuseppe (Parma):

Network MarketingTedeschi Anna (Parma):

Gestione hospice territorialiTomasi Valentina (Bologna):

Progettazione eventi formativi in area-saluteTroiani Daniela (Roma):

PsicologiaTruzzi Claudio (Milano):

Sicurezza alimentareTuranjanin Olja (Fojnica-Bosnia Erzegovina):

Idroterapia termaleTurazza Gloriana (Mantova):

Biomeccanica del piedeValentini Marco (Forlì):Sindromi fibromialgiche

Valenzi Vincenzo (Milano):Medicina integrata e Biometeorologia

Varrassi Giustino (Roma):Medicina del Dolore

Vento Maurizio Giuseppe (Parma):Chirurgia delle apnee notturne Verzella Franco (Bologna):

Autismo e disturbi dello sviluppoVicariotto Franco (Milano):

Medicina della DonnaVignali Simona (Parma):Naturopatia ayurvedica

Villani Andrea (Parma):Comunicazione

Viscovo Rita (Milano):Medicina rigenerativa e Tricologia

Youssef Najal (Roma):Terapia cognitivo comportamentale

Disturbi AlimentazioneZaccagna Carlo Alberto (Torino):

Medicina d’urgenzaZanasi Alessandro (Bologna):

Idrologia medicaZurca Gianina (Rieti):

Scienze sociali

COMITATO SCIENTIFICOPRESIDENTI

Giuseppe Nappi (Pavia-Roma)Giancarlo Palmieri (Milano)

CoordinamentoMassimo Enrico Radaelli (Parma)

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VitE parallElE

angelo Schiavo: il Marchionne del Farmaceutico

Capitani d’azienda

Da Plutarco in avanti, figure umane lontane nel tempo o nello spazio ope-rativo, sembrano a volte cammina-re su percorsi paralleli, in termini di

analogie di azione e di pensiero, che si riflettono poi sui risultati nei rispettivi campi, inevitabil-mente. C’è qualcosa che li accomuna anche nei modi, come se attingessero ad uno stesso arche-tipo comportamentale, percepibile anche da pic-coli particolari: lo sguardo, l’atteggiamento verso il mondo esterno ed interno alla propria sfera di attività, il modo di porsi e proporsi, il linguaggio utilizzato, non solo verbale, e soprattutto quella reattività alle situazioni che oggi siamo abituati a chiamare resilienza, non personale ma estesa all’ambito di responsabilità affidata. Così, quando chiacchierando amabilmente con il Dott. Angelo Schiavo (amico di vecchia data, con cui sembra sempre d’essersi visti il giorno prima, anche dopo mesi di lontananza), il discorso andò su una ana-logia che avevo sentito dire in giro (“Angelo è il Marchionne del Farmaceutico”), non potei fare a meno di confidargli che aveva suscitato in me una condivisione immediata, come quando ci si sforza di interpretare una somiglianza percepita ma non identificata, e all’improvviso il cervel-lo la trova. Verissimo, e non solo da particolari esteriori (sobrietà, rarità di sorriso, mai abusa-to e sempre pertinente, sensibilità umana) o di contorno (entrambi originali dell’Italia centrale, Sergio Marchionne figlio di un maresciallo dei Carabinieri, uomo dell’Arma Angelo Schiavo, formazione all’estero, in Canada il primo, in California il secondo) ma soprattutto per la sin-golare analogia di intervento nella soluzione di profonde crisi aziendali, ribaltate in successo, nel settore metalmeccanico da Marchionne e nel set-tore farmaceutico da Schiavo. La storia del pri-mo, recentemente e prematuramente scomparso, è ben nota al grande pubblico, essendo legata alla principale azienda automobilistica italiana, quella

di Massimo Enrico

Radaelli,Direttore

scientifico Pianeta

Medicina & Salute

di Angelo Schiavo è ovviamente conosciuta solo a chi vive il mondo del farmaco, spesso oggetto di critiche e strali a causa dell’alone di sospetto da parte dell’opinione pubblica nei confronti delle grandi multinazionali (come anche fatti recentis-simi hanno ancora una volta portato sotto i riflet-tori delle cronache), e merita assolutamente di es-sere diffusa, anche per dare giusta luce ad aziende italiane che comunque hanno fatto della salute e del benessere del prossimo la propria missione e alla ferrea impostazione morale di uno dei suoi uomini di punta.

Ne è nata una intervista, che ha richiesto più di un caffè, fra appunti e divagazioni…

Quando inizia la tua storia nel Farmaceutico?

Ho iniziato dalla gavetta, come Informatore scientifico nel Gruppo Menarini, e ne vado orgo-glioso perché solo chi ha potuto osservare da vi-cino i problemi reali dei pazienti e dei medici può sviluppare una visione reale e “virtuosa” su come muoversi nel “mercato della salute”, identifican-do e consolidando nel tempo una centralità di obiettivi che deve essere sempre prioritariamente indirizzata verso i bisogni del malato. Eravamo a cavallo fra gli anni ’80 e ’90 e la zona che mi era stata affidata era molto vasta: Marche, Romagna, Abruzzi. Avevamo prodotti innovativi da presen-tare ai medici e affermare, un ACE-inibitore in ambito cardiovascolare e il primo inibitore della pompa protonica che presto nella mia zona su-

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La Sede di Fidia Farmaceutici ad Abano Terme

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però il farmaco leader di mercato, la ranitidina, contribuendo a ridurre drasticamente interventi chirurgici per ulcera gastrica e duodenale. Forse per questo l’indimenticato dottor Aberto Aleotti, il fondatore dell’azienda, volle chiamarmi in sede, per affidarmi il coordinamento di aree più vaste. Anche in questa posizione ce la misi tutta, trasmettendo entusiasmo contagioso ai miei col-laboratori: con grande soddisfazione ricordo gli ottimi risultati ottenuti per un antibiotico ancora oggi estremamente attivo ma purtroppo “dimen-ticato”, la claritromicina.

Dopo Menarini?Dopo Menarini fu la volta di Recordati: nel

2006 eventi esterni alla Scienza e alla Medicina rischiavano di far affondare l’immagine stessa di quella gloriosa azienda italiana: la missione di risollevarla era quasi impossibile, ma a me sono sempre piaciute le sfide e rimettendomi addosso, metaforicamente, la divisa giovanile di Ufficiale dei Carabinieri, che avevo indossato in anni dav-vero di fuoco, mi considerai un militare prestato al settore farmaceutico, che come tutte le attività umane ha bisogno di ordine, regole e valori mo-rali. Con orgoglio posso oggi ricordare che i ri-

sultati ci furono, concretamente, e non solo nel recupero di immagine. Lasciai Recordati, per una più breve ma intensa ed efficace collaborazione in un’altra azienda nazionale, Italfarmaco, prima di approdare in Fidia, una delle aziende italiane con maggiore visibilità internazionale, una sorta di multinazionale alla rovescia, rispetto a come siamo abituati a vedere aziende che considerano il nostro Paese solo in termini di terra di conquiste coloniali…

Parlaci di FidiaSono approdato alla Direzione generale di

Fidia-Italia all’inizio del 2016 e la reazione im-mediata è stata adrenalinica in termini di impegno ed entusiasmo. Tempo libero ne ho sempre avu-to davvero poco, sacrificando anche e comunque spazio alla famiglia, che rappresenta per me il valore essenziale della vita (ho ricevuto tanto da mio padre in tal senso, e se concetti come rispetto e dovere morale hanno per me un significato pro-fondo lo devo a lui e al suo esempio) ma da quan-do ho accettato di trasferirmi ad Abano Terme, sede del quartier generale di Fidia, devo dire che di tempo libero ne ho sempre meno…La soddi-sfazione di lavorare in un ambiente così stimo-

Fidia farmaceutici, è un’azienda multinazio-nale italiana, appartenente a Fidia Pharma Group, interamente integrata e privata, con

attività di ricerca e sviluppo, produzione, marke-ting e vendita. L’azienda è stata fondata nel 1946 e ha sede ad Abano Terme. L’obiettivo genera-le di Fidia è quello di stabilire la sua leadership, attraverso un ampio portafoglio di prodotti basati principalmente sull’acido ialuronico (HA) nella cura delle articolazioni, la guarigione delle ferite, l’oftalmologia, la medicina estetica, fornendo così ai pazienti e agli operatori sanitari una varietà di opzioni di trattamento, come prodotti farmaceu-tici, dispositivi medici e integratori alimentari. Oltre 50 anni di ricerca e sviluppo hanno portato Fidia in prima linea nella produzione di HA natu-rale e funzionalizzata, con diverse gamme di pesi molecolari (oltre 700 brevetti). Le operazioni di produzione - situate in Italia - sono ispezionate e approvate dalle principali autorità sanitarie inter-nazionali, tra cui la FDA statunitense e rispettano le più severe normative e standard internazionali di sicurezza. Fidia Pharma Group estende la sua portata globale attraverso partner locali in 100 paesi in tutto il mondo, oltre a filiali interamente controllate in USA, Germania, Spagna, Russia, Repubblica Ceca.

Fidia farmaceutici Più recentemente, Fidia Pharma Group ha annunciato l’espansione del proprio portafo-glio con l’ingresso nel mercato della Medicina Rigenerativa, che rappresenta oggi una delle più importanti e promettenti opportunità nei settori osteoarticolare e dermatologico, in linea con gli obiettivi di rafforzamento del proprio core busi-ness.

La Medicina Rigenerativa sta infatti diventan-do una realtà clinica sempre più consolidata e la proposta da Fidia riguarda un semplice prelievo non invasivo di tessuto adiposo da sottoporre ad un esclusivo kit che permette un percorso di di-sgregazione, filtrazione e purificazione atto a se-parare una sospensione arricchita in ADSC, cellu-le staminali adipocitarie, che può essere utilizzata per trattare molte patologie in campo osteoartico-lare, wound care, medicina estetica e altri nuovi campi d’azione…

Da pochi mesi, inoltre, Fidia ha ampliato il proprio know-how nell’area della Medicina Rigenerativa mettendo a disposizione della Classe medica innovativi kit per l’ottenimento e l’appli-cazione del Platelet Rich Plasma (PRP) “Plasma Ricco di Piastrine”, prodotto di derivazione ema-tica autologa, ottenuto cioè attraverso centrifuga-

zione del sangue dello stesso paziente, caratteriz-zato da grande concentrazione di piastrine e, con-seguentemente, di fattori di crescita, utilizzati per stimolare la rigenerazione tissutale, soprattutto in chirurgia plastica e rigenerativa.

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lante è però indubbiamente compensativa. Fidia Farmaceutici nasce a Bologna nel 1946, appena terminato il secondo conflitto mondiale, in un’I-talia che voleva ripartire, grazie all’entusiasmo, all’energia e all’audacia di un gruppo di impren-ditori accomunati da valori che furono la vera forza trainante per il successo. Il trasferimento ad Abano Terme risale al 1959 e, quarant’anni dopo, nel ’99, ci fu il passaggio al Gruppo chimico-farmaceutico P&R, sotto la guida illuminata delle famiglie Pizzocaro e Rossi. Innovazione, moti-vazione, curiosità e determinazione hanno fatto di Fidia Farmaceutici l’assoluto leader mondiale nello studio, elaborazione, produzione e commer-cializzazione di acido ialuronico, in tutte le sue forme. Parliamo di una Ricerca inarrestabile, sia in termini di ingegnerizzazione di molecole sem-pre più idonee all’utilizzo intra-articolare origina-rio, che nell’identificazione di nuove potenziali aree terapeutiche: mi riferisco ad esempio a studi in ambito oncologico, dove l’associazione di aci-do ialuronico con determinati chemioterapici si sta rivelando efficace in termini di miglioramento della biodisponibilità e della permanenza “in situ” degli antiblastici. Totalmente integrata con attivi-tà di Ricerca e Sviluppo, produzione, marketing e commercializzazione, Fidia Farmaceutici vanta, oltre allo storico know-how sull’acido ialuronico, intuizione dei suoi Ricercatori del tempo conso-lidata ed arricchita da chi ha preso il loro posto, un considerevole numero di brevetti proprietari

che la collocano oggi saldamente al primo posto mondiale nella produzione di questa molecola, naturale o modificata attraverso processi di sinte-si per via estrattiva e biotecnologica: del migliaio di brevetti-Fidia a livello planetario, oltre la metà coprono l’acido ialuronico con diversi pesi mole-colari, processi industriali, formulazioni, compo-sizioni ed usi. Fidia Pharma Group nasce nel 2016 dal processo di internazionalizzazione e dalle ac-quisizioni di Sooft (fra le prime aziende italiane in ambito oftalmologico) e di Biofarmitalia (nuove tecnologie transdermiche: cerotti, matrici, patch e dispositivi dinamici), con una mission che pone al centro dell’attenzione il paziente, attraverso lo sviluppo di piattaforme tecnologiche brevettate, prodotti farmaceutici, medical devices e prodotti “lifestyle” soprattutto a base di acido ialuronico e dei suoi derivati, in risposta ad esigenze diversifi-cate, comunque mirate a rispondere alle sfide del-la Salute e del Benessere. Tre sono i fondamen-tali cardini: passione, innovazione e centralità del paziente, ai nostri giorni anche nell’ambito della Ginecologia, Antibioticoterapia, Neuroscienze (abbiamo, a puro titolo di esempio, l’unica for-mulazione di melatonina registrata non come in-tegratore ma come farmaco, in un mercato “so-ciale”, quello del sonno, dove le benzodiazepine evidenziano crescenti problemi). Altro settore in sviluppo è la Vulnologia, dove le varie formula-zioni di un noto prodotto Fidia rappresentano un patrimonio di efficacia e costante innovazione per

Sooft Italia S.p.A. è una azienda italia-na leader nel mercato oftalmico na-zionale fondata nel 2000, con sede a

Montegiorgio (FM), e con strutture di ricerca, produzione, marketing e commercializzazio-ne. Da quasi 20 anni, Sooft Italia porta avanti il proprio impegno nello sviluppo di soluzioni terapeutiche destinate alla salute dell’occhio dell’adulto, del bambino e del neonato. Nel

2017 Sooft Italia entra a far parte di Fidia Pharma Group, che stori-camente aveva già ricoperto un ruolo da protagonista an-che in quest’area terapeutica, con viscoelastici a base di acido ialuroni-co per la chirurgia oftalmica. Due ec-cellenze italiane che si incontrano e contribuiscono alla crescita di un gruppo sempre più forte. Sooft Italia si dedica da sem-pre alla ricerca di approcci inno-vativi, operando su diverse aree di specializzazione, con differenti divi-sioni finalizzate a coprire le richieste terapeutiche delle principali patolo-

gie oculari, dal segmento anteriore a quello posteriore, come l’occhio secco, l’astenopia accomodativa o affaticamento visivo legato alla lettura, le infezioni e infiammazioni del-la superficie dell’occhio, l’edema corneale, le patologie vitreali, la degenerazione maculare, la retinopatia diabetica e il glaucoma. Il port-folio aziendale comprende farmaci, dispositivi medici e integratori alimentari e un’area tec-nologica focalizzata sul cross-linking, per il trattamento del cheratocono.

Sooft italia

generazioni di Medici. Nell’ottica di poter fornire una gamma completa ed unica nel segmento delle patologie osteoarticolari, recentissima è l’acquisi-zione dell’azienda spagnola Proteal.

Parlaci dei vostri LaboratoriLe strutture di Ricerca e quelle di produzione

sono di assoluto valore internazionale: lo stabili-mento di produzione ad Abano Terme, si estende su una superficie di 214.000 metri quadrati e re-golarmente viene ispezionato dall’autorità rego-latoria italiana (AIFA) e dalle autorità internazio-nali (FDA americana). Abbiamo superato anche il pre-requisito per poter produrre ed esportare medical devices negli Stati Uniti d’America (21 CFR Parte 211 e 820), ad ulteriore conferma di un prestigio internazionale che rappresenta motivo di vanto non solo per chi ci lavora ma per l’intera comunità nazionale. La gamma di forme farma-ceutiche è vastissima: dai prodotti iniettabili (ol-tre 4,5 milioni di siringhe pre-riempite all’anno) ai liofilizzati sterili, ai topici dermatologici (gar-ze, creme, gel, unguenti), alle gocce oculari e ai solidi orali.

Tutto in Veneto?No: al Dipartimento R&D di Abano Terme

si affianca la struttura siciliana di Noto, in pro-

VitE parallElE VitE parallElE

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Proteal è una società di biotecnologie impe-gnata nello sviluppo e nella produzione di dispo-sitivi medici per l’uso e l’applicazione di cellule, tessuti autologhi e di biomateriali da utilizzare nelle terapie rigenerative mediche e chirurgiche.

Proteal, è stata fondata nel 2004 e ha concen-trato la sua attività sull’applicazione del Platelet Rich Plasma (PRP). Negli anni successivi ha svi-luppato dispositivi medici con tecnologie esclusi-ve e brevettate in 3 diversi segmenti di mercato: ■ Muscoloscheletrico (Traumatologia, Chirurgia

ortopedica, Medicina sportiva, Reumatologia, Radiologia interventistica, Gestione del dolo-re).

■ Pelle (Dermatologia, Chirurgia plastica e ri-costruttiva, Medicina e chirurgia estetica, Ginecologia).

■ Chirurgia: (Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica, Chirurgia rigenerativa).

I principali prodotti di Proteal® sono: ■ ORTHO.PRAS: Dispositivo medico monouso

sterile progettato per aspirare e trattare 20 ml o 50 ml di sangue anticoagulato e produrre PRP

(Plasma ricco in piastrine) autologo per ap-plicazioni muscoloscheletriche in un sistema chiuso.

■ CONCEMO: Dispositivo medico monouso sterile progettato per raccogliere ed elaborare midollo osseo autologo anticoagulato per la produzione di BMC (Concentrato di midollo osseo) e PRP (Plasma ricco in piastrine) per applicazioni muscoloscheletriche.

■ SKIN.PRAS: Dispositivo medico monouso sterile progettato per aspirare e trattare 20 ml o 50 ml di sangue anticoagulato e per produrre PRP autologo (Plasma ricco di piastrine) per applicazioni cutanee e sottocutanee.

■ LIPO.PRAS: Dispositivo medico utile per concentrare la frazione di adipociti dal lipo-aspirato, preservando il più possibile l’SVF (frazione vascolo stromale). Viene utilizzato nella bio-integrazione del trapianto di grasso.

■ DUOGRAFTER II: Centrifuga utile per elabo-rare diversi tipi di tessuti. La tecnologia Cells emotion® consente di ottenere il massimo dal potenziale biologico e terapeutico delle cellule dei pazienti trattati.

proteal

vincia di Siracusa, un sito di eccellenza nella Ricerca che ha già portato a successi importanti come la Orphan Drug Designation da parte della FDA di una formulazione di collagenasi, associa-ta ad acido ialuronico, utilizzata nella Malattia di Dupuytren, patologia invalidante della mano, pri-ma trattabile solo chirurgicamente.

Quali sono i vostri obiettivi internazionali?

Sicuramente il consolida-mento della leadership mon-diale relativa a Ricerca, svilup-po, produzione e commercia-lizzazione di acido ialuronico, glicolipidi/fosfolipidi, nell’am-bito della Salute articolare, della Salute della pelle e delle mucose, delle Neuroscienze e dell’Oftalmologia, con pre-senza in più di cento Paesi a livello mondiale tramite filiali in Europa occidentale ed orientale, USA e Medio Oriente. Il core business del Gruppo resta focalizzato

Come ti trovi in questa nuova realtà?Non sembri retorico: come in una grande fa-

miglia: se il buon giorno si vede dal mattino ba-sti pensare che quando venni presentato al Dott. Carlo Pizzocaro, Presidente e Amministratore Delegato Fidia Pharma Group, il colloquio pre-liminare, normalmente conoscitivo e abbastanza contenuto, durò cinque ore e mezza, da metà po-meriggio a sera tardi: la sintonia era totale e le ore passano velocemente nelle situazioni piacevoli. Il tempo ha poi consolidato il rapporto con il Dott. Pizzocaro, la cui costante presenza a livello azien-dale, cosa rara nel nostro mondo, contribuisce a risolvere molti problemi sul nascere, pur nella normale dialettica dei ruoli fra persone leali, che, anche in occasione di inevitabili scontri, trovano sempre la strada che conduce al bene comune aziendale.

Qual è il tuo modo di affrontare i proble-

mi nel momento di crisi che accomuna tutto il mondo?

Agire in costante controtendenza: un “classi-co” di chi viene chiamato a rivestire ruoli di ver-tice è sanare il conto economico disinvestendo, io la penso in modo esattamente contrario. Nei primi

mesi della mia attività chiesi alla Proprietà un pia-no di investimenti in risorse umane vicino ai 20 milioni di euro, che fu approvato: sono così stati assunti 141 nuovi dipendenti e i risultati sono sot-to gli occhi di tutti, e l’assunzione di giovani lau-reati continua anche adesso. E poi, fondamentale, la creazione di uno “spirito di squadra”, in cui cre-do fermamente da sempre: un team motivato e af-fiatato può raggiungere qualsiasi obiettivo, anche traguardi insperati. Determinazione, competenza, professionalità sono caratteristiche di base fon-damentali ma è l’attaccamento “alla maglia” che può fare la differenza, e qui tornano altri giova-nili ricordi, di quando ero arbitro di calcio (di ot-time speranze: mi chiamavano “il Michelotti del Sud…” poi la vita mi portò altrove). Amo dire ai miei Collaboratori che ognuno di noi sa perfetta-mente valutare cosa è stato fatto, cosa si deve fare per migliorare, per trovare costantemente ulterio-re carica e motivazione. Le parole, la loro potenza evocativa, sono di straordinaria importanza anche per trasformare stati d’animo e generare effetti: in una lettera di fine anno ho voluto citare “Se”, di Rudyard Kipling, poesia che ad ogni lettura mi fa sentire un brivido e un’emozione intensi lun-go la spina dorsale, generando sistematicamente

VitE parallElE VitE parallElE

sull’acido ialuronico, con oltre il 90% dell’attuale portfolio con-centrato su prodotti contenenti HA, forte anche di oltre 140

studi clinici condotti con prodotti Fidia a base di HA intrarticolare,

che hanno coinvolto oltre 20.000 pazienti nel mondo, mentre si stima-

no in più di 53 milioni i pazienti globalmente trattati nel mon-do con la viscosupplementa-zione Fidia. Personalmente, oltre ad occuparmi dell’in-tera filiera Italia di Fidia (rete di Informatori scien-tifici, kam, marketing,

linea-farmacia) da un anno ho la responsabilità diretta an-

che di Sooft, mentre riguardo al neo-acquisto Proteal mi occupo della sola parte italiana. Non ci fermiamo mai: fra pochissimo saremo presenti sul mercato anche con la Lozione Brotzu, per il trattamento dell’alopecia e delle varie forme di calvizie.

Il Dottor Carlo

Pizzoccaro

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una sorta di scarica di motivazione e di coraggio nell’affrontare tutte le sfide. Un’azienda affiata-ta è simile ad una famiglia: si diventa veramente “adulti” solo quando si raggiungono una stabilità e un’autocoscienza tali da non perdere mai la calma, quando si assimilano “virtù” come parlare, pensa-re, perdonare, amare, sognare, rischiare, credere. Non facendosi condizionare dalle difficoltà che si incontrano inevitabilmente lungo il cammino, non mollando mai e credendo sempre in noi stessi, ri-cordando che siamo più forti se all’interno di una “squadra”, dove il superamento di ostacoli comuni ha come conseguenza anche il consolidamento di profondo legame e stima reciproca.

C’è qualcosa di genuinamente “militare” in questo atteggiamento…

Sì, ho fatto mio, e trasferito recentemente a tutti i miei Collaboratori, il concetto simbolico di Katana, la spada dei Samurai. Si dirà: che c’entra-no i Samurai con Professionisti del settore farma-ceutico? E la risposta è semplice: quegli antichi guerrieri erano animati da un codice d’onore e di valori fortissimo, più importante della stessa vita individuale. La spada dei Samurai aveva inciso sul fodero parole eterne: Rettitudine, Coraggio, Benevolenza, Rispetto, Onestà, Onore, Lealtà. Che sono anche i miei valori fondanti, i valori che non mi stancherò mai di trasmettere a chi lavora con me, per diventare un protagonista. Così, da quando sono arrivato in Fidia, mi sono imposto, cosa per me naturale, e ho di conseguenza impo-sto a tutti i miei Collaboratori, diretti ed indiretti, precise regole ferree anche sul piano etico, con un processo di verifica giornaliera, atte a poter tute-lare e garantire quel bene supremo che è l’imma-gine aziendale, in un ambiente purtroppo ancora spesso inquinato da comportamenti poco deonto-logici.

Lo sai Angelo che davvero ricordi Marchionne?

Nel contesto economico che stiamo vivendo, in cui l’accento spesso viene posto sugli aspet-ti tecnologici e sulla innovazione informatica, Fidia farmaceutici mette in primo piano il vero asset strategico: le sue persone! Stiamo lavorando per creare un ambiente dove le persone possano esprimere il loro pieno potenziale, dove i proble-mi vengono affrontati e risolti, dove fioriscono le idee, le proposte, i miglioramenti, le soluzioni….

Ne è seguito un sorriso, come si diceva raro ma caldo, come un raggio di sole improvviso fra le nu-vole, da parte del “Marchionne del Farmaceutico”.

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VitE parallElE

www.fidiapharma.com

QUANDO SIAMO NATI, AVEVAMO L’ENERGIA DI UN’ITALIA CHE VOLEVA RIPARTIRE.ERA IL 1946. NEL NOSTRO DNA, LA PASSIONE E L’AUDACIA DI UN GRUPPO DI IMPRENDITORI ITALIANI UNITI DA VALORI CHE CI AVREBBERO FATTI DIVENTARE

GRANDI: INNOVAZIONE, MOTIVAZIONE, CURIOSITÀ E DETERMINAZIONE.

IL VALORE DEL TEMPOLA PASSIONE DEL CUOREL’AUDACIA DELLO SPIRITO U N A S T O R I A I TA L I A N A D A L VA L O R E I N T E R N A Z I O N A L E

www.prim

astudio.it

Se saprai conservare la testa, quando intorno a tetutti perderanno la loro e te ne faranno una colpa;se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno,ma saprai capire il loro dubbio;se saprai aspettare senza stancarti dell’attesa,ed essere calunniato senza calunniare,o essere odiato senza dar sfogo all’odio,e non apparir troppo bello, né dire cose troppo sagge.

Se saprai sognare senza fare del sogno il tuo padrone;se saprai pensare senza fare del pensiero il tuo fine,se saprai incontrare il trionfo e il disastroe trattare questi due impostori nello stesso modo;se saprai sopportare di sentire le tue parole giustefalsate da furfanti per ingannare gli sciocchi,o vedere le cose per cui hai dato la vita spezzatee curvarti e ricostruirle con logori utensili. Se saprai fare un mucchio di tutte le tue vinciteE rischiarle in un giro di testa e croce,e perdere, e ricominciare da capoe non fiatare sulle tue perdite;se saprai forzare il tuo cuore, i nervi e i tendiniper assecondare il tuo volere, anche quando essi sono consumati,e così resistere quando non c’è più nulla in tetranne che la Volontà che dice loro “tenete duro!”.

Se saprai parlare alle folle e mantenerti virtuoso,o passeggiare coi re e non perdere la semplicità;se né nemici, né gli amici potranno offenderti,se tutti conteranno, ma nessuno troppo;se saprai riempire il minuto inesorabiledando valore ad ognuno di quei sessanta secondi,tuo sarà il mondo e tutto ciò che esso contiene,e, ciò che più conta, tu sarai un Uomo, figlio mio.

R. Kipling

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Prima del Farmaco

a cura di Roberto Solimè,Erborista e Fitocosmetologo

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le erbe

Proprietà e usiARniCA MontAnA

il fiore che spegne le infiam-mazioniNome botanico: Arnica mon-

tana L.Famiglia: AsteraceaeParti utilizzate: FioriCaratteristiche: pianta pe-

renne, da 20 a 60 cm, fusto fiora-le eretto, semplice, ghianduloso, peloso; foglie a rosetta alla base aderenti al suolo, compatte, ovali, quelle caulinari più piccole, lan-ceolate; fiori giallo-arancione in grossi capolini solitari e completati sotto da due più piccoli all’ascella di brattee opposte; 15-20 fiori li-gulati all’esterno, fiori tubolosi al centro; achenio peloso a piumento, rizoma obli-quo, bruno.

Habitat: è indigena dell’Europa centrale; il suo habitat ottimale è rappresentato da terreni poveri e acidi, in Italia è tipica di Alpi e Appenni-no settentrionale, cresce ad un’altitudine compre-sa tra i 500 e i 2000 metri sul livello del mare. L’ar-nica è diffusa anche in Siberia, in diverse regio-ni dell’Europa centrale e nelle aree temperate del Nord America.

Tradizione erbo-ristico/popolare: Dio-scoride, medico e far-macista vissuto ai tempi di Nerone, la chiamava alcimos, termine greco che significa “salutare”.

Le sue virtù furono descritte an-che da Santa Ildegarda di Bingen, vissuta intorno all’anno Mille. Per molto tempo le sue virtù te-rapeutiche sono state completa-mente ignorate, tant’è che i primi cenni su questa pianta sono stati ritrovati in manoscritti che risal-gono circa al XV secolo, da allo-ra divenne la pianta da utilizzare contro i traumi per antonomasia. L’arnica è anche conosciuta come l’erba delle cadute, essendo uno dei rimedi più importanti contro “botte” e contusioni.

Costituenti principali: Lat-toni sesquiterpenici: arnifolina, arnicolidi, elenalina, 6-o-isobu-

tiril-tetraidroelenalina, 1beta-etossi-6-o-isobutiril-2,3-diidroe-lenalina. Flavonoidi: eupafolina, patuletina, spinacetina, lacinia-tina, betuletolo, ispidulina. Olio essenziale: timolo ed esteri del timolo. Mucillagini e polisaccari-di. Varie: resine, principio amaro (arnicina), tannini, carotenoidi, alcaloidi pirrolizidinici non tos-sici.

Azioni e indicazioni: solo per uso topico: l’arnica non si utiliz-za in fitoterapia per via interna in quanto è una pianta cardiotossica ed è per questo che se ne fa un uso esterno e su pelle integra.

Le proprietà di questo vegetale sono dovute all’azione combinata di composti fenolici e flavonoidi, che hanno una parte fondamentale nei mec-canismi coinvolti nella diminuzione dei me-diatori infiammatori, molecole generate in un focolaio infiammatorio, capaci di modulare la progressione dell’in-fiammazione e la sua eventuale cronicizza-zione, e delle tossine che generano radicali liberi.

È una pianta “cal-da” per cui va usata per problemi articolari “freddi”, dolori cioè che peggiorano con il movi-mento e migliorano con il riposo.

L’arnica agisce sul-

la vascolatura dei microcapillari, aiutando una miglior perfusione e drenaggio dell’area, contribuendo quindi al ricambio sanguigno, alla rimozione di metaboliti infiam-matori e alla risoluzione dell’in-fiammazione. L’arnica migliora l’approvvigionamento di locale di sangue ed accelera la guarigione.

Grazie alla stimolazione attiva del sistema circolatorio, è utile in caso di traumi fisici come ecchi-mosi, contusioni, contratture, di-storsioni o lividi dovuti a cadute, e anche in caso di fratture. È par-ticolarmente efficace per prevenire flebiti e vene varicose.

Per l’effetto vaso stimolante è attiva nei trattamenti anticellulite o nei trattamenti contro la perdita a chiazze di capelli.

Per l’azione antinfiammatoria, aumenta la velocità di riassorbi-mento in caso di emorragie inter-ne, svolge effetto benefico in stati infiammatori di modesta o media intensità, applicato sulle parti sog-gette a dolori reumatici o nevralgi-ci, dovuti a problematiche transito-rie e croniche.

È adatta agli sportivi, riduce

traumi, tendiniti, talloniti, borsite, strappi e dolori muscolari. Mas-saggi a base di arnica sono indicati prima dell’attività sportiva, per ri-scaldare i muscoli e prevenire gli strappi e dopo, per alleviare i do-lori muscolari ed evitare le contrat-ture.

Agisce con effetto antidolori-fico utile in caso dei dolori tipici di influenza o stati febbrili. Come antidolorifico è efficace acne per contrastare i disturbi derivanti dal-la presenza di emorroidi.

Stimola l’aumento della produ-zione di antiossidanti, utile quindi nella prevenzione di ulteriori dan-ni ai tessuti, lesioni e la sovrappro-duzione di membrana sinoviale in casi di artrite.

Aiuta a prevenire il gonfiore, diminuisce il senso di prurito e ac-celera il processo di guarigione, in caso di punture di zanzara o di leg-gere bruciature.

L’arnica viene tradizionalmen-te impiegata per contrastare il mal di gola, è infatti un valido antisetti-co orale utilizzato come collutorio.

Contiene elenalina che ha la capacità di stimolare il ripristino

delle condizioni naturali della pel-le e delle mucose: grazie alla sua azione, viene accelerata la rige-nerazione cellulare e l’epidermi-de può rimarginarsi velocemente mentre l’ematoma si riassorbe.

Per le proprietà antisettiche e antinfiammatorie, è utile come co-adiuvante per la cura di acne, fo-runcoli, follicoli infiammati, evita l’infezione nelle aree coinvolte e ne facilita la guarigione.

Il bagno a base di arnica, dopo una giornata faticosa, in caso di spossatezza, oppure dopo un’in-tensa attività sportiva, permette il rilassamento e ha un’azione de-contratturante sulla muscolatura.

Si armonizza con:■ pelle: Achillea (Achillea mille-

folium L.), Bardana (Arctium lappa L.), Centella (Centella asiatica L.), Fumaria (Fumaria officinalis L.), Ipe Roxo (Ta-bebuia avellanedae Lorentz ex Griseb.), Romice (Rumex cri-spus L.), Salsapariglia (Smilax utilis Hemsl.), Sambuco (Sam-bucus nigra L.), Viola (Viola tricolor L.);

■ funzionalità articolare: Ave-na (Avena sativa L.), Equiseto (Equisetum arvense L.), Fras-sino (Fraxinus excelsiorius L.), Salice Bianco (Salix alba L.), Salsapariglia (Smilax utilis Hemsl.), Spirea Ulmaria (Fili-pendula ulmaria Max.);

■ vene: Achillea (Achillea mil-lefolium L.), Amamelide (Ha-mamelis officinalis L.), Ange-lica (Angelica archangelica L.), Cipresso (Cupressus semper-virens L.), Frassino (Fraxinus excelsiorius L.), Meliloto (Me-lilotus officinalis Pallas), Rusco (Ruscus aculeatus L.).

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succhi gastrici, è utilizzata come rimedio contro disturbi gastrointe-stinali, e vomito persistente. L’arte-misia protegge il fegato, in quanto determina l’inibizione degli enzimi epatici. Stimola l’appetito, contrasta l’atonia digestiva, la dispepsia dei nervosi, è indicata in caso di con-valescenza, esaurimento, clorosi, in quanto stimola le funzioni digesti-ve, contrastando la stitichezza. Per l’azione carminativa favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali.

Agisce sul metabolismo dei li-pidi, nei casi di alimentazione ec-cessivamente ricca di grassi e di problemi nella loro digestione (mal di testa e/o nausea mattutina, emor-roidi) l’infuso di artemisia migliora la digestione lipidica e diminuisce il carico di lipoproteine nel flusso ematico, rendendolo più fluido.

Svolge azione sedativa, favoren-do il rilassamento e calmando nei casi di eccitazione. Utile nel tratta-mento dei disturbi d’ansia, dell’in-sonnia e della depressione, di stress e stanchezza mentale.

Espettorante e antisettica, questa pianta è comunemente impiegata come rimedio naturale per alleviare i sintomi della tosse, fluidificare il catarro in caso di sinusite o catarro polmonare. Per l’azione diaforetica è indicata in caso di febbre.

Uso topico: mediante massag-gio aiuta ad alleviare i “mal di pan-cia”, i dolori al torace, reumatismi e le contratture muscolari localizzate negli arti inferiori, conseguenti a sforzi fisici intensi. Stimola la cir-colazione del sangue, viene quindi impiegata nel trattamento di flebiti e varici. Svolge un’azione molto efficace come linimento su distor-sioni, iperestensioni, slogature op-pure sulla fronte per mal di testa e

nausea.Si armonizza con:

■ promuove ciclo mestruale: Achillea (Achillea millefolium L.), Agnocasto (Vitex agnus ca-stus L.), Calendula (Calendula officinalis L.), Cardiaca (Leono-rus cardiaca L.), Edera (Hedera helix L.), Luppolo (Humulus lu-pulus L.), Melissa (Melissa offi-cinalis L.), Prezzemolo (Petro-sellinum crispum A.W. Hill.);

■ dolori mestruali: Achillea (Achillea millefolium L.), Agnocasto (Vitex agnus castus L.), Cardiaca (Leonurus cardia-ca L.), Cimicifuga (Cimicifuga racemosa Nutt.), Lavanda (La-vandula officinalis Chaix.), Ti-glio Alburno (Tilia platyphyllos Scop.), Verbena (Verbena offi-cinalis L.);

■ menopausa: Achillea (Achil-lea millefolium L.), Agnocasto (Vitex agnus castus L.), Ave-na (Avena sativa L.), Cardiaca (Leonurus cardiaca L.), Lattuga Sativa (Lactuca sativa L.), La-vanda (Lavandula officinalis Chaix), Meliloto (Melilotus of-ficinalis Pallas), Passiflora (Pas-siflora incarnata L.), Salvia (Sal-via officinalis L.);

■ rilassamento: Achillea (Achillea millefolium L.), Biancospino (Crataegus oxyacantha Medi-cus), Boldo (Peumus boldus Molina), Camomilla (Matricaria chamomilla L.), Lattuga Sati-va (Lactuca sativa L.), Luppolo (Humulus lupulus L.), Melissa (Melissa officinalis L.), Menta Piperita (Mentha piperita L.), Passiflora (Passiflora incarnata L.), Valeriana (Valeriana offici-nalis L.);

■ secrezioni bronchiali: Altea (Al-thaea officinalis L.), Eucalipto (Eucalyptus globulus Labill.), Finocchio (Foeniculum vulgare Mill.), Issopo (Hyssopus offici-nalis L.), Liquirizia (Glycyrrhi-za glabra L.), Papavero (Papa-ver rhoeas L.), Salvia (Salvia officinalis L.), Timo Volgare (Thymus vulgaris L.);

■ sistema digerente: Achillea (Achillea millefolium L.), An-gelica (Angelica archangelica L.), Fieno Greco (Trigonella foenum graecum L.), Ipe Roxo (Tabebuia avellanedae lorentz ex Griseb.), Melissa (Melis-sa officinalis L.), Rosa Canina (Rosa canina L.), Verbena (Ver-bena officinalis L.).

ARtEMiSiA la pianta che tratta i disturbi

femminiliNome botanico: Artemisia vul-

garis L.Famiglia: CompositaeParti utilizzate: Sommità fioriteCaratteristiche: pianta arbu-

stiva perenne, alta da 50 a 150 cm, fusto rossastro, erbaceo, ramoso; foglie divise in lobi acuti, verde scu-ro e glabre sopra, lanuginose e bian-castre sotto; fiori giallastri, tubolosi; in piccoli capolini eretti, a involu-cro, raccolti in larghe pannocchie di spighe molli; acheni glabri; ceppo legnoso, spesso senza stoloni.

Habitat: nativa delle zone tem-perate di Europa, Asia e Nord Afri-ca, è naturalizzata anche in Nord America. In Italia è diffusa su tutto il territorio, cresce dalla pianura alla zona pedemontana, lungo i fiumi e ai bordi dei campi.

Tradizione erboristico/po-polare: il nome artemisia deriva dall’identica parola latina, che a sua volta proviene dal greco “artemes” che significa sano, integro. Secon-do alcuni ha origine da Artemide la dea, nella religione dell’antica Grecia, della caccia, della selvag-gina, dei boschi, del tiro con l’arco e della verginità. Secondo Plinio il Vecchio, il nome del genere arte-misia deriva da Artemide dea anche della luna che presiedeva i parti, perché era ritenuta una pianta utile ai disturbi delle donne. In relazione alla Luna, secondo la teoria delle segnature, la pianta si adatta a di-sturbi collegati ai liquidi, sangue e linfa, del corpo, come ritenzione, cellulite, dolori mestruali, assenza del ciclo.

L’artemisia è utilizzata nella medicina tradizionale cinese e giap-

ponese, per la preparazione della moxa (dal giapponese moe kusa che significa “erba che brucia”), una medicina ottenuta triturando in un mortaio la pianta fino a ricavare un impasto lanoso, con cui si pre-parano delle palline o dei coni che, una volta appoggiati su punti spe-cifici della pelle, corrispondenti ai punti dell’agopuntura, vengono fat-ti bruciare. Conosciuta anche come erba “scaccia diavoli”, si coglieva al solstizio d’estate e diversi usi e tradizioni popolari attribuiscono alla pianta anche proprietà antiepi-lettiche.

Costituenti principali: Olio essenziale: linalolo, 1,8-cineolo, beta-thujone, borneolo, alfa- e beta-pinene, nerolo, acetato di nerile, acetato di linalile, mircene, vulga-rolo, alfa-, beta- e gamma-cadinolo, cadinenolo, muurololo, spatilenolo, ecc. Un sesquiterpene lattone: vul-

garina. Flavonoidi: quercetina-3-glu-coside, quercetina-3-ramnoglucoside, 5 , 3 ’ - d i i d r o s -si-3,7,4’- trime-tossiflavone. De-rivati cumarinici: 7,8-metilendiossi-9-metossicumari-no. Triterpeni: aci-do 3beta-idrossur-12-en-27,28-dio-nico, beta-amirina, beta-sitosterolo.

Azioni e indi-cazioni: i flavo-noidi, alcuni com-ponenti dell’olio essenziale come cineolo e borneolo, e i lattoni sesqui-terpenici, svolgono attività antispa-

smodica, rallentano gli spasmi tipici del ciclo mestruale. Per la sua azio-ne emmenagoga, l’artemisia, rego-larizza il ciclo e il flusso mestrua-le nei casi di amenorrea. Possiede attività simil-estroprogestiniche, quindi permette di ripristinare l’e-quilibrio ormonale tra estradiolo e progesterone durante i 28 giorni del ciclo mestruale.

L’artemisia svolge un’impor-tante attività sul sistema gastroin-testinale, con azioni oressigeniche, stomachiche e coleretiche, toniche e stimolanti. Le indicazioni principali per la pianta sono dispepsia nervo-sa, anoressia e debolezza digestiva, digestione dei lipidi, è consigliata in caso di gastrite cronica e ulcere gastriche.

Grazie ad alcune sostanze amare in essa contenute, favorisce il pro-cesso digestivo e la secrezione dei

Prima del Farmaco

a cura di Roberto Solimè,Erborista e Fitocosmetologo

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stanze antiossidanti, che risul-tano essere ottimi coadiuvanti nell’efficacia antinfiammatoria.

Per questa azione cura lo stato flogistico, anche in caso di bor-site, e il dolore delle zone inte-ressate, mentre la funzione ini-bente gli enzimi di degradazione MMPs protegge la cartilagine da ulteriori danni.

Altro tradizionale utilizzo dell’artiglio del diavolo è quello riferito al trattamento dei distur-bi digestivi e dell’apparato ga-strointestinale. Il suo contenuto in glicosidi iridoidi amari, inne-sca infatti una particolare stimo-lazione gastrica, incrementando la produzione di acidi gastrici e stimolando appetito e digestione. Polifenoli e terpeni molto amari stimolano anche la secrezione bi-liare e depurano il fegato.

Sembra abbia anche una ge-nerale azione regolatrice nelle dispepsie, come dimostrato da sperimentazioni, con un miglio-ramento nei casi di costipazione, flatulenza, diarrea.

Può essere impiegata anche come antispastico per i dolori mestruali e per i dolori intestinali di origine nervosa.

Le popolazioni africane usa-no somministrare l’artiglio del diavolo alle partorienti per cal-mare i dolori e contemporanea-mente stimolare la contrazione dell’utero. Si è dimostrato parti-colarmente utile anche durante la fase premestruale per facilitare lo sfaldamento dell’endometrio e calmare il dolore.

L’artiglio del diavolo contie-ne beta-sitosteroli che riducono l’assorbimento del colesterolo, può essere quindi un aiuto effi-

cace per contrastare livelli alti di colesterolo nel sangue.

Uso topico: antidolorifico naturale è efficace in caso tendi-niti, mal di schiena, dolori alla cervicale, nervo sciatico e do-lori generalizzati ai muscoli. In particolare, è indicato in tutte le forme di infiammazione articola-re. In gel o creme è in grado di generare un’intensa e piacevole sensazione di calore che rilassa i muscoli contratti e scioglie le ar-ticolazioni irrigidite. In generale lenisce la sensazione di dolore in caso di stress, colpi di freddo o movimenti improvvisi. È utile per gli sportivi, per riscaldare i muscoli, e per gli anziani, per mantenere la funzionalità delle articolazioni.

Grazie all’alto contenuto di agenti sfiammanti è in grado di operare attivamente nei confron-ti di piaghe e lesioni cutanee.

L’artiglio del diavolo viene impiegato per la realizzazione di rimedi fitoterapici da utilizzare in caso di mal di denti.

L’azione disinfettante dell’ar-tiglio del diavolo lo rende un componente prezioso per puri-ficare la pelle e per difenderla dalle aggressioni esterne. È uti-lizzato in creme contro i brufoli e in alcuni casi per lenire i dolori causati dalle piaghe post-ustione,

per la presenza di componenti at-tivi che sono in grado di inibire l’azione dei metaboliti, respon-sabili del processo infiammato-rio.

Si armonizza con:■ funzionalità articolare: Avena

(Avena sativa L.), Equiseto (Equisetum arvense L.), Fras-sino (Fraxinus excelsiorius L.), Salice Bianco (Salix alba L.), Salsapariglia (Smilax uti-lis Hemsl.), Spirea Ulmaria (Filipendula ulmaria Max.);

■ tensione localizzata: Alche-milla Volgare (Alchemilla vulgaris L.), Biancospino (Crataegus oxyacantha Medi-cus), Camomilla (Matricaria chamomilla L.), China (Cin-chona succirubra Pav.), Gine-pro (Juniperus communis L.), Ginkgo biloba (Ginkgo biloba L.), Lavanda (Lavandula offi-cinalis Chaix.), Limone (Ci-trus limon Burm. F.), Melissa (Melissa officinalis L.), Par-tenio (Tanacetum parthenium Sch. Bip.), Passiflora (Pas-siflora incarnata L.), Rabar-baro (Rheum palmatum L.), Rhamnus Frangula (Rham-nus frangula L.), Rosmarino (Rosmarinus officinalis L.), Tiglio (Tilia cordata Mill.), Valeriana (Valeriana officina-lis L.).

ARtiGLioDEL DIAVOLO

lapiantacheplacaildoloreNome botanico: Harpago-

phytum procumbens D.C.Famiglia: PedaliaceaeParti utilizzate: RadiceCaratteristiche: erbacea pe-

renne, rampicante, presenta ger-mogli che si originano da una ra-dice tuberosa aderente alla terra. Le foglie sono erette, picciolate, carnose e lobate. Dalle ascelle fogliari nascono fiori porpora, singoli. I frutti sono legnosi, fra-stagliati, muniti di spine uncina-te, che ricordano artigli.

Habitat: nativa dell’Africa sud-orientale, particolarmente delle regioni del Transvaal e del Madagascar, l’artiglio del dia-volo preferisce suoli argilloso-sabbiosi.

Tradizione erboristico/po-polare: il nome latino, Harpa-gophytum procumbens, deriva dalla forma del frutto, duro e ri-coperto da artigli, in cui talvolta si impigliavano gli zoccoli delle bestie da soma. La caratteristica della pianta, infatti, è la capacità

dei frutti dotati di spine uncina-te d’intrappolare piccoli anima-li che in taluni casi, rimanendo bloccati, muoiono di fame e sete. Mentre fa saltare come “inde-moniati” uomini o animali più grandi che inavvertitamente la calpestano, a causa del forte do-lore che procurano i sui uncini alle zampe e ai piedi.

L’artiglio del diavolo è una pianta del caldo, del deserto. I ri-medi che se ne ricavano curano, per contrapposizione, i disturbi dovuti a umidità e freddo. Ma anche quelli che si manifestano con stati infiammatori “caldi”. Inoltre, le sue radici amarissime trattano i problemi dovuti ad un consumo eccessivo di zuccheri raffinati.

L’artiglio del diavolo viene utilizzato da varie etnie sudafri-cane, inclusi i Bantu, come to-nico specialmente per problemi digestivi, per artrite e reumati-smi. Nel folklore tradizionale i Khoisan del deserto del Kalahari usavano le radici essiccate come rimedio per dolore, complicazio-ni della gravidanza e problemi di pelle. Veniva anche usato per calmare la febbre e come un-

guento da applicare a piaghe, ulcere e foruncoli.

Costituenti principali: Iridoidi monoterpenici:

arpagoside (0,5-1,6%), arpagi-de, procumbi-

de. Flavonoidi: kampferolo e gli-

cosidi della luteolina. Acidi fenolici: acidi clorogenico e cinnamico. Derivati del fe-

niletanolo: verbascoside, isoaceteoside. Arpago-

quinoni. Varie: stachioso, triter-peni, fitosteroli.

Azioni e indicazioni: l’arti-glio del diavolo viene impiegato principalmente per la sua attività analgesica e antidolorifica. Studi scientifici hanno dimostrato che l’arpagoside interferisce con la produzione di prostaglandine e ossido nitrico, mediatori dell’in-fiammazione e della sensazione di dolore, e provoca un sensibile sollievo alla parte sofferente.

Viene impiegato in caso di gotta e iperuricemia sia per la funzione analgesica, che placa i dolori durante gli attacchi di ar-trite infiammatoria acute alle ar-ticolazioni, sia per la capacità di ridurre la quantità di acido urico nel sangue, che con l’iperurice-mia è in eccesso.

Svolge importante azione di protezione delle cartilagini, l’ar-pagoside, infatti, inibisce l’at-tivazione di enzimi denominati metalloproteasi della matrice (MMPs), rilasciati dall’infiam-mazione, impedendo la degene-razione dell’artrosi e dell’artrite reumatoide. Si dimostra utile nelle patologie osteoarticola-ri come l’osteoartrite e l’artrite reumatoide.

L’artiglio del diavolo svol-ge una funzione preventiva per tendinite, infiammazione dei le-gamenti, fibromialgia, poiché preserva cartilagini e articolazio-ni, in particolare spalla, gomito, ginocchio e caviglia, dal logorio dallo sforzo muscolare intenso o troppo prolungato risultando così particolarmente utile per sportivi abituali.

Importante è la presenza di fitofenoli e flavonoidi, note so-

Prima del Farmaco

a cura di Roberto Solimè,Erborista e Fitocosmetologo

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Sonno E dintorni

“aneMoS”: nuova tecnica chirurgica Centinaia di casi trattati con successo

Russamento e Apnea notturna

L’apnea ostruttiva del sonno è una condizione caratterizzata da inter-ruzioni nella respirazione durante il sonno dovute all’ostruzione - to-

tale o parziale - delle vie aeree superiori. È nota anche come OSAS (Obstructive Sleep Apnea Syndrome), ovvero “sindrome delle apnee ostrut-tive nel sonno”. Si parla di “apnea” quando l’in-terruzione del respiro va oltre i 10 secondi fino a quasi 3 minuti; si parla di “ipopnea” quando si ha una riduzione parziale del respiro; Si verifica il “RERA” (Respiratory Effort Related Arousal) quando c’è limitazione della respirazione con progressivo aumento dello sforzo respiratorio se-guito da un repentino sblocco. Sono più colpiti gli uomini delle donne anche se la percentuale di differenza si riduce se si considera solo il sintomo “Russamento”, comunque nelle donne in meno-pausa l’OSAS diventa più frequente.

Alcune condizioni favoriscono l’insorgenza delle apnee del sonno: ■ obesità/sovrappeso;■ ostruzione delle vie aeree superiori (naso,

bocca, gola);■ abuso di bevande alcoliche - prima di andare a

dormire;■ assunzione di sonniferi;

L’OSAS si manifesta inizialmente con il sin-tomo “russare” che diventa via via più forte fino a quando il soggetto non smette di respirare per qualche secondo, per poi riprendere a respirare improvvisamente e dar vita a un nuovo ciclo che si ripete, identico. Diversi i sintomi legati a questo disturbo:■ eccessiva sonnolenza diurna;■ difficoltà a concentrarsi;■ colpi di sonno;■ cefalea e/o bocca asciutta al risveglio;■ sudorazioni notturne;■ risvegli improvvisi con sensazione di soffoca-

mento;

di Maurizio Vento,

Direttore U.O di Otorinolaringoiatria

di Fidenza

Può essere aggiunto anche l’elettroencefalo-gramma, la rilevazione dei movimenti oculari e degli arti. L’indagine consente di monitorare il flusso aereo al naso e alla bocca, movimenti del torace e dell’addome, pulsossimetria e russamen-to.

Il cardine terapeutico in caso di apnea-ipop-nea ostruttiva del sonno non è farmacologico ma un apparecchio che consente la ventilazione mec-canica a pressione positiva continua, chiamato CPAP (acronimo di Continuous Positive Airway Pressure) che, insufflando nel naso aria a pressio-ne positiva costante, consente di mantenere per-vie le vie aeree superiori vincendo le resistenze all’origine degli episodi di apnea-ipopnea.

Il primo gradino della terapia è il dimagri-mento, infatti una riduzione di anche solo il 10% del peso corporeo sarebbe in grado di migliorare in maniera clinicamente significativa l’indice di apnea-ipopnea.

Anche la posizione del corpo influenza l’in-sorgere del problema: alcuni soggetti trovano beneficio modificando il decubito dalla posizione supina a quella laterale.

Tra le misure atte a migliorare la sindrome respiratoria riveste importanza anche l’igiene del sonno, intendendo con questo la messa in atto di determinati comportamenti in grado di favorire un riposo notturno. Tra i più importanti:I. evitare l’assunzione di alcool e sedativi, pri-

ma di coricarsi che riducono il tono muscolare delle prime vie aeree e prolungano l’apnea ri-tardando il risveglio,

II. limitare il fumo o meglio ancora non fumare;III. coricarsi ed alzarsi in orari quanto più possibi-

le costanti.Molti Studi clinici hanno evidenziato che la

CPAP riduce significativamente la sonnolenza diurna e migliora la qualità della vita. L’effetto è piuttosto rapido: già dopo i primi giorni i pazienti ottengono buoni benefici.

Una buona percentuale di pazienti accetta, an-che a lungo termine, questo dispositivo, soprattut-to coloro che sono colpiti dalle forme più gravi.

tRAttAMEnto CHiRuRGiCoIl trattamento chirurgico dell’apnea-ipopnea

ostruttiva del sonno è rivolto alla correzione di eventuali difetti anatomici o di anomalie ostrut-tive delle vie aeree superiori, generalmente in-dicato dallo specialista Otorinolaringoiatra o dal Maxillo facciale.

Gli interventi più frequenti sono a carico del naso ed orofaringe.

Sonno E dintorni

■ necessità di minzione notturna;■ impotenza;

Per prevenire l’insorgenza delle apnee ostrut-tive del sonno è consigliabile: ■ perdere peso se si è sovrappeso oppure obesi;■ mangiare in modo sano e fare attività fisica

costante, anche moderata;■ evitare il fumo;■ evitare gli alcolici, soprattutto prima di andare

a dormire.Si parla di “sindrome delle apnee ostruttive

nel sonno” OSAS quando il numero di apnee è uguale o superiore a 5 episodi per ora, oppure quando si ha almeno un numero di eventi uguale o superiore a 15 accompagnati da evidenti sforzi respiratori. La diagnosi iniziale si basa prima sui sintomi riferiti dal paziente e dal partner, poi il medico può sottoporre il soggetto a misurazioni strumentali:■ La polisonnografia: consiste nella misurazio-

ne, durante alcune ore di sonno notturno, del flusso aereo, del livello di ossigeno nel san-gue, della frequenza cardiaca, della mobilità respiratoria toracica e addominale e della po-stura nel sonno.

■ La poligrafia respiratoria (o monitoraggio car-dio-respiratorio notturno): l’esame consiste nel monitoraggio dei principali segnali cardio-respiratori durante il sonno.Il “gold standard” per la diagnosi della sin-

drome delle apnee ostruttive del sonno è rappre-sentato dalla polisonnografia, un’indagine che si effettua con un apparecchio (polisonnografo) che, consente di: ■ rilevare le apnee e le ipopnee;■ permetterne la classificazione in centrali,

ostruttive e miste;■ mostrare le desaturazioni e la loro entità;■ mostrare le alterazioni del ritmo cardiaco;■ riconoscere la fase del sonno in cui gli eventi

si verificano.

L’impiego della terapia chirurgia: può consi-stere nella correzione del setto nasale deviato o nell’asportazione delle tonsille ipertrofiche oppu-re può prevedere una chirurgia sul palato molle o un trattamento maxillo facciale a seconda del livello e del tipo di ostruzione riscontrato nelle vie aeree superiori. E’ importante, quindi, determina-re il ripristino di condizioni fisiologiche resisten-za nasale”, questo rappresenta un primario obiet-tivo terapeutico nel paziente con Russamento e/o Apnee Notturne; codificando le varie sedi di Ostruzione “evidenziando” il livello che potrà es-sere: 1) Naso-paranasale 2) Tonsillare 3) Uvolo-palatale 4) Retro-linguale.

Le ragioni delle azioni per mantenere una fi-siologica ventilazione nasaleA) si ripristina una condizione fisiologica B) si riduce la collassibilità del segmento palato-

faringeoC) si potenzia il risultato di procedure chirurgi-

che del veloD) si migliora il rendimento della CPAP.

Nei disordini respiratori ostruttivi l’evento cri-tico è rappresentato dal collasso a livello del seg-mento della via aerea superiore “priva di supporto rigido” tra palato molle ed epiglottide.

L’orofaringe (Regione tonsillare/uvolo-pa-latale) è la regione nella genesi della roncopatia cronica e delle apnee ostruttive nel sonno. I det-tagli della “Anatomo-fisiologia dell’orofaringe” sono parte integrante della conoscenza teorica del “Rino- Ronco-Chirurgo”, in quanto alterazio-ni delle strutture neuromuscolari dell’orofaringe possono avere conseguenze negative su funzioni come la respirazione, deglutizione e fonazione.

3% OSAS grave sintomatica

3% OSAS grave asintomatica

23% (15%) oSaS lieve moderata

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STUDIODal 2000 al 2016 sono stati trattati chirurgi-

camente 126 pazienti per OSAS (apnee notturne e russamento) e 179 pazienti per roncopatia (solo russamento): per un totale 305 pazienti.

Dal totale di 305 pazienti abbiamo preso in considerazione solo 123 pazienti (51 OSAS e 72 Roncopatici) visti e trattati dal 2010 al 2016 in quanto sono stati sottoposti a una nuova tecnica chirurgica sul palato molle dal nome “Anemos” (Tecnica depositata ed accettata SIAE) .

Questa tecnica di facile e rapida esecuzione permette di agire sul palato molle avanzandolo in modo consistente, riducendo drasticamente la roncopatia (Russamento) e le apnee nottur-ne (OSAS) con un miglioramento fino all’85%. Nell’anno 2018, quale Direttore dell’U.O. di Otorinolaringoiatria di Fidenza, AUSL di Parma, ho organizzato un Master chirurgico Teorico/Pratico al fine di promuovere la nuova tecnica “Anemos”, di facile e rapida esecuzione. Il Master, patrocinato dall’Associazione Italiana Chirurgia Funzionale della Faccia (AICEFF), nasce per diffondere il know-how tecnico scien-tifico sul trattamento chirurgico delle Apnee Ostruttive nel Sonno (OSAS) e del Russamento.

Il percorso formativo che ha alternato lezioni teoriche a live streaming di interventi chirurgici, ha permesso ai discenti di:1) riconoscere la presenza, la gravità ed il tipo

dei disturbi respiratori del sonno (OSAS) nel bambino e nell’adulto

2) effettuare una corretta identificazione dei fat-tori causali e concomitanti nell’OSAS

3) realizzare, potenzialmente, un piano di inter-

vento medico e/o chirurgico per risolvere la patologia e prevenire le conseguenze generali della sindrome apneica quali: l’ipertensione, la morbilità accidentale legata alla sonnolen-za diurna e gli accidenti cerebro-vascolari.Il percorso formativo si è sviluppato in cin-

que giornate: due di formazione residenziale de-dicate ad un inquadramento teorico della patolo-gia e dei principali interventi, tre giornate “Full immersion” dedicate alla chirurgia direttamente nelle sale operatorie dell’U.O. ORL dell’Ospe-dale di Fidenza (Parma), dove i discenti hanno avuto la possibilità di avere un approccio diretto con i Tutors. Prima di iniziare l’iter chirurgico occorre sempre seguire il protocollo diagnosti-co che prevede: Anamnesi con esame obiettivo, Visita specialistica collegiale con lo Pnemologo ed eventuale accertamento integrativo, visita neurologica e cardiologica, Polisonnografia, TAC massiccio facciale, fibrolaringoscopia.

Il protocollo diagnostico ci permetterà di: 1) valutare quale trattamento chirurgico risulta

più idoneo al quel “tipo” di paziente e tenen-do conto delle condizioni generali del pa-ziente

2) garantire un “ragionevole” rapporto costo/beneficio,

3) Individuare i risultati attesi e le eventuali complicanze valutandone le percentuali.

RiSuLtAtiPresso U.O. ORL del P.O. di Fidenza dal

2010 al 2016 sono stati trattati: ■ 51 pazienti (43 maschi - 8 femmine) OSAS

(Uvolopalato-faringoplastica con tecnica ANEMOS):■ 38 pazienti (75%) assenze di apnee■ 8 pazienti (15%) apnee moderate ■ 5 pazienti (10%) nessun risultato

■ 72 pazienti (58 maschi - 14 femmine) Roncopatia (Uvolopalato-plastica con tecnica ANEMOS):

■ 61 pazienti (85%) assenza della roncopatia■ 9 pazienti (12%) parziale riduzione della ron-

copatia■ 2 pazienti (3%) nessun miglioramento.

Possiamo concludere che con la tecnica “Anemos” i risultati raggiunti con una assen-za di apnee e russamento va da un minimo del 75% ad un massimo del 85%; valori che sfio-rano il 95% se si sommano i valori del parziale miglioramento.

Sonno E dintorni

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ComuniCarE SalutE

Intervista a loretta Gregori

il ruolo dei media

Qual è il ruolo dei media nel-la comunicazione della Salute naturale? Lo abbiamo chiesto alla giornalista specializzata in

Vita Green, Loretta Gregori, fondatrice del blog ‘La viaggiatrice ‘olistica’, membro del Comitato scientifico della nostra Rivista.

Che ruolo hanno e quale ruolo dovreb-bero avere i media, secondo te, nella co-municazione di ciò che concerne la Salute naturale?

Nell’era di internet tutti gli argomenti sono trattati da chiunque, spesso con infor-mazioni imprecise. Questo diventa più grave se si trattano questioni delicate come la salu-te. Purtroppo il ruolo dei media è già ben de-finito ed è quello di mettere tutto nel caldero-

di Halyna Korniyenko,

Comitato scientifico

Pianeta Medicina &

Salute

naturale?Il mio ruolo, che è insito nella mia profes-

sione di giornalista, è quello di dare la parola agli altri. Intervisto medici, naturopati e ope-ratori olistici ma anche studiosi e ricercatori dando loro modo di esporre le loro teorie e invito i lettori a fare approfondimenti qualo-ra fossero interessati. Cerco di non prendere parti e di dare stimoli a chi mi legge.

Puoi farci un esempio?Ad esempio nel mio blog ho intervistato

due medici che avevano opinioni diverse su ciò che concerne la cura della tiroide con me-todi più naturali di quelli previsti dalla me-dicina tradizionale. Ovviamente io non sono un medico e non ho gli elementi per valutare quale delle due teorie sia migliore. Invito i lettori a farsi una loro opinione. Io stessa mi sono fatta la mia idea personale ma, quan-do non sono abbastanza informata, evito di esporla. Altre volte raccolgo testimonianze di persone che mi raccontano come hanno affrontato la loro malattia, come si sono cu-rate con l’alimentazione e quali scelte hanno fatto. Anche in quel caso sta al lettore farsi la propria idea. Altre volte racconto la mia esperienza perché credo nel valore della con-divisione ma mai su temi troppo delicati.

Cosa significa Salute naturale oggi se-condo te?

A questa domanda voglio specificare che intendo dare un’opinione del tutto personale. Secondo me perseguire una salute naturale significa prendersi cura di sé in modo olistico e quindi nel corpo, nella mente e nello spiri-to. Inutile quindi nutrirsi in modo ineccepi-bile secondo le indicazioni di esperti e poi avere una vita stressante e infelice. Il cibo ci risulterà indigesto comunque e le malattie ar-riveranno lo stesso. Quindi la prima cosa da fare è affrontare la vita col sorriso e prendersi cura del proprio spirito. Personalmente pra-tico la meditazione e altre attività olistiche. Poi il corpo va nutrito in maniera adeguata e allenato nel modo giusto a seconda delle pro-prie condizioni. Io cerco di ritagliarmi il tem-po per fare un po’ di attività fisica ogni gior-no e cerco di mangiare prodotti naturali. Per finire questo aspetto di naturalità lo porto in tutto ciò che faccio e quindi nella cura della casa. Ora sto provando a eliminare i prodotti chimici. E nella cura della bellezza. Acquisto

ComuniCarE SalutE

ne. Questa è la realtà e difficilmente si potrà cambiare in breve tempo. La responsabilità di discernere sta al lettore. È lui per primo che deve preoccuparsi di verificare l’attendi-bilità della fonte e diffidare di chi dà le sue ri-cette come fossero verità assolute. Per come stanno le cose quindi direi che l’unico ruolo che i media potranno avere (diverso dal do-vrebbero avere) è dare stimoli al pubblico. In una società ideale chi scrive verifica le fonti e le cita e dà una versione il più possibile obiettiva dei fatti, questo mi è stato insegnato quando ho studiato per diventare giornalista. Nella realtà pochi lo fanno.

Tu hai fondato un blog in cui parla di vita Green e naturale in tutti i suoi aspetti. Come tratti le questioni legate alla Salute

prodotti con determinate caratteristiche e sto cercando di fare autoproduzione. Per fortuna grazie al mio lavoro incontro tanti bravi ma-estri che autoproducono per me. Tutti questi tra l’altro sono i temi che tratto nel mio blog e che vorrei raccontarvi anche dalle pagine di Pianeta Medicina e Salute.

Quali sono quindi, nello specifico i temi che tratterai prossimamente dalle pagine di questa rivista?

Le categorie in cui ho suddiviso il mio blog sono gli argomenti che vorrei appro-fondire anche in Pianeta Medicina e Salute con uno sguardo all’attualità ed un altro alle mie esperienze personali. Sull’attualità al momento non sono in grado di fare previsio-ni, lo vedremo passo per passo, mentre per quanto riguarda la mia vita, partendo dalla categoria Salute e benessere mi piacereb-be parlarvi di questa mia nuova stagione di Yoga appena iniziata dopo la pausa estiva. Personalmente pratico lo Yoga di Yiengar con spunti dal metodo Centered Yoga, messo a punto da Dona Holleman, una delle inse-gnanti yoga più famose al mondo. Lo yoga è in assoluto la disciplina, tra le tante che ho provato, che mi fa sentire più sciolta, più sana, più rilassata. Non ho una formazione, la pratico esclusivamente come allieva, ma mi applicherò per approfondirne la teoria. Per quanto riguarda la medicina invece mi piacerebbe fare dei contenuti sulla Medicina Tradizionale Cinese. Da sempre, periodica-Un’aula della scuola steineriana di Fidenza

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mente, mi rivolgo a medici specializzati e tra le tante pratiche, mi sottopongo a sedute di agopuntura. E questo sarà uno dei tanti temi. L’agopuntura esiste da più di duemila anni, viene utilizzata da milioni di persone in tutto il mondo ma nonostante ciò non tutti sono d’accordo sul fatto che funzioni. Che non esistano ricerche è falso: gli studi sull’ago-puntura sono migliaia, moltissimi quelli che indicano un’efficacia almeno parziale su in-numerevoli condizioni, ma molti esponenti della medicina occidentale sostengono che l’effetto degli aghi possa essere assimilabile a quello di un placebo. Mi riprometto di ap-profondire il tema e dare quantomeno spunti di riflessione in più a chi mi legge. La cate-goria più importante del mio blog, insieme a questa appena citata, è rappresentata dalle Ricette. A me piace prendere spunti da tutti i professionisti di cucina o nutrizione che in-contro senza schierarmi da nessuna parte. Vi racconterò dunque perché nella macrobiotica è importante come si taglia il cibo, come la dieta dei gruppi sanguigni sostituisce il glu-tine in quei casi in cui andrebbe diminuito, come possono nutrirsi gli intolleranti senza mangiare cibo confezionato a cui viene tolto per esempio il lattosio. Esistono cibi che ne sono naturalmente privi e che possono sosti-tuire il latte vaccino o il burro nelle nostre ricette. Vi spiegherò come si possono cuo-cere i cibi mantenendo il più possibile le proprietà di quelli crudi e vi fornirò spunti

ComuniCarE SalutE

e informazioni su quegli alimenti che con-tengono proteine anche se sono vegetali. Lo stesso tipo di approccio lo avrò nei confronti della cosmesi. Vi metterò a disposizione ri-cette di autoproduzione e vi fornirò spiega-zioni e approfondimenti sui vari ingredienti e sulle scuole di pensiero. Oggi, nei cosmetici, va molto di moda il fresh. La categoria cita-ta si chiama Moda e Cosmesi e anche sulla moda c’è parecchio da scoprire. Oltre ai di-scordi dei materiali naturali e riciclati, c’è un mondo di professionisti che hanno un nuovo modo di pensare, rivolto ad una moda ecoso-stenibile. Lo stesso vale per la categoria Arte ed Arredare. Avete mai sentito parlare delle case ecologiche? L’arte invece può avere un valore terapeutico. L’arteterapia è una disci-plina molto affascinante e può essere di aiuto ad ognuno di noi. Infine e non per nulla ne ho voluto parlare alla fine, c’è il mondo dell’in-fanzia ed in particolare l’educazione olistica. Questa categoria mi sta molto a cuore per-ché quando si è mamme anche se si ha una propria vita lavorativa e sociale, tutto ruota intorno a quello. Io ho una bambina che fre-quenta la scuola primaria e il caso ha volu-to che proprio vicino a dove abito sia stata fondata una scuola ad indirizzo steineriano. Al di fuori delle grandi città non ce ne sono tante per cui mi reputo davvero privilegiata dal momento che abito in campagna e ne ho una a disposizione ad una decina di km da casa. La scuola è un mondo favoloso se hai la fortuna di conoscere gli ambienti scolastici dove nulla è lasciato al caso o subordinato a imposizioni dovute a condizioni difficili. Le bambole sono fatte a mano, i banchi di legno sono stati realizzati dai genitori e la maestra ogni giorno saluta i suoi allievi, uno per uno, stringendoli per mano e guardandoli negli occhi. So che si trovano splendide figure in tutte le scuole. Diciamo che in questo tipo di realtà non sono pochi tra tanti ma tutti gli educatori sono accomunati da questa prepa-razione e da questa elevatura spirituale.

I temi sono tanti e davvero interessanti, di buon lavoro!

Grazie, i temi sono tanti così come è tanta la passione e quindi non sarà un lavoro nel senso di una fatica per me ma una crescita personale che mi appassionerà e che spero possa appassionare anche chi mi legge.

http://www.laviaggiatriceolistica.it

SPIRULINA“il cibo degli DEI”Microalga ad alto contenuto nutrizionale

proteinevitaminemineraliantiossidantiacidi grassi essenzialicarboidrati

BERTOLINI FARM Azienda Agricola / PARMA - ITALY / www.bertolinifarm.it

Linea prodotti biologici a base di alga spirulina

Bertolini Farm è un’azienda agricola situata in provincia di Parma che affonda le sue radici in una lunga tradizione di famiglia, fatta di amore e dedizione per la terra e la natura, di responsabilità sociale e rispetto per l’ambiente. Sono diversi anni che ci distinguiamo nel panorama delle realtà agricole locali per la forte propensione all’innovazione e alla diversi�cazione produttiva. Il nostro principale obiettivo è garantire qualità e salute al consumatore selezionando alimenti sani dalla coltivazione, non manipolati geneticamente e con un alto contenuto biologico nutrizionale.

Chi siamo Microalga Spirulina: cos’è Progetto Spirulina: innovazione e ricercaÈ una microalga d’acqua dolce, di colore verde-blu, che si riproduce grazie alla fotosintesi.Il curioso nome di questa alga è dovuto alla sua forma che ricorda, appunto, quella di una spirale.Già conosciuta dagli Aztechi che la chiamavano “il cibo degli Dei”.

La sua composizione contiene:3 volte le proteine della carne

20 volte il betacarotene presente nelle carote34 volte più ferro degli spinaci

L’Organizzazione Mondiale della Sanità la de�nisce �il miglior alimento del secolo; nel 1974 è stata nominata dalla Conferenza mondiale dell’ alimentazione dell’Onu �”alimento del futuro”,� grazie alle molteplici proprietà nutritive e all’alta sostenibilità di coltivazione.

Bertolini Farm ha realizzato un impianto di coltivazione in vasca e trasformazione di Spirulina biologica caratterizzato da importanti innovazioni tecnologiche. Il recupero del calore prodotto da un impianto di cogenerazione alimentato a biogas garantisce la continuità produttiva durante tutto l’anno, nel rispetto dell’ambiente e nell’ottimizzazione delle risorse. L’energia termica prodotta dall’impianto di cogenerazione viene recuperata e utilizzata per riscaldare le serre di produzione e per il processo di disidratazione del prodotto a basse temperature. Il ciclo di raccolta, lavorazione, disidratazione e confezionamento viene espletato tutto all’interno della nostra realtà produttiva e si esaurisce in un arco temporale di 12/24 ore. La nostra è una produzione e una �liera completamente italiana.

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a cura di Michela Cicuttin,Biologa Nutrizionista e Mindful Eating Coach, Visiting Professor Sain George School (“Nutrigenomica”) scrive per il blog “My Mindful Bite” (michelacicuttin.com) ed è membro del Comitato scientifico di Pianeta Medicina & Salute (“Disturbi del comportamento alimentare”)

Pianeta Alimentazione

Insonnia e aumento di peso: come comportarsi

Negli anni sono stati fatti molti studi di ricerca che associano l’insonnia con

l’aumento del peso corporeo e che affermano come uno stile alimen-tare adeguato possa essere di aiuto nel risolvere questo problema molto diffuso nella popolazione.

INSONNIA E AUMENTODi PESo CoRPoREo:un PRoBLEMA CHESI PUò FACILMENTERiSoLVEREAttRAVERSoL’ALIMENTAZIONEE’ stato da tempo visto che

l’insonnia provoca affaticamento e rallentamento delle funzioni neuro-cognitive, determinando una serie di importanti conseguenze come

difficoltà di concentrazione e tem-pi di reazione ridotti. Recenti studi hanno tuttavia scoperto anche una nuova conseguenza dell’insonnia, ovvero un’ alterazione dei processi metabolici che può determinare un maggiore rischio di sviluppare obe-sità.

La società occidentale ha visto negli ultimi decenni un rapido svi-luppo del sovrappeso e dell’obesità, e ad accompagnare questo diffuso aumento di peso vi è stato un im-portante calo nella quantità di tem-po che in media una persona dedica al sonno.

Una ricerca americana ha rive-lato che mentre all’inizio del 20° secolo i giovani adulti dormiva-no circa 9 ore a notte, alla fine del 1960 il tempo speso per il sonno era

meno di 8 ore, tendenza che poi è continuata nel 21° secolo arrivando a circa 6 ore a notte.

INSONNIA E OBESITà:LO STUDIOE’ stato fatto uno studio con due

gruppi di adulti over 65 nel quale si è voluto mettere in correlazione la durata del sonno con la variazione del peso. Per vedere se la persona dormiva o meno è stata usata la metodica dell’ actigrafia del polso, che attraverso sensori molto sensi-bili, permette di monitorare le con-dizione di movimento (veglia) e di mancata riduzione di movimento (sonno).

I risultati dello studio hanno confermato le osservazioni fatte nella popolazione, trovando che

l’insonnia è associata ad un aumen-to del BMI (Indice di Massa Corpo-rea). Gli individui che dormivano meno di 5 ore a notte mostravano un BMI in media di 2 punti maggio-re rispetto a chi ne dormiva 7/8, con una percentuale di grasso corporeo dell’1,7% in più.

MA PERCHéL’INSONNIA FAinGRASSARE?La ricerca ha chiaramente dimo-

strato che l’insonnia è associata con l’aumento di peso, ma non ci dice perché questo succede.

L’ipotesi che sta prendendo pie-de è che meno ore di sonno possano portare ad una maggiore assunzione di cibo o comunque alla ricerca di alimenti sbagliati. Uno studio del 2004 fatto su animali ha evidenzia-to che la privazione del sonno de-termina una maggiore sensazione di fame e di desiderio di cibo ad alto contenuto di grassi e di carboidrati.

In questo studio è stato visto che l’insonnia è correlata con un aumento dell’ormone che stimola l’appetito, la grelina, e una diminu-zione di quello che la diminuisce, la leptina, e questo cambio ormonale può essere proprio la causa.

Bisogna poi considerare anche altri fattori. Ad esempio il fatto che quando si è stanchi la forza di vo-lontà viene meno ed è difficile te-nere alta la motivazione di seguire la dieta! E di conseguenza è quindi più facile “cadere in tentazione”. Oppure semplicemente il fatto che addormentandosi più tardi ci sono più ore a disposizione in cui avere fame, cosa che non succe-derebbe se si stesse dormendo.

In ogni caso, al di là della causa, il problema esiste. Cosa si può quindi fare? Un piccolo

aiuto potrebbe venirci dall’alimen-tazione . E’ stato infatti visto che l’eliminazione di alcuni alimenti, soprattutto nella seconda parte della giornata, può decisamente aiutare a ridurre il problema dell’insonnia.

ALiMEnti DA EVitAREPER RiSoLVEREiL PRoBLEMADELL’INSONNIA E ILCONSEGUENTEAUMENTO DI PESO1. Caffè tè o GuaranàAnche se è ovvio, meglio ricor-

darlo! Tutti questi alimenti conten-gono la caffeina (anche la teina e la guaranina sono caffeina), un alca-loide che agisce sul sistema nervo-so aumentando il metabolismo e la pressione arteriosa, andando a in-teragire con il sonno. Non dimenti-care che il caffè decaffeinato con-tiene un pò di caffeina e che spesso alimenti iperproteici e per sportivi hanno tra gli ingredienti il guaranà. Se vuoi soddisfare la voglia di una bevanda calda scegli un caffè d’or-zo, una camomilla o una tisana. Se non puoi fare a meno del tè, ti consiglio il tè verde che ha una quantità minore di teina o, meglio ancora, il tè Bancha un ottimo tè, tipico della tradizione giapponese, ricco di antiossidanti, ferro e calcio ma completamente privo di teina.

2. CioccolatoIl cacao contiene piccole quan-

tità di caffeina ma soprattutto con-tiene la teobromina, un alcaloide meno potente della caffeina ma che,

se ingerito in grosse quantità soprat-tutto prima di andare a dormire, può essere causa di insonnia. Il ciocco-lato fondente ha una quantità mag-giore di cacao per cui, anche se è da preferire perché più dietetico, avrà più caffeina.

3. LatteTi ricordi i tuoi genitori che ti

consigliavano una bella tazza di latte caldo prima di andare a letto per conciliare il sonno? Nulla di più falso. Il latte è un alimento estrema-mente pesantee difficile da digerire e come tale potrebbe essere causa delle tue insonnie notturne.

4. Carni grasse e frittiStesso discorso fatto per il lat-

te, un surplus di proteine e alimenti grassi, soprattutto a cena, saranno difficili da digerire e rallenteranno il metabolismo facendoti rigirare nel letto!

5. AlcoolMolte persone pensano che un

cocktail serale possa aiutare a dor-mire. Anche se un bicchiere di vino, una birra o un cocktail possono sembrare alleati del sonno, in realtà possono danneggiare la possibilità di ottenere un buon riposo nottur-no. L’alcol altera i cicli del sonno perché fa lavorare maggiormente il tuo fegato e aumenta la sudorazio-ne rendendo la tua notte ancora più agitata.

6. SpezieAlcune spezie come curry,

pepe, peperoncino e paprika pos-sono stimolare eccessiva-

mente l’intestino e il sistema nervoso e aumentare legger-mente la temperatu-ra interna del corpo disturbando la quali-tà del sonno.

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pianEta Vini

i vigneti del piacenziano

Duemila anni di storia

I colli Piacentini hanno una lunga tradizio-ne storica nella produzione di vini, risa-lendo fino al tempo dei Romani, quan-do Lucio Calpurnio Pisone, suocero di

Giulio Cesare gradiva tanto il succo di Bacco di Piacenza, tanto da essere accusato in senato, da Cicerone, di bere troppi calici dell’ottimo vino piacentino…

Le 4 valli, d’Arda, Tidone, Nure, Trebbia, creano un territorio unico, con caratteristiche di clima, terreni ed esposizione ottimi per l’al-levamento della vite. In val d’Arda, arrivando nella zona medievale di Vigoleno e uscendo dal paese, in direzione Vernasca, si osserva una piccola valle, creata da un piccolo fiume, l’Ongina, dove riposano filari di vite ordina-ti, a delinearne le curve di livello, a “ritoc-chino”, lunghe le linee di massima pendenza. Avvicinandosi ed addentrandosi nei filari il terreno rivela qualcosa di unico, un insieme di argille e ossidi di ferro, a rendere queste terre rosse, frammisto a resti fossili marini, gusci di conchiglie che ricordano alcune valli francesi. Certo non dovrebbe stupire, pensando al vici-no Castell’Arquato dove resti testimoniano la passata presenza del mare. Circa 5 milioni di anni fa, durante il Pliocene, il mare arrivava alle pendici dell’Appennino ed era popolato da crostacei, molluschi, pesci, cetacei, i cui resti fossili rimangono oggi nelle argille e nelle sab-bie plioceniche.

Chiedendo a chi appartengono gli ordinati filari visti dalla strada, si viene indirizzati all’a-zienda vitivinicola Illica. Proprietari dei vigneti sono due fratelli, Fabrizio e Paolo, piccoli pro-duttori che hanno fatto del biologico di qualità una bandiera e un credo. Entriamo nella canti-na, di nuova costruzione, anche se l’esperienza arriva dal papà che produce vino da più di 60 anni. Chiediamo a Fabrizio di spiegarci la linea di vini prodotti. La prima descrizione è per l’a-

di Enrico Fermi,

Comitato scientifico

Pianeta Medicina &

Salute

sperimentazioni come la pizza! Fabrizio pre-annuncia che per il centenario della morte di Luigi Illica, librettista di Giuseppe Verdi, sarà pronto anche un nuovo spumante ottenuto con il metodo classico, ovvero di rifermenta-zione in bottiglia, come i grandi Champagne, Franciacorta, Trento.

La proprietà di vigneti a Veleia Romana, in quota, (per l’allevamento della vite), a cir-ca 700metri s.l.m. ha spinto Ilica a realizza-re un “vino di montagna”, Il Traiano, da uve Malvasia di Candia, Trebbiano Romagnolo, Ortrugo, Chardonnay. Soave nei profumi, al naso apre con sentori fini fruttati e di erbe aro-matiche, su decise note minerali. Nella linea non possono mancare i vini rossi della tradizio-ne piacentina, ovvero il gutturnio frizzante e il gutturnio superiore. Il primo, il Placenziano, a ricordo del territorio e del periodo Pliocenico: Il Piacenziano, da 3,6 a 2,6 milioni di anni fa, è il secondo dei due piani in cui è suddiviso il Pliocene. Fu introdotto dal geologo svizze-ro K. Mayer-Eymar nel 1858 che identificò le sezioni stratigrafiche di riferimento e, vista la vicinanza della città di Piacenza, ne richiamò il nome.

Il secondo, L’ongino, è un prodotto di mag-giore complessità, struttura e complessità olfat-tiva.

Completa la linea un vino passito, da ven-demmia tardiva di un uva autoctona, la mal-vasia di Candia aromatica. In questa valle il torrente Ongina e il clima creano le condizioni favorevoli allo sviluppo della muffa nobile, la Botrytis Cinerea, che attacca gli acini e regala grassezza e freschezza acida, insieme ai tipi-ci sentori di zafferano. Il vino riposa per due anni in barrique e nasce così l’Archeus, un vino

pianEta Vini

dozione di severe regole più restrittive di quelle imposte dalla normativa.

Inizia dalle bollicine, preferenza perso-nale, con due prodotti, il Riolo, bianco, da uve Trebbiano e Ortrugo, e il Fleur, rosè, da Barbera in purezza. Sì, una barbera spumante! Vengono prodotti tramite una tecnica mista, chiamata presa di spuma primaria. In breve, ad uno charmat/martinotti lungo segue un periodo di affinamento di 12 mesi, a contatto con i lieviti. Ne seguono due prodotti freschi, elegantissimi, dotati però di struttura apprez-zabile, che facilità l’abbinamento con piatti della tradizione culinaria locale, ma anche per

passito eccezionale, con un naso intenso, sapori di frutta gialla, albicocca secca in particolare, seguite da note di zafferano,

fichi secchi, mandorle tostate, marzapane. E’ arrivato a merita-re le 3 stelle ai Bellavita Expo di Londra (2015) e Amsterdam

(2016), con il voto di una giuria internazionale di più di 200 esperti.

E questa volta è il vino a ricordarci un po’ la Francia, quando il ricordo gustativo porta subito ad un immedia-to confronto con i famosi Sauternes. “L’uva: tutto di-

pende da lei”, dice Fabrizio, “abbiamo un bra-vo enologo, ma senza una materia prima eccel-lente, non si riuscirebbe a fare “vino buono”.

Possiamo dire “un gran lavoro” per i ragaz-zi Illica: territorio, passione, uve e storia non possono che produrre ottimi vini! Bravi!

CoME ARRiVARE in CAntinAL’azienda vitivinicola “ILLICA” si trova in

provincia di Piacenza, nel comune di Vernasca, frazione di CASE BARANI.

Se in autostrada, uscire al casello di Fiorenzuola e proseguire sulla via Emilia in direzione Parma; passato il comune di Alseno, alla rotonda girare a destra per Castelnuovo Fogliani.

Tenere la strada per Vernasca per 10 km fino ad entrare nella frazione CASE BARANI.

Fabrizio Illica

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pianEta anziani

Medicinaosteopatica e terza età

trattamenti integrati

Gli anziani richiedono un approccio medico particolare: non sono solo adulti più vecchi, hanno anche dei bisogni che derivano dalla fisiologia,

dall’impatto psicosociale e dalle malattie dell’in-vecchiamento. L’approccio alla cura degli anzia-ni deve essere multidisciplinare e olistico; deve essere guidato dall’obiettivo di mantenere la sa-lute e ottimizzare la funzione. L’approccio della medicina osteopatica è idealmente adatto alla cura clinica dell’anziano, nell’intento di realizza-re questi obiettivi.

Gli ultimi decenni hanno visto la crescita e lo sviluppo su scala mondiale della medicina geriatrica; è stata la conseguenza del ricono-scimento dei bisogni degli anziani da parte del sistema sanitario. I principi e la pratica osteopa-tica sono compatibili con i concetti fondamen-tali della medicina geriatrica. L’integrazione del trattamento manipolativo nella cura clinica dell’anziano è una modalità terapeutica impor-tante che fa parte del patrimonio terapeutico degli osteopati. I medici spesso si accostano a questi pazienti solo con la terapia farmacologica e trascurano di integrarla con altre modalità tera-peutiche, quali il trattamento fisico o quello ma-nipolativo. Farmaci come gli agenti antinfiam-matori non steroidei hanno spesso effetti nega-tivi sugli anziani, rendendo così ancora più im-portante l’inclusione dei mezzi terapeutici non farmacologici. Le tecniche motorie, respiratorie, miofasciali, viscerali e craniosacrali sono tutte benefiche per i pazienti geriatrici. L’approccio alla persona nella sua totalità, caratteristico del-la medicina osteopatica, è essenziale nella cura geriatrica ed implica un approccio multidiscipli-nare e pluridimensionale alla valutazione e alla gestione dell’anziano, che considera gli aspetti medici, socioeconomici, psicologici e funzionali del paziente.

In questa fase della vita compaiono nuovi

di Gianni Core,

Osteopata D.O., Massofisioterapista

e Posturologo, titolare dello

Studio di Terapia Manuale

e del Movimento in Borgio

Verezzi (SV). Fondatore e

Responsabile Didattico di

Coresomatica Scuola Italiana di

Bodywork Fasciale;

Presidente CTS A.Na.M. Associazione

Nazionale Massoterapisti,

Massaggiatori e Operatori

Sportivi

malesseri e problemi cronici quali artrosi e oste-oporosi. Il trattamento manipolativo osteopati-co aiuta l’anziano a far fronte ai disagi dell’età che avanza: perdita di forza, dolori e rigidità nei movimenti, rallentamento dei processi metaboli-ci. Con le sue tecniche dolci ed evitando a volte l’abuso di farmaci, contribuisce a curare disturbi acuti e cronici quali l’artrosi diffusa o localizza-ta, difficoltà digestive e respiratorie. La relazione integrata di struttura e funzione è al centro del-la medicina osteopatica ed è esemplificata nella filosofia della medicina geriatrica, che ha come obiettivo il mantenimento della funzione. Per esempio, nel processo di invecchiamento c’è la tendenza dell’organismo a produrre meno ormo-ni, che può essere accompagnata dall’insorgere di stati depressivi; ma noi sappiamo anche che nella terza età è facile perdere il contatto vitale con il mondo; gli acciacchi, le frustrazioni e la solitu-dine si sommano favorendo psichicamente quel-la tendenza depressiva e fisicamente quel calo degli ormoni. Un atteggiamento di amore verso

la vita, di partecipazione, il coltivare interessi e contatti sono perciò un’ottima cura, per questo tipo di distonia del sistema endocrino e, insieme il segreto della vitalità di molti anziani. Ai quadri degenerativi e alle patologie, e a volte agli esiti di interventi chirurgici ad esse correlati si aggiun-gono i deficit dovuti all’involuzione dell’apparato locomotore: postura in flessione, associata a de-ficit degli erettori della colonna, dei quadricipiti, dei retti addominali e della muscolatura respira-toria toracica, associati ad accentuazione della magrezza (con prolasso degli organi interni, in particolare dei reni) o aumento ponderale con un incremento della lordosi lombare correlata alla pressoché totale perdita funzionale della musco-latura addominale. In entrambi i casi vengono a mancare le condizioni per il mantenimento di una funzionalità dell’apparato locomotore e degli or-gani interni adeguata al mantenimento dell’auto-nomia, requisito fondamentale per una vecchiaia serena. La medicina osteopatica e la posturologia possono giocare un ruolo primario nel manteni-mento di un’adeguata postura, unica via percor-ribile per contrastare l’involuzione strutturale. A seguire una breve e sommaria panoramica delle aree di intervento della medicina osteopatica in ambito geriatrico.

APPARAto LoCoMotoRE.È l’area d’intervento d’eccellenza della me-

dicina osteopatica; tutte le patologie degenerati-ve articolari possono beneficiare dell’intervento dell’osteopata che utilizzerà tecniche delicate e non invasive per alleviare la sofferenza muscolare e articolare, dalla diffusissima lombalgia alla cer-

vicalgia, ai problemi della spalla. Nel caso speci-fico della coxartrosi, il trattamento manipolativo osteopatico è utile per migliorare sintomatologia, mobilità e tono muscolare in attesa dell’intervento di artroprotesi e per creare le condizioni ottimali per il recupero post-operatorio tramite peculiari tecniche riabilitative osteopatiche. Associato alla pratica della ginnastica posturale il trattamento manipolativo osteopatico può essere determinan-te nella prevenzione della purtroppo assai diffusa caduta dell’anziano, fonte di temuti traumi fisici, con ricadute psico-comportamentali.

APPARAto CiRCoLAtoRioIl trattamento manipolativo osteopatico è coa-

diuvante nel trattamento dei problemi del circolo venoso, in assenza di: patologie cardiache gravi, malattie vascolari, infezioni, tumori, ulcere inter-ne.

SISTEMA LINFATICOTrattamento delle turbe della circolazione lin-

fatica quali: fleboedemi, linfedemi e lipoedemi, edemi accidentali e post-chirurgici.

APPARAto RESPiRAtoRioPrevenzione e terapia integrata con le cure me-

diche di patologie quali asma cronica, bronchite cronica, enfisema polmonare; utile per accelerare il recupero dopo malattie respiratorie ostruttive e nel trattamento della sinusite.

APPARAto DiGEREntETrattamento di disturbi funzionali quali: ernia

iatale e riflusso gastroesofageo, ptosi gastrica, ri-flusso gastrobiliare, dispepsia, aerofagia, stipsi, utile come terapia complementare per gastrite, disfunzioni epatobiliari, colite ecc.

APPARAto uRinARioLa medicina osteopatica (tramite manipola-

zioni esterne non invasive) è utile nel trattamento di pro-blemi quali: difficoltà urinaria, prostatite, incontinenza, enuresi notturna, calcoli renali di piccole dimensioni.

oRGAni Di SEnSoE SiStEMA nERVoSoNell’armamentario terapeutico dell’osteo-

patia troviamo specifiche tecniche craniosacra-li adatte a trattare vari tipi di cefalea, sindrome vertiginosa, problemi dell’articolazione temporo-mandibolare, acufeni e diminuzione della capaci-tà visiva, distonie neurovegetative.

pianEta anziani

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diSCiplinE naturali

il riequilibrio Somato-emozionale

Ristabilire un contatto tra corpo ed emozione

“La mente è come il vento, il corpo come la sabbia: per vedere dove

va il vento, basta guardare la sabbia”(B. Bainbridge Cohen)

In questi ultimi anni, stiamo assi-stendo ad un interesse sempre maggiore delle persone per le cosiddette discipline

naturali. Se è pur vero da un lato che la moderna scienza medica ha fatto passi da gi-gante nel campo della ricerca e delle tecnologie, resta anche vero dall’altro che c’è un’intera parte dell’essere umano che questa medicina si ostina a non volere prendere in considerazione. La parte ‘non visibile’ re-sta esclusa dal raggio di azione del mondo scientifico.

Tuttavia, la Fisica Quantistica sta renden-do evidente, se non addirittura visibile, ciò che gli Antichi avevano teorizzato e messo in pratica già dall’alba dei tempi.

di Anna Magaraggia,

Comitato scientifico

Pianeta Medicina &

Salute

C’è molto altro oltre al corpo, ed anzi, il corpo stesso è forse il mezzo che l’uomo ha per rendere visibile ciò che di noi è incorpo-reo. L’approccio olistico offre la possibilità di accedere ad un disturbo da differenti punti

di vista, attingendo da varie tecniche, a seconda delle necessità. Ecco allo-

ra la lettura del sintomo come un segnale, qualcosa su cui mette-re l’attenzione rispetto ad altro che c’è dietro, non come un semplice fastidio, più o meno grave, da eliminare. Un po’

come vedere una spia accesa sul cruscotto della macchina. La spia

resta incessantemente accesa, l’auto ha un qualcosa che non va. È come se an-

dassimo dal meccanico e chiedessimo ‘può scollegare quella luce fastidiosa?’, anziché chiedere di risolvere l’origine del problema che ne ha provocato l’accensione. Il sintomo ci invita a riflettere e a guardare all’interno delle cose, non semplicemente a vedere cosa accade senza prestare attenzione.

A volte ci costringe a fermarci, per capire cosa sta accadendo fuori, ma soprattutto den-tro di noi.

Riequilibrio Somato-Emozionale®️ è una tecnica elaborata dalla fusione di diverse discipline, con un ruolo preponderante del-lo Shiatsu. Si basa dunque sul corpus della Medicina Tradizionale Cinese, con incursio-ni nella craniosacrale, oltre che nell’utilizzo dell’anatomia esperienziale. Questo approc-cio integrato, corredato poi da tutta una serie di indicazione naturopatiche personalizzate, permette alla persona di rientrare in contatto profondo con se stessa, superando traumi e blocchi che si trasferiscono inevitabilmente a livello somatico.

È un trattamento che parte dal corpo per arrivare a contattare la parte emozionale, che spesso non siamo in grado di ‘tradurre’. Permette di lavorare ad un livello profondo, bypassando la parte razionale, e le resistenze messe in atto dalla mente. Secondo la tradi-zione orientale, soma e psiche sono solo due lati della stessa medaglia: è impossibile lavo-rare su uno senza modificare l’altro.

“Le ferite non vengono perse,diventano parte del corpo” (Lanius, Vermetten, Pain)

Il corpo, dunque, custodisce ed esprime il trauma: lavorando su di esso possiamo entrare in contatto con aree ‘assopite’, o rimossse… Possiamo dire che il nostro corpo ha memo-ria, e a più livelli. Basti pensare al lavoro di Masaru Emoto con l’acqua. L’acqua trasporta ed immagazzina informazioni e l’essere uma-no è composto per la maggior parte di acqua. “In- formare”, ovvero, “ dare la forma”: tutto è trascritto e custodito all’interno del nostro corpo, a partire dalla nostra unità fondamen-tale, ovvero la cellula. Letteralmente la nostra ‘forma’ fisica è plasmata dalle nostre emozio-ni, dalle nostre credenze, dalle nostre limita-zioni (che quasi sempre ci sono state impo-ste fin dalla nostra infanzia”...) Riequilibrio Somato-Emozionale® permette di entrare in uno stato profondo di coscienza metacorpo-rea, dando modo di ricontattare le aree dif-ficili, ottenendo un duplice effetto, sia fisico (con sollievo delle parti dolenti) che emotivo (sbloccando il corpo, spesso lasciamo fluire la relativa emozione bloccata). Inoltre, RSE®️ ci

aiuta a riappropriarci del linguaggio simboli-co del corpo. Perché è importante recupera-re il Simbolo nella nostra vita? La risposta è quasi disarmante nella sua semplicità: la nostra intelligenza profonda, la nostra Anima, sa sempre qual è la direzione giusta. Tuttavia, il nostro stile di vita, così frenetico ed assor-dante, non ci permette di ascoltare questo lin-guaggio antico. Si ottiene un autentico im-patto tra la velocità della vita quotidiana e la maestosa lentezza dell’archetipo, che non ha tempistiche da rispettare, al di fuori della sua pulsazione.

Questo impatto, questa ‘sofferenza’ psi-chica si traduce immediatamente nel corpo dapprima in sintomi leggeri, fastidiosi ma passeggeri, poi via via assistiamo ad un ap-profondimento delle problematiche, e molto spesso alla loro cronicizzazione. Riequilibrio Somato-Emozionale® permette di arrivare ad una comprensione più profonda di noi stes-si e ad un concetto di Salute molto più ampio della mera assenza di malattia. Ci può porta-re a capire che facciamo parte di un ciclo più grande, e che la nostra concezione del tempo, la retta verso l’Infinito, non può essere ‘al di fuori’ di un Universo che vive di cicli.

Il risultato è un profondo stato di ben-esse-re a 360 gradi. Infatti, l’energia che si libera può essere reindirizzata in maniera favorevo-le, facendoci sentire più tonici e/o più lucidi. E, soprattutto, permettendoci di ‘sentire’ quel-la saggezza interiore in grado di farci essere veramente noi stessi.

diSCiplinE naturali

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Pianeta Turismo

a cura di Alisée Maksimovna,Redazione Pianeta Medicina & Salute

neve, mercatini e benessere sulle Dolomiti

Anche se il Natale cristia-no è storicamente legato alla nascita di Gesù, in

terre mediorientali non certamen-te legate alla magia della neve, la sovrapposizione con antichi culti legati al Sole, nel vecchio mon-do, nel periodo che vede la lenta riconquista della luce rispetto al buio dopo il solstizio d’inverno, ha indissolubilmente legato il Na-tale (sia esso cattolico, ortodosso o protestante), al fascino di abeti profumati di resina e all’incan-to visivo di distese innevate. Fra gli ambienti da sogno dove pro-grammare una vacanza invernale

nel periodo prenatalizio dal 14 al 22 dicembre, vogliamo ricordare l’hotel Pfösl, che ha preparato un programma speciale solo per gli ospiti, promettendo un soggiorno magico all’insegna dello sci, del relax nella SPA (completamen-te nuova, inaugurata a giugno 2017) e degli immancabili mer-

catini natalizi di Bolzano, Mera-no e Carezza. Il pacchetto per chi vuole sperimentare il benessere alpino accompagnato dalle atmo-sfere natalizie, prevede una gita ai Mercatini di Natale al Lago di Carezza, Bolzano oppure Merano, una serata con melodie natalizie, quotidianamente sorprese dal ca-

lendario d’avvento, Ski shuttle gratuito alle piste di Obereggen e deposito gratuito in stazione a val-le ad Obereggen, partecipazione al programma d’escursioni invernali anche con ciaspole.

L’attrattiva prosegue con la nuova area wellness naturaspa in-door & outdoor su più di 2.000 m² con infinity pool (25m) di acqua salina con vista sulle Dolomiti, percorso Kneipp esterno, diverse zone relax dalle linee accattivan-ti, otto diverse saune, tra le quali “il rituale”, la nuova sauna esterna luminosa e panoramica, che regala un contatto maggiore con la natura grazie alla libertà portata dall’aria fresca della montagna sulla pel-le; il nuovo bagno turco salino e quello al timo; le saune alle erbe alpine; la sauna al pino mugo con il pavimento di aghi e rametti di pino; la sauna panoramica alla la-vanda (con pareti di lavanda). C’è poi la quieta sauna di meditazione al fieno dal primordiale profumo e la cabina agli infrarossi: un per-corso benessere completo e vario, per tutti i gusti e tutte le esigenze, intervallato dalla permanenza nel-le diverse zone relax ancora più spaziose e con vista panoramica.

Gli appassionati di sci possono

emozionarsi sui 50 km di piste di Obereggen, raggiungibili con la comoda navetta in partenza diret-tamente dall’hotel (gli ospiti pos-sono lasciare l’attrezzatura da sci nel deposito sci della cabinovia di Obereggen, per ogni stanza è pre-visto un armadietto privato, per ri-porre sci, scarponi, bastoncini etc). Lo ski pass è acquistabile anche in

hotel, per evitare le eventuali code. La novità di quest’anno è lo ski-pass “Valle Silver”, che permet-te di sciare sia a Obereggen sia a Carezza (50 km di piste – servizio gratuito ski bus, con comodo de-posito gratuito in stazione a valle ad Obereggen, per lasciare sci, scarponi e casco. Per i principian-ti, di fronte all’hotel c’è anche una piccola sciovia per muovere i pri-mi “passi” sugli sci.

Di fronte all’hotel passa anche la meravigliosa pista di sci di fon-do, che si snoda su 26 km. Nella vicina Lavazé c’è il paradiso per gli amanti di questa disciplina: 80 km di piste; mentre alla mal-ga Laab, sopra Nova Ponente ci sono altre 30 km di piste. Navetta gratuita in partenza dell’hotel per la malga Laab. Per informazioni e prenotazioni: Hotel Pfösl, Fam. Zelger-Mahlknecht, Nova Ponen-te/Dolomiti - Bolzano Tel: +39 0471616537 - www.pfoesl.it

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profESSioni SanitariE

conferenza a Milano presso la sede del coni

Chi può riabilitare gli atleti?

L’Istituto St. George di Darfo Boario Terme, una delle mi-gliori scuole di Massoterapia e Idroterapia (MCB) d’Italia,

ha avuto l’onore di essere parte attiva nel-la conferenza tenutasi lo scorso 11 settem-bre presso il CONI Lombardia organizzata dal Prof. Claudio Gallo Delegato regionale per la Lombardia della Federazione Cricket Italiana. Interessanti sono stati gli inter-venti del Prof. Marcello Lofrano Direttore St. George Campus, sull’importanza, dopo l’entrata in vigore della legge Lorenzin, del valore legale di un titolo sanitario i rischi penali che migliaia di “professionisti” cor-rono oggi sono ormai all’ordine del giorno, in quanto moltissimi lavorano con titoli non riconosciuti nell’elenco delle Professioni sa-nitarie del Ministero della Salute.

Il problema nasce nel momento in cui una persona con qualsiasi patologia, atleta o no, venga “toccato” o trattato applicando qual-siasi tipo di massaggio: se non si è sanitari, con tutte le attuali restrizioni sulla privacy, non si possono visionare cartelle cliniche o alcun dato sensibile, quindi se il paziente do-vesse avere qualsiasi tipo di aggravamento dopo il trattamento nessuna assicurazione ne risponderebbe e sicuramente partirebbero azioni legali.

La domanda che sorge spontanea è dun-que, “chi è responsabile? la società sportiva che ha permesso di trattare l’atleta o chi ha effettuato il trattamento?”. Comunque sia sono problemi… Se poi per avere dei risul-tati importanti nel recupero dell’atleta si de-vono usare strumentazioni elettromedicali, a maggior ragione il possesso di un titolo sa-nitario diventa indispensabile. Abbiamo tutti sotto gli occhi la realtà di “professionisti” (le virgolette sono d’obbligo) che ogni giorno

di Angelo Di Vito,

MCB

esercitano in termini di abuso di professio-ne sanitaria, per questo diviene importante diffondere a tutti i livelli la soluzione lega-le, che si identifica nella figura del Masso-Idroterapista (MCB: “Massaggiatore Capo Bagnino di stabilimenti idroterapici”), forte di un titolo legale a tutti gli effetti, che deno-ta i seguenti punti di forza:1 È riconosciuto dal Ministero della Salute

con legge n° 1264 del 23 Giugno del 1927, poi trasfusa nel testo unico del-le leggi sanitarie (r.d. 1265/34 – r.d.

1334/28) e meglio disciplinata con la cir-colare del dipartimento di sanità pubblica del Ministero degli Interni (n° 20400/3).

2 La figura MCB è presente nell’elenco delle Professioni sanitarie.

3 La figura MCB identifica colui che, su prescrizione medica, esegue massaggi e manovre meccaniche su organi e tessuti del corpo, pratica bagni medicali a sco-po terapeutico (sentenza del tribunale di Brescia 2459 del 29/05/2015).

Inoltre attiva piani di lavoro applicativi delle tecniche del massaggio centrati sul bisogno del paziente (non “cliente”), rela-tivi alle manifestazioni patologiche degli organi di movimento, attuando le applica-zioni di carattere terapeutico richiedente l’utilizzo delle diverse forme di energia fisica.

La figura MCB è in grado di interpretare la prescrizione medica e quindi di effet-tuare tutte le manovre e le relative varia-zioni del massaggio terapeutico, manipo-lare ed applicare terapie in trattamento locale, trattare le articolazioni e effettua-

re il massaggio connettivale, effettuare il massaggio nelle varie patologie, praticare l’esercizio terapeutico in disabilità transi-toria e minimale.

Essendo anche Idroterapista, il Professionista MCB si avvale delle pra-tiche terapeutiche che utilizzano l’acqua: classicamente bagni generali o parziali, spugnature, frizioni, impacchi, esposi-zione al getto più o meno energico e a temperatura costante o variabile, ecc. basandosi sulla conoscenza degli effetti prodotti da queste pratiche sull’organi-smo. Aspetto questo, legato all’acqua, destinato a crescere sempre più alla luce delle conoscenze che la Fisica quantistica sta portando anche in terapia, in termini di biorisonanza e bioelettromagnetismo, sostanzialmente incentrate sulle singola-ri proprietà della molecola che ha deter-minato la comparsa della Vita sul nostro pianeta.

4 La figura MCB può aprire il proprio stu-dio senza la necessità di un Direttore sani-tario, per svolgere massaggi di tipo tera-peutico, anche tramite l’utilizzo di appa-recchiature elettromedicali in base a det-tagliata prescrizione medica, sulla tipolo-gia di trattamenti fisioterapici richiesti al paziente. E’ sufficiente una semplice co-municazione SCIA, ovvero Segnalazione Certificata di Inizio Attività, presso la ATS di competenza territoriale.

5 La figura MCB, essendo inserita nell’e-lenco delle professioni sanitarie, può la-vorare in regime di esenzione Iva, ai sen-si dell’articolo 10, 1° comma n° 18, del d.p.r. n° 633 del 1972)

6 Inoltre, sempre in base all’articolo 10, 1° comma n° 18, del d.p.r. n° 633 del 1972, il paziente che usufruisce delle prestazio-ni della figura MCB, può detrarre le fattu-re nella dichiarazione dei redditi, fatture che sono rimborsabili dalle assicurazioni e da eventuali ATS convenzionate con lo studio della figura MCB.

7 La figura MCB, è abilitata all’esercizio su tutto il territorio nazionale e soddisfa le condizioni richieste per il riconoscimento del titolo su tutto il territorio europeo.

8 La figura MCB può operare in strutture sa-nitarie, poliambulatori, residenze per anzia-ni, centri idroterapici e terme, oltre ad ope-rare presso proprio studio professionale.

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Marcello Lofrano e Claudio Gallo

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Alla conferenza dell’11 settembre erano presenti le tre sigle rappresentative degli MCB: A.Na.M., F.I.M.O.S. e A.I.M. pron-te a dialogare per un obiettivo comune, e al dialogo si è unita anche la AIMTES, l’Associazione Italiana Massaggiatori e Terapisti dello Sport, in rappresentanza dei Massofisioterapisti. Tutti insieme, finalmen-te, per parlare di massaggio sportivo, ma soprattutto di Massaggiatori e Terapisti: chi sono, quali le loro funzioni, e quale sia la formazione necessaria per giungere a questo titolo.

All’incontro, moderato dal Prof. Massimo Radaelli, nella sua veste di Direttore scientifico della Rivista che ospita que-sto articolo, erano presenti il Dott. Simone Rasetti, Direttore Generale Assessorato Sport e Giovani di Regione Lombardia, il Presidente del CONI Lombardia Oreste Perri (4 volte campione del mondo di canoa), Pierangelo Santelli, Presidente Lombardo del Comitato Italiano Paralimpico, Marco Contardi, Presidente lombardo dell’ Ente di promozione sportiva A.S.I., Federigo Ferrari Castellani, membro di giunta del CONI Lombardia, il Responsabile del-la Formazione di S. George Campus, Prof. Marcello Lofrano, l’ Ing. Andrea Gadducci, esperto in tecnologia biomedicale, ed il “pa-drone di casa”, Prof. Claudio Gallo, Delegato regionale della Lombardia della Federazione Cricket Italiana. Infatti Proprio il Prof. Gallo ha colto al volo la richiesta fatta dalla no-stra associazione A.Na.M. facendola sua, ed interessando la Federazione Cricket Italiana che ha risposto con entusiasmo, mettendo a disposizione la sala dove poter svolgere il

convegno, incentrato come si è detto sulle figure professionali che possono effettuare il massaggio sportivo, alla luce dell’ ormai noto riconoscimento sotto tutti gli aspetti, e per tutti i protagonisti nell’ area sanitaria, dei MCB, i quali devono rientrare, come i Fisioterapisti e i Massofisioterapisti, nella legge 1099/71 che regola appunto la figura del Massaggiatore sportivo.

Il Direttore Generale Assessorato Sport e Giovani, Dott. Simone Rasetti, ha sottoli-neato l’importanza della comunicazione che deve esistere tra le forze politiche ed ammi-nistrative e le associazioni di categorie, quali garanti della salute degli sportivi; è seguito l’ intervento di Oreste Perri, Presidente del CONI Lombardia, che ha auspicato una ri-soluzione ai problemi che affliggono la parte sanitaria dello sport, in ordine alla figura del Massaggiatore sportivo, dando altresì la pie-na disponibilità a portare presso la Giunta del CONI le future proposte che scaturiranno in queste ed in altri appuntamenti che verranno programmati su queste ed altre tematiche. E’ stato poi il turno del Presidente dell’A.Na.M. Stefano Loscialpo, che con l’entusiasmo che lo contraddistingue, è stato molto incisivo e pragmatico nel suo intervento, auspicando la coesione di tutte le categorie professionali coinvolte. Il Presidente ha subito sottolinea-to come questo incontro sia destinato a rap-presentare una sorta di pietra miliare perché, dopo 10 anni, A.Na.M. è riuscita nell’ inten-to di riunire le tre associazioni per far fronte comune su una problematica importante, ma ancor di più, perché è stato fatto un impor-tante passo di avvicinamento e dialogo con i “cugini” Massofisioterapisti, rappresentati dal Dott. Roberto Boerci (AIMTES), chie-dendo a tutti di “spazzare via il passato” per cominciare un percorso comune. Dopo aver ricordato che oggi stiamo andando nel ver-so sbagliato, nel senso che ormai da diversi anni non si fanno più corsi per Massaggiatori sportivi, Loscialpo ha continuato ricordan-do che “in una riunione tenuta a Roma il 25 febbraio, presenti oltre al sottoscritto, il re-sponsabile della formazione dell’ A.Na.M.. Prof Marcello Lofrano, il presidente della FMSI Dott. Maurizio Casasco, il segretario generale Dott. Maurizio Galdi, è stata rico-nosciuta dalla stessa FMSI la validità forma-tiva del titolo del MCB, ed è stato chiesto l‘inserimento all’interno dello stesso arti-

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Palazzo CONI Milano

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colo 33, in aggiunta ai Massofisioterapisti e Fisioterapisti, anche la nostra figura, con rassicurazione proprio dal dott. Casasco che questo sarebbe avvenuto nei mesi a seguire (giugno-luglio). Ad oggi nulla di tutto ciò è avvenuto…” Loscialpo continua poi dicen-do: “Ma rileggendo l’ articolo, nel secondo comma dello stesso recita: “possono es-sere ammessi coloro che siano in possesso dei titoli specifici legalmente riconosciuti e previsti dalla normativa vigente” quindi avendo noi MCB i titoli legalmente rico-nosciuti e previsti dalla normativa vigente, se fino a ieri avevo qualche remora su pa-trocinare i corsi di massaggio sportivo per MCB come A.Na.M., oggi quella remora non esiste più. Ovviamente i programmi saranno quelli già adottati e previsti nella legge 1099 del 1971.” Continuando ha ri-cordato anche i paradossi presenti ad oggi nelle Federazioni: ”Purtroppo il paradosso che si sta verificando oggi all’ interno del CONI è che ogni Federazione, sia a livel-lo nazionale che locale, se la gira a proprio modo: la FGCI ammette ed accetta la figu-ra del MCB, la FCI, (Federazione Ciclistica Italiana) non la accetta, ma la delegazione regionale la accetta, la FIP (basket) la ac-cetta, ma come dirigente e non come mas-saggiatore sportivo, la Federazione criket addirittura ci ha inserito nel proprio statuto, la FIPAV (pallavolo) non si esprime, altre Federazioni non fanno problemi, alcune non sanno come muoversi, altre si attengono alla FMSI. Ma cosa succede? Vogliamo ricor-dare che qui parliamo di mettere la salute di sportivi, professionisti, dilettanti, amatori, ragazzi, in mano a persone che devono con-tribuire a fare star bene gli atleti. Purtroppo nel ciclismo professionistico (esperienza di-retta vissuta come massaggiatore di un Team professionale Italiano) nelle squadre italia-ne la maggioranza dei massaggiatori sono pensionati che nella vita hanno fatto altro, solo alimentati dalla grande passione per il ciclismo. Ma questo non basta! Occorre pro-fessionalità e competenza. E chi ha questa professionalità e competenza? Solo coloro che hanno effettuato un percorso di studi, riconosciuti e certificati! E questi chi sono? Medici, Fisioterapisti, Massofisioterapisti e MCB. Ed in ambito preparatorio, Laureati ISEF e in Scienze motorie!” E’ seguito poi un invito ai Massofisioterapisti:” …Quindi,

profESSioni SanitariE profESSioni SanitariE

(e qui parlo ai colleghi Mft) nessuna divisio-ne, basta con le guerre interne, basta con il corporativismo che spacca e divide. Quello che sta succedendo nel mondo Mft, crede-temi, viene visto dai noi (MCB) come una vergogna dello Stato nei vostri confronti.

E’ vergognoso pensare che oggi un pro-fessionista che lavora da 20 anni di punto in bianco debba cessare la propria attività perché’ non è più riconosciuto a norma di legge. Ma stiamo scherzando, signori della politica. Voglio ricordare che dietro ad ogni

Mft così come dietro ad ogni MCB , sta un Professionista, ma prima ancora ci sta un uomo o una donna, e ci sta un padre o una madre di famiglia, che ha il diritto al lavo-ro. Io auspico una risoluzione del problema o attraverso una sanatoria o attraverso una conversione molto accelerata rispetto alla normalità attraverso il titolo MCB, che pos-sa ridare fiducia ad una categoria oggi ves-sata. E da qui l’ennesimo invito alle vostre associazioni di categoria: la nostra porta, per darvi una mano, è aperta!”

Loscialpo, con il suo temperamento bat-tagliero, ha poi focalizzato l’attenzione dei presenti sulla formazione: “ma che tipo di formazione deve essere effettuata in ambi-to sportivo? Purtroppo ci sono “scuole” che consegnano attestati e diplomi di massaggia-tore sportivo con corsi non riconosciuti, con materie trattate in modo molto superficiale e con durata di 20 – 30 ore, ed aperti a tutti. Ciò vuol dire che chiunque può accedere a questi corsi e in 25 ore mettere le mani sugli atleti. Noi diciamo basta! E questo invito lo faccio, oltre alle associazioni MCB, anche alle associazioni Mft, noi dobbiamo unirci per fronteggiare questo mondo. Queste sono le lotte che tutti insieme dobbiamo fronteg-giare, non fare la guerra tra le figure per la paura di perdere il potere!”

A seguire altri interventi che hanno fon-damentalmente ribadito ciò che è stato detto dal nostro Presidente che ha avuto consen-si da tutte le parti presenti. Anche le altre Associazioni presenti hanno confermato la volontà di voler lavorare per raggiunge-re un risultato che possa essere definitivo per la tutela della figura professionale del Massaggiatore Sportivo ma soprattutto a tu-tela di quanti praticano lo sport. Anche da parte di AIMTES è emersa la volontà di se-dersi tutti in un tavolo e ridisegnare la figura del massaggiatore sportivo, che deve esse-re preparato, competente e qualificato, con l’auspicio che questo possa essere fatto as-sieme ai MCB. Al termine ha preso la parola l’ Ing. Andrea Gadducci, esperto in tecnolo-gie medicali che ha presentato una apparec-chiatura di nuova generazione “Papimi” in grado di riossigenare i tessuti in presenza di traumi in fase acuta o anche semplicemente utilizzabile per accelerare la ripresa del fisi-co dopo una attività sportiva: questa Rivista se ne occuperà molto presto.

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Pianeta Libri

a cura di Lorenzo Federico Radaelli

Consigli per la letturaCUCINA EVOLUTION BuonA DA ViVERE, in FoRMA SEnzA DiEtA, 100 RiCEttE AntiAGinG FACILI E VELOCI

di Chiara ManziArt Joins Nutrition Editore

La prima causa di mortali-tà nel mondo è la cattiva ali-mentazione, seguita da iper-tensione (che spesso al cibo o agli stili di vita è comunque legata), seguita a sua volta dal fumo di sigaretta. Al quarto posto in classifica l’inquina-mento ambientale, quindi il sovrappeso, poi il consumo di alcol e droghe, il coleste-rolo alto e, infine, la scarsa attività fisica. Come dire che quello che mettiamo nel piat-to è anche più importante di

quanto ci muoviamo, dell’aria che respiriamo e perfino del fumo… In tal senso la scienza ha le idee sempre più chiare e dai più recenti dibattiti (vedi le Giornate dell’EFSA Euro-pean Food Safety Authority

tenutesi di recente a Parma) è emersa finalmente anche una risposta con-creta. Si tratta di un concetto nuovo, destinato a far ve-nire parecchio mal di pancia (tanto per restare in me-tafora) alla densa, strabordante, ma anche tanto con-fusa informazione sul mangiar sano; e la risposta degli scienziati che non piacerà ai media è questa: l’alimen-tazione che fa vi-vere bene, a lun-go e in forma non si basa su un solo

nutriente consumato compul-sivamente escludendone altri cinque, bensì consiste in un’a-limentazione globalmente e complessivamente corretta, equilibrata e praticata con co-stanza. In pratica, non ci sono basi scientifiche che giustifi-chino la spasmodica rincorsa al nutriente “magico” che ri-solve tutti i nostri problemi. Le ricerche più aggiornate in ambito nutrizionale dimostra-no che un solo ingrediente o nutriente non può aumentare o

diminuire il rischio di malat-tie né incidere sulla mortalità: è solo una “non dieta sana” nel suo complesso a incide-re efficacemente sulla quali-tà e durata della nostra vita. I cibi light, o a basso tenore di grassi, vengono percepiti come prodotti che non fan-no ingrassare e così vengono consumati in quantità ecces-sive. I prodotti a basso tenore di zucchero, oltre a essere og-gettivamente meno buoni, di certo sono meno sazianti. E in ogni caso sono cibi di nicchia, colpiti dallo stigma dell’ap-pellativo “dietetico”.

Chi è in dieta può mangia-re il tiramisù e la carbonara? La risposta è positiva… È in sostanza questo il messaggio veicolato dalla Nutrizionista Chiara Manzi, precursore in Italia di Cucina Evolution, e massimo esperto di Culinary Nutrition, la cucina antiaging che fa bene senza penalizzare il gusto e che previene le più comuni malattie del nostro tempo, aiutandoci anche a per-dere i chili in più e soprattutto a mantenere un peso ottimale, garanzia di salute. Le ricette, realizzate in collaborazione con cuochi e pasticceri diplo-mati in Nutrizione Culinaria e tanti consigli pratici su cosa mangiare e come cucinare, pensati per chi deve dimagrire o ha problemi cardiovascolari o di diabete, nel suo ultimo li-bro, acquistabile cliccando il sito: www.cucinaevolution.it

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Colostro bovino,risorsa preziosa

Il “primo latte” o colostro è un liquido giallastro sieroso secreto dalle ghiandole mam-

marie durante la gravidanza, so-prattutto dopo i primi giorni dal parto : rappresenta uno degli ele-menti attraverso i quali la madre trasferisce al figlio le difese im-munitarie, difese che avranno il compito strategico di proteggere il bambino nei primi mesi di vita.

Ricchissimo di immunoglo-buline fondamentali nella risposta immunitaria specifica, vede tra gli elementi della sua composizione principale acqua, grassi, carboi-drati, vitamine, minerali, anticor-pi e proteine, tra le quali diversi agenti immunologici.

La loro produzione è possibile grazie alla maturazione dei linfo-citi B, costituendone una tra le più importanti funzioni del sistema immunitario umorale.

Unitamente ai recettori dei linfociti T, i linfociti B sono in realtà l’unica realtà capace di ri-spondere in maniera specifica ad un agente estraneo presente nel corpo.

Il colostro è quindi elemento strategicamente fondamentale per favorire e sviluppare le difese

immunitarie del bambino consen-tendone tra l’altro un corretto svi-luppo dell’intestino.

Se il colostro materno è dedi-cato ai neonati, il colostro si può utilizzare anche nelle varie fasi di vita di un individuo sfruttando la disponibilità del colostro bovino, derivato da animali selezionati ed in grado di produrre anticorpi ca-paci di combattere molteplici pro-blematiche umane : ad oggi, quel-lo delle “vacche rosse” dell’Ap-pennino sembra dimostrare un particolare grado di eccellenza.

Il colostro bovino ha la spe-cificità di possedere una quantità di fattori immunitari quattro vol-te superiori rispetto al colostro umano, con anticorpi specifici quali immunoglobuline IgA, IgG e IgM.

Sono molteplici le evidenze che dimostrano come l’impiego del colostro bovino garantisca ■ ricostituzione e mantenimento

del benessere gastrointestinale■ cicatrizzazione delle mucose

intestinali■ riduzione dei processi infiam-

matori intestinali■ miglioramento della leaky gut

syndrome –sindrome dell’in-

testino permeabile-■ potenziamento del sistema

immunitario, anche negli atle-ti

■ miglioramento del recupero dalla fatica, anche nello sport

■ velocizzazione di processi di recupero post infortunio

■ potenziamento dello sviluppo muscolare, con conseguente aumento delle prestazioni fun-zionali e sportive

■ attività ricostituente nei mo-menti di stanchezza psico-fisi-ca

■ azione preventiva e curativa negli stati influenzali e parain-fluenzali

■ supporto negli stati di denutri-zione o di carenza in genereAl momento pare non sus-

sistano evidenze in merito a po-tenziali interazioni tra il colostro bovino ed i farmaci.

Prodotto sicuro che può essere utilizzato sia negli adulti che nei bambini, in situazioni particolari può presentare comparsa di rea-zioni gastro-enteriche quali nau-sea, vomito, gonfiore e diarrea.

Appropriata la valutazione preventiva del medico o del pe-diatra per quanto riguarda la sua assunzione in persone che mani-festano intolleranza al lattosio, allergia alle proteine del latte vac-cino ed allergie in genere.

Stesso discorso per la gravi-danza e l’allattamento al seno, oltre che per la definizione dei corretti dosaggi specifici ed utili alle singole necessità.

a cura di Andrea Savini,Naturopata - Sports Nutrition Specialist ISSNSaint George University Visiting Professor - Staff Medico Sanitario Brianza Sport & Salute

Naturopatia

a cura di Marcello De Fino,Medico Veterinario

Cani, Gatti & C.

non infierire... Drena!

Nei nostri amici anima-li, come per noi, gran-de importanza riveste il

Drenaggio. Ovviamente non mi riferisco a nessun trattamento a fini estetici per mettere in risalto la massa magra, ma ad un im-portante attivazione da parte del medico dei tessuti e organi con at-tività emuntoriale con lo scopo di eliminare, in maniera aspecifica, i residui tossici. Bisogna, infat-ti, distinguere il Drenaggio dalla Detossificazione, la quale invece mira a neutralizzare ed eliminare le tossine specifiche. Un organi-smo, per definirsi sano, deve es-sere in grado di liberarsi dalle tos-sine. Segni di deficit emuntoriali possono essere molteplici, quali vomito, diarrea, colori delle mu-cose alterati, alitosi, torpore più o meno accentuato, alterazioni degli atti respiratori, urine anomale e non in ultimo alterazioni cutanee che possono manifestarsi con della semplice for-

fora ( specialmente nella regione del dorso) fino a lesioni più appa-riscenti come vere e proprie esco-riazioni cutanee tendenti al san-guinamento e alla suppurazione. Il paziente anziano tende ad andare incontro ad un carente drenaggio quale risposta alla giustificata ipo-funzionalità dei vari organi legata alla senescenza, ma qualsiasi or-ganismo nell’ arco della propria esistenza può avere dei periodi di defaillance più o meno accentuata per svariate cause in primis tratta-menti farmacologici che sempre più spesso vengono somministrati come se non ci fosse un doma-ni. I farmaci drenanti ci vengono quindi incontro con le loro fun-zioni di ripristino, regolazione e stimolazione dell’ attività escretoria degli or-gani emuntori.

Fondamentale nel loro utilizzo è di non perdere mai di vista l’ at-tività residua di ogni organo che andiamo a stimolare per evitare rischiosi aggravamenti. Nella mia professione con i piccoli animali utilizzo drenanti omeopatici e fi-toterapici. I fitoembrioestratti ri-sultano particolarmente validi in quanto agiscono sulla stimolazio-ne del sistema cellulare favorendo la depurazione dell’ organismo e l’ interazione tra le componenti fi-tochimiche degli estratti delle cel-lule staminali vegetali e il sistema neuroimmunologico animale. La scelta del drenante ottimale passa ovviamente da un’ approfondita visita clinica dell’ animale, dan-do particolare importanza alla sua storia clinica e ai trattamenti

subiti, da esami di laboratorio e spesso da un’ accurata in-

dagine morfologica stru-mentale.

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pianEta Cultura

Il paesaggio tra psiche e cervello

Bellezza e arte

Nelle pagine che promuovono viaggi e soggiorni turistici si leg-ge spesso “splendidi paesaggi”, “spiagge incantevoli”, “natura

meravigliosa”.. nell’idea che questo possa attrarre visitatori e residenti e quindi costitu-ire un valore ben inteso e condiviso da tutti.

D’altra parte che i paesaggi da cartolina tolgono spesso il fiato è un’emozione comu-ne a tutti i popoli, tanto che la Bibbia rac-conta che perfino Dio vide che “era bello e lo creò”.

I modelli di bellezza oggi cambiano con-tinuamente con la cultura e la moda, ma ci sono elementi naturali che tutti riconoscono come belli, come il sole e gli alberi, entram-bi simboli di vita. Il cielo al tramonto attrae

di Gianfranco Marchesi,

Neurologo e Neuropsichiatra

gli uomini forse perché il sole è emblema di rinascita con il suo cadere e risorgere, i pa-esaggi marini azzurri e non tempestosi su-scitano distensione e tranquillità, i paesaggi vergini e solitari sono amati perché ci ripor-tano al nostro mondo primitivo e i paesaggi tipo savana con alberi e dolci alture sono i più attraenti in assoluto.

Il senso estetico è nato dalle necessità di classificare ciò che ci circonda perché il cer-vello che serve a conoscere la realtà, ad adat-tarci ad essa e così sopravvivere, non ama il caos, ma ha bisogno di ordinare e dare signi-ficato alla nostre percezioni per agire al me-glio. Così sono organizzati nella nostra men-te canoni estetici virtuosi, gestaltici per la scelta del luoghi dove vivere meglio grazie alle emozioni suscitate dallo sguardo sulla natura (acqua e piante volevano dire riparo e cibo per la vita).

A volte la natura mostra spettacoli che incutono paura e timore e vengono classifi-cati dalla filosofia come sublimi; ad esempio un’eruzione vulcanica, un’ imponente casca-ta, un mare in tempesta. Sublime nel mondo naturale è dunque evento terrorizzante nel quale però siamo distanti e non coinvolti. Resta il fatto che la natura è l’archetipo della bellezza. L’imitazione della natura, la mime-sis dei Greci, è uno dei temi centrali della ricerca estetica. E l’idea della natura bella propone anche il concetto dell’incontamina-to che ci riporta alle nostre origini.

Il senso della bellezza è connatura-to all’uomo, è un istinto che guida sempre verso il bene. È un’idea che si rappresenta in modo diverso a seconda dei tempi e dei luoghi. Variano gli stili, ma c’è comunque una componente oggettiva, anche se ritenia-mo che per la bellezza il giudizio, a secon-da dei gusti, può essere individuale. Per i

valori della sfera morale, verità e giustizia, anch’essi innati, accettiamo invece un senso, un principio comune e non soggetto al parere dei singoli.

Oggi la neuroestetica, nuova branca delle neuroscienze, cerca di individuare i correlati cerebrali alla base dei cambiamenti emotivi che possono verificarsi di fronte ad un’espe-rienza sensoriale estetica, stabilendo con-nessioni plausibili, anche se non definitive, senza regressioni riduttive alla ottocentesca frenologia di Gall.

A spiegarci cosa scatta nel nostro cer-vello quando ammiriamo un paesaggio bel-lo ci hanno pensato i neuroscienziati del Dipartimento di Sheffield, con studi neurofi-siologici (mappe ee grafiche). Esiste una mo-tivazione scientifica secondo la quale osser-vare un panorama naturale mette tranquillità, serenità, al contrario di un paesaggio metro-politano caotico, che suscita agitazione ed eretismo ansioso. Nel primo caso si crea una connessione tra aree distanti del cervello che lavorano in sincronia, mentre nel secondo caso c’è disconnessione e il cervello non rie-sce ad operare in maniera sincrona. La ricer-ca si è avvalsa di 12 volontari che prima han-no ammirato una spiaggia meravigliosa, poi un’autostrada decisamente trafficata, dando luogo a registrazioni strumentali e reazioni estremamente diverse.

Ma che cosa rende bellissimo un paesag-gio? Perché i dipinti di Giorgione, Poussin, Canaletto, Friedrich, Corot, Van Gogh o Monet ci attraggono ancora?

Naturalmente il fatto che siano maestri di pittura non è un caso. La risposta arriva da una ricerca che ha esaminato le compo-nenti psicologiche ed evolutive del nostro cervello secondo la quale, al di là di tutte le idee sulla bellezza, esisterebbe un istinto universale che letteralmente ci costringe a ri-spondere a certi elementi in un paesaggio. Si definisce ipotesi “SAVANA”. Per centinaia di migliaia di generazioni, i nostri antenati ominidi- protoumani vivevano nella savana del Pleistocene e impararono a riconoscere immediatamente alcune caratteristiche di un paesaggio più utili alla sopravvivenza ri-spetto ad altre. Nel corso del tempo, secon-do questa teoria, la natura ha selezionato gli essere umani che potevano individuare un idoneo terreno di caccia o un buon posto per

sistemarsi nella notte. Secondo Dutton “nel corso di decine di migliaia di generazioni, tali abilità hanno aumentato lo status di co-loro che erano in grado di visualizzarle, gua-dagnando un vantaggio riproduttivo rispetto a chi era meno capace”.

Le nostre capacità naturali, inclinazioni e desideri sono stati plasmati in milioni di anni. Queste caratteristiche sono maturate definiti-vamente negli ultimi 10.000 anni, quando gli esseri viventi hanno sviluppato l’agricoltura e le città, gli utensili in metallo e la scrittura. Il nostro cervello è cambiato poco da allora, specie nei centri profondi, arcaici, dove sono scritte le nostre emozioni, pulsioni, motiva-

pianEta Cultura

Caspar Friederich, Viandante sul mare di nebbia, Kunsthalle- Amburgo

Monet, Il sentiero riparato, Philadelphia Museum of Art oppure La casetta del pescatore, Varengeville, 1882 Rotterdam Museum Bojimans Van Beuningen

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zioni e gratificazioni (piaceri). Anche se sono sintonizzati in questa nostra epoca moderna, il nostro cervello è ancora molto condiziona-to dalla nozioni acquisite all’età della pietra sulle valutazioni di un paesaggio. Quindi se-condo questa teoria l’occhio umano, la no-stra postura in posizione bipede, verticale e anche il nostro apprezzamento del paesaggio sono stati condizionati e costruiti dalla sele-zione naturale e dall’evoluzione del nostro cervello nel corso dei millenni. Anche secon-do il geografo inglese Jay Appleton, autore della Teoria Rifugio- Panorama. Preferiamo i paesaggi con un rilievo e gruppi di alberi perché possono soddisfare due bisogni uma-ni fondamentali: nascondersi e tenere d’oc-chio lo spazio circostante, per scorgere pre-de e predatori e ripararsi dalle aggressioni. Pure Lotsch, biologo ed ecologo a Vienna, dice che l’uomo è costituzionalmente predi-sposto a territori riccamente strutturati, con una flora varia, specie alle savane con grup-pi di alberi e arbusti soprattutto sulla riva

dell’acqua per il valore adattativo che essi hanno avuto. Ancora oggi i parchi e i giar-dini hanno questo aspetto: un terreno mosso e semiaperto, con boschetti e specchi d’ac-qua isolati e ben visibili, così da fornire una specie di idillio arcadico. Una voce contraria è quella di Werner Nohl, architetto tedesco di Kirkheim che contesta la teoria SAVANA affermando che “le persone salgono volen-tieri su colline e montagne perché abbiamo bisogno di luoghi panoramici per soddisfare le esigenze della visione”. Sono importanti nelle preferenze paesaggistiche i ricordi in-fantili ed esperienze vissute successivamen-te. È per questo che il proprio paese sembra sempre bello a chi vi è nato, anche se gli altri non lo vedono così.

Incontestabile è invece il grande apprez-zamento che tutte le popolazioni umane ri-servano alle piante verdi e a paesaggi che ne sono ricchi. L’etologo Eibl- Eibesfeldt parla di Fitofilia. Lotsch nota in proposito: appena può l’essere umano porta nella sua tana moderna forme vegetali come piante vive o fiori decorativi e si cerca di abbelli-re i balconi con vasi di gerani o tulipani. In un ufficio- ambulatorio basta un punto verde o floreale per ottenere distensione psichica e gioia estetica, legata all’esperienza della natura. Il colore del fogliame e delle fron-de fresche piace perché sta a significare pre-senza di elementi vitali come l’acqua e il nutrimento che i nostri progenitori agricolto-ri- cacciatori- raccoglitori avevano imparato ad apprezzare. In questo amore per ciò che vive e cresce ha origine anche il gusto per il giardinaggio. Piace dunque non solo il ver-de, ma ciò che è naturale e vario e la ricerca dimostra una preferenza diffusa per i paesag-gi con caratteri naturali rispetto a quelli co-struiti e artefatti. Da una ricerca americana risulta che le aree verdi presenti nelle città le rendono più belle promuovendo qualità di vita, creatività, gratificazione e costituisco-no un incentivo a uscire e a fare shopping. B. Brecht parlava del bosco come di vera felicità umana. Tuttavia Hartig che ha una posizione contraria alla teoria evoluzionisti-ca è convinto né il nostro passato geografico né il nostro patrimonio genetico possano de-terminare che tipo di paesaggio ci piace. Più decisiva è l’interazione fra eredità, ambiente culturale e storia personale. Le preferenze possono cambiare nel tempo secondo circo-

stanze e momenti. Nella scelta di un paesaggio è importante

anche l’udito : ci colpiscono il tuono il cin-guettio degli uccelli, il frinire dei grilli, lo stormire delle fronde, il suono delle campa-ne, il belato delle pecore. E poi gli odori: del cespuglio di lillà o di sambuco, della rucola o dell’erba cipollina, il sentore della muffa della fungaia nel bosco o la salsedine del mare.

Difficile quantificare la bellezza di un pa-esaggio per la difficoltà di identificare items specifici. È stato fatto un tentativo con i co-siddetti effetti margine, cioè le transizioni o alternanze di prospettive fra boschi e cam-pi o fra prati e specchi d’acqua, che sono apprezzate e gratificanti: le passeggiate sui sentieri, sulla spiaggia del mare o in riva a un lago sono infatti molto frequentate.■ Tuttavia alcuni elementi del paesaggio

sono universalmente preferiti:■ Un cielo azzurro- blu significa bel tempo

ed è importante;■ Un percorso o sentiero: i paesaggi che

aiutano o incoraggiano l’esplorazione sono preferiti rispetto a quelli che ostaco-lano questi bisogni. Ci piacciono gli ac-cessi facili ma ci piace anche sapere che, se ci fosse bisogno, per sicurezza, possia-mo fuggire indietro su quella stessa pista da un pericolo;

■ Mistero: un accenno a caratteristiche in-teressanti che potrebbero essere scoperte;

■ Complessità: il paesaggio deve essere complesso ma leggibile;

■ Alberi che ramificano vicino al suolo: ci piace vedere alberi che ramificano vicino alla terra, fornendo uno strumento rapido di fuga se dovessimo sfuggire a un preda-tore;

■ Spazi aperti come radure: perché è più fa-cile tenere una pista e cacciare se hai spa-zi. I nostri antenati hanno corso per ore seguendo le loro prede;

■ Colline digradanti: come la savana da cui siamo venuti, nei nostri paesaggi prefe-riamo alcune ondulazioni. Ci dicono che la terra in alto sarà abbastanza asciutta, che le colline forniranno un buon punto di osservazione per la sicurezza o la caccia;

■ Assenza di animali: attirano troppo l’at-tenzione perché risorsa commestibile;

■ Presenza di acqua: fonte di sostentamen-to.

Secondo alcuni autori la risposta emotiva ai paesaggi dipende anche dal tono dell’u-more: così soggetti con stati d’animo positivi sarebbero motivati ad esplorare e preferireb-bero paesaggi ricchi di prospettiva (panora-miche e vaste distese), mentre soggetti tesi, depressi, affaticati sarebbero indotti a ridurre lo stress preferendo paesaggi ricchi di rifugi (spazi chiusi e protetti).

In ambito medico, infine, vorrei citare una ricerca dell’Università di Bari, coordi-nati dalla Prof.ssa De Tomaso, secondo la quale l’esposizione a un paesaggio virtuale rilassante, come una spiaggia, è un’idea vin-cente nel mal di testa. Lo stimolo ambienta-le è in grado di modulare la percezione del dolore perché va ad agire sulle aree corticali associative, dove vengono integrati gli input dolorifici e le esperienze emotive; come a dire che un mal di testa in riva al mare fa meno male di quello che si avverte in mezzo al traffico cittadino in una uggiosa giorna-ta autunnale. Insomma potrebbe avverarsi quello che nel film di fantascienza “Atto di forza” era previsto: le abitazioni del futuro avranno finestre virtuali che offrono a co-mando una gamma infinita di possibili pa-esaggi, dalle colline invernali innevate alle spiagge vergini e assolate. Averle oggi a casa propria sarebbe un motivo in più per rientrare presto dal lavoro, giusto per dare un’occhiata virtuale capace di rilassarci e rasserenarci.

Il paesaggio dunque è in ogni luogo un elemento importante della qualità di vita delle persone- popolazioni nelle aree urbane ed extra urbane, un prezioso patrimonio, un concreto e possibile volano di salute ed eco-nomia. Meglio quindi degli approcci virtuali cinematografici auspicare virtuosi compor-tamenti etici di protezione, conservazione e diffusione del paesaggio con un’architettu-ra urbanistica più naturalistica, e godere di qualche soggiorno turistico in più sulle no-stre montagne e sui nostri mari.

Giorgione, La tempesta, Galleria dell’accademia- Venezia

• Lee Brown, Le panoramiche catturano la bellezza• Alan Carroll, L’istinto della bellezza• Eric Kandel, L’età dell’inconscio, R. Cortina editore 2012• Walter Schmidt, Panorama incantevole, Psicologia Con-

temporanea n 220, Giunti editore, 2010• I segreti della bellezza, Focus Extra n 33, 2008

BiBlioGraFia

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a cura di Giuseppe Manolo Bontempo,Docente Istituto Magnaghi (Salsomaggiore Terme), Chef e Ricercatore

Cotto & Mangiato

La cottura della pasta

lora dovessimo servire un risotto, risulta slegato non riuscendo ad in-globare al suo interno tutto il brodo. Lo spaghetto, invece, non dovrebbe mai essere precotto perché i tempi di cottura non sono lunghi come le altre paste. Se proprio dovete farlo allora procedete in questo modo: precuocete in acqua bollente salata gli spaghetti fino a quando si am-morbidiscono e riescono a piegarsi, scolateli e metteteli in una larga te-glia d’acciaio, preferibilmente bella fredda e unta con olio di semi, ag-giungete un filo d’olio di semi sulla pasta e con un forchettone separate e girate gli spaghetti allargandoli per bene. Passate in abbattitore, ma girate continuamente la pasta per evitare che si attacchi. Una volta fredda disponete in contenitori per alimenti con apposito coperchio e conservate in frigo per il tempo ne-cessario.

Per la pasta secca corta proce-dete allo stesso modo. Ricordatevi di girare sempre la pasta durante la fase di raffreddamento e di non af-follare troppo le teglie altrimenti vi ritroverete con una parte di pasta più cotta e una parte più cruda e di due colori diversi per via dell’ossidazio-

ne: la pasta che si trova sul fondo alla teglia tende a stracuocere, men-tre quella più a contatto con l’ossi-geno tende ad ossidarsi e quindi a cambiare colore.

Considerando i tempi di cottura ridotti della pasta fresca all’uovo di solito non conviene precuocerla. Per i tortelli invece è consigliabile dare sempre una precottura prima di ab-batterli in negativo e surgelarli. Se da una parte però la precottura dei tortelli ha dei vantaggi sul tempo di cottura-finitura, dall’altra ha degli svantaggi. Infatti, se la precottura del tortello viene fatta in forno a vapore esso tende a modificarne la struttura e crea un effetto plastico sulla superficie per la reazione con le uova, compromettendone la capa-cità di assorbimento dei condimenti. Questo fenomeno non avviene con la precottura in acqua che però ri-sulta più difficile da tenere sottocon-trollo.

Un’altra opzione potrebbe essere quella di abbattere in negativo e sur-gelare il tortello una volta preparato. In questo caso consiglio di fare una pasta fresca all’uovo con una mag-giore quantità di tuorli in modo da evitare un’ eccessiva ossidazione della pasta. Inoltre, inseguito ad al-cune prove di laboratorio, ho consta-tato che il grasso dei tuorli permette di avere una velocità di surgelazione maggiore rispetto ad una pasta po-vera tuorli.

La precottura della pasta fresca all’acqua risulta più difficile da ge-stire e sinceramente non sento di consigliarla. Una volta creata la for-ma desiderata può, una volta abbat-tuta in negativo, essere surgelata e utilizzata successivamente.

FoRMA E CottuRADELLA PAStA FRESCAALL’ACQUAPer la cottura è fondamentale

anche il tipo di formato di pasta e

come viene lavorato. Se facciamo un orecchietta ( con pasta fresca all’acqua) e non siamo capaci di dare la giusta forma alla nostra pasta questo comprometterà sicu-ramente la sua cottura. Infatti ho notato che quando faccio prepara-re delle orecchiette con lo stesso impasto a un gruppo di persone, in cottura ci sono sempre problemi per via della forma diversa del pro-dotto. Alcune orecchiette sono già pronte da scolare, condire e servire mentre altre sono stracotte e altre ancora indietro di cottura. Il giu-sto formato è quindi fondamenta-le, non solo per un aspetto estetico o di identificazione del piatto ma è utile perché permette all’acqua di penetrare al suo interno in modo uniforme e con facilità.

Dopo la cottura la pasta fresca all’acqua tende ad assorbire tutti i liquidi circostanti e a ritornare allo stato originale. Questo deve farci capire che questo tipo di pasta non deve mai essere servito al dente, e che prima di toglierlo dall’acqua deve essere completamente cotto per due motivi: per non asciugare troppo il nostro condimento e per evitare di ritrovarci sotto i denti un impasto tenace e nervoso.

Che sia pasta fresca all’acqua o pasta fresca all’uovo consiglio sempre di impastarli a mano per-ché le macchine( impastatrici, planetarie) tendono a scaldare troppo l’impasto rendendolo pla-stificato e liscio comprometten-done il successivo assorbimento( in cottura) dei condimenti. Inoltre le macchine tendono a sollecitare troppo il glutine della farine con lo svantaggio di prolungare il tempo di cottura. Impastare a mano , fare delle pieghe sulla pasta aiuta ad incorporare alla stessa aria che ne agevolerà la cottura a vantaggio di una migliore leggerezza del pro-dotto.

Un buon piatto di pasta mette tutti d’accordo, riscalda gli animi e riempie lo stomaco.

La sua preparazione è un rito e la sua cottura, soprattutto qui in Italia, non si può sbagliare: se si vuole al den-te che al dente sia. Primo elemento essenziale per cuocere la pasta è l’acqua che per penetrare più velo-cemente all’interno della pasta deve raggiungere una certa temperatura. L’acqua penetrando all’interno della pasta permette ai granuli di amido di assorbirla, generando il fenomeno della gelatinizzazione e successiva-mente la coagulazione del glutine. Anche se l’amido gelatinizza a una temperatura tra i 65°C e i 70°C e la denaturazione del glutine avviene tra i 75°C e gli 80°C, l’acqua per la cottura della pasta viene portata ad una temperatura di 100°C per garan-tire un calore uniforme e una conti-nuità termica per tutto il processo. Infatti la pasta, per esempio quella secca, necessita per la sua cottura di un’alta temperatura per fissare l’a-mido che ne determina la struttura, motivo per cui la quantità di pasta deve essere proporzionale all’acqua di cottura (1 litro di acqua x 100 g. di pasta). La pasta in cottura tende a far fuoriuscire amido segno che la salda d’amido, dopo essersi irrigidita at-traversata dall’acqua di cottura, si è ammorbidita rendendo così la pasta pronta per la masticazione.

Non tutte le paste hanno gli stessi tempi e modalità di cottura. La pasta secca cuoce in tempi diversi rispetto alla pasta all’uovo o a una pasta fre-sca all’acqua. I tempi di cottura del-la pasta fresca all’uovo, per esem-pio, dipendono principalmente dal suo spessore, dalla quantità di uova

utilizzate e anche dal formato. A differenza di una pasta fresca all’ac-qua una pasta all’uovo cuoce molto prima e con meno difficoltà perché le uova a differenza dell’acqua non stimolano più di tanto il glutine a vantaggio di una minor rigidità della struttura della pasta. Le uova inoltre contengono grassi che, oltre a con-ferire plasticità all’impasto, favori-scono la coagulazione dell’amido e il passaggio dell’acqua di cottura al suo interno. I grassi dell’uovo in cot-tura veicolano il calore all’interno della pasta garantendo una cottura regolare ed uniforme.

Nelle paste fresche all’acqua la salda d’amido che si forma in cot-tura tra acqua e farina è molto resi-stente e andando avanti con la cottu-ra si ha una fuoriuscita maggiore di amido e qualche volta la presenza di una patina di gel all’esterno del pro-dotto. Questo tipo di paste tende a rimanere più collosa di quella fresca all’uovo perché una parte di amido,

una volta completata la cottura, non viene assorbita dalle proteine come nella pasta fresca all’uovo e quin-di fuoriesce nell’acqua; questo è il motivo per cui si dice che le paste fresche all’acqua legano meglio i condimenti e li rendono più densi.

LA PRECottuRADELLA PASTAQuasi tutta la pasta può essere

precotta per poi essere rigenerata e finita al momento del servizio. Mi ricordo che quando lavoravo in Germania i cuochi Italiani avevano la brutta abitudine di precuocere gli spaghetti e passarli sotto l’acqua corrente fredda. Non c’è cosa più sbagliata! Non fatelo mai! Passare in acqua fredda un amidaceo, pasta o riso che sia, comporta la perdita di amido e di una parte di sostanze molto importanti e una volta rigene-rata e finita si presenta con una co-lorazione anonima e per giunta non lega con i condimenti. Il riso, qua-

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pianEta pSoriaSi

Mi chiamano Heller(Ottava e ultima parte)

Autobiografia di una Rockstar

Di Pietro: Penso di si: sono soprattutto quelli che cercano di mascherare, gli introversi, persone timide, riservate.

Rossi: E rispetto al ritardo della diagnosi? Noi non medici restiamo stupiti della difficoltà di fare diagnosi in alcuni casi; siamo soliti pen-sare che uno una malattia ce l’ha o non ce l’ha. Qual’è la difficoltà di riconoscerla?

Di Pietro: La psoriasi, un dermatologo con un po’ di esperienza, riesce ad individuarla, quando ci sono chiazze... ma a volte la pso-riasi è subdola, in certe fasi, soprattutto quelle iniziali, perché in determinate sedi può con-fondersi con altre patologie, come ad esempio la dermatite seborroica. In certe situazioni la dermatite seborroica assomiglia alla psoriasi e potrebbe essere confusa. A volte le differenze sono solo sfumature di colore, o perché l’erite-ma è un po’ diverso, per variazioni piccole di colore, o per come si muove l’eritema, il tipo di desquamazione simile, anche se poi nella dermatite seborroica le squame sono un po’ più grasse rispetto alla psoriasi, in cui sono un po’ più secche. Per cui le situazioni in cui è facile confondersi sono queste due forme, che sono quasi cugine, molto simili. O alcuni potrebbero confondere la psoriasi con alcune micosi, la tigna ad esempio che si prende dagli animali: a volte ha chiazze desquamanti che possono mimare la psoriasi. Però un dermato-logo con un po’ di esperienza riesce a distin-guerle.

Poi ci sono delle stigmate particolari, per cui si va a vedere sui gomiti, sulle ginocchia se c’è un po’ di desquamazione, magari il pa-ziente non se ne era mai accorto ma il der-matologo riesce a vederlo... anche le unghie a volte mostrano i segni tipici della psoriasi: si formano delle impuntature, come se con un chiodo o uno spillo si fosse andati a bucare

di HeLLer,Presidente

Associazione PSOHELL

(Psoriasis Help League)

l’unghia. Si formano questi infossamenti...HeLLeR: Sì, e poi ti viene su l’unghia,

come se dovessi cambiarla, ed è dolorosissimo!

Di Pietro: Comprime le terminazioni ner-vose.

HeLLeR: Io l’ho avuta sotto le unghie in forma grave, quando ho tolto il cortisone. Sotto le unghie è stata una cosa terribile! Non tocca-vo più nulla, già avevo dolori alle articolazioni, ma con le unghie intaccate, ero proprio piena...un male incredibile anche solo a toccare il pol-lice!

Rossi: Una domanda profana: artrite e pso-riasi, c’è una sequenza di comparsa o possono

invertirsi?Di Pietro: Anche qui è del tutto casuale, è

una malattia capricciosa, non c’è un iter o un decorso preciso. Chi ha la psoriasi cutanea, e quindi delle manifestazioni sulla pelle, non è detto che poi abbia l’artrite psoriasica. E a vol-te l’artrite psoriasica inizia prima delle mani-festazioni cutanee, quindi è veramente molto capricciosa.

HeLLeR: Io non le ho mai associate, prima della diagnosi

Di Pietro: Noi poco fa abbiamo parlato delle manifestazioni cutanee, ed è più facile capire la diagnosi perché si vede. Invece quan-do sei di fronte a un ragazzo giovane, di fron-te a certe manifestazioni, pensi all’artrite, non viene spontaneo pensare all’artrite psoriasica. Viene più facile pensare a delle forme di ar-trite reumatica, ricorrenti dopo infiammazioni alla gola, con mal di gola e tonsilliti, quindi uno prima di tutto sonda in quella direzione. L’allarme si accende nel momento in cui vie-ne fatta la diagnosi di psoriasi. A quel punto un reumatologo attento indaga per capire se è artrite psoriasica.

HeLLeR: Mi sono fatta spesso in questi anni una domanda cui non ho trovato fino ad ora una risposta: se io non avessi avuto delle manifestazioni cutanee, si sarebbe capito lo stesso che si trattava di un’artrite psoriasica o no?

Di Pietro: Sarebbe stato più lungo l’iter dia-gnostico.

HeLLeR: E da cosa si capisce che è artrite psoriasica? Da un esame del sangue? O si capi-sce solo dalle manifestazioni cutanee? E se non le avessi avute, la diagnosi poteva anche non venire mai?

Di Pietro: Sì..poteva essere... HeLLeR: E sarei stata curata come se aves-

si un’artrite reumatoide normale?

Di Pietro: Sì, ma la cura poi alla fine è sem-pre quella.

HeLLeR: E allora cosa comporta sapere se è psoriasica o no? Qual è il vantaggio se la cura è identica?

Di Pietro: La cura è identica. Non ci trovia-mo di fronte ad un’infezione o malattia infetti-va, per cui la precocità è essenziale. Dire che è

un’artrite reumatoide o psoriasica, è lo stesso discorso di fare diagnosi di artrite! Prima te la curo e meglio è, così soffri meno, c’è meno rischio che le articolazioni possano deformar-si, quindi faccio bene così. Se fosse un’artrite settica, causata da virus o da batteri, allora sì che è fondamentale curare tempestivamente, ma queste forme progrediscono pian piano... molto lentamente.

Saperlo, poi ti dà qualche spiegazione in più di quel che accade. Da cosa può essere causata? Vecchie tonsilliti che uno ha avuto o altro? C’è la psoriasi? Allora la causa è psoriasica. Poi per fortuna oggi esistono questi farmaci biologici che sono stati risolutivi per te, Heller.

Ad un certo punto ci siamo accorti che i far-maci biologici curavano bene anche la psoriasi, perché i pazienti con artrite psoriasica guariva-no anche dalla psoriasi; lì si sono cominciati ad usare i farmaci biologici anche per la psoriasi cutanea.

Rossi: Quali conseguenze in caso di ritardo

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di diagnosi? Un po’ ne abbiamo già parlato...

Di Pietro: Il fatto che sia venuto fuori il pro-blema psoriasi ha acceso una luce più preco-cemente, e ha fatto orientare la diagnosi verso una forma infiammatoria, legata alla psoriasi.

Poteva essere curata genericamente con anti-infiammatori...il guaio è che fino a pochi anni fa si era un po’ inermi, ora invece si va proprio a colpire la cellula, la terapia biologica è mirata, va direttamente a colpire il bersaglio, il processo, la cellula.

Rossi: Quindi significa accedere più veloce-mente a cure più efficaci?!

Di Pietro: Sì..non solo. Sembra un po’ strano in medicina, ma poter dire che è que-sto o quello, serve anche a collocare la malat-tia, a dire “questa è la causa”. Poi magari la terapia è la stessa, ma può servire per dire “è questa”. Convogliare gli sforzi lì significa di-sperdere meno energie, sparare meno al buio. So che è una forma psoriasica, mi concentro su tutto quello che viene studiato, fatto per questa malattia a livello internazionale e mondiale, e utilizzo tutte queste notizie per lei. Questo è un fatto utile. Se so che è un’artrite psoriasica, visto che siamo nell’epoca dei computer, digito artrite psoriasica e so tutto quello che c’è da sapere, e sono più sicuro.

Se invece sono lì che vagheggio, digito solo artrite, mi vengono fuori milioni di cose, e di-sperdo energie...

Rossi: E’ più tranquillizzante emotivamen-te, quindi..

Di Pietro: Proprio così.Rossi: Secondo Lei c’è un atteggiamento

del paziente che può facilitare il processo di guarigione?

Di Pietro: Questo è un discorso che vale sempre in generale, su tutte le patologie e su tutti i pazienti. Io nella mia vita di medico ho visto cose incredibili: malattie guarire e avere un decorso nettamente migliore in pazienti che poi reagiscono. La forza della mente, della psi-che, è notevole.

Rossi: E’ bello sentire parlare un medico specialista con questa sensibilità e attenzione umana. Mi ricorda anche le parole che ho let-to in uno degli ultimi libri del grande Mario Tiengo: “sapere cos’è la coscienza e come ope-ra la mente, non è solo una curiosità scientifica

ma può avere anche un valore pratico notevole per chiunque aspiri ad essere totalmente feli-ce e desideri evitare la sofferenza” o, diremmo noi, utile a chiunque desideri fortemente gua-rire.

Di Pietro: Proprio così. Lo vedo anche in ospedale: quelli che si lasciano andare poi affrontano male la malattia... ho visto espe-rienze di tutti i tipi... quelli che reagiscono di più sono quelli che affrontano meglio la ma-lattia, che riescono ad avere anche il sorriso, anche nei momenti di rabbia e sconforto. Ma poi riescono a reagire, ad affrontare le cose. Attingono a una forza interiore che è molto utile per promuovere un cambiamento positi-vo. Quelli invece che si lasciano andare anche fisicamente, affrontano peggio la malattia... Ci sono poi pazienti terminali che vedi impe-gnati nella cura di sè: si pettinano, le donne si mettono il rossetto perché arrivano i parenti... hanno un attaccamento alla vita incredibile... Quando uno inizia a non pettinarsi più, a la-sciarsi andare è più difficile...

HeLLeR: Un malato di psoriasi ha sem-pre ben presente questo problema della cura e dell’aspetto fisico! Quando ho tolto le medicine la psoriasi mi è venuta anche in faccia, avevo l’occhio completamente pieno e non riuscivo ad aprirlo. Mi dicevano che in faccia non po-tevano mettermi nulla... secondo me è una for-ma molto invalidante, perché quando ti viene la psoriasi in forma aggressiva e grave, anche se tu volessi farti bella per uscire non potresti. Io andavo in giro con dei grossi occhialoni, e una volta mi hanno cacciato via da un esame all’Università perché non volevo togliermi gli occhiali da sole. Avevo un viso inguardabile. Ti senti proprio menomato a presentarti ad un esame dell’università, come è successo a me, in quelle condizioni. Prendi tutto male, hai pau-ra...

Di Pietro: Però eri all’Università e non a casa, quindi hai comunque reagito

HeLLeR: Io ho reagito, mi sono esposta, ma poi quando ho avuto questo screzio col pro-fessore, che più volte mi ha invitata a togliermi gli occhiali... Gli dicevo “per cortesia... guardi, ho un problema ad un occhio!”, e lui mi diceva che non è educato porsi con gli occhiali, ma io l’esame alla fine non l’ho fatto, ho tolto gli occhiali, ma... Mi rendo conto che magari c’è rimasto male, ma io sono andata a casa dal ner-

voso. Quindi la reazione è stata un po’ bene e un po’ male... sono incappata in uno poco sen-sibile e … mi sono fatta condizionare.

Di Pietro: Però vedi, tu reagivi, non eri pas-siva, e questo è importante...le forme derma-tologiche sono così, in particolare la psoriasi, colpisce parti del corpo che sono visibili, che vedono anche gli altri. Io amo ripetere che esiste un “Diritto alla Bellezza”, che esiste un “Diritto alla Normalità”: affrontare le malattie dermatologiche significa anche questo. Ma qui entriamo nel campo della Psicologia…

HeLLeR: Vero! L’effetto che mi rima-ne è che hai sempre la fissa di apparire sana. Secondo me il motivo per cui gli psoriasici vi-vono fino a 100 anni è proprio perché nel mo-mento in cui hai il trauma di essere completa-mente scorticato da questa malattia, poi quando

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guarisci non ti deve più toccare nessuno! Devi mettere l’idratante, la cremina... da quando mi sono ammalata sono passati 15 anni, e ho meno espressioni di rughe sul viso oggi di allora che ero sempre arrabbiata. Le conto! Lo vedo nelle mie coetanee: le persone che non si sono mai dovute confrontare con lo specchio, ci fanno meno caso ad una ruga, o ad un puntino rosso... Per me basta un brufolino perché sia una trage-dia! Subito tante creme, tante cose per non far venire la macchia. A me un brufolo dura anche un anno!

Di Pietro: È il ro-vescio della medaglia dei farmaci biologici. Anche il raffreddore ti dura di più!

HeLLeR: Lo so bene! Il raffreddore è meglio che non lo pren-da! Ora il mio mestiere è fare la cantante. Ho fatto un video clip che dovrebbe uscire a fine anno, dove ho volu-to toccare le città più riconoscibili, come Venezia, Parigi, presto andremo a Londra... co-munque, quando sono andata a Parigi era il 20 dicembre circa. Girare a Parigi mi è costata una polmonite, che mi sono portata avanti da dicembre a maggio. Cioè ho fatto antibiotici e aereosol fino a maggio. Coi biologici, come mi è comparsa la tosse l’immunologa mi ha man-dato subito a fare le lastre! Comunque il rove-scio della medaglia è quello: a me un brufolo dura anche un anno. Ogni mattina lo saluto, è lì... “Ciao!” Ma va bene così…

Rossi: Un’altra domanda: quali sono le cau-se? Una domanda da un milione di dollari...

Di Pietro: Lo sapessi, vincerei il premio Nobel! Non si conoscono le cause della psoria-si. Posso dire che sui miei libri di dermatologia, quello che ho studiato quando facevo l’Univer-sità, quel che dicevano i miei maestri è che pare si nasca predisposti alla psoriasi, poi nel corso della vita c’è qualcosa che la manifesta. Chi ha la psoriasi ha qualche antenato con la psoriasi... non so se questo è il caso di Heller...

HeLLeR: Può essere, ma vallo a vedere se i

miei bisnonni avevano la psoriasi!!

Di Pietro: Quindi c’è una familiarità, una buona impronta genetica... ma questo succede anche per altre malattie, come il diabete. Poi c’è un “quid” che te la scatena. E questo può succedere a 20 anni, o in altra età. Abbiamo visto che cause ed eventi psicologici forti han-no una certa influenza... Heller ci ha raccontato una serie di eventi che sono più che stressanti.

Ultimamente poi si ipotizzano anche cause immunologiche: virus, o altri microrganismi che entrano nel sistema immunitario e gli an-

ticorpi iniziano a sca-tenarsi non solo contro quel virus ma anche contro altre cellule cu-tanee... come se fossero addestrati a riconoscere un nemico con una foto segnaletica, ma ci sono altri che assomigliano molto a quel nemico lì, così confondendosi iniziano a combattere quelle cellule e questo è quello che si defini-sce autoimmunità: una parte del corpo che col-pisce un’altra parte del proprio corpo.

Per questo per un certo periodo si è parlato anche di forma auto-immunitaria. Non sappiamo di preciso cosa scatena questa forma. Ma questo non ci deve sorprendere. Alcuni restano stupiti che nel 2010 ancora non si sappia il perché di una pso-riasi. Beh, anche dell’ulcera gastrica non si sa! Un tempo si parlava di Helicobacter, e oggi non si è nemmeno convinti di questo, quindi ci sono tante malattie di cui ignoriamo le cause...

Conosciamo qualcosa in più perché dal punto di vista terapeutico abbiamo delle armi più raffinate, ma la causa non è ancora chiara, quindi può anche essere che ci sono più cause.

Non abbiamo trovato alcun virus e batterio coi mezzi che abbiamo, non è detto che non ci sia, ma con gli strumenti di oggi escludiamo che ci sia. Per ora quindi escludiamo la forma infettiva.

Anche perché se fosse infettiva contagereb-be chi vive accanto allo psoriasico.

Sappiamo che l’alimentazione non c’entra. Non ci sono particolari legami. Se uno man-

gia piccante, non possiamo dire che la psoriasi peggiora.

HeLLeR: Il sole aiuta, secondo me, il son-no anche...

Di Pietro: Fattori ambientali quindi...il sole fa bene... e se non dormi ti stressi... tu col sole come andavi?

HeLLeR: Quando avevo questa macchietta il sole non incideva nulla, mentre quando ho avuto la forma più grave mi hanno fatto fare lampade in ospedale, visto che al mare si ri-ducevano... quando mi hanno tolto i farmaci mi sono riempita di psoriasi che era anche san-guinante, per cui il sole non lo vedevo, restavo chiusa in casa. Al mattino quando mi sveglia-vo avevo le lenzuola piene di sangue e pus, dai piedi alla testa, persino sui genitali... anche andare in bagno a fare pipì era un trauma, an-che andare dal dottore era un trauma... Mi sono chiusa in casa e stavo a letto, se uscivo dovevo mettere delle bende. Ero in cura all’epoca col dott. Mozzanica, all’Ospedale Niguarda per l’artrite, e il prof. Mozzanica diceva che non dovevo coprirmi. Così stavo in camera sot-to una zanzariera, per il terrore delle mosche. Sono stata sotto la tendina per mesi, nemmeno per mangiare uscivo.

Per uscire mettevo unguenti e stoffe molto larghe, completamente bardata. Ero piena di macchie..

La schiena mi faceva molto male e prudeva moltissimo! Poi sono allergica agli antistamini-ci... di giorno mi trattenevo ma di notte non riu-scivo. Non sapevo di essere allergica agli anti-staminici e quando mi hanno dato il farmaco ho avuto uno shock anafilattico. Mi hanno portato d’urgenza in ospedale e da lì non me li hanno più dati. Di notte, o mi legavano, o mi scorti-cavo, mi trovavano in una pozza di sangue. Mi sono dovuta arrangiare, quindi, in quel periodo il sole non l’ho visto. Quando la psoriasi si è limitata alle squame bianche, senza la parte che si rompeva, allora andare al mare faceva sì che le pomate facessero effetto più rapidamente. Poi ero più rilassata perché in vacanza, quindi forse anche questo poteva essere utile...

Di Pietro: Possiamo concludere, guardan-doti come sei ora, che il progresso scientifico ha fatto davvero miracoli: l’augurio è che il tuo esempio sia uno stimolo a reagire per chi vive ora come tu vivevi qualche anno fa.

HeLLeR: Un’ultima domanda, Professore:

cosa sanno i Medici di famiglia di queste ma-lattie tutto sommato infrequenti? Sono in grado non dico di seguirle (ci sono gli Specialisti) ma almeno di sospettarle?

Di Pietro: Di fronte a quadri clinici che non si risolvono “normalmente”, con le tera-pie usuali, la tendenza del Medico di base è, giustamente, quella di chiedere il parere di Specialisti e, in seguito, trascrivere ricette. Forse si potrebbe avere di più, ma il problema è “a monte”, nella cosiddetta “Formazione me-dica continua”, che tende a delimitare l’aggior-namento della Medicina di famiglia ad ambiti appunto “più generalisti”. Ecco perché diventa importante qualsiasi stimolo che venga dalla “base della piramide”, dai pazienti come te. La tua esperienza deve “girare”, ne sono convinto.

Hai mai pensato di fondare un’Associazio-ne e di metterle a disposizione la tua immagine positiva?

HeLLeR: Lei fa il dermatologo o…. legge nel pensiero?

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HELLER ConSiGLiA:Musica:

● HeLLeR “Rock Woman”(Album)● HeLLeR “Caos” (Single)● HeLLeR “Difendimi” (Single)● HeLLeR “Spleen” Italian Version (Single)● HeLLeR “Candele Spente” (Single)● HeLLeR “Brain Pollution” (Single)● HeLLeR “Fragile Inside” (Single)● HeLLeR “Looking For” (Single)● HeLLeR “Nothing To Lose” (Single)● HeLLeR “Ombra” (Single)● HeLLeR “The Dark Side” (Single)● Bon Jovi “Someday I’ll be a Saturday

Night” (Single)● Bon Jovi “Dry Cownty” (Single)● Bon Jovi “It’s my life” (Single)● Bon Jovi “One Wild Night” (Single)● Elisa “Dancing” (Single)● Elisa “Rainbow” (Single)● Evanescence “Bring Me To Life” (Single)● Evanescence “Missing” (Single)● Evanescence “My Immortal” (Single)● HIM “In Joy And Sorrow” (Single)● HIM “Beautifull” (Single)● The Rasmus “Still Standing” (Single)● The Rasmus “Guilty” (Single)● The Rasmus “In The Shadow” (Single)● The Rasmus “No Fear” (Single)● The Rasmus “Sail Away” (Single)● Wendy O’ Williams “It’s my life” (Single)● Wendy O’ Williams “Legends never die”

(Single)● The Beatles “All you need is love”

(Single)● Kiss “Rock N Roll All Nite, Party Every

Day” (Single)● Litfiba – “Resta” (Single)● Negrita “Ho imparato a Sognare” (Single)● Negrita “ A Modo Mio” (Single)● Haddaway “Life” (Single)● Joe Cocker “You are so beautiful” (Single)● Tina Turner “The Best” (Single)● Laura Pausini “Fidati Di Me” (Single)● U2 “One” (Single)● Gloria Gaynor “I Will Survive” (Single)● Police “Message In A Bottle” (Single)● Dirty Dancing Sountrack – The Time Of

My Life (Single)● Dirty Dancing Sountrack – She’s Like The

Wind, cantata da Patrick Swayze (Single)● Karate Kid Soundtrack - You’re the Best

Around

Discografie intere:● Led Zeppelin● Deep Purple● Bon Jovi● Elisa● The Who● Rainbow● U2● Helloween● Stratovarius● Ingwye J Malmsteen● Steve Vai● Dire Streets● Gloria Gaynor

Letture:● HeLLeR: Mi chiamano HeLLeR, Colei

che è tornata dal suo Inferno● Fabio Marchesi: Amati● Fabio Marchesi: Io scelgo, Io voglio, Io

sono● Fabio Marchesi: La Luce Che Cura● Fabio Marchesi: Fisica Dell’Anima● AAVV: The Secret● Joe Vitale: The Key● Joe Vitale: Zero Limits● Michael Ende: La Storia Infinita● Michael Ende: Momo● Anthony Robbins: Come Migliorare

Il proprio Stato Fisico, Mentale E Finanziario

● Anthony Robbins: Come Ottenere Il Meglio da Sè E Dagli Altri

● Salvatore Brizzi: La Porta Del Mago● Salvatore Brizzi: Officina Alchemica● Salvatore Brizzi: Il Risveglio● T Harv Eker: Millionaire Mind● Carlos Castaneda: L’Arte di Sognare

Film:● The Yes Man – di Peyton Reed, con Jim

Carrey● The Secret – Macro Edizioni● Bleep… ma che bip sappiamo

veramente? – di William Arntz● Forrest Gump – di Robert Zemeckis con

Tom Hanks● Matrix, la trilogia – di Larry & Andy

Wachowski con Keanu Reeves● Kung Fu Panda – di Mark Osborne● Mimzy, Il segreto dell’universo – di

Robert Shaye

● La Tigre E La Neve – di Roberto Benigni● La Coscienza dell’acqua (Documentario)

– di Masaru Emoto● Momo, alla conquista del Tempo – di

Johannes Schaaf● Inception – di Christopher Nolan con

Leonardo Di Caprio● La ricerca della felicità - di Gabriele

Muccino, con Will Smith. ● Karate Kid (per vincere domani) – di John

G. Avildsen con Ralph Macchio● Rocky – di John G. Avildsen con Silvester

Stallone● L’attimo Fuggente – di Peter Weil con

Robin Williams● L’ultimo Samurai – di Edward Zwick, con

Tom Cruise● Il senso della Vita – dei Monty

Python ● Guerre Stellari (Star Wars) – di George

Lucas ● Sweet November – di Pat O’Connor, con

Charlize Theron, Keanu Reeves● 300 – di Zack Snyder● The Millionaire – di Danny Boyle

HELLER oGGiHeLLeR oggi è una cantante e produttrice,

ma innanzitutto è una persona felice.Le vicissitudini del passato la hanno por-

tata ad operare nel campo artistico con una tale energia, da far confluire milioni i persone sui suoi canali on line e non solo.

Concerti, radio, tv, tour internazionali… Insomma esperienze mozzafiato che hanno trasformato la sua vita in un sogno ad occhi aperti.

Bello vero? Beh HeLLeR oggi ha deciso di aiutare an-

che gli altri a trasformare la propria vita, at-traverso la sua autobiografia e i suoi concerti, con il nuovo “Transformational Tour” all’u-scita del suo nuovo album, nel 2012.

Per saperne di più:http://www.youtube.com/HeLLeRChannelhttp://www.facebook.com/HeLLeRnet http://www.youtube.com/HeLLeRnethttp://www.myspace.com/HeLLeRnet

Per info e contatti:[email protected]

INDICE:Presentazione

● Mi chiamo HeLLeR● I – Ognuno è Perfetto.● II – Benvenuti all’inferno…● III – Resta una parte di me, quella più…

quella più vicina al nulla…● IV – Le sabbie mobili della tristezza infinita.● V –Niguarda.● VI - Il dottore e la Bambina● VII – I Rubinetti Colorati● VIII – La principessa dell’ospedale e la

Tigre da Palcoscenico.● IX – I SuperBilli.● X – Addio Lenzuola Bianche!● XI – Le Zanzare e la Tendina.● XII – PopStar.● XIII – Tunnel a Senso Unico verso

L’Inferno. ● XIV - Tra Madonna e Marylin Manson.● XV – La voce che nei giorni di buio mi

accendeva la luce.● XVI – Sacco Pieno, Sacco Vuoto… Sacco.● XVII – Una Sei Corde sotto il Letto.● XVIII – La “Combriccola” del Sacco.● XIX– I Calzini della Signora Minù.● XX – Barelle… BarHeLLeR.● XXI – Una vita di Tranquilla Disperazione.● XXII - Vivere, Sopravvivere e Vincere l’

I-Tim Tour.● XXIII - Melissa e i cristalli della vita eterna.● XXIV – Imbecilli emozionali.● XXV – Una Malata.● XXVI – I perdenti trovano scuse, i vincenti

trovano il modo.● XXVII – Hai mai assistito ad un miracolo?● XXVIII – Verso la fine del viaggio al

confine dell’Inferno.● XIX – Lo scoglio dei Desideri.● XXX – Ahh! La Bio-Tecnologia!!!● XXXI – HeLLeR e Le Piccole Cose.● XXXII – Era il Caos: E Riparto dalla

HeLL’StaTioN.● XXXIII – Una Vera e Propria Rock

Woman.● Conclusione: Mi sono liberata dalla prigione

della malattia.● HeLLeR Consiglia: Musica Letture Film● HeLLeR oggi

(Fine)

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In collaborazione con il Comitato scientifico e con tutti i Lettori

■ Premio Arte, Scienza e Coscienza 2018 ■ Il Progetto-umanizzazione nella Rsa S. Rufina (Rieti)■ Rock Steady Boxing (RSB) e malattia di Parkinson■ La Fondazione Turano■ Spirulina: integrazione alimentare primaria■ Alopecia: novità in arrivo■ Fibromialgia: il dolore invisibile■ Cute e cervello■ Il massaggio biodinamico■ Prepararsi all’inverno■ Disinfezione degli ambienti a rischio: imperativo categorico■ Ebolavirus■ Enzimopatie secondarie: il fattore unificante in Medicina■ Il linfedema■ Ricordo di Gualtiero Marchesi■ Anemia■ PFAS, Sostanze Perfluoro Alchiliche: nuovo pericolo emergente■ Peter Gariaev e il DNA fantasma■ Il metodo Kousmine■ Storia di una Scuola professionale di eccellenza italiana nel mondo■ Alimentazione e patologie croniche■ Produzione alimentare, salute dell’ambiente e salute umana■ Lievito-madre e grani antichi: alle origini del Pane■ Donna e Dolore■ La cassetta del pronto soccorso domestico■ Organismi Geneticamente Modificati: le verità nascoste■ Asse intestino-cuore■ Intossicazione da metalli pesanti: tutti i metodi per intervenire■ UNESCO: i 53 siti italiani Patrimonio dell’Umanità■ Glutine: facciamo chiarezza■ Metodi alternativi alla sperimentazione animale: le ricerche in organo-coltura■ Il Ciclismo: laboratorio di Fisiologia umana■ Inquinamento elettromagnetico: come proteggerci■ Allergie da Nichel: le “colpe” delle monete da 1 e 2 euro■ Adattogeni naturali■ I dieci minuti che salvano la vita: riconoscere le emergenze■ Omeopatia■ Osteopatia animale■ Omotossicologia■ Luppolo, Silicio e prevenzione dell’Osteoporosi: Birra, bevanda al femminile■ La Memoria dell’AcquaPr

ossim

amen

te su

Pia

neta

Med

icin

a &

Sal

ute

In primo piano:“La centralità del paziente”

Capostipite di una nuova classe: Integratori Alimentari Biodinamici (IAB), fondamento della Terapia Complementare Enzimatica, “Nuovo Paradigma di ogni strategia medica”

Prof. S. Lenzi: “La terapia Complementare Enzimatica con preparati biodinamici” – Pianeta Salute 189, 20-21, Nov. 2016

Citozeatec S.r.l. Via Lambro, 7/8 - 20068 - Peschiera BorromeoTel: +39 02 518l22252 / +39 02 55305792 - Fax: +39 02 55305637

Numero Verde: 800.46.21.10 – e-mail: [email protected]

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OGGI SIAMO PIÙ FORTI F I D I A E S O O F T, U N I O N E D ’ E C C E L L E N Z A .

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SEMPRE PIÙ FORTE.